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Autore: bruciato    18/06/2013    2 recensioni
Anime Oscure è un opera in corso di scrittura di genere Low Fantasy.
Ambientata nel regno di Landor,segue le vicende dei maggiori esponenti di quest'ultimo,dal Re ai Cavalieri Neri, suo protettori, includendo nobili e popolani. Giochi, guerre, intrighi e complotti si alternano nella Città Illuminata, dove siede il giovane Re Vaan Destiryon.
Cyrith, regno da sempre nemico di Landor, si muove a Est, mentre da Nord arriva Cesar Brambe, figlio del Re ucciso e spodestato da Lance Destiryon, padre di Vaan.
Dalla Linea Stricta, a Sud, arrivano voci preoccupanti sul ritorno dei non-morti. Non molti credono al ritorno di quei traditori del reame, considerando la loro stessa esistenza leggendaria.
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vaan si svegliò piuttosto tardi quella mattinata, e la prima cosa che vide furono un paio di natiche nude sul suo letto. Alexya, di nuovo.

Erano ormai cinque o sei volte che la comprava da quando il Cacciatore l'aveva scovata nel bordello più rinomato della Città Illuminata.

« Ben alzato mio Re. Hai dormito bene? » disse Alexya non appena aprì gli occhi. Vaan era già seduto sul bordo destro del letto. Aveva una vestaglia argentata, rifinita in oro. Il vento entrava dal balcone, e gli scompigliava i capelli biondo cenere.

 

Alexya si stava già rivestendo, in fretta e in furia. Forse aveva un cliente di lì a poco.

« Si, puttana. Ho dormito bene. » rispose Vaan, alla domanda di prima.

« Ricordati sempre che tu compri solo il mio corpo, il fatto che tu sia Re non significa che compri anche le mie parole, stronzo. » gli disse, mentre gli si era avvicinata in tutta la sua bellezza. Poi gli sussurrò all'orecchio: « Volevo solo essere gentile. »

Vaan rise a quella frase; la prostituta dai capelli rossi era forse l’unica che riusciva a tenergli testa, e che parlava senza timore. Lui la lasciava fare.

Gli dava estremamente fastidio come tutti accondiscendevano senza fiatare a ciò che diceva, chiamandolo con i nomi altisonanti più disparati.

Almeno lei era sincera, e anche molto bella.

 

Portava i capelli corti e ricci, di un rosso-arancione molto particolare, e aveva gli occhi azzurri simili a quelli di sua madre Caterine. E pensare che fino a nemmeno un giorno prima era stato con Gwen Allister a passeggiare per la fortezza, come aveva fatto anche giorni addietro con Jocelyne, Amber e Ingrid.

 

Sorrise a questo pensiero; forse si erano illuse tutte che erano già state scelte.

Vaan abbozzò un ghigno, quasi complimentandosi con sé stesso per gli inganni che faceva a quelle povere ragazze.

 

In realtà sua madre Caterine aveva premuto molto per convincerlo a passeggiare con loro, seppur per mera formalità.

La sera poi, il re di Landor la passava con le prostitute d'alto bordo o a leggere un libro ( a seconda dell'umore ); o a esercitarsi con il suo stocco, che chiamò Destroyer, donatogli da Sèregor Lunac come omaggio per la sua incoronazione avvenuta pochi giorni prima.

 

Di un aspetto distruttivo aveva poco o nulla, ma era talmente sottile da potersi infilare nella gola di un uomo perfettamente protetto dall’armatura. Andava bene per la sua età; non aveva ancora la forza e le capacità per maneggiare lo spadone di Arathon Morder o la Lancia d’Argento del Cacciatore.

Chiamò proprio lui dopo essersi rinfrescato e dopo che quello ebbe riportato la puttana al bordello. Doveva recarsi al concilio, e udire ciò che i saggi consigliavano. Vaan sapeva che era malvisto da loro. Lo ritenevano un inetto; forse era messo in ombra dalla figura di suo padre Lance. Lance il Grande.

Uscì dalle sue stanze e scese le enormi scale degli appartamenti reali, domandandosi se era davvero necessaria la sua presenza.

 

"Probabilmente sì, dopotutto sono il Re, devo dare il giusto esempio. Mio padre lo avrebbe fatto."

Il pensiero tornò inevitabilmente proprio a suo padre. Lance Il Giusto lo chiamavano, a volte. Sì, suo padre aveva conquistato il trono con il sangue, ma aveva anche conquistato il favore dei soldati e del popolo con la misericordia e la giustizia.

