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Autore: MaikoxMilo    19/06/2013    8 recensioni
Svegliarsi da un coma non è facile, né per chi si trova in quella particolare situazione in prima persona, né per chi vi è fuori... No, non esiste "essere fuori" per chi sta rischiando di perdere una persona cara, perché il senso di perdita è così opprimente da toglierti il tuo stesso respiro, da spingerti a fare di tutto per salvarla...
E poi il risveglio, doppio, se possiamo dire... Perché non puoi mai sapere cosa ti riserverà il futuro, perché non puoi mai sapere cosa accade se le vite del passato e del presente si incontrano...
Seguito de "La guerra per il dominio del mondo" della quale è necessaria la lettura. Personaggi Lost Canvas e serie originale.
(Fanfic in fase di riscrittura)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Aquarius Degel, Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato... Presente... Futuro!'
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CAPITOLO 34

 

GENOVA (prima parte)

 

 

Attenzione: in questo capitolo c'è un “aumento esponenziale” di “parole del gatto” (genovese mode on), tutta colpa di Cardia, non guardate me, io non c'entro! XD Buona lettura a tutti e grazie come sempre! :)

 

 

 

2 Agosto 2011, sera.

Continuo a guardare sorridente le mie amiche, la più piccola, Michela, che continua a strusciarsi sulla più grande, preda di un'euforia sempre più crescente, mentre Francesca, caso più unico che raro, visto la sua naturale compostezza, contraccambia i suoi bisogni di attenzione accarezzandole più volte i capelli.

"E' stato merito tuo, Marta!" sottolinea ancora la giovane dea, allargando ancora di più il suo sorriso, gli occhi lucidi.

"No, è stato merito di tutti!" ribatto, tramando consistentemente per l'emozione.

"E' stato merito di tutti, sì, ma sei tu che sei riuscita a ripescarlo, senza di te... meglio non pensarci! Ti precendo in camera, quando te la senti vieni" mi dice, affabile, prima di dirigersi nella direzione in questione.

Io l'ho ripescato, sì... ma sei tu ad aver colpito il corpo fisico di quel bastardo, senza la tua irruzione, forse Cardia... no, hai ragione, meglio non pensarci!

Vorrei seguirla subito, ma percepisco che se solo lo facessi crollerei a terra. Tremano... le mie gambe tremano e minacciano di afflosciarsi, ci impiego un po' per riuscire a smuovermi.

"Michy... hai detto che si è svegliato circa un'ora fa?" le chiedo, notando che si sta approcciando a me.

"Sì, Dègel era con lui, mi ha chiamato subito dopo perché ero la sola ad essere ancora a casa. Tu e Francesca eravate via, Sonia era uscita un attimo per riprovare a riconnettersi ai suoi fratelli" mi spiega, circondandomi il braccio sinistro per poi appoggiarsi a me.

"Quindi lo hai visto subito e... come stava?" chiedo, trepidante. Non so perché lo stia facendo, per sincerarmi delle sue condizioni basterebbe muovermi ma questo dannato corpo è come paralizzato.

"Ehe, perché non glielo chiedi tu stessa, Marta? - mi domanda infatti retoricamente, prima di raddrizzarsi e saltellare quasi sul posto - Sarà di sicuro felice di rivederti!" mi consiglia, prima di scattare di corsa nella stessa direzione di Francesca.

Prendo un profondo respiro, posandomi una mano sopra il cuore, percependo i miei battiti farsi sempre più veloci e frenetici a causa del mio stato emotivo.

"Grazie... grazie! Non so bene a chi ma... GRAZIE!" sussurro tra me e me, guardando verso l'alto, raccomandandomi ad astri a divinità di cui non conosco il nome.

Oggi non perderò un amico. Per fortuna. Mi sento così... così strana, posso tornare a respirare un po', sebbene il nodo al petto non si sia sciolto e sappia bene che non si scioglierà prima di aver salvato anche Milo, Camus e Regulus, la cui vita è ancora appesa ad un sottilissimo filo; un filo che per un nonnulla si potrebbe recidere, facendoli precipitare nell'oblio perpetuo chiamato morte. Nella stessa voragine si è trovato anche Cardia fino a poco fa, ma lui... lui ha già combattuto e vinto la sua personalissima battaglia contro la Nera Signora, non mi sarei aspettato nient'altro da lui!

Finalmente sento di avere abbastanza forza per avanzare, un passo, tremulo, davanti all'altro, avanti così, fino alla porta della camera, che è aperta, ne varco la soglia, mi fermo, lo guardo. E lui guarda me in un guizzo di emozione, arrossendo un poco, prima di scacciare via l'imbarazzo e regalarmi la consueta espressione sorniona.

"Oyeeeeeeee, Marta, qual buon vento ti conduce qui?!"

Le mie labbra si dischiudono, quasi boccheggianti, in un espressione che non mi vedo e che non saprei neanche descrivere, a metà strada tra il sollievo totale, la nevrosi e la risata per il tono con il quale mi ha accolto, come se si sforzasse di fare l'ignaro su tutto. Non riesco comunque a non guardarlo dritto negli occhi.

Eccolo lì il mio citrullo... seduto sul letto con le coperte disordinate a coprirlo fino al grembo e con quella solita espressione furba stampata sul viso sempre sorridente, così assurdamente sprezzante della morte e dei pericoli, di quello che ha appena attraversato.

Già, la morte che per un soffio non se lo è preso anzitempo e che gli ha lasciato comunque segni sul viso, tirato dalla sofferenza, sugli occhi stanchi, e sulla pelle innaturalmente pallida per appartenere ad uno Scorpionide insolente come lui, perpetuamente abbronzato, eppure, colui che ho davanti, è il solito, inestimabile, Cardia, che nasconde il suo dolore per non farsi vedere, così simile, nella sua diversità, a mio fratello...

"Ehilà, ehm, ci sei? Non mi... non mi saluti neanche?" mi domanda ancora lui, confuso dalla mia immobilità.

No, davvero, questo per lui deve essere un giorno come un altro, come se si fosse appena svegliato da un sonno solo un poco più lungo dei suoi soliti, ma lo stesso non si può dire per me e per gli altri... per noi è stato semplicemente un inferno! E vedere Cardia così incurante, quasi ingenuo, mi fa provare una miriade di emozioni opposte e un numero non trascurabile di diversi istinti omicidi...

"Ma... che avete fatto a Marta?! Non... non sa più parlare?!" chiede ancora insistentemente Cardia, rivolgendosi agli altri presenti nel constatare che non ho alcuna rezione.

"Cardia... ma allora sei proprio tonto!" sospira Sonia, appoggiando la fronte al suo palmo destro e scrollando il capo con rassegnazione, mentre le altre due mie amiche ridacchiano tra loro e Dègel sta un po' in disparte.

"Io sarei tonto?! Spiegatemelo voi cosa le è preso, è ferma immobile, fa espressioni strane e trema, non... - si ferma un attimo, a disagio, abbassando lo sguardo nel sfiorarsi prima le labbra e poi un ciuffo dei lunghi capelli, in evidente imbarazzo - Non... non sembra quasi più lei, è sempre così vivace, così... aperta, almeno con me!"

"ERA PREOCCUPATA DA MORIRE PER TE, CITRULLO!!!" gli fa notare ancora Sonia, alzando il tono di voce talmente tando da fargli prendere un risalto sul posto.

"Per me... - biascica a stento le parole, guardando ancora da un'altra parte, in evidente difficoltà - Mart..."

"PER ATENA, PRIAMO E SANTIPPE... così dicevi, vero, Cardia?!" gli chiedo, confondendolo ancora di più.

"Sì è un mio modo di dire, ma cosa mai..." ritenta, sempre più in difficoltà, prima di sussultare con ancora più forza nell'avvertire un rumore sordo e subitaneo far vibrare l'aria prima di infrangersi contro il muro più vicino: il mio pugno contro la parete laterale.

"MARTA!"

La voce allarmata di Dègel mi giunge ovattata, non ci do peso, fulminando con lo sguardo il mio migliore amico che, basito, non sa più che pesci pigliare, lo vedo bene da me. Non posso certo dirlo espressamente, no, ma avrei voluto destinare questo mio gesto totalmente alla sua crapa, sicuramente ben più dura di questa stessa parete.

"STUPIDO!!! Cardia, sei un idiota! Mi viene un'insana voglia di prenderti a pugni in faccia da quanto mi fai angustiare!!!" esterno tutto ciò che provo, mentre sento le guance diventarmi rosso porpora per lo sfogo. Alla fine glielo ho detto... pazienza, non ha più importanza adesso!

"Eh?! Oh?!" riesce solo a biascicare lui, poco prima di essere avvolto (cioè praticamente soffocato) dal mio tempestivo abbraccio. Le mani mi si racchiudono intorno al suo collo, le dita stringono convulsamente il tessuto della sua maglietta, mentre, con un mezzo singhiozzo, nascondo il viso contro il suo petto.

Oddio, Fra, l'hai vista? Marta ha abbracciato Cardia nella stessa maniera che faccio io! Che dolci!!!” sento Michela ridacchiare sonoramente, finalmente serena nell'intravedere quella luce che tutti abbiamo scorto.

Mi manca l'aria, vorrei piangere, ma mi oppongo.

E' ormai finito il tempo delle lacrime, è invece il momento di essere forte quanto basta per diventare un sostegno per gli altri nei momenti di difficoltà.

Ma è anche vero che ora, in particolar modo, ho bisogno di sfogarmi per far calare la pressione che mia ha avvolto in questi ultimi giorni. Regulus.. Milo... Camus... in ultimo, Cardia. Per me è come un continuo correre, rincorrere e ancora correre, nel tentativo di afferrare un qualcosa che continua a sfuggirmi dalle mani... e più questa cosa sfugge più ho l'impressione di non riuscire più a recuperarla, rischiando di perderla per sempre. Non voglio! Non voglio perdere nessuno di loro, non più!

