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Autore: Ilmaredentroognicielo    01/06/2013    4 recensioni
Matteo: occhi blu e capelli neri, un fisico mozzafiato e una vita piena di impegni; ha due difetti:
è tremendamente arrogante ed è il fratello di Sonia.
Giulia: femminista convinta, incapace di amare, timida ed impacciata, capace di cacciarsi in un casino, in meno di dieci minuti. Ha due difetti: è tremendamente diffidente ed è la migliore amica di Sonia.
Ma ci si può innamorare del fratello indisponente della propria migliore amica?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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QUINTO CAPITOLO.

Mi guardo allo specchio, con aria corrucciata.
Gli occhi neri, truccati impeccabilmente nelle tonalità di nero e un rossetto rosso sulle labbra, già abbastanza scure; 
ho un trucco leggero nonostante tutto, ma non sono in grado di giudicare quanto bene mi stia.
Sono minuta e piccola ma sembro grande, più grande di diciannove anni; non posso credere che tra qualche minuto uscirò di casa vestita così. 
Indosso una vestito cortissimo e un paio di vertiginosi tacchi, i miei capelli sono lunghi e li ho lasciati sciolti, per fortuna. 
Sonia mi ha sistemata per bene, mi ha truccata e mi ha prestato uno dei suoi scintillanti vestitini. 
Avrei preferito uscire con i miei soliti jeans e le mie magliettine particolari, ma qualche volta cambiare look, può essere una cosa positiva. 
Non sono abituata a vedermi conciata così, ad indossare abiti con profonde scollature e scarpe con tacchi vertiginosi;
sono più una ragazza di casa.
Anche se adesso non so più qual è veramente la mia casa. Mi siedo sul bordo del mio nuovissimo e bellissimo letto e prendo il cellulare, inviando un sms semplice 
e veloce a mia madre.
 
Questa sera esco con Sonia,
aggiornami su Carlo
e torna presto, un bacio.
Ti voglio bene.
 
