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Autore: Aetherios    07/06/2013    0 recensioni
La storia di una ragazza che dalla morte della madre ha visto il suo mondo cambiare.
Tutto ciò che credeva era solo finzione e la sua favola viene distrutta da chi più amava.
L'amore. Ogni tipo di amore.
Tema centrale della sua vita, l'amore le ha offerto il paradiso ma soprattutto l'inferno.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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10 giugno 2003.

 

Era l'ultimo giorno di scuola.
Il sole e il caldo oramai avevano inondato la città e io e la mamma ci eravamo trasferite nella casa di campagna.
La vegetazione intorno a quella specie di cottage ci permetteva di vivere le giornata al fresco senza soffocare per il calore, ovviamente c'era il solito inconveniente di quegli stupidi insetti di cui io avevo la maledetta fobia. ''Sono animali anche loro'' diceva sempre la mamma e io rispondevo con un ''Si, animali brutti e schifosi'' sussurrato per non farmi sentire da lei, non amava che usassi questo tipo di linguaggio.
Le campagne francesi erano uno spettacolo, non eravamo così distanti dalla città, forse solo un paio di ore di macchina ma nonostante questo eravamo ben lontane dallo stress tipico cittadino e io sapevo che era ciò di cui lei aveva bisogno. Rotolai sul letto evitando stavolta di cadere e sbattere come al mio solito la fronte sul pavimento di legno, oramai avevo fatto l'abitudine ai cerotti che coprivano ogni mia piccola ferita provocata dalla mia distrazione. Poggiai i piedi a terra e subito percepii quel brivido freddo che ricevevo ogni volta che toccavo il pavimento con i piedi nudi, ma nonostante questo e nonostante fossi una bambina davvero freddolosa, continuavo imperterrita a rinunciare a scarpe e calzini per godermi quel meraviglioso pavimento di legno naturale. Scesi dal letto con un balzo e velocemente mi diressi verso la cucina, a differenza della nostra casa di Parigi, questa era tutta su un piano quindi i miei passi corti ma veloci risuonarono come eco fra le pareti. Mi ero svegliata piana di energie, l'ultimo giorno di scuola era sempre quello che preferivo, primo perché la scuola era finalmente finita e secondo perché organizzavamo sempre una piccola festa con tanti dolci buoni. Mi ero dovuta alzare molto presto ma Maddalena era già pronta ad accompagnarmi, lei era la mia tata e aiutava mamma nelle faccende di casa. Mamma era una dottoressa, la famosa Michelle Gauthier, i miei compagni di classe la conoscevano tutti, lei era sempre così gentile quando veniva a farci i vaccini a scuola
-Maman j'ai faim..
Dissi in francese e lei mi guardò scuotendo la testa, non voleva che parlassi sempre e solo francese, mi stava insegnando anche le altre lingue quindi voleva che per esercizio le usassi
-Maman je continue à ressentir la faim
Dissi capricciosa poggiando la fronte sulla lastra di marmo che copriva la cucina di legno, lo stomaco brontolava e io già sapevo che sarei stata due ore in viaggio senza toccare nulla.
-Quando arriverai a scuola mangerai di tutto e di più.
Disse lei rimproverandomi per i miei capricci.
-E poi sei sicura che vuoi andarci? E' l'ultimo giorno di scuola puoi anche rimanere a casa.
Spalancai gli occhi guardandola, sapeva quanto ci tenevo alla festa quindi aggrottai la fronte e incrociai le braccia al petto
.-Ma mamma... voglio andarci eccome, è l'ultimo giorno e poi la mamma di Arlene mi ha promesso che avrebbe portato quella fantastica torta al cioccolato che amo tanto.
Da vera golosona non potevo rinunciare ad una cosa del genere. Lei scosse la testa oramai arrendendosi a suo figlia troppo testarda da far ragionare e io sorrisi maleficamente pensando a quella gustosa torta.
In dieci minuti riuscii a prepararmi, indossai la divisa ufficiale della scuola e legai i capelli in una coda alta raccogliendoli tutto, l'ultima mansione però non le feci da sola ma mi aiutò Maddalena, lei adorava pettinarmi i capelli e io adoravo ricevere questo tipo di attenzioni.
Presi lo zaino e corsi di nuovo in cucina dalla mamma.
-Prometto che ti porterò un po' di torta se non me la mangio per strada.
Dissi sorridendo e le diedi un bacio sulla guancia per poi allontanarmi per avviarmi verso l'uscita.
Lei mi bloccò per un braccio mi attirò a se abbracciandomi forte, allungai le mani al suo collo stringendola con altrettanta forza, per quanto potevo averne visto che ero solo una bambina di dieci anni.
-Tu lo sai che ti voglio bene vero?
Dissi guardandomi negli occhi e io sentii un groppo in gola che mi impediva di deglutire correttamente, annuii alla sua domanda senza riuscir a proferire parole e lei incalzò con il discorso.
-Devi sempre essere sicura di questo, qualunque cosa succeda.
Se un giorno non ti starò più accanto tu devi proseguire la tua vita come hai sempre desiderato, lo capisci questo?
Ti ho educata per crescere forte e non cambiare mai ciò che sei, per nessuno, neanche per tuo padre.

