Premessa: eccomi che ritorno!
Non
ho lasciato passare troppo tempo tra la pubblicazione dell’ultimo capitolo
delle Relazioni e l’inizio di questa fic tanto per
non illudere i poveri lettori di essersi liberati per sempre di me ^^
Mentre
scrivo sto notando che, questa volta, non posso più dire che è la mia prima fic e la cosa mi dà una sensazione un po’ strana perché mi
sento ancora una scrittrice alle prime armi.
Sono
felice di poter continuare a pubblicare, spero che anche questa mia nuova
creazione vi piaccia e mi auguro di leggere presto le vostre recensioni!
Ciao
e un bacio grandissimo
Nyssa
* * *
Hermione
camminò svelta per il corridoio che portava fino alla sala della Gazzetta di Hogwarts con il giornale in mano: come si permetteva Colin di scrivere certe stupidaggini senza prima chiederle
il permesso? Era la Caposcuola, dopotutto, non poteva permettere che un
articoletto del genere come quello che il suo compagno di Casa aveva
pubblicato, mandasse nel panico mezza scuola…!
Era
stata dalla McGranitt giusto dieci minuti prima e la
prof le aveva fatto una testa così dicendole che certe cose non andavano
scritte sul giornale della scuola, ah, bella cosa, e lei che poteva farci?
La
vicepreside le aveva detto che avrebbe dovuto supervisionare la cosa e che le
avrebbe mandato presto un aiuto
-
Ma la
Gazzetta di Hogwarts non rientra nei compiti dei
Caposcuola – aveva tentato di rifiutare la riccia che si sentiva già indietro
con i compiti assegnati.
-
Nessun
problema, signorina Granger – aveva risposto la prof – provvederò al più presto
a mandarle qualcuno che possa darle una mano in questa faccenda in modo che non
si debbano più ripetere simili cose
Rilesse
il titolo dell’edizione settimanale del quotidiano: “Misterioso individuo si aggira per i corridoi della Scuola: aggredite
due studentesse” e da lì tutta una sequenza di prove e fotografie, con
intervista alle due ragazze, che riempiva completamente la prima pagina.
Perfino
quella mattina, prima ancora di mettere i piedi fuori della porta, Ginny era entrata tutta preoccupata chiedendole di
accompagnarla fino all’aula di Erbologia dove il
giorno precedente aveva dimenticato una sciarpa.
E
poi aveva capito…
Lagnandosi
sull’incompetenza dei giornalisti, Harry le aveva schiaffato sul tavolo di
colazione il quotidiano bofonchiando che Canon era
completamente ammattito mentre gustava la sua brioche alla marmellata.
Aveva
letto tutto e per poco non si era messa le mani nei capelli, dico, ma era fuori
come un poggiolo?!
L’aveva
cercato per ogni dove nei corridoi della scuola, visto che, quasi sicuramente,
quel bambinetto irresponsabile stava ancora ad
indagare sulla faccenda, ma di lui non c’era traccia neppure per scherzo.
E
proprio mentre se ne tornava rassegnata al suo dormitorio era arrivata la
convocazione della prof che la voleva entro dieci minuti nel suo ufficio.
Ecco
lì, dalla padella alla brace.
E
adesso era diretta al club di giornalismo dove aveva scoperto erano stati
confinati Canon&Canon da Piton
che non aveva certo apprezzato il loro intervento e già pregustava la
possibilità di sottrarre qualche punticino al Grifondoro per riportarlo al pari con Serpeverde
per la partita della prossima domenica.
Aprì
la cigolante porta di legno che delimitava quella zona della scuola chiamata
“Sede del giornale scolastico”, altrimenti detta “il regno di Canon” visto che i due fratellini erano praticamente gli
unici membri di quella setta di persone che vedevano scoop e pericoli per ogni
dove.
Domandarsi
perché una simile attività fosse ancora in piedi era lecito, ma, come uno
veniva catapultato nel circuito scolastico di Hogwarts,
poteva capire che, a parte i caposcuola, nessuno aveva tanto potere come il
Comitato Scolastico.
Suddetto
organismo era un’associazione per la tortura degli studenti legalizzata molti
anni addietro.
Vi
facevano parte esclusivamente ragazze e qualche maschio dalle controverse
tendenze sessuali che si preoccupavano di organizzare eventi quali pesche di
beneficenza, l’oscena festa di Halloween a base di
analcolici al succo di zucca e altri intrattenimenti serali in Sala Grande come
il gioco delle sedie.
Solo
i primini che ancora non conoscevano tutto questo
meccanismo vi si mischiavano e l’anno successivo, acquisita esperienza, se ne
discostavano di corsa per paura di essere inglobati in quella struttura fatta
di tè pomeridiani per discutere della festa di fine anno e del colore della passiera sulle scale del sotterraneo.
E
quindi, perché esisteva il laboratorio di giornalismo?
Semplice,
per pubblicizzare ogni giorno sul quotidiano manifestazioni ludiche e
intrattenimenti, avvisi e altre cose da parte del comitato al quale, ogni anno,
il giornale dedicava un servizio speciale in primavera intervistando i membri
sotto un albero fiorito.
Il
laboratorio era caotico come al solito e bisognava fare attenzione a non
inciampare in secchi di acido e altre sostanze non meglio identificate sul
pavimento; alle pareti erano appese decine e decine di fotografie e
diapositive, in parte sviluppate e in parte gocciolanti, mentre sul muro di
fronte era posta una grossa libreria sovrastata dal cartello “Archivio” per
tutti coloro che erano alla ricerca di immagini particolari.
Svoltando
oltre un bancone ingombro e scostando una tenda era possibile arrivare nel vero
cuore, da dove, al momento, provenivano sospetti rumori e un cozzare violento
di metalli: oh cielo, che stessero combattendo?
