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Autore: Boys Day    06/06/2013    2 recensioni
Ormai viviamo in un mondo di narcisismo e pregiudizi. Tutti si guardano con aria disgustata. Solo una cosa è rimasta pura: L'Amore. Questa è una storia d'amore tra due ragazzi: il primo pieno di segreti e preso sempre di mira dai bulli, il secondo un misterioso orfano. Come si svilupperà la loro storia?
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Una luce intermittente stava davanti a me. Lampeggiava in un modo alquanto fastidioso ma era l'unica fonte di luce che avevo. La stanza in cui mi trovavo aveva poco, giusto qualche oggetto. La luce mi permetteva di vederli solo per qualche secondo. C'erano elettrodomestici non ben identificabili rotti sul pavimento, un tavolo di ferro, delle catene che penzolavano dal soffitto altissimo e la sedia su cui ero legato. Perchè cavolo mi trovavo in quella situazione? MI guardai in giro per un po' fino a quando sentii dei suoni alle mie spalle. Sentii il rumore di una porta aprirsi.
- Sei sveglio? Bene!
- Ugn......cosa?
Mi girai il più possibile e vidi un paio di persone con delle armi, fucili e pistole. Non riuscivo a vedere chi stava parlando però. Molto probabilmente la stessa persona che mi aveva rapito.
- Chi sei?
- Beh, dovresti conoscermi.
- Impossibile, non conosco nessuno con questa voce.
- Lo so che non conosci nessuno con questa voce. Ma.... - un leggero suono si sentì attraverso le pareti, una campana - ...basta chiacchere!! Portatelo nella sua stanza.
Mi misero velocemente un cappuccio in testa e mi slegarono. Mi presero violentemente sotto le braccia e mi trascinarono via.
***
Dopo molto tempo si fermarono. Aprirono una porta, mi trascinarono un po' e mi buttarono su un letto. Non feci in tempo a togliermi il cappuccio e chiusero la porta a chiave. Ero in trappola, ancora. Almeno però adesso avevo un posto dove sdraiarmi. Potevo riposarmi, non sapevo niente della mia situazione. Non sapevo se qualcuno mi stesse cercando la fuori. Ma stranamente mi importava poco tutto ciò. Preferivo stare lì, da solo. Senza neanche accorgermene mi addormentai.
***
"Derrill POV"
- Cavolo!! Perchè non fai niente??
- Non è che io non stia facendo niente.
- Non mi sembra tu ti stia impegnando tanto però.
- Non venirmi a dire che non mi sto impegnando. Tutto questo non sarebbe mai successo se tu non fossi venuto qui.
Silenzio. Non osai dire altro dopo quell'affermazione di Tess. Aveva ragione, non potevo negarlo. Volevo anchio trovare Gerrit al più presto, ma non sapevo come fare.
- Hai ragione, sono di troppo qui - presi le mie cose e mi avviai alla porta.
- Aspetti ancora un momento ragazzo.
Uno dei poliziotti che stava assediando la casa mi appoggiò una mano sulla spalla. Mi girai per guardarlo.
- Si, cosa vuole? - domandai un po' seccato.
- Volevo farti un'ultima domanda.
- Ok, si sbrighi però. Sono di fretta - non era vero ma volevo uscire da quella casa il più velocemente possibile.
- L'ultima volta che ha visto il ragazzo era a scuola giusto?
- Si, me l'hanno già fatta questa domanda però.
- Ok, mi dica. E' successo qualcosa di strano? Di innaturale?
Cosa voleva intedere con quella domanda? Non potevo di sicuro dirgli che il tempo siera distorto, mi avrebbe preso per pazzo.
- No, niente di strano.
- Bene, bene. mi fa piacre saperlo - disse con uno strano sorrisetto.
Finito l'interrogatorio aprii la porta e uscii di casa. Cominciai a camminare. Senza una meta ne una destinazione. Volevo solamente stare da solo, ripensare ai miei errori.
***
Camminai per non so neanche quanto tempo. Mi ritrovai in un piccolo parco. C'erano poche panchine e un grande albero di ciliegio in mezzo ad esse. Mi sedetti su una panchina a caso e chiusi gli occhi.
- Hey.
Sentii una voce dietro di me. Speravo fosse lui. Lo volevo con tutto il cuore. Cominciai a sentire un leggero fastidio agli occhi. Presi coraggio e mi girai.
