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Autore: shesbroken    21/06/2013    2 recensioni
«Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente,
prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più
importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.»
Cap. 30
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 28
I'll go wherever you will go.



Mancava un giorno. Un solo giorno al momento più importante della mia vita. Erano le sette di sera quando il campanello suonò. Avevo deciso di festeggiare il mio addio al nubilato assieme alle mie migliori amiche e a Gemma, e non mi stupii per niente quando la ragazza mi saltò al collo, iniziando a stritolarmi tra le sue braccia. Ero felice di sapere che ormai la famiglia Styles mi aveva accettato. Non chiedevo altro. «Il grande giorno è alle porte.» Mi disse, non appena sciolse la presa, facendomi sorridere dolcemente, mentre Harry si avvicinava per salutare la sorella, emozionata quasi quanto lui. «E tu sei già arrivata a far casino.» Disse accogliendo tra le sue braccia la ragazza, che subito dopo gli tirò una sberla sul braccio. «Tranquillo, adesso scappo con la tua futura sposa.» Disse prendendolo in giro, mentre lui si parava dietro di me, abbracciandomi per un momento. «Ti dispiace lasciarci soli due minuti?» Gli chiese senza garbo, prima che la ragazza tornasse alla macchina, dicendomi che mi avrebbe aspettato lì. «Non sei stato per niente gentile.» Dissi voltandomi verso Harry, che accennò una risata, difronte al mio sguardo scettico. Sapeva benissimo che non mi piaceva quando si comportava così con sua sorella, anche se sapevo che per lui era solo un gioco. Teneva veramente molto a Gemma. «Mi mancherai in queste ore.» Mi disse appoggiando per un momento la sua fronte sulla mia, facendomi sorridere dolcemente, prima che posassi le mie mani sul suo volto. «Pensa che domani sarò tua moglie.» Gli sussurrai prima di stampargli un bacio sulle labbra, mentre lui mi attraeva ulteriormente a se. Io, lui e Mia saremmo diventati a tutti gli effetti una famiglia. «Sarai quella vestita di bianco?» Mi chiese aspettandosi la fatidica risposta. Di certo io non ero una ragazza tradizionale. «Sarò quella che ti guarderà come mai nessun'altra aveva fatto.» Dissi facendolo sorridere dolcemente, prima che iniziasse a baciarmi, sempre più dolcemente. Avrei rersistito una notte intera senza le sue labbra?
«E' la tua ultima notte da donna libera. Non farti problemi.» Mi ulrò all'orecchio Chloe, non appena ebbi finito di bere l'ennessimo bicchiere di vodka. La stava si stava riempiendo di ragazze pronte a festeggiare con me, e alcune di loro nemmeno sapevo chi fossero. C'erano amiche di vecchia data, conoscenti, cugine e amiche di Chloe e Dana. Non mancava di certo la compagnia. «Domani mi devo sposare. Non voglio vomitare sull'altare.» Fortunatamente per quella sera Mia sarebbe rimasta a casa di mia madre. L'ultima cosa che volevo era farle del male. Quando ero ubriaca non ero consapevole delle mie azioni. «Oh andiamo, ti aiuteremo noi a rimetterti.» Disse abbracciando Dana, rischiando per un momento di cadere. Chloe ormai era a ko. «Bevi Vic!» Urlò invece la mora, porgendomi l'ennesimo bicchiere che buttassi giù in un solo sorso, scatenando il delirio generale. «Ora come premio, abbiamo qualcosa per te brava bambina.» Disse improvvisamente Chloe, trascinandomi al centro del salone, mentre le note di "I Could Be The One" mi rieccheggiavano in testa. «Siedeti e goditi lo spettacolo.» Disse Dana, sbattendomi su una sedia, prima di allontanarsi da me, come del resto anche le altre ragazze. Potevo immaginare cosa sarebbe successo da quel momento. Dalle scale iniziò a scendere un ragazzo in giacca e cravatta, che non appena iniziò ad avvicinarsi a me, iniziò a spogliarsi, scatenando le urle di tutte le ragazze già ubriache fradice. Io d'altro canto mi coprì per un momento il volto, cercando invano di non ridere. Dovevo aspettarmelo. «Andiamo Vic, dacci dentro.» Disse Gemma, facendomi avvicinare al ragazzo, che mostrò subito il suo migliore sorriso non appena mi parai difronte a lui. Lo spettacolo poteva avere inizio.
