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Autore: bruciato    21/06/2013    1 recensioni
Anime Oscure è un opera in corso di scrittura di genere Low Fantasy.
Ambientata nel regno di Landor,segue le vicende dei maggiori esponenti di quest'ultimo,dal Re ai Cavalieri Neri, suo protettori, includendo nobili e popolani. Giochi, guerre, intrighi e complotti si alternano nella Città Illuminata, dove siede il giovane Re Vaan Destiryon.
Cyrith, regno da sempre nemico di Landor, si muove a Est, mentre da Nord arriva Cesar Brambe, figlio del Re ucciso e spodestato da Lance Destiryon, padre di Vaan.
Dalla Linea Stricta, a Sud, arrivano voci preoccupanti sul ritorno dei non-morti. Non molti credono al ritorno di quei traditori del reame, considerando la loro stessa esistenza leggendaria.
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Dai Logan, ridammi il cavallo!» diceva Seth con insistenza mentre si avvicinava a suo fratello.

«Zitto idiota!» Rispose l’altro.

«A te hanno dato il cavallo di legno e a me un vestito rosso di merda per questa festa di Larse, abbiamo fatto cambio!» aggiunse strafottente. Che stronzo.

«Non è vero! Bugiardo!»

Seth si infuriò. Logan aveva appena preso il giocattolo senza nemmeno chiedergli il permesso. La cosa non era nuova; Logan spesso sottometteva il fratello con la forza, forte del suo titolo di erede. Già a 10 anni, Seth iniziava a intuire che razza di bastardo sarebbe diventato suo fratello maggiore.

«Adesso tu ti metti seduto e resterai zitto! Altrimenti quando diventerò il Lord dei Zaffiri farò impiccare!» lo ammonì serio Logan. Seth scoppiò a piangere e si mise in un angolo a singhiozzare, mentre suo fratello continuava ad ammirare e ad elogiare il cavallo.

 

Il sogno, o meglio, un ricordo sognato, svanì come era iniziato, facendo svegliare il Cavaliere Nero di scatto.

Era fradicio di sudore. Si alzò dal letto e andò nel suo bagno a raffreddarsi. Il solito brutto sogno. Ne faceva molti da quando aveva appreso la notizia dell’arrivo della sua famiglia al completo.

D’altronde non aveva mai rivisto la sua famiglia da quando era stato investito Cavaliere Nero e solo sua madre Alissa gli scriveva, a volte.

Sua madre era l’unica persona della sua famiglia a cui volesse bene; gli altri, suo padre compreso, erano sempre stati dei falsi con lui.

Si mise la sua armatura nera e si avviò verso le mura. Oggi non era giorno di udienze e quindi ai Neri venivano date più o meno le stesse mansioni delle altre guardie cittadine di stanza alla fortezza. Sorvegliare il perimetro, controllare il cortile, fare la guardia a un portone della fortezza e così via. Salì i gradini che portavano alla sommità delle mura, salutò due o tre guardie di sua conoscenza e si mise con lo scudo e la spada a sorvegliare la città. Una sferzata di vento gelido lo fece rabbrividire, e iniziò a camminare sul perimetro delle mura ciclopiche. La folla sembrava solo un ammasso di puntini, le case dei piccoli quadrati. La fortezza si stagliava sulle altissime rocce della Città, formando una specie di acropoli.

Bisognava ammettere a questo punto che la capitale del regno di Landor era uno spettacolo veramente immenso, che quasi arrivava fin dove l’occhio poteva vedere da lassù. Imponenti mura la circondavano, era una meraviglia di architettura e di organizzazione dello spazio. Non era opera di uomini, pensò Seth in quel momento. Gli si avvicinò una delle guardie, che camminava verso il lato opposto. Seth aveva già scambiato in precedenza due chiacchiere con quell'uomo, ma faticava a ricordarsene il nome.

« Allora, Uomo di Ghiaccio.» gli si rivolse la vedetta «Ci sono belle notizie?»

«Non proprio…» disse a bassa voce Seth. «La mia famiglia sta per arrivare al completo tra pochi giorni.»

«E non dovresti essere contento?» esclamò l'uomo. «Da quant’è che non li vedi, due? Tre anni?»

« Si,sono tre anni. Non voglio vederli, ho solo brutti ricordi di loro.» Disse quasi sussurrando il Cavaliere Nero.

«Allora…forse non sei l’Uomo di Ghiaccio che tutti dicono...anche tu hai dei sentimenti.» rispose quello, allontanandosi e riprendendo il suo giro. Seth non sapeva perché disse quelle cose a una persona quasi sconosciuta che non era nemmeno lontanamente sua amica, ma forse aveva solo bisogno di sfogarsi.

