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Autore: frisulimite    23/12/2007    12 recensioni
"The human whose name is written in this note shall become a rubber duck" ATTENZIONE: alte dosi di idiozia, usare con cautela.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Near, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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soluzione

 

Dunque, eccomi, prima di quanto sperassi, con il secondo capitolo. Il discreto numero di letture e questi primi pareri positivi sono un ottimo stimolo a proseguire. Non abituatevi troppo a questi aggiornamenti veloci, però; in futuro è probabile che io aggiorni molto più raramente. Detto questo, vi lascio alla storia, sperando di non deludervi. A presto (?).

Capitolo 2.

Duello

Light si trovava a scuola, impegnatissimo a scrivere i nomi dei suoi compagni e dei suoi professori nel Duck Note. Il suo professore, uno dei pochi rimasti umani da quando Light aveva trovato il quaderno (e che comunque non sarebbe rimasto umano ancora a lungo, visto che Light aveva appena scritto il suo nome nel Duck Note), stava tentando, mentre tutti si facevano i fatti loro, parlando delle cose più futili, di spiegare qualcosa; curiosamente, però, il professore in questione non tormentava mai i rumorosi studenti, bensì il povero e disgraziato Light, che desiderava solo essere lasciato in pace. La verità è che il professore si sentiva terribilmente inferiore a Light, perciò provava sempre a sorprenderlo chiedendogli all’improvviso e senza ragione di tradurre il brano appena letto (anche se il brano era in giapponese, lui chiedeva di tradurlo), e anche questa volta non fece eccezione.

- Yagami, traduci il brano che ho appena letto. – ordinò il professore, che, tra l’altro, stava insegnando matematica. Ma Light non si faceva mai cogliere impreparato: si alzò e rispose, leggendo da un quaderno a caso:

- "Egli aveva realizzato il suo sogno, e a quel risultato si sentì pervaso da una grande soddisfazione e felicità.". –

- Bravissimo, Yagami. Ma-che-bravo. – disse il professore digrignando i denti come ogni volta che Light rispondeva bene a una sua richiesta stramba (cioè sempre). – Ora potete anche andare. –

Light, soddisfatto di sé, prese Dyuck, che portava sempre con sé come anti-stress, e uscì dalla classe, mentre il professore diventava paperella dopo il solito, grande "Puff!". Gli studenti, uscendo, dicevano cose tipo:

- Toh, s’è trasformato in una paperella di gomma. Capita a tutti, prima o poi. –

- Anche mia nonna s’è trasformata in una paperella, raggiunta una certa età. All’inizio si è tristi, però succede, è la vita. –

- Già. Mio zio era andato a dormire uomo, e il giorno dopo s’è svegliato paperella. Che vuoi farci… -

- Però, così, all’improvviso… fa un po’ impressione, no? Secondo voi che aveva? –

- Mah… -

Light intanto rideva e, una volta che la classe fu vuota, calpestò il suo ex-professore, che emise un sonoro "Squeeeeeck!".

Una volta uscito da scuola, Light si avviò verso casa, senza curarsi della gente che intorno a lui si trasformava in paperelle.

- Ehi, Light, noi andiamo a… squeeeck! - esordì un tizio che non stava particolarmente simpatico a Light, un secondo prima di svanire nel solito "Puff!".

- Anche se tu non ti fossi trasformato in una paperella di gomma, avrei detto di no. Sono molto impegnato. – disse Light alla paperella, per poi proseguire per la sua strada.

- Light, ma non sei impegnato, o sbaglio? – domandò Dyuck, che aveva preso l’abitudine di saltellare dietro Light ovunque egli andasse.

- Ti ho detto mille volte di non parlare con me mentre siamo fuori. Anche se la gente non ti può vedere, né capire quello che stai dicendo, le tue starnazzate si sentono comunque. – mormorò Light. – E inoltre ho davvero qualcosa da fare. –

- Ah sì? – fece Dyuck starnazzando meno rumorosamente. – E cosa sarebbe? –

- Quello che faccio tutte le sere, Dyuck: - rispose Light ghignando. – tentare di creare un nuovo mondo! –

- Imbecille. – commentò Dyuck saltellando un po’ più velocemente per stare dietro a Light.

L’impegno di Light era trasformare più persone possibili in paperelle di gomma, scegliendole accuratamente tra i criminali peggiori e soprattutto tra i suoi conoscenti più antipatici.