- Sta bene signore?
Non era lui che mi stava chiamando. Era impossibile, erano passati ormai cinque giorni dalla sua scomparsa. Vidi infatti una bambina che avrà avuto sette con un gelato in mano. Sembrava sola e triste.
- Si, non ti preoccupare. Tu invece come mai sei qui tutta sola?
- Mi sono persa. Ero uscita a comprare un gelato con gli amici del mio papà e poi.........puff......non li ho più visti.
- Ti staranno cercando di sicuro. Dai,ti aiuto a trovarli.
- Ok.
- Dimmi, come sono vestite queste persone?
- Beh.....uhm.....hanno dei vestiti tutti neri e portano degli occhiali da sole.
- Portano degli occhiali da sole?
- Si si - disse annuendo con la testa.
Perchè la descrizione di quella bambina mi ha fatto pensare subito a dei bodyguard? Che sia la figlia di qualche riccone?
- Va bene, andiamo a cercarli.
***
Dopo ore ancora nessuna traccia. La bambina non si reggeva più in piedi. Dovevo portarla a casa.
- Hai sonno non è vero?
- Shi...
- Ok, dai vieni qui - la presi in braccio - dimmi dove abiti, ti porto direttamente là.
- Ve bene, ma non dirlo a nessuno. Mio papà ha detto che è un segreto.
- Ok, va bene.
Mosse una mano verso la mia faccia e mi fece abbassare. Si avvicinò al mio orecchio e mi disse l'indirizzo sotto voce.
- Va bene, andiamo - la guardai e le feci un sorriso.
***
Mi ci volle un po' ma arrivai alla mia destinazione. Davanti a me si ergeva una gigantesca casa, una villa. Mi avvicinai al campanello e suonai.
- ..........
Nessuna risposta, forse era la casa sbagliata. Mi girai e cominciai a camminare.
- Si, chi è?
Sentii una voce autoritaria uscire da citofono poco distante. Mi affrettai a svegliare la bambina e risposi.
- Salve, sono qui perchè ho trovato....... - mi girai verso la piccola che mi disse il suo nome sotto voce - Rose.
- Grazie al cielo! Grazie mille! Le apro subito il cancello.
Sentii un forte suono e il gigantesco cancello davanti a me si aprii. Cominciai a camminare inoltrandomi nel lussureggiante viale. Mi guardai un po' in giro e vidi un bellissimo giardino e una meravigliosa piscina. Dopo un po' arrivammo all'ingresso della villa. Neanche il tempo di bussare che la porta si spalancò.
- Rose!! Mia dolce Rose!!!
Una signora anziana uscii di corsa e abbracciò la piccola. Era vestita con dei vestiti molto scuri.
- Salve, sono la Signora Butch la cameriera principale della casa. Prego entri, le preparo un the.
- Grazie mille - risposi sorridendo.
***
"Gerrit POV"
- Fatemi uscire!!!! Fatemi uscire dannazione!!!
Colpii ripetutamente la porta ma senza risultati.
- Dannazione.
Mi sedetti e mi presi il viso tra le mani. Ero rinchiuso ormai da giorni. Ne ero sicuro, lo capivo perchè ogni tanto qualcuno che passava lì davanti per caso parlava del tempo fuori e dei suoi programmi per la mattinata.
- Qualcuno mi salvi. Vi prego...
Mi alzai senza più forze e mi sdraiai sul letto. Chiusi gli occhi per un secondo quando sentii la porta aprirsi. Alzaii lo sguardo e li vidi.
***
"Derrill POV"
- Grazie mille per il the signora, adesso però è ora che io vada.
- Vero vero. Venga, l'accompagno alla porta.
- Non si preoccupi, non mi serve il suo aiuto.
- Va bene. Grazie mille per aver trovato Rose.
- Si figuri.
Mi alzai dalla poltrona e uscii dal gigantesco salone in cui mi trovavo. Mi feci strada tra i tanti corridoi e mi ritrovai all'ingresso.
- Cavolo, la mia giacca. La signora Butch l'ha messa nel guardaroba. Uhm....devo sarà? Boh, proviamo di qua.
Entrai nel corridoi alla mia sinistra e andai avanti per qualche metro. Superai un paio di porte chiuse a chiave.
- Vedimo questa qui.
Girai la maniglia della porta davanti a me. Si apriii e trovai qualcosa di familiare. Ma non era la mia giacca.
