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Autore: beamartewall4e    10/06/2013    7 recensioni
DRIIIIIN
Victoria aprì un occhio e guardò l'ora riportata sulla sveglia....
Le sei... LE SEI!
Diede una manata alla sveglia e la scaraventò dall'altra parte della stanza. Al diavolo suo fratello e la sua stupida mania di essere in orario... Lei era una Wall e tutti sapevano che era nata per essere in ritardo, come d'altronde suo padre e suo nonno prima di lei.
Si girò dall'altra parte con il cuscino premuto sull'orecchio per non dover sentire il fastidioso rumore della sveglia che pur essendo stata sbattuta per terra non aveva smesso di suonare. Stava per richiudere gli occhi e sprofondare di nuovo nel mondo dei sogni quando un ammasso nero cadde sul suo letto e cominciò a farle il solletico.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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-Signorina Wall, è tra noi?-

Sophie le diede una gomitata in pieno braccio. Victoria alzò di malavoglia la testa dal banco. Si era addormentata durante l'ora di matematica, durante l'ora della professoressa più perfida di tutta la scuola. Miss Plumb, la Furia come l'avevano soprannominata i suoi alunni, e Victoria non si erano mai sopportate. La professoressa l'aveva subito identificata come una “ribelle” e aveva agito di conseguenza, mentre Victoria non riusciva proprio a cambiare comportamento nei suoi confronti.

-Vuole illustrarci che cosa stavo dicendo?-

-be'... ehm... io... non stavo seguendo...-

-Ah non stavi seguendo, vediamo se dopo il compito di punizione che mi porterai domani avrai ancora il coraggio di non seguire...-. E riprese la lezione.

Victoria sbatté la testa sul banco dicendo :-Cavolo, ma meglio di così non mi poteva andare, quella mi uccide con i suoi compiti di punizione... e io la matematica non la capisco nemmeno... Sono rovinata....-

-Dai non ti preoccupare, dopo pensiamo a una soluzione, ok?-

-Mhm- mugugnò Victoria.

-Ora segui, altrimenti quella davvero ti uccide con i compiti...-

-Mhm- rispose di nuovo Victoria e a fatica si appoggiò alla mano.: -Ok ce la devo fare... no, non ce la posso fare...- e continuò così per cinque minuti, fino a che si convinse a prendere la penna e a copiare dalla lavagna, chiedendosi chi avesse inventato la matematica. Probabilmente un idiota che non aveva niente da fare se non torturare i posteri...

L'ora sembrò durare ancora più del solito, ma per fortuna di Victoria la professoressa non si accanì più su di lei, anche se la ragazza sapeva che la Furia stava escogitando qualcosa per costringerla tutto il pomeriggio sui libri.

Quando la campanella suonò, Victoria non poteva credere alle sue orecchie, era salva, caspita, se aveva già questi pensieri il primo giorno di scuola chissà a giugno...

Tutti uscirono per andare a fare ricreazione. Miss Plumb le fece cenno di avvicinarsi. Quando le fu vicina la Furia la mise a fuoco da dietro i suoi spessi occhiali e disse:- Per domani voglio che lei mi faccia 250 esercizi sulle equazioni e da ora in avanti pretendo che lei non si distragga più durante le mie lezioni, intesi?-

-Certamente- rispose Victoria con un rantolo, causato dal numero spropositato di esercizi assegnatoli e dal fatto che lei le equazioni non le sapeva fare...

Si diresse verso l'uscita della classe...

 

-Ehi Vic- la chiamò Deneb. Lei raggiunse i suoi amici e si accasciò con poca grazia sulla panchina. Sophie la guardava con aria preoccupata e faceva gesti ammonitori a chiunque cercasse di avvicinarsi. Thor si teneva la testa fra le mani e borbottava. Continuava a ripetere:- E io come faccio... come faccio...-

-Ciao ragazzi!- salutò Peter, il sorriso stampato sulle labbra. Poi notò Victoria in mezzo al gruppo.

