SULLA
VARIETA' DELLE SPECIE DEI GIARDINI ED I LORO SEGRETI
Cara
Penelope,
i
preparativi procedono ed ora che le incertezze di Carlotta sono venute
meno,
grazie alla saggezza di Aronne, i suoi modi sono tornati irritanti come
al
solito.
Si
aggira per la villa insieme alla signora madre ed alla zia Mena,
entrambe ligie
al compito di accompagnare la futura signora Della Rovere. Dovresti
vederla
come cicala e si atteggia a futura dama consumata!
Non
fa altro che cantare lodi di Messer Alberto...finché un
giorno persi la
pazienza. Sorella,
me lo
avete gìà detto! dissi,
tentando di porre fine a quel castigo...e
lei, cara Penelope, sai come ha risposto?
Voi
dite così solo perché siete invidiosa di me! Io
mi sposerò e voi verrete
sbattuta in qualche remoto convento, a battere i ginocchi sulla nuda
pietra! aveva detto,
preda di uno dei suoi
momenti di arroganza.
NON
E'VERO! avevo
strillato,. scocciata dalle pretese di onniscienza della futura sposa.
A
quel punto, la signora madre è uscita dal salottino,
attirata dal nostro
alterco. Che
sta succedendo?
aveva chiesto, sventolando freneticamente il ventaglio.
Carlotta
allora mi aveva preceduto.
Madre! aveva detto querula Perla
mi sta mancando di rispetto!
Lei
ha guardato la sua primogenita con fare esasperato...prima di
rivolgersi a me
con un piglio duro e severo. Perla,
non dovete essere irrispettosa con vostra sorella. Sta per sposarsi e
dovete
essere paziente. Questo atteggiamento non è degno di una
donna del vostro
lignaggio. Ora andate nel vostro studiolo e riflettete sulla vostra
condotta.aveva
detto, prima di recarsi con Carlotta al piano inferiore.
A
quel pensiero mi indignai...eppure mia madre non volle sentire ragioni.
Dopo
avermi messo in punizione, si dileguò, insieme ad una nuvola
di profumo.
Ammetto che mi dispiacque molto questa scelta. Quel giorno, zia Mena
aveva
fatto venire una modista nella nostra casa per poter discutere sui
modelli di
abito da sposa più adatti all'occasione. Grazie a mia
sorella, però,
non ho potuto vedere quei nuovi disegni e mi
rincrebbe non poco non
partecipare a questa attività.
Ho
saputo che la sarta aveva avuto nuovi modelli di fattura parigina, con
pizzi di
Bruges e nuove tonalità di colore che vanno di moda nella
corte francese.
Provai così a trovare sollievo dalla lettura dei libri della
biblioteca...ma
non ero felice della cosa.
Così,
presa dalla stizza, colpii una statuetta di legno che si trovava su un
tavolino
del posto. Prima che potessi afferrarla, questa sbatte con un tonfo
secco
contro la parete e...prodigio, amica mia! Quasi senza far rumore, come
se i
meccanismi di apertura fossero ben conservati e curati, la parete si
aprì
mostrando una nicchia.
Ammetto
che non avevo mai visto niente di simile. Avevo letto qualche fiaba ma
non
immaginavo di trovare un anfratto segreto dentro la mia dimora.
Perplessa,
allungai il capo.
Era
una nicchia di medie dimensioni ma quello che mi colpì, non
appena ebbi modo di
vederlo meglio, era il suo tesoro.
Si
trattava di circa una decina di volumi di medie e piccole dimensioni,
dalla
copertina assolutamente anonima.
Aggrottai
la fronte, chiedendomi la ragione di un simile nascondiglio e, con un
vago
senso di timore, guardai frettolosamente la porta. La signora madre mi
aveva
messo in punizione ed ora ero completamente sola. Il signor padre si
era recato
in città per discutere di alcune questioni con altri esimi
gentiluomini e per
accertarsi che gli inviti per il matrimonio di Carlotta giungessero a
destinazione. Questo pensiero mi rassicurò non
poco...così, presi un libro a
caso.
