Hermione
tirò la catena e uscì dal bagno, ritrovandosi praticamente faccia a faccia con
Harry e Draco versione “cipiglio incazzoso da
calendario sexy” che sembravano pronti per mangiarle il muso.
Peccato
solo che la loro reazione, probabilmente come avrebbe avuto qualcun altro, fosse
stata diversa dal predicozzo che si erano sicuramente preparati con cura.
I
suoi occhi cerchiati facevano così tanto?
Draco
la guardò senza capire, quella era davvero
Conciata
come era non le somigliava molto… gli occhi,
solitamente allegri e brillanti erano ora spenti e quasi tristi, rivestiti da
un velo opaco, le occhiaie segnate sotto di essi lasciavano intendere che
doveva aver passato la notte il bianco o, quantomeno, a non stare molto bene. I
capelli erano raccolti alla meglio sul capo in una coda malfatta dalla quale
sfuggivano birichine ciocche che, normalmente, lei avrebbe appuntato sopra le
tempie con forcine e mollette.
Per
tutti gli angeli del Paradiso, che le era accaduto?
-
Ah,
bella roba! – gracchiò con voce stridula Mirtilla comparendo da dietro il
separé con le mani sui fianchi e l’espressione torva
Harry
e Draco la guardarono senza capire
-
Che ti
è successo? – azzardò il bambino sopravvissuto avvicinando un passo, ma si fermò quando gli occhi di lei gli lanciarono un avvertimento
e si tenne alla larga: c’era qualcosa che non andava, solo non capiva cosa… Herm era pallida come un cencio, che diamine le era
successo? Malfoy aveva parlato di gravi problemi di salute e sosteneva di
averlo saputo dalla McGranitt… misericordia, ma che
era tutta quella storia?
-
Sto
bene – disse decisa lei muovendo un passo, peccato che le espressioni dei due
presenti non fossero né convinte né soddisfatte della
spiegazione, d’altronde, come avrebbero potuto esserlo? – ho solo passato la
notte a studiare
Una
scusa che non reggeva, se ne rendeva conto da sola, però al momento non le
veniva in mente nulla di meglio, era poco credibile, certo, ma almeno Harry non
avrebbe fatto domande, Draco invece…
Sembrava
un diavolo, o meglio, un diavolo travestito da angelo con i capelli biondi
scompigliati, il mantello di traverso e la sciarpa annodata storta, doveva
essersi preoccupato parecchio, chissà se la McGranitt
gli aveva già parlato… beh, da come aveva reagito, era decisamente ovvio.
Sperava solo che non le avesse detto dei suoi problemi, anche se, da come quei
due la stavano vivisezionando, neppure la prof era riuscita a tenere troppo a
lungo il segreto.
Accipicchia,
questa non ci voleva, come poteva parlare di una cosa così triste a cuor
leggero?
Come
potevano chiederle tanto di fronte a due persone così importanti? E con quelle
due facce scure, poi?
No,
non ce la faceva…
Era
rimasta con Mirtilla tutta la mattina e ci aveva
pensato molto, ma la soluzione era sempre e solo una: parlare.
Peccato
che fosse una cosa a cui non tenesse per niente…
confrontarsi con la realtà e con gli altri era sempre stata una dura prova
della quale avrebbe fatto volentieri a meno.
Ma
se mai avesse deciso di farlo… beh… lui sarebbe stato il primo.
E
i suoi occhi ambrati stanchi si posarono ancora una volta sul viso preoccupato
dello Slytherin, non doveva aver passato dei bei
momenti per causa sua e il peggio era che non sarebbero finiti.
Beh,
sì, magari sarebbero finiti, se lui avesse deciso di lasciarla, di
abbandonarla, ma se così non avesse fatto, quel periodo sarebbe durato fino
alla fine, tutta la vita.
Poveretto,
non l’aveva chiesto, dopotutto, e neppure lei.
Ma
che aveva fatto per meritarlo? Doveva essere grande il suo crimine perché la
punizione fosse così crudele…
Una
lacrima le scivolò sulla guancia e lei l’asciugò tirando su col naso.
Harry
la guardò, gli occhi carichi di preoccupazione, ma se ne andò, seguito a ruota
da Mirtilla.
Povero
Harry, anche lui doveva essere molto preoccupato se era arrivato addirittura in
compagnia di Malferret!
-
Che
cosa ti succede? – aveva chiesto dolcemente Draco porgendole il fazzoletto pulito
Lei
aveva scosso la testa, continuando a piangere sulla stoffa bianca e fine.
Codarda,
maledettissima codarda, quando l’avrebbe smessa di essere così?
-
Non… ce
la faccio… - mormorò tra i singhiozzi tamponandosi il pezzetto di tessuto sugli
occhi
-
Mi
farai morire di preoccupazione – continuò ancora la serpe allungando una mano
verso di lei, ma Hermione si ritrasse di un passo e lui ne fu stupito
-
Ti
prego… - disse appena – dammi tempo di capire anche a me…
-
È una
cosa così grave? – chiese timoroso lui deglutendo a fatica e ottenendo un
assenso come risposta.
-
Forse
avrei dovuto capirti – sussurrò – ma ero molto
preoccupato e la prof…
-
Gliel’ho
chiesto io – si affrettò a difenderla la riccia
-
Lo so,
me lo ha detto
-
Dammi
tempo, te lo dirò, te lo prometto, ma dammi tempo… - continuò tra le lacrime, piangendo
Draco
annuì, anche se quel gesto gli richiese un notevole sforzo di volontà
-
Vuoi
che ti accompagni al grifondoro? – chiese, lei scosse
il capo
Percorse
qualche passo finché non rimasero spalla contro spalla
-
Sono
una stupida – mormorò stringendogli la mano sinistra, tesa e rigida
Un
istante dopo lei era fuggita per il corridoio
lasciandolo lì con quel misero foglietto in mano dove erano scritte poche
parole frettolose, un po’ sbavate
Questa notte alle 3, aspettami in cucina
H.
Draco
rilesse mille volte quelle parole, quel pomeriggio: mentre tornava a Serpeverde, aspettando la cena, dopo cena. Sembrava che il
tempo da lì alle tre fosse diventato infinito e non passasse mai, le ore come
ere geologiche che non avevano fine, i minuti interminabili.
-
Nervoso?
– gli aveva chiesto amichevolmente Blaise dopo aver
sentito andare in frantumi ben tre posacenere
Lui
si era limitato a grugnire e anche il quarto era finito in mille pezzi sul
pavimento.
Blaise lo sapeva che era successo qualcosa fin da
quando l’aveva incrociato per i corridoi insieme ad Harry e, a giudicare
dalle reazioni, doveva essere una cosa grave. L’unica volta che l’aveva visto
così teso era stato quando suo padre era tornato a Hogwarts alla fine del secondo anno, dopo che Potter aveva
già scoperto che il diario di Tom Riddle
ce l’aveva messo il vecchio Lucius nel pentolone
della Weasley.
