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Autore: AryYuna    02/06/2013    5 recensioni
“ « Il fatto strano, Harry, è che potevi non essere tu. La profezia di Sibilla poteva applicarsi a due giovani maghi: entrambi nati quell’anno alla fine di luglio, e i genitori di entrambi facevano parte dell’Ordine della Fenice ed erano sfuggiti a Voldemort tre volte. Uno, naturalmente, eri tu. L’altro era Neville Longbottom » ”
E se Voldemort avesse scelto Neville?
Rating alzato ad arancione per una scena del capitolo 13.
ATTENZIONE: questa fic non è stata abbandonata, ma è temporaneamente sospesa.
(messaggio aggiornato al: settembre 2015)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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   Qualcuno non vuole che io mi laurei. La burocrazia, il mio relatore… la sfiga. Domani dovrei consegnare la firma del mio prof (prof disperso, tra l’altro -.-) in segreteria, e il 18 o 19 mi dovrei laureare. Domani si gioca tutto: se non trovo il prof (o la prof) per la firma metto a fuoco il dipartimento, e vediamo se qualcuno si decide a fare il lavoro per cui viene pagato!
   In tutto ciò, invece che dopo quattro mesi ho aggiornato dopo sei. Qualcuno vuole scommettere per il prossimo capitolo? No, perché di questo passo potrei aggiornare dopo il mio matrimonio - e no, il mio ragazzo immaginario ancora non si è proposto. Riku, ti decidi? XD
   Spero ci sia ancora qualcuno lì… intanto voglio ringraziare sinceramente Serpentina, Lilian Flumer, Butterfly90, meissa_s e lunadistruggi per le loro bellissime recensioni, e la mia nuova lettrice, ArmoniaDiVento. Spero di non averti fatta già fuggire, con questo ritardo!
   



Capitolo 13



   James Potter non era un tipo facile al panico. In tutta la sua vita poteva contare sulle dita di una mano le situazioni in cui, terrorizzato, era corso con le lacrime lungo il viso e gli occhi spalancati per la disperazione, ma nessuna delle precedenti situazioni di panico era mai stata così…
   Harry piangeva tra le sue braccia, stringendo tra i pugnetti chiusi la camicia del suo papà, e James avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo tranquillizzare… ma chi avrebbe tranquillizzato lui?
   Corse, incurante dei babbani che lo fissavano, verso la casa dei Weasley, e mai il breve tragitto gli era sembrato così… eterno. La porta gli si aprì davanti finendo a sbattere contro il muro senza che lui nemmeno prendesse la bacchetta e, tra le lacrime che gli annebbiavano gli occhi, invocò disperato l’aiuto dei quattro maghi che lo fissavano sconcertati.
   « James, cosa… » fece Arthur, ma lui non gli diede il tempo di terminare la domanda.
   « Lily! Hanno preso Lily! ».
   Ci volle un minuto buono prima che le facce che lo accolsero passassero da confuse a inorridite.
   Molly si avvicinò per prendergli Harry dalle braccia e calmarlo, mentre Arthur guidò il ragazzo al divano e Appellò un bicchiere d’acqua dalla cucina.
   « James, cosa è successo? » gli chiese cercando di apparire calmo.
   Il giovane alzò gli occhi su di lui, la disperazione nello sguardo.
   « Hanno preso Lily » ripeté in un sussurro.
   « Chi, James? » incalzò gentilmente Arthur.
   Andromeda spinse delicatamente Dora verso le scale, dove Bill si era fermato richiamato dal trambusto.
   « Mamma… » provò a protestare la bambina, ma la donna non la ascoltò: non voleva che sua figlia ascoltasse quello che aveva tutta l’aria di un discorso da adulti. Bill prese Dora per mano e la guidò di nuovo di sopra.
   « Due Mangiamorte, credo » stava dicendo intanto James. « Non lo so, non li ho visti bene… Sono arrivati improvvisamente, dopo che Sirius se n’è andato… hanno fatto saltare la porta di casa e hanno lanciato Schiantesimi ».
   Arthur e i Tonks si scambiarono occhiate inorridite. « Ero il più vicino a Harry e mi sono precipitato da lui… Ma loro miravano a Lily » concluse con un filo di voce. « L’hanno Schiantata e… sono spariti con lei ».
   « Dobbiamo chiamare gli Auror » disse Ted dopo un momento.
   James lo guardò, confuso. Sembrava sotto shock. Andromeda se ne accorse e prese la bacchetta per formulare l’incantesimo di emergenza. Pochi minuti dopo, due Auror si Materializzarono nel salotto di casa Weasley.
   