Svoltato
l’angolo, si ebbe la risposta: i due fratellini non stavano combattendo, bensì
sbattendo rumorosamente dei tegami contro una parete a cui era fissata una
fotografia, si fermò un istante a guardarli nel loro intento
-
Ciao Herm! –
-
E di
grazia che cosa stareste facendo? – domandò caustica mettendosi le mani sui
fianchi, per nulla incline a tollerare quel baccano – questo si chiama disturbo
della quiete pubblica
-
Si
sente anche da fuori? – domandò il maggiore
-
Ovvio
-
Ci
dispiace, ma questo è l’unico modo che conosco per sviluppare la foto in
controtendenza per il rosso e ottenere…
Hermione
sospirò mentre questo cominciava ad enumerare le proprietà di quel metodo
piuttosto artigianale: se fossero stati nel mondo babbano
quel ragazzetto senza spina dorsale sarebbe sicuramente stato assunto dal Daily Mirror o
dallo Spectator.
E
ovviamente, se quello era l’unico metodo che Colin
conosceva di poteva dedurre che fosse anche l’unico esistente visto che nessuno
sapeva tanto sulle macchine fotografiche e compagnia come il maggiore dei due
fratellini.
-
Che cazzo sarebbe ‘sto casino d’inferno? – domandò una voce
oltremodo seccata aprendo la porta principale con un tonfo e percorrendo a
grandi passi il limitato spazio che stava separando lo sconosciuto visitatore
dal punto di provenienza dei suoni molesti
Hermione
sospirò mesta, che aveva fatto di male nella sua vista per dover subire queste
cose?
Già
perché lo “sconosciuto visitatore” non era poi tanto sconosciuto… da cosa aveva
capito che era Draco Malfoy? Beh, innanzi tutto dall’innata finezza con
cui aveva annunciato l’arrivo della sua augusta persona, eppoi dalla noncuranza
con cui sbatacchiava annoiato i piedi sulle pietre producendo un rumore
insolito con le suole rifinite di pelle e per finire, dal fatto che non si era
minimamente preoccupato di ciò che lo circondava, cominciando a rovesciare secchi
e pile di fotografie.
La
testa bionda dello Slytherin spuntò dalla tenda
assieme a tutto il resto e si guardò attorno accigliato scoccando
un’occhiataccia prima alla Granger, motivo principale per cui adesso si trovava
lì, e poi ai fratelli Canon, motivo che aveva spinto
la Granger e la McGranitt a mandarlo lì.
-
Vedete
di avere una buona spiegazione, siate brevi e concisi, per oggi avete fatto
abbastanza cazzate
Disse
mentre entrava facendo svolazzare artisticamente la tenda divisoria.
Peccato
che, come fu entrato nello stanzino microscopico, la punta del suo piede andò a
collidere con l’ennesimo recipiente lasciato incautamente sul pavimento dai due
quasi-giornalisti che non erano certo aspettati una
simile folla nel loro solitario club e, tantomeno, la
presenza di Draco Malfoy + incazzatura totale che era
paragonabile ad un terremoto dell’undicesimo grado della scala rripila, traducibile con la dicitura: Apocalittico, presa
direttamente dall’enciclopedia.
-
Il mio
argento drogato! – urlò il più piccolo dei fratelli inginocchiandosi quasi in
lacrime di fronte al contenuto disperso sulle mattonelle del pavimento
Draco
ed Hermione si scambiarono un’occhiata preoccupata e perplessa dopodiché lei,
distraendosi un attimo, lanciò un incantesimo per recuperare questo misterioso
argento drogato che era stato rovesciato.
-
Non
potete mettere il bavaglio alla stampa! – protestò il biondino assumendo una
colorazione inusuale – esiste il libero
diritto di stampa! L’Inghilterra è il Paese dove è nato il giornalismo, non
potete privarci di questa libertà secolare, della tradizione!
Draco
sbuffò
-
Fate
più danni con queste notizie che Potty – rispose
acido
-
La
notizia è stata approvata da tutti i membri del club, non potete opporvi, voi
non siete membri!
-
Siamo
dei caposcuola – fece notare la riccia che si stava parecchio alterando
-
Dipendiamo
direttamente dal Comitato Studentesco – ribatté il ragazzo
-
Allora
sopprimeremo il comitato – furono le glaciali parole del biondastro seccato da
quella situazione
Hermione
si disse che il mondo, quel giorno, ne stava vedendo davvero delle belle.
Chiudere
il Comitato Studentesco era impossibile nonostante, se si fosse fatto un
referendum, tutti avrebbero votato per abolirlo.
Insomma,
quella che lui stava perpetrando era una menzogna, ma… in quel momento non se
la sentiva di rimproverarlo. Ok, non avrebbe dovuto
abusare del potere, ma se serviva a rimettere a posto questi pasticci…
Anche
se dubitava che lui lo facesse per riportare l’ordine, ma più per ritornarsene
ai fatti suoi, probabilmente aveva dovuto lasciare sola qualche avvenente
fanciulla venuta a esporgli importanti quesiti a proposito di qualcosa…
-
Per il
momento il club rimarrà chiuso fino a quando non avremo trovato una soluzione
con gli insegnanti – decretò temendo che lui volesse davvero distruggere il
Comitato
-
Ma…
-
Niente
ma!
E
annuendo abbacchiato, il bambino fece un cenno con la testa e poi tornò a
impilare le fotografie che Malfoy aveva malamente disperso
-
Se
proprio volete occupare il tempo – aggiunse vendicativa – vedete di fare un
servizio sui disagi che avete arrecato alla scuola con le vostre parole.
E
si allontanò richiudendo la porta dietro di se.
-
Malfoy,
una parola! – disse poi all’indirizzo del biondo che stava già prendendo la
fuga
-
Non
scassare Granger, non ho tempo da perdere – grugnì lui fermandosi e mettendosi
le mani in tasca con aria annoiata, è già stato sufficiente che mi tirassero
giù dal letto dietro a due idioti Grifondoro
-
E
suppongo che il fatto che la settimana scorsa abbiano fatto la stessa cosa con
me perché due dei tuoi compagni si erano intossicati di firewhiskey
non conti!
