RAGGI DI SPERANZA by MISTRESS LAY
[Cap. XXVI]
[R, Slash, ®J.K. Rowling, tranne i personaggi nuovi,
situazioni e quanto ci sia di malato in ciò che state per leggere, appartengono
alla sottoscritta]
*
CAPITOLO CINQUANTATREESIMO
PERDENDO UNA BATTAGLIA
*
Sai che cos'è vivere?
E' cibarsi delle vite degli altri.
Un'interminabile corsa alla sopravvivenza.
*
L'Hogwarts Express quell'anno avrebbe riportato tutti gli
studenti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era stata una misura
che Albus Silente, il preside, aveva presa già in settembre, sapendo che un
enorme afflusso di studenti avrebbe scelto di tornare a casa durante il periodo
delle vacanze natalizie.
Il treno, per l'occasione, aveva qualche vagone in meno poichè
aveva diminuito le dimensioni. In quel momento, era appena arrivato al binario
9 e tre quarti di King's Cross di Londra, aspettando diligentemente l'arrivo
degli studenti.
Il macchinista scese, stiracchiandosi le gambe, e
guardandosi attorno. Sorrise, non v'era anima viva, ma sapeva che nel giro di
un'oretta il binario si sarebbe riempito di studenti e parenti.
Ogni anno si ripeteva la stessa scena, sia per l'andata a
Hogwarts sia per il ritorno.
Benedetta gioventù.
*
- Ron! Hai preso tutto? -
- Sì, Ronnino, non ti sarai dimenticato il cervellino,
vero? -
- Fred, finiscila! -
- Giusto Fred, finiscila! Lascia che continui io ad
esasperare Ronnino! -
- George, tappati la bocca! -
Molly Weasley osservò con esasperazione i suoi figli:- Ron,
Ginny, Hermione, mi raccomando… -
- Andrà tutto bene, mamma! – esclamò Ron di malumore. Da
quando Pansy se n’era andata era sempre stato di cattivo umore – Di cosa vuoi
che ti preoccupi? Tonks, Moody e altri auror ci accompagneranno al treno! Non
succederà nulla! -
*
Il sentiero buio che stava percorrendo stava cominciando ad
annoiarlo un po', e, come se non bastasse, non sapeva nemmeno dove conduceva.
Era andato su e giù per rampe e rampe di scale tanto che le
sue gambe stavano cominciando ad accusare la stanchezza, era sceso da un clima
tiepido dei corridoi ai piani superiori a quello freddo degli inferiori e
viceversa, aveva sentito ogni genere di rumore, brusio, chiacchiere a voce
alta, scricchiolii e pietre spostate.
Cercò invano di riaprire gli occhi ma la benda stretta gli
impediva anche quel piccolo movimento.
- Siamo arrivati? - domandò stancamente - Oppure ti diverti
a farmi girare a vuoto? Guarda che mosca cieca andava di voga quando tu eri un
bambino, Tom, ti assicuro che nel nuovo millennio vanno di moda altri giochi -
- No, adesso va di moda il gioco di 'Chi prende un Avada
Kedavra?' Ti assicuro che sei ad un passo dalla vittoria -
- I signori oscuri hanno sempre meno fantasia… - Tom lo
fulminò con lo sguardo.
- Harry… -
Harry sbuffò rumorosamente: - Non posso fare un po’ di
ironia adesso? Uff… Ma dove mi stai portando? Siamo nei sotterranei? –
rabbrividì – C'è un freddo impossibile! Se sapevo che mi avresti portato qui mi
sarei messo un mantello -
Da Tom giunse solo un grugnito.
Quella mattina sul presto Tom lo aveva svegliato
bruscamente dal divano sul quale si erano addormentati dopo una notte passata
assieme, gli aveva messo una benda nera sugli occhi e, prendendogli la mano,
aveva annunciato che aveva una sorpresa per lui.
Solo, si sarebbe dovuto lasciare condurre e non avrebbe
dovuto vedere il percorso.
- Hai trovato un modo per raggiungere la Luna a piedi? - lo
rimbeccò Harry spazientendosi - Merlino! Questo vuol dire che la gravità di cui
si parla in tutti i libri di testo babbani è solo una stupidaggine? -
Tom gli lasciò la mano.
