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Autore: Chanel483    29/05/2013    2 recensioni
"So che le probabilità che il mio nome venga estratto sono millesimali, ma non importa, io ho già deciso: che il mio nome sia estratto o no, questi saranno i miei Hunger Games."
Clove è il tributo femminile del Distretto 2 dei settantaquattresimi Hunger Games. Clove è un mago con i coltelli. Clove è un favorito, è stata cresciuta ed allenata al solo scopo di diventare una vincitrice. Clove si allea con Cato e gli altri favoriti quando è nell'arena. Clove ha un fisico minuto. Ma in realtà, cosa sappiamo di Clove, di com'è, di ciò che le piace o di cosa prova? Proprio niente.
Ed è così che inizia la mia storia.
So che non è originale, ci sono mille storie che parlano dello stesso argomento ma ci voglio provare lo stesso.
Vi parlerò dei settantaquattresimi Hunger Games, passo passo dal momento della Mietitura alla fine di tutto, dal punto di vista di Clove.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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L’addestramento
Quando, la mattina dopo, il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi sveglia, mi sembra di non aver chiuso occhio tutta la notte ed è la voce di Talia che, qualche minuto dopo, mi ordina di alzarmi, a convincermi a trascinarmi in bagno.
Mi sciacquo velocemente la faccia – asciugandomi con un lembo della camicia da notte per non dover trafficare con i vari pannelli– e mi lego i capelli, corvini e liscissimi, in una coda alta. Quando ho terminato esco dal bagno e mi dirigo alla cabina armadio, ci metto davvero poco a trovare le tute e sono contenta di scoprire che ho davvero una vasta scelta; dopo qualche minuto opto per un paio di comodi pantaloni aderenti neri ed una canottiera blu che mi lancia le braccia libere, agevolandomi i movimenti, ai piedi indosso un semplice paio di scarpe da ginnastica.
Solo quando scorgo Cato, seduto al tavolo da pranzo, mi rendo pienamente conto di ciò che è successo la sera prima e, inevitabilmente, le mie guance prendono un po’ più colore.
In ogni caso sono fiera di poter dire che ho solo un paio di secondi di esitazione, prima di continuare – benché arrossita – a camminare a testa alta fino al tavolo, ricoperto di qualsiasi cosa si possa desiderare per colazione, già occupato da tutti gli altri membri del nostro gruppo.
<< Alla buon ora! >> è lo sgarbato saluto di Talia, che mi lancia un’occhiataccia da sopra la decoratissima tazza di porcellana, dalla quale sta bevendo del the chiarissimo:<< Ora sbrigati a fare colazione, tra meno di quaranta minuti inizieranno gli addestramenti >>.
Io annuisco e prendo posto lanciando un cenno di saluto a mentori e stilisti. Cato non solleva lo sguardo dalla grossa fetta di crostata alla marmellata di mirtilli che ha nel piatto.
<< Cielo, Clove! >> strilla Vlad con voce acuta, portandosi una mano alla fronte in un gesto esageratamente plateale:<< Che cosa hai fatto questa notta invece che dormire, eh? Hai delle occhiaie che non finiscono più! >>.
Mi impegno per non arrossire maggiormente, ma non riesco a non lanciare uno sguardo a Cato che però è ancora concentrato sulla sua colazione, anche se ora un sorriso sarcastico:<< Ho fatto fatica a dormire >> mi limito a rispondere, servendomi un bicchiere di succo di mela e dello yogurt.
<< Non dovresti proprio mostrarti in queste condizioni… >> continua il mio stilista, mentre aggiungo alla mia coppa di yogurt dei cereali e delle fragole:<< avresti proprio bisogno di un po’ di correttore e di una maschera… >>.
<< Non abbiamo tempo per queste cose, Vlad! >> lo interrompe Talia, lanciando un’occhiata nervosa all’orologio ricoperto di diamanti che porta al polso:<< Lasciala mangiare o arriveremo in ritardo. Alle occhiaie ci penserai poi >>.