Mi sembra quasi di non potermi fermare mai, perché fermarsi equivarrebbe a smarrirli per sempre, ed io non posso permetterlo, malgrado la stanchezza si stia facendo sempre più spossante. A volte credo di non farcela, di non essere all'altezza di ciò che avrebbe fatto Seraphina... ma io DEVO farcela in qualche modo, DEVO, e, il saperlo, mi sfibra ancora di più.

Non sono abbastanza... ma non ci sono alternative!

E-ehi, Marta...” mi chiama Cardia, non sapendo come comportarsi davanti alla mia reazione, se non accarezzarmi difficoltosamente i capelli e tenermi contro di sé nella paura che io mi possa staccare da lui e così crollare miseramente a terra, perchè è lampante a tutti che sto facendo molta fatica a reggermi da sola, nondimendo non sanno neanche bene come aiutarmi.

Hai idea del guaio che hai passato e di ciò che abbiamo provato quando stavi male?! Come se non bastasse, entro nella stanza e sei serafico come sempre. Sembri così tranquillo, come se davvero non fosse successo niente, ed io... io davvero pensavo di non farcela, Car, di crollare, quando ho visto le tue condizioni...” provo a spiegare, appoggiando la testa sulla sua spalla. In verità avrei voglia di strozzarlo amorevolmente, ma ovviamente mi risparmio di regalare un simile spettacolo con tutti gli occhi puntati su di noi.

A tal punto eri preoccupata per me?”

Pfff, una domanda stupida, proprio degna del mio migliore amico!

Eh no, guarda... semplicemente avevo voglia di farmi un bel tuffo nel ridente mare blu, e mi son detta, già che c'ero, di compiere anche il nuovo record mondiale di apnea, in modo da pescare un tonno che stava finendo ammazzato. Ma ripeto: ero tranquillissima, eh, non vedi anche ora come sono un fiorellino?!” ribatto ironica, non riuscendo a nascondere una risatina nervosa.

Un singulto sfugge dalle sue labbra, mentre la sua mano preme dietro alla mia nuca

"Sei uno dei pilastri della mia vita, Cardia, non... non dovresti essere così meravigliato!" mi lascio ancora sfuggire, buttando fuori aria e chiudendo gli occhi.

Sei sempre la solita birba assurda e incosciente, cosa devo fare con te?! Sei così scapestrata... priva di considerazione per sé stessa! P-potevi morire, nel tentare di recuperarmi in fondo al mare!” esclama lui, aumentando la stretta e appoggiando a sua volta il mento sulla mia spalla.

Ah, sarei io la scapestrata?! E' il colmo che tu mi faccia la ramanzina!” ribatto, punta sul vivo. E' comunque riuscito ad alleggerirmi l'immenso peso che sentivo, gliene sono grato.

"Sì, scapestrata e incosciente, nonché... fin troppo coraggiosa! Ora capisco un po' di più quel pertuso di Camus, ne capisco la sua perenne preoccupazione per te!" mi sussurra, in modo che possa udirlo solo io, come se l'ammetterlo, sia un riconoscimento anche nei confronti di mio fratello, come se si scoprisse consimile a lui.

Effettivamente avevano appena cominciato a seppellire l'ascia di guerra, quando è sopraggiunta la peste, forse, se avessero facoltà di conoscersi un po' meglio potrebbero addirittura andare d'accordo.

Cardia... - è la voce di Dègel ad intervenire, spingendoci a spezzare l'abbraccio, pur rimanendo molto vicini - come dice Marta, non so se sei pienamente consapevole del pericolo che hai corso, ma ce l'hai fatta a superare la criticità e, per questo, devi ringraziare anche le ragazze!"

Il Cavaliere dello Scorpione sembra assorbire interamente le parole riferite dall'amico, si raccoglie un attimo, fissando un punto non precisato del pavimento. Solo dopo un lungo silenzio, cosa rara per lui, si schiarisce la voce, apprestandosi così a parlare.

Insomma... Dègel mi ha spiegato per sommi capi, prima del vostro arrivo, cosa è successo e, a quanto pare, devo la vita a tutte voi!” inizia, non riuscendo a nascondere un certo imbarazzo.

Non esagerare adesso! Sei nostro amico e noi non abbiamo fatto nulla di speciale!” annuisce Sonia, sorridendo allegra.

Beh, in ogni caso... gr-gr-grazie!” sussurra Cardia, strofinandosi la fronte ancora sudata. Fa tenerezza, raramente si fa vedere così vergognoso e a corto di parole, lui, che in genere ne ha molte e da vendere.

Ahahahaha non ti sforzare troppo, eh! Altrimenti rischi di affaticarti più del dovuto!” esclama Francesca, prendendolo un po' in giro, facendogli l'occhiolino.

"Oh, eh... non ci sono abituato a queste tiritere!" ammette, facendo il finto sostenuto.

"Sembri proprio come il Maestro Camus, Cardia!" interviene Michela, rincarando la dose e scoppiando a ridere nel vederlo strabuzzare gli occhi.

"Eh no, questo DECISAMENTE no!"

"Massìììì, anche lui si imbarazza in momenti così e..."

"Ho detto di no, che diavolo, non ho nulla da spartire con quello!"

"Maestro Ca...rdia!" lo punzecchia ancora lei, ciondolando non poco, tutta gaudente.

"S-stai zitta, ragazzina! Paragonami ancora a quell'acefalo là ed io dimenticherò istantaneamente il debito di gratitudine nei tuoi confronti!"

"Ah pure orgogliosetto, eh! Un'altra cosa che hai in comune con Cam..."

"MA ANCHE NO! Io sono io, nessun altro!"

Li guardo azzuffarsi da distanza tra loro, Michela intenta a girare e trotterellare intorno al letto come una mina vagante, Cardia rosso come un pomodoro vorrebbe solo avere le forze per alzarsi e farla tacere. Ridacchio automaticamente davanti alla scenetta, ma, di colpo, come se non potessi permettermi di distrarmi, tutti gli avvenimenti successi poco sulla spiaggia tornano, prorompenti, nella mia memoria.

Il Mago, Fra! Devi spiegargli bene quello che hai detto anche a me!”

"Giusto!"

"Scusate... - si interessa Dègel, dopo aver notato l'occhiata furtiva tra me e la mia amica - Cosa vorreste...?"

"Prima di giungere qui... - lo delucida Francesca, attenta, squadrando nervosamente prima me e poi lui - Siamo state attaccate dai suoi sgherri"

"Siete state...?! - ripete Dègel, incredulo, mentre Michela e Cardia smettono di prendersi il giro per concentrarsi su di noi - Marta! Perché non me l'hai detto subito?! Avrei potuto..." si blocca, nell'individuare, senza margine di errore, la nuova ferita che ho subito nella collutazione.

Istintivamente nascondo il braccio in modo che non sia percettibile dalla sua vista, ma ormai è tardi, so che ha visto i tagli e so altresì che ha capito che la piaga sul mio braccio causata dai rottami dell'aereo si sta infettando: "Perché non è... niente!" dico, discostando lo sguardo del tutto incapace di sorreggere il suo, ancora meno dopo il nostro dialogo di oggi pomeriggio.

"Questo... è tutto fuorché niente!" mi rimprovera bonariamente, accennando un passo nella mia direzione. Fortunatamente un'eventuale proseguo del dialogo viene interrotto da Cardia.

"Siete state attaccate da quello stronzo?!"

"No, dai suoi sicari, ma non tutto il male viene per nuocere!" fa spallucce Francesca, sorridendo con espressione furbetta.

"Cosa intendi?" vuole sapere Sonia, fattasi attenta più che mai.

In sostanza... il fatto che siano intervenuti i suoi leccapiedi significa che il Mago è inerte, abbiamo dunque vinto questa battaglia e possiamo proseguire nella missione, fine! Un urrà per noi!” esclama la giovane dea, non riuscendo più a controllare la sua felicità. La vediamo alzare prima un piede poi un altro, fare una piroetta e allargare le braccia, prima di scoppiare a ridere.

Ovviamente l'unico risultato è la pietrificazione istantanea di tutti i presenti, non solo per non aver compreso la vera natura del suo messaggio, ma anche perché nessuno di noi è abituato a vederla in questa tenuta così estroflessa verso il mondo che la circonda.

E-eh? Come sarebbe?” biascica Dégel, confuso, sbattendo un paio di volte le palpebre, sinceramente sbalordito da quella manifestazione più che rara dell'allieva più matura della sua reincarnazione.

Fra, ma hai bevuto troppa acqua di mare, per caso?!” chiede Michela, inclinando interrogativamente la testa di lato.

E poi quello che non si sa spiegare sono io!” commenta Cardia, alzando le braccia verso il soffitto, prima di strofinarsi il naso e ridacchiare a sua volta.

Sonia invece si limita a scambiare un'occhiata confusa all'amica, ma permane nel suo stato di silenzio in attesa di avere maggiori delucidazioni.

Fra, spiega meglio, come hai fatto con me, la questione dei due corpi, quello fisico e quello cosmico, altrimenti non possono capire!"

"U-un corpo fisico e uno cosmico... per quest'ultimo intendete una connessione di tipo astrale tramite la quale è possibile comunque influire sul mondo fisico?!" chiede l'acquario, sulla traiettoria giusta, mentre, lo vedo bene, il suo cervello comincia ad elaborare le più molteplici teorie. Sorrido automaticamente, osservandolo.

Hai davvero una splendida mente, Dègel ma ogni volta che la adoperi riesci a sbalordirmi sempre di più, sei... davvero inestimabile!

Francesca annuisce, apprestandosi poi a raccontare dell'attacco disperato che gli sgherri del Mago hanno provato a compiere a nostro danno, nonché dell'errore del nemico che, di fatto, ha abusato dei suoi poteri, esaurendo quindi le forze, almeno per il momento.