   Durante il Medioevo, per sfuggire alle persecuzioni e ai roghi, il Ministero della Magia era stato costretto ad emanare lo Statuto di Segretezza, e i maghi si erano dovuti adattare a vivere tra i babbani nascondendo la propria vera natura.
   Le famiglie più potenti e orgogliose, però, non vollero vivere in mezzo ai loro persecutori, inferiori eppure temuti persino dal Ministero, e si ritirarono in luoghi remoti, dove edificarono le loro dimore con la magnificenza che meritavano.
   Il maniero dei Lestrange era nato in quel periodo. Imponente, maestoso come la famiglia che lo aveva eretto meritava, era una testimonianza del potere dei maghi: nato dal nulla in una notte, protetto da innumerevoli incantesimi, generazioni di Lestrange vi erano nati e morti, e le antiche mura della villa avevano assistito per secoli all’odio della potente famiglia contro gli esseri inferiori che avevano costretto i maghi all’esilio.
   Rodolphus Lestrange era il legittimo erede della maestosa linea di sangue che aveva innalzato quelle mura, e come i suoi antenati aveva proseguito la sanguinosa tradizione fin da bambino, fin da prima di conoscere l’erede di Salazar e seguirlo ciecamente, fin da prima di conoscere la donna che lo avrebbe degnamente affiancato.
   Era con quella donna che stava ora proseguendo quella stessa tradizione. Ed era contro un’altra donna - un essere inferiore, figlia della feccia, ma elevata da un Ministero sempre più debole e patetico a loro pari… Loro pari! Mai una figlia del fango avrebbe potuto essere loro pari - che lo stava facendo.
   Lily Potter era sospesa a mezz’aria elle segrete del maniero, sorretta dagli incantesimi della bacchetta di Bellatrix. Rodolphus le camminava lentamente intorno, come un lupo pronto a balzare sulla sua preda, la bacchetta nella mano, lo sguardo spietato sopra il sorriso crudele.
   Bellatrix sorrideva in modo anche più pericoloso - pazzo. Di fronte a lei c’era non solo una Sanguesporco, ma la vittima prescelta per la loro vendetta contro il Mezzosangue che aveva osato credersi migliore di loro, che aveva osato sorridere compiaciuto mentre il Signore Oscuro cantava le sue lodi nella casa di un Purosangue. Era compito loro, dei più fedeli seguaci del Lord, rimettere l’essere inferiore al suo posto. E quale modo migliore di farlo che usare proprio una Sanguesporco?
   Patetico Mezzosangue. Il sangue impuro di suo padre lo aveva spinto ad innamorarsi di una figlia del fango. Ma questo lui lo nascondeva. Sapeva che non c’era posto per chi avesse sporcato la stirpe magica tra le loro fila. Peccato che i Lestrange lo sapessero.
   Rodolphus levò la bacchetta, risvegliando la ragazza con un incantesimo non verbale. Lily aprì gli occhi e batté le palpebre più volte, guardandosi intorno per cercare di capire dove si trovasse. Era sospesa a un metro da terra in una stanza dalle mura di pietra, senza finestre. Voltando la testa incontrò gli occhi dei suoi carcerieri e un brivido le percorse la schiena, mentre domande le si affollavano nella mente.
   Dov’era Harry? E James? Erano al sicuro? Com’era arrivata qui?
   L’ultima cosa che ricordava era di aver salutato Sirius… poi più nulla. L’avevano rapita? Cos’era successo a Harry e James? Il panico iniziò ad impossessarsi di lei, mentre cercava di liberarsi, ma era come se catene invisibili le stringessero le braccia lungo i fianchi, le caviglie insieme.
   Bellatrix rise, una risata sottile, sadica.
   Rodolphus sollevò nuovamente la bacchetta.
   L’urlo di Lily riecheggiò nei sotterranei della villa.
   
