Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mistress Lay    19/12/2007    17 recensioni
Dopo l'assassinio di Sirius la vita di Harry è radicalmente tanto che fugge da Privet Drive senza dare più notizia di sè, senza avvertire gli amici, senza dare una spiegazione. Torna dopo due anni. Non solo, ma accompagnato da un altro ragazzo che odia ferocemente Albus Silente. Ma durante l'assenza di Harry è cambiato qualcosa a Hogwarts? Sono cambiati i suoi amici? E i suoi nemici? Chi sono i Rinnegati? E Draco Malfoy, che ruolo avrà?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry, Potter, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
raggihpml

RAGGI DI SPERANZA by MISTRESS LAY

[Cap. XXVI]

[R, Slash, ®J.K. Rowling, tranne i personaggi nuovi, situazioni e quanto ci sia di malato in ciò che state per leggere, appartengono alla sottoscritta]

 

 

 

*

 

 

CAPITOLO CINQUANTATREESIMO

PERDENDO UNA BATTAGLIA

 

 

*

 

 

 

Sai che cos'è vivere?

E' cibarsi delle vite degli altri.

Un'interminabile corsa alla sopravvivenza.

 

*

 

 

 

 

L'Hogwarts Express quell'anno avrebbe riportato tutti gli studenti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era stata una misura che Albus Silente, il preside, aveva presa già in settembre, sapendo che un enorme afflusso di studenti avrebbe scelto di tornare a casa durante il periodo delle vacanze natalizie.

Il treno, per l'occasione, aveva qualche vagone in meno poichè aveva diminuito le dimensioni. In quel momento, era appena arrivato al binario 9 e tre quarti di King's Cross di Londra, aspettando diligentemente l'arrivo degli studenti.

Il macchinista scese, stiracchiandosi le gambe, e guardandosi attorno. Sorrise, non v'era anima viva, ma sapeva che nel giro di un'oretta il binario si sarebbe riempito di studenti e parenti.

Ogni anno si ripeteva la stessa scena, sia per l'andata a Hogwarts sia per il ritorno.

Benedetta gioventù.

 

 

 

*

 

 

- Ron! Hai preso tutto? -

- Sì, Ronnino, non ti sarai dimenticato il cervellino, vero? -

- Fred, finiscila! -

- Giusto Fred, finiscila! Lascia che continui io ad esasperare Ronnino! -

- George, tappati la bocca! -

Molly Weasley osservò con esasperazione i suoi figli:- Ron, Ginny, Hermione, mi raccomando… -

- Andrà tutto bene, mamma! – esclamò Ron di malumore. Da quando Pansy se n’era andata era sempre stato di cattivo umore – Di cosa vuoi che ti preoccupi? Tonks, Moody e altri auror ci accompagneranno al treno! Non succederà nulla! -

 

 

 

*

 

 

Il sentiero buio che stava percorrendo stava cominciando ad annoiarlo un po', e, come se non bastasse, non sapeva nemmeno dove conduceva.

Era andato su e giù per rampe e rampe di scale tanto che le sue gambe stavano cominciando ad accusare la stanchezza, era sceso da un clima tiepido dei corridoi ai piani superiori a quello freddo degli inferiori e viceversa, aveva sentito ogni genere di rumore, brusio, chiacchiere a voce alta, scricchiolii e pietre spostate.

Cercò invano di riaprire gli occhi ma la benda stretta gli impediva anche quel piccolo movimento.

- Siamo arrivati? - domandò stancamente - Oppure ti diverti a farmi girare a vuoto? Guarda che mosca cieca andava di voga quando tu eri un bambino, Tom, ti assicuro che nel nuovo millennio vanno di moda altri giochi -

- No, adesso va di moda il gioco di 'Chi prende un Avada Kedavra?' Ti assicuro che sei ad un passo dalla vittoria -

- I signori oscuri hanno sempre meno fantasia… - Tom lo fulminò con lo sguardo.

- Harry… -

Harry sbuffò rumorosamente: - Non posso fare un po’ di ironia adesso? Uff… Ma dove mi stai portando? Siamo nei sotterranei? – rabbrividì – C'è un freddo impossibile! Se sapevo che mi avresti portato qui mi sarei messo un mantello -

Da Tom giunse solo un grugnito.

