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Autore: Just a Shapeshifter    15/06/2013    6 recensioni
Odiava il giorno, odiava la notte.
L'unica cosa che apprezzava? Il crepuscolo, forse, quando giorno e notte si univano, diventando un tutt'uno, per poi sparire.
Ed andava avanti, di giorno in giorno, fumando sigarette, inghiottendo nicotina, giorno dopo giorno, standosene rintanato in casa a giocare a videogiochi il giorno, e girando di locale in locale la notte, per distrarsi.
Ogni notte una donna diversa...
Mai, mai avrebbe pensato di innamorarsi di lui...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Il due mori sgranarono gli occhi, scrutandosi l'uno con l'altro.

Trent era davanti a lui...
La foresta che celava negli occhi sembrava confondersi con l'acqua che Duncan aveva all'interno della propria iride.
Aveva la bocca spalancata, Elvis, così come la propria, molto probabilmente...
Dei rumori attirarono l'attenzione dei due, però.

“E che cazzo Scott! Sembri un cane in calore!” Duncan si diede una manata sulla fronte per poi farla scendere lungo il viso, sorpassando infine il mento, mentre Trent inarcava un sopracciglio, in un misto tra l'imbarazzato e l'indeciso.
La Iena aveva praticamente bloccato contro la parete dell'edificio il ragazzino senza dargli vie di fuga, ma a quest'ultimo sembrava non importargliene, ricambiando bacio su bacio, le mani attorno al collo del rosso, quasi come se lo trattenessero, tirandolo a sé a sua volta.
Il punk senza preoccuparsene troppo, afferrò il cappuccio grigio della camicia del ragazzo scomparso di lentiggini, staccandolo con non calanche ed alzando le spalle in risposta all'ennesima occhiataccia del migliore amico, che sembrava ringhiare.
“Io. Ti. Ammazzo.” Sibilò Scott, avventandosi sul verde e sbattendolo al muro.
“Porca puttana, lo vuoi capire o no che non puoi farmi la checca ora?!”
“É la mia vita, cazzo, la m.i.a fottutissima vita!”
Faccia di metallo sbuffò, liberandosi dalla presa.
“Beh, é una vita di merda.”
“Fottiti stupido idiota, fottiti.”
Scott non aggiunse altro, spingendolo via da sé e allontanandosi nella fredda aria della notte.
“Duncan, io...” Trent iniziò a dire qualcosa, qualcosa che gli morì in gola, appena il moro superò lui e il ragazzino, sparendo anch'esso nella notte.

Driiiiiin!
Nessuna risposta.
Driiiiiiiiin!
Duncan sbuffò, irritato. Se ne era rimasto a poltrire per due settimane, vivendosene in casa, ed uscendo solo il sabato, da solo, per andare a rimorchiare qualche stupida ragazza che sarebbe andata a letto con lui senza troppi problemi.
Odiava il fatto di aver perso la Iena, aver perso i suoi ghigni e le sue battute, così simili alle proprie... Ma odiava anche il fatto dei suoi comportamenti. Okay, okay, forse non li odiava, ma li trovava irritanti, senza senso.
Insomma: la discoteca era piena di ragazze, belle e brutte, ma era piena, fino a una certa ora... non piena come al solito ma... qualcuna riuscivi ad abbordarla. E cosa faceva pel di carota?! Andava a trovarsi l'unico maschio nei paraggi e iniziava a farselo.
Sapeva benissimo che il sabato, solo ed esclusivamente il sabato doveva fare il Vero uomo .
L'ennesimo trillo di campanello lo riportò alla realtà, ed il ragazzo si decise ad aprire.
“Ehi”
“...”
“Tutto bene, Duncan?”

Il punk teneva aperta la porta con una mano, il suo corpo esattamente sull'uscio. Immobile.