Non avrei mai pensato che lo avrei detto, ma sono grata a Talia, non sarei sopravvissuta ad un interrogatorio sul motivo per cui ho delle occhiaie davvero spaventose.
Proprio mentre penso che potrebbe non starmi così antipatica, la nostra accompagnatrice mi riempie il piatto di uova strapazzate e fagioli:<< Hai bisogno di energie >> dice in tono di rimprovero, servendomi anche una tazza di cioccolata calda.
E possiamo dire addio ai sentimenti positivi nei suoi confronti.
Brutus mastica con calma il boccone di frittelle che ha in bocca e piazza i gomiti sul tavolo – beccandosi un’occhiataccia da parte di Talia:<< Allora, volete allenarvi insieme o separatamente? >> ci domanda.
Io ho giusto il tempo di registrare la domanda e Cato di sollevare la testa che Enobaria prende parola:<< In realtà è solo una domanda di rito, >> ci spiega:<< siamo praticamente obbligati a chiedervelo, ma sappiate fin da subito che vi allenerete insieme. Siete Favoriti e uno dei vostri punti di forza, una volta nell’Arena, sarà il lavoro di squadra >>.
Non sono particolarmente entusiasta di ciò che ha appena detto, ma non mi permetto di contraddirla, anche perché non cambierebbe nulla:<< A proposito di questo, >> continua Brutus:<< dobbiamo decidere chi saranno i vostri alleati. Abbiamo già parlato con Strass e Diamond, i mentori del Distretto 1, e i loro tributi sarebbero disposti a fare squadra con voi, dobbiamo ancora parlare con quelli del quattro, ma sono sicuro che non ci siano problemi >>.
Questa volta non riesco a starmene zitta come probabilmente dovrei:<< Ma io non li voglio come alleati… >> mi lamento.
<< Come!? >> chiede la mia mentore mostrandomi – in quello che spero sia solo un gesto istintivo – i denti appuntiti.
<< La ragazza dell’uno… come si chiama? Luce… >>.
<< Lux >> mi viene in aiuto Talia.
<< Sì, Lux… >> confermo io:<< mi sembra una tale cretina… non voglio avere nulla a che fare con una convinta di vincere solo perché ha un bel faccino >> spiego convinta, spostando lo sguardo tra i due.
I mentori si lanciano un’occhiata confusa, probabilmente nessuno dei due si aspettava niente di simile. Al contrario di quanto mi sarei aspettata però, a prendere la parola è Talia:<< Ma Clove, cara, non puoi rifiutarti. I tributi dei Distretti 1 e 2 sono alleati da sempre… >>.
Enobaria invece non sembra per nulla disposta a trattare o a tentare di convincermi:<< Non c’è nulla da rifiutare. >> dice lapidaria:<< I tributi del Distretto 1 saranno i vostri alleati e voi vi comporterete adeguatamente con loro, almeno finché non sarete rimasti in pochi nell’Arena, allora potrete fare ciò che vorrete >>.
Sbuffo e mi lascio andare all’indietro, sbattendo la schiena contro lo schienale della sedia.
Quella Lux non mi piace proprio per niente, sembra una di quelle ragazze frivole e superficiali, attente solo ai bei vestiti e alle feste. Enobaria però a ragione: non ho molta scelta.
<< Ora, >> continua Brutus:<< dobbiamo farci un’idea di cosa sapete fare. Quali sono le vostre capacità? >>.
Cato prende parola per primo e la cosa non mi dispiace affatto, sono decisamente infastidita e mi devo trattenere all’inverosimile per non sclerare, non sono abituata all’idea che le cose non vadano come voglio io:<< Spade e lance, sono bravo con spade e lance, anzi, sono sicuramente il migliore e sono forte, molto forte >>.