Quella mattina sul presto Tom lo aveva svegliato bruscamente dal divano sul quale si erano addormentati dopo una notte passata assieme, gli aveva messo una benda nera sugli occhi e, prendendogli la mano, aveva annunciato che aveva una sorpresa per lui.

Solo, si sarebbe dovuto lasciare condurre e non avrebbe dovuto vedere il percorso.

- Hai trovato un modo per raggiungere la Luna a piedi? - lo rimbeccò Harry spazientendosi - Merlino! Questo vuol dire che la gravità di cui si parla in tutti i libri di testo babbani è solo una stupidaggine? -

Tom gli lasciò la mano.

- Tom? Ok, stavo scherzando! Tom? - Harry cercò a tentoni la presenza di Tom, trovando solo vuoto - Tom, non è divertente! Tom? -

Decise di slacciarsi la benda, se Tom voleva fargli una sorpresa, avrebbe dovuto rimanere con lui, non lasciarlo lì!

Le mani però furono coperte da quelle di Tom: - Imbroglione. Ti avevo detto di non slacciare la benda -

- Eri scomparso! - replicò Harry - Dai, siamo arrivati? -

- Quasi -

Tom gli mise le mani sui fianchi e prese a spingerlo in modo che Harry procedesse in avanti.

- Quasi quanto? - Harry impuntò i piedi.

- Due metri -

- Due? -

- Va bene, tre -

- Tre? -

- Vuoi che prenda un metro e mi metta a misurare? -

Harry si lasciò spingere da Tom, il rumore di passi che rimbombano, un eco particolare, come se nel luogo ove fossero non ci fosse altro che loro. Tom si spostò, Harry avvertì qualche incantesimo uscire dalla bacchetta del ragazzo e improvvisamente l'aria di fece più calda e il buio sembrò affievolirsi leggermente mentre una luce tenue penetrava tra la stoffa delle benda.

Di nuovo Tom fu dietro di lui e questa volta gli slacciò la benda, togliendogliela. Harry cercò di aprire gli occhi, e dopo qualche istante nel quale le pupille si riabituarono alla luce, vide lo spettacolo che gli si presentò di fronte.

- Sorpresa - sussurrò Tom al suo orecchio.

Harry sbattè più volte le palpebre come se non credesse a quello che aveva di fronte a sè.

- Tom... che cosa... -

Era una stanza strana.

Un letto matrimoniale a baldacchino di fronte a lui con una voluminosa coperta verde, tende verdi, qualche piccola scaffalatura a parete, una scrivania spaziosa che poteva anche ospitare due persone e candelabri accesi ovunque.

C'era una strana aria in quella stanza, come se fosse un'alcova segreta.

- Ti avevo detto che odio la tua stanza a Grifondoro - Tom gli morse dolcemente il lobo dell'orecchio - Così ho provveduto. Visto che non vuoi venire da me per riguardo a Malfoy... che cosa ne pensi? -

- Non... non capisco. Dove siamo? -

- Un'ala in disuso - rispose Tom - Ci si arriva tramite parecchi corridoi. Siamo al primo piano -

Non poteva credere di averla raggiunta solamente attraverso qualche corridoio… era davvero un’aula in disuso? Forse si sbagliava, in veva mai visto aule in disuso al primo piano, occupato per la maggior parte da

- PRIMO? - Harry si voltò verso di lui e gli battè i pugni contro il petto - Bastardo! E tutte quelle rampe di scale? -

Tom ridacchiò: - Dai, era divertente vedere te che non sapevi dove stavi andando! E poi... - gli si fece vicino - Sai... tu, con quella benda sugli occhi, mi facevi molta tenerezza e mi hai fatto venire in mente un'idea particolare... -

Harry lo fissò sospettoso: - Ah sì? Quale? -

- Che ne dici di inaugurare la nostra nuova stanza con qualcosa di particolare? - Tom sollevò la benda ghignando.

 

 

 

*

 

 

 

- E' tutto pronto, my lord - annunciò la voce squillante di Bellatrix.

Era contrariata perchè all'imminente incursione lei non sarebbe andata. Sarebbero andati, invece, alcuni mangiamorte con i quali Voldemort aveva avuto degli screzi, nell'ultimo periodo.

Forse lo aveva fatto per accertarsi della loro lealtà.

