Filo rosso
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I corpi erano
distesi l’uno ai piedi dell’altro,
privi di qualsiasi mobilità. La stanza era cosparsa da una
polvere sottile che
dominava l’aria e riempiva i polmoni. Tutto era immobile e
apparentemente privo
di vita.
Hermione Granger e Draco Malfoy erano privi di qualsiasi cosa.
Minerva
McGrannitt si inginocchiò ai loro piedi,
mentre il suo Patronus raggiungeva Madama Chips.
***
«Non ho idea di cosa sia accaduto,
Minerva. Le loro condizioni sono gravi, ma proprio non riesco ad
intuire cosa
possa aver dato vita a tutto questo. I danni più seri sono
al cervello. Credo
che entrambi riscontreranno una grave amnesia, se dovessero farcela.
Dubito che
ci potranno aiutare a capire.»
«Come è potuto accadere?
Nella mia scuola,
sotto i miei occhi! Che Godric mi perdoni! Come ho potuto essere tanto
negligente?
Avrei dovuto intuire che c’era qualcosa sotto!»
«Dovremmo avvisare i familiari, nel
caso…Dobbiamo
farlo.»
«Avviserò i Malfoy e i
signori Granger.»
La lettera della preside l’aveva
distrutta. Narcissa Malfoy perse tutto il suo aplomb, nel momento in
cui lesse
le poche righe che comunicavano cosa era accaduto al suo unico figlio.
Lucius
la sorresse, mentre le sue ginocchia toccavano il costoso tappeto
persiano
dello studio e le lacrime e il dolore deturpavano il suo viso.
Draco, il suo unico amore.
Il signor Granger aveva il petto bagnato
dalle lacrime di sua moglie, che piangeva disperata nel suo abbraccio.
La lettera
della preside aveva devastato loro l’anima, mentre leggevano
cosa fosse
accaduto alla loro unica figlia. L’abbracciò
ancora più forte, quando sua
moglie urlò disperata invocando ripetutamente il nome di sua
figlia.
Hermione, il
loro unico amore.
L’infermeria era buia e silenziosa. La
signora Granger era accasciata sul corpo immobile di sua figlia. A
nulla
valevano le nozioni di medicina in quel caso. Era la magia la
colpevole, anche
questa volta. Narcissa era seduta composta sulla sedia accanto al letto
di suo
figlio e gli stingeva forte la mano. Ogni tanto guardava il viso
pallido di
quella ragazzina e i riccioli scuri adornare il suo volto come una
corona di
fiori.
L’Hermione di
Draco.
Per la prima volta, la codardia di Blaise
Zabini e Theodor Nott fu messa da parte in nome di un sentimento forte
e
indissolubile: l’amicizia. Raccontarono tutto ciò
che sapevano su Draco ed
Hermione, della maledizione, delle ferite. Raccontarono del particolare
attaccamento che entrambi avevano sviluppato l’uno con
l’altro e l’improvvisa
ritrosia di Draco verso Hermione.
Quando
se ne andarono, Minerva McGrannitt si
accasciò sulla grande poltrona senza forze. Aveva degli
indizi, ora occorreva
una soluzione.
***
« Mi compri
quella?» Draco interruppe suo padre, indicando una mano
avvizzita su un
cuscino.
«Ah! La mano
della Gloria!» esclamò Sinister abbandonando
l’elenco di Malfoy e avvicinandosi
a Draco. «Se vi inserite una candela fa luce, ma solo a chi
la regge! E’ l’amica
fidata di ladri e scassinatori, suo figlio ha molto gusto,
signore!»
«Spero bene che
mio figlio riesca a fare qualcosa di meglio, che non il ladro o lo
scassinatore.» disse Malfoy freddamente. Sinister si
affrettò ad aggiungere « Ma
certo, signore! Non volevo certamente offendere…»
« Però se i suoi
voti non migliorano, quella potrebbe essere l’unica
attività adatta a lui…»
disse ancora più freddamente.
« Non è colpa
mia!» lo rimbeccò Draco «Tutti quegli
insegnati hanno i loro prediletti… Quella
Hermione Granger…»
«Avrei creduto
che ti fossi vergognato a farti superare in tutti gli esami da quella
ragazzina
proveniente da una famiglia di Babbani!» sbottò
Malfoy.
La squadra dei
Serpeverde scoppiò a ridere.
«Per lo meno,
nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare
l’ammissione.»
commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti
per il talento.»
L’aria
soddisfatta di Malfoy vacillò.
«Nessuno ha
chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue.»
«Una cosa però la so: l’ultima volta che è stata aperta la camera dei segreti, un mezzosangue è morto. Perciò scommetto che è soltanto una questione di tempo….uno di loro ci rimetterà la pelle. Spero proprio che sia la Granger…»
***
«Vi credete essere superiori,
perché maneggiate
una bacchetta. Siete voi i puri? I vostri pregiudizi hanno rischiato di
ammazzare nostra figlia, nella vostra ultima guerra. E ora, la sta
ammazzando la
magia! Il vostro mondo è il migliore? Vostro figlio
è nelle stesse condizioni
della mia! Vostro figlio è superiore? Il suo sangue
è più forte?» la voce
gelida della signora Granger rimbombò nella stanza,
raggiungendo le orecchie
dei coniugi Malfoy, che si voltarono a guardarla.