-
A te
piace tanto questo lavoro… - mormorò con un ghigno lui – andare a dire alla
gente che sbaglia, rimproverarla… e poi a me cosa me ne importa
-
Potevi
rifiutare quando ti hanno mandato la nomina – sottolineò lei, visto che lui
stava dicendo che non voleva fare il Caposcuola
-
Beh, la
carica ha i suoi vantaggi, sai quante rag…
-
Taglia!
– gli disse minacciosa
-
Non
dirmi quello che devo fare! – sbottò lui lanciandole un’occhiata ammonitrice
-
E tu
non essere sempre così cafone! Non ho voglia di litigare con te, dobbiamo solo
trovare una soluzione a questo problema!
-
Trovala
tu, io non ho tempo con queste cretinate – rispose asciutto
-
Vedi di
darmi una mando o andrò dalla McGranitt e farò in
modo che TU sia costretto a darmi una mano – gridò spazientita
-
Non
oseresti – s’indignò lui
-
Non
contarci, Malferret, non è giornata per te? Bene, non
lo è neppure per me, quindi degnami di dieci minuti del tuo affollatissimo
mattino e trova un’idea intelligente o per tutto l’anno saremo costretti ad
alzarci la domenica mattina a fare questo genere di cosa! – sbuffò spazientita
Malfoy
parve ripensare alle sue parole: di sicuro non voleva che la prof lo
trascinasse per la collottola ad ogni incontro con la Granger per discutere dei
problemi della scuola e certamente non anelava ad alzarsi alle otto e mezza
solo perché due dannati grifoni col cervello pieno di noccioline avevano voglia
di giocare agli investigatori privati!
Era
il caso di confessare che era stato Nott a spaventare
quelle due oche per i corridoi?
Studiò
l’espressione risoluta della Caposcuola del Grifondoro
e scelse per il no. Poteva anche farla uscire di testa con una simile notizia,
ma poi ci sarebbe finito lui nei casini dietro a quell’imbecille di Theodore…
-
Attaccagli
al culo qualcuno che li controlli – bofonchiò
sparando la prima stupidaggine che gli passava per la mente
Hermione
si puntò un dito alle labbra e rifletté sulla proposta.
Certo,
la forma era da rivedere, però l’idea funzionava…
-
E
immagino che tu ti offriresti per un simile incarico – frecciò sadica
all’indirizzo della serpe che si premurò prima di inorridire e poi di
fulminarla direttamente con gli occhi argentati ridotti a due fessure brillanti
-
Prova
anche solo a ripete una cosa del genere e ti assicuro che passerai il resto
dell’anno a piangere – borbottò impermalito
-
Bene,
allora decidiamo CHI deve farlo perché neppure io ho voglia di sobbarcarmi più
lavoro di quello che già faccio
-
Povera
Granger – rispose ironico lui accendendosi una sigaretta in mezzo al corridoio
incurante delle norme di divieto che vigevano all’interno dell’edificio
-
Potremmo
provare a chiederlo a Susan Bones – pensò a voce alta
-
Non
passerebbe neppure per le porte – sottolineò lui cattivo, beccandosi una
pessima occhiata dalla mezzosangue
-
Che ne
pensi di McMillan?
-
Non
deve già occuparsi dei turni del campo da quidditch?
– aveva ragione, accidenti a lui. Da quando le squadre avevano cominciato a
litigare su chi dovesse usare il campo, Ernie era stato delegato dai Capiscuola
per gestire la cosa, motivo per cui era sempre circondato da gente, minacciato
a vita e sommerso di regali nel tentativo di corromperlo per spostare un turno
oppure assegnare ad una squadra piuttosto che ad un’altra quel dato orario.
Inutile dire che il poveretto non faceva una bella vita.
-
Perché
non ci mettiamo la Abbott? – propose disinteressato
lui
-
È già
nel Comitato, non servirebbe a niente – lui sbuffò
-
Non ce
l’avete qualche Grifondoro sufficientemente intelligente?
O sono tutte completamente rimbecillite?
Hermione
tacque sul fatto che le ragazze di serpeverde non
brillassero per rendimento ed acume, a partire da Milicent
per passare alla Knock, alla Parkinson
e a qualche altra.
-
Mettiamoci
Pansy – rispose punta sul vivo per quella
affermazione di poco prima – suppongo che sia sufficientemente intelligente… - dichiarò
e lui la studiò imbronciato
-
Così
trasforma la Gazzetta di Hogwarts in un giornale
porno – fece notare
Non
ci aveva pensato, Pansy aveva delle idee molto
discutibili
-
Non che
la cosa mi dispiaccia, sia chiaro, ma non credo che miglioreremmo di molto la
situazione – aggiunse facendo un altro tiro – perché invece non ci sistemi la Brown? Riempirà le pagine di sue fotografie, ma almeno
avremo risolto la questione
-
Sì,
forse hai ragione – annuì ripensando alla figura della sua amica
-
Come
sempre, d’altronde – ribattè ghignando col suo mezzo
sorriso made-in-malfoy.
Lavanda
non era proprio l’ideale per scrivere articoli, non era capace a scattare una
fotografia e le uniche cose che riusciva a fare erano darsi lo smalto alle
unghie e leggere all’infinito i problemi di cuore di qualche rivista da
ragazzina demente.
Come
fosse arrivata al settimo anno era uno dei misteri non ancora risolti assieme a
“Come fa Piton ad essere ancora vivo” e “Come mai
tutti vogliono ammazzare Potter” e si classificava subito prima di “Quanti
ragazzi ha avuto Pansy Parkinson”
e in quel caso non ci si riferiva propriamente al fidanzamento, quanto ad una
approfondita conoscenza fisica.
Ma
tu guarda se la domenica mattina si doveva andare a fare certe cose… non ne
avevano ancora a sufficienza di problemi a scuola!