Ero decisamente ubriaca persa non appena arrivai a casa di Dana, e lo stesso valeva per Chloe. Sembrava di essere tornate ai vecchi tempi, quando io e la bionda di riducevamo a uno straccio e lei cercava di non fare brutte figure. «Voglio rimanere qui. A guardare le stelle.» Dissi senza smetterla di ridere, buttandomi per terra, nel giardino sul retro. Senza pensarci due volte, Chloe fece lo stesso, mentre Dana ci osservava disperata. Fortunatamente i suoi genitori ci avevano lasciato la casa libera per quella sera. «Io voglio una macchina del tempo.» Disse Chloe, mentre Dana si sedeva accanto a noi, osservandoci divertita. Almeno facevamo ridire. «Ti ricordi quella sera quando hai scambiato un ragazzo per Michael.» Dissi continuando a sorridere come un'idiota, facendo scoppiare a ridere la ragazza che si voltò verso di me. «Ehi non gli è dispiaciuto quell'abbraccio.» Disse, mentre io ripensavo ai nostri momenti migliori. Ne avevamo fatte di pazzie, eppure eravamo lì, più forti di prima. Ancora più unite. «Oppure quando da bambine abbiamo buttato tutti i trucchi di tua madre.» Disse Dana, unendosi alla discussione, sdraiandosi insieme a noi sul prato. La madre di Chloe quel giorno aveva dato di matto. «Non mi è mai piaciuta truccata.» Disse in sua difesa, prima che tutte e tre scoppiassimo a ridere, mentre insieme continuevamo ad osservare le stelle in cielo. Tutto era perfetto, tanto che mi chiesi se quella felicità sarebbe durata negli anni. Se avremmo ancora avuto momenti magici come quelli. «Ricordate ancora quella sera?» Chiesi ripensando alla prima volta che avevo visto Harry. Col tempo ero riuscita a ricordare ogni singolo suo gesto. Quando mi aveva portato fuori dal locale chiedendomi se stessi bene, quando avevo sentito per la prima volta il suo nome in lontananza. «Eri ubriaca persa.» Disse seria Chloe, prima di scoppiare a ridere. Era assurdo come le cose non fossero cambiate di una virgola. «Promettetemi che staremo sempre insieme.» Disse la ragazza chiudendo per un momento gli occhi, dopo aver stretto le nostre mani con le sue. «Non c'è bisogno di dirlo.» Disse Dana, probabilmente sorridendo, mentre io facevo lo stesso. «Siamo sorelle.» Sussurrai a mia volta semplicemente, prima di chiudere a mia volta gli occhi. Non avevamo nulla di cui preoccuparci.
Avevo freddo e subito pensai che la colpa fosse di Dana che si era dimenticata di chiudere la finestra della sua camera la sera precedente, ma non appena aprii gli occhi, rimasi a bocca aperta. Chloe aveva la testa appoggiata sul mio petto, Dana stava abbraciando la bionda e insieme, senza neanche accorgercene, ci eravamo addormentate nel giardino sul retro. «Merda.» Riuscii semplicemente a dire, prima di guardare l'orologio da polso di Chloe. Mancavano solo quattro ore al matrimonio. «E' tardissimo!» Dissi alzandomi immediatamente dal suolo, per andare a recuperare le scarpe che avevo deliberatamente lanciato al di la di un albero, svegliando brusamente le due ragazze che fino a quel momento avevano continuato a dormire beate. «Ehi che succede?» Chiese in un sussurro Chloe, osservandomi confusa mentre io continuavo la disperata ricerca della mia borsetta. «Credo sia ora di prepararsi. La borsa è dietro di te Vic.» Disse Dana, stiracchiandosi con non chalance, prima che io mi voltassi di scatto. Dovevo ancora raggiungere la casa di mia madre, vestirmi, truccarmi e sistemari i capelli. Tutto questo in meno di quattro ore. Era una lotta contro il tempo. «Andiamo, guido io.» Disse subito Dana ancora mezza addormentata, seguita da me e Chloe che riusciva a stento a stare in piedi. Fu un sollievo arrivare a casa in