“Cosa ci fai qui?” Sgranò gli occhi, subito dopo. “E... Come diamine hai fatto a sapere dove abito?!”
L'altro ragazzo sorrise, grattandosi la testa. “Non é difficile capirlo, basta chiedere in giro... Non passi proprio inosservato... Mormorò cercando di entrare, ma venne bloccato da Duncan, che indossava solo dei boxer. Lo guardò con gli occhi assottigliati, cercando di decifrare il motivo della visita di Elvis, non riuscendoci e concludendo il tutto con un: “Che vuoi?”
Trent scrollò le spalle, entrò dentro l'abitazione del ragazzo e si guardò rapidamente intorno, rimanendo sconvolto dal disordine che aleggiava in quell'appartamento, anche se era più che convinto che sotto quegli strati di sporcizia e indumenti ci fosse un arredamento niente male, una casa sublime.
“Beh? Si puó sapere che vuoi?”
“Si tratta di quello che é successo un paio di settimane fa... sai... la discoteca, Scott, Henri...
Non riuscì a finire la frase però, perché il punk alzò la mano, in segno di farlo tacere.
“Non me ne frega niente della checca isterica e, se lui ti ha mandato qui per dirmi queste cazzate...” Ghignò, portandosi le braccia incrociate al petto ed alzando un sopracciglio, senza togliersi dal viso quel sorrisino strafottente. “Vuol dire che é a tutti gli effetti una checca senza palle”
“É il tuo migliore amico.”
“Ha fatto una cazzata.”
“So che ti manca.”
“...”
“E dai, vi siete sempre aiutati in questi ultimi anni, da quando vi siete conosciuti...”
“Tu non mi odiavi per il fatto di averti fottuto la ragazza?”
“E non cambiare discorso.”
Sospirò, il chitarrista, fissando il moro davanti a sé.
“Non é stata tutta colpa di Scott, quella sera...”
“Continua” Si limitò ad esclamare il punk appoggiandosi con la schiena alla parete, sorridendo tra se e se per l'intonaco fresco che gli raffreddava la calda schiena.
“Henri, lui... lui l'ha fatto ubriacare e,” Trent non riuscì a finire la frase che si ritrovò bloccato al muro e sgranò gli occhi, deglutendo.
“Henri?” Duncan sgranò gli occhi, non capendoci più nulla. “Chi Diavolo è Henri?!
“Ti ricordi quel ragazzo che era con Scott, quella sera? Quello con gli occhi verdi ed i capelli neri...”
“É tuo cugino?”
Trent sorrise a quella affermazione... tutti scambiavano Henri per un suo parente. Scosse la testa.
“Tuo fratello?” Scosse di nuovo la testa, il Saggio. “Per la miseria Trent, mi vuoi dire chi diamine é quel fottuto ragazzo che Scott si stava slinguando?!”
“Semplicemente, Duncan, é un mio amico. E...voleva conoscere Scott...”
Trent sorrise, liberandosi nuovamente dalla presa del punk, e dirigendosi giù per le scale. “Ti aspetta al bar qua sotto”

Varie goccioline scendevano giù da quei bicchieri di vetro. Parevano sciare, raggiungendo infine quel tavolo in legno con varie incisioni e macchie sparse per la superficie.
L'odore di birra penetrava nelle narici dei due, invitandoli a gustare, dissetarsi con il nettare degli dei. Ma non avevano tempo, ora si stavano guardando, trasmettendosi emozioni e pensieri contrastanti ripetutamente.
“Allora amici?” Il moro non rispose. Chiuse gli occhi, prendendo un paio di boccate d'aria, per poi sorseggiare la birra dal proprio boccale, riaprendo gli occhi acquamarina e fissando quelli grigio nebbia del rosso.
Aprì la bocca, come per parlare, ma la richiuse subito sorridendo maliziosamente, poggiando il boccale sulla superficie del tavolo. Lo squadrò a lungo, soppesando ogni suo cambiamento di espressione del volto, ogni suo respiro, per poi sorridere. “Amici” Sentenziò infine.
Il rosso ricambiò quel sorriso bastardo, annuendo soddisfatto e prendendo infine la propria birra, ingurgitandola.