- Light, stai lavorando davvero tanto, eh. – fece notare Dyuck, piazzato sulla scrivania di Light.

- È normale, Dyuck. Ho tempo per giudicare l’umanità solo da quando torno a scuola fino a quando non vado a dormire. Inoltre devo fare tutti i compiti che mi assegnano, altrimenti i miei voti caleranno e mamma mi toglierà il Game Boy; inoltre devo dormire almeno dieci ore a notte, altrimenti la mia salute e concentrazione ne risentono, devo fare ogni giorno per tutta la settimana due ore di palestra, devo cucinare, pulire la casa, fare la spesa, stendere i panni, lavare i piatti, aiutare mia sorella a fare i compiti, portare a spasso il cane, spolverare le tende, controllare che il naso del gatto sia pulito e aiutare mio padre a risolvere i casi troppo difficili per lui, cioè tutti. Il tempo che mi resta per giudicare criminali e scocciatori è di cinque minuti scarsi. – spiegò Light, per poi aggiungere:

- E in effetti, il tempo è appena scaduto. Mia sorella entrerà in questa stanza chiedendomi di aiutarla con qualche compito facilissimo tra tre, due, uno… -

- Fratellone, mi aiuti a fare i compiti? – domandò la sorella entrando nella camera di Light senza bussare (e Sachiko aveva sequestrato la chiave, in modo da avere il figlio sempre sotto controllo, così il poveretto non aveva più privacy). Light, che aveva appena fatto in tempo a nascondere il Duck Note, sospirò e disse:

- Certamente. Tanto io NON ho di meglio da fare che aiutare te. –

Dyuck, vedendo la sorella di Light pericolosamente vicina al cassetto dove era nascosto il quaderno, disse:

- Attento, Light, se quest’umana toccasse il quaderno potrebbe vedermi. –

Quella notizia scioccò Light, che già immaginava il terrore della sorella se avesse visto Dyuck, e nella sua mente cominciò a ideare un piano per nascondere il Duck Note.

Intanto, qualcuno all’ICPO ha notato l’incremento delle trasformazioni in papere di gomma…

Un gruppo composto dai più grandi deficienti di tutto il mondo si era riunito per discutere delle misteriose trasformazioni. Un tizio generico (che indicheremo da qui in poi come TG1, Tizio Generico 1) esordì dicendo:

- Ci sono state altre cinquantadue trasformazioni in paperelle di gomma solo questa settimana, e sono solo quelle note. E si sono tutte trasformate in paperelle di gomma gialle e con gli occhi azzurri. –

- E lei come sa questi dettagli? – domandò TG2 (Tizio Generico 2).

- Le ho prese tutte e cinquantadue e le ho messe nel mio bagno. Vedeste che battaglie che ci faccio! – disse orgoglioso TG1.

- Dicevamo… - intervenne TG4. - … le vittime sono soprattutto criminali arrestati da poco, personaggi televisivi inutili e persone comunissime che abitavano tutti nella zona del Kanto. –

- Ok, ma io avrei una domanda. – intervenne nuovamente TG2. – Che fine ha fatto TG3? –

- L’abbiamo eliminato. – rispose pacatamente TG4. – Era comunista. –

- Insomma, basta! – esclamò TG5. – Siamo persone serie, qui. –

- Comunque, si trattava di criminali che prima o poi, salvo complicazioni burocratiche, sarebbero stati giustiziati, di personaggi televisivi che nessuno sopportava e… e di persone totalmente anonime che abitavano nel Kanto. – disse TG6, meglio conosciuto come Studio Aperto (perché studiava i casi aperti con molta attenzione).

- Idiota! – esclamò TG La 7, che però nessuno ascoltava mai, così che il suo intervento fu totalmente ignorato. – Trasformare le persone in paperelle è un crimine, che si tratti di criminali, personaggi odiosi o… persone… comunissime che… abitavano nel Kanto. –

In quel momento arrivò un tizio con un orrido paio di baffi, che si sedette vicino a un giovincello che non si sa cosa diavolo ci faceva in una riunione dell’ICPO, ma che comunque c’era.

- Hanno già cominciato, capo. – disse il giovincello inutile, che chiameremo Tota Matsuda.