Mi manca così tanto;
mi mancano i suoi occhioni e i mezzi sorrisi e per fino litigare per la televisione e per il bagno e sono convinta che anche io le manco. 
Sospiro, ansiosa. 
Chissà cosa penserebbe Matteo, se mi vedesse conciata così. 
" Cristo..." Sento, mentre continuo a starmene beatamente seduta sul mio letto. Matteo appoggia il suo cellulare sulla mia scrivania ( si, posso dire MIA) e si avvicina con un mezzo sorriso. " sei davvero tu?" 
Mi tramano le gambe.
" Davvero io." Dico. 
" E fino ad ora,dove le hai tenute nascoste quelle gambe?"
Faccio una smorfia e gli pizzico il braccio. 
Matteo è così indisponente.    
"Ahio!" Si lamenta e a me viene da ridere. " Era soltanto un complimento." 
" Anche tu stai bene. " Dico freddamente. 
In realtà non sta soltanto bene, sta proprio d'incanto. 
Indossa un paio di pantaloni blu e una camicia fin troppo sbottonata che lascia intravedere i muscoli perfetti del suo torace. 
E' veramente un bel ragazzo, mi soffermo a guardare la sua mascella, la lieve barba che gli incornicia il viso, gli zigomi, il taglio del gli occhi e il loro colore che sembra 
trascinarti giù in mare. Mi sento intimidita dai miei stessi pensieri; perché lo penso in questo modo?
"Io sto bene sempre." Ammicca e a me gira la testa.
Sono quegli occhi che mi fregano, anche quand'ero più piccola, mi fregavano. 
Lui mi guardava in questo modo e io mi scioglievo. 
"Peccato che il carattere ti frega." Provo a scacciare via l'immagine di Matteo completamente nudo. 
Smettila, smettila, smettila subito!
" Quello non serve." Si avvicina, sfiorandomi i capelli e improvvisamente assume un'aria giocosa.
Perché mi suscita così tante emozioni?
Non sarà che... no, non sarà. 
" Invece..." Arranco. "invece serve. " 
Improvvisamente assume un aria divertita e mi sorride. 
" Ricordi quando, forse un secolo fa, giocavi con Sonia con quel frisby in giardino? Avevi undici anni?" 
Mi rilasso, mentre gioca ancora con i miei lunghi capelli. 
" Dieci e mezzo." Dico seria e fiscale, lui sorride e sembra un bambino, mentre il mio cuore perde un battito e una miriade di ricordi mi sovrasta. 
Eravamo così piccoli e indifesi. Lui aveva il solito sorriso di adesso ma meno muscoli e... oddio, sì, molto meno muscoli. 
Mi manca il respiro.
" Ricordo." Sorrido impacciata. " lo lanciai troppo forte e il vento lo scagliò contro di te. Ti diedero quattro punti, no?" 
" Il vento non c'entra nulla, ragazzina. Hai fatto tutto da sola." Matteo si porta una mano sulla cicatrice, appena sopra il sopracciglio. " sei così cresciuta, così diversa..."
Sospira. 
" Le persone cambiano e crescono, anche tu sei cambiato" Sorrido. " comunque la cicatrice non ti sta poi così male." 
" Sei gentile oggi?"
" Mi hai salvata da una probabile morte." 
" Va bene, bambina." Sorride. 
Sonia entra come un terremoto in camera mia e mi guarda esterrefatta. 
" Sei una favola, amica!" 
" Dici?"
" Eccome!!" Giro su me stessa e Matteo si allontana da noi, annunciando che dopo un giro in moto, prenderà la macchina e ci aspetterà lì.
" Viene anche Matteo?" Sussurro. 
" Sì, anche lui. Gliel'ho chiesto io, spero non sia un problema."
" Affatto." Sorrido. 
" Ehi..." Si avvicina giocosa. " non ti starai innamorando di mio fratello, vero? Perché sai come la penso."
Mi si gelano i polmoni. 
Ne abbiamo parlato una volta, è vero. 
Eravamo sdraiate in giardino, con una coperta, a guardare le stelle, Matteo faceva lo scemo e io ridevo come una matta;
a volte Matteo riesce ad essere un idiota, ma riesce sempre a farmi ridere
E allora Sonia, seria e coincisa, mi disse che no, non andava e ne parlammo tutta la notte.
Sonia non riuscirebbe mai ad accettare l'idea della sua migliore amica con suo fratello; credo sia per via del futuro e delle conseguenze che un litigio o un distacco 
potrebbero creare sulla nostra amicizia.
" Stavo scherzando, Giulia." Mi dice lei, notando la mia reazione. 
"Lo so." Le dico e lei mi prende la mano. 
" Finisco di sistemarmi e poi andiamo!" E scappa via. 
E' così euforica, piena di vita e sempre perfetta che provo un po' invidia per lei.
Torno a guardarmi allo specchio, sorprendendomi per il mio improvviso egocentrismo e mi chiedo se un giorno imparerò anch'io ad amarmi e ad amare il mio corpo.
A volte penso di essere carina e succede sempre in quei giorni strani che sembrano importanti e che invece non lo sono per niente, altre volte mi sento un disastro:
capelli per niente lucenti, occhi neanche troppo grandi e pelle troppo bianca. 
A volte, mentre mi guardo allo specchio, vorrei sapere cosa fare. 
Infondo, lo so' che dentro ho tanto da dare: posso essere divertente, ironica, posso essere romantica da morire e dolce. 
Posso essere determinata e decisa, sorridente e di buon umore. 
Eppure con gli altri, con tutti gli altri, anche con la persona a cui tengo, la persona a cui tengo davvero, risulto sempre acida, scontrosa, strana, fredda. 
Forse sono piccola e basta.
Sono piccola, guardo troppo spesso le stelle e sogno ancora coperte calde e abbracci sinceri.
Non c'è niente di vissuto in me, ho l'anima di una bambina di sei anni, sono solo più cattiva e troppo introversa. 
Non ho mai detto ti amo, ho sempre avuto paura di sbagliarmi. 
Preferivo conoscere persone, uscirci qualche volta, due parole carine, mano nella mano, sguardi distanti, preferivo ricevere messaggi chilometrici e rispondere con due
parole,mai nessun contatto.
Vivo in una torre e guardo ciò che succede da quassù, per non permettere a nessuno di violare le mie idee, i miei spazi, il mio universo, ecco tutto.
Stringo i denti e mi ravvivo i capelli, ricacciando indietro le lacrime che voglio a tutti i costi uscire fuori. 
Non devo piangere. 
Mentre cerco un lucidalabbra decente, sul mio cassetto della scrivania, noto il cellulare di Matteo e come se non bastasse si illumina. 
L'ha dimenticato qui!
Lo prendo e per errore, (si, per errore) apro il messaggio. 
E' di Chiara.
 