L'ultima frase sembrava quasi un avvertimento ma io non riuscivo ancora a capirlo, ero ancora troppo piccola per comprendere le parole di mia madre.
Annuii ancora mentre lei mi schioccava un bacio sulla fronte, guardai i suoi occhi azzurri, quasi quanto i miei ed erano lucidi, come se da lì a poco potesse scoppiare a piangere.
Quel groppo in gola continuava a crescere e diventava più grande quasi facendomi respirare a fatica. Uscii dalla casa mano nella mano di Maddalena e salii in macchina, lei mi mise la cintura e dopo qualche minuto partimmo verso la città.
Durante le dure ore di viaggio non facevo altro che pensare alle parole di mia madre, sembrava così triste e piena di rabbia, eppure ultimamente stava meglio no?
L'avevo vista sorridere così tante volte durante la permanenza in campagna che mi ero illusa stesse bene.
Sospirai abbassando lo sguardo verso i miei piedi che non toccavano terra mentre Maddalena cantava qualche canzone in italiano, sua lingua madre, neanche lei riusciva a farmi tornare il buon umore.
Arrivammo davanti alla scuola con un leggero ritardo per il traffico intenso di Parigi e io scesi dall'auto salutando velocemente Maddalena, lei mi disse che avrebbe fatto alcune compere per la città e poi all'uscita di scuola mi sarebbe venuta a prendere.
Annuii in silenzio e passai la strada per raggiungere le altre bambine.

[...]

Fu una mattinata divertente, ovviamente la mia prima attività era stata mangiare ogni tipo di dolce che c'era sul buffet e poi mi ero dedicata ai giochi che avevano organizzato le maestre, loro erano così simpatiche e sempre dolci con me.
Ero riuscita anche avere una seconda porzione di torta al cioccolato della madre di Arlene, la mia felicità era alle stelle e il discorso di mia madre non mi aveva più turbato.
Evitavo semplicemente di pensarci.
All'improvviso l'ultima campanella suonò in tutto l'edificio e fu la fine di quell'anno scolasti.
Saltai di gioia abbracciando i miei compagni di classe e subito uscii verso la porta principale contenta di potermi godere l'estate fra giochi e spensieratezza.
Ritrovai Maddalena ad aspettarmi all'uscita e corsi verso di lei abbracciandola. *
-E' finita, è finita.
Saltellai felice, adoravo andare a scuola solo per i miei compagni ma studiare non mi andava molto a genio anche se portavo sempre pagelle eccellenti.
Salii in macchina iniziando a riversare parole su parole addosso a Maddalena spiegandole ciò che era successo in tutti i minimi particolari, raccontando anche la caduta rovinosa della maestra nella piccola fontana in mezzo al giardino dietro la scuola.
Le due ore, a differenza di quelle dell'andata, passarono molto veloci e non vedevo l'ora di tornare a casa per dare la torta a mamma, ero riuscita a rubarne un pezzettino.
Maddalena parcheggiò davanti la casa e io scesi subito correndo verso la porta. *
-Mamma, mamma, la scuola è finita.
Dissi saltellando, aprii la porta con un po' di forza ed entrai in casa correndo subito verso la cucina dove mi aspettava sempre lei ma lei non c'era. 
-Mamma, c'è la torta....
Dissi guardandomi attorno e mi diressi verso il piccolo salotto correndo, neanche lì c'era. La casa sembrava così stranamente silenziosa e inquietante, deglutii a fatica facendo un passo verso le tre camere da letto, forse mamma non si era sentita bene e si era adagiata un po' sul letto. Aprii di scatto la porta e saltai all'interno della stanza con un sorriso birbantello credendo di trovarla sul letto ma lei non c'era.
Mi grattai la testa spazientita da quel nascondino che non mi piaceva affatto.
Uscii di nuovo di casa e quasi non mi scontrai con Maddalena che stava rientrando in quel momento con le buste della spesa nelle mani. 
-Maddalena mamma non c'è.
Lei mi guardò stupefatta, come se le avessi raccontato una bugia.
-Vai in cucina e metti la torta in frigo, io cerco la signora Michelle.
Annuii semplicemente e mi diressi in cucina poggiando il piccolo pezzo di torta nel frigorifero come mi aveva detto lei.
Mi sedetti sullo sgabello con molta fatica e lasciai che le mie gambe dondolassero nel vuoto dando qualche calcio all'aria mentre la noia si faceva sentire.
All'improvviso un urlo straziante arrivò dal fondo della casa, balzai dallo sgabello rischiando di cadere e di farmi molto male.
Corsi verso Maddalena che mi bloccò all'istante spingendomi verso l'uscita.
Riuscii a spingerla via correndo più veloce che potevo....

 

 

 

Dopo quell'evento, dopo la morte di mia madre, la mia vita cambiò completamente.
Le modalità di quella perdita furono ciò che mi condizionarono nella mia crescita, nei miei sbagli ma questo è ancora tutto da raccontare.

 




P.S. Questo è solo il primo capitolo di una lunga storia dedicata a questa ragazza di nome Isabelle.

L'amore che ha caratterizzato la sua vita la porterà spesso a soffrire e questo è stato solo il primo passo.

P.S.S Se ci sono errori di vario genere vi prego di farmeli notare, sono una ragazza molto molto distratta.  

   
 
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