- Tom? Ok, stavo scherzando! Tom? - Harry cercò a tentoni
la presenza di Tom, trovando solo vuoto - Tom, non è divertente! Tom? -
Decise di slacciarsi la benda, se Tom voleva fargli una
sorpresa, avrebbe dovuto rimanere con lui, non lasciarlo lì!
Le mani però furono coperte da quelle di Tom: -
Imbroglione. Ti avevo detto di non slacciare la benda -
- Eri scomparso! - replicò Harry - Dai, siamo arrivati? -
- Quasi -
Tom gli mise le mani sui fianchi e prese a spingerlo in
modo che Harry procedesse in avanti.
- Quasi quanto? - Harry impuntò i piedi.
- Due metri -
- Due? -
- Va bene, tre -
- Tre? -
- Vuoi che prenda un metro e mi metta a misurare? -
Harry si lasciò spingere da Tom, il rumore di passi che
rimbombano, un eco particolare, come se nel luogo ove fossero non ci fosse
altro che loro. Tom si spostò, Harry avvertì qualche incantesimo uscire dalla
bacchetta del ragazzo e improvvisamente l'aria di fece più calda e il buio
sembrò affievolirsi leggermente mentre una luce tenue penetrava tra la stoffa
delle benda.
Di nuovo Tom fu dietro di lui e questa volta gli slacciò la
benda, togliendogliela. Harry cercò di aprire gli occhi, e dopo qualche istante
nel quale le pupille si riabituarono alla luce, vide lo spettacolo che gli si
presentò di fronte.
- Sorpresa - sussurrò Tom al suo orecchio.
Harry sbattè più volte le palpebre come se non credesse a
quello che aveva di fronte a sè.
- Tom... che cosa... -
Era una stanza strana.
Un letto matrimoniale a baldacchino di fronte a lui con una
voluminosa coperta verde, tende verdi, qualche piccola scaffalatura a parete,
una scrivania spaziosa che poteva anche ospitare due persone e candelabri
accesi ovunque.
C'era una strana aria in quella stanza, come se fosse
un'alcova segreta.
- Ti avevo detto che odio la tua stanza a Grifondoro - Tom
gli morse dolcemente il lobo dell'orecchio - Così ho provveduto. Visto che non
vuoi venire da me per riguardo a Malfoy... che cosa ne pensi? -
- Non... non capisco. Dove siamo? -
- Un'ala in disuso - rispose Tom - Ci si arriva tramite
parecchi corridoi. Siamo al primo piano -
Non poteva credere di averla raggiunta solamente attraverso
qualche corridoio… era davvero un’aula in disuso? Forse si sbagliava, in veva
mai visto aule in disuso al primo piano, occupato per la maggior parte da
- PRIMO? - Harry si voltò verso di lui e gli battè i pugni
contro il petto - Bastardo! E tutte quelle rampe di scale? -
Tom ridacchiò: - Dai, era divertente vedere te che non
sapevi dove stavi andando! E poi... - gli si fece vicino - Sai... tu, con
quella benda sugli occhi, mi facevi molta tenerezza e mi hai fatto venire in
mente un'idea particolare... -
Harry lo fissò sospettoso: - Ah sì? Quale? -
- Che ne dici di inaugurare la nostra nuova stanza con
qualcosa di particolare? - Tom sollevò la benda ghignando.
*
- E' tutto pronto, my lord - annunciò la voce squillante di
Bellatrix.
Era contrariata perchè all'imminente incursione lei non
sarebbe andata. Sarebbero andati, invece, alcuni mangiamorte con i quali
Voldemort aveva avuto degli screzi, nell'ultimo periodo.
Forse lo aveva fatto per accertarsi della loro lealtà.
E di Bellatrix, da perfetta mangiamorte qual era, Voldemort
non temeva la slealtà o il tradimento.
Peccato solo che non avrebbe potuto partecipare al massacro
degli studenti...
Voldemort guardò verso di lei brevemente, poi gli occhi
rossi tornarono a fissare Lucius Malfoy: - Che cosa vorresti fare con tuo
figlio, Lucius? - domandò, con voce melliflua, venata di pura curiosità.