Senza
dire una parola, Zabini si sistemò nella poltrona
vicino all’armadio e aspettò: prima o poi anche Draco avrebbe avuto bisogno di
parlare e se non lo aiutava un po’, sarebbe stato capace di tenersi tutto
dentro come faceva quando era un bambino. Brutte
abitudini, certo, ma difficili da perdere e Malfoy era maledettamente troppo
orgoglioso per andare a cercare qualcuno quando aveva
bisogno.
-
La McGranitt mi ha detto una cosa sulla Granger – sputò infine
sdraiandosi sfinito sul letto
Blaise annuì e con un colpo di bacchetta riportò alla forma originale
tutti gli oggetti frantumati sul pavimento, la sedia scaraventata contro
l’armadio, cancellò il segno dove il bracciolo aveva colpito l’anta e anche lo
strappo sull’imbottitura. Diplomaticamente, non fece domande, se era ridotto in
quello stato doveva essere qualcosa di veramente grave, ovviamente non c’era
neppure da fare la classica domanda “ma te che c’entri
con la Granger” perché lo sapeva che tra quei due c’era qualcosa, anche se
nessuno si era premurato di informarlo… ma gli occhi degli Zabini
vedono sempre più di quel che dovrebbero, per questo muoiono tutti giovani.
Trascorse qualche minuto mentre il silenzio regnava tra i due amici,
era sempre difficile parlare della propria ragazza al proprio migliore amico,
pensò in quel momento il biondo.
-
E’ una
cosa abbastanza grave – aggiunse infine
-
Sei
preoccupato? – chiese Blaise
-
Tu che
dici? – gli domandò Malfoy, l’altro sorrise
-
Dì
quello che vuoi, conosco già la risposta –l’altro annuì
-
Potresti
diventare pericoloso con tutto quel che sai di me – aggiunse ironico e Zabini annuì – sono molto preoccupato – terminò infine
ottenendo un altro assenso e un poco di gratitudine per essere stato sincero
-
Le hai
parlato? – indagò il moro
-
Sì
-
Che ti
ha detto?
-
Che le
serve del tempo
Una
sottile imprecazione uscì dalle labbra serrate del Prefetto di Serpeverde
mentre guardava con occhi indagatori al Caposcuola disteso sul letto.
-
Vorrei
fare qualcosa – ammise lo Slytherin seduto sulla
sedia scrutando la camera con gli occhi color zaffiro
-
Non te
ne andare – fu la risposta appena sussurrata dal biondo mentre si voltava
dall’altra parte
Blaise lo guardò un po’ stralunato, sorpreso da quelle parole, ma
sorrise e annuì.
Per
quella sera, non si mosso dalla stanza del Caposcuola.
* * *
La
pendola della Sala Comune di serpeverde rintoccò le
due e mezza di notte.
Draco
si alzò e guardò la stanza buia. Era andato a dormire a mezzanotte, dopo aver
cercato di ammazzare il tempo in tutti i modi, arrivando perfino a fare una
partita a scacchi con Blaise, una cosa che accadeva
di rado visto che Zabini era senz’altro il miglior
baro di tutta la scuola…
Per
due ore era rimasto a rigirarsi nel letto, prima di qua, poi di là e l’orologio
segnava sempre la stessa ora.
Ormai
conosceva tutti i riquadri dell’ombra della finestra che la luce esterna
proiettava nella stanza, sapeva distinguere i filamenti della tenda che copriva
appena i vetri e aveva udito ogni genere di conversazione giungere dalle stanze
accanto.
Il
soffitto e il pavimento non avevano più segreti e il posacenere che quel
pomeriggio era andato in frantumi era ora pieno di mozziconi di sigaretta:
doveva fare una statua da santo a Blaise…
Alle
due e mezza, comunque, la sua pazienza aveva raggiunto il limite. Spostando la
coperta di piume, mise ai piedi le ciabatte, si allacciò la vestaglia e decise
che, ormai, il tempo era giunto.
Era
nervoso, eppure lei aveva voluto dirglielo.
Sapeva
che era difficile, sapeva che lei aveva paura, sapeva che aveva bisogno di
tempo, ma, lo sapeva, lo stava facendo per lui, per non farlo preoccupare,
stupida, piccola mezzosangue…
* * *
La
luce della cucina era accesa quando lui vi entrò.
Hermione
era seduta ad un capo del tavolo, un orrendo pigiama verde a coccinelle
indosso, la coperta col koala drappeggiata sulle spalle, i capelli raccolti, il
viso pallido e stanco.
La mani erano appoggiate sulla tavola e stavano tormentando il manico
della tazza che aveva di fronte dalla quale si diradavano le sottili volute di
calore emanate dal liquido bollente che conteneva.
Draco
percorse la stanza e vide sul fuoco un pentolino con il restante della dose di
cioccolata, probabilmente ne aveva preparata per entrambi… era da tanto che non
si incontravano più la notte a quel modo, un po’ gli mancava l’intimità di quei
momenti, di quando non erano ancora fidanzati, di
quando erano solo amici.
Chissà
che momento sarebbe stato questo…
Prese
il tegamino e la versò nell’unica tazza che trovò, maledetti orsetti
-
Credevo
dovessimo vederci alle tre – disse trafficando con il cucchiaio intorno ai
fuochi, lei annuì – e allora che ci fai qui?
-
Non
riuscivo a dormire – ammise guardando nel vuoto
-
Da
quanto stai qui da sola a prendere freddo? – le domandò apprensivo
-
Da
mezzanotte – fu la candida risposta di lei, seria, lontana, distante
-
Potevi
avvisarmi, sarei sceso prima – lei scosse la testa
-
Avevo
bisogno di pensare – rispose
Draco
non aggiunse altro e, con la coppetta in mano si diresse all’altro capo del
tavolo, dove era sistemata un’altra sedia. Posò l’oggetto e si sistemò senza la
voglia di cominciare a bere: iniziò a rimescolare il liquido scuro e aromatico.
Il
silenzio era come una pietra che pesava ogni minuto di più
-
Forse
mi lascerai, dopo che ti avrò detto tutto – ammise triste lei, mentre i suoi
occhi erano lontani
-
È una
cosa così grave? – domandò lui, lei annuì – cosa ti fa
credere che ti mollerei? La tua esperienza?
-
No, ma
non mi stupirei se lo facessi
-
Ok che sono un tipaccio, ma fino ad un certo punto… - protestò lui
-
Penso
che non vorresti avere più niente a che fare con me… - continuò imperterrita
-
D’accordo,
allora spara – rispose freddo, portandosi il bordo alle labbra per soffiarci sopra
Gli
occhi di Hermione tornarono alla realtà velocemente, mentre le iridi
riacquistavano il loro colorito dorato e si soffermavano su quelle di lui,
guardando, scrutando, analizzando.
-
Draco…
io… credo di essere incinta – disse appena tenendo sempre gli occhi fissi in
quelli di lui
La
tazza che lui teneva in mano cadde, andando a collidere con il pavimento e
riversando il suo contenuto sulle piastrelle mentre il manico si scheggiava e
il bordo si sbeccava.