-Ehi Thor, che hai combinato? Non ti ho visto così nemmeno quando hai preso quel tre in matematica...!-

-Non sei molto di aiuto così- rispose lei, -La furia ha già cominciato le sue torture, dai è il primo giorno di scuola e capita a tutti di addormentasri in classe...-

-Non ci credo, ti sei addormentata in classe, con la Plumb... Sei stimabile Thor...-

-A meno per questo... e non si è risparmiata, devo fare 250 esercizi sulle equazioni e io sulle equazioni non ci ho capito niente, le aveva già spiegata quando mi sono trasferita a febbraio e non le ha riprese...-

-Sei fregata- decretò Peter scompigliandosi i neri capelli ricci

-Grazie dell'aiuto, sei fantastico in quanto aiutare le persone, sei un idiota...- dopo qualche secondo di silenzio aggiunse:- e poi a chi piace la matematica, vi sfido a trovare qualcuno a cui piaccia-

-Be' a me piace- disse Peter

-e perché non l'hai detto subito...-

-pensavo che non ti servisse l'aiuto di un idiota... ma se proprio e mi chiedi perfavore, forse....-

-Ti prego aiutami...-

Il ragazzo tossì per finta:-Ti prego aiutami... lo voglio sentire Thor...-

-Solo se non mi chiami più così-

-Io ti chiamerò sempre così-

-allora niente perfavore...-

-Allora arrangiati...-

-Non lo puoi fare...-

-Oh sì che posso-

-Ok Ok... perfavore, mi dai una mano...?-

-Affare fatto- disse il ragazzo tendendo la mano. La ragazza la allungò a sua volta dicendo:

-Approfittatore-

Thor si disfò la lunga treccia e legò nuovamente i capelli biondi.

In quel mentre arrivò Jack:-Ehi, che mi sono perso?-

-Tua sorella ha appena fatto un patto con il diavolo...- disse Peter facendo l'occhiolino a Victoria. Lei in compensò gli fece una linguaccia e si alzò mentre il fratello le chiedeva che cosa avesse combinato... La ragazza aprì la bocca, ma la campanella la salvò almeno per altre due ore dalle prese in giro del fratello.

 

Le due ore passarono più in fretta del previsto e presto si ritrovarono tutti davanti al cancello chiuso della scuola.

Giuliette stava discutendo con Ares quando Jack disse:- Che ne dite di venire tutti a casa mia a pranzo?-

Tutti acclamarono felici.

 

Durante il tragitto il ragazzo si avvicinò alla sorella dicendo:-Avanti Thor, che hai combinato di così clamoroso, a meno che non ti sia addormentata in classe durante matematica...- sorridendo maliziosamente

Victoria arrossì fino alla punta dei capelli:-Be'... sì...-

Jack scoppiò in una fragorosa risata e si meritò un pugno sulla spalla da parte di Sophie che, da brava migliore amica, prendeva le difese di Victoria.

-Dai povera Thor, non è colpa sua se suo fratello la tira giù dal letto con uno scherzo di pessimo gusto...-. Victoria sorrise compiaciuta, ma il suo sorriso si spense quando si rese conto che Sophie l'aveva chiamata Thor.

.Da quando hai cominciato anche tu a chiamarmi così?-. Si finse offesa e guardo l'amica che subito si coprì la bocca con entrambe le mani, come se potesse cancellare ciò che aveva appena detto.

-Oddio scusami.... è che... cavolo perdonami-. Victoria non riuscì più a trattenersi guardando Sophie e disse: -Ahahahahahaha non ti preoccupare Fifi-. Sophie odiava essere chiamata così, perciò incominciò a rincorrere l'amica che aveva già cominciato a correre a perdifiato per la discesa che arrivava dritta a casa dei suoi zii ridendo a più non posso. Toccò la porta di casasa sua. A dire il vero ci si schiantò contro, ma sono dettagli, e si girò. Si ritrovò Sophie a un palmo dal naso. La ragazza teneva un dito alzato minaccioso.

-Non provare mai più a chiamarmi in questo modo, altrimenti saggerai le furie si Sophie Jodds e fidati di me, non sono piacevoli...!

-Be' dai me lo dovevi, mi hai chiamato Thor, mi meritavo un minimo di vendetta nei tuoi confronti, adesso quei cretini che ci ritroviamo per amici me lo rinfacceranno per tutta la vita... “Anche Soph ti chiama così”...- disse imitando la voce di suo fratello. Le due risero assieme aspettando l'arrivo degli altri.