Lucius Malfoy sobbalzò a quella domanda inaspettata,
sorpreso lo era, ma lo diede a vedere solo per un decimo di secondo nel quale
solamente Voldemort e Bellatrix si accorsero del suo momentaneo disturbo
interiore.
- Quello che il mio signore desidera - rispose in tono
serio Lucius.
- Rockwood -
Il mangiamorte avanzò di un passo, chinando rispettosamente
il capo di fronte a Voldemort.
- Tu sarai in disparte ad osservare la battaglia. Non
voglio che tu ti faccia vedere, nemmeno dai nostri fedeli amici - ordinò
Voldemort. Mandare Rockwood a spiare la battaglia? A non parteciparvi e nè a
palesare la sua presenza agli altri mangiamorte?
- Come desiderate, my lord -
Voldemort si alzò in piedi solo quando fu completamente solo
nella grande stanza buia illuminata solo da un mozzicone di candela. Avrebbe
potuto alimentare la fiamma o fare un incantesimo di fiamma eterna alla
candela, ma il buio lo preferiva, come preferiva che certe cose seguissero il
proprio corso.
Una candela accesa, prima o poi si spegnerà.
Appoggiò le mani candide contro il tavolo in quercia, le
dita si contrassero mentre le unghie ticchettarono sul legno, teneva il capo
abbassato, gli occhi persi nel buio. La schiena era piegata e la testa
incassata tra le spalle.
Sembrava stesse soffrendo per qualcosa, come se si sentisse
inferiore a qualcosa di palesemente più grande di lui.
Incredibile sensazione, se si parlava a proposito di Lord
Voldemort.
Eppure Voldemort, in quel momento, stava mostrando tutto il
suo lato umano e vulnerabile.
Era solo dopotutto, poteva permettersi quella piccola
parentesi.
Era solo... no?
Qualcuno si mosse nel cono d'ombra, Voldemort non sembrò
turbato dalla presenza di qualcun altro in quella stanza. Tutt'altro. Forse
sapeva fin dall'inizio che, mandati via Lucius, Bellatrix e gli altri, sarebbe
rimasto solo con quell'altra presenza.
Forse solo a quella presenza era permesso di osservare il
suo lato umano.
La luce della candela tremolò e la cera cominciò a
ricoprire la fiamma, la stanza piombò nell'oscurità mentre un impercettibile
rio di fumo salì dalla candela morta.
- Ultimamente - esordì Voldemort - la sensazione si è fatta
più forte -
Solo il silenzio gli rispose.
Voldemort alzò il capo, fissando gli occhi rossi di fronte
a lui, come se la sua vista fendesse il buio tutt'intorno.
Ancora non giunse risposta, Voldemort tornò a sedersi: -
Manca ancora poco. Ancora poco. E poi la mia vittoria si compirà -
*
Il macchinista controllò i comandi magici dell'Hogwarts
Express, ormai era il momento di partire.
La lancetta dei minuti dell'enorme orologio del binario si
andò a posare sul 12, decretando lo scoccare preciso delle undici. Ormai tutti
erano saliti sul treno.
Non restava che partire.
La sera sarebbero stati a Hogwarts.
*
- Da questa parte -
Hermione si bloccò, fermandosi in mezzo alla folla. Gli
occhi corsero ai due binari che erano divisi dal muro che Tonks indicava a
tutti di attraversare.
Binario Nove.
Binario Otto.
C'era un errore...
- Tonks! - corse dalla donna, trascinando il trolley -
Tonks, credo che ci sia un err... -
Tonks la fulminò con lo sguardo e si limitò a intimarle,
piuttosto minacciosamente: - Attraversa il muro, Hermione, come stanno facendo
gli altri - e le puntò la bacchetta addosso.
Hermione fu colpita da una scarica di terrore.
Quella donna... era davvero Ninfadora Tonks?
O era... una mangiamorte?
E quel muro... portava dove?
