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Autore: LaGraziaViolenta    28/05/2013    3 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove Serena Latini scopre di non avere un favoloso destino, perché i Tre Manici di Scopa non è il Café des 2 Moulins. Parte 1.



Il primo ottobre era arrivato.
Sognavo di andare a Hogsmeade con sembianze retrò: un vestito scuro con piccoli pois bianchi, la morbida e leggera gonna a ruota, una cintura nera in vita, ballerine di vernice nere. Voilà, sarei stata un giovane angelo del focolare.
E invece faceva un freddo cane. Ero costretta a coprirmi se non volevo rischiare l’assideramento. Dovetti optare per un paio di jeans, una maglia e un cardigan rosso. Quando mi guardai allo specchio mi restituì lo sguardo una sosia di Amélie Poulain, coi capelli neri a caschetto e i grandi occhi castani. Niente da dire ad Amélie, ero io ad essere la versione insipida.
Attraversai il sotterraneo in punta di piedi, attenta a non farmi scoprire. L’appuntamento con Chelsea era all’ingresso. Sperai di non trovare un esercito di Grifondoro.
La verità è che non avevo mai dato una vera risposta a Weasley femmina, quindi temevo ritorsioni.
Raggiunsi l’ingresso illesa. Non osai salire sulle scale e rimasi vicino alla porta dei sotterranei, per spiare dalla ringhiera chi arrivava senza essere subito vista.
Un passo pesante e veloce. Mi sembrò di riconoscerlo. Sporsi la testa. «Chelsea!»
Chelsea sussultò, e pochi istanti dopo stava rotolando giù dalle scale.
«Oddio!» urlai. Chelsea terminò la sua corsa all’ultimo scalino, gemendo. Mi fiondai su di lei.
«Chelsea? Chelsea? Sei tutta intera? Oh santo cielo! Quante dita sono?» Alzai tre dita.
«Ventordici» mugugnò Chelsea. Gemette ancora e si portò una mano al grosso sedere. Fortuna che anche lei aveva i pantaloni. «Ohi ohi… Le mie povere chiappe… Sempre la solita storia…»
«Ventordici?» feci preoccupata. Le piazzai le tre dita a un centimetro dal naso. «Non mi fare preoccupare! Quante sono?»
«Tre, stordita!» esclamò scostando la mia mano. «Non mi devi spaventare così quando sono sulle scale!»
Fu così che il mio piano “Serena passa inosservata” si concluse con un fiasco. In cima alle scale comparve la mandria di Grifondoro.
«Oh! C’è il Tasso!»
Ecco, per l’appunto, magari fossero stati solo i Grifondoro.
Mandria più serpe ci raggiunsero. Aiutai Chelsea a rimettersi in piedi, ormai rassegnata al mio destino. Weasley femmina si avvicinò. «Tutto bene, ragazze?»
«Potrebbe andare meglio» rispose Chelsea.
Weasley femmina sorrise. «Quel che importa è che non ci sia niente di rotto, dai. Ci siamo tutti? Possiamo andare?»
«Manca Jeanie» obiettai.
«Non viene» fece Chelsea. Sbattei le palpebre, incredula, ma non dissi niente. Jeanie non veniva? E perché mai? Mi riproposi di andarla a trovare, quella sera. Se fosse uscita dalla torre di Corvonero.
«Allora andiamo.»
Ci avviammo verso Hogsmeade. L’aria di ottobre era pungente ma il cielo era limpido. Almeno questo ci era concesso, se avesse piovuto sarebbe stato proprio insopportabile.
Weasley femmina tirò vicino a me e Chelsea una ragazzina, anche lei rossa, ma coi capelli lisci e gli occhi scuri. Sembrava più piccola di noi.
«Ragazze, lei è mia cugina Lily.»
«Piacere» fece la ragazzina. Tese la mano e Chelsea la strinse.
«Chelsea Shields.»
Strinse anche la mia mano. Le sue unghie lunghe graffiarono leggermente il mio palmo.
«Serena Latini.»
Dopo un nanosecondo la ragazzina se la svignò per andare a parlare con un ragazzetto, anche lui coi capelli rossi.
Giunsi alla conclusione che i Weasley si maritassero con delle fotocopiatrici. Non era possibile che un cognome fosse una tale garanzia di capelli rossi.
«Vi avevo detto che era timida» sorrise Weasley femmina con indulgenza.
«Senza offesa, Rose, non è che noi siamo troppo grandi per lei?» chiese Chelsea. «Ha quattordici anni, in fin dei conti.»
Quattordici anni? E cosa avevamo da spartire, noi del sesto anno, con gente del quarto? Mistero della fede. Infatti se l’era svignata.
La prima tappa fu, manco a dirlo, il negozio dei Tiri Vispi Weasley. Potter bis e Potter serpe si fiondarono sulla merce e Weasley bis trascinò Potter femmina verso il reparto dei dolcetti. Sembrava che fosse una riunione di famiglia. Io e Chelsea eravamo due estranee.
