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Autore: ary_gg    14/06/2013    1 recensioni
Allison è la figlia dei protagonisti di Through. Ovviamente le due storie sono separate e possono essere lette indipendentemente. Allison vedrà molti rapporti cambiare nel nuovo arco della sua vita, farà molte esperienze che prima non aveva mai pensato di fare e probabilmente le apriranno gli occhi. Con lei Rebekah la sua migliore amica da sempre. Lucas che lei definisce migliore amico e una nuova conoscenza Daniel. Probabilmente i triangoli sono spesso utilizzati, ma d'altronde sono anche i più interessanti. Spero che ci darete un'occhiata. Ari.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

Allison approfittò della pausa tra una lezione e l’altra per chiamare nuovamente Daniel, inutile dire che il telefono era ancora spento. Iniziò così a preoccuparsi davvero. Quella mattina quando era arrivata in ospedale, aveva saputo che non era lì e che si era preso qualche ora libera. La cosa che si chiedeva era, perché non glielo aveva detto? Che cosa era successo? Aveva cercato di non dare peso alla cosa, ma poi non poté che pensare a motivi su motivi, scuse su scuse, e l’ansia iniziò ad attanagliarle lo stomaco.
“Signorina se vuole seguire la lezione le conviene rientrare”
Distolse distrattamente lo sguardo dal suo telefono giusto il tempo necessario per rispondere, per poi tornare a fissarlo. Continuò però a sentire lo sguardo della persona che aveva parlato fisso su di lei, così spostò la sua attenzione su di lui. Un ragazzo alto e biondo la fissava con un’espressione mista fra il perplesso e il divertito.
“Il dottor Green sta arrivando per la lezione”
Ripeté lui. Allison lo guardò un pò perplessa.
“Sei uno studente?”
Chiese senza pensarci due volte. Il ragazzo rise un po’.
“No. Non proprio. Sono un nuovo specializzando, farò da assistente al dottor Green”
Allison era sempre più perplessa. Il dottor Green aveva già un assistente, lei lo sapeva bene.
“Credo abbia già un assistente”
Disse cercando di sembrare ironica, ma indagando a fondo sulla questione. Lui rise di nuovo per nulla turbato o infastidito da quella notizia.
“Infatti è solo per oggi, vuole conoscermi un po’ meglio dato che sono nuovo.”
La ragazza continuò a guardarlo, poi scosse la testa quasi per riprendersi dai suoi pensieri, sorrise leggermente.
“Forse è il caso che entri”
“Già, io gliel’ho detto”
“Si, ha ragione”
Disse lei rendendosi conto che precedentemente, credendolo uno studente, gli aveva dato del tu.
Dopo la lezione Allison uscì dalle aule e passò per i corridoi dell’ospedale, nel momento in cui stava per uscire dall’edificio, intravide Daniel che era appena arrivato e che entrava nel suo studio.
La ragazza si fece seria e marciò con decisione fin davanti alla porta, poi sospirò e bussò.
“Avanti”
Disse una voce proveniente dall’interno, la ragazza entrò.
“Ali”
“Stai bene?”
Chiese lei guardandolo preoccupata.
“Si, sto bene.”
“Bene”
Lo sguardo di lei cambiò d’improvviso e gli mollò un ceffone.
“Ahi! Che diamine ho fatto!”
Disse lui sgranando gli occhi.
“Oh non lo so sei sparito per circa venti ore! Il tuo telefono era spento, Daniel mi hai fatto prendere un colpo!”
Il ragazzo sospirò. Erano passate davvero tutte quelle ore? Non se n’era nemmeno reso conto, preso com’era dai suoi pensieri.
“Mi dispiace”
“Mi dispiace? Mi dispiace è l’unica cosa che sai dire?”
“Allison non credo sia questo il luogo più adatto per parlarne”
La ragazza sbuffò irritata più che mai e lo fulminò con lo sguardo.
“Hai ragione.”
La ragazza si voltò andando verso la porta per andarsene.
“Ali aspetta”
Il ragazzo la seguì a ruota cercando di fermarla tranquillamente, ma, una volta fuori, furono praticamente travolti dalla quotidianità di un ospedale.
“Daniel”
Il ragazzo si voltò verso il Dottor Green che era accompagnato da un ragazzo che non aveva mai visto prima.