 

-Ciao zietta...- esordì Jack con la voce più melliflua che riuscì a produrre

-Dimmi nipote bello, quando usi quel tono stai per chiedermi qualcosa o hai combinato qualcosa di veramente impensabile...-

-No niente di riprovevole, volevo solo chiederti, sottolineando che sei una zia fantastica, che vorrei, sempre che per te non sia un peso,...-

-Sì tesoro taglia corto...- lo interruppe la zia

-Vorrà invitare apranzo quei disgraziati dei suoi amici, se così si possono chiamare- disse Sarah in modo seccato scomparendo in giardino.

Vicotria le fece una boccaccia e la zia la guardò male

-Dai Vic, lo so che è fatta così, ma devi accettarla, è pur sempre tua sorella-

-Già, quanto vorrei che non lo fosse- borbottò la ragazza

-Come?-

-Niente zia-

-Comunque a lavarsi le mani che è pronto-

-Oh grazie zia..!-

disse Jack abbracciandola

 

A tavola c'era una confusione pazzesca.

A un certo punto zia Mary disse:-Com'è andata a scuola?-

Victoria per quasi non si strozzò con la pasta e raccolse tutti i piatti mentre correva in cucina.

-Che c'è? Coas'avete combinato?-

-Cos'ha combinato vorrai dire, lei...-

-Ehi zia, non devi andare prendere Daisy a scuola?-

-Ah già hai ragione... quando torno mi direte tutto- e uscì di casa per andare a prendere la nipotina Daisy, la sorella più piccola degli Wall.

-Ma tu non sai proprio stare zitto esordì Vic al fratello maggiore, gliel' avrei detto più tardi e non ho bisogno del portavoce per annunciare le cavolate che faccio, ok?- e sbuffando finì di sparecchiare.

 

Daisy Wall aveva sei anni ed era un piccolo uragano. Era bionda come Thor e Sarah, ma a differenza delle due gemelle, aveva i capelli liscissimi e corti alle spalle. Aveva gli occhi di un azzurro intenso e un sorriso sempre stampato sulle labbra, al quale mancavano due incisivi che aveva perso a febbraio. Aveva una vera e propria venerazione per Peter, gli saltava sempre in braccio quando lo vedeva, gli tirava i ricci corvini, si divertiva un mondo con lui e il ragazzo dal canto suo la considerava la sua piccola sorellina e si divertiva un mondo quando giocavano insieme, diceva che ritornava bambino. Per questo motivo quando la bambina ritornò a casa, senza nemmeno salutare gli altri si fiondò fra le sue braccia e gli stampò un bacio sulla guancia. Lui sorrise e le fece il solletico e poi disse:

-Allora mia piccola amica, com'è andata oggi a scuola?-

-IO NON SONO PICCOLA!- protestò lei di tutta risposta. E se ne andò via offesa in camera sua. Tutti risero di cuore per la faccia di Peter che era rimasto male perché la bambina lo aveva scaricato così.

Quando ebbero finito di mangiare, tutti i ragazzi, comprese Sophie e Giuliette si diressero al campo dove i ragazzi si allenavano, tutti tranne Victoria e Peter che, la prima a malincuore e il secondo rassegnato, iniziarono a fare matematica.

 

-Allora, x è uguale a... ¾, giusto?- disse Thor speranzosa guardando fissa negli occhi verdi del ragazzo che le sedeva accanto. Questi sbadigliò e disse:-Mh, no, doveva venirti 5-. Victoria non sapeva più a che santo votarsi e scoraggiata disse:-E adesso dove ho sbagliato? Era così perfetta. Sono due ore che andiamo avanti così...-

-Già- concordò Peter, -e siamo alla numero ventuno-.

-Mi stai prendendo in giro!?!- disse la ragazza

-Sì...-

-Ah pensavo già male...-

-Effettivamente siamo alla tredici-.