I nostri mentori si scambiano un’occhiata compiaciuta, probabilmente è questo l’atteggiamento che si aspettano da noi:<< E tu? >> mi chiede Enobaria, soppesandomi con lo sguardo.
<< I coltelli, >> spiego:<< sono praticamente un estensione del mio stesso corpo. Mi alleno con i coltelli da quando ho dieci anni, non c’è nulla che non sappia fare con un coltello in mano. So usare anche abbastanza bene la spada e sono molto agile, durante le esercitazioni in accademia ero sempre la più veloce >>.
Talia batte le mani eccitata, mentre Brutus ed Enobaria bisbigliano tra loro:<< Oh sì, avete già la vittoria in mano! >> esclama.
Io la ignoro e torno a concentrarmi sulla mia colazione. So di essere brava, non ho bisogno che sia una sciocca abitante di Capitol City a dirmelo. Lei insiste nuovamente perché mangi di più:<< Sei così magra… >> dice tastandomi un braccio:<< sembra quasi che tu non mangi da giorni… >>.
Sbuffo fingendo di non averla sentita ed ingoio con rabbia una forchettata di fagioli. Ancora non riesco a mandare giù la storia di Lux. In accademia c’erano decine di ragazze come lei, che non capivano cosa volesse veramente dire partecipare agli Hunger Games, pensavano solo alla fama che la vittoria le avrebbe portato ed erano fermamente convinte di poter attirare decine di sponsor con qualche sorriso e mostrando le gambe.
Ma non sono questi gli Hunger Games, porca miseria! Gli Hunger Games sono morte, sangue, guerra… sono uno spettacolo sadico e cruento, non fatti sicuramente per delle ragazzine viziate preoccupate di spezzarsi le unghie.
<< Mancano dieci minuti! >> trilla Talia scattando in piedi e sistemandosi meglio una ciocca di capelli – o parrucca? – verdi tenuta ferma da un’enorme molletta con incastonato sopra un brillante grande quanto il mio pugno.
Mi guardo intorno e mi rendo conto che devo essere rimasta immobile a pensare per diversi minuti e che metà della mia colazione è rimasta nel piatto ed ormai è troppo fredda.
Cato è già in piedi e si sta dirigendo verso la sua camera, così faccio lo stesso. Mi lavo i denti e rifaccio la coda alta, fermandomi bene i capelli con delle forcine.
Due minuti dopo lascio la stanza e mi avvio verso l’ascensore, dove trovo Talia che si sistema una giacchetta bianca ricoperta di pietre colorate, mettendo ancora più in risalto l’abbondante decolté:<< Se Cato non si muove arriveremo in ritardo! >> esclama agitata, lanciando un’occhiata all’orologio che porta al polso, per poi allungare una mano dalle lunghissime unghie ricoperte di brillantini dorati e mettersi a posto il brillante che porta tra i capelli.
Proprio in quel momento arriva Cato con indosso un paio di comodi pantaloni della tuta bordeaux ed un’aderente canottiera nera che mette in risalto ogni singola linea dei suoi addominali.
Distolgo le sguardo a forza e mi volto verso la nostra accompagnatrice:<< Andiamo? >> domando avvicinandomi all’ascensore.
Talia ci accompagna nei sotterranei dell’edificio, dove si tengono gli allenamenti di noi tributi. Una volta arrivata, scopro che mancano quasi dieci minuti alle dieci, ma più di metà dei Tributi è già lì. Qualcuno mi attacca un quadrato di stoffa recante il numero due sulla schiena e fa lo stesso con Cato, che non sembra intenzionato ad allontanarsi da me, nonostante tutto.
Scorgo tra gli altri Lux, la ragazza dell’uno, che sghignazza amabilmente a qualcosa che deve aver detto il suo compagno di Distretto.