- Cosa vuoi che me ne freghi? Sono arrivato in ritardo perché c’era Sachiko che era un po’ insoddisfatta. Sai, ogni tanto devo pure accontentarla, quella vecchiaccia libidinosa. – disse il TG8… ah, no, aspetta, lui non è tanto generico, lui è Soichiro Yagami, che, mi hanno appena informato, è il padre di Light Yagami. Come? Non dovevo dirlo ancora? Ma dai, lo sanno già tutti, e tutti sanno anche che L MUORE! Light muore! Mello muore! Quasi tutti muoiono, gli unici a sopravvivere sono quelli che nessuno sopporta. Bene, ora possiamo continuare.

Intanto la riunione proseguiva.

- Non sappiamo neanche se si tratta davvero di un crimine o di semplici coincidenze! – esclamò TG4, che brillava tra tutti per la sua intelligenza, pari solo a quella di Studio Aperto.

- C’è da dire, in effetti, che può capitare qualche trasformazione in paperella, ogni tanto… mia moglie, ad esempio, ieri è diventata una paperella. E anche mia madre, un anno fa è diventata papera. Ancora risente degli effetti della trasformazione, infatti ha bisogno di una badante. Quei piedi palmati non la aiutano a camminare, non c’è abituata. – disse TG2, per poi tornare sull’oggetto della discussione. – Comunque, più di cento trasformazioni in paperelle di gomma non possono essere coincidenze! Si tratta senz’altro di impaperamento¹! –

- Ma nessuna persona potrebbe impaperare così tante persone in così poco tempo! – esclamò TG4, che faceva tante obiezioni sensate.

- Forse questi impaperamenti sono compiuti da un’organizzazione di vasta scala. – fece notare un TG regionale.

- Le uniche organizzazioni di così vasta scala sono i Boy Scout e le Giovani Marmotte, non trova? – commentò TG4, sempre garbato.

- Stai forse accusando le Giovani Marmotte di impaperamento!? – gridò TG1, molto suscettibile quando si parlava delle sue amate Giovani Marmotte.

- Calmatevi! – intervenne TG2. – Per prima cosa dobbiamo capire se si tratta di impaperamenti o di semplici coincidenze. –

- Ma i rapporti sono chiari… - intervenne nuovamente TG4, che non riusciva proprio a stare zitto. - … trasformazione in paperella di gomma, causa sconosciuta. –

- Già, una trasformazione in paperella di gomma non è un grande indizio. Se si trattasse di forni a microonde e latte in polvere o altri impaperamenti simili sarebbe meglio, ma una trasformazione con un semplice "Puff!"… - commentò TG5.

- Non ci resta che chiedere l’aiuto di L! – gridò Studio Aperto, e tutti tacquero.

- Perché stanno tutti zitti zitti? – domandò Matsuda a Soichiro.

- Ah, ecco spiegata la tua presenza qui. Questa è la tua prima riunione, così tu non sai niente, mi fai delle domande che anche i lettori si fanno, io ti rispondo e così fornisco una spiegazione a tutti, e l’Autore non deve neanche arrampicarsi sugli specchi. – disse Soichiro, poi disse: - Beh, stanno tutti zitti senza avere un motivo decente. Alla mia prima riunione io sono stato zitto perché il mio vicino stava zitto; questi mi raccontò che lui stava zitto perché vedeva il suo vicino stare zitto. Mi sono documentato ulteriormente, e ho scoperto che tutti stavano zitti solo perché il vicino stava zitto. Tutto è iniziato quando, la prima volta che si nominò L, un tizio era senza voce, così il suo vicino è stato zitto perché era convinto che ci fosse una ragione per tacere, e così ha fatto a sua volta il suo vicino, finchè tutti stettero zitti, da allora in poi, ogni volta che qualcuno tira in ballo L. –

- Oooooh… - fece Matsuda, ammirato dalla spiegazione.

- L è il più grande detective del mondo. – continuò Soichiro. – Ha scoperto chi ha ucciso l’Uomo Ragno, chi ha incastrato Roger Rabbit, trovato chi ha rubato la marmellata, chi ha scaldato la cassata con il phon, catturato l’uccisore del leone di Nemea e il ladro dei pomi delle Esperidi, scoperto la ricetta della nutella, trovato la formula della coca cola, scoperto chi è veramente John Titor, scovato l’Area 51, ultimamente sta cercando di capire come funzionano il forno a microonde e il latte in polvere, e, infine, il caso più intricato: ha scoperto qual è il suo vero nome! –

- Accidenti, è un mito! – commentò Matsuda, ammirato, mentre i vari TG riprendevano a discutere.

