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Autore: effe_95    23/06/2013    3 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Salvami, ti salverò .

41. Piove.

 

                                                                                                           Seconda parte


Settembre, Ottobre e poi sembra impossibile ricominciare.
Il sole se n’era andato con delle promesse infrante e mai mantenute, lasciando tutto come se fosse sospeso nell’aria, nel vuoto più totale, senza via di ritorno.
La pioggia aveva cominciato a cadere silenziosa sulla città come sempre, come se potesse cancellare tutto quello che era stato, tutto quello che aveva visto costruire e poi distruggere.
Sbatteva prepotentemente sulle finestre dell’aula, come a voler richiamare l’attenzione di quegli studenti già stanchi e assonnati, vogliosi che la scuola finisse il prima possibile.
Claudia era persa a guardare fuori dalla finestra come gli alberi del cortile sbandassero prepotentemente a destra e a sinistra guidati, e allo stesso tempo violentati, dalla potenza del vento, cercando di non pensare a niente.
<< Rossi, saresti così gentile da ripetere quello che stavo spiegando? >> Claudia fu riportata alla realtà bruscamente, scrutò con fare critico il professore di latino e non poté fare a meno di pensare a quanto le mancasse la vecchia professoressa.
<< Qualcosa su Virgilio credo >> Il professore sollevò un sopracciglio e fece un sospiro pesante, poi aprì il registro e scrisse qualcosa, Claudia non voleva nemmeno sapere di cosa potesse trattarsi.
<< Per ora ti metto solo un segno negativo, perché bene o male ci sei quasi arrivata >>
La lezione proseguì come se niente fosse fino a quando non suonò la campanella della ricreazione, la metà della classe si svuotò come se niente fosse, ma Claudia rimase seduta al suo posto, lasciando cadere la testa sul banco e chiudendo gli occhi.
<< Claudia, ti va la nostra solita cioccolata? >> Francesco aveva parlato per la prima volta da quando aveva messo piede in classe e si era seduto accanto a lei, il ragazzo era dimagrito ancora di più in quei due mesi, e si era tagliato i capelli.
<< Solo se vai tu a prenderla, perché io li non voglio metterci piede! >>
<< Io ci vado, ma tu devi smetterla ok? >> Claudia si tirò su a fatica e guardò l’amico con gli occhi stanchi, da quanto tempo era che non riusciva più a fare un sorriso?
Quella situazione le faceva veramente schifo.
<< Ci proverò davvero, te lo prometto >> Francesco le regalò un sorriso e con fare affettuoso le scombinò i capelli, quei capelli rossi come il fuoco che adesso le arrivavano fin sotto le scapole.
<< Stasera vieni a mangiare da me? >> Francesco spostò lo sguardo altrove come se non volesse rispondere alla domanda dell’amica, e questo fece scemare ancora di più il morale di Claudia.
<< Non posso, ho un impegno >>
<< Che genere di impegno? Esci con quelli di classe? >>
<< E’ un genere di impegno che a te non deve interessare! >> Quelle parole le gelarono il cuore, Claudia sentì salire le lacrime agli occhi mentre vedeva l’amico allontanarsi dalla classe frettolosamente, cosa gli stava succedendo? Perché Francesco si comportava in quel modo? Lei non aveva già il cuore spezzato abbastanza?
Lasciò cadere distrattamente la testa sul banco e diede libero sfogo alle lacrime, sentendosi piccola e fragile, in quel momento Claudia avrebbe desiderato essere stretta dalla braccia forti e muscolose di Yulian, solo che Yulian non c’era, così si accontentò di stringersi le ginocchia al petto per non sentire troppo male.
 