- Tu che ci fai qui?
La persona che era dentro la stanza si girò lentamente.
- Derrill? Che ci fai qui?
- Ti ho fatto io questa domanda per primo.
- Non vedi, sono qui per non nuocere agli affari di mio padre - disse alzando le braccia legate da una corda.
- Tuo padre? Tu padre ti ha fatto questo?
- Si, ma non ne voglio parlare.
- Ve bene, vieni qui che ti libero.
- Non dovresti liberare prima Gerrit?
- Cosa? Gerrit? Tu sai dov'è?
- Non sei venuto qui per lui?
Rimasi paralizzato. Perchè il padre di Jack l'aveva legato? Cosa centrava adesso Gerrit?
***
- Quindi questo è quello che è successo.
- Che stronzo!!! Tuo padre è un vero stronzo!!!
- Ti ho già detto che non è veramente mio padre, mi ha adottato.
- Si hai ragione è vero. Ma perchè l'ha fatto?
- Non lo so. Non abbiamo tempo da perdere però, dobbiamo trovare Gerrit!
- Sai dove potrebbe essere?
- Molto probabilmente nel seminterrato.
- Va bene, andiamo.
- Aspetta seguimi.
Si alzò e si diresse verso una porta nel corridoio. Tirò una chiave fuori dalla tasca dei pantaloni e la infilò nella serratura. Aprì la porta e rimasi un po' sconvolto.
- Ci serviranno queste, non possiamo andare la giù disarmati.
Davanti a me c'era una distesa infinita di armi e pistole.
- Che cazz....
- Mio padre non è proprio una brava persona. Fa affari un po' pericolosi e deve potersi difendere.
- Va bene, non voglio sentire altro della tua strana famiglia. Prendiamo quello che ci serve e andiamo da Gerrit.
Jack mi guardò e fece un cenno con la testa.
***
- Quanto sono lunghe queste scale?
- Molto, mio padre vuole tenere le sue cose il più lontano possibile dalle persone.
Scendemmo delle scale non so neanche per quanto tempo, saranno stati come minimo trenta piani.
- Eccoci, sei pronto? Ti ricordi come si spara giusto?
Jack era davanti ad una porta e teneva la mano sulla maniglia. La sua mano vibrava, aveva evidentemente paura. Non era l'unico però.
- Si, me lo ricordo. Spero solo di non doverle usare queste pistole.
- Lo spero anch'io.
Aprì la porta e ci preparammo al peggio.
***
- Quanti colpi hai ancora?!?!
- Abbastanza.
- Va bene, davanti a noi abbiamo tre pistole e un mitra. Occupiamoci prima del mitra.
- Ok, va bene.
Uscimmo dal nostro nascondiglio e sparammo il più precisi possibile. Riuscimmo a ferire due di loro. Gli altri scapparono spaventati.
- Ah...ah....ce l'abbiamo fatta.
- Si, con questi due siamo a sei. Quei due che sono scappati dovrebbero essere gli ultimi.
Mi appoggiai ad un muro e guardai i corpi dei due uomini vicino a noi. Mi disgustava quella vista, fino a qualche ora fa stavo aiutando una bambina a tornare a casa e adesso stavo decimando la sua famiglia. Cominciai a guardare il soffitto e a piangere.
- Perchè mi stai aiutando? Perchè stai tradendo tuo padre?
- Lo faccio per Gerrit, lo faccio perchè io lo amo. Quando tu non c'eri ero l'unico che pensava a lui. Voglio sentire ancora quella sensazione. Voglio sentire ancora le sue labbra.
- Le sue labbra?! L'hai baciato?!
- Si, non sono l'unico qui presente però che prova quello che provo io e che ha fatto quello che ho fatto io. Non è vero?
- Si, hai ragione - feci un leggero sorriso.
- Perchè sorridi? - mi guardò Jack un po' sconcertato-
- Non avrei mai pensato che per salvare la persona che amo mi sarei alleato con il mio rivale in amore e che con lui avrei ingaggiato una battaglia contro il padre di quest'ultimo. Fa ridere come cosa.
- Hai ragione. Però adesso non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo andare.
Mi alzai, presi una chiave lì vicino e ricominciai la mia corsa. Mancava pochissimo e avrei rivisto il mio amato. Avrei riavuto la mia vita. Ma serebbe stata uguale a prima, dopo le persone che avevo ucciso? Il loro sangue era indelebile sulle mie mani.
