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Autore: orphan_account    23/06/2013    125 recensioni
Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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N.d.A. Il capitolo non è ancora betato. Quando sarà stato corretto questo messaggio sparirà.

 

Please don't go away,
you're making a mistake,
you and I were meant to be.
You opened up my eyes
and made me realize,
now it's changing everything.
[Don't go away-Buckcherry]

 

POV Taylor:

17 settembre 2:20 (mattino)
Non riuscivo a dormire. Tutte le volte che chiudevo gli occhi, c'era come una forza invisibile ai confini della mia coscienza che mi spronava ad alzarmi da quel letto, a riprendere controllo della mia vita una volta per tutte.
E la ragione non era altro che quella maledetta busta bianca con lo stemma di Cambridge ordinatamente disegnato in cima. Erano passati ben due giorni da quando l'avevo ricevuta, e da allora, dopo essere scesa da quel picco di soddisfazione su cui mi era arrampicata, avevo pensato profondamente a quale fosse la strada giusta da prendere.
Da un lato c'era tutto quello che avevo sempre sognato, il college, la possibilità di ricominciare la mia vita tutta da capo, non dover subire le ripercussioni del tradimento di mia madre e magari anche qualche amico. Dio, volevo andarmene da qua prima che i miei venissero a scoprire esattamente cos'era successo durante la loro assenza, anche se speravo ardentemente che quel momento non arrivasse mai.
Ma dall'altro accettare la borsa di studio significava scappare da tutti i miei problemi, significava che le mie paure non erano scomparse, ma solo messe da parte per poi essere dissotterrate più in avanti. E ciò che più contava era che partire significava abbandonare gli amici che mi ero fatta, un dettaglio che non potevo permettermi di trascurare nelle attuali circostanze.
Se non fosse stato per Zayn e Harry, sarei riuscita a togliermi la vita, ma per quello ancora non sapevo se ringraziarli o dannarli ai dolori più tremendi.
Per di più, non avevo ancora informato mio padre del nuovo sviluppo, non solo perché ne avevo paura, ma anche perché non lo avevo visto negli ultimi giorni se non per pochi istanti, in quei pochi momenti che metteva la testa fuori dal suo studio.
Sospirai, girandomi nel letto per guardare fuori dalla finestra.
Dopo qualche minuto di inutili contorsioni sul materasso, decisi che per quella sera non c'era nulla da fare, non sarei riuscita ad addormentarmi con la marea di pensieri e dubbi che mi affollavano la testa. Stava diventando quasi un'abitudine, quella di non riuscire a prendere sonno.
Scivolai giù dal letto, rabbrividendo quando i miei piedi toccarono le piastrelle gelide del pavimento. Mi avvicinai alla finestra, appoggiando le mani sul vetro per dare sollievo alle mie mani sudaticce.
E poi il mio cuore fece un balzo, perdendo un paio di battiti. Perché là, fuori dalla casa di Hannah, sotto il portico illuminato, stava distesa una figura, da cui saliva una scia sottile di fumo.
Non riuscii nemmeno a domandarmi esattamente cosa stessi facendo, o perché ci fosse Zayn fuori di casa, disteso nell'erba umida, prima che il mio corpo di muovesse automaticamente verso l'armadio per estrarre una felpa pesante e subito dopo scendere le scale con passi felpati, attenta a non far cigolare le scale.
Non avevo idea di cosa stessi cercando di fare, ma il mio istinto mi stava urlando di andare giù da lui, di seguirlo e domandargli per quale ragione fosse lì, se anche lui non riusciva a dormire.
Presi con molta lentezza, attenta a non farle tintinnare tra di loro, le chiavi dal mobiletto di fianco alla porta, uscendo di casa senza pensarci due volte.
Per quanto potesse essere tardi, quella in cui abitavo era una zona residenziale di un certo livello, e a quanto ne sapevo non era mai successo nulla tale da farmi temere di uscire di notte.
Specie non se dovevo semplicemente scavalcare il misero muretto tra casa mia e quella di Hannah, messo lì più per delimitare le due proprietà che per impedire lo sconfinamento.
Mi cacciai immediatamente le mani in tasca contro il freddo gelido delle notti autunnali di Londra, sentendo la pelle d'oca farsi strada su tutto il mio corpo quando una folata particolarmente aggressiva di vento mi accarezzò il viso.
Prima che mi rendessi conto di ciò che mi stava attorno, ero già entrata nel cono di luce proveniente dal lampioncino attaccato a muro di casa Redbird.
Tentennai per un istante, all'improvviso non più sicura di quello che stavo facendo, solo per poi corrugare le sopracciglia alle mie insicurezze e camminare fino a Zayn prima che perdessi coraggio. “Zayn.”
Per nulla turbato dall'improvviso rumore della mia voce nella notte silenziosa, il ragazzo si girò verso di me, tenendo però gli occhi chiusi, il viso adornato da un lievissimo sorriso: “Taylor.”
Si tolse la sigaretta dalla bocca, espirando un'ultima volta prima di gettare il mozzicone a terra, dove si spense lentamente, senza più nulla da bruciare.
Esitai con incertezza, non sapendo come continuare la conversazione, ma poi Zayn si sfilò la giacca in un unico gesto fluido e la stese sul prato.

