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Autore: Honey Tiger    27/05/2013    9 recensioni
Notizia del giorno.
“Ci troviamo nel centro di Londra, dove la figlia del miliardario Steven Light, è stata coinvolta in un incidente. Al momento, sappiamo solo che Krystal Light, è stata miracolosamente salvata da un misterioso passante di cui non abbiamo tracce, e subito dopo i dottori l’hanno ricoverata d'urgenza. Alcuni testimoni hanno affermato che la ragazza abbia sbattuto violentemente la testa e che sia svenuta. Per il momento è tutto, vi terremo aggiornati appena avremmo delle notizie.”
La seguente notizia fece il giro di Londra mentre la piccola Krystal continuava a dormire nel bianco letto d’ospedale e quando, finalmente decise di riapre gli occhi, tutto cambiò.
Niente fu come prima. Non ci fu più niente che per lei aveva significato se non il viso di un ragazzo. Gli occhi verdi come il prato di prima mattina e un sorriso da togliere il fiato anche ad una regina.
Scoprirà Krystal di chi sono quei occhi che sogna ripetutamente durante la notte? Saprà accettare il futuro che l’aspetta? E se il passato non la volesse lasciar andare?
Cosa farà la piccola Krystal quando verrà a sapere della tragica verità? Andrà avanti o si fermerà per sempre?
Scoprite voi stessi!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Il pomeriggio del 30 settembre... (diciassette anni)

«Dovresti tagliarti un po’ le punte dei capelli. Sono.. brutte..» Fece Lucas con un ghigno divertito sulle labbra. I suoi occhi viola risplendono contro la luce del sole mentre il sorriso che dipinge il suo volto è da togliere il fiato. I suoi capelli, disordinati come sempre, le solleticavano la guancia.
Entrambi erano distesi sul letto e come sempre, nella stanza del suo amico regnava un caos tremendo. I vestiti sparsi ovunque, libri buttati a caso, fogli stropicciati... Inferno era sceso nella stanza di Lucas e lui non cercava di rimediare in nessun modo, come sempre del resto.
«Non cambiare il discorso, chi altro si è iscritto nell'università di economia? Mi serve qualcuno che abbia la testa sulle spalle.» Chiesi, prendendo in mano un foglio con la penna, intenta a scrivere i nomi dei miei futuri dipendenti.
Il primo pensiero che mi venne in mente fu: "Ti rovinerò..." Pensai con un ghigno malefico sulle labbra.
Dopo dieci anni di tortura, non potevo far altro che ripagarlo con la stessa moneta. Lo avrei fatto soffrire nello stesso modo in cui lo aveva fatto con me.  Non lo avrei mai perdonato.
Mi aveva picchiata più volte, umiliata, per non parlare quante volte mi aveva ferito usando soltanto delle parole credule.
«Il primo della lista è un certo Daniel Sawitus, sembra che abbia la testa attaccata al collo ed è messo bene anche nelle parti basse..» Fece Lucas mettendosi a ridere. Krystal spalancò gli occhi e lo guardò semplicemente schifata e poi disse: «Non sapevo che fossi diventato gay!»
«Ti sembra possibile che un corpo del genere,» si indicò con un sorriso e continuò: «rifiuta la verginità e la passione di qualche donzella indifesa?» Poi si mise a ridere mentre Krystal, con le guance gonfie d'aria, infilava la mano nei capelli del ragazzo e poi gli tirava. «La smetto, promesso!» Disse lui, una volta finita la tortura delle sua migliore amica.
«Nel campo economico puoi aggiungere anche il suo amico, Brian Cambell.» 
«E per quanto riguarda architettura? Qualcuno che delle competenze, Sarah è la prima della lista, quella ragazza ha gusto.»
«In quel campo, conosco solo delle ragazze, esperte anche nel letto..» Si mise a ridere, incominciando ad elencare le tre ragazze: «Mary Stocks, Jenna Powell e Kate Parker, le altre è meglio che non le conosci affatto..»
«Che cosa vuoi dire?» Chiesi io, allibita dalla sua risposta. "Che cosa nasconde questo ragazzo?"
«Ecco, come posso dire, tutte le ragazze che ho scaricato, diciamo che, ho usato te come scusa...» Disse ridendo, per poi proteggersi la testa dalla cuscinata che gli era arrivata in pieno viso.
«Non voglio nessuna spiegazione! Forza continuiamo, mi servono i nomi per la mia vendetta perfetta!»
 