- Hey Derrill, fermati!!
Era qualche metro più avanti a Jack.
- Cosa c'è?
- Siamo arrivati. Lui è qui dentro.
Appena sentii quella frase corsi subito indietro lasciando cadere la pistola. Mi trovai davanti una porta in metallo.
- Forza aprila, usa questa - gli dissi passandogli la chiave recuperata poco prima.
Jack aprii la porta e trovammo Gerrit su un letto che ci guardava sconvolti.
- Gerrit!!! Sei tu!!!
***
"Gerrit POV"
Derril mi abbracciò subito e io non aspettai a contraccambiare. Mi mancava sentire il suo corpo contro il mio. Cominciai a piangere. Tutti i sentimenti che avevo dentro di me uscirono nello stesso momento.
- Scusate se interrompo tutto ciò, ma dobbiamo andare. Non siamo ancora la sicuro.
- Hai ragione, forza Gerrit. Andiamo - mi disse Derrill prendendomi per mano.
Percorremmo un corridoio tutto scuro e grigio. Lungo il percoso vidi cadaveri e buchi di proiettili nei muri. Rimasi sconvolto, ma non mi potevo fermare. ero ancora in pericolo.
***
- Forza Derrill, sia quasi arrivati all'ingresso. Manca poco.
- Arriviamo - disse prendendomi in braccio.
- Grazie, ero un po' stanco - sussurrai mentre avvicinavo la mia testa al petto di Derrill.
Porcoremmo l'ultimo corridoio il più velocemente possibile e ci ritrovammo davanti al portone d'ingresso.
- Jack, apri forza!! - urlò Derrill.
- Fatto, fatto - rispose Jack.
Stavamo per uscire quando un rumore insolito cominciò alle nostre spalle. Qualcuno stava applaudendo.
- Bravi, complimenti per essere arrivati fino a qui.
Ci girammo di scatto. Un uomo sulla quarantina si avvicinò a noi.
- Papà, lasciaci andare.
- Non posso, Gerrit mi serve.
- Perchè ti servo? A cosa ti servo?
- Non l'avete ancora capito? Tess non vi ha parlato di come sei nato? Di un ragazzo che invecchiava troppo velocemente?
- Si, perchè?
- Ma siete proprio scemi non è vero? Sono io quel ragazzo.
- Impossibile, dovresti avre la nostra età.
- Infatti ho la vostra età, ma come ben sapete io invecchio molto più velocemente degli altri. Per questo mi servi, grazie a te potrò curarmi. Grazie al tuo DNA potrò tornare giovane.
- E' una pazzia.
- Può darsi, ma tentar non nuoce.
- Tu lurido bast......
- Derrill, basta. Voi andate, ci penso io a fermarlo - Jack interruppe Derrill.
Non dissi niente e venni tirato da Derrill fuori da quella casa. Mi tirava violentemente finchè non inciampai.
- Forza Gerrit!! Alzati!!! - mi urlò contro.
- Aspetta, sono stanco...
- Non abbiamo più tempo. Non sappiamo per quanto tempo lo potrà tenere occupato.
- Ma....
Venni interrotto da un colpo di pistola. Proveniva dalla villa.
- Jack!! - urlai alzandomi e correndo verso quel suono.
- No!!! Non abbiamo tempo - disse tirandomi per un braccio.
- Ma Jack. Dobbiamo salvarlo - dissi tra le lacrime.
- Come ti ho detto non abbiamo.....
- .....tempo. In verità quel marmocchio ne ha di tempo, ha tutto il tempo del mondo.
Sentii una voce provenire da dietro di noi. Ci aveva già raggiunto.
- Merda!! - disse Derrill.
- Non potete più scappare.
- Se vuoi Gerrit dovrai passare sul mio cadavere.
- Non ti preoccupare, ti ucciderò subito. Proprio come ho fatto con quel lurido traditore di Jack.
- No, Jack!!! No!!!!!
Non capii più niente. Dopo aver sentito le parole di quel signore il mio cervello si spense. Sentii un rumore di sotto fondo, Derrill stava ancora parlando animatamente. Non ce la facevo più, dovevo finirla.
- Basta Derrill!!! Andrò con lui.
- Cosa dici, non puoi.