Ron, nel frattempo, accortosi che Hermione si era allontana
dal gruppo per raggiungere Tonks, le si avvicinò: - Ehi? Tutto bene? -
Hermione lo fissò, sembrava terrorizzata, cercò di
avvicinarglisi per dirgli che era tutto un complotto ma poi, quando vide le
prime persone entrare nel muro, ignare di essere state raggirate e forse
catturare, prese aria alla bocca per gridare: - E' UNA TRAPP... -
Improvvisamente Moody l'afferrò per il braccio, la ragazza
si lasciò sfuggire un ansito di sorpresa, e il gridò le morì in gola. Ron però
aveva capito, fece anche lui per parlare, per estrarre la bacchetta ma poi un
oggetto gli calò sulla testa, facendogli perdere i sensi.
Cadde a terra e Hermione gemette, sia per le condizioni
dell'amico, sia perchè la stretta attorno al braccio si stava facendo forte,
troppo. Poi anche lei perse conoscenza e cadde a terra mentre sentiva in
lontananza gente che correva verso il muro e poi scompariva.
*
- Preparatevi, mangiamorte. Dovrete ucciderli tutti -
*
Quando Hermione riprese conoscenza si ritrovò con un mal di
testa notevole e i polsi gli bruciavano, aprì gli occhi, spaventata, e si
ritrovò seduta su uno scomodo sedile. I finestrini avevano le tende abbassate e
oscuravano l'ambiente, ma non c'era dubbio che si trovasse in viaggio, visto
che continuava a sentirsi sballottata da una parte e dall'altra.
Guardandosi attorno vide di non essere sola, ma molte altre
persone erano sedute come lei nella sua stessa scomoda posizione e ciondolavano
avanti ed indietro, evidentemente legati ai sedili come Hermione stessa.
Nessuno di loro aveva ripreso conoscenza.
Con notevole sollievo, Hermione si accorse che accanto a
lui, da una parte aveva Ron, dall'altra Ginny, entrambi svenuti, ma vivi.
- Ron -
Nessun segno.
Hermione si mosse verso destra, ignorando il dolore
lancinante alle dita le quali, a causa del suo movimento, rimasero strozzate
nelle funi che la tenevano legata. Strinse i denti e cercò di dare una spallata
all'amico, ci riuscì, anche se gliene affibbiò una molto debole.
Evidentemente servì, perchè Ron si svegliò di botto: - Cosa
c'è? -
- Ron! -
Ron si volse verso Hermione, con gli occhi sgranati dallo
stupore: - Che cosa... che cosa sta succedendo? - si accorse degli altri, e poi
di Ginny - Che diav... Ginny! GINNY! - la ragazza, a quel grido, si svegliò -
Ron? -
- Ginny! Stai bene? E tu Herm? -
- Sì, sì, Ron? -
- Tutto ok. Ma... DOVE DIAVOLO VI TROVIAMO? E tutti loro...
sono vivi, vero? -
- Sì, hanno solo perso conoscenza! E abbassa la voce! -
- Dov'è Zac? -
- Gin, puoi non pensare a Zac per un attimo? -
- Ma non c'è! -
- Forse - ipotizzò Hermione - è in un altro vagone. Ho
notato che anche Dennis e Colin Canon non ci sono, eppure erano con noi quando
dovevano andare al treno -
- Hermione, che cos'è successo? - domandò ancora una volta
Ron, cercò di slegarsi - Morgana! Non riesco a slegarmi! -
- Credo che... Tonks, Moody e gli altri non siano i veri
- rispose Hermione.
- COSA? -
- Aspetta... ADESSO RICORDO! - esclamò Ron - Qualcuno mi ha
rifilato una botta in testa! Ecco perchè mi sta scoppiando dal dolore! Urgh! -
- Forse non è meglio svegliare anche gli altri? - domandò
Ginny.
- No - rispose Hermione - si scatenerebbe il panico
generale! E non alzate troppo la voce! I mangiamorte potrebbero sentirci! -
- Mangiamorte? - ripetè Ron - Sono stati loro a... -
- Chi credevi? - lo rimbeccò Ginny - Babbo Natale e i
folletti? -
- Ascoltate... - riprese la parola Hermione, dispensando
Ron dal rispondere alla replica della sorella - credo che quelli della nostra
scorta fossero mangiamorte... - spiegò brevemente cosa le avevano detto e
fatto.
- Quindi, i veri Tonks, Malocchio sono... - Ginny deglutì -
Non capisco, perchè ci hanno tramortiti e caricati in questo vagone? Perchè
prendersi la briga di rapirci tutti? Non bastava rapirne qualcuno? -
- Non so - Hermione si morse il labbro, pensierosa.