La mattina del 24 dicembre 2009.. (diciassette anni)
 
 «Vai al diavolo tu e i tuoi consigli! Non voglio ascoltarti e lasciami in pace!» Urlai contro il cellulare, dopodiché chiusi la chiamata e lo buttai nel fiume Tamigi.
«Voglio rimanere sola..» Sussurrai contro il vento freddo di dicembre. La neve scendeva lenta dal cielo, bagnandomi leggermente i capelli. Gli occhi mi pizzicavano, facevano male e non erano solo loro a farmi soffrire.
M’ha abbandonata anche lui e sono di nuovo sola.
Una lacrima silenziosa si fa spazio fra il gelo e scende lungo la guancia.
Sola.
Solo io..
Mi ha lasciata con una lettera. Una stupida lettera con poche parole.
"Come ha potuto farlo?" E come se non bastasse, devo passare questo stupido natale in compagnia di... Nessuno
Di nuovo sola.
Lucas è in compagnia con le sue "amichette" mentre Sarah e Jonathan hanno deciso di passare il loro primo Natale a casa dei suoi genitori.
E io?
Fino a qualche giorno fa, avevo in programma di passarlo con lui, il mio primo e vero amore. Il primo ragazzo che mi ha guardato con gli occhi diversi, con gli occhi sinceri e mi ha sorriso.
Dylan James Harbert.
Stesso ragazzo che mi aveva aiutato a scappare da casa, a scappare dall'inferno e poi, dopo un anno, ha pensato bene di uscire di scena anche lui.
E ora?
Cosa succederà adesso?
Il suono di un clacson mi distrae, mi giro e osservo l'uomo che è uscito dalla macchina con le mani alzate.
«Signorina, perché non scende da lì? E' pericoloso..» Fece lo sconosciuto.
Pericoloso? Che cosa?
Mi giro appena e mi osservo intorno. Sono salita sopra la rampa e non me ne sono resa neanche conto. Che cosa volevo fare? Buttarmi nel fiume gelido? E quale santo ha deciso di farmi rimanere in bilico? Come ho fatto a non cadere?
«Ho paura..» Sussurro piano.
«Non voglio essere sola..» E le lacrime cominciano a scendere.
 
La notte del 10 gennaio.. (diciassette anni)
 
La musica rimbombava dappertutto, non c'era un angolo in cui si poteva stare tranquilli. Infondo, stiamo parlando della discoteca più in dell'Londra.
Krystal, coperta soltanto da un striminzito vestitino bianco che a malapena le copriva l'intimo, si stava divertendo, ubriaca fradicia. Come sempre del resto, faceva solo quello nelle ultime due settimane. Discoteche e alcool, nient'altro c'era nella sua testa.
«Bellissima..» Qualcuno mi sussurra all'orecchio, posando le mani sui miei fianchi.
Che rottura...
Mi giro lentamente, anche perché non saprei fare di meglio visto che ho lo stomaco pieno di alcool, che poi non ricordo neanche come faccio ad essermi ubriacata cosi tanto.
«Togli le mani dalla signorina, amico..» Il ragazzo che mi teneva per i fianchi si allontana e mi lascia libero per uno dei miei migliori amici. «Dov'è la ua bellisima ra..zza?» Chiedo con il singhiozzo e un sorriso a trentadue denti.
L'alcool mi rende euforica. Troppo.
Devo smetterla, non devo toccare più quella droga.
«Krys, smettila di distruggerti. Non vale la pena. Non per lui.» Mi sussurra J all'orecchio e comincia a muoversi con me.
Balliamo finché entrambi non restiamo stremati. Jonathan ha sempre amato la discoteca ma con Sarah ha dovuto rispettare certi limiti. E cosi, adesso, può andare a ballare solo se ci vado io. E brava Sarah.
«J, aiutami..» E lui prontamente mi prese fra le braccia e mi portò fuori dal locale. Mi aiutò a restare in piedi e non farmi cadere. Un vero amico.
«Signorina, le serve aiuto?»
«Ecco, un'altro rompiscatole» Dico ad alta voce, poi alzo lo sguardo e rimango meravigliata. Due occhi azzurri mi fissano.
«Cazzo.. Che occhi! Porti le lenti a contatto?» Fu la prima cosa che gli dissi, quasi d'istinto, senza pensarci. Che poi con tutto quell'alcool che avevo in circolo, non potevo pensare lucidamente.
«No..» Fece lui mettendosi a ridere.
«Scusala, ma credo che in questo momento sia meglio che tu entri, la ragazza qui presente deve portare le chiappe a casa.»
«Cosa? Noooo! Voglio andare con lui. Lui è più bello, lui è molto più simpatico..» E dicendo ciò, il ragazzo sconosciuto riprese a ridere. «Chiamami Josh.» Fece poi, porgendomi la mano con un sorriso da togliere il fiato, mentre io, giusto in tempo, mi giravo e rimettevo. Credevo che sarei morto quella sera.
 