“Daniel, lui è Noah, Noah Torres. E’ un nuovo specializzando, si è trasferito qui dal Sant Mary dato che hanno dovuto chiudere la sede. Gli specializzandi sono stati smistati nei vari ospedali e da oggi lui fa parte della nostra equipe.”
“Ehm, piacere. Daniel Reed”
Disse il ragazzo porgendogli la mano.
“Anche lui è uno specializzando chirurgia interna, con aspirazione alla neurochirurgia. Credo che ci sarà un po’ di movimento d’ora in poi in reparto”
Gli occhi di Daniel lampeggiarono due secondi dopo aver avuto quella notizia e guardò con occhi diversi il ragazzo di fronte a sé.
“Io devo andare in sala operatoria, voi dovreste studiare per un test mi pare”
Disse il Dottor Green accennando un sorriso divertito.
“Buona giornata”
Si allontanò verso il suo reparto lasciando lì i due ragazzi e Allison che era poco più indietro.
“Bé è stato un piacere Daniel, ci vediamo in giro.”
Noah spostò lo sguardo su Allison e accennò un saluto con la mano. La ragazza rispose abbozzando un sorriso. Daniel la guardò.
“Lo conosci?”
“Stamattina era a lezione con il Dottor Green..”
Daniel si girò nuovamente verso il ragazzo che si allontanava.
“Che c’è?”
Disse lei notando l’atteggiamento del ragazzo.
“C’è solo un posto per neurochirurgia.”
Disse seccamente Daniel.
“Nessuno qui voleva fare neurochirurgia l’ultimo anno a parte me. Fino ad ora”
Allison alzò un sopracciglio sarcastica.
“Wow, sei competitivo?”
Daniel si voltò verso di lei guardandola seriamente.
“Abbastanza. Specialmente quando si tratta di qualcosa per cui ho sudato sette camicie”
Allison alzò gli occhi al cielo. Era decisamente arrabbiata con lui.
“Sei ancora arrabbiata?”
“Si”
Disse acidamente la ragazza.
“Daniel”
I due furono interrotti nuovamente. Si voltarono vedendo Charlotte palesemente arrabbiata.
“Che ci fai tu qui”
“Sei stato a casa mia?”
Daniel sospirò ed Allison lo guardò sorpresa.
“E’ lì che sei stato?”
“Grazie tante, sono in punizione a vita.”
Disse Charlotte incrociando le braccia.
“Se sei in punizione perché sei qui?”
“Perché tanto peggio di così non può andare. Potevi parlare direttamente con me invece di coinvolgere mia madre”
“Charlotte va a casa”
“Potresti almeno spiegarmi perché…”
Daniel perse completamente la pazienza.
“Sentite, siamo in un ospedale, ci lavoro qui. Non è il luogo adatto prima di tutto. Secondo ho un test. Si anche io, specializzando, devo ancora studiare e devo fare più di quanto già non faccia, visto che c’è uno nuovo che a quanto pare vuole il mio posto e ha puntato la mia ragazza..”
“Non mi ha punta..”
Allison non potè nemmeno ribattere che lui stava già continuando.
“Quindi se non vi dispiace ho altre priorità al momento che discutere sul fatto che abbia bisogno del mio spazio spegnendo il telefono per un giorno, o sul fatto che non voglio avere a che fare con un padre che mi ha abbandonato quando avevo appena undici anni”
Detto ciò il ragazzo rientrò nel suo studio sbattendo la porta, lasciando senza parole le due ragazze fuori.
“Perché fa così..”
Sospirò affranta Charlotte fissando la porta. Allison la guardò dispiaciuta e poi guardò anche lei la porta. Poi si voltònuovamente verso Charlotte.
“Ti va se ti offro una cioccolata calda?”
“Dovrei andare a casa..”
“Non hai detto che sei già nei guai?”
Disse sarcastica Allison sorridendole. Anche Charlotte sorrise.
“Si hai ragione.”
Le due si recarono in una cioccolateria e lì Charlotte le spiegò quello che le aveva detto sua madre. Le aveva detto che Daniel si era presentato a casa loro chiedendo spiegazioni che lei non poteva dargli e che Charlotte non avrebbe dovuto cercarlo. Lui non voleva avere niente a che fare con loro padre e quindi di conseguenza non poteva frequentare nemmeno lei, cosa che la ragazza disse apertamente, trovava abbastanza stupido.