Per il momento già... se solo non avessi questa perenne tensione, anche io riuscirei ad essere più tranquilla come lei. Francesca ha ferito il suo corpo fisico, ok, ma quello cosmico, o astrale, come lo chiama Dègel, è ancora radicato in Camus e... ed è proprio questo a spaventarmi così tanto, soprattutto perché non ne conosciamo i limiti.

...E' ormai fuori da ogni dubbio che si tratti di un essere umano, anche se in possesso di una forza incontrollabile e sovrannaturale. Mio nonno e le altre divinità avevano visto giusto: ci troviamo davanti alla reincarnazione del Fato, o qualcosa di simile, ma è pur sempre un mortale che ha perso il controllo sulla sua psiche, lo dimostra la sua reazione esorbitante nei confronti di Cardia!" espone Francesca, soddisfatta, guardando brevemente l'amico che, comunque, nell'udire le sue parole, ha sudato freddo e si è posato istantaneamente una mano sul petto.

Ma come può un semplice uomo arrivare a possedere un potere simile?” chiede Sonia, sgomenta, cercando di racapezzarsi.

Non so dirti quale natura avesse prima di elevarsi a Sommo Ordinatore del Cosmo, questo sfugge anche a me... - ammette Francesca, un poco meno entusiasta di prima - ma ciò che è certo è la sua partenza da essere finito, mortale, in tempi antichissimi, quasi come se fosse un... un... ecco un alchimista!" si illumina nell'aver trovato la parole giusta.

"Un alchimista..." ripeto, quasi in trance, ancora una volta come se lo sapessi già ma mi mancassero dei tasselli per arrivare alla piena consapevolezza. Alchimisti... Sciamani... perché questa strana sensazione?!

"...Al di là di come sia arrivato a quel livello in tempi antichissimi, - riprende Francesca, provocandomi un risalto che mi spinge a mantenere l'attenzione sull'ambiente circostante - si è di sicuro involuto in un momento imprecisato dopo. Qualcosa, lo pensiamo sia mio nonno che io, deve averlo fatto impazzire, spingendolo a spostare i suoi occhi a qualcosa... a qualcuno... presente in questa dimensione. La ragione prima di questa sua mossa non la conosciamo, ma stiamo continuando ad indagare e, prima o poi, troveremo la spiegazione anche di questo!"

Cala il silenzio tra noi, più nessuno sembra in grado di proferir parola, almeno finché Cardia, raschiandosi la gola, non decide di provarci.

Per essere un uomo comune ne ha fatti di casini, eh, siamo proprio sicuri di questo?!"

"Sì, NON è onnipotente, nella maniera più assoluta, non l'avrei ferito, altrimenti!" ribadisce Francesca, segregando dentro di sé un 'ancora' che io tuttavia percepisco bene. Ingoio automaticamente a vuoto.

"Allora spero seriamente di non dover più affrontare un tizio simile, per poco non ci rimanevo veramente secco e... no, anzi, che dico! Mi auguro di trovarmelo ancora davanti, così gli faccio pagare tutto quello che ha fatto con una lenta, estenuante, agonia, ahahahah!”

Un singulto sfugge dalle mie labbra nel notare una scintilla di pura follia passare nei suoi occhi azzurri; occhi che in questo momento lampeggiano come il fuoco di un incendio impossibile da placare, nonostante la spossatezza e il dolore.

Nel frattempo Michela accenna un passo nella direzione di Francesca, chiedendo di prendere la parola per racapezzarsi almeno un minimo in tutti quei discorsi complicati.

Per farla breve quindi, la prima volta che abbiamo affrontato il Mago non era veramente presente davanti a noi fisicamente, usava una sorta di feticcio, insomma, ma ieri sì, era il suo corpo reale, quello... Proprio per questo motivo sei riuscita a colpirlo e ad annichilirlo, Fra, è stato questo il suo tragico errore dettato dalla troppa sicurezza di sé. Tuttavia non comprendo comunque come possa riuscire a creare immagini visto che si trova in un'altra dimensione e quindi da tutt'altra parte...”

"Michela... parlare di corpo cosmico non è facile, non è propriamente una immagine, né un feticcio, capisci? E' più... una proiezione della propria coscienza nell'universo fisico; si muove, danneggia, comunica, come se avesse una massa e una fisicità a sé stante, ma non può essere scalfita dagli atomi fisici!" tenta di spiegarle Francesca, consapevole che l'argomento non sia dei più facili.

"Ma Marta, la prima volta, lo ha colpito e... e anche quando il Maestro Camus è stato posseduto, no? Se è come dici, come può lei...?"

Francesca scambia un'occhiata di urgenza con me, in cerca di aiuto nel timore di dire troppo davanti a Dègel, qualcosa passa nei suoi occhi, come nei miei, Michela lo capisce, ma non fa in tempo a chiedere ulteriori delucidazioni, che è proprio la voce di Dègel a catalizzare tutta la nostra attenzione su di lui.

Il Mago quindi... ha in sé... il potere di attraversare le dimensioni, nonché quello di superare tutte le barriere fisiche che invece gli uomini, per loro natura, hanno, compresa... la morte! Ha dovuto imparare a farlo, dopo la caduta di Ipsias, prefissandosi di far ripartire il suo mondo distrutto. P-per riuscire nell'impresa, serve una dote, unica, p-perduta fin dalla notte dei tempi e... credo l'abbia trovata, qui, in questa dimensione chiamata Terra!” esclama lui, con voce quasi roca, girandosi verso la finestra in modo di dare la schiena a noi.

Istintivamente mi poso la mano davanti alla bocca, guardandolo sgomento, così fanno le mie amiche, mentre Cardia inarca un sopracciglio, scettico. Ipsias?! Il potere di attraversare le dimensioni? Da quando Dègel è venuto a sapere di queste cose?! Che significano, poi?

"Bene... anche Dègel ha preso a sproloquiare più del solito, mi sembra evidente che abbiamo tutti bisogno di riposo, perché se continuiamo così porteremo, sì, la medicina ai nostri amici, ma loro poi dovranno rinchiudere noi in un manicomio!" commenta sprezzante lo Scorpione, grattandosi la testa prima di sbuffare.

Dégel... Cosa è questa 'Ipsias' di cui parli, come sai dei poteri e della natura del Mago? - mi faccio coraggio io, avvicinandomi a Dègel, che guarda fisso un punto, come se non fosse in sé - Non è che... che tu e lui vi siete incontrati prima di ieri?” gli chiedo, visibilmente preoccupata, stringendogli il polso come per tentare di riscuoterlo.

L'operazione riesce, un singulto sfugge dalle sue labbra nel rendersi conto di aver detto cose strane e inqualificabili. Tuttavia, quando si volta nuovamente verso di noi, la sua espressione, rischiarata dai raggi del sole che tramonta sul mare e che porta il riflesso fino a noi, è quella di sempre.

No, rondinella, non l'ho mai incontrato fisicamente prima d'ora, è solo una mia teoria!” afferma, in tono dolce e rassicurante.

"Però anche quando ci ha attaccato il Mago era come se ne fossi rimasto folgorato - gli fa notare Francesca, inarcando un sopracciglio - come se ti dicesse qualcosa e lo avessi già visto, infatti il Mago ha parlato dei sette sosia e... sembrava soddisfatto nell'esporre quella teoria!"

Dégel non risponde subito, osserva il sole spegnersi, soppesando quanto proferito dalla mia amica. Io gli stringo la mano, anche se so che non potrei farlo, lui ricambia la mia stretta, con forza, mentre un fremito sempre più forte dilaga in tutto il suo corpo, prima di estinguersi.

"Dégel..."

"Davvero, è solo una mia teoria, non dovete angustiarvi così per me! E'... è semplicemente fascinoso pensare alle dimensioni alternative. Magari, ho congetturato, tra queste, ce ne è una, così vicina alla Terra, da essere la sua prossima, l'altro lato delle cose terrestri, il riflesso delle cose di qui, la sua onnipresente ombra, ma intoccabile... Non si può penetrare in uno specchio distorto, no? Eppure esso è davanti a noi, ci fa scorgere un altro mondo, che noi però non possiamo raggiungere. Questa è Ipsias!"

Sta dicendo cose sempre più strane, ma assolutamente logiche... che gli sta succedendo?! Non sembra completamente in sé, eppure... eppure...

"State tranquille, ogni tanto è stralunato e sulle nuvole più del solito, ma poi gli passa!" commenta sarcasticamente Cardia, ghignando, riscuotendolo del tutto.

"Cardia!" lo richiama, rosso in viso, quasi indignato, mentre l'amico di sempre non fa che ridere.

"Visto?! Ben atterrato, Dègel!"

"Quindi è normale che faccia così?" chiede Michela, in un misto tra l'ammirazione e la confusione.

"Assolutamente, ehe!"

Ooooohhh, meno male! Pensavamo che ci fosse dietro qualche altro segreto alla Maestro Camus, capisci? Invece è solo la tua mente che si sbizzarisce!” afferma Michela, sorridendo raggiante nell'accorgersi che Dègel è tornato davvero in sé e le sorride imbarazzato.

Annuiamo automaticamente, lasciando cadere il discorso, sebbene abbia inquietato sia me, che Francesca, che Sonia.

Non sta mentendo... davvero non si sono mai incrociati il Mago e lui, non prima di ieri, ma le sue parole nascondono qualcos'altro; un qualcosa di terribile e oscuro... un qualcosa che, forse, nella timeline di Dègel, o meglio, di QUESTO Dégel, non si è ancora verificato e, forse, mai si verificherà, ma allora perché quei discorsi?! Il nome che è uscito, Ipsias, cosa mai potrebbe indicare?!

Ipsias, il riflesso speculare della Terra... un brivido mi percuote la schiena.