E di Bellatrix, da perfetta mangiamorte qual era, Voldemort non temeva la slealtà o il tradimento.

Peccato solo che non avrebbe potuto partecipare al massacro degli studenti...

Voldemort guardò verso di lei brevemente, poi gli occhi rossi tornarono a fissare Lucius Malfoy: - Che cosa vorresti fare con tuo figlio, Lucius? - domandò, con voce melliflua, venata di pura curiosità.

Lucius Malfoy sobbalzò a quella domanda inaspettata, sorpreso lo era, ma lo diede a vedere solo per un decimo di secondo nel quale solamente Voldemort e Bellatrix si accorsero del suo momentaneo disturbo interiore.

- Quello che il mio signore desidera - rispose in tono serio Lucius.

- Rockwood -

Il mangiamorte avanzò di un passo, chinando rispettosamente il capo di fronte a Voldemort.

- Tu sarai in disparte ad osservare la battaglia. Non voglio che tu ti faccia vedere, nemmeno dai nostri fedeli amici - ordinò Voldemort. Mandare Rockwood a spiare la battaglia? A non parteciparvi e nè a palesare la sua presenza agli altri mangiamorte?

 

- Come desiderate, my lord -

 

Voldemort si alzò in piedi solo quando fu completamente solo nella grande stanza buia illuminata solo da un mozzicone di candela. Avrebbe potuto alimentare la fiamma o fare un incantesimo di fiamma eterna alla candela, ma il buio lo preferiva, come preferiva che certe cose seguissero il proprio corso.

Una candela accesa, prima o poi si spegnerà.

Appoggiò le mani candide contro il tavolo in quercia, le dita si contrassero mentre le unghie ticchettarono sul legno, teneva il capo abbassato, gli occhi persi nel buio. La schiena era piegata e la testa incassata tra le spalle.

Sembrava stesse soffrendo per qualcosa, come se si sentisse inferiore a qualcosa di palesemente più grande di lui.

Incredibile sensazione, se si parlava a proposito di Lord Voldemort.

Eppure Voldemort, in quel momento, stava mostrando tutto il suo lato umano e vulnerabile.

Era solo dopotutto, poteva permettersi quella piccola parentesi.

Era solo... no?

Qualcuno si mosse nel cono d'ombra, Voldemort non sembrò turbato dalla presenza di qualcun altro in quella stanza. Tutt'altro. Forse sapeva fin dall'inizio che, mandati via Lucius, Bellatrix e gli altri, sarebbe rimasto solo con quell'altra presenza.

Forse solo a quella presenza era permesso di osservare il suo lato umano.

La luce della candela tremolò e la cera cominciò a ricoprire la fiamma, la stanza piombò nell'oscurità mentre un impercettibile rio di fumo salì dalla candela morta.

- Ultimamente - esordì Voldemort - la sensazione si è fatta più forte -

Solo il silenzio gli rispose.

Voldemort alzò il capo, fissando gli occhi rossi di fronte a lui, come se la sua vista fendesse il buio tutt'intorno.

Ancora non giunse risposta, Voldemort tornò a sedersi: - Manca ancora poco. Ancora poco. E poi la mia vittoria si compirà -

 

 

 

*

 

 

 

Il macchinista controllò i comandi magici dell'Hogwarts Express, ormai era il momento di partire.

La lancetta dei minuti dell'enorme orologio del binario si andò a posare sul 12, decretando lo scoccare preciso delle undici. Ormai tutti erano saliti sul treno.

Non restava che partire.

La sera sarebbero stati a Hogwarts.

 

 

 

*

 

 

- Da questa parte -

Hermione si bloccò, fermandosi in mezzo alla folla. Gli occhi corsero ai due binari che erano divisi dal muro che Tonks indicava a tutti di attraversare.

Binario Nove.

Binario Otto.

C'era un errore...

- Tonks! - corse dalla donna, trascinando il trolley - Tonks, credo che ci sia un err... -

Tonks la fulminò con lo sguardo e si limitò a intimarle, piuttosto minacciosamente: - Attraversa il muro, Hermione, come stanno facendo gli altri - e le puntò la bacchetta addosso.

Hermione fu colpita da una scarica di terrore.

Quella donna... era davvero Ninfadora Tonks?