“E’ una situazione molto difficile per lui Charlotte”
“Lo so. So che lui lo ha lasciato, ma non è più quella persona..bè io ho conosciuto solo questa versione di mio padre è vero, ma è davvero una brava persona Allison. Sono certa che sarebbe felice di rivedere i suoi figli, secondo me prova solo vergogna per quello che è successo”
Disse la ragazzina rimescolando per l’ennesima volta la cioccolata davanti a sé.
“Allison posso chiederti una cosa?”
“Si certo”
Charlotte sospirò sperando che la ragazza potesse e volesse aiutarla.
“Non sono riuscita a mettermi in contatto con Tom. Insomma, ho cercato un po’, ma è stato più facile trovare notizie su Daniel così ho lasciato stare sapendo che trovandone uno avrei trovato anche l’altro. Ma ho la sensazione che Daniel non abbia detto nulla a suo fratello”
Allison restò senza parole davanti a quella richiesta. Cosa doveva dirgli? Dargli l’indirizzo del cimitero? Non poteva di certo darle lei quella notizia.
“Mi dispiace Charlotte, non posso aiutarti”
“Per favore Allison ho passato mesi a cercare un indizio su Daniel”
La ragazza era in panico, non sapeva cosa fare, così decise di inventarsi una scusa.
“E’ in Europa. Non potresti raggiungerlo comunque”
Tutte le speranze della ragazza si spensero visibilmente nei suoi occhi chiari. Allison si sentì terribilmente in colpa per averle mentito. Si, l’aveva dissuasa dal cercare ancora e scavare così a fondo sulla famiglia di Daniel, ma nonostante le avesse tolto quella speranza, l’aveva contemporaneamente illusa facendole immaginare un fratello oltreoceano. La ragazza sentì il suo stomaco contorcersi nuovamente.
“Charlotte devo andare”
La ragazzina corrucciò la fronte spiazzata dalla fretta con cui la ragazza davanti a sé aveva cambiato completamente atteggiamento.
“Allison..puoi..puoi parlargli? Per favore”
Allison sospirò per la milionesima volta in quella giornata.
“Non posso promettertelo Charlotte. Non dovrei mettermi in mezzo.”
“Lo so..lo capisco”
Charlotte abbassò lo sguardo intristita facendo sentire ancora peggio Allison. La ragazza però non se la sentiva di prometterle nulla. Non poteva litigare continuamente con lui per una scelta che doveva essere sua soltanto. Lei al suo posto avrebbe voluto la libertà di prendere le sue decisioni, ma allo stesso tempo un buon consiglio non lo avrebbe disdegnato. Ma lei non era Daniel.

Allison era seduta in cucina davanti and una tazza fumante di camomilla. Aveva il mento appoggiato sulle braccia incrociate sul ripiano della cucina e continuava a guardare il fumo che usciva dalla tazza e che poi, arrivato ad un certo punto, svaniva completamente.
Jake passò un paio di volte davanti alla cucina. Aveva già visto Allison la prima volta, ma aveva lasciato correre, dopo però essere ripassato di lì, dopo circa una mezzora, vedendola nella stessa identica posizione, si avvicinò. Allungò lo sguardo sulla tazza che era ancora intatta.
“Direi che la tua camomilla non è più calda”
Allison sussultò sentendo la voce del padre rompere il silenzio. Era così presa dai suoi pensieri che non si era accorta della sua presenza.
“Non importa”
Disse atona e stanca.
“E’ successo qualcosa?”
Jake cercò di indagare con più grazia e delicatezza possibile. Di solito era Serena quella addetta a quel genere di compiti e si sentiva fuori luogo.
Allison si tirò su e lo guardò attentamente.
“Se ti chiedo una cosa, cercherai di non evitare l’argomento come sempre?”
Jake corrucciò la fronte perplesso e incrociò le braccia.
“Posso sapere prima la domanda e poi pensarci?”
“Non è leale”
Disse la ragazza appoggiando la testa sulla sua mano. Jake sospirò e tirò lo sgabello per sedersi accanto a lei.