Non
sapendo quanto sarei rimasta in punizione, pensai bene di darmi alla
lettura...se non altro per sapere per quale ragione quei libri fossero
nascosti
lì e non sugli scaffali.
Aprii
il primo volume, quello più piccolo e dall'aria
più anonima.
Guardai
per la seconda volta verso l'uscio e poi, certa di essere sola,
cominciai a
sfogliare la carta...e non potei che rimanere perplessa e delusa. Il
titolo
diceva Memorie
di
giardinaggio e della coltura del fiore ma ti
posso assicurare che
non vi era menzione di piante e affini.
In
compenso c'erano molte immagini di femmine discinte insieme ad altre
loro
simili e ad uomini attraenti semivestiti che cingevano i corpi muliebri
in pose
mai viste. Nemmeno la fontana del giardino all'italiana di zia Mena
mostra pose
tanto innaturali. Non capisco, Penelope. Come può la femmina
aprire le gambe in
tale maniera e scoprire le pudenda così svergognatamente?
Come
può l'uomo avere una virilità tanto accentuata al
punto da non entrare nei pantaloni?
Pensai e ripensai poi, non riuscendo a trovar risposta, presi un foglio
e
abbozzai una delle sagome. Giacché la carta non soddisfaceva
il mio
sbigottimento, decisi di prendere nota e imparare dal mondo, al fine da
evitare
simili ignoranze.
Per
mia fortuna, ero molto brava a disegnare.
Feci
rapidamente i miei schizzi, per poi rimettere tutto a posto. Poi, senza
fare
una piega, cominciai ad esplorare i piani inferiori della casa. Come
dice
Galileo Galilei e Bacone, è necessario verificare sul campo
le conoscenze
apprese teoricamente...e chi sono io per mettere in dubbio simili
autorità?
Così,
badando bene di non essere vista, mi incamminai verso i piani della
servitù.
Lo
facevo spesso, quando ero più piccola e, malgrado dovessi
comportarmi in modo
più accorto e raffinato, non riuscivo a togliermi di dosso
il piacere di poter
godere un po' dell'aria aperta.
Quel
giorno, approfittando del fatto che nessuno badava a me, mi incamminai
verso i
piani della servitù.
Subito
l'odore di cibo mi investì, come se fosse una sorta di
nuvola aromatica. Le
spezie raggiungevano dense il mio naso, facendomi quasi il solletico.
Approfittando della mia gracile corporatura, sgattaiolai via, quasi
senza far
rumore. Non volevo essere vista da nessuno, giacché era una
cosa davvero poco
consona al mio rango...ma la curiosità era troppa per badare
a quelle che
allora consideravo come inezie, se confrontate con il mio desiderio di
sapere.
In
ogni caso, cara amica, non vi rimasi a lungo.
Il
timore di essere scoperta e la consapevolezza che quel posto non faceva
per me,
mi consigliarono saggiamente di recarmi in giardino. C'era un'ala
leggermente
scostata rispetto alle altre, dove fiorivano rose di vario genere e
colore. Era
uno dei posti che preferivo...ma quel giorno, con mio grande
sbigottimento,
scoprii che non ero la sola a pensarlo.
Poco
lontano, infatti, vidi zia Mena insieme a Messer Francesco. Ella
indossava un
abito sobrio che esaltava con grazia le forme generose. Camminava al
suo
fianco, sorridendo radiosa, come raramente sono solita trovarla nella
dimora
del fratello.
Per
qualche strano motivo, provo notevole imbarazzo, quando la scopro in
simili
atteggiamenti. Il signor padre e la signora madre non usano una simile
vicinanza, mantenendo delle maniere controllate. Non potrebbe comunque
essere
diversamente. La scuola spagnola è molto ligia in materia di
etichetta e di
certo, come potrai immaginare, nemmeno io ho apprezzato molto questa
vicinanza
ma non posso biasimare mia zia. Senza il signor padre nelle vicinanze,
può
assumere l'atteggiamento che desidera, con buona pace dei nervi del
fratellastro.
Ad
ogni modo, non rimasi molto a vedere i due civettare con tanta
animosità.
Mi
mettevano a disagio.
Così,
mentre mi guardavo attorno, alla ricerca di qualcosa di vagamente
interessante,
mi accorsi di una scia di profumo che, difficilmente avrei scordato.
