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Autore: Lady Rea    07/06/2013    0 recensioni
Che cosa succederà a un amore precario e incapace di reggere durante le tempeste se uno dei due decide di fare il grande passo?
Ronald Weasley è veramente pronto a convolare a nozze con la Serpeverde Pansy?
E lei, la ex Carlino di Hogwarts, ora affascinante imprenditrice è decisa a diventare una donna maritata e svestire i panni della fidanzata part-time?
E i loro parenti ed amici come reagiranno?
L'Incredibile coppia Parkinson-Weasley è lieta di invitarvi nell'inferno delle loro vite.
Benvenuti in questa storia e buona lettura.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'The Ronsy Project'
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[Il Famoso Momento Giusto]





Aveva sentito la necessità di fare un passo avanti nella fragile relazione che aveva con Pansy, pochi giorni prima di quella sfortunata sera, quando andò a cenare nella piccola ma accogliente villetta di periferia dove Audrey Schumann e suo fratello Percy si erano appena trasferiti.
Era sempre stato strano vedere il fratello più serio e composto, comportarsi come qualsiasi innamorato. Nonostante Audrey non fosse una grande cuoca, era riuscita a ricreare il famoso pasticcio di carne di sua madre e per tutta la sera avevano chiacchiarato amabilmente dei più disparati argomenti. Ogni qualvolta Percy si dilungava nella spiegazione di procedimenti amministrazioni o nelle prossime discussioni del Consiglio dei Ministri, Audrey lo fissava o gli dava un dolce colpetto al braccio e allegramente cambiava argomento per non tediarlo ulteriormente.
Li aveva visto baciarsi mentre sistemavano i piatti nel lavello della cucina e sorridersi in un modo così intimo che da subito li invidiò.
Da quando Percy si era dichiarato e Audrey aveva deciso di abbandonare l'Inghilterra per mettere su famiglia, la loro relazione, da prima mal vista in famiglia, ora era diventata solida ed ammirata da tutti. Un'Auror straniero, una donna d'azione e d'impulsi e un burocrate, amante delle parole e dei libri. Una strana coppia che gli aveva aperto un scenario possibile. Lui e Pansy erano esattamamente come Percy e Audrey, diversi ed opposti eppure legati.
La storia del Momento Giusto lo colpì allora.



-Quando vi sposerete?- domandò Ron versandosi della birra tedesca e gustandola con fare esperto.
Percy rifiutò il bicchiere e si sedette sulla poltrona accanto al fuoco con il giornale in mano, un brutto vizio che Audrey gli rimproverava in continuazione.
-Presto immagino.- rispose Percy sbuffando. -Ovviamente io sono contrario alle cerimonie in grande, ma mamma sembra avere altre opinioni.-
-Mamma è mamma. Lo sai come andranno a finire queste cose quando c'è di mezzo lei.- Percy fece una strana smorfia e posò con millimetrica precisione il giornale sulle ginocchia.
-Audrey adora l'idea di andarcene in Germania per una cerimonia civile e poi fare un ricevimento alla Tana, ma siamo dell'idea che sia meglio lasciarla intromettersi.-
Ron notò lo sguardo serio e la leggera tensione nella voce del fratello, intuì che nonostante fossero passati ben tre anni dalla fine della guerra e dalla morte di Fred, ne era ancora profondamente turbato. Era tornato lentamente e quasi sempre restio a parlare e confidarsi con qualcuno. Con la loro madre, Percy osservava un estremo mutismo e profondo senso di colpa che gli impediva di ristabilire quella connessione speciale che ogni madre ha con il proprio figlio. Era chiaro che dietro il suo ritorno e la ripresa delle frequentazioni e delle relazioni con tutti gli amici di famiglia, c'era Audrey, che con il suo sorriso mesto e un po' malincolico, con la sua grazia e bellezza era riuscita ad fare breccia a tutti i cuori dei Weasley. In lei c'era quella fermezza morale e quella forza che Percy stava ritrovando in fondo alla sua anima grifondoro.
Per questi e per altri mille motivi, invidiò pronfondamente quella tranquillità domestica, quell'armonia e la certezza di avere un porto sicuro e l'appoggio di una persona sempre e comunque. Quella sera desiderò disperatamente di tornare in una piccola casa di periferia, essere invistito dalle grida di bambini o dalla risata di Pansy, d'inciampare nei suoi tacchi lasciati nell'ingresso o vederla versarsi del vino mentre lui le massaggiava la schiena.
Piccole cose, nulla di che.
Era solo il Momento Giusto.