Alzo gli occhi al cielo e chiamo Cato dandogli una leggera gomitata sul fianco:<< Guarda la nostra nuova ed adorabile alleata… >> dico indicandogliela con il mento:<< è una tale gallina! Sono sicura che non è nemmeno in grado di distinguere una mazza chiodata da una fionda… >>.
Lui si lascia sfuggire una risatina, per poi stringersi nelle spalle. Sono contenta che non sembri troppo arrabbiato con me, nonostante mi abbia ignorato tutta la mattina:<< Beh, non puoi negare che sia una strafiga >> è il suo unico commento.
Uomini…
<< E questo ci porterà sicuramente molti vantaggi, una volta nell’Arena, vero? >> chiedo sarcastica.
Cato si stringe nelle spalle:<< Non si sa mai… >> commenta quasi tra sé, poi si dipinge un sorriso ammiccante in faccia e, a passo spedito, si avvicina ai tributi del Distretto 1.
Marvel e Lux stanno chiacchierando tranquillamente e ci mettono appena una manciata di secondi per capire che noi siamo lì per loro. Io sono appena dietro a Cato e non faccio altro che guardarlo male, malissimo.
<< Buongiorno. >> saluta il mio compagno, tendendo una mano nella direzione dei due:<< Io sono Cato e lei è Clove, siamo i tributi del Distretto 2 >>.
Vedo Marvel annuire ed allungare a sua volta la mano ma, con un movimento aggraziato, la bionda si mette in mezzo:<< Io sono Lux! >> si presenta con una vocina acuta e frivola, che a mio modesto parere ha ben poco di seducente:<< E lui è Marvel >> aggiunge velocemente, sventolando una mano nella direzione del suo compagno di Distretto, che le rivolge uno sguardo un po’ esasperato.
Io potrei vomitare.
<< È un vero piacere. >> continua Cato, senza lasciarle la mano, con il sorriso più seducente del suo repertorio:<< I nostri mentori ci hanno detto che, una volta nell’Arena, noi quattro faremo squadra… >>.
Confermo: potrei vomitare.
Lux si lascia sfuggire una risatina acuta, che sembra più il verso di una cavalla in calore, e sorride, sorride tanto, troppo:<< Certamente. Siamo i Favoriti, è ovvio che dobbiamo appoggiarci a vicenda >>.
Rettifico: adesso vomito davvero, datemi un sacchetto.
Fortunatamente, prima che possa rigurgitare la colazione sul pavimento o – ancora meglio – sulla tutina grigia ed aderente che indossa Lux, una donna alta ed atletica si piazza in mezzo a noi e ci ordina di metterci in cerchio.
Si presenta come Atala, il capoistruttore. Ci spiega come funzionano le postazioni, dice che ce ne sono sia di tecniche di combattimento che di tecniche di sopravvivenza ed in ognuna troveremo uno o più esperti, pronti ad aiutarci in qualsiasi modo. Possiamo spostarci nelle diverse aree come e quando vogliamo, seguendo i consigli dei nostri mentori.
Quando Atala si mette a leggere la lista delle postazioni, io mi permetto di osservare i ragazzi che mi circondano e subito mi rendo conto che anche loro stanno facendo lo stesso. Ci valutiamo, perché è la prima volta che ci troviamo tutti insieme nella stessa stanza e nessuno di noi sta indossando stupidi copricapi, costumi o abiti fiammeggianti.
La differenza tra i Favoriti e quelli provenienti dai Distretti più poveri è netta: io faccio eccezione a causa della mia corporatura esile, ma in ogni caso si vede che sono sana e ben nutrita, mentre è palese che la maggior parte dei Tributi provenienti dai Distretti meno ricchi siano denutriti e un po’ provati dalle vite di stenti che conducono.
Sono una tra i più giovani e soprattutto tra i più piccoli. Tutti i ragazzi, anche quello del Distretto 4, che non deve avere più di quattordici anni, sono molto più robusti di me e le ragazze, tranne forse quella del cinque e la bambina dell’undici, pure. La cosa però non mi preoccupa affatto, nessuno di loro è più bravo di me con i coltelli. Nessuno di loro è più bravo di me punto.