- Ma questo L non è un tizio che accetta solo i casi che suscitano il suo interesse? – domandò TG5. – Perché dovrebbe accettare di risolvere questo caso? –

- Ha ragione TG5, delle trasformazioni in paperelle di gomma non sono nulla di così interessante. Il detective più famoso del mondo avrà altro da fare che seguire simili sciocchezze. – disse TG4

- È vero, sono storie che si sentono tutti i giorni. – concordò TG1.

- Ehm, ehm… - tossicchiò un tizio chiuso in un impermeabile nero, la cui faccia era occultata.

- E lei chi è, e che ci fa con quel cappotto pesantissimo addosso? Siamo ad agosto, sa? – domandò TG2, al che il tizio avanzò, si mise di fronte a uno schermo sul quale stavano trasmettendo le avventure di Topolino, e disse:

- Io sono Watari. –

- Non gliene frega niente a nessuno chi sei, brutto idiota con manie di protagonismo! E ora facci vedere i cartoni! – gridò TG La 7, che, come al solito, rimase inascoltato.

- Ma come? Non sapete che sono il vostro unico contatto con L? – domandò Watari.

- Seeeee… io c’ho il cellulare di L! – disse TG4.

- Io sono il fidanzato di L. – intervenne TG2.

- Io sono suo padre. – continuò Soichiro.

- Io sono L. – intervenne Matsuda; tutti lo guardarono male. – Ehi, scherzavo. – aggiunse poi l’idiota.

Watari rimase scioccato da tutte quelle rivelazioni sconcertanti, poi, però, riuscì a mantenere il suo sangue freddo, armeggiò con un computer, dopodiché Topolino svanì e venne sostituito da una enorme L scritta con un carattere fichissimo su sfondo bianco.

- Ehi! – protestò TG5. – Noi stavamo seguendo. –

- Signori dell’ICPO… - esordì una misteriosa voce camuffata. - … io sono L. –

- Ma no! Matsuda è qua. – disse Soichiro, prontamente zittito dai suoi vicini.

- Questo caso è difficile e senza precedenti. – disse L. – Ma soprattutto, si tratta di un crimine atroce che va fermato a qualunque costo. –

TG5 commentò:

- Ma ha qualcosa contro le papere di gomma?

- Dicevo! – disse L per far tacere i deficienti dell’ICPO. – Per risolverlo, chiedo la collaborazione di tutti voi dell’ICPO, magari tutti insieme riuscite a fare anche qualcosa di utile. –

- È solo una mia impressione o ci ha insultati? – chiese TG1 al suo vicino.

- Anzi, chiedo la collaborazione di tutte le autorità investigative del mondo. Anzi, chiedo la collaborazione anche delle forze aliene con cui l’America è in contatto. –

- Ma lei come lo s… cioè, di quali forze aliene parla?! – domandò CNN.

- Dimentica che ho scovato l’area 51? – chiese L, per poi riprendere il suo monologo.

- In particolare, chiedo la collaborazione della polizia giapponese e di Bruno Vespa. –

Soichiro si alzò in piedi e, per riflesso, si alzò anche Matsuda.

- Perché la polizia giapponese? – chiese Soichiro.

- E perché Bruno Vespa? – chiese Matsuda. Probabilmente i lettori sanno già perché in Giappone, ma non sanno perché Bruno Vespa, però L risponderà solo alla domanda di Soichiro, perché Matsuda non lo ascolta mai nessuno, povera stella.

- Vuole sapere perché in Giappone? – domandò L. – Lei non vuole sapere perché in Giappone. – sentenziò L tranquillamente. – Comunque glielo spiegherò in un confronto diretto con l’impaperatore. In diretta tv! –

- Imperatore? – chiese TG4, che era un po’ duro d’orecchi.

Casa Yagami.

- E in questo modo, avrete costruito anche voi un cassetto con doppio fondo dove nascondere i vostri artefatti malvagi! – disse Giovanni Muciaccia alla fine della puntata di Art Attack.

- Bravissimo, Giovanni. – disse Light, dopo aver costruito il cassetto con doppiofondo dove nascondere il vostro artefatto malvagio. – Ora non mi servi più. Yak yak! Hig hig! – sghignazzò Light scrivendo il nome di Muciaccia nel Duck Note.