Coff, coff... - si schiarisce Dègel, riprendendo in mano il discorso antecedente - Si è quindi detto che il nemico al momento è inerte, ed è una bella notizia, tuttavia Cardia è ancora...”

Niente 'tuttavia', signor Dègel, tempo una notte, questa, e starò benone! Verrò con voi anche in capo al mondo, ancora di più perché Aiolia e Aiolos arriveranno domani mattina, giusto?” chiede conferma Cardia, scoccando un'occhiata trasversale a Sonia.

Questa cosa giunge nuova alle mie orecchie. Probabilmente prima dell'arrivo mio e di Francesca devono aver fatto una bella chiacchierata tra loro. Il mio sguardo naviga in direzione della mia amica, alla ricerca di spiegazioni.

Sì, sono riuscita finalmente mettermi in contatto con i miei fratelli! Hanno detto che, tranne qualche ammaccatura, si sentono bene e stanno riparando l'aereo sull'isola di Delos. Verranno a prenderci domani mattina all'alba!” conferma quest'ultima, accennando con la testa.

Grandioso! Allora iniziamo immediatamente i preparativ...” comincia Cardia, sbattendo i palmi della mani sulle ginocchia e facendo per alzarsi, se non fosse che Dègel, lesto, lo prende dalle spalle e lo costringe a sdraiarsi senza troppi convenevoli.

Volevi dire che NOI attuiamo i preparativi, TU dormi!"

"Col cazzo che dormo, Dègel! Sono in forze e... e..." tenta di opporsi ma un capogiro lo investe, facilitando così la posizione dell'Acquario, il quale lo rimbocca con il lenzuolo.

"Lo vedo come sei in forze!"

"Kkkk... ma almeno toglimi 'sta coperta di dosso, fa caldo!"

"No, te la tieni e fai il bravo!"

Uhmpf, grazie mille, mammina! Mi dai anche il bacino della buonanotte?! Così non ho più paura dell'uomo nero!” lo prende scherzosamente in giro Cardia, rendendosi conto che, forse forse, proprio bene ancora non sta.

Non fare il cretino, Cardia, non sto scherzando! Tu oggi non ti muovi di qui e stai segregato a letto fino a domani! Se ti vedo in piedi a gironzolare giuro che ti riporto seduta stante qui! - esclama, Dègel, perentorio - Ah, e se ti venisse la malaugurata idea di riprovarci ancora e ancora, sai che posso costringerti all'immobilità con il mio potere.. e non credo tu voglia, giusto? Del resto... odi il freddo!" conclude Dégel, raddrizzando la schiena, inarcando un sopracciglio e mettendo le mani sui fianchi, proprio come una vera e propria 'mamma'.

"Dei... non puoi farmi questo, Dég, fammi fare almeno qualcosa, n-non so un..."

"DORMI!"

"Eh, ma allora sei proprio un rompicoglioni, eh!"

Nella stanza ricadono le nostre risatine gioviali, finalmente del tutto estranee, anche se per un solo secondo, al timore che alberga dentro di noi ormai da giorni.

"Che avete voi altre da ridere?! Non è divertente per me!" sbuffa come una locomotiva, offeso.

"Car, so bene quanto ti costi star fermo, ma... solo una notte, dai, pensiamo noi ai preparativi!" gli dico, affabile, alzandomi dal letto.

Lui mi osserva ancora un po' arrossisce -da quando si è svegliato lo fa spesso!- poi acconsente, girando la testa altrove: "Allora... lascio l'organizzazione in mano vostra!"

 

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3 Agosto 2011, notte.

Mi metto seduta sul letto il più lentamente possibile per non svegliare le mie amiche che sono profondamente addormentate (beate loro!): Michela vicino a me, Francesca dall'altro lato e Sonia, infine, sulla poltrona.

Non riesco a prendere sonno, dannazione! Il taglio che ho sul braccio destro, unito alla ferita per aver parato il fendente, per quanto dovrebbero essere poco più che una quisquilia, mi fanno davvero male, a tratti mi pulsano, impedendomi così di addormentarmi.

Sospiro più volte, toccando la parte lesa con la mano sinistra e avvertendo i margini del taglio bollenti. Forse non è poi così bazzecola come credevo... le ferite spurgano ancora e, per quanto provi in tutte le maniere ad anestetizzare il dolore per mezzo del mio gelo, non riesco a trovare un sollievo duraturo, ciò mi impedisce di usare l'arto come vorrei. Fortunatamente, grazie agli allenamenti di questi mesi, sto cominciando ad avere praticità anche con la sinistra, abbastanza sufficientemente da non avere troppi impedimenti.

Sbuffo contrariata dal dolore insistente che continua a diffondersi in tutto il corpo, al contempo riprovo a sdraiarmi per addormentarmi, senza però riuscirci. Niente! Se non è il fastidio al braccio, è la testa che va per conto suo, riportandomi alla mente il viso di mio fratello e di tutti gli altri. Un altro giorno si è concluso, non ce ne resta che uno... a quanto corrisponderà invece nel passato?! Sarà primo pomeriggio da loro, o già la sera fatidica dello scadere delle 24 ore?! Rabbrividisco al solo pensarlo. No, Camus, e così gli altri, sono ancora vivi, lo sento, deve essere così senz'altro!

Improvvisamente dei tonfi estremamente chiassosi, provenienti dal piano di sotto, mi fanno alzare di scatto. Nello stesso istante, un movimento vicino a me, come di qualcuno che si volta, mi fa credere di non essere stata la sola ad udire simili suoni.

Pss, ehi, Michela, li hai sentiti anche tu?” chiedo, dando una leggera pacca alla mia amica distesa al mio fianco.

Uuuhm! Pasta alla carbonara... è perfetta per la cena romantica tra me e Hyoga! Maestro Camus... mi insegni a fare... uhm, uhm, la carbonara?!” bofonchia lei, abbracciando il mio cuscino e spodestandomi di fatto dalla mia parte di letto.

Faccio quindi per chiamare Sonia e Francesca nella speranza di aver maggior reazione, ma ancora prima di aprire bocca capisco che si tratta di un'impresa disperata e destinata al fallimento: le mie amiche infatti stanno dormendo troppo profondamente, neanche un'esplosione nucleare potrebbe svegliarle!

Siete la quintessenza dell'inutilità!” esclamo scherzosamente, divertita, pensando che, per lo meno, loro riescono a riposare. Se lo meritano!

Mi metto quindi in piedi, dirigendomi senza esitazione al piano di sotto da dove proviene il brusio.

Sono totalmente dipendente dal senso del tatto, unica percezione in grado di aiutarmi in un simile frangente, poiché a causa dell'oscurità non riesco a vedere niente. Oggi poi è notte di luna nuova qui, tutto sembra immobile là fuori, come se ogni cosa si fosse fermata. In più, non ho avuto ancora il tempo di formare una cartina mentale della casa di Milo, quindi è come se in questo momento fossi un marinaio in balia dei flutti in una notte priva di stelle.

Una volta arrivata al piano di sotto, sento con distinzione il respiro già profondo di Dègel diventare sempre più intenso, segno evidente della stanchezza colossale che il Cavaliere dell'Acquario si è portato dietro fino ad adesso. Del resto... non ha chiuso occhio per prodigarsi per l'amico!

Socchiudo gli occhi, rimanendo ferma e immobile ad udire il suo respiro armonioso battere al ritmo del mio stesso cuore (o almeno così pare a me!).

Se solo fosse possibile, starei sveglia tutte le notti pur di sentire ancora e ancora il suono di quel dolce soffio che pervade le sue membra e gli accarezza la pelle candida e tiepida, facendogli vibrare impercettibilmente i lunghi ciuffi vicino al volto.

In questo dolce soffio, che è la carezza della vita, io mi ci perderei, in mille sfumature di diverse emozioni, come se fosse una melodiosa ninna nanna che percepirei ogni notte stando al suo fianco e giacendo insieme a lui, da qui fino alla fine del nostro tempo...

Automaticamente, quasi senza rendermene conto, sono già vicina al divano, gli occhi ancora chiusi, accucciata, il volto a poca distanza dal suo. Ne percepisco l'essenza, anche se non lo posso vedere, la mia mano sana si alza nella sua direzione per poterlo toccare.

OUCH!!! MA PORC...!!! MA VAFFAN...!!!”

Sono costretta a spalancare gli occhi nell'udire le imprecazioni di qualcuno che, al mio udito, giunge fin troppo famigliare. Butto fuori aria, scrollando il capo come a dirmi un "lo sapevo", prima di completare il gesto di accarezzare i soffici capelli di Dègel.

Prendo tempo. Non vorrei spezzare il contatto, non vorrei spezzare il nostro legame, ma so che devo e... ogni volta che ci penso, fa un male del diavolo.

Sorrido di sbieco, prima di chinarmi su di lui e posare dolcemente le labbra sulla sua bocca, che è dischiusa, e dalla quale esce il tiepido anelito che mi ero immaginata. Lo bacio teneramente senza pesargli, rialzando poi il capo non prima di avergli regalato un'ultima carezza trai capelli: "Perdonami, Dègel, perdonami per... tutto! - biascico, dolorosamente, mantenendo però un tono fermo - Ti sto abbandonando... di nuovo... quando non avrei, mai, MAI, voluto farlo!" gli sussurro, gettando indietro il nuovo magone che si è formato nella mia trachea.

Ma... che diavolo ha 'sto armadio?! E' freddo, PORC..! Che stracazzo di casa hai, Milo, dove diamine tieni la tua roba?!?”

Ridacchio divertita, scacciando a forza il malessere, nel riconoscere tutte le sfumature della voce del mio amico Cardia riempire l'intera cucina, che deve essere stata scambiata da lui, a giudicare dalle sue parole, per una camera qualsiasi. E' davvero un personaggio assurdo, è impossibile annoiarsi con lui, nella maniera più assoluta! Cioè... dovrebbe ringraziare il cielo che Dègel sia talmente stanco da trovarsi in un sonno profondo, e invece fa ancora chiasso, del tutto incurante che il suo migliore amico si possa svegliare improvvisamente e mantenere la sua promessa di tumularlo in un cubetto di ghiaccio!

