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Autore: LaGraziaViolenta    17/06/2013    5 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove si scopre che gli elfi domestici farebbero di tutto per soddisfare le voglie della signorina Chelsea e della signorina Serena.
 
 
 
Riuscii a farmi convincere da Chelsea ad andare con lei nelle cucine, per l’ennesima volta. In realtà a convincermi fu anche la mia astinenza da cioccolato: avevo esaurito le scorte di dolci e Il Pacco tardava ad arrivare.
«Sai di cosa avrei voglia?» disse Chelsea. «Di gelato.»
«Gelato?» ripetei, perplessa. Arricciai il naso. «Domani è Halloween, dopodomani inizia novembre e tu vuoi del gelato?»
«Sì.» Chelsea si leccò le labbra e alzò lo sguardo verso il soffitto di pietra, sognante. Passò le dita grassocce sulla pera del quadro ed entrammo nelle cucine.
Gli elfi domestici erano in fermento per Halloween. Correvano, aprivano forni da cui uscivano sbuffi d’aria calda, decoravano cupcakes con le sac-à-poche, impacchettavano biscottini magici. Quando ci videro, impazzirono.
«Signorine, signorine!»
«Attente, signorine, vi scottate, signorine!»
«Volete dolce voi, signorine? Signorina Chelsea vuole sempre i dolci! Abbiamo preparato tanti dolci!»
Mi coprii la bocca per non far vedere che ridevo. Evidentemente Chelsea era di casa. Adesso capivo perfettamente come mai non dimagriva anche se in Sala Grande mangiava con moderazione.
«Si siedano le signorine, si siedano!»
Ci accomodammo su due sgabelli. Si avvicinò un elfo. Era una femminuccia, a giudicare dal fiocchetto rosa che aveva su un orecchio. Ebbi un’illuminazione. La indicai.
«Tu.»
«Eh?» L’elfa sgranò gli occhi. «Io cosa, signorina? Mi ordini signorina, ordini!»
«Puoi avvicinarti, cucciola?»
Chelsea trasformò una risata in uno sbuffo. Io sorrisi. L’elfa si affrettò ad avvicinarsi. Osservai il suo fiocco rosa.
«Uhm… Pinkamena Pie.»
L’elfa si torse le dita, in imbarazzo. «Come, signorina? Io non capisce, essere qui da poco. Che torta essere Pinkamena?»
Le sorrisi ancora, tesi la mano e  le raddrizzai il fiocchetto. «Sei tu, cucciola. Ti chiamerò Pinkamena Pie, o solo Pinkie. Come i My Little Pony
L’elfa spalancò la bocca, poi scosse con forza la testa. «No, no, signorina si sbaglia, signorina, io non essere torta di Pinkamena, io essere Pepper!»
«Pepper?» ripetei. Mi grattai la punta del naso. «Mah, forse Pippin l’avrei capito di più… Però mancano Merry, Sam e Frodo…»
«Io Merry! Merry è qui!» urlò una vocina acuta nella folla.
Chelsea non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Subito dopo arrivò un elfo con in testa una papalina col pompon raffigurante una zucca di Halloween. «Merry è qui, signorine!»
Chelsea si sporse verso di lui. «Allora, giovanotto, la signorina Chelsea oggi vuole un bel gelato. Alla fragola. Ma quello buono, eh.»
«Subito Merry, signorina!» L’elfo scomparve in mezzo alla folla, il pompon che rimbalzava contro la schiena.
Pepper mi guardò con occhi scintillanti. «E signorina nuova cosa vuole, signorina? Brava Pepper farà vedere che lei è brava, sì, lei obbedisce!»
Era troppo carina. La sua voce cinguettante sembrava quella di una bambina. E quel fiocchetto rosa! La afferrai e la strinsi in un abbraccio.
«Sei carina, Pepper!» esclamai. «Carina carina! Sembra quasi di avere una sorellina!»
L’elfa si irrigidì. «Oh…»
La lasciai. Il viso di Pepper si era fatto rosso. Si toccò il fiocchetto rosa, come ad assicurarsi che non glielo avessi portato via.
«Pepper non può abbracciare le signorine, signorina…»
«Sono Serena» mi presentai. «Lieta, Pepper Pie.»
«Signorina Serena, non sono una torta di Pepper, solo Pepper, signorina Serena.»
Intravidi Merry con una vaschetta di gelato tra le mani. Invece che portarcelo, però, lo buttò nell’immondizia.
Chelsea corrugò le sopracciglia, delusa. Dovette alzare la voce per farsi sentire in tutto quel baccano. «Merry! Cosa fai? Butti il gelato?»
Anche Merry alzò la voce. «Signorina, è molle signorina, Merry non glielo vuole dare molle! Merry glielo dà duro, signorina!»
Sgranai gli occhi e mi venne da ridere. Diedi una gomitata a Chelsea. «Cielo, Chelsea» sussurrai col sorriso sulle labbra. «Hai conquistato Merry, mi sa…»
«Eh già. Me lo da duro» sghignazzò Chelsea. Scoppiammo a ridere tutte e due.
Il profumo di dolci mi fece gorgogliare la pancia. Tutti quei dolcetti che viaggiavano per la cucina erano un richiamo troppo forte per chiunque. Anche io iniziavo ad avere fame. Sorrisi a Pepper, che mi guardò speranzosa.