Vieni, siediti qua con me.”
Mi distesi di fianco a lui, assorbendo il calore che sembrava continuamente emanare dal suo corpo: “Nemmeno tu riesci a dormire?”
Zayn corrugò le sopracciglia, tenendo lo sguardo fisso sulle stelle in cielo, quelle poche visibili dietro la cortina di nuvole all'orizzonte: “No. Stavo pensando.”
Annuii: “Anche io.”
Il silenzio regnò sovrano per quella che mi sembrò un'eternità, prima che Zayn distogliesse gli occhi dalla luna e si girasse a fissarmi negli occhi, incantandomi con i due pozzi profondi che erano le sue iridi.

Ho riflettuto molto su quello che mi hai detto l'ultima volta, sai? Avevi ragione, avevi proprio ragione.” la sua voce era venata da un sottofondo di rimpianto del tutto non giustificato, mentre io cercavo di fare mente locale su quale momento si stesse riferendo, “Mi dispiace per come mi sono comportato l'altro ieri a pranzo, non è stato giusto nei tuoi confronti.”
Io scrollai le spalle, soffocando le immagini di Sarah e Zayn che avevo tentato di obliterare dalla mia memoria, e mormorai: “Sei libero di frequentare chi vuoi, non sarò certo io a fermarti.”
Zayn fece una smorfia: “Facciamo così, Taylor. Io ti faccio una domanda, a cui devi rispondere senza mentire, e in cambio io ti rivelerò qualcosa di uguale importanza su di me.”

Mi sembra a malapena uno scambio equo, ma starò al gioco.”
Tornai a guardare le stelle, proprio nel momento in cui una nuvola copriva lo spicchio di luna ancora visibile: “Ma se non voglio rispondere non lo farò.”
Il mio compagno fece un cenno d'assenso con il capo, l'ombra di un sorriso impressa ancora sul suo volto: “Molto bene. Ti piace davvero Harry?”
Una fitta di emozione indecifrabile mi attorcigliò lo stomaco, ma risposi onestamente, nonostante le guance mi bruciassero per l'imbarazzo di dovermi dichiarare: “No, in realtà mi ha proposto di fingere una relazione per farti ingelosire. Ha funzionato?”
Zayn scoppiò in una risata simile ad un latrato, con un retrogusto di amarezza ben percepibile: “Direi di sì. Adesso tocca a me: anche Sarah è stata una messa in scena per farti ingelosire.”
Il groppo in gola che si formava tutte le volte che sentivo il nome di quell'odiosissima ragazza scomparve senza una traccia, lasciandosi però dietro una scia di preoccupazione: “Lei lo sa? Non mi piace il pensiero che tu stia giocando con i suoi sentimenti in questo modo, non è corretto.”
Improvvisamente Zayn allungò una mano verso il mio volto, facendomi trattenere il fiato, solo per espirare un respiro tremulo quando spostò una ciocca da davanti la mia faccia, tenendo le dita sulla mia guancia più a lungo del necessario.

