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Autore: serelily    01/06/2013    8 recensioni
[Spin Off di Dimmi che ti importa]
Seth è andato via, al college, pronto a vivere la sua nuova vita! Vuole dimenticare Steve e quello che gli ha fatto una volta per tutte.
Garreth è un ragazzo solare, che ama la musica e la vita.
Ma soprattutto, Garreth ama le persone.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You can be anything you want to be'
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Capitolo 10


Gary era abbastanza teso. Chiunque lo sarebbe stato al suo posto, visto che stava per incontrare il suo ex che a quanto pare si divertiva a perseguitarlo.
Non voleva certo tirarsi indietro, ora che era seduto al tavolino di quel caffè, eppure l’ansia non smetteva di tormentarlo.
Sapeva che sarebbe successo prima o poi, Seth aveva ragione: doveva dire addio per sempre a Dave prima di poter intraprendere una nuova relazione.
Basta fantasmi tra lui e Seth.
Dopo quel giorno sarebbero stati soltanto loro due, era solo questo che gli impediva di alzarsi e andarsene. La consapevolezza che una volta superato quell’ultimo ostacolo, non ci sarebbe stato più niente a dividerli.
Doveva solo stringere i denti un altro po’.
Aveva già ordinato un caffè lungo quando vide apparire da lontano l’auto di David. Era puntuale, quindi Gary dedusse che ci teneva proprio ad incontrarlo.
Sentiva le sue gambe tremare, mentre si mordeva il labbro indeciso su cosa dirgli, su come impostare il discorso.
David intanto aveva parcheggiato, si era sistemato la giacca ed era sceso dall’auto. Gary dovette ammettere che era bello come sempre, con gli occhiali da sole che lo rendevano ancora più affascinante.
Eppure pareva non avere più effetto su di lui, visto che non desiderava minimamente assaggiare di nuovo quelle labbra o stringere le sue braccia.
No, quello che voleva era sbrigarsi, andare a casa e baciare Seth.
Era il suo sapore quello che immaginava e bramava in quel preciso momento. E questo voleva pur dire qualcosa.
L’uomo lo individuò immediatamente, andando a sedersi di fronte a lui, mugugnando un ciao tra i denti.
Non sembrava molto felice della situazione, e Gary sapeva anche il perché.
Quando l’aveva chiamato per confermare il fatto che si sarebbero visti, David aveva insistito nell’affittare la camera di un motel dove erano già stati altre volte. Lì sarebbero stati al sicuro da occhi indiscreti e avrebbero potuto discutere in pace, senza distrazioni di sorta.
Ma Gary era stato categorico; non voleva tornare con lui, quindi l’idea del motel era perfettamente ridicola. Si sarebbero visti in un bar, in pieno giorno, dove David avrebbe dovuto per forza tenere le mani a posto.
O si vedevano a quelle condizioni, o non se ne faceva nulla.
David aveva dovuto accettare, perché sapeva che Gary non sarebbe tornato sui suoi passi. Sperava di riuscire comunque a convincerlo di andare al motel più tardi.
Vederlo in pubblico era comunque una scocciatura, perché potevano essere visti da qualcuno e questa volta Sonia non l’avrebbe perdonato tanto facilmente. Rischiava sul serio di venire sbattuto fuori di casa senza appello.
A Gary invece non interessava; era finito il tempo in cui si preoccupava delle reazioni di Sonia. David doveva prendersi le sue dannate responsabilità, a partire da quell’incontro.
«Volevi parlarmi?» chiese Gary con voce atona, ma venne interrotto dall’arrivo del cameriere che prese l’ordinazione di David e lasciò il caffè per Gary.
«Perché non aspettiamo qualche minuto?» disse David mettendosi comodo e slacciandosi il bottone della giacca. «Hai fretta, per caso? Aspetta almeno che arrivi la mia ordinazione.»
Gary storse il labbro.
«Va bene» disse, «ma si dà il caso che io abbia veramente fretta!»
«Come vuoi, aspettiamo solo l’arrivo del mio cappuccino, poi parleremo.»
 