Guardò
Malfoy che si stava svogliatamente fumando una sigaretta e lo invidiò per
l’indifferenza che mostrava nei confronti del mondo, ogni tanto avrebbe voluto
essere come lui e potersene lavare le mani dei problemi altrui, ma ogni volta
che si proponeva seriamente una cosa del genere, il suo spirito da crocerossina
la faceva correre a consolare una ragazza piangente, ad aiutare Harry o Ron a fare i compiti, a tenere compagnia a Mirtilla, ad
accettare un carico di lavoro supplementare dai professori…
Malfoy
invece era l’incarnazione dell’ozio: non ricordava avesse mai fatto una ronda
notturna, non sapeva cosa volesse dire la parola “lavoro” e certo il suo cuore
non sussultava quando una ragazza piangeva o i suoi compagni non avevano fatto
i compiti perché neppure lui li aveva fatti e la ragazza avrebbe smesso di
piangere non appena fosse entrata nella sua camera.
Beata
pazienza…
-
Bene –
disse sconsolata – dobbiamo dirlo alla McGranitt
Lui
la guardò come se le fossero spuntate le antenne
-
Tu
scherzi, mezzosangue, ti pare che io possa perdere il mio tempo con queste
idiozie? Ho altro da fare…
Hermione
si massaggiò con forza le tempie: il mal di testa pulsante stava mandando a
rotoli la sua pazienza e se quel dannato furetto non l’avesse smessa entro tre
secondi di fargliela cascare da così in alto si sarebbe veramente arrabbiata.
-
Ascolta
Malferret – disse sibilando pericolosamente il suo
nome – non m’interessa quante ragazze ti stanno aspettando, non me ne frega
neppure se la tua agenda è piena di impegni, TU vieni con ME dalla prof e vedi
di essere sufficientemente interessato a ciò che stiamo dicendo!
-
Sai,
dovresti darti una calmata Granger, ti sta per scoppiare una vena – le fece
notare con un gesto disinteressato
-
Almeno
non dovrò sentire più la tua voce che blatera stupidaggini! – berciò furiosa
Draco
la studiò un istante e gli parve che fosse davvero molto arrabbiata.
Il
che presupponeva una doppia razione di compiti e una ronda per serpeverde quella sera, no, non andava. Che gli sarebbe
costato stare dieci minuti dalla vicepreside, annuire con aria intelligente e
poi tornarsene per i fatti suoi?
Quella
ragazza però aveva il potere di mandarlo in bestia!
Innanzi
tutto era una Grifondoro, il che bastava.
Poi
c’era il fatto che fosse amica di Potty e Lenticchia,
quindi appartenente al Trio dei Miracoli.
E
per finire, era una studentessa per fettina senza un briciolo di sex-appeal.
La
studiò da capo a piedi come se la vedesse per la prima volta: non era bella,
era decisamente un po’ tonda per i suoi gusti, portava la camicia abbottonata
un pomello più in alto di come la portavano tutte le altre, mentre la cravatta
era al momento annodata lasca sul tessuto chiaro facendo risaltare i colori
della sua Casa.
La
gonna scozzese sempre con gli stessi colori ondeggiava sopra un paio di calze
pesanti di lana e ai piedi i soliti mocassini di pelle.
Ma
il difetto peggiore era che aveva un cervello niente male.
Il
che la escludeva per principio dalla lista delle ragazze desiderabili: innanzi
tutto, le ragazze intelligenti parlavano troppo e di cose inutili, facevano
domande idiote e perdevano il loro tempo sui libri anziché con le persone
dell’altro sesso, inoltre avevano la pessima abitudine di credere all’amore e
che non si dicesse che quest’ultima cosa era in conflitto con tutte le altre!
Le ragazze intelligenti in genere sono molto stupide in fatto di amore,
traducibile con la parola sesso, questo perché vivono in un mondo parallelo
senza attinenza con la realtà e si permettono certe fantasie romantiche
determinate dall’eccesso di lettura.
Ovviamente
c’erano delle eccezioni e, in fondo, nessuna ragazza era davvero una “brava
ragazza”, nessuna tranne la Granger, lei incarnava tutte quelle cose che lui
più detestava e aveva anche il potere di farlo uscire di testa quando
litigavano.
Neppure
Potter sapeva fare tanto, finivano sempre per fare un bel pestaggio tra Case in
qualche corridoio.
Con
lei, invece, c’era davvero da perderci la sanità mentale!
Se
dicevi una cosa rispondeva a tono e se credevi di avere l’ultima parola
scoprivi che lei poteva parlare ancora il doppio.
E
non potevi malmenarla.
Solo
offenderla.
…quando
ci riuscivi, chiaro…
Quello,
dote innata, però, gli veniva particolarmente bene.
Far
sentire insignificanti gli altri era una caratteristica che tutti i Malfoy rripi con il latte. Anche lui.
Era
inaudito che una piccola mezzosangue pezzente potesse farlo sclerale così tanto
ed era ancor più incomprensibile che potesse essere così maledettamente
intelligente.
Perché
lei lo era davvero e, come diceva la regola, credeva al vero amore e faceva la
santarellina.
Era
una cosa sulla quale la colpiva spesso perché la sua mancanza di esperienza gli
permetteva, oltre che un discreto vantaggio, anche si farla tacere e vederla
arrossire imbarazzata in mezzo al corridoio.
In
quel momento ci sarebbe proprio stata una battutina del genere, sì sì.
La
squadrò ancora una volta e i suoi occhi chiari si soffermarono sul terzo
bottone della camicetta che tirava leggermente e da dove si intravedeva
un’ombra scura, probabilmente quella del reggiseno.
Strabuzzò
gli occhi un paio di volte nel riuscire a identificare il pizzo della
biancheria scura per poterne poi seguire la forma fino alla spalla dove
scompariva.