Lesta, mi
avviai in direzione dell'odore, chiedendomi come fosse possibile tutto
questo.
Attraversai
i roseti fino a giungere al labirinto che il nonno aveva fatto erigere
per
festeggiare la gravidanza della moglie. Era una struttura molto grande,
con
mura di verde alte e spesse.
Non
ci passavo spesso, anche perché troppo movimento era
considerato nocivo per la
salute di una donna. Volendo evitare l'imbarazzante corteggiamento dei
due e la
furia di mia zia Mena, decisi di addentrarmi là, al fine di
evitare
quell'increscioso inconveniente...ma, come si dice, è
inutile fuggire il
Destino, quando questi propone tempesta nei tuoi confronti.
Stavo
camminando tra quelle piante, quando intravidi un farsetto di
pregiatissima
fattura, accompagnato da una chioma ben pettinata. A quella vista, mi
fermai.
Era indubbiamente un nobile...ma quello che mi lasciò
sgomenta fu che io lo
conoscevo.
Era
Messer Alberto.
Subito
mi indignai.
La
signora madre era una donna molto precisa e ci teneva particolarmente
al
rispetto dell'etichetta. Aveva disposto con severa
puntigliosità tutti i
passaggi del corteggiamento, in modo da non svilire il casato di
entrambe le
famiglie...così, quando notai il promesso di mia sorella,
non potei che
irritarmi.
Avrebbe
comunque sposato Carlotta, a che pro disonorarla così?
L'andatura
furtiva, poi, non mi rasserenava affatto...per questo, presa da uno
strano
desiderio di capire cosa stesse passando per la testa a quel lezioso
aristocratico, decisi di seguirlo, badando bene a non farmi scoprire.
Camminai
per diverso tempo, sfruttando le fronde e la mia piccola statura per
nascondermi bene. Messer Alberto proseguì a lungo tra quel
fogliame, come se
sapesse dove si stesse dirigendo...il che era assai strano, dal momento
che non
era mai giunto nella mia dimora, prima del fidanzamento.
Poi
si fermò, nei pressi di uno dei tanti tempietti che
decoravano la costruzione e
mosse la testa a destra e sinistra, come per accertarsi che non ci
fosse
nessuno intorno...ma, in quel momento del giorno, chi vuoi che venisse
là?
Indubbiamente
aspettava qualcuno...e poco dopo ne ebbi la conferma.
Era
un giovane servo mulatto, dallo sguardo molle ed i lunghi capelli
legati in un
codino. Vedendolo, Messer Alberto gli venne incontro, a passo furioso.
Per
un momento, ho creduto che volesse malmenarlo...ma venni subito
smentita. Il
giovin signore lo prese per il bavero della livrea e, senza attendere
risposta,
unì la propria bocca con la sua.
Cara
Penelope, credo che fosse un modo straniero.Ho saputo che in alcune
parti di
questo mondo tanto vario e bizzarro, alcuni popoli sono soliti baciarsi
sulla
bocca per salutarsi. Non pensavo però che Messer Alberto
avesse una morale
tanto elastica.
Usare
una singolare confidenza con qualcuno che non è un proprio
pari è oltremodo
disdicevole...o almeno cos' pensai.
Il
servo ricambiò con ugual trasporto, cominciando a
stropicciare le sue plebee
mani sul farsetto del nobile e strofinandosi come un gatto alle gambe
di
quest'ultimo.
-Oh,
Alberto, siete arrivato finalmente!-disse, con un tono affannoso.
-Già-
fece questi- ora datemi sollievo.-
-Subito-
mormorò il servitore, prima di inginocchiarsi come Sir
Lancillotto quando
divenne cavaliere. Cercò l'apertura dei pantaloni e poi
avvicinò il viso...a
cercare cosa poi, non ne ho la più pallida idea. Messer
Alberto però gemette,
con un'espressione soddisfatta e quindi credo che, qualsiasi cosa quel
servo
avesse fatto, dovesse essere assai piacevole.
Vidi
la testa muoversi un po', fino a quando il fidanzato di mia sorella non
emise
un lamento strozzato.