Gli
occhi grigi si dilatano quando la notizia raggiunse le
sue orecchie e gli parve che il mondo cominciasse a turbinargli intorno, non si
accorse di aver lasciato la presa sulla tazza che si era infranta.
Lei
lo fissò a lungo, lo sguardo carico di aspettativa, domandandosi cosa avrebbe
fatto ora che l’aveva saputo, ma tutto quel che lui riuscì a dire fu una
sequenza indistinta di “quando” e “come”.
Lei
abbassò gli occhi, con fare quasi colpevole, rialzandoli poco dopo e
continuando a guardarlo.
* * *
-
Oh mio
Dio, - però, fu tutto quello che riuscì a esprimere della moltitudine di idee
che gli frullavano nella testa
No,
non poteva essere, no!
Come
era possibile?
Era
stato a letto con lei una volta sola, mentre aveva avuto ragazze per un sacco
di tempo, eppure nessuna gli aveva mai detto una cosa del genere, neppure per
scherzo!
Lei…
era…
Loro…
erano…
Cazzo, da quando non riusciva più a mettere insieme una frase di
senso compiuto?
-
Da…
quando? – domandò piano senza neppure essersi accorto di aver lasciato
precipitare la stoviglia
-
A metà
del mese scorso dovevo avere il ciclo – cominciò piano lei, con fare quasi colpevole – ma… non l’ho più avuto…
-
Allora
oggi eri in bagno a star male – chiese ancora lui
-
Sì, è
da una settimana che mi perseguita la nausea, non so più che fare per farla
passare…
Gli
dispiaceva, diavolo se gli dispiaceva!
Ma
forse “spiaceva” era un termine inadatto.
Lei
stava da cani ed era tutta colpa sua, sua e della sua maledetta e incontrollabile
libidine… se solo quella notte si fosse trattenuto… se
solo si fossero semplicemente coccolati…
Erano
troppo giovani per avere un figlio, un figlio che non era in programma,
capitato per caso…
Studiavano
ancora, era presto per diventare genitori, erano ancora mezzi bambini a loro
volta! era troppo presto per prendere una decisione
sul loro futuro.
Non
se la sentiva.
Eppure,
se da una parte percepiva di essere inadatto al ruolo di genitore che si era
costruito da solo, o meglio, che si erano costruiti da soli, dall’altra
amava quella piccola vita che cresceva in quella donna, o meglio, in quella
ragazza diventata donna troppo in fretta.
Che
cosa avevano combinato?
Che
aveva fatto la loro disattenzione, il loro prendere le cose alla leggera…?
Continuava
a pensare che fosse troppo presto, avevano bruciato delle tappe e c’erano dei
punti che andavano chiariti, in alcuni casi ancora vissuti, ma erano lì e tra
pochi mesi sarebbero diventati genitori: tutti e due.
Già
perché poteva disconoscere quel figlio o quella figlia, volendo, ma nel suo
cuore avrebbe sempre saputo di averlo abbandonato, di aver abbandonato lui e
sua madre, la persona speciale che era, la vita che avevano creato insieme… e
si sarebbe flagellato l’animo per anni, per sempre, al ricordo di lei, di
quella notte in cui gli aveva detto che era incinta.
Che
doveva fare?
Non
aveva mai chiesto aiuto a nessuno e non l’avrebbe fatto neppure questa volta.
Non
era di consigli che aveva bisogno, voleva solo una persona che gli dicesse che andare avanti era giusto, che rimanere con lei
era la cosa migliore da fare, che far nascere quel bimbo era la scelta migliore
anche se erano giovani e inesperti, anche se non era stato previsto, anche se
avevano sbagliato ad essere così incauti.
Solo
sostegno nella sua perseguitante follia.
Solo
di questo aveva bisogno e, per una volta, lei non poteva aiutarlo.
Per
mesi gli era stata accanto in silenzio, aiutandolo più
di quanto credesse anche solo con la sua presenza.
Stare
assieme alla Granger lo spronava ad andare avanti e a non crogiolarsi nei
ricordi, nell’odio verso suo padre e verso la Causa, lei gli dava la vita e la
forza di andare avanti.
E
adesso lei non c’era.
Anzi,
era lei quella che aveva bisogno di qualcuno accanto e lui, stupido, non poteva
fare niente.
Perché
non riusciva ad aprire quella dannata bocca e a far entrare aria nei polmoni,
perché questi suoi pensieri non potevano essere detti liberamente, perché lei
non poteva starli a sentire?
Sarebbe
stato bello, ma era un’utopia.
Perché
se si guardava la realtà dal punto di vista logico e razionale, loro, in quel
momento, se avessero deciso di tenere il bimbo, avrebbero dovuto rinunciare ad
una vita completamente libera.
Sarebbero
stati legati in eterno, tutti e tre… bastava ricordare cosa era successo a
Merope Gaunt, a suo figlio Tom
e a sua figlia Lachesi. L’ultima neppure sapeva che
era una maga, eppure i suoi figli erano ancora qui, con quella maledizione che
anche lei aveva portato, quella maledizione che le aveva dato sua madre.
Avrebbero
dovuto mettere la famiglia al primo posto perché i bambini non sono giocattoli,
se ne sarebbero dovuti occupare, avrebbero dovuto fare
i conti con quella creatura che non aveva chiesto di nascere, ma che era lì con
loro e cresceva.
Anche
se lui l’avesse disconosciuta, loro tre sarebbero stati legati. Sempre e per
sempre.
E
un minuto nella giornata sarebbe sempre stato per lei e per quella vita.
Perché
la Granger non avrebbe mai abbandonato una vita.
Perché
avrebbe sempre cercato di dargli la fortuna e la sfortuna di nascere.
Ma
non era questo che lui voleva: abbandonarli.
Voleva
andare avanti e quella determinazione era da lui, anche se non propriamente nel
campo misantropico in cui la stava applicando.
Voleva
rimanerle accanto perché sentiva che Hermione Granger era la persona giusta, la
“persona solo per lui”. Lei non era stata di nessun altro, non l’aveva mai
tradito, anche quando era stato il momento di cullare il suo seme.
Era
lì, chissà che stava pensando…
Avrebbe
voluto saperlo, ma prima doveva finire di riflettere perché, se avesse avuto le
idee limpide, allora avrebbe potuto convincere anche lei.
Lei
che era una mente brillante e aveva un grande futuro, se avesse
deciso di tenere il bambino sarebbe stata relegata a fare la mamma, a
dimenticare la carriera e il lavoro, la specializzazione, la realizzazione
personale, abbassandola semplicemente a quella che poteva darle una famiglia e,
anche se non era poco, non sarebbe stata paragonabile al suo grande sogno.
Eppoi,
lei avrebbe davvero voluto una famiglia del genere?
Un
marito come lui, un figlio nato da loro?
Chissà…
forse l’avrebbe fatto per il bambino, sacrificandosi, anche se lui pregava che non fosse un sacrificio quello che un giorno
avrebbe dovuto unirli in matrimonio.