Come faccio a farti capire
che ti amo e che per me
non è solo sesso?
 
Sospiro e leggo la sua risposta.
 
 
Come faccio a farti capire che
io non ti amo e tu
sei solo una con cui scopo?
 
Non posso crederci, Matteo è un vero stronzo.
Come può trattare una ragazza così? Senza preoccuparsi del male che può causarle? Che razza di uomo?
Mi siedo esterrefatta e leggo l'ultimo messaggio di lei, che Matteo non ha ancora letto. 
 
Sei solo uno stronzo.
 
Brava, l'hai capito adesso?
Noi ragazze ci colpevolizziamo sempre. 
Il carattere sbagliato, la timidezza con cui scontrarsi. 
Le insicurezze quando è sera tardi e il cielo è troppo buio anche per sognarci sopra.
Noi pensiamo che se un ragazzo non ci vuole bene, è colpa nostra. 
Abbiamo fatto i conti sbagliati, ci siamo illuse, siamo delle povere sceme, pensiamo che se non ci vuole bene è perché non non siamo state capaci di farci voler bene. 
Forse siamo un po' tutte delle scrittrici mancate, quando scriviamo pagine e pagine di diario con mille vaffanculo e troppi "mi dispiace se sono così."
A me invece dispiace se tutti gli altri non si accorgono di quanto siamo belle. 
Di quanta poesia abbiamo dentro. 
Di quante volte ci capita di piangere davanti ad uno specchio e di quante altre volte ci mettiamo un rossetto rosso e usciamo come se fossimo capaci di stendere ogni uomo nel raggio di venti chilometri. 
A me dispiace se tutti i ragazzi non si accorgono di quanto siamo capaci di amare.
Di come camminiamo per strada, sentendoci tremendamente fuori posto con un sorriso che scioglie le parole e tutti i sentimenti che ci portiamo a spasso.
Noi siamo poesia, la mattina presto, quando ci alziamo. Apriamo gli occhi, sbadigliamo, guardiamo alla finestra e sembriamo neve. 
Siamo sensualità, appena uscite dalla doccia con i capelli bagnati, legati in una coda per niente perfetta, senza trucco e con l'anima in tempesta.
Siamo capriccio, il sabato sera sulle giostre.
Siamo fragili con un vestitino leggero addosso e siamo donne con altissimi tacchi ai piedi. 
Noi siamo tutto questo. 
E mi dispiace se voi, la' fuori non ve ne siete ancora accorti.
L'uomo che ci ama, decide di amare l'universo e non lo sa nemmeno.
Metto il telefono in tasca, infuriata con quell'idiota e vado da Sonia; con quale coraggio passa una, due, forse tre, o quattro notti con una ragazza e poi decide di trattarla
così? Come può usarla in questo modo?
Per un attimo lo immagino su di lei, le sue mani sui suoi capelli e le sue labbra sulle sue gambe e divento una belva.
Chissà quante altre ragazze ha illuso.
Chissa quante altre ragazze ha baciato, toccato, vissuto.
Ho un improvviso morso allo stomaco e chiudo gli occhi. 
Stronzo. 
" Andiamo, Matto ci aspetta." mi sorride Sonia, riportandomi alla realtà. 
 
 
 