O era... una mangiamorte?

E quel muro... portava dove?

Ron, nel frattempo, accortosi che Hermione si era allontana dal gruppo per raggiungere Tonks, le si avvicinò: - Ehi? Tutto bene? -

Hermione lo fissò, sembrava terrorizzata, cercò di avvicinarglisi per dirgli che era tutto un complotto ma poi, quando vide le prime persone entrare nel muro, ignare di essere state raggirate e forse catturare, prese aria alla bocca per gridare: - E' UNA TRAPP... -

Improvvisamente Moody l'afferrò per il braccio, la ragazza si lasciò sfuggire un ansito di sorpresa, e il gridò le morì in gola. Ron però aveva capito, fece anche lui per parlare, per estrarre la bacchetta ma poi un oggetto gli calò sulla testa, facendogli perdere i sensi.

Cadde a terra e Hermione gemette, sia per le condizioni dell'amico, sia perchè la stretta attorno al braccio si stava facendo forte, troppo. Poi anche lei perse conoscenza e cadde a terra mentre sentiva in lontananza gente che correva verso il muro e poi scompariva.

 

 

 

*

 

 

- Preparatevi, mangiamorte. Dovrete ucciderli tutti -

 

 

*

 

 

Quando Hermione riprese conoscenza si ritrovò con un mal di testa notevole e i polsi gli bruciavano, aprì gli occhi, spaventata, e si ritrovò seduta su uno scomodo sedile. I finestrini avevano le tende abbassate e oscuravano l'ambiente, ma non c'era dubbio che si trovasse in viaggio, visto che continuava a sentirsi sballottata da una parte e dall'altra.

Guardandosi attorno vide di non essere sola, ma molte altre persone erano sedute come lei nella sua stessa scomoda posizione e ciondolavano avanti ed indietro, evidentemente legati ai sedili come Hermione stessa. Nessuno di loro aveva ripreso conoscenza.

Con notevole sollievo, Hermione si accorse che accanto a lui, da una parte aveva Ron, dall'altra Ginny, entrambi svenuti, ma vivi.

- Ron -

Nessun segno.

Hermione si mosse verso destra, ignorando il dolore lancinante alle dita le quali, a causa del suo movimento, rimasero strozzate nelle funi che la tenevano legata. Strinse i denti e cercò di dare una spallata all'amico, ci riuscì, anche se gliene affibbiò una molto debole.

Evidentemente servì, perchè Ron si svegliò di botto: - Cosa c'è? -

- Ron! -

Ron si volse verso Hermione, con gli occhi sgranati dallo stupore: - Che cosa... che cosa sta succedendo? - si accorse degli altri, e poi di Ginny - Che diav... Ginny! GINNY! - la ragazza, a quel grido, si svegliò - Ron? -

- Ginny! Stai bene? E tu Herm? -

- Sì, sì, Ron? -

- Tutto ok. Ma... DOVE DIAVOLO VI TROVIAMO? E tutti loro... sono vivi, vero? -

- Sì, hanno solo perso conoscenza! E abbassa la voce! -

- Dov'è Zac? -

- Gin, puoi non pensare a Zac per un attimo? -

- Ma non c'è! -

- Forse - ipotizzò Hermione - è in un altro vagone. Ho notato che anche Dennis e Colin Canon non ci sono, eppure erano con noi quando dovevano andare al treno -

- Hermione, che cos'è successo? - domandò ancora una volta Ron, cercò di slegarsi - Morgana! Non riesco a slegarmi! -

- Credo che... Tonks, Moody e gli altri non siano i veri - rispose Hermione.

- COSA? -

- Aspetta... ADESSO RICORDO! - esclamò Ron - Qualcuno mi ha rifilato una botta in testa! Ecco perchè mi sta scoppiando dal dolore! Urgh! -

- Forse non è meglio svegliare anche gli altri? - domandò Ginny.

- No - rispose Hermione - si scatenerebbe il panico generale! E non alzate troppo la voce! I mangiamorte potrebbero sentirci! -

- Mangiamorte? - ripetè Ron - Sono stati loro a... -

- Chi credevi? - lo rimbeccò Ginny - Babbo Natale e i folletti? -

- Ascoltate... - riprese la parola Hermione, dispensando Ron dal rispondere alla replica della sorella - credo che quelli della nostra scorta fossero mangiamorte... - spiegò brevemente cosa le avevano detto e fatto.