- E ora vi insegnerò a creare la vostra papera di gomma personale! – annunciò Muciaccia. – Guardate come. – e in un sonoro "Puff!" divenne anche lui una papera.

Light, a quel punto, decise di spacciare l’idea del cassetto per sua, quindi prese Dyuck e gli spiegò come andava costruita:

- Per prima cosa, Dyuck, devi procurarti tanta colla vinilica. – esordì Light prendendo lo Shinanatra.

- Ma cosa vuoi che me ne freghi, scusa? – domandò Dyuck. – Vuoi che ti dica che sei bravo? Bravo! –

- Oooh, grazie, sei un tesoro! – disse Light arrossendo (letteralmente. Gli occhi e i capelli diventarono rossi). – Adesso ti devo far vedere un’altra cosa. -

Detto questo accese il suo computer e andò su un sito che si chiamava "La leggenda di Kira, l’impaperatore".

- Ti piace questo sito? – domandò Light a Dyuck, che disse:

- Parlano di te? –

- Esatto. – rispose Light sorridendo.

- Ma… cosa importa alla gente se trasformi qualcuno in papera di gomma, scusa? È proprio vero che gli umani sono imbecilli. – commentò Dyuck.

- Kira è il mio soprannome, pare. Credo che derivi dal nome di un cane, infatti non mi piace molto. – disse Light.

- Ma… qua c’è scritto che il webmaster del sito è Light Yagami. – notò Dyuck. – Ti dedichi da solo i siti? –

- Non è vero! È un caso di omonimia! – protestò Light chiudendo alla svelta il sito.

- Bah… la cosa tragica è che c’è gente che si iscrive pure al tuo sito. –

- Gli umani sono fatti così, Dyuck. – mormorò Light, con l’aria di saperla lunga, mentre invece era solo strafatto. – Per esempio, in una scuola non si metterà mai in discussione se sia giusto o meno trasformare le persone in paperelle di gomma. Ma se se ne parlasse, un bambino direbbe "No, non si può fare", fingendo di essere bravo. Ma una persona con la coscienza a posto, mai apparsa in televisione e che non è in contatto diretto con me, può gridare dal profondo del cuore "Kira, metticela tutta!". Sto creando il mondo che tutti desiderano, un mondo di paperelle di gomma. –

Dyuck, durante tutto quel monologo, non aveva fatto altro che sbarrare sempre più gli occhi, indietreggiando lentamente, senza fare movimenti bruschi, poi domandò:

- Light… ma, onestamente… cosa hai fumato? –

- Si nota, eh? – disse Light accendendo la TV.

Il suo programma preferito, i Plonsters, venne interrotto da un Pincopallino, che annunciò:

- Scusateci, interrompiamo il programma per trasmettere una puntata speciale di Porta a Porta. –

- Porta a Porta? – chiese Light, mentre il programma iniziava.

- Buonasera, buonasera. – disse Bruno Vespa strofinandosi le mani. – Stasera, anche se è pomeriggio, vi presentiamo un confronto diretto tra i due personaggi del momento: il grande investigatore L, che nessuno conosce, e il feroce criminale conosciuto come Kira, che, tra parentesi, è anche il nome del mio cane. – continuò Vespa. – Purtroppo, non conoscendo l’identità di Kira, non ci è stato possibile invitarlo, perciò verrà sostituito da quel peluche. – indicò un peluche di Light comprato su E-bay. – Mentre L, che, per la prima volta, ha deciso di mostrare a tutto il mondo il suo volto e di rivelarci anche il suo nome, è qui, a fianco a me. Per permettere anche ai sordi di capire qual è il suo nome, abbiamo messo un cartello davanti a lei, e alle mie spalle, sullo schermo, trasmetteremo il suo nome in tutti gli alfabeti della terra e non. Ora iniziamo il confronto. Però, prima, dato che si trova qui, signor Taylor (nome da bambola), potrebbe approfittarne per risolvere il caso di Cogne? Ho qui un plastico… - disse Vespa prendendo appunto un plastico, quando svanì in un "Puff!" e diventò una paperella di gomma (che si strofinava le mani).