Sì,
lo ammetteva, chiaro e tondo, l’avrebbe sposata.
MA
non solo per riparare al danno fatto, MA anche perché l’amava.
Sì,
l’amava e, anche se non lo diceva, se non lo urlava, se non lo scriveva a fuoco
sui muri, tra le onde, sulla sabbia, era così.
E
lei era l’unica persona in tutta la sua vita a cui
avesse pensato davvero come moglie.
Era
un cattivo pensiero?
Stava
solo cercando una scusa per svicolare dal problema fondamentale e mettersi la
coscienza a posto?
No,
i Malfoy hanno una coscienza strana, se ce l’anno, e quell’esserino
fastidioso che lo pungolava di tanto in tanto in quel momento non si era fatto vedere. Non era per pulirsi l’anima che stava
pensando questo.
La
sua anima era nera quanto il suo sangue, come il Marchio Nero che gli bruciava
il braccio quando leggeva di un nuovo attacco di mangiamorte, non si sarebbe potuto pulirla, non sarebbe
tornata bianca.
Ma
poteva tentare di non farla diventare più nera.
E
chissà che suo figlio avesse un’anima candida come quella di sua madre.
La
Regina dei Gryffindor.
Mai
nome le fu più consono, persino adesso, in quella situazione terribilmente
difficile, drammatica, dolorosa, straziante e struggente.
Aveva
pianto?
Oh,
sì, certo che sì… come dire di no?
I
suoi occhi ne erano la chiara conferma, la pelle arida anche…
Eppure
non era come quando l’aveva incontrata quel pomeriggio nel bagno di Mirtilla, a
metà autunno, quando aveva scoperto Weasley e la Brown insieme, sembrava strana, nuova, fiera e determinata,
anche se sapeva che aveva quel dubbio, quell’indecisione che la rodeva, che la
consumava e consumava le sue poche energie.
Povera
mezzosangue.
Era
stata colpa di entrambi, ma almeno lui che aveva più esperienza avrebbe dovuto
fare più attenzione.
…
a pensarci bene, quella era la prima volta che si incolpava di qualcosa.
Non
l’aveva mai fatto.
Tranne
che con lei, tranne che per lei.
Per
quella che un tempo non era che
L’aveva
cercata quando era fuggita, aveva sfidato il tempo e
l’indecisione, la PAURA.
Ne
era uscito vincitore e il nuovo Draco Malfoy era una persona diversa.
Lei
l’aveva cambiato tanto, fin nel profondo.
L’aveva
aiutato e sostenuto.
Era
giunto il momento di aiutare lei.
Perché
lei non avrebbe mai lasciato morire un bambino.
E
lui neppure, ormai.
Perché
a lei, ormai, bastava solo quella persona che cercava anche lui, che la
appoggiasse in quella scelta folle che tutti avrebbero giudicato sbagliata.
Sarebbe
stato lui quella persona per lei?
Sì.
Questo era il suo modo per prendersi le sue
responsabilità.
E
forse, se lei avesse voluto, un giorno si sarebbero sposati.
Se
lei avesse voluto, sarebbero stati una vera famiglia.
Toccava
a lei parlare.
I
bianchi muovono sempre per primi negli scacchi. Era così anche nella vita.
E
che così fosse.
Al
diavolo tutto, al diavolo il mondo e quanto c’era dentro, non avrebbe permesso
che lei rimanesse sola e che fosse costretta a prendere quella decisione da
sola.
Pregava
che le loro idee fossero uguali.
Sapeva
che era così, la conosceva.
Ma
era testarda e aveva paura.
Era
la prima volta che la vedeva quando aveva davvero
paura.
Per una volta, lui l’avrebbe aiutata.
* * *
-
Non
credevo che una cosa del genere sarebbe potuta accadere a me… - disse lei piano
Che
cosa c’era nella voce?
Tristezza?
Odio? Rammarico? Rimpianto?
Lui
vedeva solo lacrime.
I
figli sono una cosa impegnativa, esseri viventi, creature in carne ed ossa,
cuore, cervello, muscoli… la sua vita e quella della sua mezzosangue
avevano contribuito a generarne una terza.
Che
ne sarebbe stato di questa nuova creatura?
Che
ne sarebbe stato di quel bambino?
Del
loro bambino…
-
Hai detto
a qualcun altro della cosa? – chiese lui, preoccupato che la futura mamma
dicesse di non essere pronta, lei però negò
-
Lo sa
solo la prof – ammise – anche se sapevo che sarebbe
stato difficile, volevo che tu fossi il primo a saperlo
-
La McGranitt lo sapeva? – domandò lui
-
Sì –
adesso capiva molte più cose di quel colloquio
Silenzio,
altro silenzio.
-
Draco –
sussurrò lei – io VOGLIO tenere il bambino, quindi… è il caso che ci lasciamo…
Lo
sguardo stranito di lui le vagò prima sulle mani e poi si posò sui suoi occhi,
che aveva detto? Lasciarsi? Adesso?
Dannazione,
era proprio da lei dire una cretinata del genere… ma
d’altronde, un po’ se l’aspettava. Lei credeva le cose sbagliate su di lui.
Lei
pensava che lui volesse qualcosa che in realtà aveva già avuto e della quale
non gliene importava nulla: la libertà di fare quel che ci piace. Ma a fare
quella cosa che lei credeva volesse, non si era mai divertito tanto come quando questa sua libertà era stata frenata proprio da
lei.
-
Che
vorresti dire? – domandò circospetto
-
Che non
penso tu voglia legarti a qualcuno, che sia io o il bambino non importa, così
giovane… insomma, abbiamo a malapena diciotto anni… non posso pretendere che tu
ti occupi per tutta la vita di due persone come noi
-
Perché,
“due persone come voi” che cosa hanno? Non è forse figlio mio? – l’opera di
persuasione era incominciata. Lei era testarda e lui lo sapeva. Come poteva
convincerla che le sue parole corrispondevano a verità?
-
Tu vuoi
divertirti, fare la bella vita, non il genitore con il bebè in braccio…
-
E tu
sì, forse? – domandò lui ottenendo uno sguardo di fuoco in
risposta
-
Che
vorresti dire, che dovrei abortire? Sappi che non lo farò!
-
Stupida,
non ho detto questo, ho solo detto che sono giovane io e, è vero, mi piace la vita, ma credo che anche tu sia giovane, voglia una carriera
per te…
-
Non più
– qualcosa l’aveva cambiata, eppure non riusciva a dispiacersene perché la sua
anima era ancora quella di Hermione Granger. Ringraziò che fosse
così, ringraziò che non fosse cambiata, ringraziò di non volerla abbandonare
proprio ora. Draco Malfoy, con lei, era una persona diversa.
-
Credo
di averla già vissuta a sufficienza la bella vita – le sorrise – forse è il
caso che per i prossimi anni mi dedichi alla vita
responsabile.