Ho chiarito con lei subito dopo che te ne sei andata, e non ci crederai se ti dico che mi ha detto lo stesso identico avvertimento. E questo mi porta alla prossima domanda: io ti piaccio anche solo un pochino?”
Il mio cuore perse un battito, per poi ripartire a velocità triplicata, con un nodo di sconforto che mi annodava la gola in modo fastidioso. Ondate di calore mi avevano invaso il viso, costringendomi a girare la testa per non far notare il rossore che sicuramente era presente.
Taylor?” domandò Zayn con una punta di insicurezza nella voce quando gli fu chiaro che non avevo nessuna intenzione di rispondergli.
Un respiro spezzato, un rantolo.
Dannazione, Taylor, respira.
Chiusi gli occhi ed inspirai una lunga boccata d'aria fredda fino a che i miei polmoni non cominciarono a protestare la loro pienezza.
Dovevo rispondergli? O avrei fatto meglio a stare zitta? E se mi fossi confessata, cosa sarebbe successo? Non pensavo che sarei riuscita a sopportarlo se fosse finita con Zayn che mi rideva dietro, o mi prendeva in giro per la mia chiara debolezza nei suoi confronti.

Se ti può far sentire meglio, sappi che tu mi piaci, tanto.” disse alla fine Zayn, dopo qualche minuto di silenzio opprimente.”
Il mio cuore si alleggerì improvvisamente e mi voltai di nuovo a guardarlo negli occhi, il cuore in gola che stava battendo così velocemente da essere ad un passo da prendere il volo.
Come-come hai detto?”
Zayn mi rivolse un sorriso dolcissimo, con le labbra appena increspate verso l'alto e gli occhi resi liquidi da un'emozione che non riuscii ad identificare: “Mi piaci Taylor e so che anche tu provi lo stesso per me. Se sei d'accordo, mi farebbe piacere portare la nostra amicizia al prossimo livello.”
La mia mente, che era esplosa in un macello caotico nel momento in cui aveva ammesso che gli piacevo, era ormai inondata ad pensieri completamente irrilevanti. Ma una cosa era certa: quello era il momento più bello della mia intera esistenza.
“Io-io...”
Zayn mi zittì appoggiandomi un dito sulla bocca, che si dischiuse leggermente in risposta alla lieve pressione: “Con calma. Respira, rilassati, prenditi un momento per pensarci bene.”
Annuii debolmente, seguendo le sue istruzioni.
Dopo qualche momento riaprii la bocca, raccogliendo tutto il mio coraggio: “Zayn... Hai ragione, mi piaci molto anche tu. Ma... Ecco, non penso di essere pronta per una relazione.”
Mi feci piccola, un tentativo ingranato da anni di violenza di sottrarmi ai colpi che stavano per abbattersi su di me.
Ma l'unica risposta di Zayn fu un sospiro impietosito: “Cosa ti hanno fatto, Taylor? Non ho intenzione di alzare un dito su di te, né ora né mai.”
A quelle parole il mio timore svanì, e mi ritrovai a fissarlo con meraviglia: “Davvero?”
Al che, Zayn fece un solenne cenno d'assenso: “Non ti preoccupare, in un certo senso me l'aspettavo. Con tutto quello che hai passato nelle ultime due
settimane...”
Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo, seguito a ruota da un sorriso decisamente non caratteristico : “E ora?”
Zayn scollò le spalle, rivolgendo un sorrisetto ironico alla luna, appena riaffiorata da uno stormo di nuvole scure: “Nulla. Tutto continuerà esattamente come
prima.”

Ma non è più come prima, non capisci?” mormorai, corrugando le sopracciglia.
Come poteva pensare di comportarsi come se non fosse successo nulla? Non pensavo che avrei potuto farcela.
No, hai ragione. Ma vedrai, tutto si aggiusterà se gli diamo un po' di tempo, compreso il nostro interesse reciproco. Scommetto che in un paio di settimane sapremo esattamente cosa fare.”
Ci pensai su un secondo prima di rispondere, lasciandomi sfuggire un sospiro: “Forse. O forse no.”
Mi misi a sedere, passando una mano tra i capelli e sbadigliando: “Farei meglio ad andare a letto.”
Zayn annuì, alzandosi a sua volta: “Già, anche io. Senti, che ne dici se uno di questi giorni usciamo assieme, a fare un giro o qualcosa? Ora che ci penso, nessuno ci ha ancora fatto vedere la città.”
Esitai, titubante se l'impeto entusiasta che mi aveva riempita a quelle parole fosse normale o meno: “Solo noi due?”