Non ne aveva parlato con Arathon, tantomeno a Gwen. Gli unici forse a sapere che dietro al suo soprannome c’era una persona totalmente normale.

E’ solo un soprannome. Tutti hanno dei sentimenti. Buoni o cattivi, li hanno tutti.” Cercò di ripetersi Seth, dentro di sé.

Dopo una buona mezz’ora era al portone Reale, a sorvegliarlo. Fu allora che vide la folla in fondo alla via aprirsi all’improvviso; da essa sgorgarono due cavalli bianchi montati dai Cavalieri d’Argento, guardie personali degli Allister. Corrispondevano più o meno a cos’erano i Cavalieri Neri per il Re. Le loro armature erano scintillanti, a dir poco fantastiche. Il Bianco era davvero superiore al Nero, come si cantava nelle canzoni Allister? Si diceva che fossero i campioni di virtù che ogni regnante desiderava. Anche Antony Allister lo era stato, salvo poi ritirarsi dall'incarico qualche mese dopo. Forse la castità pre-matrimoniale non faceva per lui.

Gwen aveva sempre descritto la sua famiglia come delle persone molto semplici, nonostante il rango; e con molti anni di onore alle spalle.

A volte sperava di essere nato Allister, in seguito ai racconti della sua amica. Almeno su di loro non circolavano le brutte voci che impregnavano i Lunac da anni.

Dopo i due Bianchi venne la scorta vera e propria, un mare di uomini, e il carro della famiglia. Vi era un destriero nero al loro fianco, cavalcato da un ragazzo biondo. Non c’era dubbio, doveva essere Antony. Gli argentati si avvicinarono alla porta.

«Chi comanda qui?» chiese uno. Seth fece un passo avanti. I due chinarono il capo, in segno di rispetto del Nero.

« Vi aspettavamo, Allister.» rispose Seth. «Aprite il cancello! Annunciate gli Allister a Re Vaan!» urlò poi agli uomini sopra di lui. I due valicarono il portone e si avviarono dentro la fortezza. La colonna si rimise in moto, producendo un gran rumore. Sembrava un intero esercito sul piede di guerra. Una volta passata la sfilza di spadaccini e cavalieri, Seth vide finalmente il carro di Lord e Lady Allister. Era praticamente una casa mobile, ma Alexandra Allister era famosa per la sua ossessione verso il lusso. Dai finestrini abbassati vide prima Gregor Allister, con la faccia scavata, forse prostrato per il viaggio, e i capelli grigio-oro. Poi, seduta davanti a lui, sua moglie Alexandra, che da quanto poté vedere era una Gwen più avanti con gli anni. Il carro si avviò verso gli alloggi della fortezza, con gli Allister pronti a ricevere tutti gli onori. Vi erano anche carri più piccoli, forse altri Allister.

Antony non degnava nessuno di uno sguardo, e stava fiero e impettito in sella al suo cavallo, guardando davanti a sé. Sembrava un tipo che si dava molte arie. Forse troppe arie. Erano molti i nobili che lo facevano.

Quando finì il suo turno, Seth era più ansioso di quando si era svegliato. Temeva, una mattina, di vedere il carro dei Lunac avanzare; di vedere suo fratello Logan in sella al suo destriero da guerra e con la sua cicatrice, di vedere suo padre ignorare Seth e chiacchierare sempre con Logan.

Decise di darsi da fare per sapere almeno la data del loro arrivo. Si recò subito da Mason Curter, il Supremo Saggio del Reame di Landor, per chiedergli informazioni. Lui sapeva sempre tutto, e aveva una specie di rete di spie al suo servizio, questo era noto a molti.

Bussò alle sue porte, e attese risposta fin quando una voce maschile lo invitò a entrare. Mason vestiva tunica grigio-perla e stava armeggiando con una spada sul bancone davanti alla finestra. L’arredamento era molto povero, quasi asettico. Gli si rivolse lui per primo, quando notò chi fosse entrato.

«Buongiorno ser Lunac. Mi scusi se non mi posso voltare, ma sto esaminando questa fantastica spada proveniente dalla Città Nevosa...il suo taglio è veramente notevole»

Il saggio sembrava molto preso da quella lama. Ma come poteva non esserlo? Nella Città Nevosa si producevano due cose. Birra e spade. Ed erano entrambe ottime.

«Non si preoccupi Maestro.» Ribatté l’Uomo di Ghiaccio.

«Devo ammettere che si vocifera molto sulla bravura dei fabbri della Città Nevosa. Ma con tutto quel ferro, e il confine a due passi..Il minimo è che sappiano fabbricare spade..» Seth si avvicinò incuriosito.«Posso provarla?»