-
Non
dirlo così sorridente – lo riprese lei – non è
questione di un paio di anni, è adesso e per sempre, oppure addio
-
Adesso
e per sempre – rispose calmo e serio lui
-
Non
essere avventato, devi rifletterci con più calma, devi valutare bene – continuò
lei, come se non riuscisse ad accettare che lui la aiutasse
-
Non
dirmi quello che devo fare! Lo so da solo! O almeno, so quello che NON devo
fare e so che NON devo abbandonare questo bambino!
-
Se è
pietà e consolazione quella che mi stai dando, se stai dicendo che lo fai solo
perché è figlio tuo, beh, scordatelo, vattene per la tua strada e ci salutiamo qui
Draco
sbuffò, esasperato, proprio non capiva?
-
Ma in
che lingua devo dirtelo? Non ho intenzione di lasciarti, non l’avrei fatto
neppure se mi avessi detto di avere una malattia
mortale e contagiosa! Neppure se non fosse successo niente! E soprattutto, NON
ho intenzione di lasciare NOSTRO figlio!
-
Non
posso crederti – ammise tristemente lei
-
Perché?
-
Ci hai
pensato troppo poco, devi riflettere di più e, sono sicura, tu non vorresti questo
Ma
come glielo doveva dire?
-
Senti,
se lo vuoi tu, perché non dovrei volerlo anche io?
-
Non
posso crederci – piagnucolò lei
-
Ma
santo Cielo, dimmi perché?!
-
Perché
sarebbe troppo bello! – gridò. Che? Ma che motivazione era? – la famiglia felice,
tu che sei davvero contento, tutte queste cose sono
mere fantasie
-
Non
nego che, forse avrei aspettato qualche anno prima di
mettere su famiglia – annuì serissimo Draco – ma non posso dire che mi
dispiace… certo, questo complicherà un po’ le cose, visto che stiamo ancora
studiando e che, quando avremo gli esami, tu sarai avanti con la gravidanza, ma
non ti dirò mai di ABORTIRE! Non ti dirò mai che non me ne frega niente!
Non posso fregarmene della persona più importante della mia vita, del bambino che,
troppo presto ok, però, abbiamo contribuito a
formare… NON PUOI CHIEDERMELO!
-
Una
volta mi dicesti che non saresti mai stato un buon genitore – infierì Hermione
– perché allora adesso sei così testardo? – era il
momento decisivo, se fosse caduto adesso, su quella domanda, lei avrebbe perso
tutta
-
Perché
ho sempre paura di commettere lo sbaglio di mio padre, non vorrei mai avere un
figlio che crescesse come è accaduto a me…
-
E
adesso non hai più paura? – domandò a tradimento lei, lui a guardò negli occhi,
fissamente, per lunghissimi attimi
-
Avrò
paura per tutta la vita, ma se ci sarai tu, se ricorderò come questo bambino è
stato concepito… forse questo mi aiuterà. Tu per esempio, hai la certezza che
sarai una buona madre? – lei scosse il capo – vorresti che nostro figlio
crescesse in una famiglia che si sgretola, senza amore, senza affetto… come la
tua?
-
No,
mai!
-
E
allora tentiamo, almeno! – esplose lui – se non ci proviamo, non potremo mai
dire di aver almeno cercato, tentato, provato… fino alla fine… è figlio tuo, è
figlio mio… provaci, proviamoci, INSIEME.
Lei
annuì, fermano le lacrime che avevano cominciato a scenderle sulle guance
-
Draco,
ho paura… - mormorò appena – ho paura…
Lui
si alzò e le andò incontro, abbracciandola.
-
Ho
paura di svegliarmi e scoprire che è tutto un incubo. Ho paura che un giorno tu
mi abbandonerai quando sarò grassa e insopportabile
come Walburga Black, ho paura che ti troverai una ragazza più giovane, più
carina…
-
Sfortunatamente
irrimediabilmente stupida – disse lui
-
No! Il
mondo è pieno di ragazze belle e intelligenti – perché accidenti lei non poteva
avere lo stereotipo di tutti che dicevano che una bella donna era un’oca?
-
Però
non ti assomigliano…
-
Non
importa… l’amore passa, che ne sarà di noi? Saremo giovani e avremo già un
figlio, se non avremo più voglia di stare insieme?
-
Potremo
dire di aver cominciato presto, non credo sia un
peccato mortale…
-
Eppoi,
cosa faremo? La tua famiglia, che ne dirà?
-
La mia
famiglia non c’entra, io e te, se vogliamo, possiamo essere una nuova famiglia,
la mia è morta quando mi hanno marchiato…
-
E tua
madre? Lei ti ha salvato…
-
Mia
madre capirà, è donna e madre, si è esposta per me, ti comprenderà più di quanto credi… eppoi, siamo franchi, perché dovrei essere
proprio io a lasciarti? Sarebbe più probabile che mi lasciassi tu…!
-
Perché?
– domandò quasi sorridendo da quel tono ironico e un po’ scherzoso e anche dal
fatto che lui le stava facendo il solletico.
-
Perché,
mia cara, sei tu che avevi i gusti dell’orrido e stavi dietro perfino a
Lenticchia; passerà un uomo, bello o brutto che sia, ed ecco che
-
Tu
credi che la nostra famiglia sarebbe così precaria? – lui annuì e lei sorrise,
asciugandosi gli occhi
-
La vita
non è facile per nessuno, forse dovremo fare dei sacrifici, ma almeno, se
riusciamo a superare queste assurde prove, staremo insieme, saremo insieme.
-
Vorrei
credere che possa essere vero
-
Sei tu
quella che crede nei miracoli – sottolineò serio lui, prendendola per le spalle – ma per questa volta, ci crederò insieme a te…
-
Non
sono tanto sicura di poter credere a questo miracolo – ammise lei
-
Beh, io
invece lo sono e non ti permetterò di rovinare il tuo futuro, il mio futuro e
questo futuro – e le puntò l’indice sull’ombelico – solo perché tutto d’un
colpo non credi più alle storie d’amore…
Lei
sorrise
-
Sarà
difficile… - fece notare lei
-
Anche
vivere da solo, senza te…
-
Ci
diranno di cambiare idea – aggiunse lei
-
Sei
testarda come un mulo e io pure, pensi che, se ci crediamo davvero, ci
riuscirebbero?
Lei
ci pensò, poi il viso le si illuminò di un sorriso
mentre lo guardava teneramente
-
No, non
credo – ammise
-
Allora
è deciso, adesso possiamo cominciare a scegliere il nome… - disse cambiando discorso
-
Eh?
Così presto? – protestò
-
Guarda
che ormai non manca molto… solo otto mesi, più o meno…
-
Ammettilo
– lo canzonò lei – non aspettavi altro che una scusa per poter imporre a un
bambino un nome che ti piace…!
-
Ahimè,
mi hai scoperto – rispose lui a testa bassa, ma, in un gesto fulmineo, le passò
una mano sotto le gambe e la prese in braccio, mentre lei, spaventata, rideva e
gridava, aggrappandosi al collo e ai capelli: come mai adesso nong li sembrava più così strano prenderla in braccio? Come
mai non gli pesava più come le prime volte?