Salirono all'appartamento di Duncan, la Iena se ne andò in camera sua, barcollante. Dire che avevano bevuto tanto era dir poco... Inciampò nel tappeto e con quel minimo di riflessi che ancora aveva riuscì ad aggrapparsi ad una delle colonne portanti dell'appartamento, risparmiando così alla sua faccia una rovinosa caduta. Il punk scoppiò in una fragorosa risata, mentre lo raggiungeva. Di una cosa, non aveva tenuto conto Duncan... Scott si stava rimettendo in equilibrio.

Fu un attimo, come un battito di ciglia. I piedi scontrarono l'uno contro l'altro, entrambi sgranarono gli occhi. Il piercing afferrò per la canotta la Iena, nel disperato tentativo di reggersi in piedi, Scott perse la precaria presa della colonna...

Si ritrovarono per terra, l'uno sopra l'altro... Duncan sotto, supino, il rosso sopra di lui, i petti attaccati.

“S-Scott ma che.” Sgranò gli occhi. Delle labbra: le sue dannate labbra erano poggiate sulle proprie... Duncan non riusciva a farsene un'idea, una ragione.
Il dio Dioniso fu magnanimo e lo aiutò. L'alcol entrò velocemente in circolo annebbiandogli la mente, facendogli chiudere gli occhi e ricambiare quel bacio.

Scott ghignò, dentro se. Da sempre un lato di lui aveva voluto poggiare le labbra su quelle del migliore amico, e fargli provare intensi brividi di piacere ma, per sfortuna della Iena, il Marcio era completamente etero... poco male, ora erano entrambi ubriachi, il moro probabilmente non se ne sarebbe nemmeno ricordato, il giorno seguente.

Duncan cercò di muovere le mani, portandole alle spalle del rosso, per toglierselo di dosso, ma Scott fu più veloce, gli prese i polsi e glieli bloccò sopra la testa.

Ghignò, dopo averlo immobilizzato, ed iniziò ad accarezzargli le labbra con la punta della lingua, aumentando mano a mano la pressione con quest'ultima, cercando di trovare uno spazietto per entrare.

Deglutì mentalmente, appena avvertì il rosso esplorare la propria bocca. La mascella prova a scattare per mordere quell'intruso e ricacciarlo al suo posto, ma la mente annebbiata gli fa finalmente ricambiare il bacio. Era Duncan, non un pivello qualunque. Bacio etero o meno, lui non si sarebbe sottratto e avrebbe dominato quel contatto di lingue.

Stava... ricambiando? Era stato più semplice del previsto... Le lingue giocavano, si inseguivano, sfidavano. Allentò la presa ai polsi del moro Scott, tanto oramai stava ricambiando da un pezzo... Brutta idea...

La lucidità gli tornò di colpo, come una secchiata d'acqua gelida lo colpì in pieno viso, facendolo svegliare. Scostò bruscamente Scott da sé, pulendosi rudemente le labbra col dorso della mano, mentre lo fissava male.

Un sorrisino poi gli spuntò sulle labbra. Un sorrisino malizioso e bastardo, un sorrisino che metteva i brividi. “Baci come una ragazza” Questo disse Duncan ad uno Scott semidisteso sul pavimento, che lo fissava con un sorriso ebete in faccia, ricambiato infine dal moro.


Angolo di M:

*L'autrice si inginocchia, poggiando il naso praticamente sul pavimento, chiedendo silenziosamente perdono* Mi scuso u.u Per il ritardo, intendo, non per il bacio, sia mai >:D
E così... abbiamo un capitolo abbastanza incasinato e, dulcis in fundo, un bel bacio tra la Iena e il Punk :D
*sente dei rumori provenire fuori dalla propria camera... sente una motosega... l'autrice sbianca*
Ehm... i-io... D: IO ME LA FILO!
Alla prossima, spero ^^" *la porta cigola, sembra spezzarsi sotto la potente motosega* Aaaaaaaah D:
*M sparisce*

  
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