- Avrebbero voluto farlo in molti. – commentò Light soddisfatto, mentre L, un tizio dall’aspetto banale, iniziava il suo discorso:

- Io sono L, è il mio nome è Lind L. Taylor. T-A-Y-L-O-R, capito? Con la ipsilon. Sono conosciuto anche come il Moralizzatore. E ora ti farò un predicozzo di tale potenza che dopo non potrai fare a meno di pentirti, Kira! –

- Ma… ma chi è questo tizio? – si chiese Light, mentre la madre, dal piano di sotto, gridava:

- Light, non parlare da solo! Ricordati che hai i microfoni in camera. –

- Kira, sappi che io ho intenzione di trovarti, capito? Perché io sono PIÚ intelligente di TE, più BELLO di TE. – continuò Lind L. Taylor.

- Ma cosa crede di fare? Pensa di innervosirmi e indurmi a trasformarlo in una paperella? Beh, ci sta riuscendo… - disse Light prendendo il Duck Note con mano tremante.

- Ricordati che il sesso pre-matrimoniale è sbagliato, devi lavarti le mani prima di mangiare, onora il padre e la madre, non rubare, non uccidere, non desiderare la donna (nel tuo caso l’uomo) d’altri, bevi otto bicchieri d’acqua al giorno, lavati i denti tre volte al dì… - diceva Taylor, mentre Light tremava tutto, cercando di resistere ai suoi impulsi.

- Certo che ci va pesante, eh, Light? – commentò Dyuck.

- … cambiati le mutande ogni giorno, metti la maglia di lana… -

La madre, al solito, commentò, da sotto:

- Stai sentendo sul primo, Light? Dagli ascolto, che le mutande non te le cambi da un mese, lo so. –

- Non è colpa mia, sei tu che non le lavi! – protestò Light.

- Però che schifo, da un mese… - commentò Dyuck, mentre Taylor continuava a cantilenare.

- … non stare più di quaranta minuti al computer; presto a letto e presto alzato fa l’uomo sano, saggio e fortunato; chi ama i libri oltre il presente va con gli occhi della mente, chi, al contrario, li detesta ciuco è nato e ciuco resta. Una mela al giorno leva il medico di torno… -

- Concordo! – esclamò Dyuck all’improvviso, mentre il viso di Light veniva scosso da tic nervosi.

- … ricordati di santificare le feste, mangia le verdure che la regolarità intestinale è importante, e soprattutto… - sorrisetto indisponente. - … trasformare le persone in paperelle è MALE! Sai che vai all’inferno, così? No, no, non si fa. –

- AAAAAARGH!!! – urlò Light fracassando tutto ciò che aveva in camera.

- Light, hai un’altra crisi epilettica? – domandò Sachiko.

- Io sarei malvagio? – domandò Light ridacchiando istericamente. – Io ho liberato i deboli dal terrore, ho portato pace, libertà, giustizia e sicurezza nel mio nuovo impero! (chi ha visto Star Wars episodio III SA) –

- Light, cosa hai detto di aver fumato, scusa? – chiese nuovamente Dyuck con aria preoccupata.

- Ora te la farò pagare. – disse Light, ignorando lo Shinanatra. – Questa penna sarà l’arma della mia vendetta! – esclamò prendendo una penna particolarmente grossa. – Troverò l’indirizzo di quello studio televisivo, andrò lì e gliela ficcherò su per il… -

- Eeeehmmm… considerando che il rating è Verde… - lo interruppe Dyuck con garbo. – E considerando che la mia idea è più comoda… non potresti usarla per scrivere il suo nome sul Duck Note? – osservò Dyuck.

Light si fermò, poi sorrise ed esclamò:

- Eeeeehi! Che idea! –

Prese il Duck Note, poi si bloccò e si chiese:

- Aspetta, com’è che si chiamava? –

Fortunatamente, in quel momento, Taylor disse:

- E, per coloro che si fossero sintonizzati solo ora, io mi chiamo Lind L. Taylor, e penso che Kira sia il male. –

- Giusto! Liiiind… - disse Light scrivendo. – Eeeeeelle… Teeeeeeeeiiiiloooor… - poi alzò lo sguardo e sorrise, tutto fiero di sé.

Dopo i soliti quaranta secondi, dopo un grande "Puff!", Taylor divenne una paperella di gomma, e Light scoppiò in delle risatine isteriche.

- Che c’è, non parli più, ora? –

La paperella-Taylor iniziò ad emettere degli:

- Squeeeck, squock, squeeeck, squock, squeeeeck, squock. – mantenendo il tono cantilenante del Taylor umano.