Mi dirigo quindi in silenzio e a tentoni verso la stanza in questione, cercando poi l'interruttore attaccato al muro. Una volta trovatolo ghigno tra me e me, apprestandomi ad entrare in scena.

Buongiorno, Cardia, un po' presto per andare a zonzo, no?!” lo saluto, premendo poi il tasto per l'accensione della luce.

Lo Scorpione sussulta pesantemente nell'udire la mia voce, ma questo è nulla in confronto alla sua reazione in seguito all'improvviso bagliore che illumina la cucina.

Aaaaaargh!!! Che diavoleria è questa?! Ma porca di quella..! Sono cieco come Asmita, non vedo più nulla!!!” urla, tappandosi gli occhi con le mani e gridando come un pazzo isterico.

Sssssshhh, non vorrai svegliare Dégel, mi auguro, ti ricordo che ti tramuta in una statuetta di ghiaccio, se ti becca! - lo zittisco in fretta, prima di partire con lo spiegone - Questo congegno si chiama interruttore elettrico e, grazie ad una serie di fili, permette l'accensione del lampadario. Le candele esistono ancora, ma vengono usate molto di meno nella nostra epoca, sai?”

Maledizione a te, birba rompiscatole! Mi hai quasi accecato!” continua Cardia, sfregandosi gli occhi nel tentativo di focalizzarmi meglio.

Che fai sveglio?” taglio corto io, inarcando un sopracciglio, notando che la porta del frigo è aperta e che l'elettrodomestico è pienamente funzionante, un altro indizio che in questa casa ci venga qualcuno piuttosto spesso.

Potrei farti la stessa domanda...”

Sbuffo, avvicinandomi a lui in una perfetta posa da maestrina.

Sai com'è, sentivo dei rumori molesti provenienti da qui, quindi mi sono insospettita e sono scesa dal piano di sopra, trovandoti alzato come se nulla fosse!” affermo, ironica, con espressione severa stampata in volto.

Uff, ho sudato stanotte, questo indumento è inservibile! - me lo indica, prendendo due lembi con le dita e facendosi aria con quelli - Per cui mi sono detto che questa roba è di Milo, la casa è di Milo ed io... sarò Milo, quindi è anche mia, posso farne quel che credo!” risponde lui, con naturalezza quasi esasperante.

"Un po' semplicistico come ragionamento, ma... ci sta, dai, non penso lui sia contrario!"

"No, appunto! - annuisce, felice di vedermi concorde - Solo che non so dove tenga la roba, quindi sono venuto qui, ad aprire questo strano armadio, ma... è freddo!" continua la spiegazione, dando pacche all'elettrodomestico come ad incoraggiarlo a sputare qualcosa di soddisfacente per lui.

A questo punto, mi devo trattenere a mia volta da sputare per terra a causa di una risata pù forte del normale. Mi nascondo tempestivamente la bocca con le mani, ma il mio corpo è comunque sconquassato dagli spasmi, ciò lo fa allarmare.

"E-ehi, ora che ti prende, stai male?!"

"Quello.. non è un armadio, tonto!"

"E allora cosa mai... sarebbe?! - sembra frastornanto, lo osserva perplesso, ci butta un occhio dentro, ora che c'è luce, trovandovi della salvia essicata, due pomodori rinsecchiti e una bottiglia d'acqua - C-cibo?!"

"Per l'appunto, quello è un frigo, Car, serve per conservare gli alimenti"

"Oh... - i suoi occhi e la bocca si spalancano in delle 'o' quasi perfette - E perché c'è Camus dentro?"

"COS...?!"

"E' freddo!"

"Deve esserlo, per non far degradare il cibo!" gli faccio notare, rendendomi conto che a me paiono cose ovvie ma per loro certo che no, ed è più che naturale.

"Quindi, nella vostra epoca, hanno imbrigliato il potere di Aquarius, eh? MITICO!"

"B-beh, insomma... nella tua epoca hai mai visto delle, ehm, neviere?"

"No, odio il freddo, non vado in posti che potenzialmente possono essere gelidi!"

"B-beh, allora devi sapere che... - ma non ho il tempo di continuare che me lo vedo passare di lato, di colpo disinteressato all'intera faccenda, lasciando persino lo sportello del frigo aperto - Dove pensi di andare?! Ti stavo spiegando!" esclamo, un poco infastidita, chiudendo io il frigo.

"Massì, massì, più o meno ho capito cosa sia quell'affare, solo che al momento ho più urgenza di cambiare vestiario, mi da fastidio essere così sudaticcio!"

"E... e quindi?"

"E quindi vado in perlustrazione nella catapecchia finché non trovo quello che cerco!"

Una catapecchia... la casa di Milo... che è su due piani, MAH!

Andare di filato a letto e dormire, no?! Dannazione, Cardia, hai rischiato di morire solo ieri e Dègel si era raccomandato di rimanere a riposo, inoltre...”

Mi annoiavo, e che cavolo!!! Sono rimasto incosciente per un giorno intero, non credi che basti?! Io odio i letti! Odio il riposo e odio la tranquillità!!! Ora che sono sveglio dovrei dormire?! Neanche morto!”

Ma sei scemo?!? Non è mica la stessa cosa dormire ed essere incoscienti, eh! Ieri ti divincolavi in preda alla sofferenza, avevi la febbre alta e dalla tua postura di certo il cuore ti procurava delle fitte insopportabili! Non puoi chiedere oltre al tuo corpo, hai dei limiti anche tu!” esclamo con forza, passandomi una mano sulla fronte imperlata di sudore.

Cosa diavolo c'entra questo! Io... ehi, ti sei sporcata!”

Non ho tempo di dire o fare niente che mi ritrovo Cardia davanti a pulirmi il volto con il bordino inferiore della maglietta, mostrandomi così, con naturalezza, gli addominali ben scolpiti e sviluppati.

Istintivamente faccio qualche passo indietro, imbarazzata, interrompendo il contatto tra noi, ma è troppo tardi per non fargliene rendere conto...

Ehi, ma questo è sangue, o cosa?”

No, Cardia, non...” provo ad oppormi, ma il mio migliore amico mi afferra lesto il braccio destro e lo controlla con sguardo clinico.

Vieni a dire a me di riposarmi, e tu vai a zonzo con questo! Ecco quindi cosa aveva visto Dègel: stai spurgando una roba strana da un taglio lungo diversi centimetri! E... e poi fosse solo il braccio, hai anche la mano che...”

Diniego con la testa, allontanandomi da lui per dirigermi verso la finestra e guardare così il cielo stellato. La mancanza della luna rende tutte quelle magnifiche luci ancora più visibili dalla Terra, tanto da rendere visibile persino la Via Lattea.

Non è niente, Car, sono una guerriera e questo non è altro che un graffio per me! Non voglio più essere soltanto protetta da voi, ma... proteggervi, con tutta me stessa. Passerà...” rispondo decisa, massaggiandomi nel frattempo il braccio dolorante.

Cardia sulle prime rimane in silenzio, poi si affianca a me per vedere il cielo stellato sopra le nostre teste. Nei suoi occhi non leggo più l'incendio che lo aveva contraddistinto poche ore prima, ma bensì un'infinità di luci brillanti che illuminano le sue iridi azzurre, rendendole come miriadi di lucciole che rischiarano la notte più buia.

E' vero, sei una guerriera, anzi... lo sei sempre stata da quando ti ho conosciuto! Già dall'inizio non hai avuto nessuna remore a rompere il setto nasale di quell'individuo per difendermi, e ieri ti sei buttata in acqua senza esitazione per salvarmi..."

"Cardia... lo ricordi?" chiedo, sgomenta, lui imporpora, passando oltre.

"...ma rimani comunque una ragazza e, in fondo, se proteggiamo una divinità reincarnata come Sash... volevo dire, Atena, non vedo cosa ci sia di male se, in certe circostanze, lo facciamo anche con te!"

Sorrido rassicurata da quelle parole: "Sasha, lei... mi piace! - ammetto, annuendo con convinzione - L'Atena del mio tempo, invece, non la conosco, non si è... mai fatta vedere, neanche quando... quando c'era bisogno di lei!" dico, riducendo gli occhi a due fessure nel rammentarmi di tutti i momenti in cui avrebbe potuto intervenire e non l'ha fatto.

"Sì, lei è... una piccoletta con un grande destino sulle sue spalle, dovrà comandarci durante la prossima battaglia contro Hades e... e non deve essere affatto facile!"

"Le sei affezionato, vero?" sorrido, capendo le sue emozioni.

Lui fa una faccia strana, come quando è in imbarazzo, si gratta la testa e guarda altrove. "Sì, possiamo dire di s-sì!"

Tradotto: è molto importante per lui, ma non lo vuole dire. Ridacchio tra me e me.

Comunque lo so, Car, grazie, so che vorreste proteggermi perché mi vedete 'piccola', ed è bello sapere che, malgrado tutto ciò che può succedere, tu e Camus siete, e sarete sempre, al mio fianco - rispondo abbracciandolo di riflesso – Ma è finito il tempo delle lacrime e delle paure! Ora devo essere forte anche per mio fratello, capisci? Lui ora ha così tanto bisogno di me, io devo prendermi cura di lui, dimostrargli che non è solo nell'inferno che sta attraversando e che io... io gli voglio bene e sono con lui!" biascico, mentre il senso di apprensione si fa via via più accentuato.

Già... ho passato la scorsa vita nella scelta di non usare mai il mio potere per ferire gli altri, ma ora... ora le circostanze lo richiedono e, se è per salvare il mio caro fratellino, le mie amiche e tutti gli altri, sono pronta a sprofondare nelle tenebre più fitte!