Arrivato alla quinta birra scolata in pochi secondi, si calmò.
Il divano di Harry era troppo comodo per alzarsi, così tirò fuori la bacchetta e fece scomparire la lattina. I proprietari del divano lo guardavano assonnati e confusi.
-Harry, tu non puoi capire.-disse Ron per l'ennesima volta. -Lei ha fatto una faccia schifata come se stessi vomitando decine di lumache ed è fuggita via. Ha lasciato persino quella dannata borsa!- esclamò improvvisamente arrabbiato.
Ginny sospirò e sussurrò al fidanzato. -E adesso che facciamo? Continuerà così per chissà quanto tempo.- strappò dalle mani del fratello la sesta birra e la gettò nel cestino della cucina.
Harry si accertò che la ragazza chiudesse la porta e si avvicinò all'amico, sbuffando e recuperando con un'incantesimo la sesta lattina.
-Bevi, bevi. E' la stessa cosa che ho fatto io quando Ginny ha rifiutato di rimettersi con me, dopo la guerra. Aveva deciso che mi avrebbe punito e l'ha fatto.- raccontò Harry a bassa voce.
-Ricordo. Ma io sono nella merda fino al collo, miseriaccia! Non ha avuto il coraggio di dirmi di no ed è scappata.- sussurrò Ron con voce impastato dall'alcool e da strane sensazioni. -Cazzo!-
Harry sorrise appena e posò una mano sulla spalla del suo quasi cognato, ma fratello da molto più tempo. -Se c'è una cosa che i Serpeverde fanno in continuazione è riflettere. Forse l'hai presa alla sprovvista e più che dirti di no, era troppo scioccata per pensare e si è data alla fuga. E' una Serpeverde, Ron, le hai mai fatto capire che il Momento Giusto stava arrivando?- domandò Harry curioso.
Ron aggrottò la fronte e cercò di capire. -Mi stai dicendo che dovrei aspettare? E per quanto?-
-Finché lei non si farà viva. Se vuoi possiamo controllare domani a lavoro, tanto dobbiamo comunque andare al San Mungo, no?-
Ron annuì e ringraziò l'amico mentre si scolava quello che rimaneva della lattina.
-Sei un amico, Harry.-
-Cerco solo di fare del mio meglio!- esclamò il Prescelto e gli fece l'occhiolino.



Si smaterializzò con qualche difficoltà e si accorse di essere al pianerottolo sbagliato.
Brillo e stanco si trascinò sulle scale malconce del suo palazzo ed aprì la porta scura dell'appartamento quindici con un colpo di bacchetta.
Si tolse la giacca e per qualche strano motivo non riuscì ad appenderla e la lasciò a terra di conseguenza. Inciampò su un paio di tacchi abbandonati proprio davanti all'entrata al soggiorno e lì trovò un'inaspettata sorpresa.
-Dobbiamo parlare, Weasley.-
-Pansy!- trillò lui avvicinandosi. Solo quando si sedette sul divano notò gli occhi gonfi di pianto, le labbra secche e i capelli arruffati. Lei non aveva mai i capelli arruffati e la cosa lo sconvolse.
-Certo … Dobbiamo parlare.- improvvisamente il sonno lo stava trascinando nel mondo oscuro di Morfeo. Pansy alzò il sopracciglio mentre fissava lui che sbadigliava e tentava di abbracciarla goffamente, in preda da quella che doveva essere una fulminea e strana sbronza.
-In queste condizioni non sei proprio in grado di parlare.-
-No!Sto benissimo, perché dubiti delle mie condizioni?- gracchiò Ronald allontanandosi improvvisamente arrabbiato.
-Perché il matrimonio è una cosa seria, Weasley!- sbottò Pansy alzandosi in piedi e andando a recuperare i tacchi e la borsa, si stava mettendo la giacca quando la mano di Ron le afferrò gentilmente il braccio e lasciò che il cappotto le scivolasse dalle spalle.
-Puoi … Puoi rimenere a dormire qui, se vuoi.- propose lui. -E' tardissimo e domani dobbiamo entrambi andare a lavoro. Dormirò anche sul divano se vuoi.-
Pansy scosse la testa pensierosa. -Non c'è bisogno di dormire sul divano, Ron.- rispose lei dolcemente.






   
 
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