-
Fammi,
scendere, ti prego! – disse tirandogli qualche ciocca
-
Ti
riporto in camera tua – fu la lapidaria risposta del biondo
-
No! –
strillò lei – non te ne andare! Non voglio… - sembrava una bambina triste che
fa i capricci perché i genitori devono uscire.
-
Rimarrò
con te
Quante
volte lui aveva visto sua madre e suo padre allontanarsi dal castello?
Non
aveva mai pianto, ci era abituato e, in ogni modo, la mancanza di affetto gli
impediva di provare e di esternare certi sentimenti.
Se
fosse diventato padre, sperava di non commettere lo
stesso sbaglio.
…ma
con la mezzosangue al fianco, rifletté, era poco probabile che potesse finire
su una così brutta strada perché lei tirava fuori il meglio di lui, proprio
come aveva detto Blaise tanti mesi fa.
-
Questa
notizia è stata una manna del Cielo – disse lui mentre
la teneva ancora in braccio
-
Perché?
– chiese curiosa
-
Ho
avuto la scusa per disfarmi di quella tazza oscena – e indicò col mento la
pozza di cioccolato sul pavimento dove, al centro, giaceva anche l’oggetto di ceramica
-
Reparus – scandì la Caposcuola all’indirizzo della
stoviglia che tornò al suo posto, linda e integra – Gratta e netta – aggiunse poi mentre comparivano scopino e straccio e si
davano da fare a pulire
-
So
quanto ci sei affezionato – ammise lei con superiorità mentre
lui lanciava occhiatacce all’orsetto
-
Se
saremo una famiglia – precisò lui – proibirò le tazze con gli orsetti
-
Ma
anche quelle con le paperelle sono carine – lo
punzecchiò lei, mentre lui la inceneriva con lo sguardo, peccato che la
reazione fu una risata leggera come ormai non le succedeva da settimane. Da
quando Draco Malfoy era diventato una persona divertente? Aveva qualche dubbio
a ricordare questo suo lato umoristico nei sei anni passati…
L’avevano
risolta troppo facilmente? Forse…
Forse
lui non era serio, forse non ci aveva davvero pensato a sufficienza, forse
avrebbe cambiato idea.
Per
il momento, però, poteva ancora crogiolarsi nel pensiero che, in quell’attimo,
tra le sue braccia, lui, lei e il loro bambino erano davvero una famiglia.
Una
famiglia molto fortunata, forse.
E
pregò che quella fortuna non li abbandonasse perché ne sarebbe morta, se lui
avesse davvero deciso di abbandonarla.
Era
stata tentata di non dirglielo e, anzi, aveva già preso la decisione quel
pomeriggio in bagno, ma quando Draco ed Harry erano venuti a cercarla e quando
lei aveva letto nei loro occhi, non ce l’aveva fatta.
E
in fretta gli aveva avventatamente lasciato quel biglietto
quando, forse, era lei la prima a doverci pensare più a lungo.
Una
vita, una nuova vita, non è una cosa che va presa alla leggera.
Forse
loro un po’ l’avevano fatto, ma pregava che Qualcuno li assistesse dal Cielo,
di una mano ne avevano bisogno…
Ma
se erano insieme, forse, ce l’avrebbero fatta.
* * *
Erano
in camera e stavano parlando.
C’erano
così tante cose da dirsi, a questo punto…
-
Non
avremo preso la cosa alla leggera? – domandò titubante
-
Può
darsi – ammise lui – ma se ci mettiamo a pensarci, che cosa faremo? – lui, in
verità, credeva di averci pensato a sufficienza.
-
Ci
costringerà a finire la scuola tra mal di testa e il pancione – fece notare lei
accarezzandosi il ventre – io non cambierò idea – precisò –
ma forse dovremmo pensarci ancora un po’.
-
Permettimi
almeno di stare con te, da come ne parlavi in cucina sembrava che volessi
liberarti di me a tutti i costi
-
Mi
sembra tutto così strano – confidò – con tutte le ragazze che ti hanno scaldato
il letto… e noi eravamo pure su un pavimento!
-
Già
questo ti rende diversa – le disse sorridendole lui
-
Come se
tu non fossi mai stato con una donna su un pavimento – lo riprese lei
-
Non
indagare, ci staresti solo male…
-
Lo so… ma io continuo a credere che il tuo destino sia lontano
da me e dal bimbo, a goderti ville lussuose, abiti costosi e belle donne in
bikini
-
Se
prometti di metterti un bikini, ne faccio a meno – scherzò lui, peccato che
l’occhiataccia che ricevette non facesse ridere
altrettanto
-
Prendi
la cosa più sul serio, non è un gioco…
-
Nessuno
meglio di me sa quanto sia doloroso giocare alla
famiglia felice, se mi metto a pensarci sarò eternamente indeciso su come
comportarmi e non voglio. Abbiamo fatto un errore, è vero, e questo bambino è
arrivato presto
-
Troppo
– sottolineò
-
Sì,
troppo. Avremmo dovuto fare più attenzione, siamo stati avventati
-
Ci
siamo lasciati trasportare – ammise confusa lei
-
Ne
paghiamo le conseguenze, più di quanto dovremmo, in verità – aggiunse
– ma… non è detto che sia un male. Alla fine noi due siamo troppo
infantili, non diamo peso a certe cose. È ora che cresciamo anche noi o nostro
figlio avrà due genitori bambini.
-
Più ci
penso e più non mi sembra vero o possibile.
Erano
stati avventati.
E
quando lei aveva cominciato a stare male, l’idea a lungo repressa era saltata
fuori prepotente.
Aveva
aspettato credendo di aver semplicemente mangiato qualcosa che le aveva fatto
male, ma a mettere tutto insieme si era accorta di avere un appetito quasi
raddoppiato, era stanca e soffriva di sonnolenza e per di più quella maledetta
nausea…
Era
stato shockante pensare seriamente di essere incinta.
Andiamo,
incinta a diciotto anni dopo aver passato una e una sola notte d’amore, la sua
prima volta… non è che si fosse lanciata in attività
lascive di vario genere… una notte sola, con Malfoy.
Era
quello a colpirla più di tutto perché avrebbe giurato che lui volesse disfarsi
del bambino, lasciandoli, oppure chiedendole di abortire.
Ed
era rimasta sorpresa perché lui non l’aveva fatto.
Doveva
essergli pesata davvero la sua infanzia triste e sola a Malfoy Manor… Monica le aveva detto che Draco trascorreva con loro
l’estate e le vacanze dopo Natale, ma gli altri mesi?
Non
c’era da stupirsi che fosse cresciuto così acido e introverso.
Anche
la sua famiglia non era stata un granché, i suoi genitori avevano smesso di
amarsi pochi anni dopo che lei era nata e da allora avevano vissuto come
semplici conviventi per undici anni, finchè lei non
era entrata a Hogwarts.
Non
c’era stato un ambiente familiare amorevole a circondarla, sua madre e suo
padre avevano sempre avuto troppo da fare col lavoro e con la loro vita.