"E pensi che lui non lo sappia, questo? Che gli vuoi bene, e che daresti la vita per lui?!" mi interroga il mio migliore amico, in una improvvisa ventata seria, spingendomi ad alzare il capo per guardarglo negli occhi.

"Io... gli ho detto cose cattive, sono stata... spregevole!"

"Sì, lo sei stata... un po'... - mi dice, senza fronzoli, facendomi sussultare - Ma anche questo è parte dei rapporti umani, lui è stato altrettanto con te in più di una circostanza; io stesso... mi sono comportato male con Marika in varie occasioni"

"Cardia..."

Rimaniamo abbracciati in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei suoi pensieri, talmente vicini da toccarci senza però sentirci a disagio.

Le braccia di Cardia sono come una culla dalla quale è difficile sfuggire. Lui, con la sua sola presenza, è in grado di tranquillizzarmi e rasserenarmi il cuore come solo mio fratello Camus è in grado di fare, ed è proprio per questo che, da parte mia, non ci può essere altro tra noi che solo una profonda e affettuosa amicizia; per lui invece è totalmente diverso, ed io lo so fin troppo bene, purtroppo... Forse a Cardia basterebbe avermi al suo fianco per essere felice, ma io non appartengo al suo mondo, senza contare che, in circostanze normali, non ci saremmo neanche mai conosciuti.

Volendo posso andare a letto, basta togliermi la maglietta zuppa di sudore... ma solo se tu vieni con me e ti fai controllare le ferite!” mormora ad un certo punto Cardia, ricercando il mio sguardo.

Sospiro, negando con la testa: "Non occorre..."

"Oh, sì che occorre, altrimenti appena recuperiamo Camus, Milo e Regulus sbatti tu a terra, e poi tuo fratello, che iperventila, chi lo sente?!"

C-Car, tu sei un'adorabile testa di fava! Come pretendi che, dopo non aver minimamente ascoltato sia me che Dégel, io acconsenta alla tua richiesta assurda?! E' solo una bazzecola questa ferita! Quando torneremo dai nostri amici con la cura, la medicherò, ma ora non preoccuparti per me!” affermo, staccandomi leggermente da lui.

Mi pare che ora la testa di fava qui sia tu, non io! Non me ne intendo di cure, ma è lampante che quella ferita si stia infettando, ciò non è per niente bello!” ribatte lui, con il suo solito modo di fare sfacciato.

Non dire assurdità, un po' di cure me ne intendo, mia madre è medico. E poi sto già utilizzando il ghiaccio per tenere sotto controllo il dolore e il sanguinamento, non si infetterà così velocemente!”

D'accordo allora se non vuoi farti controllare, ma almeno concediti un po' di riposo nel mio letto. Sembri stravolta... da quanto è che non dormi?”

C-Car, non so se è una buona idea...”

Non ho intenzione di farti nulla, lo dovresti ben sapere, e poi... ho bisogno di raccontarti una cosa, la più importante per me!”

Spalanco gli occhi, sorpresa dal suo tono di voce diventato improvvisamente tremante.

Voglio raccontarti la mia storia, spiegarti del mio cuore... ormai non ha più senso tacere, non dopo quanto avvenuto ieri!”

Sospiro rassegnata, annuendo leggermente: "Ne sei... davvero sicuro?"

"Certo, ho completa fiducia in te!" afferma, prendendomi per mano per poi accompagnarmi in camera, stando ovviamente attentissimo a non svegliare Dégel.

Mi sdraio subito sul letto, avvertendo di colpo la stanchezza impossessarsi completamente di me. Aspetto quindi che Cardia si tolga la maglia per poi sdraiarsi al mio fianco e guardare il soffitto in cerca delle parole. Non gli faccio la benché minima fretta. Intuisco bene l'argomento di cui vuole trattare, proprio per questo attendo che si senta completamente a suo agio.

Il suo viso ancora pallido giunge a me come estremamente malinconico, cosa non da lui, visto il tipetto iperattivo e sempre allegro, mi da ancora più nitidamente l'idea della fatica che faccia nel parlarmi di quella che per lui è la sua più recondita debolezza.

So bene che cosa nasconde quell'espressione così insolitamente cupa, perché è ciò contro cui Cardia ha dovuto combattere aspramente fin da bambino... il segreto che si cela dietro la sua inesauribile voglia di vivere!

La mia mano automaticamente si muove a cercare la sua per fargli forza. E' un gesto aperto e sincero, il cenno ultimo che spinge Cardia a rivelare definitivamente tutto.

Marta, io... sono malato di cuore!”

La frase viene proferita in un sussurro, la carezza di un respiro.

Sospiro, annuendo con la testa, prima di guardarlo negli occhi senza la benché minima scintilla di pena. La mia vuole essere un'occhiata gentile e rispettosa, vicina, senza però offendere la sua tempra, il suo orgoglio, il suo essere un guerriero a tutto tondo, non solo nei combattimenti ma anche nella vita quotidiana. Spero che tutto questo gli arrivi al cuore senza umiliarlo.

Ne sono consapevole...”

Del resto lo sapevo già, me lo ha riferito Milo, ce lo ha detto lo stesso Dègel ieri... ma sono comunque felice che lui abbia scelto comunque di confidarmelo senza più alcun filtro.

Sì, intuivo già che tu lo sapessi, sto sempre male, dannazione, il mio cuore non è assolutamente in grado di reggere ritmi troppo serrati, eppure... eppure non te l'ho detto lo stesso fino ad adesso, perché non volevo, e non voglio, essere considerato un debole, soprattutto da te!” spiega lui, grattandosi nervosamente il braccio sinistro.

Cardia, se il tuo cuore è malridotto non significa che il tuo animo sia fiacco, non sei assolutamente un codardo, anzi! Malgrado questo non ti sei mai arreso, chi si può considerare più forte e determinato di te?!” lo rimprovero bonariamente, sedendomi a gambe incrociate per guardarlo meglio.

...Probabilmente i miei genitori erano di altro avviso, invece. Dovevo essere stato una rogna per loro con tutti i miei malesseri e le crisi che mi colpivano spesso, rischiando di uccidermi ogni volta! Proprio per questa ragione, all'età di 10 anni, mi abbandonarono in un sanatorio non molto distante dal Santuario di Grecia!” continua lui, abbassando lo sguardo.

Un singulto sfugge dalla mia bocca: non avevo la più pallida idea di questo! Credevo che Cardia fosse orfano come la maggior parte dei Cavalieri e che Marika, sua sorella, fosse arrivata dopo al Grande Tempio...

So cosa stai pensando! Beh, effettivamente mia sorella giunse dopo al Santuario, poiché i nostri genitori morirono a seguito di un saccheggio"

"E tu questo come lo sei venuto a sapere?"

"Me lo raccontò lo stesso Sage, che prese con sé Marika, portandola al Santuario. Avevo 13 anni quando successe, sarei dovuto morire già da tempo ma quel vegliardo di Krest, il Maestro di Dègel, aveva già attuato sul mio cuore una tecnica che lo rinvigoriva, a discapito però della mia salute generale. Spesso, nel tentativo di controllarla, cadevo a terra in preda alla febbre, e solo Dègel poteva trattare il mio malessere. Così nacque anche la nostra amicizia, che è tutt'ora più che preziosa per me e che, da quanto vedo, esisterà anche nel futuro" si lascia scappare un sorriso un poco più sereno.

"Così... tu trai energia dalla tua debolezza! - ripeto, ammirata - Ne hai fatto una tecnica specifica che hai chiamato Katakaio!"

"Esatto, alla faccia di quei due esseri che mi hanno abbandonato!"

"Mi dispiace, Car..."

"Pfff! Non piansi certo per loro, né tanto meno fui felice di ritrovarmi Marika tra i piedi, visto che Sage me la sbolognò. Per me la mia famiglia d'origine è sempre stata ESTRANEA!” esclama ancora lui, stringendomi con forza i pugni. Dalla sua voce si riesce facilmente ad avvertire tutto il rancore che prova verso i genitori. E' un'emozione ampiamente giustificata, ma mi spaventa, sembra proprio... veleno!

Nonostante questo, rimango in silenzio in attesa che prosegua, il cervello gremito di domande e dubbi, un nodo alla gola sempre più forte, ma lo continuerà ad ascoltare fino a quando si sentirà di parlare con me.

Per questo motivo detestavo Marika... LORO si erano tenuti lei, che era nata sana, ma non avevano esitato ad abbandonare me per questa stupida malformazione cardiaca. Non era per niente giusto! Perché proprio a me era toccato di subire un destino così oscuro?!” si sfoga ancora lui, picchiando più volte la gamba sinistra contro il comodino di fianco al letto.

"Cardia..."

"Delle persone che non vogliono stare al mio fianco, che non mi accettano per ciò che sono, io non me ne faccio niente! - stabilisce ancora, con spregio, il suo sguardo si fa sempre più tagliente - Chi mi ha messo al mondo non è stato in grado di camminare al mio fianco; chi mi ha messo al mondo mi ha fatto nascere con una menomazione che mi costerà la vita, eppure, in questa esistenza priva di apparente senso, qualcuno disposto a stare al mio fianco l'ho trovato! C'è Dégel, c'è Sashina, ci sei tu... e poi Sonia, le altre, i Cavalieri d'Oro... Non ho bisogno di nessun altro, io, va più che bene così!"

Le tue emozioni sono ampiamente giustificate, Car, però, visto che hai parlato al passato... può essere che qualcosa sia cambiato in te?” chiedo, posandogli la mano sul ginocchio per farlo fermare. Mi preoccupano gli istinti autolesionisti che ogni tanto dimostra, sembra che, in qualche modo, odi il suo corpo malato più dei genitori medesimi...

Sì, sono cambiato... il merito è stato anche tuo!”

C-cosa?”