Mosse
lo sguardo e si ritrovò a fissare un paio di accigliati occhi ambrati che lo
guardavano con malcelato nervosismo
-
Potesti
guardarmi in faccia quando parlo? – chiese viscidamente gentile
Ma
certo che la guardava in faccia quando parlava, dove doveva guardare?
Dove
aveva guardato?
Non
era che lui aveva… e lei…
Ok, la mezzosangue non stava bene perché lui non aveva mai
fatto una cosa del genere e mai l’avrebbe fatta!
E,
soprattutto, aveva urgente bisogno di tornare dalla Corvonero
che c’era in Sala Comune a Serpeverde e che lo stava
aspettando… come si chiamava? Doretta? No, era quella della sera prima… e poi
era di Tassorosso. Clhoe?
Forse, anche se Clhoe una volta era bionda e questa
invece aveva i capelli scuri… come diavolo si chiamava?
Vabbè, ma a chi importava?
Ancora
poco e poi avrebbe…
-
Ti vuoi
muovere o no?! Dobbiamo andare dalla McGranitt!
La
mezzosangue lo chiamò e lui si affrettò a guardarla sprezzante, dannazione, le
aveva detto di non dargli ordini!
-
Ti ho
detto che da quella arpia non ci vengo più stamattina, una volta basta e avanza
a rovinare la giornata
-
Me ne
frego
-
Non
parlarmi così!
-
Fai
tante storie che avremmo già finito – lo rimbeccò – se ti muovessi potremmo
tornare tutti e due a farci gli affari nostri
-
D’accordo,
mezzosangue, ma sappi che sei una pallosissima piaga!
-
Sempre
gentile… - disse piano lei, più a se stessa che al suo accompagnatore.
-
Ovvio,
io sono sempre gentile con le ragazze – rispose
* * *
Tre
quarti d’ora con la McGranitt e le continue occhiate
di rimprovero di Malferret non sono una passeggiata.
A
dirla tutta, non ricordava che i colloqui con la vicepreside fossero così
lunghi e noiosi, Silente aveva un pessimo influsso su di lei.
Hermione
sospirò per la centosessantottesima volta, studiò la prof che girovagava con le
mani dietro la schiena per lo studio parlando di “conseguenze” e di
“avventatezza” come di catastrofi e terremoti. Sopprimere uno sbadiglio era
qualcosa di impossibile.
Guardò
alla sua sinistra dove stava seduto lo Slytherin con
i piedi allungati davanti a se e l’aria di non stare seguendo neppure mezza
parola dall’inizio del soliloquio della vicepreside.
Accidenti
a Colin Canon, doveva
andare a terminare la ricerca per Piton! E poi
studiare Rune, ripassare Astronomia… invece all’alba delle undici era ancora a
girarsi i pollici.
Malfoy
le lanciò un’occhiata dal duplice significato “vorrei scappare” e “questa me la
paghi”, gli rivolse un sorrisetto di superiorità e lui decise di propendere per
la seconda interpretazione.
Guerra
aperta? No, molto di più!
* * *
Quando
Hermione rientrò in Sala Comune al Grifondoro, i suoi
compagni erano tutti schierati ad aspettarla in attesa di ottenere delle
notizie fresche fresche.
Colin e Dennis, dopo il perentorio ordine
della serpe, erano stati costretti a ritornarsene al dormitorio con la coda tra
le gambe mentre gli altri li guardavano sconcertati.
-
Herm,
che succede? – le chiese premuroso Harry che era il più curioso di tutti – hai
un’aria un po’ sbattuta…
-
Ne
vengo da una spedizione al Club di Giornalismo, una conversazione con Malferret e un colloquio con la McGranitt,
secondo te dovrei stare bene?! – esclamò lei irritata da quella domanda
insulsa, poi lasciò andare su una poltrona massaggiandosi ritmicamente le
tempie nella speranza di trovare la forza per recuperare la medicina che le
serviva per eliminare il mal di testa
-
Canon ha
fatto troppo casino per nulla – disse convinto Ron
accomodandosi sul bracciolo della poltrona e allungando le gambe
-
È vero,
lo sappiamo tutti che intanto è stato Nott ad
aggredire quelle due per il corridoio – rincarò
-
Nott? –
domandò stupita agli altri, Harry annuì
Se
era stato Nott significava che Malfoy non gliel’aveva
detto, maledetta serpe, poteva almeno collaborare per una volta! Sempre ad
avere qualcosa di più importante di cui occuparsi… quando lei diceva una cosa
del genere si trattava sempre di incombenze scolastiche piuttosto pressanti e,
ad un modo o all’altro, riuscivano in continuazione ad appiopparle lavoro extra,
chissà perché, invece, se lo diceva nientemeno che il Principe delle Serpi non
un’anima di permetteva di dissentire…
Guardò
sconsolata Harry che la fissava con la faccia da cocker che aspetta i croccantini, sospirò mesta, qual era la risposta che voleva?
-
Che
avete deciso di fare? – chiese il bambino sopravvissuto sporgendosi verso di
lei dal divanetto
-
All’inizio
pensavamo di abolire il Comitato Studentesco… - disse prendendosi una piccola
rivincita e facendo loro credere che quella fosse la decisione definitiva
Dean Thomas urlò di giubilo andando ad
abbracciare Seamus e Ron,
probabilmente se non li avesse interrotti avrebbero cominciato a stappare
spumante e festeggiare
-
Herm, è
una notizia favolosa! – intervenne Harry – sappi che appoggio completamente questa
decisione!
-
Non
parlarne a me, dillo a Malfoy – se ne disinteressò lei
-
Malfoy?
– chiese circospetto il moro
-
L’idea
è sua…
-
Ah…
-
Ma come
stavo dicendo… - intervenne prima che, cancellando sette anni di rancore,
Potter andasse a stringere la mano al biondastro – purtroppo la cosa è
impossibile…
Le
urla di vittoria si smorzarono pian piano, rivelando le facce deluse dei suoi
compagni, ghignò soddisfatta di aver ottenuto la sua vendetta contro quei
dannati curiosi che la mandavano sempre a fare le cose per conto loro e poi
avevano il coraggio di aspettarla e conoscere i pettegolezzi.