Il saggio gliela porse con estrema cautela, poi Seth la iniziò a roteare, provò qualche affondo, qualche taglio e gliela ridiede, confermandogli che era una spada veramente fantastica.

«...comunque sono qui per un altro motivo. Sappiamo entrambi che la mia famiglia sta venendo al completo qui, vero?»

«Certo.» Rispose Mason.

«Ebbene, sappiamo entrambi anche che lei ha molti…informatori, per così dire, vero?»

Il maestro annuì in silenzio, quasi infastidito, e gli chiese di chiudere la porta. Seth eseguì, un po' scocciato, e poi riprese.

«Le hanno riferito qualcosa sulla mia famiglia? Dove sono? Quando arriveranno qui?»

«Sire..» bisbigliò il Supremo Saggio. «Non sono Larse, non posso dirle a quale ora arriveranno i suoi familiari. L’unica cosa che so è che i Price e i Beckett sono a pochi giorni di viaggio, mentre i Lunac hanno passato i cancelli Sambor giorni or sono. Penso che anche loro, tra due o tre giorni, arriveranno a Lightburg.»

Un’ombra calò sul viso del Cavaliere. Tre giorni? Troppo presto. Troppo poco tempo per prepararsi psicologicamente al loro arrivo. «Ma se posso, mio signore, perché questa domanda? Non le scrivono suoi familiari?»

Ormai sovrapensiero, Seth rispose con freddezza.

«Certo che mi scrivono, vecchio. E’ solo che ho fretta di rivederli. La ringrazio mastro Curter. Arrivederci.» Era tornato l’Uomo di Ghiaccio. In fondo c’erano due persone dentro di lui, Uomo di Ghiaccio e Seth. Freddo e caldo. Assenza di sentimenti contro insicurezza e paura. Quale cosa era peggio?

Quando tornò nelle sue stanze, prima di cena, gli balenò l’idea di comprare una spada nuova. La perfezione di quella di Mason lo aveva stregato. La spada di Seth veniva dalla guerra, ed era effettivamente malridotta. L'elsa era consumata, la lama ormai tutt'altro che affilata. Un occhio molto attento e forgiato da mille battaglie come quello di suo padre, o peggio, come quello di Logan, avrebbe notato facilmente che la sua lama era trascurata e poco pronta alla battaglia. Voleva evitare ogni tipo di critica, così fece chiamare dai suoi servi un manipolo di uomini per scortarlo in città; voleva trovare una spada degna di questo nome.

Erano una ventina di cavalieri, tutti di nobili natali. Per qualche vassallo minore era già un traguardo avere i figli alla corte del Re. Si trovavano davanti al portone, unico accesso all'Acropoli. Il cavallo di Seth era lì ad attenderlo.

«Sire, dobbiamo andare da qualche parte in particolare?» chiese Kevin Arcadia. Gli Arcadia erano vassalli degli Allister da tempi immemori, ma dopo la rivolta dei Baroni gli Arcadia si erano ritrovati con le stesse quantità di terre e soldati.

Può un aquila sottostare a una singola ala? Questo si era “chiesto”, davanti a tutti, Waymar Arcadia dopo le spartizioni. Voleva di più per la sua famiglia, voleva che si liberassero dal vassallaggio. Era evidente che la situazione tra le due famiglie era più che tesa. Non solo sul piano militare, ma anche e soprattutto su quello sessuale. Era da un bel po' che Gwen e Amber erano a corte, a cercare di convincere il Re a sposarle. «Ci rechiamo dal fabbro più rinomato della città, Xaos.» rispose Seth. «Qualcuno di voi ha mai acquistato da lui?» chiese poi.

«Io, sire. Ottima scelta, se mi permette.» rispose Jon Himme, figlio di Victor Himme, vassallo dei Lunac. Seth aveva un conto in sospeso con suo fratello Ramsey. «E' sicuramente il migliore del regno.» Aggiunse Kevin.

Girò così assieme alla sua guardia personale per una buona mezz’ora prima di riuscire a sbaragliare la folla che chiedeva denaro e ad arrivare dal fabbro più bravo (e costoso ) della città. Smontò da cavallo assieme ad altri due armati e si avvicinò al negozio del vecchio fabbro. Era una struttura prevalentemente in legno. Dava un’idea di povertà fuori, ma di sicuro non dentro. Seth grondava di sudore. Perché si era messo la sua armatura nera? Non poteva mettersi qualcosa di più leggero? Il sole batteva come un martello impietoso, e Seth era fradicio. Se al posto della bottega ci fosse stato un lago, Seth avrebbe preferito volentieri quello all'occhio critico di Logan.