Forse
questa era l’occasione per dimostrare che potevano essere dei genitori
migliori, ma era troppo presto, l’avevano presa troppo alla
leggera e…
Guardò
Draco, addormentato sul suo cuscino, gli occhi chiusi, il respiro regolare e… pregò
che il bimbo gli somigliasse: come sarebbe stato vivere davvero come una
famiglia?
Svegliarsi
al mattino al suo fianco, far l’amore con lui quando più le pareva, quando più gli
pareva… vivere insieme e condividere quei piccoli gesti che fanno di un posto
casa tua. Dividere il letto, l’armadio, il pranzo e la cena…
Era
un bel pensiero, il pensiero della famiglia felice che aveva sognato da
bambina, che forse anche lui aveva sperato di avere, molto
tempo prima.
E
adesso?
Era
ancora una bambina e stava per diventare madre a sua volta.
Non
si sentiva pronta, ma non avrebbe dato via quella piccola vita per niente al
mondo, avrebbero potuto pagarla o minacciarla, ma ormai quel bambino valeva
davvero qualcosa di profondo e importante, oltre ad una vita che lei portava,
ad una vita creata dall’amore, quando troppe nascevano dall’odio: quel bambino era
il loro sofferto e tormentato amore, fatto anche di battutacce, di parole
sgarbate, di insulti, di incomprensioni, ma anche di momenti dolci, di sorrisi,
di scherzi, di sorprese, di sentimenti profondi, di follie e di misteri.
Giocare
alla famiglia felice… aveva detto Draco. No, loro, se l’avessero davvero fatto,
sarebbero stati davvero una famiglia felice.
Perché
lei ci avrebbe provato a rendere quella famiglia FELICE: per lui, per il bimbo,
per lei stessa. Perché sapeva che, a suo modo, anche Malferret
si sarebbe applicato allo stesso modo, forse per motivi molto simili.
Buffo
immaginarlo a preparare il biberon e a cullare un figlio suo… già… un figlio
loro a soli diciotto anni…
Troppo
presto…
Però
lui l’aveva capita e questa era una cosa importante.
Almeno
su questo poteva dormire sonni tranquilli perché, poteva metterci la mano sul
fuoco, si sarebbero sempre compresi a vicenda, anche se, forse, non sempre
approvati.
Amava
Draco Malfoy.
Una
volta aveva detto che, forse, non era proprio una fortuna.
Doveva
ricredersi perché nessuno sarebbe stato così permissivo, così desideroso di
fare il suo dovere… chi l’avrebbe mai detto del biondastro, che di dovere non
faceva neppure il suo…
Le
avrebbero detto di tornare alla sua scuola e ai suoi studi, diplomarsi, entrare
al San Mungo o trovarsi un lavoro… non le avrebbero lasciato il bimbo. Lui sì.
Lui
lo voleva quanto lei. E lei non ci aveva creduto, ma quella era proprio la
verità, per il momento.
Lei
sentiva quanto lui desiderava quella piccola creatura che doveva essere grande
sì e no come una noce.
Perché
proprio lui?
Diceva
che era una sfortuna, ma era stata la fortuna più fortunata del mondo.
…
e quella sera, ringraziò il Cielo per tutta la buona sorte che le era toccata, a cominciare dall’incontrare una persona
come Draco che, dopo sei anni terribili, si era rivelata la cosa più bella che
potesse capitarle. E pregò che per lui potesse essere la stessa cosa.
…
madre a diciotto anni… forse ce l’avrebbero fatta.
Insieme.
* * *
Quando ti nascondi
e il
tuo orgoglio ti sconvolge.
Quando non vorresti
anche se
l'hai scritto in faccia.
Sappi che l'amore
cambia
l'espressione agli occhi e all'anima.
Che cosa c'è? Sei diversa con
noi.
Da quando c'è hai paura perché
tu
l'ami e sai, forse ne soffrirai.
Quando ti trovi a sognare
e
sembri assente per ore,
poi
cambi umore ogni momento
tu
stai pensando a come scappare.
Certo sei
curiosa,
tu
nascondi il sole in cielo.
Noi ti conosciamo,
non ti
arrabbieresti tanto senza un buon motivo,
se
non fossi tanto presa come sei.
Anche se non vuoi.
Anche se non vuoi.
Ed anche se non l'ammetterai
mai
quando
c'è lui non rispondi di te,
ti
vada o no, lui se ne accorgerà.
Lo sai che c'è? C'è che l'ami
e lui lo sa.
Paola e Chiara, “Ti vada o
no”,
titoli di coda del
film “Hercules” della Disney
* * *
Spazio autrice: ebbene sì, alla fine è successo… lo so che
non avrei dovuto mettere una cosa così scontata, ma dovete sapere che nel plot
originale che mi ero preparata, questo pezzo era molto più complicato e quando
ho dovuto fare qualche taglio per esigenze di copione non me la sono sentita di
eliminarlo del tutto perché, lo so che non dovrei dirlo, ma non resisto, sto
progettando un seguito. Ok, probabilmente appena
alzerò gli occhi dallo schermo mi accorgerò di una stravagante folla riunita di
fronte a me nell’intento di linciarmi e, credetemi, vi capisco… se fossi dall’altra parte (ed è la prima volta che mi trovo da
questa) avrei preso una mannaia e sarei andata ad uccidere l’autrice, ma sono
di qua e ne subisco le conseguenze e finalmente capisco come mai gli autori
scrivano sempre seguiti delle loro storie.
Piccola riflessione: questo è un pensiero che io e una delle mie
amiche abbiamo formulato qualche tempo fa e mi ci ritrovo pienamente, perché nelle storie se un ragazzo e una ragazza
passano la notte insieme questa rimane sicuramente incinta?
È
un bel problema e do ragione a tutti quelli che pensano questo, io sono la
prima a dire che ci sono delle regole invalicabili della natura,
ma, tant’è, nella mia fic
è andata praticamente così, quindi forse dovrei solo imparare a tenere la bocca
chiusa, ma, ve lo assicuro, mentre rileggevo questo capitolo ci avrò pensato un
miliardo di volte, quindi critico tanto, ma poi alla fine la cosa mi piace,
nonostante sia un po’ artefatta, ammettiamolo.
Va
bene, dopo questo schizzo di follia, passo ai ringraziamenti e scusatemi ancora
per questa riflessione quasi chilometrica su una cosa inutile, ciao a tutti!
Un
bacio!
Nyssa
PS:
complimenti a tutti quelli che avevano capito che Herm
era “leggermente” incinta, effettivamente avevo lasciato un paio di indizi,
sono felice che si sia capito, anche se la mia intenzione era di rivelare la
cosa solo in questo 28° capitolo… *//*
Crazy_Fra: come hai visto, si è più o meno sistemato
tutto (perché un bambino è una cosa un po’ difficile da sistemare…). Herm bene o male sta abbastanza a posto e Draco ha ripreso
a farsi le sue solite turpe mentali come gli si
compete.