- Maledetto, continua a burlarsi di me. – disse Light vedendo la paperella che se ne andava saltellando e cantilenando, quando lo schermo svanì, e apparve la solita L scritta col solito carattere fichissimo sul solito schermo bianco.

- Non ci posso credere… - esordì L. -… Kira, io ero convinto che tu saresti entrato nello studio televisivo con in mano una penna particolarmente grossa e poi… lasciamo stare, per una volta mi sono sbagliato. – disse, mentre Light, allarmato, diceva:

- Chi è questo tizio? Eh? Chi c’è dietro quella L?! –

- Kira, se sei tu il responsabile della trasformazione di Lind L. Taylor (con la ipsilon) in papera di gomma in diretta TV, sappi che quello che hai trasformato non ero io. – continuò L.

- Come? Non è possibile, ha detto di essere L! Ha mentito! – esclamò Light, al che Dyuck commentò con un:

- Eeeeeh… so che sembra strano, ma a volte gli umani mentono, addirittura. –

- Quello lì era solo un mimo che voleva sostituire Mr. Lui. Sarebbe stato giustiziato oggi stesso per questo motivo. Se non ti fosse ancora chiaro, non ero io. –

- Sta cercando di dirmi che non era lui? – chiese Light a Dyuck, che annuì gravemente.

- Kira… tu puoi davvero trasformare le persone in paperelle di gomma A DISTANZA? Di persona potevo anche capire, ma a distanza! Non potevo crederci finchè non l’ho visto coi miei occhi. – continuò L, mentre Dyuck, starnazzando con evidente divertimento, disse a Light:

- Ti ha fregato. Pappappero! –

- Ma io, L, ora sono qui! Avanti, trasformami in paperella! –

Intanto, per strada, dove c’è sempre qualche schermo gigante che trasmette gli annunci di L o Kira, la gente, terrorizzata per non si sa quale motivo, faceva commenti come:

- L, ma che fai? –

- L, vuoi diventare una paperella!? –

- Sta rischiando troppo! –

- Kira, mi fai un autografo? –

- L, sei bonooooo! –

- Sarà vera la regola della L? –

- Io do L vincente! –

- Certo che L e Kira insieme sono pucciosissimi! È evidente il loro amore! -

Intanto L continuava a parlare, anche se nessuno, a parte Light, lo ascoltava.

- Allora, che aspetti? Trasformami in una paperella! –

Light, in crisi per quella sconfitta, commentò:

- L… ah! Caino! Ah! Vastaso! Non ti sputo se no ti profumo! –

- Light, insisto, cosa hai fumato? – chiese Dyuck. – La droga non è la risposta, sai? –

- Sembra che per qualche ragione, tu non possa trasformarmi in una paperella. Da ciò deduco che ci sono persone che non puoi trasformare in paperelle. –

- Accidenti, che genio. – mormorò Light, che scemo del tutto non era, e si accorgeva di avere di fronte qualcuno alla sua altezza.

- Grazie per l’indizio. In cambio ti dirò una cosa. – disse L. – Non hai notato che Porta a Porta è un programma trasmesso solo in Italia. Non ti ha insospettito il fatto che fosse trasmesso in Giappone? –

- Brutto figlio di… - esordì Light.

- Light! Non ti azzardare a dire parolacce! – lo sgridò la madre. – Guarda che io ti tengo d’occhio, io ti tengo d’occhio! –

- Inoltre, non ci stanno ascoltando in tutto il Giappone, ma solo nella zona del Kanto. Perché nella zona del Kanto? Perché la polizia non ha notato un dettaglio che sarebbe sfuggito ai più… - spiegò L. - … e cioè, che l’80% delle tue vittime sono persone comunissime che vivono nel Kanto! Da questo ho dedotto che FORSE ti trovi nel Kanto. Onestamente, non ero sicuro che il mio piano avrebbe funzionato così bene. –

- Sono una paperella di gomma nera parlante e con gli occhi rossi proveniente da una dimensione alternativa in cui abitano solo paperelle di gomma come me, eppure ho l’impressione di essere l’unico normale in questa storia. – disse a sé stesso Dyuck, che si divertiva sempre meno a stare nel mondo degli umani.