Ron tirò un sospiro di sollievo mentale: non l'avrebbe mai
detto, ma era felice che Pansy non fosse rimasta con lui alla Tana, ma era al
sicuro ad Hogwarts. Almeno, si sarebbe risparmiata quella brutta avventura.
- Piuttosto... immagino che nessuna di voi abbia una
bacchetta... ce le hanno prese tutte -
- Già - rispose Ginny.
Hermione si illuminò in viso: - Ho un'idea! Ho una forcina
tra i capelli, proprio sopra l'orecchio destro! Ron la vedi? - si sporse più
possibile verso Ron. Il ragazzo annuì - Perfetto. prendila -
- ... Cosa? -
- Ma sì! Prendila! Potremmo sciogliere i nodi delle funi
che ci legano! -
Ron la guardò sconvolto poi parlò lentamente: - Herm...
siamo legati. Non posso prendere la tua forcina -
Hermione sospirò con pazienza: - Se no perchè l'avrei
chiesto a te e non a Ginny? Perchè la forcina è dalla tua parte! Devi
sporgerti e sfilarla con i denti! E' mezza rotta, quindi ci riuscirai
tranquillamente! -
Ginny la guardò scettica: - Credo tu abbia letto troppi
romanzi, 'Mione. Anche se, per ipotesi, Ron riuscisse a prendere la forcina...
come farebbe a passarla dalla bocca alle mani per slegarsi? - scosse la testa -
E' impossibile! -
- No - replicò Hermione - basterà che Ron la lasci cadere
sul mio sedile, accanto alle mie dita, io la prendo e mi libero! -
- Sei pazza - esclamò Ron, subito fulminato da Hermione.
- Beh... - tentò Ginny - E' la nostra unica possibilità!
Non vorrai cadere nelle mani dei mangiamorte, Ron? -
- Ma... Ginny, è impossibile! Non ci riuscirò mai! -
- Ron, la nostra salvezza, come quella degli altri rapiti
dai mangiamorte, dipende da te - affermò Hermione.
Ron sospirò rassegnato: - Dai, avvicinati - accorciò le
distanze con la ragazza quanto possibile, con i loro sforzi congiunti
riuscirono ad avvicinarsi tanto da sfiorare le guance, il dolore alle loro dita
si fece lancinante, ma entrambi cercarono di resistere.
- Ci sono quasi... -
Ron riuscì ad addentare la piccola sporgenza della forcina,
così piccola che gli scivolò subito via. Riprovò, stringendo i denti più forte,
e cominciò a sfilarla dai capelli che tratteneva di Hermione.
- Forza, Ron... -
Purtroppo i movimenti bruschi del vagone rendevano ardua
l'impresa di Ron, contando anche le funi che stringevano senza pietà i loro
polsi e mani, si stava rivelando più dura di quanto era.
Inoltre i capelli di Hermione, liberi dalla pressione della
forcina, stavano lentamente andando in faccia a Ron, impedendogli la piena
concentrazione.
- Heemione i tuoi caelli - borbottò a denti stretti.
- Non ci posso fare niente! Datti una mossa piuttosto! -
Ultimo fattore: la vicinanza.
Nessuno dei due aveva minimamente calcolato l'imbarazzo
insito nella loro posizione: le labbra di Ron sfioravano pericolosamente
l'orecchio di Hermione, causando ad entrambi disagio e turbamento.
Ginny, da spettatrice, lo notò.
Evitò di sorridere apertamente, ma la situazione era molto
interessante.
Ron riuscì a sfilare completamente la forcina alla fine ma
questa, a causa di uno scossone, cadde nel colletto della camicetta di
Hermione.
- Merlino! -
- Sbrigati! Sento che sta per cadere! -
- Ok, ok... -
Ginny si dovette trattenere dal dire alcunchè, ma vedeva
chiaramente le orecchie di Ron farsi rosse mentre le sue labbra lambivano la
pelle del collo di Hermione, mentre cercava di impossessarsi nuovamente della
forcina dispersa. Vedeva altrettanto chiaramente delle gote arrossate di
Hermione e quando questa chiuse gli occhi trattenendo un lieve sobbalzo - per
sorpresa? -.