-
Così
abbiamo deciso di infiltrare Lavanda tra i membri del club, suppongo sia
sufficientemente stupida…
-
Lavanda?
– domandarono in coro gli altri
-
Ma non
sa neppure che cos’è un club – protestò Finnigan
-
Non sa
usare la macchina fotografica – aggiunse Harry
-
E non
sa scrivere un pezzo – intervenne Ginny, capitata lì
per caso mentre gli altri conversavano intorno alla “regina”
-
Appunto
per questo – annuì lei confermando il tutto – così eviteremo che si pubblichino
altre stupidaggini come quella di questa mattina
-
Perché?
– chiese la rossa studiando prima il fratello e poi Harry
-
Perché
non c’è nessun maniaco in giro per la scuola – le spiegò il rosso
-
Era
solo Nott che soffriva d’insonnia – aggiunse Harry e
la faccia della ragazzina parve un po’ delusa
-
Comunque,
questo è quanto
-
Continuo
a credere che sia follia pura – ammise Weasley
Lei
alzò le spalle, si alzò in piedi e si diresse in camera.
Non
le importava niente del club di giornalismo, voleva solo tornarsene a dormire,
terminare le relazioni e farsi passare quell’accidenti di mal di testa!
* * *
Era
domenica ed erano le nove.
Con
passo marziale Hermione si avviò spedita verso il club di giornalismo.
Ancora.
Di
nuovo.
Nella
mano destra che ondeggiava con furia teneva una copia della Gazzetta di Hogwarts tutta stropicciata che sembrava essere stata
recuperata da una trincea.
Beh,
più o meno, visto che era dovuta andarla a raccattare nel cestino
dell’immondizia perché andata a ruba.
Impossibile!
Inaudito!
Assurdo!
Come
si permettevano quei tre dementi del giornalino della scuola di pubblicare
certe cose?
Era
la seconda volta di seguito che accadeva una cosa del genere…
Rilesse
la prima pagina e un’altra dozzina di pieghe si aggiunse a quelle già
esistenti.
Provenendo
da un corridoio laterale, il cercatore verde-argento si affiancò alla
studentessa in corsa per la maratona di New York
-
Malfoy
– disse appena lei lanciandogli un’occhiata carica di odio
-
Granger
– rispose lui seguendo il suo passo e ricambiando lo sguardo scuro, anche lui
con in mano la Gazzetta che aveva tutta l’aria di essere stata ricomposta una
ventina di volte.
-
Se vuoi
ammazzarli, non sarò io a fermarti – disse lapidaria lei procedendo senza
guardarlo in faccia
-
È un
bene saperlo – borbottò cupo lui i cui capelli sparati in ogni direzione la
dicevano lunga sull’umore mattutino – perché la pietà non è contemplata negli
obiettivi della giornata
Tre
cose concorrevano in quel momento a rende pessima, per Draco Malfoy, la giornata
appena cominciata
1) Era stato svegliato alle otto e mezza di
mattina
2) Era la seconda volta che si
permettevano di fargli una cosa del genere
3) La Gazzetta di Hogwarts
era un meccanismo di tortura e andava soppressa con tutti i suoi partecipanti,
soprattutto dopo quello che si erano permessi di pubblicare quel giorno.
-
La Brown ci starà sguazzando in una notizia del genere –
bofonchiò nero di rabbia
-
Come
no, ci diranno di nuovo che è stata approvata da tutti i membri del club!
-
Sopprimiamoli
– rispose stringatissimo e la sua minaccia aveva un fondo di verità perché, se
avesse potuto, avrebbe usato una bella maledizione Cruciatus
contro tutti e tre (casualmente tre idioti Grifondoro),
dopodiché li avrebbe schiantati con una Avada Kedavra senza ripensamenti.
-
Mi fa schifo
dirlo, Malferret – disse lei quasi simulando un
conato di vomito – ma per questa volta ti do ragione
Ma
che cosa era successo, di grazia?
Il
lunedì precedente Lavanda Brown aveva preso possesso
della sede del club trasformandola nella casa al mare delle Barbie
e spedendo il maggiore dei fratelli Canon da un bravo
psicologo.
Dal
giorno seguente, la tanto rinomata e criticata Gazzetta della scuola aveva
visto l’aggiunta di una rubrichetta rosa dove si
parlava di problemi d’amore e di incontri tra single, una specie di Eliana
Monti a cui andava inviato il proprio curriculum e Lavanda in persona avrebbe
preparato gli incontri.
La
rubrichetta rosa si era ampliata per tre giorni,
finché, per protesta, Colin e Dennis
erano andati a fare delle rimostranze alla vicepreside e al Comitato
Studentesco, minacciando lo slittamento dell’intervista floreale di
marzo-aprile.
Il
consiglio si era affrettato ad appoggiare la loro decisione di ridimensionare
la rubrica trova-appuntamenti di Lavanda,
permettendole, tuttavia, di partecipare alla stesura del pezzo di prima pagina.
Domenica,
sulla prima pagina del giornale, era comparsa la notizia che il Comitato
avrebbe organizzato per le festività di Natale un ballo in maschera e che i due
Caposcuola Hermione Granger e Draco Malfoy sarebbero stati il padrino e la
madrina dell’evento partecipando e regalando un loro bacio insieme per la
beneficenza (prezzo minimo per la visione: 10 £, a salire secondo la posizione).
Dopodiché
seguiva una lunga e dettagliata esposizione sull’abbigliamento obbligatorio per
la festa.
Era
chiaro che ci fosse lo zampino sia di Colin,
arrabbiato con i due studenti per il trattamento riservatogli la settimana
precedente e che non vedeva l’ora di vendicarsi, sia di Lavanda che, senza
ombra di dubbio, aveva trovato l’idea “emozionante” e l’aveva approvata
incondizionatamente preoccupandosi lei stessa delle caratteristiche di ogni
singolo inviato.