 
"Tutto bene?" Mi sorride Matteo. Siamo andati in una discoteca e Sonia è in mezzo alla gente, a ballare. 
Sono ancora furiosa e non riesco a guardare Matteo negli occhi. 
Mi rendo conto della mia reazione estrema e me ne vergogno. 
Infondo che mi importa?
"Questo è tuo." Gli urlo e getto con poca delicatezza il suo cellulare, sul bancone. 
" Ah, ecco dov'era finito."
" Dovresti fare attenzione a dove diavolo metti i tuoi aggeggi, Matteo."
" Sembri arrabbiata."
" Dici?"
"Dico. Perché?"
" Ho letto un messaggio. " Sussurro e mi addolcisco. 
" Quale messaggio?" 
" Sei uno stronzo, Matteo. " Dico, a denti stretti. 
" Chiara?"
" Si. " Lo sento ridere e la rabbia cresce. " Perché ridi!?"
" Sei gelosa?"
" Gelosa? Io? " 
" Sì, bambina, tu. "
" Ti piacerebbe Matteo. Odio soltanto l'idea che una ragazza possa soffrire. Mi fai schifo."
"Anche se faccio così?" Mi parla vicino e un brivido mi percorre la schiena e arriva fino al collo.
" Smettila. " Mi allontano. 
" Giulia, io metto in chiaro le cose, sin da subito." 
" Che significa?" Mi prende per mano e mi trascina fuori; miei timpani ringraziano. 
" Significa che tutte le ragazze con cui sono stato, sapevano fin da subito che per me sarebbe stato solo e sempre sesso."
Tutte le ragazze? Ce ne sono molte? Mi gira la testa. 
" Ah. " Mormoro. 
" Ehi, ragazzina." Si avvicina lui, improvvisamente con aria giocosa. " non ti starai innamorando di me, vero?"
Mi immobilizzo, ascoltando le sue parole e finalmente lo capisco. 
I suoi occhi sono di un'intensita inaudita e il suo profumo mi confonde. 
Sono innamorata di Matteo. 
" Stai bene?" Sono innamorata davvero di lui? 
" Sto bene, scusa." Sono innamorata di Matteo, cazzo. Di Matteo, del fratello della mia migliore amica.
Ecco perché ogni suo gesto mi travolge e i suoi occhi mi piacciono sempre di più, ecco perché quando mi tocca, sento i brividi, e soprattutto, ecco perché lo sopporto;
Ecco perché sono gelosa marcia. E adesso?! 
Sospiro, ecco come ci si sente, innamorarsi è come aprire gli occhi. Per tutto questo tempo ho fatto finta di nulla, ecco tutto.
Lo guardo e mi viene da urlare.
Come ho fatto a non capirlo subito? E perché adesso, mi sento così tremendamente legata a lui?
Adesso lo so, innamorarsi è come quando ti svegli alle quattro di notte e pensi che sia tardi perché devi andare a scuola, poi invece ti rendi conto che hai ancora un po' 
di tempo per dormire e socchiudi gli occhi felice come un bambino. O quando al supermercato il tizio che hai difronte in cassa, ti lascia passare per primo,
perché devi comprare meno cose di lui.
E quando per caso, ti trovi a guardare il tramonto? E ti sembra di vedere il suo viso mischiato tra le nuvole e il cielo.
Quando scrivi un messaggio e lo cancelli e quando lo riscrivi di nuovo e non lo invii mai. Quando guardi fuori dalla finestra la sera e un soffio di vento gelido ti sposta
i capelli dal viso facendoti sentire il protagonista di un film. O quando indossi una canottiera e un paio di pantaloncini d'estate e te ne stai sdraiato in camera a 
leggere il tuo libro preferito. Quando perdi la testa per una serie televisiva e la guardi sette volte al giorno.
Come la cioccolata calda d'inverno. Le crispelle con il miele e lo yogurt alla fragola.
I concerti del tuo gruppo preferito e le magliette strane che non riesci mai a metterle.
Lo zucchero filato e la sedia a dondolo in giardino.
Anche le partite di Nazionale, tutti seduti sul divano a tifare l'Italia. Le notti ad ascoltare le tue canzoni preferite e 
le stazioni. Sì, forse è come le stazioni e le persone che si abbracciano anche quando fuori ci stanno quaranta gradi all'ombra.
Come le caramelle di Lupo Alberto. Mi sistemo meglio sul sedile e Matteo mi guarda.
Allora l'amore è davvero questo? I ricordi?
Le serate al McDonald? Quando ricevi una telefonata inaspettata di Domenica e vorresti urlare a tutti che sei felice?
Gli auguri di buon compleanno? Sentirti giusto per una volta nella vita.
Mentre penso a tutte queste stronzate, mi sento veramente stupida.
Non ci si può innamorare in un attimo, no? Forse sono innamorata di lui, da praticamente sempre e accorgersene adesso, è come aprire la finestra, dopo una notte di 
buio pesto. 
Improvvisamente sento di volerlo veramente nella mia vita, voglio ricevere un tuo messaggio appena alzato, e sorridere perché hai scritto 
'Buongiorno amore mio, l'hai visto il cielo quant'è bello?'
Si che l'ho visto il cielo, ma dopo aver visto te, come può un banale cielo, sembrarmi bello?
  
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