Possono venire anche gli altri, se ti va.” rispose in tono diplomatico.
Mi illuminai notevolmente al pensiero: “Mi farebbe molto piacere.”
Oggi è mercoledì, che ne dici di venerdì pomeriggio?”
Annuii, gli occhi splendenti di felicità: “Va benissimo. Io vado, allora.”
Gli occhi di Zayn, che erano stati chiusi e in guardia tutta la sera, improvvisamente furono invasi da una moltitudine di emozioni diverse, tra cui un velo di tristezza inconfutabile: “Aspetta, Tay.”
Inclinai la testa di lato, una domanda pronta sulla labbra, ma lui mi batté.

Ti ricordi quando mi hai chiesto cosa fosse l'amore per me?”
Per un secondo il mio sguardo fu confuso, ma poi mi ricordai della conversazione avuta quella mattina fuori da casa di Hannah, poco dopo essere stata dimessa dall'ospedale: “Sì.”
Ci ho pensato molto, in questi giorni, su quello che hai detto. E penso che tu abbia ragione.”
Mi irrigidii leggermente, cercando di capire le implicazioni di quello che aveva detto: “Cosa intendi dire?”
Zayn sospirò, chiudendo gli occhi con una smorfia quasi di dolore dipinta in volto: “Mi sono accorto che la mia definizione di amore, beh, non era altro che possessività. E per quanto vale, sappi che ho capito che la tua visione è quella dell'amore vero. Se è quello di cui hai bisogno, ti lascerò andare senza pensarci due volte.”
Il groppo tornò vendicativo, attanagliandomi la gola mentre la mia vista veniva offuscata da un sottile strato di lacrime: “D-dici sul serio?”
Zayn mi guardò dritto in faccia, sorridendo con gli occhi: “Più serio di quando io non sia mai stato, Taylor.”
L'impeto irresistibile di abbracciarlo mi colpì all'improvviso, e prima che me ne accorgessi ero già tra le sue braccia, stretta contro il suo petto e la testa proprio sopra il suo cuore. Zayn non esitò neppure un millisecondo prima di ricambiare l'abbraccio, appoggiando il mento sopra la mia testa e mormorando dolci rassicurazioni prive di alcun significato concreto.

Grazie mille, Zayn, non hai idea di cosa significhi per me.” sussurrai, cullata dai suoi battiti lenti e cadenzati.
Lui strinse le braccia con più forza attorno al mio corpo, e poi disse, a voce così bassa che feci fatica a sentirlo: “Ma se me lo permetterai, ho tutte le intenzioni di scoprirlo.”
Gli stetti vicina per qualche minuto, contenta nella vicinanza, prima di sgrovigliarmi da Zayn: “Devo davvero andare.”
Lui annuì con un sospirò profondo: “Un'ultima cosa e poi ti lascio andare.”
Cercai di allontanarmi ancora un po', in modo da poterlo vedere bene in faccia mentre mi parlava, ma mentre ci provavo lui strinse la presa, impedendomelo.