- In più, a conferma della mia teoria secondo la quale, siccome l’80% delle tue vittime sono persone comunissime che vivono nel Kanto, tu ti trovi nel Kanto, c’era un altro dettaglio. La tua prima vittima è stato Mr. Lui, che, come sappiamo, si trovava in Giappone, terra dove sono concentrati tutti i suoi fan, per un tour. Il suo show, però, è stato trasmesso solo nel Kanto! Quindi le probabilità che tu ti trovassi nel Kanto sono salite dal 3 al 7%. E per una volta le statistiche avevano torto! Mi sono bastati questi pochi elementi per capire che sei nel Kanto! –

- Mamma mia, in gamba questo L, eh… - commentò sarcasticamente Dyuck, mentre Light ascoltava ammirato la spiegazione di L, e ogni tanto dava una capocciata al muro, con disappunto della madre.

Intanto, i deficienti della polizia giapponese guardavano Porta a Porta, ma in realtà gli unici a seguire erano Soichiro e, per riflesso, Matsuda.

- L si è dimostrato all’altezza della sua fama. – commentò Matsuda.

- Già… ha dimostrato che Kira esiste, che le trasformazioni erano impaperamento, e non si trattava di cause naturali, e che Kira si trova in Giappone, nella zona del Kanto. Io non l’avrei mai sospettato, onestamente. – disse Soichiro.

- Kira, vorrei tanto, ma tanto tanto, ma tanto tanto tanto, sapere perché hai trasformato così tante persone in papere di gomma… - disse L, poi fece una pausa e aggiunse: - Scherzo, in realtà non me ne importa un accidente. A me interessa soltanto catturarti e portarti al patibolo, così, per soddisfare il mio sadismo. Allora alla prossima, Kira. E ricordate, bevete Acqua Prata, alla prossima puntata! – concluse L, e lo schermo tornò normale.

- M’è venuta sete… - disse Dyuck. – Il che è terribile, visto che non ho organi interni che mi permettano di bere! –

- Mi vuole giustiziare? – si chiese Light, che non aveva evidentemente ben afferrato il messaggio di L.

- No, in realtà ti ama. L’ha detto anche qualche fangirl, da qualche parte. – rispose Dyuck, che si sentiva molto spiritoso quel giorno.

Lo Shinanatra si aspettava, dopo un’umiliazione del genere, che Light scoppiasse a piangere e corresse dalla mamma; invece, guarda un po’, si mise a ghignare, soddisfatto come se avesse sconfitto Der Richter a Final Fantasy X.

- Interessante! – esclamò Light, senza alcuna ragione. – Neanche tu mi sfuggirai! –

- Eh, sì, però se dici frasi del genere non ti lamentare quando vedi quelle immagini su te ed L, eh. – disse Dyuck.

- Quali immagini? – chiese Light, preoccupato.

- No, niente, niente. A volte è meglio l’ignoranza. –

- Dicevo… ti troverò L, e poi ti trasformerò in una paperella! –

Dyuck pensò: "Cercheranno entrambi di trovarsi a vicenda, tutto perché qualche persona comunissima che vive nel Kanto è diventata una paperella di gomma… chi verrà scoperto per primo morirà (o diventerà una paperella)… è evidente che si amano, ma, soprattutto, è l’ennesima prova che gli umani… sono proprio degli imbecilli!"

- L! – esclamò Light, mentre la madre accorreva dal piano di sotto, spazientita dalla sue urla.

- Kira. – mormorò L.

- L! – gridò Light, con gioia.

- Kira! – gridò L, con maggiore gioia.

- L! – Light correva in un campo di fiori.

- KIRA! – L correva incontro a Light nello stesso campo, in mezzo ai petali.

- Io ti distruggerò a tutti i costi! – gridarono con tutto l’odio possibile entrambi (ditelo che speravate in un po’ di Yaoi, ragazze!)

- Perché io sono… - disse Light.

- IO sono… - disse L.

- … la giustizia! – esclamarono entrambi contemporaneamente.

 

 

 

 

¹. "Impaperamento" è una libera traduzione dell’espressione "Squick Squock", in Shinanatrese. Con questo termine si indica il crimine legato alla trasformazione in paperella di gomma di un essere umano, termine entrato nell’uso comune anche nel mondo degli umani. (Tratto da "Guida allo studio dello Shinanatrese" del prof. Poggibonsi, best seller mondatori 2008)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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