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Autore: LaGraziaViolenta    25/05/2013    3 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove si scopre che la mancanza di connessione internet provoca astinenza.



«Chelsea Shields, dammela subito.»
«Ma, Jeanie…»
«È mia, quindi vedi di ridarmela.»
«Ma voglio…»
«Dammela subito
Mi coprii il viso con una mano. La scenetta yuri no, vi prego. Risparmiatemela. Avrei voluto allontanarmi da quell’immensa fonte di equivoci che erano le mie amiche.
Giustamente in quel momento passò Scorpius Malfoy. Ci lanciò un’occhiata maliziosa e continuò per la sua strada, verso il castello.
Neppure studiare all’aperto serviva. Le figure di merda, quando vogliono, ti raggiungono ovunque.
«Ho finito, Jeanie. Tieni.»
Jeanie strappò la sua piuma di mano da Chelsea. «Se vuoi le piume degli altri le devi chiedere in prestito, non far che prendere.»
«Sì, sì.»
Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Erano le ultime giornate di bel tempo. Presto sarebbe arrivato ottobre. Vedere le foglie rosse e gialle staccarsi dagli alberi e vorticare nel vento era uno spettacolo magnifico, ma a scuola tutto questo acquistava un altro senso. Eravamo prigioniere. Senza alcun contatto col mondo esterno.
«Dobbiamo evadere.»
Jeanie alzò un sopracciglio. «Sì, certo, subito. Fammi sapere quando che non prendo impegni.»
«Jeanie Joy, io… Sono in astinenza! In astinenza, e nessuno lo capisce!» Allungai la mano di fronte al suo viso e la feci tremare. «Guarda! I sintomi dell’astinenza!»
«E da cosa, saresti in astinenza?» chiese Chelsea.
Presi un respiro e raddrizzai la schiena. «Sono in dolorosa e prolungata astinenza da internet. Non è possibile che una scuola non abbia una connessione internet, al giorno d’oggi. Io ho bisogno di leggere ficcyne, ho bisogno di guardare video su YouTube, ho bisogno di vedere i nuovi episodi di My Little Pony. Non sarebbe utile, dico io, avere una connessione internet per quelli che frequentano Babbanologia? Come si fa a studiare la cultura babbana senza internet? I babbani si evolvono! Si è perennemente connessi! Ovunque ci si trovi!»
Jeanie si spinse gli occhiali alla base del naso. «Ed evadere, per così dire, come potrebbe aiutarti?»
«Magari a Hogsmeade internet prende.»
«Cos’è internet?» chiese Chelsea.
Jeanie alzò gli occhi al cielo. «Cribbio, ho un déjà-vu…»
«Internet» mi preparai a dichiarare in tono solenne, «è La Perdizione. È una droga. Quando sei connessa il tuo cervello lo desidera, placa la sua voglia, e quando sei sconnessa ti senti come se ti mancasse un braccio, o una gamba…»
«Sì, certo» mi interruppe Jeanie sarcastica, «e al posto delle orecchie ti crescono dei radar in grado di recepire il segnale, vero?»
Gli occhi di Chelsea brillarono. «Uao, che figata.»
«Chelsea, la sto pigliando per il culo.»
«Ah.»
Mi sporsi verso Chelsea. «Se mai verrai a trovarmi in Italia, un’estate, ti mostrerò un computer connesso a internet. E internet in cambio ti mostrerà un sacco di cose.»
Chelsea si grattò la punta del naso. «Non ho ancora ben capito cosa sia.»
Battei la mano sulla sua spalla. «Vivi felice finché puoi. Una volta iniziato non si può più smettere. Un giorno di questi vi mostrerò Il Catalogo.»
Jeanie mi guardò storto. «Non so perché ma ho un brutto presentimento.»
«No no!» feci. «Il Catalogo è solo una stampa di fanfiction, rilegata ad anelli. Così quando l’astinenza si fa troppo pesante, ecco, posso leggere qualcosa. È in italiano, quindi non credo ci capirete molto, ma magari vi dà un’idea. L’ho preparato quest’estate, in previsione di un lungo, lungo inverno.»
«Io lo vedrei volentieri» sorrise Chelsea.
Jeanie sospirò. «Senti, Serena. Ho un’idea migliore.»
«Spara, Pegasis.»
«Prego?»
«Le ragazze fan di My Little Pony. Si chiamano Pegasister, abbreviato Pegasis. I maschietti invece sono Brony, Brother Pony.»
L’occhiata che mi rivolse Jeanie preannunciava un omicidio. «Perché non chiami Malfoy Brony, allora, la prossima volta che lo vedi?»
«La smetto subito.»
«Posso parlare, ora?»
«Vai, Peg… Jeanie. Vai, Jeanie.»
Jeanie si tolse gli occhiali. I suoi occhi azzurri sembravano minuscoli senza le solite lenti spesse un dito. Li pulì con la manica del maglione. «Se hai voglia di leggere robetta sentimentale, ti do il libro che mi ha sganciato Cunningham. Gli ho dato un’occhiata e non mi piace. Te lo regalo. Io non me ne faccio niente.»
«Oh!» Sbattei le palpebre, sorpresa. Improvvisamente non sapevo che fare. Avrei anche accettato, però mi spiaceva portare via qualcosa che era di Jeanie. Certo per lei non era un bel ricordo, ma mi sentivo in colpa lo stesso.
«Non l’hai ancora annegato nel cesso, quel libro?» sbottò Chelsea. «Io l’avrei dato in pasto a Mirtilla Malcontenta, dopo come ti hanno trattato quelli lì, gli amici del Cunningham.»
«Non ho bisogno di annegarlo nel cesso per sentirmi soddisfatta» replicò Jeanie. «Sto bene lo stesso.»
Che gran signora. Veramente una gran signora.
Jeanie si rimise gli occhiali e mi guardò. «Allora? Lo vuoi?»
Mi torsi le mani, titubante. «Non saprei…»
«Ho capito. Stasera a cena te lo porto.»
«Sicura che non sia un problema?»
«Se lo fosse non te l’avrei proposto.»
Vero. Annuii. «Di cosa parla?»
«Mah. Una storiella d’amore troppo smielata per i miei gusti.»
Chelsea ridacchiò. «Madame Corvonero ha gusti troppo raffinati per sopportare certe porcherie.»
«L’hai detto, Chelsea. Per una volta ti devo dare ragione.»
  
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