Seth era nervoso. Aveva pensato che uscire con Spike l’avrebbe calmato, invece era più agitato di prima e non aveva risolto nulla.
Il pensiero correva fisso a Gary e David. Era stato lui a suggerire che i due si vedessero, ma ora non era più così tanto sicuro che fosse una buona idea. E se Gary si fosse fatto abbindolare e fosse tornato con David? A lui gli si sarebbe spezzato il cuore!
Non doveva pensare negativo, però.
Gary era sicurissimo di voler chiudere con il suo ex, quindi non c’era nulla di cui preoccuparsi. In teoria!
Agitato com’era non avrebbe combinato nulla di buono, ma non voleva proprio tornare a casa per rimanere seduto ad aspettare Gary.
Forse era meglio chiamare Jimi e chiedergli di vedersi, giusto per avere vicino qualcuno che lo aiutasse a distrarsi.
O forse no? Non era in grado di decidersi, visto che il pensiero continuava a correre a Gary e l’immagine del ragazzo stretto tra le braccia del suo ex gli compariva ogni due secondi nella mente.
Doveva smetterla di farsi tutte quelle paranoie, o non sarebbe arrivato vivo a quel pomeriggio. Gary gli aveva promesso di chiamarlo non appena con David fosse tutto finito, quindi doveva solo aspettare un altro po’ e poi sarebbe stato libero di raggiungerlo e di baciarlo di nuovo.
Spike cominciava a dare segni di insofferenza, così decise di tornare a casa e dargli da mangiare. Non serviva che anche il suo cane fosse agitato quanto lui.
Una volta tornato a casa, decise di non chiamare Jimi, per il semplice fatto che non sarebbe stato di alcuna compagnia per nessuno. Era troppo nervoso e aveva un brutto presentimento, anche se continuava a darsi dello stupido per questi pensieri.
Eppure era passata un’ora e Gary ancora non aveva chiamato. Non voleva diventare paranoico, ma…
Ok, lo stava diventando.
Prese il cellulare e compose in fretta un numero. Aveva bisogno urgente di parlargli.
«Sta tranquillo» la voce di Nate apparve come per magia dopo qualche squillo. «Vedrai che è tutto a posto.»
«Come sai che…»
«Oh, Seth, andiamo! Mi hai tenuto due ore al telefono ieri per dirmi quanto sei preoccupato per questo incontro e quanto è stupida questa cosa visto che sei stato tu a proporlo. Senti, so che ci tieni davvero tanto a questo ragazzo, ma stare così non ti aiuterà. Ti fidi di lui?»
«Sì» rispose Seth, senza pensare. «Sì, mi fido di lui, o non gli avrei raccontato tutto.»
«Allora sta tranquillo» disse Nate. «Vedrai che andrà tutto bene, cerca solo di non farti prendere dal panico. Domani a quest'ora scommetto che il tuo bello ti prenderà in giro per questo.»
«È probabile.»
«Allora smettila di agitarti e riattacca, così può chiamarti appena ha finito.»
Seth rise, molto rincuorato, salutando Nate e mettendo giù.
L’ansia però non se ne andò del tutto, e con il passare dei minuti tornò ancora peggio di prima. Arrivò ad un punto tale che Seth scoppiò a piangere due volte, abbracciando Spike perché non trovava altro modo di consolarsi.
E non era immotivato, visto che era quasi mezzanotte e di Gary non c’era stato nessun contatto. Né una chiamata, né un messaggio, nulla di nulla.
Il suo telefono era staccato e quando aveva chiamato al suo appartamento; Sam gli aveva detto che era tornato a casa dopo l’incontro con Dave e aveva detto di non cercarlo, perché aveva da fare. Aveva spento il telefono ed era sparito. La sua macchina era sotto casa, per cui avevano ipotizzato che fosse andato via con David.
Seth non voleva farsi prendere dallo sconforto, ma ormai era evidente che Gary era tornato con il suo ex.
 
Gary era seduto sul bordo di quel letto con la testa tra le mani. Le tempie gli pulsavano immensamente, nonostante avesse già preso due pastiglie contro il mal di testa.
Era l’una di notte e Seth doveva essere preoccupato da morire. Ma non era ancora pronto a chiamarlo, non finché non avesse chiarito tutto con la persona che era con lui.
 