 

Peccato che non aveva mai avuto tempo di occuparsi di Vaan, il principe che passò l'adolescenza con suo padre sempre impegnato. In guerra prima, in diplomazia poi. Lo vedeva praticamente solo nei ricevimenti ufficiali, dov'era richiesta la presenza di tutta la famiglia.

 

Il Cacciatore era fuori dalla sua porta, e lo accompagnò alla sala del consiglio. Si ritrovò così poco prima di pranzo al tavolo con i dieci saggi del regno, che lo aiutavano nello gestire la politica, la diplomazia, l’economia e la guerra dove ce ne fosse stato bisogno. Primo fra tutti spiccava Mason Curter, di umili origini, Supremo Saggio del Concilio. Vaan si sedette e iniziò così la seduta.

 

« Mio Signore, io porto notizie non felici. » esordì, quando interpellato da Vaan, il saggio della guerra. « Ho saputo dell’uomo con cui avete parlato nella Sala, e devo sfortunatamente confermarvi che dice il vero. Le nostre spie e vedette riportano continui movimenti delle truppe di Cyrith presso il confine delle Montagne. Pensiamo si stiano spostando a Nord o peggio, a Sud, al passo di Bonnevie. »

Un’avvertimento di Cyrith? E perché proprio ora e non poche settimane prima, quando c’era suo padre? Lui avrebbe saputo cosa fare, ma adesso Vaan era in difficoltà.

Dichiarare guerra? Rinforzarsi? Chiudere il passo? Aveva troppi dubbi,ma prima di chiedere il consiglio di Mason voleva ascoltare proprio quel “saggio tra i saggi”; Mason spiegò la situazione al Sud, dove un piccolo contingente di Guerrieri accompagnati dal loro Cavaliere Nobile non aveva fatto ritorno dal Mondo dei Morti. Mondo dei morti…che nome stupido.

Terre Morte era più appropriato per un luogo pieno di nebbia, di villaggi barbari, di steppe.

E in effetti era questo il suo nome ufficiale, ma tutti chiamavano “Mondo dei Morti” quella parte del continente.

Era forse più inospitale di ciò che c’era a Nord, nel gelido Nord.

 

« Perché continuano ad andare verso Sud,a cercare solo morte e desolazione...?» Chiese Vaan.

« Non saprei mio signore, forse alcuni ritengono un’avventura da poter tramandare ai posteri, forse sono in cerca di ciò che altri Cavalieri prima di loro non trovarono.« E' certo che è il terzo Cavaliere che perdiamo in una settimana. Con la morte di Lorristan Barne, vostro Cavaliere Nero, questo e il Cavaliere di Picche morto durante una battuta di caccia. » Spiegò Mason.

Vaan si portò la mano sotto il mento, cercando di pensare a qualche soluzione. Tutti lo fissavano in silenzio, fino a quando disse:

« Bene, ho già la decisione per questi pazzi. Io, Vaan Sambor, Re di Landor e protettore del Regno, Signore e Governatore della Città Illuminata, dichiaro che il passaggio per le Terre Morte è chiuso fino a nuova disposizione. L’unico documento che autorizza d’ora in poi il passaggio a coloro che non sono di stanza è il sigillo del Re, che dovrò applicare io personalmente. La seduta è tolta. »

I saggi si alzarono all'unisono. Vaan artigliò il braccio di Mason, lì accanto a lui.

« Mason, seguimi. Dobbiamo parlare. »

Tutti i saggi si ritirarono e rimase solo Mason Curter, il supremo saggio,e si incamminò verso il cortile con Vaan. Era leggermente nuvoloso quel giorno, ma il caldo non si placava. Arrivati alla piazza centrale, da dove si diramava tutta la gigantesca fortezza, i due si sedettero su una panchina e Mason prese parola:

« Mio Re,qual’è il problema che vi affligge? Ho forse fatto qualcosa di male? » Chiese Mason, vagamente intimorito. Forse temeva una delle isterie di Vaan.

« No, ho solo bisogno del tuo giudizio. » Rispose il ragazzo.

« Come bisogna gestire questa faccenda dell’Est? Voglio dire,cosa possiamo fare? Cosa avrebbe fatto mio padre? »

« Non so cos’avrebbe fatto vostro padre. Ma io vi posso dire che abbiamo scarsità di uomini al momento, e che una guerra ora sarebbe terribile per il nostro tesoro,quindi…Propongo solamente di aumentare le guardie al confine. » suggerì l'uomo. Vaan sapeva di potersi fidare di Mason. Suo padre si era sempre fidato di quel coltissimo uomo, che era alla fortezza da più di un ventennio.