“So già che me ne pentirò”
L’uomo si sedette accanto alla figlia per ascoltarla.
“So che tu e il nonno non avevate un gran bel rapporto. Ma anche nel momento più brutto della vostra relazione, non hai mai avuto, nel profondo del tuo cuore, il desiderio di poter sistemare tutto?”
Jake sbatté un po’ le palpebre e iniziò a riflettere attentamente sulla domanda.
“C’entra Daniel vero?”
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, papà”
“Ero retorico se proprio vuoi saperlo..”
Dopo un attimo di pausa, l’uomo proseguì.
“Dipende. Insomma a volte si. Più che altro volevo che cambiasse opinione su di me. Nonostante dicessi che non mi importava più, in realtà ho sempre desiderato che avesse stima di me, anche nei momenti peggiori della nostra relazione”
Jake non era il tipo che palesava a quel modo i suoi stati d’animo e soprattutto tutto ciò che era inerente a sentimenti che potessero renderlo agli occhi degli altri debole, o semplicemente umanamente normale. Ma capì che la questione era parecchio importante per sua figlia, così decise di farlo.
“Ora mi dici che c’è? Non avevi detto che non aveva un padre?”
“Beh si..non qui..cioè ora è qui.”
Disse confusamente la ragazza.
“E’ tornato. Dopo quattordici anni..e non da solo. E’ tornato con una compagna ed una figlia. Daniel non ha nessuna intenzione di parlargli.”
“A che pro allora la domanda che mi hai fatto prima?”
Chiese l’uomo incuriosito.
“Credo che dovrebbe e vorrei farglielo presente. Ma non voglio risultare invadente.”
“Se ti stai chiedendo se tua madre mi abbia mai spronato a riallacciare i rapporti con mio padre, la risposta è: più o meno. Ed è stata così brava e astuta da non farmi nemmeno rendere conto che lo stesse facendo. Ma tu sei molto più impulsiva, come me”
“Questo significa che sono nei guai?”
“Questo significa che glielo dirai perché sei fatta così. Potrei dirti chiedi una strategia a tua madre, ma non sarebbe da te”
Allison sbuffò sapendo che aveva ragione. In fin dei conti era già successo. Sapeva che prima o poi la sua boccaccia l’avrebbe messa nei guai, tanto valeva farlo subito. La ragazza saltò letteralmente giù dallo sgabello e si diresse verso casa di Daniel. Una volta lì, bussò vigorosamente attendendo che il ragazzo le aprisse.
“Ciao”
Esordì il ragazzo dopo aver aperto la porta ed aver posato lo sguardo su di lei.
“Posso entrare?”
“Certo che puoi”
Disse lui come se la richiesta di lei fosse la cosa più sciocca del pianeta. Si spostò dalla porta facendola entrare e la richiuse. Il salotto era in uno stato confusionale pieno di libri e dispense varie.
“Wow, ti sei buttato a capofitto nello studio”
“O adesso o mai più. Il test si avvicina”
La ragazza prese un foglio abbandonato sul tavolino al centro del salotto e ci diede una rapida occhiata rendendosi conto che erano cose che non avrebbe mai compreso, o almeno non finchè non fosse stata una laureata in medicina. Allison lasciò il foglio e sospirò.
“Daniel dovresti parlare con Charlotte”
Daniel sospirò sedendosi sul divano sperando di non dover più affrontare quella questione.
“Ali, non me la sento.”
“Dan..mi ha chiesto di Tom e le ho mentito. Mi sono inventata una scusa, ma dovrebbe saperlo. E dovrebbe anche tuo padre ok? Senti arriverà un punto in cui potresti pentirti di tutte queste scelte e io non voglio sentirmi in colpa per non aver fatto niente per farti cambiare idea, per poterti far star meglio”
“Ali tu mi fai stare già meglio, credimi e più di quanto avrei immaginato fino a poco più di quattro mesi fa”
“Daniel non nascondermi quanto ti manca la tua famiglia perché so che è così. Hai bisogno di questo”
“Non è che non voglia conoscerla ok?”
Allison si sedette accanto a lui continuandolo ad osservare.
“Non voglio che soffra, e non voglio soffrire più nemmeno io come prima”

   
 
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