David aveva provato a convincerlo a tornare con lui, in tutti i modi possibili. Gli aveva ricordato l’inizio della loro storia, quanto erano stati felici. Gli aveva giurato che questa volta sarebbe stato diverso, che avrebbe badato di più a lui. Non poteva lasciare Sonia per le bambine, ma non lo avrebbe mai più trascurato come era successo in precedenza.
Gary aveva resistito il più possibile, scansando la mano ogni volta che David cercava di prendergliela.
Eppure David continuava.
«Non resisterai a lungo senza di me» gli aveva detto. «Io ti conosco come le mie tasche, Gary. Tu mi ami, non puoi rinunciare a me in questo modo. So che ho sbagliato con te, ma ti amo e te lo dimostrerò.»
«No!» aveva negato Gary con decisione. «Io credevo di amarti… lo credevo davvero. Ma era solo una fissa, la mia. Starti lontano in queste settimane mi ha fatto capire molte cose. Io non ti amo, non nel vero senso della parola.»
«Stai solo mentendo a te stesso» aveva detto allora lui. «Lo so, non mi lascerai andar via oggi senza baciarmi di nuovo. Lo so che cederai, ti conosco. Qualsiasi cosa ti abbia promesso quel ragazzino, non sarà mai all’altezza di quello che posso darti io. Non puoi fuggire da me, Gary! Tu sei andato contro la tua famiglia per me, e ora vorresti dirmi che non era nemmeno amore, il tuo? Mi vuoi prendere in giro, forse?»
Gary continuava a scuotere la testa, consapevole che alcune delle cose che David diceva erano vere. Era andato contro i suoi per lui, perché in quel momento lo amava, o almeno credeva di amarlo davvero.
«È finita ora, sul serio»
«Continui a ripeterlo, ma sei ancora qui, mi pare!»
 
«Come va la testa?» la voce dell’uomo più grande rimbombava nella testa di Gary, che alzò lo sguardo.
«Come prima» rispose, mentre il senso di colpa lo investiva nuovamente. «È tardi, dovrei andare a casa.»
«Sei a casa» rispose l’uomo. «Non devi più preoccuparti di questo, Gary, lo sai.»
Il ragazzo annuì, consapevole che ogni minuto che tardava a chiamare Seth era una stilettata al cuore. Ma non poteva farne a meno. Non era ancora del tutto pronto a dirgli quello che doveva.
«Riposati un po’, dormi se vuoi. Io sarò qui… oppure parliamo, se ne hai bisogno.»
Gary annuì.
«Rimani qui, ti prego. Voglio recuperare il tempo che abbiamo perduto in quest’ultimo periodo.»
«Come vuoi tu, Gary.»
 
Si erano alzati dal bar insieme. David aveva pagato per entrambi e gli aveva chiesto se voleva recuperare le sue cose dall’ufficio dove Dave lavorava.
Gary aveva accettato.
Quando si erano ritrovati da soli, però, David aveva subito cercato di baciarlo, intrappolandolo contro il muro e premendo le labbra sulle sue.
Gary l’aveva scansato immediatamente, allontanandolo subito.
«Ho detto no!» disse con rabbia. «Non tornerò con te, non ti voglio.»
«Non mentirmi, ti ho sentito fremere contro di me quando ti ho baciato» disse David, ora irritato dal comportamento del più piccolo.
«Che cosa vuoi che ti dica, Dave?» fece Gary sprezzante. «Se vuoi sentirti dire che ancora mi eccita essere baciato da te, allora ti accontento. È così. Mi eccita ancora l’idea di baciarti, l’idea di fare sesso con te. Se non mi fosse piaciuto, non sarei rimasto tanto tempo rinchiuso in una relazione che non mi portava da nessuna parte. Ma non c’è nient’altro. Non provo sentimenti per te. È come eccitarsi per aver visto un bell’attore in televisione. Puoi farmi effetto ancora dal punto di vista fisico, ma più di quello non puoi darmi. E non voglio rischiare quello che sta nascendo con Seth per venire a letto con te.»
«Seth non è nessuno» disse Dave con rabbia, sbattendo il pugno sulla sua scrivania. «Seth non ti conosce come ti conosco io. Ti ho visto crescere e sbocciare, e non permetterò al primo moccioso arrivato di prendere quello che è mio.»
«Io non sono un oggetto» urlò Gary. «E dovresti smetterla di pensare a me come tale. Per troppo tempo ti ho abituato bene, lasciandomi trattare come volevi solo per poter stare con te, ma Seth mi ha insegnato che non è questo il modo di amare.»
«E lui è un grande esperto?» David rise, prendendolo in giro. «Un moccioso più piccolo di te ne sa così tanto sull’amore?»
«Più di me e di te sicuro» rispose Gary corrucciato, calmandosi all’improvviso. «Io… non posso, David. Se facessi sesso con te, sarebbe una pura illusione di poter tornare a quello che avevamo. Ma quello che avevamo era soltanto fumo, e nient’altro.»
«Ne sei davvero sicuro?»
David pareva stanco, ora, e sconfitto. Si avvicinò a Gary, mettendo le mani sulle sue spalle.
«Quindi, se io ora ti baciassi con tutta la calma di questo mondo, che cosa faresti, Garreth?»
 