Quando il capoistruttore ci lascia liberi di iniziare, io e gli altri Favoriti facciamo ciò che sappiamo fare meglio: ci mettiamo in mostra.
Senza pensarci un secondo mi dirigo alla postazione di tiro con i coltelli e osservo ammirata un set di lame del migliore metallo, affilate e mortali. Mi cade l’occhio su un paio di ragazzi che parlano con l’esperto; a vedere quanto sono agitati, si direbbe che non sanno neanche da che parte sia il manico.
Li ignoro e mi metto in posizione, poi inizio a tirare. I primi lanci non vanno perfettamente a segno, soprattutto perché queste sono ben diverse dalle armi che sono abituata ad utilizzare, ma dopo un paio di minuti mi sento calda e in poco tempo tutti i miei coltelli si conficcano nel centro esatto dei bersagli. I coltelli di Capitol City sono davvero fantastici, perfettamente bilanciati e affilati, non mi sono mai esercitata con armi simili, ma c’è sempre una prima volta.
E i due giorni successivi passano così.
Vorrei girare tutte le postazioni di combattimento, ma dopo aver quasi ammazzato uno degli istruttori con una freccia, decido che è il caso di limitarmi alle armi da taglio.
Il secondo giorno mi ritrovo nell’arena di combattimento corpo a corpo, costretta da Cato, che sembra preoccupato per la mia poca forza. Posso dire con soddisfazione che, grazie alla mia agilità, schivo quasi tutti gli attacchi del ragazzo del Distretto 7 e lo atterrò in pochi minuti.
Sempre Cato, si rende molto disponibile nei miei confronti. Ci alleniamo insieme con la spada e lui mi insegna un paio di trucchetti, anche se, dopo poco, veniamo raggiunti da Lux che – piazzandosi davanti al mio compagno, strizzata in una tutina bianca di almeno due taglie più piccola, che lascia ben poco all’immaginazione – esige delle “lezioni private” a sua volta.
Creiamo anche una nostra squadra di Favoriti nella quale, nonostante le mie proteste, c’è anche Lux. Facciamo intuire a Thresh, il gigante del Distretto 11, che saremmo interessati ad averlo con noi, ma lui si rifiuta fermamente, quindi lasciamo perdere.
Reclutiamo però Kreg, il ragazzo del tre, bravissimo con qualsiasi cosa riguardante l’elettronica, e Ruth, quella del quattro che ci sa fare con arco e lancia. Anche il suo compagno di Distretto vuole unirsi a noi, ma basta dargli un’occhiata per capire che non supererà il bagno di sangue iniziale, così lo rifiutiamo.
Il secondo giorno i due del Distretto 12 vengono alla postazione di lancio con i coltelli mentre ci sono io. Non si staccano un secondo l’uno dall’altra e sembrano cercare di passare in tutte le postazioni. Con la coda dell’occhio li osservo lanciare e, come immaginavo, non si dimostrano dei grandi problemi, nonostante la ragazza abbia una mira eccellente ed il ragazzo sembri davvero forte.
La colazione e la cena ci vengono servite nei nostri alloggi, mentre il pranzo lo facciamo tutti insieme, in una sala del Centro di Addestramento. I più mangiano da soli, senza rivolgere la parola a nessuno, mentre io e gli altri Favoriti ci sediamo insieme, cercando di fare il più baccano possibile, con l’intento di spaventare gli altri tributi.
Beh, ci riusciamo benissimo.
<< Aaah! scemo! >> strilla Lux, con quella sua odiosa vocina che – anche se sembra impossibile – risulta ancora più acuta del solito.
<< Ehi, non l’ho fatto apposta! >> si difende Cato, mentre con una risata raccoglie la bottiglietta d’acqua che ha fatto cadere un attimo prima.