- Quindi, i veri Tonks, Malocchio sono... - Ginny deglutì - Non capisco, perchè ci hanno tramortiti e caricati in questo vagone? Perchè prendersi la briga di rapirci tutti? Non bastava rapirne qualcuno? -

- Non so - Hermione si morse il labbro, pensierosa.

Ron tirò un sospiro di sollievo mentale: non l'avrebbe mai detto, ma era felice che Pansy non fosse rimasta con lui alla Tana, ma era al sicuro ad Hogwarts. Almeno, si sarebbe risparmiata quella brutta avventura.

- Piuttosto... immagino che nessuna di voi abbia una bacchetta... ce le hanno prese tutte -

- Già - rispose Ginny.

Hermione si illuminò in viso: - Ho un'idea! Ho una forcina tra i capelli, proprio sopra l'orecchio destro! Ron la vedi? - si sporse più possibile verso Ron. Il ragazzo annuì - Perfetto. prendila -

- ... Cosa? -

- Ma sì! Prendila! Potremmo sciogliere i nodi delle funi che ci legano! -

Ron la guardò sconvolto poi parlò lentamente: - Herm... siamo legati. Non posso prendere la tua forcina -

Hermione sospirò con pazienza: - Se no perchè l'avrei chiesto a te e non a Ginny? Perchè la forcina è dalla tua parte! Devi sporgerti e sfilarla con i denti! E' mezza rotta, quindi ci riuscirai tranquillamente! -

Ginny la guardò scettica: - Credo tu abbia letto troppi romanzi, 'Mione. Anche se, per ipotesi, Ron riuscisse a prendere la forcina... come farebbe a passarla dalla bocca alle mani per slegarsi? - scosse la testa - E' impossibile! -

- No - replicò Hermione - basterà che Ron la lasci cadere sul mio sedile, accanto alle mie dita, io la prendo e mi libero! -

- Sei pazza - esclamò Ron, subito fulminato da Hermione.

- Beh... - tentò Ginny - E' la nostra unica possibilità! Non vorrai cadere nelle mani dei mangiamorte, Ron? -

- Ma... Ginny, è impossibile! Non ci riuscirò mai! -

- Ron, la nostra salvezza, come quella degli altri rapiti dai mangiamorte, dipende da te - affermò Hermione.

Ron sospirò rassegnato: - Dai, avvicinati - accorciò le distanze con la ragazza quanto possibile, con i loro sforzi congiunti riuscirono ad avvicinarsi tanto da sfiorare le guance, il dolore alle loro dita si fece lancinante, ma entrambi cercarono di resistere.

- Ci sono quasi... -

Ron riuscì ad addentare la piccola sporgenza della forcina, così piccola che gli scivolò subito via. Riprovò, stringendo i denti più forte, e cominciò a sfilarla dai capelli che tratteneva di Hermione.

- Forza, Ron... -

Purtroppo i movimenti bruschi del vagone rendevano ardua l'impresa di Ron, contando anche le funi che stringevano senza pietà i loro polsi e mani, si stava rivelando più dura di quanto era.

Inoltre i capelli di Hermione, liberi dalla pressione della forcina, stavano lentamente andando in faccia a Ron, impedendogli la piena concentrazione.

- Heemione i tuoi caelli - borbottò a denti stretti.

- Non ci posso fare niente! Datti una mossa piuttosto! -

Ultimo fattore: la vicinanza.

Nessuno dei due aveva minimamente calcolato l'imbarazzo insito nella loro posizione: le labbra di Ron sfioravano pericolosamente l'orecchio di Hermione, causando ad entrambi disagio e turbamento.

Ginny, da spettatrice, lo notò.

Evitò di sorridere apertamente, ma la situazione era molto interessante.

Ron riuscì a sfilare completamente la forcina alla fine ma questa, a causa di uno scossone, cadde nel colletto della camicetta di Hermione.