Infine Ron fece cadere la forcina sul sedile di Hermione, i
due sospirarono di sollievo, tornando alle loro posizioni, mentre le dita di
Hermione afferrarono la forcina.
- Siete entrambi rossi - constatò Ginny candidamente.
Ron e Hermione la guardarono, si guardarono, arrossirono, e
esplosero in un: - Non è vero, Ginny! - a malapena trattenuto.
- Sarà.. ma lo siete anche adesso - continuò la rossa
implacabilmente.
- Ma che vai a pensare adesso? In un-un momento del genere!
- esclamò Ron, cercando di sposare lo sguardo altrove.
- Stavo solo facendo un'osservazione! - si giustificò Ginny
- Se siamo sul treno verso il covo del lord oscuro o dei mangiamorte,
preferisco sdrammatizzare -
- Ginny, stai sragionando - la rimproverò Hermione,
ringraziando perchè i capelli, liberi da una forcina, le stavano ricoprendo una
porzione di viso, nascondendo il rossore.
- Come mai te la prendi tanto, Herm? - Ginny ghignò - Non
sarà per caso che tu... -
Presa dall'agitazione, e anche a causa del dolore alle
falangi indolenzite, Hermione si lasciò sfuggire la forcina dalle dita: - No,
accidenti! -
- Hai fatto cadere la forcina? - esclamò Ron con
voce stridula - Dopo tutta la fatica che ho fatto per recuperarla!? -
osservò l'oggettino metallico per terra. Hermione cercava invano di
raggiungerla con il piede, per attirarla a sè.
- Ma dai! - soggiunse Ginny - Non ti sei divertito, Ron? -
- Ginny! -
Un altro scossone smosse il vagone e, come se facesse una
curva, sembrò loro di muoversi per un terzo di parabola. La forcina,
ovviamente, scivolò per terra, andando a sbattere contro la parete di fronte.
- Maledizione! -
I tre guardarono la forcina con astio.
- Dovremo svegliare gli altri - propose Ginny - O almeno
quello di fronte a noi! Ha la forcina proprio sotto il sedile! -
- E come? - Ron borbottò - Non possiamo svegliarne uno e
pretendere che gli altri se ne stiano buoni e zitti! -
Hermione gli diede ragione: - Giusto. E poi come potremmo
fare? Non possiamo nemmeno svegliarlo chiamandolo, altrimenti i mangiamorte ci
sentirebbero! -
- Uff! Se solo
avessi la mia bacchetta! -
Hermione si appoggiò allo schienale: - Inutile. Non
possiamo fare nulla! - mugugnò frustrata - Sapete... mi è venuta in mente una
cosa - aggiunse - Sapete che ci hanno portato al muro sbagliato? Non quello tra
il nono e il decimo binario. Ma quello tra l'ottavo e il nono -
- Quindi... -
- No, no, aspettate - le interruppe Ron - se non siamo al
binario nove e tre quarti... questo non è l'Hogwarts Express, no? -
Hermione e Ginny lo guardarono sconvolte, colpite da quella
domanda nella quale si celava la verità: - E allora, dove siamo...? -
Il vagone, o quello che era, si fermò.
Le porte si aprirono, le funi magiche si slegarono e tutti
gli studenti ripresero conoscenza.
- Uscite - ordinò una voce imperiosa.
*
Lentamente, l'Hogwarts Express si fermò con un lungo
fischio.
Il macchinista sorrise. Eccoci, siamo arrivati.
Non si accorse dei mangiamorte nascosti lungo il
marciapiede e poi, lentamente, scesero gli studenti.
Il vociare, per la prima volta nella carriera del
macchinista, era trattenuto.
Stranamente gli studenti non gridavano, ma da loro usciva
solamente un brusio sommesso, confuso.
Poi, improvvisamente, vide i mangiamorte apparire e i primi
incantesimi scagliarsi contro gli studenti.
Ma quelli non erano studenti.
*
Minerva McGranitt li accolse tutti con sguardo ansioso.
Era stata un'enorme carrozza ad averli portati fin di
fronte a scuola come in precedenza, qualche anno prima, aveva portato Madame
Maxime e la delegazione di Beauxbatons al Torneo Tremaghi di Hogwarts.