   Gli Auror si erano messi subito al lavoro per ritrovare la giovane scomparsa: due di loro si erano Smaterializzati da casa Weasley per iniziare i rilievi magici a casa Potter, mentre il terzo aveva continuato a fare domande a James cercando di ricostruire i fatti. In breve era sparito anche lui, e le ricerche erano iniziate.
   Fino a qualche mese prima, nessuno avrebbe proposto di chiamare gli Auror per qualcosa in cui c’entrassero i Mangiamorte: contro i seguaci di Voldemort, gli Auror potevano poco. Era il motivo principale per cui Silente aveva fondato l’Ordine della Fenice, il motivo per cui il preside riceveva tonnellate di lettere che non c’entravano nulla con il suo ruolo nella scuola.
   … ma questo era prima di Crouch. Prima della legge che autorizzava gli Auror a prendere tutte le misure che ritenevano necessaria - tutte.
   James si alzò dal divano, incapace di restare fermo, e prese Harry, che ancora piangeva, dalle braccia braccia. Il piccolo tese subito le manine verso il suo papà, che lo cullò mormorandogli frasi vuote per calmarlo.
   Era sbagliato che una parte di lui fosse contento che Crouch avesse approvato quella legge? Due Mangiamorte avevano preso la sua Lily. Harry piangeva e non sembrava in grado di calmarsi nonostante i suoi sforzi. E lui… era distrutto al pensiero di quello che potevano farle mentre loro aspettavano. Era sbagliato che fosse contento all’idea che avrebbero pagato nel peggiore dei modi?
   Sì che lo era. Era sbagliato, perché lui faceva parte dell’Ordine della Fenice, e i membri dell’Ordine non cercavano quel tipo di giustizia.
   Era sbagliato.
   Ma non gliene importava. In quel momento era un marito e un padre, ed era un ragazzo di ventun’anni che combatteva contro i Mangiamorte da quando ne aveva diciassette. Era un essere umano che aveva visto le atrocità che quei… quei mostri compivano contro quelli che percepivano come esseri inferiori. E benché a lui non importasse, perché lui amava Lily e ogni cosa di lei, sapeva che essendo una Nata Babbana rischiava lo stesso destino: solo due mesi prima avevano dovuto seppellire un’intera famiglia Purosangue. Cosa avrebbero fatto i Mangiamorte a quella che chiamavano Sanguesporco?
   Strinse più forte il bambino contro il petto, continuando a ripetergli che sarebbe andato tutto bene, che la mamma sarebbe tornata a casa sana e salva, che… Non sapeva nemmeno cosa gli stesse dicendo di preciso. Le parole non avevano senso alle sue stesse orecchie.
   Ma non poteva dirgli quello che temeva. E non poteva dirgli quello che sperava, perché non avrebbe mai ammesso di stare immaginando i due Mangiamorte che nemmeno aveva visto in volto soffrire. Non sapeva nemmeno cosa stesse accadendo a Lily, ma la paura era tale che la sua mente ricreava immagini atroci, immagini che cercava poi di rivolgere verso gli aguzzini senza volto.
   I Weasley e i Tonks sedevano sul divano e le poltrone osservandolo senza parlare. Molly aveva le lacrime agli occhi, ma le stava trattenendo. Arthur teneva i pugni chiusi, e si scambiava occhiate con Ted: volevano fare qualcosa. Ma non sapevano cosa. Andromeda cercava di scacciare l’immotivato senso di colpa che l’aveva pervasa non appena James aveva pronunciato la parola “Mangiamorte”.
   In cima alle scale, seduti al riparo dagli occhi dei propri genitori ma abbastanza vicini da aver sentito tutto, Bill e Dora si tenevano la mano, gli occhi lucidi.
   