L’uomo tornò con un bicchiere di latte e biscotti al cioccolato.
«So che ti piacciono» disse con un sorriso, mettendo il piattino sulla gamba di Gary.
«Vuoi parlamene?» gli chiese.
«È tutto.»
«Non è tutto, o non saresti così sconvolto» disse l’uomo, poi si sedette accanto al ragazzo, mettendogli un braccio attorno alle spalle.
«Non dovresti chiamare Seth?» gli disse.
«È l’una e trenta, non so come reagirà se lo chiamo ora. Temo molto la sua reazione.»
«Devi dirglielo» disse l’uomo, deciso. «Metti fine a questa cosa una volta per tutte, Gary. Non scappare più. Se hai preso una decisione è giusto che Seth lo sappia, e che lo sappia subito. Non torturarlo.»
A Gary venne da ridere.
«È strano vederti così premuroso» disse. «Non avrei mai immaginato che tu potessi essere così.»
«Sono pentito, mi è dispiaciuto aver perso queste settimane, con te.»
«Lo so» rispose il ragazzo. «Lo so, o non sarei qui.»
 
David lo aveva baciato con tutta la calma del mondo, e Gary aveva permesso alla sua lingua di invadergli la bocca.
Non poteva negare il brivido che gli aveva percorso tutta la schiena quando le due lingue si erano toccate. Non aveva potuto fare a meno di rispondere, anche solamente per un secondo.
Poi, con dolcezza, lo aveva allontanato, scuotendo la testa infelice.
«No, Dave» aveva detto con un sospiro. «Non possiamo. È finita davvero. Rimarrai sempre importante, per me, nonostante tutto. Ma non posso più stare con te in quel senso.»
Era triste mentre lo diceva, perché nonostante tutto ancora il ragazzino che era in lui sperava che una bacchetta magica risolvesse quell’enorme pasticcio.
David annuì, abbassando tristemente il capo.
«Questo è un addio?» gli chiese affranto. «Non ti vedrò più?»
Gary annuì.
«È meglio così, almeno per ora» disse. «Dobbiamo imparare a vivere l’uno senza l’altro, e tu devi trovare il coraggio di lasciare Sonia e di vivere la tua vita.»
«Ma se la lasciassi…»
«Non cambierebbe niente.» Gary gli carezzò dolcemente una guancia. «Non sono la tua persona, David. L’abbiamo creduto entrambi, ma non siamo adatti per stare insieme. Era solo un’illusione che ci siamo creati per sfuggire alla realtà. Tu eri il mio sogno adolescenziale e io ero la tua valvola di sfogo in un matrimonio che non ti soddisfa. In fondo, ci siamo solo usati a vicenda. Non voglio addossarti tutte le colpe, ma è finita davvero.»
Si allungò e lo baciò sulle labbra, senza approfondire.
Era davvero un addio, questa volta, senza possibilità di tornare indietro.
«Va bene» sospirò Dave. «Ti lascerò in pace e cercherò di ricostruire la mia vita. Ma sappi che ci sarò sempre, se un giorno desidererai vedermi, anche solo come amico.»
Gary gli sorrise e annuì, ben consapevole che non l’avrebbe mai più cercato. Loro non potevano essere amici, e non potevano essere amanti.
Ora erano solo due sconosciuti che avevano condiviso qualcosa di importante, ormai finito.
Non c’era speranza di ripresa.
Scese le scale corrucciato, sentendo il bisogno di stare solo e eliminare il magone che gli occludeva la gola e rischiava di farlo scoppiare a piangere da un momento all’altro.
 