«Oddio, Serena! Ce l’hanno veramente! L’Annullaforuncoli garantito 10 secondi!»
Ecco come rimanere da sola con Weasley femmina. La ragazza incrociò le braccia e mi rivolse un sorriso complice.
«Non vendono il genere di cose che fa per te, vero?»
Ah, ma allora sei proprio un genio. Mi imposi di lasciare stare le maniche rosse del cardigan. Non volevo rovinarle come succedeva con quelle della divisa. «Diciamo che non sono solita dedicarmi agli scherzi.»
«Serena! I filtri Tumistreghi! Vieni a vedere, vieni a vedere! C’è scritto che sono garantiti per mezz’ora piena!»
Arrossii. Avrei preferito che Chelsea si fosse risparmiata. «Tranquilla, Chelsea, va bene così.»
Weasley femmina ridacchiò. Io mi dondolai da un piede all’altro. Dovevo resistere alla tentazione di rovinare le maniche rosse.
«Rose?» Potter serpe si avvicinò a Weasley femmina. In mano reggeva una confezione con disegnata sopra una bacchetta. «Dici che Scorpius ci casca se gli faccio uno scherzo con questa?»
Altro che arrossire. Al solo udire il nome di Scorpius diventavo un bollitore per il tè.
«Non saprei.» Weasley femmina arricciò il naso. «Sai come la penso riguardo agli scherzi.»
«Dai Rosie, non sono pericolosi.» Potter serpe accennò un sorriso e mi lanciò un’occhiata. «E tu, Tasso, non dirgli che gli voglio fare uno scherzo, capito?»
Risposta istintiva. E allora non dirlo davanti a me, Potter. Levati dai coglioni.
Risposta che diedi: fissai la punta delle mie scarpe bianche e scossi il capo.
La mandria sembrava divertirsi parecchio in quel negozietto. Finalmente uscimmo. Potter bis e Potter serpe erano carichi di sacchetti. L’aria fresca mi sembrò divina, dopo tutto il tempo trascorso in quel locale claustrofobico.
Ci dirigemmo verso i Tre Manici di Scopa. L’idea di rinchiudermi di nuovo in un pub mi faceva mancare l’aria, più che altro perché eravamo in troppi per i miei gusti. Unimmo due tavoli, li occupammo e dopo qualche discussione finalmente furono pronte le ordinazioni.
«Ecco qua ragazzi» fece Madama Rosmerta con un sorriso. «Quattro Burrobirre, un caffè, un’Acquaviola e uno sciroppo di ciliegia.»
La signora mise davanti a Chelsea l’Acquaviola. Il bicchiere lungo e sottile era pieno di una bevanda color lavanda che emanava un profumo dolce. Non l’avevo mai provata prima. Mi pentii di aver preso lo sciroppo di ciliegia. Aprii la bocca per chiedere di farmela assaggiare ma Chelsea mi afferrò il polso. «Vieni un secondo. Scusateci un attimo, per favore.»
«Chelsea, cosa… Ah!»
Chelsea mi strattonò via dal tavolo. Sentii tutti gli occhi puntati su di me e il mio viso iniziò a bollire, fino a quando non fui trascinata in bagno e la porta si chiuse.
«Serena.»
Guardai Chelsea, e quando vidi la sua espressione seria sgranai gli occhi per la sorpresa.
«Cos’ho fatto?»
«Cosa non hai fatto. Ma per fortuna c’è la tua amica qui a rimediare.»
La serietà si trasformò in un sorriso gongolante. Tra pollice e indice reggeva una fialetta contrassegnata con un cuoricino.
«Filtro Tumistreghi, pozione d’amore» dichiarò. «Ora devi andare fuori, convincere Albus Potter a farti dire dov’è Scorpius Malfoy e con questo, stasera…» Agitò una mano per aria, il sorriso da un orecchio all’altro. «Tanta roba!»
«Chelsea!» gemetti. Indietreggiai da un passo, lontana da quella fialetta demoniaca. «Io! Scorpius! Come potrei?»
«Non ti preoccupare, la luna è al primo quarto. Se le voci su Serpeverde sono vere, si sta in coppia.»
La mia temperatura corporea stava vertiginosamente correndo verso i quaranta gradi. «Non intendevo dire questo!» Presi un ampio respiro e mi sforzai: «Voglio dire… Che… Non voglio piacergli col filtro. Mi piacerebbe qualcosa di più… Duraturo. Solido.»
«Ah, fidati, gli uomini vanno presi per la gola. Anzi, per il caz-»
Le tappai la bocca. «Chelsea, una sola volta: no.» Scossi il capo e la guardai negli occhi. «Apprezzo il pensiero, ma ti prego, promettimi che non tenterai di drogare Scorpius di nascosto. Me lo prometti?»
Chelsea arricciò il naso e mugugnò una promessa.
 
 
 
 
 
Nota. I Tiri Vispi Weasley in teoria avrebbero sede a Diagon Alley, ma alcune fonti su internet dicono che l’emporio di Zonko è stato rilevato dai gemelli Weasley. Sinceramente non ricordo questo particolare, ma mi sono fidata e l’ho preso per buono. Nel caso fosse inesatto, perdonatemi.
  
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