Due
mani arrabbiate contribuirono a spalancare malamente la porta del loculo dove
aveva sede il giornale e, questa volta, Hermione non si preoccupò di cosa
poteva intralciare il suo cammino: niente.
Il
delirio di Dennis che vedeva rovesciarsi nuovamente
il suo argento drogato, le sue amate fotografie d’epoca, i filtri delle
pellicole e altre cose, brutalmente sparpagliate sul pavimento si smorzò quando
posò gli occhi sulle espressioni lugubri e omicide dei due nuovi arrivati.
I
due ragazzi fissavano con aria minacciosa Colin, con
le spalle al muro, e Lavanda, intenta a scribacchiare su un post-it
le nuove coppie ma a cui, al momento, tremava visibilmente la mano che reggeva
la penna.
-
Voi
maledetti – sibilò la serpe scandendo le parole con esasperante lentezza e la
riccia non si sarebbe stupita se la mano stretta a pugno cominciasse a
posizionarsi intorno al collo di uno dei tre cronisti.
-
Come vi
siete permessi di scrivere una cazzata del genere! –
sbraitò alzando notevolmente il tono di voce
-
Senza
il nostro permesso! – aggiunse lei
In
circostanze normali, la parlantina di Colin li
avrebbe senz’altro aiutati un poco, ma visto che il biondo Gryffindor
in quel momento sembrava affetto da un mutismo mai conosciuto, la condizione
dei tre giornalisti peggiorava di minuto in minuto.
Lavanda,
che aveva continuato a scrivere, poteva esporre la sua opera che sarebbe
senz’altro stata accolta da qualche ditta di produzione di filo spinato visti
quanti picchi appuntiti e tremanti erano bellamente esposti.
Dennis, seppur terrorizzato all’idea che l’argento facesse reazione
con l’ossigeno e rovinasse il materiale dell’archivio, non ebbe il coraggio di
chinarsi per limitare i danni, soprattutto dopo che un’occhiata della Granger
l’aveva inchiodato alla parete terrorizzato quanto un bambino.
-
E’
stata una risoluzione del Comitato Studentesco – si affrettò a dire Colin
-
Ma voi
avete scritto il pezzo rendendola pubblica – aggiunse la riccia severamente
-
Dovete
parlare con loro… - continuò Canon
-
Il
vostro club sta creando notevoli disagi alla scuola – annunciò sottovoce il
biondastro stringendo una mano sulla spalla del poveretto; la faccia
solitamente allegra del ragazzo mutò in una smorfia di dolore mentre questi
stringeva i denti nel vano tentativo di non urlare.
-
Prima
di pubblicare simili cose – intervenne la gifoncina –
dovete chiedere il permesso, vi è mai passato per l’anticamera del cervello che
io e questo sottospecie di furetto non abbiamo alcuna intenzione di collaborare
ad un simile progetto?! – terminò in un crescendo di voce che istupidì Lavanda
-
Ma è
per la beneficenza… - protestò Dennis
-
Beneficenza
un corno! – gridò Malfoy
-
Non
abbiamo nessuna intenzione di assecondare quest’idea e siete stati insultanti a
pubblicare una cosa simile senza prima chiedere conferma
-
Ma noi…
- incominciò uno dei due
-
Pretendiamo
delle scuse e la smentita della notizia sul prossimo numero del giornalino
-
Ma è
impossibile! Il Comitato ci ucciderà! – quasi strillò il maggiore dei due
grifoni
-
Me ne
sbatto del Comitato – fu il poco garbato commento della serpe
-
Ma non
possiamo, per le smentite occorre l’autorizzazione della vicepreside – tentò
ancora di calmarli Colin, peccato che la cosa
ottenesse l’effetto contrario
-
Non
credo che la McGranitt si opporrebbe all’idea, se
gliela proponessimo
-
Ma…
-
Un
accidente! Non avete neppure una vaga impressione di quante catastrofi state
combinando! Come vi siete permessi anche solo di pensare ad una simile cosa, ad
una simile eventualità!
-
Ci
sembrava una buona idea… la beneficenza è un’opera buona… - s’intromise
Lavanda, subito zittita da due occhiate impermalite
-
Che
schifo! – gridò il biondastro – io e questa sottospecie di megera!
-
Io e
questa serpe altezzosa! – urlarono in coro i due e i giornalisti capirono di
averla combinata grossa, molto grossa
I
Caposcuola si guardarono rripilanti l’un l’altro, si
poteva quasi dire che quello sguardo di disgusto che si erano rivolti fosse un
segno di affinità visto con quanto animo riuscivano a detestarsi e insultarsi.
-
Non
sono affatto disposta a baciare questa vipera malefica solo perché il Comitato
Studentesco non sa più che saltimbanco assumere – sbuffò lei strattonando Colin per il colletto della camicia
-
Consideralo
un onore baciare me! – gridò lui all’indirizzo della studentessa
-
Me ne
lavo le mani dell’onore che mi fai – sbottò collerica – preferisco un
dannatissimo rospo
-
Mi
sembra una buona idea, perché non le fate baciare il rospo di Paciock? – propose lil biondastro
-
Sì,
sono d’accordo, fa meno schifo
-
E non
ti credere che a me tutta ‘sta storia faccia piacere, sai mezzosangue? – disse
lui
-
Mai
detto nulla di simile – gli assicurò con trasporto lei
-
Vedete
di trovare un’altra attrazione, mi rifiuto di baciare questo essere inferiore!
-
Modera
i termini, Furetto, essere inferiore lo vai a dire ai tuoi tirapiedi!
Colin guardò quella scena come se si stesse per scatenare il famoso
ciclone distruttivo su cui i babbani si erano tanto
accaniti con film catastrofici.