La sera del 11 maggio.. (vent’anni)
 
«Come hai potuto farlo? Tradirmi con quella sciacquetta poi!» Gli chiedo con le lacrime agli occhi.
«La colpa è solo tua!» Mi risponde invece lui, come sempre ha la risposta giusta.
«Non ti voglio più vedere! Mai più!» Faccio qualche passo, mi allontano lentamente.
Mi giro appena, giusto il necessario per osservarlo l'ultima volta. Per guardarlo meglio negli occhi. Quell'azzurro chiaro che all'inizio mi aveva fatto perdere la testa. Mi aveva catturato e mi aveva resa sua prigioniera.
Lui sta lì, fermo e immobile nel punto esatto in cui ebbe il coraggio di dirmi la verità. Di confessarmi di avermi tradito. Come si fa a tradire una persona dopo tre anni con cui si crede di condividere tutto?
Come fa a sostenere che mi ama ancora se ha avuto il coraggio di andare con la prima che gli è capitata a tiro? Proprio lui che affermava di odiare quel tipo di ragazze.
Questo non è amore e io non voglio stare con una persona per la quale ho dato tutto e lui se ne è fregato altamente. Non lo accetto! Non voglio accettarlo nonostante so che soffrirò. Starò male, piangerò ma poi mi passerà. Almeno è questo che penso, è questo che voglio!
Desidero ritornare a essere libera, di essere indipendente ed esprimere i miei pensieri come ho sempre fatto, almeno finché non mi innamorai di lui. Il solito ragazzo per bene, che non delude mai nessuno, si comporta da angioletto e studia tutto il giorno. Ho rinunciato tutto per lui, alla mia vita sociale, ai miei due migliori amici e alle mille occasioni che avevo per andarmene da questo posto.
Adesso, credo sia arrivata l'ora di realizzare questo sogno. Di andarmene da qui e incominciare una nuova vita. Dove lui non esisterà, dove Josh non potrà più perseguitarmi.
Faccio un leggero respiro, come se mi sentissi di nuovo libera.
 
???
 
Verde.
Verde..
Verde...
Ovunque guardi vedo il verde.
E' un colore cosi bello, sembra quasi palpabile nell'aria.
Mi sento leggere ma ho una terribile emicrania.
«La mia testa.» Cerco di dirlo, ma l'unica cosa che mi esce dalle labbra sono delle sillabe sconnesse e senza senso. Non riesco a parlare.
Di nuovo il colore verde mi pervade la mente e io mi calmo. Mi sento tranquilla. Serena.
«Occhi verdi..»
Continuo a girarmi intorno, alla ricerca di qualcuno. Ma chi?
Cosa rappresenta il colore verde?
E perchè continuo a pensare a qualcuno? Ma chi? Cosa sono queste domande? Perché?
 
Al giorno d’oggi..
 
«Guardi su.. Adesso in giù.» Mi chiede il dottore, osservandomi le pupille.
«Che cosa mi sta succedendo? Ho un mal di testa tremendo» Continuo io ad lamentarmi. Non posso fare altrimenti.
Sorrido.
«Le ferite dell'incidente che ha apportato non sono del tutto guarite. Può succedere che durante la giornata possa avere qualche calo di pressione. Quindi, mi raccomando, stia attenta!» Fece il dottore uscendo dalla stanza.
Ricordo quasi tutto.
«Ah, dottore! Ultima cosa, non voglio che nessuno sappia del mio risveglio!» Sorrido e poso lo sguardo fuori dalla finestra.
Ho un passato. Brutto, ma ne ho uno tutto mio.


   
 
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