« Probabilmente hai ragione, è meglio fare così. Non credo che possiamo fare altro per ora. » rispose Vaan con disappunto.

« Signore...» riprese Mason «...c’è un altra cosa di cui dovreste essere al corrente. Gira voce...che Cesar Brambe sia riuscito a...riformare un esercito nell'estremo Nord, e che si stia preparando a marciare per prendere il trono. »

Nel tono del Saggio c'era una preoccupazione che Vaan scorse prima di subito.

« Un altro problema…» Rispose sospirando. Poi pensò per qualche secondo a cosa fare e riprese a parlare, con tono deciso e autoritario, alzandosi dalla panca.

« Porta I Cavalieri Neri nei miei alloggi immediatamente, e dì al Cacciatore di portare mia madre. Prima conferirò con lei, e in seguito con i tre Cavalieri. E’ tutto, puoi andare. »

« Ma...mio signore...Cesar...dobbiamo sapere cosa fare!»

« Ho parlato! » sbraitò Vaan. Mason si alzò in silenzio, e se ne andò in fretta.

Mentre andava verso i suoi appartamenti con la sua scorta personale, i pensieri di Vaan Sambor erano tristi e confusi. C’erano due guerre all’orizzonte, una con il figlio del re ucciso e spodestato da suo padre...e l’altra con il temibile regno dell’Est, Cyrith. La situazione era difficile, ma diamine, lui aveva solo sedici anni!

Cosa si aspettavano,che fosse un esperto di politica? Fino a poche settimane fa era soltanto il principe di un Re amato e rispettato da tutti, che passava ogni notte con una donna diversa e non aveva mai adempiuto ai suoi compiti. Ma ora era diverso. Ma perché proprio ora? I suoi nemici sapevano che era un debole? Possibile che già avessero capito la sua inettitudine a governare? E Cesar...quel maledetto. Era scappato dalla città con la coda tra le gambe solo due anni fa, e ora pretendeva di riavere il trono! Ma ciò che tormentava Vaan, era il fatto che molti, tra il popolo, sicuramente amavano ancora i Brambe. Usurpatori si rimane.

Arrivato nei suoi alloggi, si tolse mantello e la corona, e fece preparare un bagno caldo dalle sue serve. I suoi capelli biondo cenere erano perfettamente pettinati e profumati qualche minuto dopo. Di sicuro non erano un dono della scura chioma di suo padre. Si rimise il mantello cremisi sopra una veste bianca e argentata, e disse al suo attendente di essere pronto a ricevere sua madre. La donna entrò, con un vestito pregiato e i capelli raccolti dietro. Vaan intuì subito, dalla sua agitazione, che era stata disturbata.

« Che c’è Vaan,cosa vuoi? » urlò Caterine, e sbatté la porta dietro di sé, infuriata. « Ero impegnatissima poco prima che mi chiamassi. E’ urgente?! »

Le cose erano molto diverse dalle apparenze che si davano al pubblico, dove il Re si permetteva anche di sgridare e rimproverare sua madre. Nella vita privata era ancora succube di lei e delle sue sfuriate. Gli raccontò di ciò che era venuto a sapere dal Concilio e gli chiese consigli.

« Oggi non sono potuta essere presente al consiglio, per prendere decisioni al posto tuo come sempre. Sai, anche io ho i miei impegni. Non sei bravo a governare ne tanto meno a comandare. Sei un fallito,come lo sei sempre stato. Ci vediamo a cena. »

Davvero lo odiava così tanto da nemmeno consigliarlo su cose così delicate? Ma in fondo non era niente di nuovo, in privato Caterine Sambor continuava a insultarlo. Era come una faida continua tra lui e sua madre da quando era Re: lui la insultava in pubblico e lei in privato, e non sapeva dire quale delle due cose fosse peggio. In effetti, non sapeva nemmeno dire se fosse peggio litigare e insultarsi a vicenda ora, o parlarsi una volta a settimana quando era ancora principe. Una lacrima spuntò fuori dalle palpebre del Re “fallito” come lo aveva descritto sua madre, ricacciata subito dentro perché stavano entrando i Neri, ai quali spiegò la situazione già esposta prima alla regina. Anche quella piccola riunione non ebbe gli effetti sperati. Vaan era ancora molto indeciso, come sempre.

Tra non molto, Lightburg sarebbe stata riempita di tutte le famiglie del regno, a causa del torneo in onore di Vaan. Vi era più di una guerra all'orizzonte, e Landor si trovava in mezzo a due fuochi. Cesar e Cyrith.

Non era in vena di dolci compagnie quella sera. Si coricò e si addormentò, solo come era sempre stato.

  
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