- Merlino! -

- Sbrigati! Sento che sta per cadere! -

- Ok, ok... -

Ginny si dovette trattenere dal dire alcunchè, ma vedeva chiaramente le orecchie di Ron farsi rosse mentre le sue labbra lambivano la pelle del collo di Hermione, mentre cercava di impossessarsi nuovamente della forcina dispersa. Vedeva altrettanto chiaramente delle gote arrossate di Hermione e quando questa chiuse gli occhi trattenendo un lieve sobbalzo - per sorpresa? -.

Infine Ron fece cadere la forcina sul sedile di Hermione, i due sospirarono di sollievo, tornando alle loro posizioni, mentre le dita di Hermione afferrarono la forcina.

- Siete entrambi rossi - constatò Ginny candidamente.

Ron e Hermione la guardarono, si guardarono, arrossirono, e esplosero in un: - Non è vero, Ginny! - a malapena trattenuto.

- Sarà.. ma lo siete anche adesso - continuò la rossa implacabilmente.

- Ma che vai a pensare adesso? In un-un momento del genere! - esclamò Ron, cercando di sposare lo sguardo altrove.

- Stavo solo facendo un'osservazione! - si giustificò Ginny - Se siamo sul treno verso il covo del lord oscuro o dei mangiamorte, preferisco sdrammatizzare -

- Ginny, stai sragionando - la rimproverò Hermione, ringraziando perchè i capelli, liberi da una forcina, le stavano ricoprendo una porzione di viso, nascondendo il rossore.

- Come mai te la prendi tanto, Herm? - Ginny ghignò - Non sarà per caso che tu... -

Presa dall'agitazione, e anche a causa del dolore alle falangi indolenzite, Hermione si lasciò sfuggire la forcina dalle dita: - No, accidenti! -

- Hai fatto cadere la forcina? - esclamò Ron con voce stridula - Dopo tutta la fatica che ho fatto per recuperarla!? - osservò l'oggettino metallico per terra. Hermione cercava invano di raggiungerla con il piede, per attirarla a sè.

- Ma dai! - soggiunse Ginny - Non ti sei divertito, Ron? -

- Ginny! -

Un altro scossone smosse il vagone e, come se facesse una curva, sembrò loro di muoversi per un terzo di parabola. La forcina, ovviamente, scivolò per terra, andando a sbattere contro la parete di fronte.

- Maledizione! -

I tre guardarono la forcina con astio.

- Dovremo svegliare gli altri - propose Ginny - O almeno quello di fronte a noi! Ha la forcina proprio sotto il sedile! -

- E come? - Ron borbottò - Non possiamo svegliarne uno e pretendere che gli altri se ne stiano buoni e zitti! -

Hermione gli diede ragione: - Giusto. E poi come potremmo fare? Non possiamo nemmeno svegliarlo chiamandolo, altrimenti i mangiamorte ci sentirebbero! -

 - Uff! Se solo avessi la mia bacchetta! -

Hermione si appoggiò allo schienale: - Inutile. Non possiamo fare nulla! - mugugnò frustrata - Sapete... mi è venuta in mente una cosa - aggiunse - Sapete che ci hanno portato al muro sbagliato? Non quello tra il nono e il decimo binario. Ma quello tra l'ottavo e il nono -

- Quindi... -

- No, no, aspettate - le interruppe Ron - se non siamo al binario nove e tre quarti... questo non è l'Hogwarts Express, no? -

Hermione e Ginny lo guardarono sconvolte, colpite da quella domanda nella quale si celava la verità: - E allora, dove siamo...? -

 

Il vagone, o quello che era, si fermò.

 

Le porte si aprirono, le funi magiche si slegarono e tutti gli studenti ripresero conoscenza.

- Uscite - ordinò una voce imperiosa.

 

 

 

*

 

 

 

Lentamente, l'Hogwarts Express si fermò con un lungo fischio.

Il macchinista sorrise. Eccoci, siamo arrivati.

Non si accorse dei mangiamorte nascosti lungo il marciapiede e poi, lentamente, scesero gli studenti.

 

Il vociare, per la prima volta nella carriera del macchinista, era trattenuto.

Stranamente gli studenti non gridavano, ma da loro usciva solamente un brusio sommesso, confuso.

Poi, improvvisamente, vide i mangiamorte apparire e i primi incantesimi scagliarsi contro gli studenti.

 

Ma quelli non erano studenti.

 

 

 

*

 

 

 

Minerva McGranitt li accolse tutti con sguardo ansioso.