Una
volta finito, il nobile prese di nuovo il servo per i capelli,
salutandolo di
nuovo con quel bacio in bocca prolungato che aveva usato agli inizi e
che io
cominciavo a non comprendere più. Posso capire la
necessità di salutare quel
plebeo una volta...ma due poi e senza nessuna ragione, per giunta!
La
stranezza comunque proseguì.
Il
servo, per quello che potevo vedere, calò i pantaloni e le
braghe...e lo stesso
fece Messer Alberto, il quale compì un'azione oltremodo
spudorata. Si mise
carponi, come una delle tante bestie che affollano il Creato,
offrendomi una
visuale per nulla richiesta delle sue natiche bianche. Il negretto, per
parte
sua, si pose dietro alle terga di Messer Alberto e, dopo averlo
avvicinato
ulteriormente al suo corpo, cominciò a muovere il bacino.
Ad
ogni movimento, il fidanzato di mia sorella lanciava gemiti estasiati.
-Ah!-faceva, ad ogni colpo di reni dell'altro e la cosa
continuò per qualche
momento, fino a quando non sentii un rantolo soffocato.
Osservai
la scena per tutto il suo svolgimento, senza fiatare...poi i due si
rimisero in
piedi. -Oh, grazie mille, Miguel...è sempre un piacere saper
che siete sempre
all'altezza della dote del vostro popolo-disse il promesso di mia
sorella,
tastandogli il cavallo dei pantaloni ed afferrandogli la parte
centrale. Il
neretto trattenne un gemito, simile a quello del padrone- la prossima
volta,
voglio vedere come cavalchi.-
Con
queste parole, i due si allontanarono.
Una
volta sola, uscii dal mio nascondiglio.
Mentre
assistevo a quel bizzarro spettacolo, tirai fuori i bozzetti che avevo
fatto
delle immagini del libro contenuto nello scomparto segreto della
bibloteca...e,
confrontando razionalmente quanto avevo visto con le immagini ritratti,
non
potei che scorgere delle somiglianze non da poco, soprattutto su alcune
che
recavano la scritta "Sodomia"...poi scrollai le spalle. Un matrimonio
è per sua natura imperfetto se basato su criteri
irrazionali...se mai Messer
Alberto avesse avuto queste abitudini, chi ero io per rovinare questa
unione?
Mia sorella non vedeva l'ora di sposarsi...per cui decisi saggiamente
di tenere
per me questo particolare, anche se la posizione sottomessa dell'uomo
mi
lasciava seri dubbi sulla sua virilità, a differenza del
moro che di certo non
aveva questi problemi.
Se
tale era la consuetudine del mio cognato, Carlotta non avrebbe dovuto
temere la
concorrenza di meretrici, come è accaduto alla signora
madre, per dare alla
luce un erede ma impegnarsi maggiormente a spronare il futuro sposo
nell'assolvere il suo compito.
E
poi, in tutta sincerità, a che pro rivelare simile episodio?
Mia
sorella, lasciata nell'ignoranza dell'accaduto, avrebbe avuto il suo
matrimonio
con tutti gli onori...poi, nel caso il vizio fosse venuto a galla,
ciò sarebbe
indubbiamente successo solo quando sarebbe diventata madre. In ogni
caso,
potevo comprendere il fidanzato di mia sorella. Per tutta la durata del
coito
animalesco, il servo non aveva mai aperto bocca...a differenza di
Carlotta che
non sta zitta un momento.
Per
un momento, cara Penelope, sono stata tentata di chiedere a Messer
Alberto di
fare uno scambio: il suo servo nero e muto per mia sorella...ma temo
che non
avrebbe accettato. Con mio sommo rincrescimento, Carlotta è
insostituibile.
Capitolo
particolare. Io non mi
pronuncio ma avevo in mente questa scena sin dall'inizio. Sto
massacrando
Carlotta ma vi garantisco che lei non è innamorata del suo
fidanzato...quanto
al vizietto, spero che sia piaciuta la scena.
Non
sono brava con le lemon ma
stranamente le slash mi vengono meglio delle etero, dove ho maggiori
imbarazzi.
Ringrazio tutti per la lettura ed a presto!