Per merito tuo e di Camus! - precisa lui, sorridendomi con naturalezza - Ricordi quando mi hai parlato per la prima volta di quella piaga di tuo fratello? Eravamo a Genova e, proprio lì, mi accorsi di avere davanti una sorellina minore, proprio come Marika!"

"Sì, in effetti... io sono un po' come lei, anche io mi preoccupo molto per mio fratello e lei... lei è sinceramente addolorata per la tua situazione, Car, probabilmente non lo sapeva neanche del tuo problema!"

"Sì, esatto, non lo sapeva, ma io ero troppo immaturo per perdonarla, anche se, a ben vedere, lei è innocente!" conferma, un poco teso.

"E quindi cosa, di me e Camus, ti ha dato la spinta per... aprire uno spiraglio nei suoi confronti?"

"Il modo in cui lui si relaziona con te... ah, ovviamente sto parlando di quando non ha le pippe mentali, eh, si intende! - mi risponde, quasi sbuffando - Se l'amore verso una sorellina minore può spingere quel ghiacciolame di Camus a commettere avventatezze... allora anche io voglio provare questo grande sentimento!"

"Cardia!" lo chiamo con enfasi, gli occhi luminosi davanti ad una simile frase.

"Ora, appena questa missione sarà conclusa, farò di tutto per passare più tempo possibile con lei, in modo da conoscerla e non avere davvero più alcun rimpianto! - afferma ancora Cardia, sdraiandosi sul letto al mio fianco - E' mia sorella minore e non possiede un cosmo sviluppato, devo... proteggerla e vegliare sempre su di lei, no? Come Camus vorrebbe fare con te!"

Annuisco, gli occhi lucidi, prima di prendere posto al suo fianco. Rimaniamo così in silenzio per qualche minuto, almeno finché il mio migliore amico non decide nuovamente di parlare.

Facendo un attimo un passo indietro... ti ho accennato dei miei malori, no? Hai anche assistito ad uno di questi...”

"Sì..."

"Sapevo le controindicazioni della tecnica di Krest sul mio corpo. Potevo scegliere: o morire a 10 anni o prolungare la mia vita, a scapito certo di pesanti ripercussioni sulla qualità della stessa"

Se ti vedo qui e sto parlando con te, la tua scelta è stata quella di continuare a vivere nonostante tutto - arrivo alla conclusione, pensierosa - Ma... perché hai preso questa decisione?"

Perché avevo bisogno di tempo per... concludere la mia esistenza nella maniera che io desideravo! Non l'avessi fatto, mi sarei spento entro un anno, ma io non voglio semplicemente spegnermi, io voglio bruciare, fino all'ultimo respiro, dando fondo a tutto me stesso! Per questo sto cercando un avversario forte con cui adempiere a questo mio.. sfizio... ma devo sbrigarmi, la tecnica consuma comunque il mio cuore e... presto... il gelo di Dégel non basterà più per..."

Ugh... Cardia, non dirlo, ti prego! Ci sarà pur un modo per impedirlo!” riesco solo a biascicare, abbassando lo sguardo nella paura recondita di perderlo.

No, non c'è, ma va bene così, Marta! Mi basta arrivare a quel momento, alla mia apotoesi, per essere felice. Se solo lo trovassi, questo nemico invitto, sento che morirei con il sorriso sulle labbra, perché la mia vita avrebbe acquisito un senso, una forma e, quella effige, sarebbe stata plasmata interamente da me!" conclude con naturalezza, chiudendo gli occhi, finalmente tranquillo.

Ingoio a vuoto, avvertendo la consapevolezza delle sue parole entrare sempre di più nel mio animo e fare breccia nei miei sentimenti. E' indubbiamente lucido nei suoi progetti, anche se parla di un futuro di morte. Non credo di comprenderlo pienamente, ma... lo rispetto, e mi sento di stimarlo ancora di più per questa sua confessione.

Se questa è la via prefissata da Cardia di Scorpio... nessuno ha il diritto di opporsi!

Car, per quanto possa valere... non sei solo contro la tua malattia, hai Dègel e ora ci siamo anche noi altre! Di sicuro non ti permetteremo di morire tanto facilmente, come hai potuto ben vedere da ieri!” lo rassicuro, poggiandomi sui gomiti prima di girarmi e sfiorargli dolcemente una guancia.

Cardia mi sorride, un sorriso carico di affetto, poi prende la mia mano e se la posa sul petto con naturalezza. La sua pelle, già più calda del normale, sembra ora proprio un fuoco che arde con vivacità.

Grazie... lo so per certo, anzi sono tutt'ora convinto che la tua presenza rinforzi di giorno in giorno il mio cuore, trasmettendogli nuove energie”

Il cuore vive fino a quando ha qualcosa da amare, così come il fuoco finché ha qualcosa da bruciare...! Questo aforisma ci è stato tramandando dal poeta Victor Hugo, che visse un secolo dopo di te. Quando vedo i tuoi occhi azzurri risplendere, come se fossero fiamme inestinguibili in un crepuscolo che non si dilegua mai, mi viene spontaneo pensare a questa citazione!” gli dico sorridendogli raggiante, prima di coricarmi nuovamente e chiudere gli occhi.

Kkk!!! Dormi, piccoletta, che sei stanca e straparli!" ribatte lui, ancora più imbarazzato.

"Non straparlo, lo credo veramente: la fiamma del tuo cuore è inestinguibile e tu sei una persona speciale!" sbuffo, ridacchiando.

"Complimenti, alla fine sei riuscita a farmi venire sonno, come solo Dègel sa fare, sei contenta?!” ribatte ancora in evidente disagio.

Ridacchio tra me e me, immaginandomelo con le guance color anguria. Adorabile!

Buonanotte, teppista di uno scorpionide!"

B-buonanotte a te, piaga che non sei altro!"

Piaga.. ma sentilo, aha!

Sono già sulla strada, completamente in discesa, che conduce al sonno profondo, quando avverto a malapena le labbra roventi di Cardia posarmi un leggero bacio sul mento, neanche troppo lontano dalla mia bocca che avverto inaspettatamente secca.

E... grazie per aver soffiato aria dentro di me, permettendomi di continuare a vivere e avvicinarmi così a questo fatidico nemico che, voglio crederlo fermamente, prima o poi incontrerò sulla mia strada!”

 

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3 Agosto 2011, mattina.

Uuuuuurgh... Uuuuuuuurgh!”

Istintivamente poggio la mano sana sulla fronte di Cardia per sentire se ha ancora un po' di febbre, lui si riscuote, riaprendo gli occhi

Non c'entra il cuore adesso! E' questo... questo coso in cui siamo rinchiusi che mi da nausea e vertigini, non so perché...”

"Mal d'aria..." constato, pensierosa.

"Beh, vorrei ben vedere, gli uccelli sono adatti al volo; gli uccelli e Sisifo, non gli esseri umani!" asserisce, nervoso, mal tollerando di farsi vedere così debole da tutti.

Annuisco convinta, tornando poi a guardare fuori dal finestrino il blu spumeggiante del mare. Sembra che lo patiscano sia Cardia che Dégel, e non mi sento di dargli torto, deve essere tutto così assurdo e innaturale per loro!

Comunque... la storia che ci avete raccontato ha dell'incredibile! - interviene Aiolia, serio in volto, finendo di soppesare il discorso di Francesca sull'identità del nemico - Un avversario che può infliggere danni senza usare il proprio corpo fisico... è fuori dagli schemi, dobbiamo informare al più presto il Nobile Shion!"

Siamo sul jet diretti finalmente a Genova, la città che mi ha visto nascere e crescere. Proprio come aveva detto Sonia, Aiolos e Aiolia ci hanno raggiunto all'alba sull'isola di Milos e, senza troppi convenevoli, siamo saliti a bordo per poi ripartire, raccontando poi durante il viaggio tutte le nostre esperienze. Ovviamente all'inizio i due fratelli facevano fatica a credere ai nostri racconti (del resto loro non hanno ancora mai interagito con il Mago), ma alla fine si sono limitati ad accettare per vero quello che abbiamo proferito.

Confesso di essere ancora scettico riguardo al nemico e ai suoi poteri... Però la cosa più importanti che ho compreso, è che stato il Mago ad attaccarci e, cosa ancora più saliente, che ha momentaneamente esaurito le forze, quindi non è più in grado di nuocerci, giusto?” ripete Aiolos, concentrato ai comandi.

Sì questo è il succo della storia, per il momento possiamo agire consapevoli che, dopo la batosta presa, lui al momento è inattivo. Abbiamo quindi campo libero!” afferma Francesca ancora euforica, seduta vicino a Michela.

Aiolia annuisce con forza, mentre i suoi occhi si illuminano di speranza e determinazione.

Sorrido tra me e me, guardando ancora una volta giù dal finestrino, dove il blu cobalto del mare ha lasciato ormai spazio al verde e marrone della penisola italiana.

Ci siamo quasi, ormai! Cosa dirò a mamma?! Quale sarà la sua reazione quando le racconterò di tutti gli avvenimenti successi in questo mese, e che, soprattutto, suo figlio maggiore sta rischiando di morire per la peste!? Mi crederà?! Stringo con forza le mani sulle ginocchia, incurvando la schiena, del tutto preda dai miei pensieri.

Tante domande... poche risposte. Da quando sono stata presa sotto la custodia del Santuario, non ho mai avuto il tempo di parlarle schiettamente, di avere informazioni su come abbia vissuto la separazione dal figlio maschio e, dopo anni, la mia. Io non sapevo di Camus, ero troppo piccola per rammentarlo, ma lei sì, e anche i nonni... quando si sono rivisti a luglio, mio fratello sembrava molto impacciato nell'esprimersi con lei, mia madre invece era molto più aperta, quasi commossa, ma al di là della visita per sincerarsi delle sue condizioni, non c'è stato tempo per nient'altro. In questo lungo periodo di lontananza, devono essersi mancati molto, ed io... io non ne sapevo nulla! So che non dovrei sentirmi in colpa, ma qualcosa mi punge la coscienza, non riesco a quantificarlo, però!