Era stata un'enorme carrozza ad averli portati fin di fronte a scuola come in precedenza, qualche anno prima, aveva portato Madame Maxime e la delegazione di Beauxbatons al Torneo Tremaghi di Hogwarts.

La carrozza, condotta dai due enormi cavalli purosangue, era evidentemente divisa in alcuni scompartimenti perchè altri studenti uscirono e alcuni auror trasportavano fuori i bagagli dei ragazzi,  Moody andò dalla McGranitt e le disse: - Tutto bene. Poca resistenza, piano riuscito alla perfezione -

Gli studenti uscirono dalla carrozza, alcuni sorpresi, altri intontiti, Hermione e Ron furono i primi, e si fiondarono dalla professoressa McGranitt: - Professoressa, ma cosa… -

Tonks sopraggiunse e sorrise ad Hermione: - Mi spiace se io e Malocchio ti abbiamo spaventata, Hermione -

- Ma... -

- Eravamo tutti nervosi - si giustificò - e tu che avevi capito tutto... insomma, non potevamo restare molto lì, in piena vista, e tu hai bloccato tutto accorgendoti del binario sbagliato... -

- Ci avete storditi! – protestò Ron. Non era arrabbiato, quanto sconvolto.

Allora, il convoglio che doveva essere dell’Hogwarts Express altri non era che la carrozza di Madame Maxime, i mangiamorte che li avevano schiantati non erano altro che auror, la loro paura nient’altro che senza motivo.

- Solo tu ed Hermione, gli altri con uno stupeficium – confessò imbarazzata Tonks, arrossendo.

- Che bisogno c’era di legarci? – continuò a strepitare Ron.

- E se vi foste svegliati? – intervenne Tonks – Non potevamo rischiare e se tra voi ci fossero state delle sp… -

- Avreste potuto dirlo almeno a noi! – borbottò Ron.

- No. ci sono delle spie – replicò la professoressa di trasfigurazione.

- Nemmeno a noi? -

- Magari le spie sono molto vicine a noi – commentò Hermione – Non credo volessero correre rischi -

- Ma allora, il treno? -

- La stazione è stata attaccata – rispose la giovane auror -  Ma non preoccupatevi, è andato tutto bene. I mangiamorte sono stati catturati, non ci sono stati morti, solamente alcuni feriti, nemmeno gravi -

Hermione fu colpita da un’illuminazione: - Voi… voi lo sapevate? È per questo che avete organizzato tutto questo? -

Tonks sorrise di ammirazione: - Sei sempre stata intelligente, Hermione… -

- C-come… -

- Segreto -

 

 

*

 

 

Lucius osservava attentamente Voldemort, era un ottimo bugiardo, quindi capiva immediatamente chi mentiva. Il suo lavoro era sempre stato qualcosa di strategico, in un certo senso molto astratto: negli anni della caduta di Voldemort lui aveva continuato la sua vita di sempre senza che questa sia stata scandita da nient'altro che il pensiero di essere il migliore.

Aveva osservato le persone, le aveva catalogate secondo suoi precisi standard e aveva cominciato a capire qualche meccanismo della mentalità umana.

Voldemort, in quel momento, non era preoccupato.

Rockwood era di fronte al lord, ansimante, ad annunciargli una sconfitta che Silente aveva misteriosamente perpetrato.

Come se avesse saputo ogni cosa fin dall'inizio.

Perchè Silente era stato pronto alla reazione e nemmeno le spie all'interno di Hogwarts avevano potuto anticiapare la mossa del vecchio ed avvertire Voldemort. O forse c'entrava con le nuove misure di sicurezza che il preside aveva introdotto per asserragliare la sua scuola. Forse le spie non avevano fatto in tempo o non avevano avuto la possibilità di avvertire qualcuno.

Fatto sta che Voldemort non era furioso come Bellatrix, oltraggiato come Rodolphus, addolorato come Rockwood.

Era... calmo.

Non mostrava la minima preoccupazione per il suo piano sventato, per la perdita di fedeli mangiamorte.

Sì, aveva avuto degli screzi con i mangiamorte attualmente ad Azkaban ma...

- Signore... vuole che liberiamo i mangiamorte catturati ad Azkaban? - fu McNair ad interrompere quel silenzio.