Zayn, cosa-”
La mia domanda fu interrotta quando Zayn coprì le mie labbra con le sue, soffocando le mie parole. Una scossa elettrica mi attraversò il corpo al contatto, scivolando nelle mie vene e infiammandomi il corpo. I miei respiri cominciarono ad inciampare gli uni sugli altri mentre Zayn si premeva più fermamente contro di me, plasmando le nostre labbra assieme.
Le mie palpebre si abbassarono di loro spontanea volontà, e la perdita della vista mi portò a concentrarmi sui sensi rimanenti. I battiti erratici del mio cuore, i suoi, altrettanto veloci, i suoni degli insetti notturni, il fruscio delle foglie che si accarezzavano tra di loro grazie al vento.
L'odore della notte fredda, il profumo di tabacco, vaniglia e sapone proveniente da Zayn, il fumo che aveva saturato l'aria attorno a noi.
La sensazione travolgente del suo braccio attorno al mio fianco, mentre l'altra mano trovava la mia e intrecciava le nostre dita assieme, per mia delizia, i suoi respiri che mi sfioravano la pelle, le pressione di labbra morbide sulle mie, leggermente screpolate, il dolce bruciore dei miei polmoni privi d'ossigeno.
Sussultai in sorpresa quando la punta della sua lingua fece capolino, scivolando lungo il mio labbro inferiore e lasciando una scia formicolante al suo passaggio, solo per poi corrucciare la fronte quando si staccò completamente da me, respirando forte.
C'era un luccichio nascosto di brama nei suoi occhi, e la sua bocca sembrava leggermente più gonfia di prima sotto la luce del lampioncino: “Buonanotte Taylor.”

 

POV Niall:
 

17 settembre 2:41
Che dici, Liam? La chiamo?” domandai, guardando con indecisione il cellulare stretto tra le mie mani come un'ancora di salvezza.
Liam, disteso sul suo letto, contento nel fissare il soffitto bianco della stanza, illuminata dal bagliore soffuso delle bajour appoggiate sui comodini tra i letti, si girò verso di me per lanciarmi un sorriso dolce: “Penso che tu non abbia nulla da perdere.”
Sospirai, passandomi una mani contro la fronte sudata: “Non è un po' troppo presto? Magari sta ancora dormendo.”
Lui agitò una mano per aria, soffocando uno sbadiglio assonnato, mentre io combattevo contro le palpebre che avevano deciso di chiudersi da sole: “Non è poi
così presto in America. Avanti, chiamala così possiamo andare tutti a dormire. Ti ricordo che abbiamo scuola.”
Esitai ancora un istante, soppesando nervosamente il telefono, prima di farmi coraggio e digitare il numero di mia madre. Me lo portai all'orecchio, picchiettando il piede a terra mentre aspettavo che rispondesse.

Pronto?”
Mi raddrizzai, lanciando un'occhiata eccitata a Liam, che per tutta risposta alzò gli occhi al cielo con un sorriso: “Ciao mamma.”
Niall! Come stai, amore? Io e tuo padre stavamo cominciando a pensare che ti fossi dimenticato di noi.”
Tutto bene. Scusa se non ho chiamato prima, ma sono stato parecchio occupato, sai, la scuola e tutto.” le risposi, non riuscendo a nascondere dei pensieri colpevoli per quella piccola bugia bianca. In verità con tutto quello che era successo a Taylor la scuola era stata l'ultimo dei miei pensieri, tanto che i miei voti
avevano cominciato a scivolare sotto la soglia della sufficienza.

Ah, come sta andando? Vi siete ambientati, vero? Ci sono stati problemi?” domandò, cercando di sembrare leggera, ma io riuscii perfettamente a sentire la corrente di preoccupazione nei suoi pensieri.
Una fitta di malinconia mi colpì, mentre mi ritrovavo a pensare a mia madre. Avrei ammesso senza problemi che mi mancava molto la sua presenza, le sue inutili preoccupazioni: “Nessun problema, mamma. Sono tutti molto disponibili qua.”

Mia madre non disse nulla per un secondo, prima di domandare con voce gentile: “Niall, tesoro, è successo qualcosa? Sai che puoi dirmi tutto, vero?”
Trattenni il respiro, dibattendo con me stesso se dirglielo o meno. Liam mi fece un cenno d'assenso, spronandomi a farle la domanda su cui avevo pensato così a lungo.

Senti, mamma, cosa faresti tu se avessi incontrato una persona anoressica? Nel senso, c'è qualcosa, qualsiasi cosa, che posso fare per aiutarla?” il silenzio attonito dall'altra parte della linea mi fece mordere il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
É una domanda complicata... Beh, stalle vicina, fai da supporto morale, ne avrà bisogno. Non metterle troppa pressione, vedrai che se le dai un po' di spazio si sentirà più tranquilla. E falle mangiare piccoli pasti ogni due o tre ore.”
Veramente? Grazie mamma, sei stata molto utile.”
Figurati Niall. Ma quando vengo a trovarvi a Natale voglio sapere perché ti serve saperlo.”