«Pepper, cara» le dissi in tono gentile, «avresti per caso della Sachetorte?»
Le labbra di Pepper si strinsero, le sporse a trombetta, si strinsero di nuovo e l’elfa assunse un’espressione concentrata. Era una visione comica ma mi imposi di non ridere.
«Sachertorte non conosce Pepper, signorina Serena. Pepper non conosce neanche Pinkamena torta.»
Le orecchie di Pepper si afflosciarono e gli occhi le si riempirono di lacrime. «Pepper pessima elfa… Pepper si deve punire!»
«No!» scattai. Le afferrai un polso. Era caldo e magro, sentivo le ossa sotto il palmo della mia mano. «No Pepper, senti… Scherzavo. Niente Sachertorte. La Sachertorte è cattiva. Vorrei, se c’è…» Cercai di pensare velocemente. Un dolce qualsiasi, che potessero avere. Magari non qualcosa di italiano. «Un… Un dolce a caso. Al cioccolato, però. Un dolce al cioccolato. La brava Pepper lo trova un dolce al cioccolato per me?»
Pepper si illuminò in viso e le labbra si aprirono in un sorriso. «C’è tanto cioccolato, tutto il cioccolato che la signorina Serena vuole!»
Le lasciai il polso e scomparve in mezzo agli elfi.
Un secondo dopo ricomparve Merry con una vaschetta gelata tra le braccia. Tremava e batteva i denti, ma sorrideva.
«S-s-signorina Chelsea… G-g-gelato duro alla fr-r-r-agola dal fr-r-r-eezer, signorina.»
«Ommioddio» mormorai. Merry aveva della brina sul lungo naso e sulle orecchie. «Ma sei andato a prenderlo al polo sud?»
«M-M-Merry ha detto nel fr-r-reezer, sign-gn-gnorina, Merry ha d-d-detto.»
«Grazie, Merry.» Chelsea prese la vaschetta di gelato. Cercò di affondarci un cucchiaio, ma non riuscì nemmeno a scalfire la superficie rosa. Chelsea mi guardò e sogghignò. «È proprio duro. Bravo Merry, bravo.»
Le restituii un sorriso, sicura di avere le guance rosse. Chelsea iniziò a scavare il gelato.
«Signorina Serena! Fate largo!»
La voce acuta di Pepper mi fece girare. Udii le proteste degli elfi che, con in mano teglie, sacchetti e sac-à-poche erano costretti a spostarsi.
Perché Pepper stava arrivando con una carriola di dolci.
Rimasi scioccata. La ruota cigolava ad ogni giro e Pepper proseguiva, tenendo la carriola alzata con uno sforzo sovrumano dei piccoli muscoli. Un gocciolone di sudore le colava giù dalla tempia.
Mi resi conto di avere la bocca spalancata e la chiusi. In quella carriola c’era tanto di quel cioccolato che perfino a Willy Wonka sarebbe venuto il diabete.
«Pepper brava, Pepper ha portato tutti i dolci al cioccolato della cucina alla signorina Serena!»
«Grazie… Pepper…» balbettai. La carriola cigolante si fermò davanti a me. Pepper esibiva un sorriso che andava da un orecchio all’altro e con la mano si asciugò il sudore. Sembrava un piccolo aiutante di Babbo Natale, solo che era Halloween.
Guardai i dolci nella carriola e mi costrinsi a sorridere. Potevo annegarci, in tutto quel cioccolato. Presi la cosa più piccola che trovai: un brownie. Lo addentai. Il cioccolato si sciolse sulla mia lingua, diffondendo il celestiale sapore. «Buono!»
Pepper applaudì, felice. «Adesso signorina Serena mangia tutto! Pepper stata brava! Pepper ha soddisfatto la signorina Serena, signorina!»
Chelsea, di fianco a me, scoprì i denti rosa di gelato e sogghignò. «Pepper ha soddisfatto benissimo la signorina Serena, meglio di qualunque uomo…»
«Ah be’, Chelsea, non commenterei se fossi in te visto che ora ce l’hai duro…»
Chelsea rise e riprese a mangiare il gelato. Io stiracchiai un altro sorriso. «Ehm… Pepper… Come li porto via, i dolci?»
Pepper si voltò e mostrò la schiena: in spalle aveva quello che aveva tutta l’aria di essere uno zaino da trekking.
«Alla babbana, Serena» ridacchiò Chelsea. «Mia cara, à-la-babbàn… Va di moda adesso, sai?»
«Lascia perdere il francese, guarda… Non fa per te.»
Il pensiero di caricarmi la schiena di cioccolato mi faceva sentire disperata. Guardai l’elfa raggiante. Mi dispiaceva deluderla. Quindi avrei dovuto portare tutto in Sala Comune e trovare il modo di finire tutti i dolci in un tempo ragionevole.
«Pepper» piagnucolai. «Mangio tutto, promesso, ma ci vorrà del tempo… Mi aiuti a trasportare le cose in Sala Comune? Di nascosto però, se i professori mi scoprono mi sgridano.»
E fu così che quella sera io e le mie compagne di dormitorio facemmo indigestione. Giurai a me stessa di non toccare una briciola di cioccolato fino a San Valentino.
  
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