Voldemort ghignò, prese ad accarezzare la testa di Nagini con il solito affetto: - No -

- My lord... - intervenne Bellatrix - Vuole che organizziamo un piano di offensiva? -

- No, Bella, no -

- Ma signore... -

- A volte, Bella, mia cara, per vincere la vera guerra, bisogna perdere una battaglia -

E Lucius capì.

Sconvolto, comprese.

Voldemort sapeva.

Sapeva  che Silente era a conoscenza del piano di Voldemort. Sapeva esattamente come sarebbe andata.

Aveva mandato i mangiamorte di cui non si fidava ciecamente, conscio di assicurare loro un soggiorno ad Azkaban. Forse in seguito, quando o se Voldemort avrebbe avuto bisogno di loro, li avrebbe liberati. E loro sarebbero stati grati a Voldemort, e avrebbero volto verso di lui la loro incondizionata fedeltà.

Aveva mandato Rockwood ad osservare, per accertarsi delle informazioni in suo possesso.

Forse non lo aveva fatto perchè dubitava della parola del suo informatore misterioso, forse voleva solo che i suoi occhi fossero lì, nella battaglia, per riviverla.

Voldemort aveva pianificato tutto alla perfezione in previsione delle future mosse di Silente.

 

Voldemort sapeva tutto fin dall'inizio.

Aveva un'arma di cui nessuno avrebbe mai sospettato.

 

Occhi che lampeggiano nell'oscurità.

Un soddisfatto sorriso compiaciuto balenò, come un guizzo ferino.

 

O forse… più di una.

 

 

*

 

 

FINE CINQUANTATREESIMO CAPITOLO

CONTINUA...

Mistress Lay

 

 

*

 

 

Noticina a piè pagina:

Doveva essere un capitolo con un briciolo di azione, ma credo che sia solamente un briciolo, vero? *me disperata*

Volevo anche spiegare la strana situazione descritta in questo capitolo perché non so se sono riuscita a scrivere quello che la mia mente bacata aveva intenzione di scrivere… come sapere il mio Neu e io non siamo molto uniti, come avrete capito U.U

Dunque, a scanso di equivoci: il macchinista dell’Hogwarts Express è arrivato a King’s Cross sapendo perfettamente che avrebbe portato non studenti ma auror a Hogwarts, Silente, infatti, aveva creduto di depistare possibili spie di Voldemort, mostrando che i piani di ritorni erano sempre gli stessi.

Voldemort, nel frattempo, era stato avvertito da una spia dei piani di Silente, aveva organizzato una squadra di mangiamorte ‘decaduti’ con i quali aveva avuto dei dissapori da mandare in missione. Come altra misura preventiva, Silente aveva predisposto alcuni auror di accompagnare i studenti in un altro binario, in modo da poter essere trasportati a Hogwarts senza conseguenze, tramortiti nella carrozza che Madame Maxime aveva messo loro a disposizione.

Così, mentre i studenti tornavano in volo sani e salvi alla scuola, i mangiamorte mandati da Voldemort alla stazione vengono catturati e imprigionati.

La battuta cattiva che mi verrebbe in mente sarebbe… che ne direste di completare il titolo? XD Ma non lo dirò, dai, mi sento  buona oggi… eheh

 

Grazie, come sempre, per la vostra presenza – spirituale come lettori, tangibile come recensitori – ! XD Mi dispiace non potervi rispondere ma non riesco proprio a ritagliarmi un attimo di tempo... -.- Flores Amissi e Senza luce il buio (altri due aggiornamenti oggi, ma come sono brava… -.-) appena aggiornate e sono già morta (non che cambi un granchè, sono sempre ferma a letto da due settimane per l’intervento… ç.ç).

Mi raccomando, più recensioni e più velocemente aggiorno! XD E vi prometto che il prossimo cap è meglio di questo… che so che fa proprio schifo. (e, comunque, è già pronto XD)

 

Grazie a Mimi88, Naiad26, Moony, haley, millie, nixy, Metis, Goten, Aryn Riddle, Lois, Elanor, Kira, Baby and Empire, James_Prongs, Wichita Kid, ragazza interrotta, MORFEa, Ysal Pax, Sara, NamiTheNavigator.

 

 

Commentate, vero?

Miss

 

  
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mistress Lay