   A chilometri di distanza da Godric’s Hollow, ignaro di quanto accaduto, Remus proseguiva la sua missione.
   Il branco si trascinava dietro il proprio leader senza fiatare. Ogni tanto qualcuno di loro si azzardava a sollevare lo sguardo sui propri compagni, ma il sospetto vinceva sempre, e nessuno di loro aveva intenzione di essere il primo a parlare, il primo a tendere la mano. Il primo a rischiare.
   Erano cresciuti così. Consapevoli di essere reietti della società, di non poter stringere legami veri con nessuno. Molti di loro erano stati abbandonati dalle proprie famiglie dopo il morso che li aveva condannati, altri erano stati costretti ad allontanarsi per la paura di fare del male ai loro cari. Erano soli, lo erano sempre stati.
   Era così che Greyback era riuscito a radunarli. Il bisogno di appartenere a qualcosa, a un luogo, a qualcuno, il bisogno di avere qualcuno che si fidasse di loro, che non fuggisse terrorizzato li aveva spinti a seguirlo. Remus si chiese se non ci fosse tra loro qualcun altro che fosse stato trasformato proprio da Greyback.
   Giunti in vista delle prime case di una cittadina, il licantropo si fermò e il suo branco con lui. Forte della sua autorità si voltò verso i suoi e sorridendo affabile - viscido - disse loro che si sarebbero fermati lì. E non “lì” ai margini della città, come i reietti che erano. Lì, nell’allegra cittadina. Quasi nessuno di loro possedeva del denaro, ma Greyback continuò a sorridere loro. E loro continuarono a seguirlo.
   Aveva conquistato la loro fiducia.
   E questo rendeva il compito di Remus ancora più difficile. Perché sapeva che al posto loro si sarebbe fidato anche lui, sapeva che al posto loro…
   No, non doveva pensarlo.    Seguì Greyback e gli altri in città, mangiarono insieme, girarono come persone normali, quasi come turisti. Gli veniva da ridere. Era un po’ come la prima gita a Hogsmeade. Si aspettava da un momento all’altro James che afferrava Sirius e Peter ai suoi lati gridando “Zonko! Quello è Zonko!” sotto gli occhi disgustati di Lily Evans a qualche passo di distanza. Ma ancora nessuno dei licantropi aveva intenzione di fare il primo gesto di amicizia. Di questo passo sarebbe toccato a lui.
   
   Il dolore era insopportabile. Non aveva mai sperimentato la Maledizione Cruciatus, prima, ma non avrebbe mai immaginato che potesse essere così… così…
   Non riusciva a pensare. Non sapeva più nulla, i suoi occhi erano chiusi contro il dolore che la pervadeva dall’interno, le sue orecchie erano piene delle sue stesse urla che le facevano bruciare la gola, mentre aghi infuocati sembravano trafiggerla in ogni centimetro di carne.
   Fai che finisca.
   Ma quando Rodolphus abbassava la bacchetta, Bellatrix pronta la sollevava, e la tortura non finiva mai.
   Alla fine, il suo corpo e la sua mente non furono più in grado di sopportare il dolore, e Lily perse conoscenza.




   Dai che ce l’ho fatta!
   Non avevo mai scritto una scena di torture. Immaginata, certo, milioni di volte, ma scritta mai. Non credevo che Lily - donna - sarebbe stata la prima vittima di torture di una mia storia, sono
una di quelle psicopatiche che adora vedere i personaggi per cui sbava soffrire. Uhm… forse questa era meglio non dirla, chissà che penserete di me XD
   Ho alzato il rating a arancione. Dato che la tortura è semplicemente una Cruciatus (beh, “semplicemente”… vallo a dire a Lily! XD) non credo ce ne fosse realmente bisogno, ma nel dubbio ho pensato fosse meglio esagerare. Tanto finché non è rosso non dovrebbe cambiare niente per le regole di efp, giusto?
   Un enorme grazie alla mia meravigliosa beta, che ha betato il capitolo in tempo record, e grazie a chiunque sia rimasto con me nonostante la mia spaventosa assenza.
   Cercherò di scrivere il prossimo capitolo quanto prima, ma facciamo che non prometto più niente, che mi porto sfiga da sola XD Prima o poi vorrei anche provare a scrivere qualcosa su qualche nuovo fandom, e di questo passo mi sa che non ce la farò mai XDXD
   Alla prossima!


   
 
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