La carrozza, condotta dai due enormi cavalli purosangue,
era evidentemente divisa in alcuni scompartimenti perchè altri studenti
uscirono e alcuni auror trasportavano fuori i bagagli dei ragazzi, Moody andò dalla McGranitt e le disse: -
Tutto bene. Poca resistenza, piano riuscito alla perfezione -
Gli studenti uscirono dalla carrozza, alcuni sorpresi,
altri intontiti, Hermione e Ron furono i primi, e si fiondarono dalla
professoressa McGranitt: - Professoressa, ma cosa… -
Tonks sopraggiunse e sorrise ad Hermione: - Mi spiace se io
e Malocchio ti abbiamo spaventata, Hermione -
- Ma... -
- Eravamo tutti nervosi - si giustificò - e tu che avevi
capito tutto... insomma, non potevamo restare molto lì, in piena vista, e tu
hai bloccato tutto accorgendoti del binario sbagliato... -
- Ci avete storditi! – protestò Ron. Non era arrabbiato,
quanto sconvolto.
Allora, il convoglio che doveva essere dell’Hogwarts
Express altri non era che la carrozza di Madame Maxime, i mangiamorte che li
avevano schiantati non erano altro che auror, la loro paura nient’altro che
senza motivo.
- Solo tu ed Hermione, gli altri con uno stupeficium –
confessò imbarazzata Tonks, arrossendo.
- Che bisogno c’era di legarci? – continuò a strepitare
Ron.
- E se vi foste svegliati? – intervenne Tonks – Non
potevamo rischiare e se tra voi ci fossero state delle sp… -
- Avreste potuto dirlo almeno a noi! – borbottò Ron.
- No. ci sono delle spie – replicò la professoressa di
trasfigurazione.
- Nemmeno a noi? -
- Magari le spie sono molto vicine a noi – commentò
Hermione – Non credo volessero correre rischi -
- Ma allora, il treno? -
- La stazione è stata attaccata – rispose la giovane auror
- Ma non preoccupatevi, è andato tutto
bene. I mangiamorte sono stati catturati, non ci sono stati morti, solamente
alcuni feriti, nemmeno gravi -
Hermione fu colpita da un’illuminazione: - Voi… voi lo
sapevate? È per questo che avete organizzato tutto questo? -
Tonks sorrise di ammirazione: - Sei sempre stata
intelligente, Hermione… -
- C-come… -
- Segreto -
*
Lucius osservava attentamente Voldemort, era un ottimo
bugiardo, quindi capiva immediatamente chi mentiva. Il suo lavoro era sempre
stato qualcosa di strategico, in un certo senso molto astratto: negli anni
della caduta di Voldemort lui aveva continuato la sua vita di sempre senza che
questa sia stata scandita da nient'altro che il pensiero di essere il migliore.
Aveva osservato le persone, le aveva catalogate secondo
suoi precisi standard e aveva cominciato a capire qualche meccanismo della
mentalità umana.
Voldemort, in quel momento, non era preoccupato.
Rockwood era di fronte al lord, ansimante, ad annunciargli
una sconfitta che Silente aveva misteriosamente perpetrato.
Come se avesse saputo ogni cosa fin dall'inizio.
Perchè Silente era stato pronto alla reazione e nemmeno le
spie all'interno di Hogwarts avevano potuto anticiapare la mossa del vecchio ed
avvertire Voldemort. O forse c'entrava con le nuove misure di sicurezza che il
preside aveva introdotto per asserragliare la sua scuola. Forse le spie non
avevano fatto in tempo o non avevano avuto la possibilità di avvertire
qualcuno.
Fatto sta che Voldemort non era furioso come Bellatrix,
oltraggiato come Rodolphus, addolorato come Rockwood.
Era... calmo.
Non mostrava la minima preoccupazione per il suo piano
sventato, per la perdita di fedeli mangiamorte.
Sì, aveva avuto degli screzi con i mangiamorte attualmente
ad Azkaban ma...
- Signore... vuole che liberiamo i mangiamorte catturati ad
Azkaban? - fu McNair ad interrompere quel silenzio.