Feci un sorrisetto, ridacchiando alla prevedibilità di mia madre: “Non mi aspettavo nulla di meno.”
Dopo che ci fummo scambiati i saluti e che io ripetei la conversazione a Liam, mi ritrovai disteso nel letto, le braccia piegate dietro la testa e le sopracciglia inarcate in maniera contemplativa.

Sai, Liam, stavo pensando...”
Liam rise sbuffando: “Ha fatto male?”
Lo guardai contrariato, non riuscendo a capire se stesse ridendo di me: “Non fare lo scemo. Mi hai fatto perdere il filo del discorso.” mi lamentai.

Stavi pensando.” mi ricordò Liam.
Ah, sì, stavo pensando che se Taylor deciderà di andarsene bisognerà farle un regalo. Pensi che sarebbe interessata ad un coniglietto?”

Liam sbatté le palpebre un paio di volte, apparentemente confuso: “Penso che faresti meglio ad andare a letto, è chiaro che non stai dormendo abbastanza.”
Sbuffai, facendogli la linguaccia: “Sei solo invidioso perché ci ho pensato prima io.”

Come no, Niall.” ribatté, allungando una mano per spegnere la bajour, facendo piombare la stanza nell'oscurità più totale.
Per qualche minuto l'unico suono fu quello delle coperte che strusciavano contro Liam mentre si girava nel letto, e poi lo sentii chiedere: “Ehi, dove pensi che sia
Zayn?”

Fuori, penso. Sai che gli piace stare un po' da solo la sera, per riflettere.”
Spero che stia bene, lo vedo abbastanza giù negli ultimi giorni. Buona notte, Niall.” disse Liam, come al solito più preoccupato per gli altri che per se stesso.

Sorrisi, un gesto che passò inosservato nel buio: “Rilassati Liam, quando lui e Taylor si metteranno assieme tornerà come prima. Sogni d'oro, Liam.”


 

ANGOLO AUTRICE:
Ciao :)
Volevo per prima cosa scusarmi per la lunga, lunghissima attesa. Davvero, scusatemi molto, ho passato un periodo bruttissimo e tra una cosa e l'altra ho perso contatto con questa storia e con la scrittura in generale. Ed è anche a causa di questo periodaccio che questo non è il tanto atteso capitolo di Gary. Il problema è stato che il capitolo di Gary è – per i miei standard – relativamente allegro, e non ero dell'umore giusto per scrivere dal suo punto di vista. Ma spero che apprezzerete comunque, e sappiate che il capitolo 20 sarà quello di Gary, e che arriverà molto più in fretta per scusarmi di questo ritardo assurdo.
Poi, GRAZIE. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! Ho ricevuto 140 recensioni all'ultimo capitolo e non ho parole per descrivere quanto io sia euforica al pensiero di così tante persone che seguono All the same mistakes. Siete fantastiche :') Cercherò di rispondere a tutti, ma temo che ci metterò un po' xD
Volevo tuttavia farvi notare un'altra cosa. Sempre nell'ultimo capitolo, ho ricevuto ben 5 critiche. Un paio di queste sollevavano la questione degli aggiornamenti. Allora, volevo farvi sapere che sono molto aperta alle critiche, ben vengano, ma che mi critichiate solo perché aggiorno ad intervalli irregolari, allora non mi sta bene. Primo, perché mi demoralizza, e secondo perché mi fa perdere la voglia di scrivere. Quindi se volete criticare, fatelo sulla storia.
Altre invece mi hanno fatto venire un dubbio: sono troppo prolissa? Perché davvero, se sto diventando noiosa, se la trama vi sembra troppo lenta o se i personaggi vi sembrano un po' troppo drammatici, DITEMELO. Non voglio annoiarvi...
Mi scuso per la lunghezza di questo angolo autrice,
eledifra ^^

   
 
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