- Devo farlo, non posso lasciare che ti uccida. Non voglio.
- Bravo bambino, vieni qui da me.
Mi diressi verso l'uomo quando un colpo di pistola partì. Mi girai di scatto e vidi Derrill accasciarsi al terreno.
- Nooo!!!!!!
Corsi indietro verso di lui in lacrime e mi sedetti lì vicino.
- Gerrit.....mi dispiace.....non ho potuto salvarti..........avrei tanto voluto vivere insieme a te...essere felice con te....
- Non ti preoccupare, noi vivremo insieme......per sempre.
- Me.....lo prometti?
- Si Derrill, te lo prometto. Il nostro amore sarà eterno.
- Va bene.......adesso però......non piangere - disse asciugandomi la faccia e accarezzandomi la guancia.
- Va bene, smetterò di piangere - dissi sorridendo e stringendo la sua mano.
- Ti amo..... - disse con il suo ultimo respiro.
- Bene, finalmente questo dramma è finito. Dai, forza andiamo.
- Non ci vengo con te. Rimango qui, con Derrill. Abbiamo ancora tempo - risposi sorridendo.
Dopo aver detto quelle parole poggiai un bacio sulle labbra di Derrill.
- Anche io ti amo.
Un forte vento si alzò all'improvviso e tutto cominciò a rallentare.
- Che stai facendo lurido pezzente. Non usare il tuo potere su di me - disse puntandomi la pistola contro.
Ancora volta sentii uno sparo. Il proiettile si stava dirigendo verso di me quando si fermò a mezzaria. Piano piano comiciò a corrodersi fino a diventare polvere. Tutto quello che era intorno a me cominciò a invecchiare di colpo: gli alberi e i sassi diventarono polvere sotto i miei occhi. Il cielo si aprì e una luce accecante ci colpì.
***
Mi ritrovai in una stanza completamente bianca. Vicino a me Derrill e un po' più distante l'uomo sconvolto.
- Dove siamo? - mi chiese.
- Non ti è dato saperlo visto che morirai qui.
Mi girai e guardai l'altro in faccia. Ad un certo punto sulle parete comparvero dei video.
- Cosa sono questi?
- Questo è il mio tempo. Il tempo che ho trascorso con Jack e Derrill. Vedi: lì c'è il bacio che mi ha dato Jack, quello è il periodo del mio coma. Qui invece c'è l'appuntamento con Derrill e il bacio che mi diede la sera prima. Tutto questo è la mia vita e tu non ne fai parte.
- Non ne faccio parte? Senza di me non saresti neanche nato.
- Beh, allora dovrò ringraziarti per bene. Che ne dici se risolvo il tuo problema di età?
- Di cosa stai parlandoì?
- Guara le tue mani...
Le sue mani stavano invecchiando velocemente, tutto il suo corpo stava accumulando anni su anni. Stava morendo.
- Non prenderti gioco di me tu brut.......
Non fece in tempo a finire la frase che si tramutò in polvere. Ero rimasto solo, solo con il mio tempo.
- Gerrit.
Conoscevo quella voce, l'avevo già sentita. Proprio in quella stanza. Mi girai e li vidi.
- James. Cassandra. Siete arrivati finalmente.
- Si, adesso siamo qui. Siamo venuti a salutare nostro figlio e a dirti un'ultima cosa.
Le due persona vestite di bianco si avvicinarono al corpo di Derrill  e mi guardarono.
- Ci prometti che ti prenderai cura di lui?
- Certo, ve lo prometto.
- Bene, allora noi adesso dobbiamo andare.
- Ma siete appena arrivati.
- Si, ma non abbiamo più tempo. Prenditi cura di lui.
- Lo farò.
Dopo aver sentito le mie parole scomparvero. I video terminarono e tutto piano piano cominciò a diventare scuro. Ero stanco, avevo usato tutta la mia energia. Mi sdraiai vicino a Derrill, gli presi la mano e chiusi gli occhi. Stava per finire, tutto quanto.
***
Sentii una forte botta. Aprii gli occhi e mi ritrovai per terra.
- Ah!!!
- Scusa, è colpa mia. Ti sei fatto male? - rispose. 
- No no, mi ero distratto, la colpa è mia - gli risposi senza guardarlo. 
- Piacere, il mio nome è Derrill
- Piacere.....sono Gerrit - dissi imbarazzato.
   
 
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