Lì dentro vi erano spade, daghe, stiletti e asce ovunque. Di ferro, d’argento, anche alcune di marmo o argento per collezionisti. Era un monolocale molto grande con due piccole stanze affiancate sulla destra. Probabilmente il letto e il bagno del vecchio fabbro. Non appena vide l'armatura nera e la scorta fuori dal suo locale questo cambiò totalmente sguardo, e si avvicinò con un sorriso a sessantaquattro denti verso Seth. Era un anziano signore di colore, grasso e con un collo enorme. Lì dentro faceva più caldo che fuori, e il fabbro sembrava accusarlo. Seth se ne accorse dall'odore che Xaos emanava. Non proprio rose.

«Salve mastro Xaos.» esordì Seth.

«Buongiorno mio signore! Voi siete Seth, il Nero, vero? Non ho mai avuto il piacere di incontrarvi di persona! Ho incontrato i vostri nobili pari, ma mai voi! E' un onore accogliervi nella mia umile bottega!» e tese la mano verso Seth.

L'Uomo di Ghiaccio non la strinse; era più bagnata quella che la vagina di una prostituta.

«Sono qui per vedere la miglior spada che avete.» fece il Nero. «Possibilmente che sia forgiata con il ferro della Città Nevosa.» aggiunse.

Il maestro acconsentì e lo portò a vedere gli spadoni forgiati e affilatissimi. Troppo pesanti per lui; non era Arathon e non ne possedeva neanche lontanamente la forza. Di spade ve n’erano moltissime, uno scaffale quasi sterminato, con dei vuoti qua e là di spade comprate da qualcun altro. Seth gli chiese quali fossero quelle con cui era stato usato il Ferro della Neve. Gliene indicò due: una lucente, affilata, bellissima, pomello d’oro. L’altra più grigiastra, con un pomello molto caratteristico su cui vi era il segno di un occhio aperto stilizzato a basso rilievo. Le provò entrambe. L’impugnatura era ottima, non c’era scivolamento ed erano perfettamente bilanciate. Ma intuì che c’era qualcosa di strano nella seconda. Qualcosa non andava. Il vecchio probabilmente lo notò dallo sguardo di Seth e fece una precisazione, o meglio, una confessione.

« Mio signore, devo essere sincero con lei.» confessò il vecchio. «Occhio Famelico non è stata forgiata da me. Mi è stata venduta da un mercante del Sud, che mi disse anche il nome della spada, per molte monete d’argento. Gliel’ho dovuto dire, mio signore, perché se ne sarebbe accorto presto anche lei, ne sono sicuro. Il tipo di forgiatura è molto diverso dalla mia. Ma le posso assicurare che il ferro è quello della Città Nevosa, mio Cavaliere.» Seth aveva visto giusto. Gli chiese se c’erano altre spade non sue in bottega, e il fabbro rispose negativamente. Poi Seth prese un gran respiro e disse: «Per la tua saggezza nell’avvertirmi non sarai punito o condannato per frode. Manderò uomini periodicamente e senza avviso a controllare i tipi di forgiatura. Se troveranno altre infrazioni farai il fabbro con un occhio solo o una mano sola, a tua scelta. Stai attento, vecchio. » Uomo di Ghiaccio era tornato fuori. All’improvviso, dirompente come sempre. Dava forza a Seth, si sentiva potente. Si metteva quasi paura da solo; a volte non si riconosceva nemmeno. « Quanto vuoi per..Occhio Famelico?»

Che stupido nome.” disse tra sé e sé Seth.

«Sarebbero trenta monete d’argento mio signore, ma per la vostra grazia ve ne chiedo solo dieci.» Disse il fabbro.

«E sia.» Seth gettò le monete sul bancone.« Prendi.»

Si riunì alla scorta, che aveva aspettato fuori per tutto il tempo.

Mosse su e giù la lama nello spiazzale di fronte alla bottega, si rese conto che era un poco troppo pesante per lui. Poi chiese il parere a Kevin sulla spada appena comprata.

«E’ molto bella e bilanciata mio signore. Forse un pò atipica con quel pomello...ma se avessi potuto, anch’io l’avrei comprata.» rispose l’armato con lancia e scudo di seconda mano. Il Cavaliere Nero lo ringraziò.

Un pensiero veloce, quasi inesistente, passò per la sua mente.

E’ con questa che ti squarterò un giorno, Logan.”



Angolo dello scrittore:
Che dire, ora la storia inizia leggermente a farsi interessante, capiamo bene che i rapporti tra Seth e la sua famiglia non sono proprio rosei.
Siamo ben lontani dal decollo, ma è meglio introdurre per bene i personaggi e la situazione politica prima di far qualcosa di importante.
Alla prossima!

  
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