soli quindici minuti. «Victoria ti aspettavamo qua un'ora fa.» Mi disse mia madre non appena mi vide varcare la soglia di casa, prima che Gemma tirasse un respiro di sollievo, interrompendo per un momento la conversazione con Anne. «Pensavamo che avessi cambiato idea.» Disse correndo ad abbracciarmi, prima di trascinarmi nella camera di mia madre, non lasciandomi nemmeno il tempo di salutare Mia. Ero terribilmente in ritardo, così, non appena fui nella camera, mi feci aiutare da Gemma e mia madre a mettermi l'abito che avevo scelto insieme ai miei genitori, mentre Anne si occupava della mia bambina. Mi venne un colpo al cuore quando vidi mio fratello varcare la soglia della camera. Sembrava un vero ometto con quello smoking nero. «Secondo me non ti entrerà mai quell'abito. Ultimamente sei ingrassata.» Disse cercando di sdrammatizzare la situazione, ottenendo però l'effetto contrario. «William non sei divertente.» Dissi prima di tirare un sospiro di sollievo, non appena mi vidi con addosso il mio abito da sposa. Gemma rimase per un momento a fissarmi sorridendo, e lo stesso fu per mio fratello e mia madre. «Sei un incanto.» Disse semplicemente la ragazza, prima che la parrucchiera varcasse la soglia della stanza. La mia metamorfosi poteva avere inizio.
Non appena la ragazza ebbe finito, aspettai un attimo a far entrare le ragazze nella stanza. Per un momento rimasi a fissare l'immagine riflessa allo specchio. Perfetta nella sua imperfezione. I capelli neri ricadevano morbidi lungo il seno e il trucco appena accennato mi faceva sembrare una vera e propria bambola di porcellana. Il velo non era nulla di eccezzionale, ma d'altro canto, i fiori bianchi che mi facevano da corona mi davano un'aria innocente, dolce. Proprio quello che desideravo. «Vic ci..» Disse mia madre, bloccandosi sulla soglia della camera, non appena mi voltai verso di lei, con gli occhi ormai lucidi. Riuscivo a leggere lo stupore nel suo sguardo. «Sono così brutta?» Chiesi accennando una risata, mentre la donna si avvicinava lentamente a me, prima che io l'accogliessi tra le mie braccia. Avrei voluto fermare quel momento. «Rimarrai per sempre la mia bambina, ricordalo.» Mi disse semplicemente con la voce rotta dal pianto, prima che nella stanza irrumpesse mio padre, che mi sorrise subito soddisfatto. «Piccola, tu mi stupisci sempre.» Mi disse avvicinandosi a me, prima di baciarmi la fronte, come era solito fare quando ero solo una bambina. Quando per me era l'unico uomo che avessi mai amato. «Vi lascio soli.» Disse mia madre asciugandosi le lacrime, prima di abbandonare la stanza, lasciando che potessi parlare tranquillamente con mio padre. Era tutto così strano. «Quindi è vero, sposerai davvero quel ragazzo.» Mi disse sedendosi sul letto, prima che io mi mettessi accanto a lui, iniziando a guardarlo comprensiva. Per lui era sempre stato difficile dirmi addio. «Harry è quello giusto.» Dissi per poi ricordarmi di tutte le conversazioni che avevo avuto con mio padre, riguardo a Styles. Era sempre stato geloso di me. «Voglio che tu sia felice Victoria, e spero vivamente che quel ragazzo non commetta il mio stesso errore. Non meritavi di essere abbandonata, sono stato uno stupido a pensare che lasciare te e tuo fratello sarebbe stata la scelta migliore.» Disse iniziando a torturarsi le mani, prima che io appoggiassi il volto sulla sua spalla. «Tu volevi solo il meglio per noi.» Dissi semplicemente, prima che mio padre mi accogliesse tra le sue braccia, facendomi finalmente sentire al sicuro, protetta. Sarei rimasta per sempre la sua bambina.

Vic Bride
   
 
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