Voldemort ghignò, prese ad accarezzare la testa di Nagini
con il solito affetto: - No -
- My lord... - intervenne Bellatrix - Vuole che
organizziamo un piano di offensiva? -
- No, Bella, no -
- Ma signore... -
- A volte, Bella, mia cara, per vincere la vera guerra,
bisogna perdere una battaglia -
E Lucius capì.
Sconvolto, comprese.
Voldemort sapeva.
Sapeva che Silente
era a conoscenza del piano di Voldemort. Sapeva esattamente come sarebbe
andata.
Aveva mandato i mangiamorte di cui non si fidava
ciecamente, conscio di assicurare loro un soggiorno ad Azkaban. Forse in seguito,
quando o se Voldemort avrebbe avuto bisogno di loro, li avrebbe liberati. E
loro sarebbero stati grati a Voldemort, e avrebbero volto verso di lui la loro
incondizionata fedeltà.
Aveva mandato Rockwood ad osservare, per accertarsi delle
informazioni in suo possesso.
Forse non lo aveva fatto perchè dubitava della parola del
suo informatore misterioso, forse voleva solo che i suoi occhi fossero lì,
nella battaglia, per riviverla.
Voldemort aveva pianificato tutto alla perfezione in
previsione delle future mosse di Silente.
Voldemort sapeva tutto fin dall'inizio.
Aveva un'arma di cui nessuno avrebbe mai sospettato.
Occhi che lampeggiano nell'oscurità.
Un soddisfatto sorriso compiaciuto balenò, come un guizzo
ferino.
O forse… più di una.
*
FINE
CINQUANTATREESIMO CAPITOLO
CONTINUA...
Mistress
Lay
*
Noticina
a piè pagina:
Doveva
essere un capitolo con un briciolo di azione, ma credo che sia solamente un
briciolo, vero? *me disperata*
Volevo
anche spiegare la strana situazione descritta in questo capitolo perché non so
se sono riuscita a scrivere quello che la mia mente bacata aveva intenzione di
scrivere… come sapere il mio Neu e io non siamo molto uniti, come avrete capito
U.U
Dunque, a
scanso di equivoci: il macchinista dell’Hogwarts Express è arrivato a King’s
Cross sapendo perfettamente che avrebbe portato non studenti ma auror a
Hogwarts, Silente, infatti, aveva creduto di depistare possibili spie di
Voldemort, mostrando che i piani di ritorni erano sempre gli stessi.
Voldemort,
nel frattempo, era stato avvertito da una spia dei piani di Silente, aveva
organizzato una squadra di mangiamorte ‘decaduti’ con i quali aveva avuto dei
dissapori da mandare in missione. Come altra misura preventiva, Silente aveva
predisposto alcuni auror di accompagnare i studenti in un altro binario, in
modo da poter essere trasportati a Hogwarts senza conseguenze, tramortiti nella
carrozza che Madame Maxime aveva messo loro a disposizione.
Così,
mentre i studenti tornavano in volo sani e salvi alla scuola, i mangiamorte
mandati da Voldemort alla stazione vengono catturati e imprigionati.
La
battuta cattiva che mi verrebbe in mente sarebbe… che ne direste di completare
il titolo? XD Ma non lo dirò, dai, mi sento
buona oggi… eheh
Grazie,
come sempre, per la vostra presenza – spirituale come lettori, tangibile come
recensitori – ! XD Mi dispiace non potervi rispondere ma non riesco proprio a
ritagliarmi un attimo di tempo... -.- Flores Amissi e Senza luce il buio (altri
due aggiornamenti oggi, ma come sono brava… -.-) appena aggiornate e sono già
morta (non che cambi un granchè, sono sempre ferma a letto da due settimane per
l’intervento… ç.ç).
Mi
raccomando, più recensioni e più velocemente aggiorno! XD E vi prometto che il
prossimo cap è meglio di questo… che so che fa proprio schifo. (e, comunque, è
già pronto XD)
Grazie a Mimi88, Naiad26, Moony, haley,
millie, nixy, Metis, Goten, Aryn Riddle, Lois,
Elanor, Kira, Baby and Empire, James_Prongs, Wichita
Kid, ragazza interrotta, MORFEa, Ysal Pax, Sara,
NamiTheNavigator.
Commentate,
vero?
Miss