Spero
che questo nuovo capitolo ti piaccia, ciao e al prossimo post! Un bacio, Nyssa
Shavanna: ti capisco, più o meno mi strozzerei da sola… ma non potevo mettere tutto assieme, sarebbe diventato
un cappy chilometrico e non si sarebbe capito nulla…
Come
avevi predetto, Herm è davvero incinta,
effettivamente, anche se l’ho detto con altri termini, negli ultimi tempi
mangia come un bue e ha tutti i sintomi necessari, quindi, complimenti per
l’intuizione, io in queste cose sono completamente scarsa, invece… :P
Ahaha, effettivamente Chachazero ha questo
effetto, a volte, anche se la mia versione è decisamente meno sanguinaria di
quella che il sensei-Akamatsu ha creato nel suo
manga, lì ha persino rischiato di tagliare la gola ad uno dei nemici…
Cmq, spero che anche il mio nuovo aggiornamento ti piaccia e mi
auguro che mi lascerai un commento ^^
Ciao
e un bacione! Nyssa
jennybrava: sì, è vero, lo sono stata, ma non perché la
mia vena cattiva abbia preso il sopravvento, solo per esigenze di copione, non
potevo riassumete tutto quello che dicevano-pensavano-facevano
Harry, Draco ed Herm, quindi ho spezzettato in tre
capitoli… chiedo comunque scusa, mi rendo conto che non è stata una scelta
molto felice visto che quando ho riletto il tutto mi sarei auto-trucidata.
Tranquilla,
Herm non si è fatta nulla, beh, più o meno, diciamo
che comunque, come si è potuto leggere, non è una malattia mortale e questo è
già un di più.
Di
Draco ed Harry insieme era da una vita che non scrivevo più e così ho deciso di
inserire un breve intermezzo, sono felice che ti sia piaciuto, dopotutto,
amici/nemici, giusto?
Evangeline, invece, quando si tratta di essere cattiva è imbattibile e così anche nelle
verifiche.
Spero
che il nuovo capito ti piaccia nonostante sia un po’ scontato… ciao! Un bacione, Nyssa
marygenoana: mi fa molto piacere sapere che la fic ti piace e sono contenta che tu abbia continuato a
seguirla, anche senza commentare, a volte anche io non ho tempo o mi dimentico
o non so cosa dire…
spero che ti piaccia anche come si sviluppa in questo cappy, nel frattempo ti mando un bacio! Ciao, Nyssa
luana1985: beh, forse Draco non sa esattamente
cosa fare, però arriva comunque da qualche parte, dopotutto è una persona
intelligente! E come al solito prende la decisione che
io ritengo più corretta, anche se azzardata, non lo nego.
Beh,
da quel che ho detto hai capito che non riuscirete a sbarazzarvi di me perché
il seguito della storia è già in fase di elaborazione, anche se credo che ci
metterò un po’ prima di pubblicarlo, ciao e spero che ti piaccia il nuovo
aggiornamento! Un bacione, Nyssa
potterina_88_: beh,
più in fretta di così… il giorno dopo Natale sono già qui a pubblicare, quindi
mi pare di essere stata abbastanza veloce, anche perché so come ci si sente ad
aspettare capitoli che non arrivano mai (una delle mie autrici preferite
aggiornava una volta ogni tre o quattro mesi, quindi ti capisco).
Beh,
ciò che l’ha colpita direi che è qualcosa di mooooolto
grave, anche se forse grave in un senso particolare del termine visto che non
ha malattie terribili o non rischia la morte.
Sì,
anche io credo che Draco e Harry alla fine siano abbastanza amici, fosse solo
per il bene di Herm, ma alla fine fanno proprio una
bella combriccola.
Bene,
spero che l’evolversi della vicenda ti piaccia lo stesso e anche questo nuovo
capitolo… a presto e un bacione! Nyssa
Lord Martiya: in realtà non sapevo che farla apparire
oppure no, ma alla fine non ho resistito, anche se Chchazero
è solo un’apparizione e niente di più… certo non ha le funzioni che possiede
nella storia originale…
Se
mi puoi mandare una lista degli studenti che hanno frequentato Hogwarts assieme a Harry te ne sarei molto grata,
effettivamente credo di averne bisogno in un prossimo futuro ^^
Beh,
sapere di essere riuscita a sorprenderti (e del fatto che è raro) mi riempie di
orgoglio, forse anche Nev e Daph sono stati avventati
(effettivamente sembra che tutti abbiano perso il senno e il senso del
dovere…), ma pensavo che fosse giunto anche il loro momento.
Lavanda
e il maniaco torneranno presto, nel frattempo spero che ti piaccia il novo
aggiornamento, ciao! Nyssa
chibi_elyon: come ti capisco… anche a me a volte
succede: scrivo delle recensioni splendide e poi efp
me le fa sparire, uffi, la solita iella (anche per me
visto che ero curiosa di sapere cosa ne pensavi in maniera più dettagliata).
Sono
d’accordo, se Draco è cambiato non si può dire che non lo sia anche Herm, ma sotto l’influenza di due serpi come il biondo e
Daphne era inevitabile.
Effettivamente
forse quei due si sono lasciati un po’ andare e forse la cosa è improbabile, ma
dopotutto la fic è targata “what
if” e quindi non è tutto fedele all’originale perché il Neville proposto dai film è completamente babbeo e io
invece stravedo per lui, quindi era certo che gli facessi qualche cambiamento…
Evangeline e le sue riflessioni torneranno, mentre di Rosleen si dirà ancora qualcosa, ma non tantissimo perché
non è un personaggio centrale, solo un po’ fuori di melone (abbastanza per stare con quel bambinone di Sirius).
Come
vedi, la tua “scemenza” altro non era se non la verità e il pargolo made-in-malfoy è effettivamente in
arrivo al più presto. Devo farti i complimenti, sono completamente stupida a
capire certe cose io, ci arrivo sempre quando ormai è
tutto evidente.
Spero
che anche questo capitolo ti piaccia, ciao e un bacione!
Nyssa
Kilkenny: neppure io invidio quei poveretti che fanno
verifica, anche se la mia prof di mate è molto più sadica di Eva e Chachazero.
Già,
direi anche io che Herm è “leggermente incinta” (mi
piace troppo questa frase, la userò all’infinito, credo) e qui si spiegano
tutti i misteri.
Spero
che ti piaccia questo aggiornamento, ciao e a presto!
Nyssa
lady
malfoy 95: ciao e benvenuta! Sono felice di averti tra i
miei lettori! Grazie mille per i complimenti, spero che ti piaccia anche questo
nuovo aggiornamento… ciao e a presto! Nyssa
flydreamer: ciao e benvenuta! Sono felice di avere una
nuova fan ^^
Io
però continuo a domandarmi come facciate a leggere la fic tutta insieme, deve essere un vero mattone! Beh, il
coraggio non vi manca… però sono molto felice e
orgogliosa del fatto che ti piaccia, quindi spero che sia lo stesso anche per
questo aggiornamento e spero di sapere che cosa ne pensi! Ciao e a presto! Nyssa