La bionda sbuffa, prendendo un tovagliolo di carta e cercando di asciugarsi la macchia d’acqua che rende la sua maglietta ancora più aderente e trasparente:<< Sì, certo. Allora vedi di stare più attento! >> lo rimprovera.
Cato ghigna e – senza che lei li veda – si scambia un cenno di intesa con Marvel e Creg che, insieme a lui, si stanno godendo della visuale.
Alzo gli occhi al cielo:<< Uomini >> sussurro. Ruth, avendomi sentita, mi osserva ed annuisce vigorosamente.
Proprio in quel momento, sentiamo una risata riempire il silenzio che c’è attorno a noi e tutti, compresi gli altri Tributi, ci voltiamo verso la fonte del rumore. Katniss e il suo compagno stanno ridendo insieme davanti ai cesti del pane.
Stringo con forza la forchetta che ho in mano, ripetendomi che dovrò aspettare ancora poco, tra un paio di giorni saremo nell’Arena e allora li potrò fare fuori.
Mi volto ed i miei occhi incrociano brevemente quelli di Cato, che annuisce lentamente, come se mi avesse letto nel pensiero.
Così quando torniamo in palestra mi alleno con il doppio della foga. Passo l’intero pomeriggio a lanciare coltelli e l’istruttore decide di farmi colpire qualche bersaglio volante, così lancia dei piatti in aria e me li fa abbattere. Ovviamente non perdo un colpo.
Quella sera, dopo essermi fatta una lunga doccia, mi stendo nel mio letto, desiderosa solo di chiedere gli occhi e dormire.
Pochi minuti dopo però, appena prima che riesca ad addormentarmi, sento la porta aprirsi. Mi do della deficiente poiché dopo l’irruzione di Cato mi ero promessa di chiuderla a chiave, ma comunque mi metto a sedere, vedendo nuovamente la sagoma del mio compagno appoggiata allo stipite della porta.
Cato non dice una parola, entra nella stanza e mi si avvicina in silenzio. Quando arriva al mio letto, sto per domandargli cosa diavolo ci faccia qui ma, prima che io possa parlare, sento la sua bocca sulla mia.
Non so bene per quale motivo – forse solo perché mi ha colto di sorpresa – ma in quel momento ricambiare il bacio mi sembra una buona idea, così lo bacio a mia volta e sento la sua lingua cercare prepotentemente la mia, mentre una sua mano si insinua sotto le lenzuola alla ricerca del mio seno e l’altra corre al mio interno coscia.
Proprio quando smetto di domandarmi cosa diavolo sto facendo e decido che non importa, che le domande me le farò in seguito, Cato si allontana, sfoggiando un bel sorriso soddisfatto.
<< Buonanotte, Clove >> sussurra con voce bassa e suadente, prima di uscire dalla mia camera veloce come era arrivato.
Io lo fisso a bocca aperta per diversi minuti, per poi lasciarmi ricadere sui cuscini.
Forse è meglio dormire.


Ciao a tutti ragazzi :D

Allora, inizio dicendo che, come ovvio, da questo capitolo iniziamo con l'azione e i "veri e propri" Hunger Games, anche se prima dell'entrata nell'Arena dovremo aspettare altri tre capitoli.
Facciamo anche un passettino avanti sul rapporto tra Cato e Clove anche se, come al solito, non si capisce proprio nulla di quello che vogliono questi due.

C'è solo una cosa che mi rende un pochino triste: le recensioni. Dopo i primi due capitoli che ne hanno ricevute quattro a testa, nell'ultimo c'è solo una recensione... ora, non scrivo sicuramente per ricevere recensioni, ma se c'è qualcosa che non vi è piaciuto e vi ha portato a non recensire e/o smettere di leggere la storia, vorrei saperlo.

Esclusa questa parentesi, ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio, Chanel
  
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