Erano le due quando Gary aveva finito di raccontare a suo padre tutto quello che era successo quel giorno.
Dopo che era andato via da casa sua, Gary era tornato alla casa dei suoi. Era arrivato il momento di parlare a suo padre a cuore aperto, non poteva rimandare.
Se doveva iniziare la sua nuova vita quel giorno, allora doveva chiudere tutti i buchi che erano rimasti in quella vecchia.
Non aveva chiamato Seth soltanto perché voleva andare da lui completamente libero e felice, ossia l’opposto di come si sentiva dopo essere uscito dall’ufficio di David.
Suo padre era stato comprensivo e l’aveva ascoltato e consolato. Si erano finalmente chiariti e avevano passato la sera insieme.
«È tardi» disse Gary quando si accorse dell’ora. «Va’ a dormire, domani lavori!»
Suo padre ridacchiò.
«Non metterti a fare il genitore tu, adesso. E poi credi davvero che se vado a letto ora tua madre mi lascerà dormire? Vorrà sapere ogni cosa e mi terrà sveglio fino a domani.»
Erano entrambi seduti nella vecchia stanzetta di Gary, con ancora tutte le cose che appartenevano al suo io adolescente, tutte le cose che Gary avrebbe voluto mostrare a Seth.
«Chiama il tuo amico» disse di nuovo suo padre. «L’hai fatto penare abbastanza. Dovresti dirgli che hai scelto lui. A quest’ora starà pensando che sei fuggito via con David e che non ti rivedrà mai più.»
«Ho paura che mi odi» disse Gary, tutto d’un tratto timoroso. «Non avrei dovuto farlo aspettare tanto, non pensavo che ci avrei messo così tante ore a parlare con te.»
«Ti ha fatto bene» disse suo padre. «Ne avevi bisogno, ma ora devi parlargli. So che iniziare una nuova vita alle tre di notte non è il massimo, ma non credo che il tuo amico riuscirà a stare tranquillo finché non gli dici che è tutto ok.»
Gary annuì. Suo padre aveva perfettamente ragione.
«Vado da lui, allora» disse. «Devo vederlo di persona, non posso dirglielo al telefono.»
«Allora va’, ma fammi uno squillo quando arrivi, altrimenti sto in pensiero.»
 
Quando Gary era arrivato sotto casa di Seth, aveva pensato che il ragazzo non l’avrebbe fatto salire per ripicca. Invece aveva subito aperto, senza nemmeno titubare un attimo.
Quando entrò nell’appartamento, trovò Seth ancora vestito, seduto sul divano con gli occhi rossi di pianto.
Una fitta di senso di colpa colpì il suo cuore, ma decise di ignorarla. Aveva finito di farlo stare in pensiero.
«Seth…» disse con voce dolce e lieve.
L’altro, però, era ancora arrabbiato.
«Deficiente!» sbottò, alzandosi per raggiungerlo e iniziare a prenderlo a pugni sul petto, senza in realtà fargli male. «Sei un deficiente. Hai idea di che ore sono? Sono stato in pensiero tutto il giorno, pezzo di cretino. Prima ho pensato che David ti avesse fatto qualcosa, poi che tu avessi deciso di lasciarmi per lui. Potevi almeno dirmi dove cazzo avevi deciso di andare!»
«Scusa» disse Gary stringendolo dolcemente a sé. «Non era mia intenzione farti stare in pensiero. Dovevo…»
«Dovevi chiamarmi, pezzo di idiota» Seth sbuffò, lasciandosi abbracciare. «E non ti credere che sia tutto a posto così. So che non sei tornato con David, oppure non saresti qui. Ma voglio sapere che cazzo hai fatto in tutte queste ore mentre io stavo qui a rodermi il fegato per te… deficiente!»
«Seth?» disse Gary, sussurrandogli dolcemente in un orecchio.
«Che vuoi?» chiese l’altro con il broncio, mentre strofinava una guancia contro la sua spalla.
«Ti amo.»

 



Eccoci qui, siamo quasi alla fine xD Siccome ho già finito di scriverla, vi garantisco già che il prossimo capitolo verrà postato sabato 8 durante il pomeriggio e l'epilogo probabilmente mercoledì o giovedì... vedrò :)
Un bacio a tutti.
Sere <3

   
 
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