Dègel, invece di fare il grugno perché stanotte ho dormito con Marta, che ne dici di articolare uno dei tuoi fantastici piani?” salta su improvvisamente Cardia, inarcando un sopracciglio per provocare il suo migliore amico.

Un singulto sfugge dalla mia bocca, riportandomi alla mente l'espressione contrariata di Dègel quando è venuto a svegliare Cardia e ha notato che nel letto c'ero anche io con lui.

Io non... io non faccio alcun grugno!” ribatte un Dègel particolarmente infastidito. Malgrado questo, le sue guance si sono colorate di rosso porpora.

Si va bene, se sei convinto tu... e allora perché sei di umore nero da stamattina, brutti sogni?!”

Cardia, piantala!” esclama Dègel, voltandosi di scatto verso l'amico che ammutolisce all'istante.

Io abbasso lo sguardo, sentendo il disperato bisogno di nascondermi. Non volevo che si infastidisse così, per me dormire con Cardia è come appisolarmi al fianco di mio fratello, ma dopo il nostro dialogo di ieri pomeriggio, il mio diniego di essere Seraphina, sembra che qualcosa si sia spezzato tra noi. Dégel ha capito chi sono, ma io non lo posso confermare in alcun modo, quindi lui ha preso a torturarsi psicologicamente, non riuscendo a darsi una spiegazione al di là che, sì, se l'amore tra noi dovesse compiersi, Camus sarebbe in qualche modo spacciato. Ed io... ho scelto mio fratello!

Mi fa male il solo pensarlo, mi duole il petto, mi manca il respiro, non riesco a non ripetermi altro che, se solo fosse stata Seraphina a riemergere, questo dramma non si sarebbe realizzato. Invece io... cosa potrebbe fare un patetico retaggio, come me, di una grandissima Sciamana, perché proprio io mi ritrovo qui?! Lo... merito, forse? No, non ho fatto nulla per meritarlo, eppure...

Uuuuuu, come si vede che è invece geloso marcio!!!” sussurra a bassa voce Michela alla sua vicina di posto, ridacchiando.

Michela, non so se hai capito la situazione, ma non è per niente bello questo, ormai stanno raggiungendo il limite...” ripete invece Francesca, tesa.

"Che limite stanno raggiungendo?! Basta farli sbloccare un po', non trovi, Fra?!"

"Bonaaaa... mi sa che non hai proprio compreso, Michy!" sbuffa lei, sospirando affranta, mentre Sonia non si perde un secondo del loro dialogo.

Uff, lasciamo momentaneamente perdere il Signor Ghiacciolo gelosetto e concentriamoci sulla meta! Quanto dura ancora 'sto viaggio?!” chiede Cardia, spazientito, muovendosi come una tarantola nel rivolgersi ai due fratelli.

A questo ritmo, direi un'oretta buona!” risponde Aiolia, cercando di essere il più naturale possibile, malgrado non sia ancora abituato a interagire con uno che gli ricorda Milo senza però esserlo effettivamente.

Benissimo, allora svegliatemi quando ci siamo!”

Ho appena il tempo di voltarmi che il mio migliore amico si è già appoggiato con la testa sulla mia spalla.

C-Cardia?”

Oooh, ma sei comodissima, Marta!” ribatte lui, mentre sento un forte sospiro di esasperazione provenire da Dègel. E' evidente lo stia deliberatamente provocando, certo lui non sa il nostro dialogo, né chi io sia veramente, come Michela vede solo due persone che amano e che però sono inchiodate a terra, senza riuscire a muoversi uno nella direzione dell'altro. Ma qui il guaio non è il non riuscire, è proprio... non potere!

Mi sporgo un poco nella direzione di Dègel, lui non mi guarda, ha il volto rabbuiato, le guance un poco rosse, il respiro un po' più accelerato del normale. Non faccio che dirmi che mi dispiace, ma... non riesco a trovare alternative!

Dormi anche tu, Marta! Giacché quel pirla di Dègel ci ha letteralmente buttato giù dal letto alle 4 del mattino!” afferma Cardia, poco prima di chiudere gli occhi e accomodarsi ancora di più su me.

Io non ho sonno!” ribatto decisa, guardando fuori dall'oblò. Vorrei tanto che la tremenda dissonanza che avverto all'interno del mio corpo mi dia un attimo di tregua, ma così non è. Sto continuando a correre, ma sono ormai sfinita... mi sento come sovraccaricata da tutto e tutti e, l'unica cosa che mi salva dall'esplodere e ridurmi in frammenti, è combattere per la salvezza dei nostri amici. Proprio per questo, solo per questo, non posso cedere!

Vi salveremo, in qualche modo, lo giuro!

Regulus, Milo, Camus!

Fosse anche l'ultima cosa che faccio!

...........

EHI, 'non ho sonno', svegliati che siamo arrivati!” esclama Cardia dopo un arco di tempo che mi sembra pari a due secondi.

Uh? Eh? Cosa?! S-siamo già arrivati?! Ma se poco fa eravamo...” biascico, intontita, saltando sul posto come una molla.

Sì, Marta, stiamo atterrando! Dal finestrino si vede CASA!” mi avverte Michela, emozionata nel ritrovarsi nuovamente a Genova.

C-come è possibile?! Mamma mia, mi sembrano due secondi fa che...” farfuglio ancora, affacciandomi all'oblò e sorridendo nel riconoscere il monte Fasce, la chiocciola che è il porto della mia città e, infine, oltre l'orizzonte, i rilievi che abbracciano Genova, stretta tra il mare e gli appennini.

Altroché due secondi, è passata più di un'ora!, Ah, e tu ti sei allegramente addormentata sopra di me, 'signorina non ho sonno'!'” mi prende vivacemente in giro Cardia, mentre si tiene al sedile per prepararsi all'atterraggio.

Sfortunatamente io non ho occasione di farlo perché, ancora intontita, non pensandoci nemmeno perché la gioia di rivedere il mio luogo natio è tanta, ho appena il tempo di accorgermi del brusco cambiamento di rotta che mi ritrovo spinta in avanti contro il sedile.

Ehi, accipicchia, Marta! Ho avuto io l'intuizione di attaccarmi che non conosco questo 'affare volante' e non ce l'hai avuta tu che vivi in quest'epoca?!” esclama Cardia, afferrandomi di slancio per evitare di farmi picchiare da qualche parte.

Uh... grazie!” mormoro, mentre il jet atterra all'aeroporto di Genova, procurandomi un discreto dolore al fondo schiena.

Qualche secondo di raccoglimento generale, soprattutto per Cardia e Dègel che, completamente sfasati, per i primi secondi non riescono nemmeno ad alzarsi dai rispettivi sedili.

"Tranquilli, l'atterraggio è sempre duro per chiunque!" li sprona Sonia, pronta ad agire.

Eccoci qui, vi ho condotto a destinazione... ora tocca a voi, Marta, Michela e Francesca, per decidere in che modo raggiungere il luogo prestabilito!” spiega Aiolos, voltandosi verso di noi, felice di averci portato a destinazione.

Annuisco con vigore, alzandomi in piedi, pronta a mia volta per agire, esattamente come le altre.

Sono davvero curiosa di conoscere la vostra città!” afferma ancora Sonia, saltellando sul posto.

D-dobbiamo muoverci, non abbiamo molto tempo e non possiamo cincischiare nel vedere la città, per quanto Genova sia indubbiamente un luogo ricco di fascino e di storia - stabilisce Dègel, alzandosi brancolante, prima di percorrere il breve corridoio sorreggendosi ai sedili - A giudicare dalla posizione del sole deve essere già mezzogiorno!” ci dice ancora, prima di scendere dal jet.

I-io arrivo eh, aspettate solo un attimo che... che se non vomito adesso, dopo un'esperienza simile, sono praticamente invincibile!" si lagna Cardia, facendomi passare ma restando, per qualche secondo in più, seduto sul suo posto. Nelle sue condizioni deve essere stato davvero un viaggio terribile, poverino.

Anche Francesca e Michela si sistemano meglio, dandosi reciprocamente un sorriso di sostegno.

Io invece seguo a ruota Dègel, avvertendo con chiarezza il calore e l'afa tipica della Genova estiva ancora prima di affacciarmi allo sportello. Mi investono in pieno il volto ma, contrariamente a come ci si potrebbe aspettare, ciò mi provoca un piacere unico: aria di casa, per davvero questa volta! Chiudo quindi gli occhi e respiro a pieni polmoni l'aria della mia città natale, un po' commossa dal ritrovarmi di nuovo qui dopo un tempo che mi è parso infinito.

Ugh, accidenti! Ma dove...?!”

L'esclamazione di Dègel ha il potere di riportarmi bruscamente alla realtà. Spalanco quindi le palpebre allarmata, ritrovandomi davanti, nello sporgermi, una miriade di altri occhi che ci fissano increduli, sbigottiti almeno quanto noi.

Ugh...” riesco solo a biascicare, nervosamente.

Che accade?” mi chiedono all'unisono le mie amiche, Cardia e i due fratelli ancora rimasti sul jet.

Ehm, credo... credo che abbiamo scelto un brutto momento per atterrare a Genova...” balbetto solo, guardando fisso davanti a me ed esibendomi in uno dei mie famigerati sorrisi di circostanza.

Davanti a noi una folla di ben vestiti con giacca e cravatta, ci squadra da capo a piedi, facendoci immobilizzare istantaneamente. Al centro dell'assemblamento scorgo una figura che, per doti e carisma, è ben conosciuta da tutto il popolo italiano.

"Ma è..." la frase di Michela si perde nel vuoto.

"Merde..." riesco solo ad imprecare a denti stretti in francese, mettendomi le mani tra i capelli.

Questo... ci mancava solo questo!

  
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