Victoria rimase spiazzata, -quindi tu vuoi dire che ne mancano ancora...-

-247... sì...!-

-Dai Thor, altrimenti non finiamo più e mi devo allenare, è anche il primo allenamento dell'anno e se lo manco mi squartano...-

-Ma così mi fai sentire in colpa...-

-Dai, invece di piangerti addosso continua...-

-...Ok...-

ci fu qualche istante di silenzio, poi:

-Peter... è giusto il risultato?-

-Fammi vedere...sì!-

-oh, sono solo 246... ce la posso.. ce la devo fare-.

 

Dopo tre ore abbondanti, durante le quali ne successero di tutti i colori, dal solletico alle lacrime al sangue dal naso per una quadernata tropo forte in un momento di disperazione, chiusero il quaderno di matematica, con i capelli per aria e a pezzi.

-Credimi quando ti dico che non sono mia stato così stanco nemmeno dopo un torneo...-

-Lo credo, la matematica è il peggiore nemico del corpo e del cervello...-

-Caspio, e adesso come faccio, mi addormenterò durante allenamento e altro che 250 esercizi di matematica, quello là mi uccide a furia di flessioni e non c'è nessuno che mi aiuti...-

-Be' almeno tu sei capace a farle- disse Victoria alzandosi dalla sedia e crollando sul divano.

-Thor, io devo andare...-

-Ehi, ti avevo detto di non chiamarmi così...-

-E non sai quante volte ti ho chiamato così durante il pomeriggio...

-Ero troppo disperata per darti retta...-

-Ah grazie- disse lui sedendosi accanto a lei e facendole il solletico.

-No dai ti prego, ti ho ascoltato, davvero, puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi Thor, ma ti prego smettila...-

-Mh, a queste condizioni... È proprio vero che il solletico è peggio di una tortura...-

-È la peggiore delle torture-

-Non per tutti-

-Ah, no? -

-No... per me non lo è...-

-Scommettiamo?-

-Ok, ci sto, un minuto di solletico senza possibilità di scampo per chi perde-

-No...-

-Hai paura di perdere... femminuccia-

-Primo io sono una femmina, secondo non ho paura, facciamo un minuto e mezzo...-

-Due...- la sfidò Peter

-Ci sto- disse la ragazza, cominciando a fare il solletico al ragazzo che rimase impassibile, solo con un sorriso da trionfo dipinto sulle labbra.

-Non vale, non lo soffri... non è giusto- disse Thor incrociando le braccia al petto.

-Perchè no? La scommessa era provare che anche per me il solletico era una tortura, e a a quanto pare... No!.... quindi...- e si avvicinò minacciosamente alla ragazza

-Cavolo...- riuscì solo a dire Thor prima di non poter più parlare a causa del solletico.

-DUE MINUTI DI SOLLETICO SENZA VIA DI SCAMPO!-

Furono i due minuti più lunghi della storia. Victoria rischiò di soffocare dalle risate almeno quattro volte, a seguito delle quali Peter le lasciò cinque secondi per riprendersi e poi riprese la tortura.

-Basta, ti prego basta- urlò Thor allo sfinimento.

-Ancora venti secondi...-

-Venti? Tu stai barando...-

-Diciotto, diciassette, sedici, quindici...-

-Ti pregooooooo!-

-Devi scontare la tua impulsività... secondo te ti avrei mai sfidato se avessi sofferto il solletico, sarebbe stato da stupidi...-

-ma tu sei stupido...- Peter aumentò l'intensità del solletico. -Ok ok hai ragione, non ci ho pensato, ma...MUOIO!-

-Dai cinque, quattro, tre, due, uno... ZERO!-

-Beato cielo, devo andare al bagno...!- e corse via sbattendo la porta.

 

Quando tornò disse:-Ma tu non dovevi andare ad allenamento? Sono le sette e mezza...-

-Cavolo hai ragione...-

-Dai, ti accompagno, così posso dire al tuo allenatore che è colpa mia, ti devo ripagare il favore...-

-Ma non ce n'è bisogno, era un piacere-

-Davvero?- disse lei sbalordita

-NO! Ahahahahahahaha-

-Vieni qui che te la faccio vedere io..!- disse la ragazza rincorrendo Peter verso il campo d' allenamento.

-E poi ti devo ancora torturare in qualche modo...-

-Ma è stata cola tua. Sei tu che te la sei cercata... Thor-

-Non chiamarmi cosìììì-.


 

  
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