E
la parte peggiore era che quei due erano anche molto vicini ad una fotografia
che, forse, non avrebbero dovuto vedere, alias il ciclone distruttivo.
-
E tu
non devi… - cominciò di nuovo Hermione, l’indice puntato in aria ad indicare il
petto del furetto, lo sguardo terribilmente alterato, l’altra mano sul fianco
che stringeva la bacchetta come se, per quell’impiego non servisse.
Si
fermò un istante, no doveva essersi sbagliata…
Interruppe
momentaneamente la comunicazione tra lei e lo Slytherin
concentrandosi sull’immagine dietro le spalle di lui, sbatté gli occhi un paio
di volte.
Stupito
da quel silenzio improvviso e dall’attenzione di lei spostatasi da un’altra
parte, si voltò anche lui a guardare: doveva essere qualcosa di particolarmente
grave o esclusivo per distogliere lo sguardo di lei da una conversazione così
incalzante.
Gli
occhi argentati di lui fissarono la fotografia animata, cazzo,
ma quelli erano proprio loro due!
Lanciò
un’occhiata arrabbiata alla Granger che non si premurò neppure di ricambiare,
ma lo guardò sconvolta e sconcertata.
L’immagine
appesa su una lavagna di sughero sopra il banco era una banalissima fotografia
scattata con la macchina di Canon e ritraeva Hermione
e Draco durante una delle tante pause pranzo. In quella particolare
inquadratura, però, sembrava quasi che si stessero lanciando occhiatine dolci
da una parte all’altra del tavolo dove erano seduti.
-
Che
diamine sarebbe questa roba?! – sbraitò furioso Malfoy mentre la mano destra si
chiudeva sempre più sul collo del biondino del Grifondoro
che cominciò ad assumere una colorazione tendente al verde mela per poi passare
al viola
Hermione
si arrabbiò ancora più di quanto fosse e la punta della bacchetta prese una tinta
fiammeggiante decisamente pericolosa
-
E’ solo
una fotografia – disse Colin cercando di respirare,
sfortunatamente con la mano di Malfoy stretta intorno al collo era qualcosa di
assai difficile, la bacchetta della sua amica puntata alla gola, poi gli faceva
ancora più paura perché niente è pericoloso quanto una persona calma che si
arrabbia ed Hermione era solitamente una persona molto tranquilla, quindi si
dovevano temere i momenti in cui perdeva decisamente il controllo.
-
Fotografia
un accidente! – grugnì ancora il cercatore verde-argento stringendo di più la
presa
-
Voglio
sapere che diamine è! – gridò lei
-
Noi non
ci siamo mai guardati in quel modo!
-
Ridicolo,
non farei mai una cosa del genere!
-
Mi
viene il voltastomaco solo a pensarci – brontolò lui
-
Scusati!
– disse Hermione al giornalista
-
Scusati!
– ripeté Malferret – e smentisci immediatamente
quella stronzata sulla prima pagina della Gazzetta di
stramani
-
Ma ho
bisogno della McGranitt per quello – gli fece notare
il maggiore dei due fratelli
-
Allora
avrai
Massaggiandosi
il collo e il fondoschiena dolorante, Colin si
affrettò a seguire i due compagni che procedevano spediti lungo i meandri della
scuola dandogli più di due metri di distacco e continuando a borbottare di
assurdità e di stupidità.
Fece
per allungare il passo e raggiungerli quando percepì un rumore strano provenire
poco più avanti e non ebbe neppure il tempo di avvicinarsi per controllare che
una violenta esplosione investì il corridoio mandandolo a gambe all’aria e
colpendo in pieno i due Caposcuola che camminavano precedendolo.
Tossendo
il fumo che gli riempiva i polmoni, il biondo si rammaricò di non avere con se
la fedele macchina fotografica, ma si precipitò comunque in avanti per
controllare gli altri due.
Quando
la nube finalmente si dissolse, riconobbe, stesi a terra, i corpi dei due,
anneriti dal fumo, i vestiti leggermente strappati dall’energia che si era
sprigionata.
Di
che si trattava?
Che
cosa era stato?
Aveva
sentito solamente un rumore che non era riuscito ad identificare e la bomba, o
ciò che era stato, era esplosa, colpendo i due e scaraventandoli venti metri
più avanti con la sua forza d’urto.
Si
inginocchiò al fianco della sua amica e le tastò il polso velocemente,
preoccupato e molto, molto tremante, sfortunatamente, però, non riuscì a
percepire il battito cardiaco; più angosciato che mai, raccolse le forze e
corse lungo il corridoio alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarlo.
In
fondo all’androne stava arrivando proprio la McGranitt
seguita da Piton e da Vitius
che avevano sentito lo scoppio mentre erano a correggere i compiti nei loro
uffici.
-
Professoressa!
– urlò all’indirizzo della vicepreside che, preoccupata, si affrettò verso di
lui.
Che
cosa era accaduto?
Come
stavano Draco ed Hermione?
* * *
Spazio autrice: la domanda esistenziale del giorno è “cosa
si scrive in questo spazio per il primo capitolo della storia?” la volta scorsa
avevo la scusante di essere una novellina delle cose di questo genere e quindi
qualunque cosa avessi messo sarebbe andata bene perché non avevo pratica, ma
adesso?
Sono
a corto di ispirazione per queste cose, la sto spendendo tutta per scrivere i
prossimi capitoli quindi sto vivendo effettivamente su un altro pianeta, boh, non ne ho proprio idea, ripeto che sarei molto felice
che anche questa storia vi piacesse, aspetterò con ansia!
Ciao
e a presto!
Nyssa
PS:
per quietare tutti gli appassionati delle Relazioni che mi hanno chiesto chi
fosse il maniaco di Cho Chang,
immaginando il temperamento della poveretta e le persone di Hogwarts,
posso dire che probabilmente lei si è spaventata da sola… magari ha visto la
figura di Lavanda che gironzolava per il corridoio e l’ha scambiato per un
maniaco…