«Sin dal primo momento mia figlia si
è
dimostrata di essere più che degna di fare parte di questo
mondo. Lei è mille volte
migliore di tutti voi messi assieme. Vostro figlio l’ha
disprezzata e umiliata,
come se fosse la più infima tra le creature. Mia figlia vi
ha salvato!» sbottò
con la voce tremante.
«Ho già posto le mie scuse a
sua figlia,
signora. Non è il momento delle accuse. Anche mio figlio sta
morendo! Cosa
crede? Che io stia bene? Che il mio cuore non si sia spezzato entrando
qui?
Queste recriminazioni sono fuori luogo, se le risparmi.»
Narcissa ostentava una
calma che non le apparteneva.
Poi
si diresse verso il comodino, bagnò una pezzuola fresca e la
passò sul volto pallido
di suo figlio.
«A dispetto delle apparenze, mio figlio
ama Hermione. E’ migliore di me e di mio marito, ha superato
tutte queste
idiozie per lei. Non le permetterò di dire neanche una sola
parola su di lui.
Mi ha capito?»
La signora Granger abbassò il viso,
guardando verso sua figlia. Cosa sapeva di lei? Anche lei amava quel
ragazzo?
Hermione non aveva raccontato più nulla sulla sua vita
magica, dopo essere
ritornati dall’ Australia. Il rimorso corrose quel poco di
cuore che le era
rimasto; aveva già perso sua figlia, molto tempo addietro.
Piangeva, senza
riuscire a frenare i singhiozzi. Lacrime calde bagnavano il cuscino. Si
trovava
a metà fra due mondi, a nessuno dei quali lei apparteneva
veramente. Non era
una babbana, ma non era nemmeno completamente una strega. Draco Malfoy
non
smetteva mai di ricordarglielo.
Gli aveva dato
un bel pugno sul naso, così avrebbe imparato a non essere
sempre il solito
sbruffone. Poteva usare la bacchetta, ma la soddisfazione di una
scazzottata
alla babbana era impareggiabile.
Draco Malfoy non
era più lo stesso. Era successo qualcosa, se lo sentiva. Non
la insultava più
per i corridoi, non la spintonava facendole cadere tutti i libri. Era
più
pallido del solito e molto distratto. I suoi occhi erano perennemente
rossi e
il suo respiro pesante era udibile fin dai primi posti. Giocherellava
con il
cibo, mentre fissava il vuoto. Non rispondeva alle domande dei suoi
amici. Si
stava isolando, La Torre di Astronomia era diventato il suo
rifugio…Suo padre
era ad Azkaban, ma era davvero questo il suo solo problema?
« Minerva sei venuta a capo di qualcosa?
Come possiamo salvare i nostri ragazzi?» chiese madama Chips
con ansia.
I Malfoy e i Granger si protesero verso la
professoressa.
«I ragazzi erano vittime della
maledizione
del Filo Rosso. Non conosco ancora quale sia il fattore scatenate. Non
possiamo
fare niente per loro, tranne che aspettare. Dovranno salvarsi da soli,
temo.»
Hermione è
seduta sul grosso davanzale del bagno dei Prefetti. I piedi penzolano,
muovendosi al ritmo di una canzone che suona solo nei suoi pensieri.
Draco ha i
capelli scarmigliati, di un biondo molto più vivace del
solito. Con la
bacchetta ha pulito il pavimento, prima di sedersi appoggiando la
schiena
contro il muro, di fronte a lei.
Si guardano senza
proferire parola.
Draco le sorride
e poi guarda altrove. Hermione ricambia, guardandolo fisso.
Si sentono
felici, leggeri. E’ una bella giornata e nessuno dei due
sente il bisogno di
qualcos’altro. Si bastano a vicenda.
«Stiamo bene
qui. Non andiamo via.» E’ Draco a parlare,
guardandola negli occhi.
«Non possiamo stare
qui in eterno. Non è reale, lo sai.» dice lei con
fare saccente.
«Non voglio. Non
voglio ritornare indietro. Se lo facciamo, ci perderemo. Non voglio
perderti.»
Hermione saltà
giù e corre verso di lui. Lo abbraccia e appoggià
il viso nell’incavo del suo
collo.
«Neanche io
voglio perderti, Draco. Dovevamo farlo, dovevamo spezzare la
maledizione. E’
stata la scelta giusta. Ci ritroveremo, io lo so! Questa cosa che
c’è fra di
noi, sarà più forte di tutto. Fidati di me, ti
prego.»
«Solo un altro po’,
Hermione. Concedimi solo un altro po’ di tempo insieme a
te.» disse, trovando
le sue labbra.