 
Settembre, Ottobre e poi sembra tutto così diverso.
Faceva già freddo lì, Yulian non c’era più abituato ormai, faceva fatica a concentrarsi e a seguire quei corsi, avrebbe dovuto portarsi un giubbotto più pesante e smetterla di battere i denti perché la gente lo guardava.
Che pessima figura che stava facendo!
Ma lui sentiva veramente freddo, oppure era la mancanza a farlo stare così male?
Yulian uscì da quel palazzo stringendosi tra le braccia, mentre un brivido gli accarezzava la schiena come se qualcuno l’avesse toccato proprio lì, guardò distrattamente l’orologio che portava al polso e non poté fare a meno di pensare che probabilmente in quel momento Claudia si trovava in classe, seduta nel suo banco, piccola e mingherlina come al solito, con quei capelli rossi che si notavano anche a chilometri di distanza.
Il biondo scosse furiosamente la testa perché non avrebbe dovuto pensarci, si incamminò distrattamente perché voleva solo tornare a casa, anche se anche lì lui non stava bene.
Ignorò i ragazzi che si erano fermati a parlare davanti l’Università e prese la strada che l’avrebbe portato nell’unico luogo dove commiserarsi, ma Yulian quel giorno non poteva trovare pace, venne affiancato da un ragazzo dai capelli neri come la pece e lisci come non mai, la pelle pallida e solcata dai segni di un acne giovanile mai curata e gli occhi azzurri limpidi e chiari.
<< Yulian Aleksàndrovich Ivanov, dove te ne vai di bello? >> Cantilenò il ragazzo infilandosi le mani nelle tasche della giacca nera, per i gusti del giovane Ivanov, quello era troppo euforico. Ivan Nikolàevich Kovalev era il migliore amico di Yulian dai tempi del ginnasio, o almeno così era stato fino a quando il biondo non si era trasferito in Italia.
Erano sempre stati perfetti per fare casini, guai e prenderle, non c’era giorno che non ne combinassero una, infatti in classe non li tenevano mai vicini, perché significave innescare una bomba a mano senza precedenti, i rapporti erano decisamente scemati quando Yulian era andato via, eppure lui non ne aveva mai risentito.
Ritrovarlo lì, nella sua stessa università a distanza di undici anni era stato quasi scioccante per entrambi.
<< Me ne torno a casa! >> Borbottò Yulian, continuando a camminare imperterrito, un po’ imbronciato e infastidito.
<< Ivanov non ti riconosco più! Quand’è che si fa qualche casino? Ti sta bene quel taglio, non ci avevo fatto caso, hai tagliato i capelli? La prima volta che ci siamo rivisti erano più lunghi, e poi cos’è quell’aria imbronciata? Sei peggiorato sai? >> Tutte quelle domande sparate una dietro l’altra lo fecero arrabbiare parecchio, Yulian ricordava alla perfezione che Ivan era un tipo davvero petulante e fastidioso al massimo.
<< Non rompere i coglioni! >> Dirlo il italiano era stato il modo più facile per dirgli quello che realmente sentiva nel cuore in quel momento, tanto Ivan non avrebbe capito una sola parola e lui si sarebbe sfogato comunque.
<< Che lingua sarebbe questa? Ah, italiano forse? Beh, non fare il sapientone con me! Comunque che ne dici se stasera non facciamo una bella rimpatriata? Magari ti presento la mia fidanzata, Anastasija Sergeevna Popova, è carina! E tu, tu ce l’hai la ragazza? >>
Yulian si fermò di botto in mezzo alla strada, rivolgendo all’amico uno sguardo stanco più che arrabbiato, gli occhi grigi e solitari ne mettevano in risaltò la malinconia.
<< Noi non faremo nessun casino ok? Si, ho tagliato i capelli, ma non capisco cosa possa fregartene! Non sono imbronciato e non sono peggiorato. Non faccio il sapientone con te perché l’italiano è la mia seconda lingua va bene? Con te una rimpatriata la farei, e poi… >>  A quel punto Yulian si interruppe e fissò un punto indefinito della strada, come se fosse perso completamente in un luogo impossibile da raggiungere, gli occhi gli si intristirono, la faccia si rilassò e le mani presero a tremare violentemente.
<< Che succede Yulian? >> Chiese Ivan preoccupato, non trovando nulla di divertente da dire su quell’improvviso standby.
<< … e poi, lei mi manca da morire >> Concluse il russo sollevando finalmente gli occhi sull’amico d’infanzia, non poteva credere di aver detto una cosa del genere proprio ad uno stupido come Ivan, ma evidentemente Kovalev doveva essere cambiato molto in quegli undici anni.
<< Lei eh? Vuoi dirmi come si chiama? >> Domandò dandogli una pacca sulla spalla, Yulian scosse la testa e riprese a camminare con il cervello in confusione e il cuore in subbuglio, gli veniva perfino da vomitare, così non si accorse che aveva cominciato a piovere terribilmente.
<< Senti Yulian, perché non vieni da me? Mia mamma sarà felice di rivederti dopo tanto tempo, e io sarei felice se tu stessi meglio. >>
Yulian sospirò e sollevò lo sguardo verso il cielo, le gocce d’acqua gli ricadevano sugli occhi senza dargli il permesso di tenerli aperti, che bella la pioggia però, gli ricordava tanto quella città dove pioveva quasi tutto l’inverno.
<< Si, forse è meglio così >>
<< Andiamo allora >>
 


Piove
piove sulle case
piove dappertutto
anche dentro me
Piove
piove sulle cose
piove dentro l'anima
e non so cos è

 
 
Piove (Condizione dell’anima)
Dolcenera


 


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Effe_95

Buonasera gente!
Come promesso ho aggiornato il prima possibile, che ne dite, oppure sono stata comunque lentissima?
Scusatemi è che per i miei standard questa è velocità.
Mettendo da parte le stupidaggini perlò, questo capitolo vi è piaciuto?
Come l'avete trovato? So che è difficile concepire Yulian e Claudia in due universi totalmente diversi l'uno dall'altro, ma diciamo che in un primo momento ho voluto far vedere com'era adesso la situazione.
Grazie mille per l'attenzione, alla prossima.

 

  
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