“Ciao
Lily!”esclamò Sirius il mattino dopo, entrando in
cucina.
Era
rimasto tutta la sera da Remus e non aveva fatto altro che giocare con
Teddy.
Adorava
quel bambino!
“Ciao!
Come stanno Remus, Tonks e Teddy?”chiese Lily.
“Benissimo.
Che è successo ieri quando James è venuto
qui?”
“Direi
che ha salvato Harry da una pozione esplosa e ricevendone un
po’ addosso, ha
avuto un piccolo effetto collaterale!”
“E
tu questo lo chiami Piccolo?”esclamò James,
entrando nella cucina, seguito da
Harry.
Aveva
ancora i capelli azzurri della sera precedente.
Nel
vederlo così Sirius non seppe trattenersi e
scoppiò a ridere di gusto.
“Oddio!
Jamie…sei troppo chic con questi capelli!
Ahahahah!!!!”
James
lo fulminò con lo sguardo, ma Sirius non se ne accorse,
troppo impegnato a
reggersi la pancia.
“Con
un orecchio o un bel percing saresti il leader perfetto di un gruppo
punk!!!
Ahahaha!”
“Sei
un insensibile!”
“Non
sono ancora riuscita trovare un antidoto!”
Anche
Lily stava ridendo di gusto.
Harry
era l’unico che riusciva a trattenersi.
James
sedette accanto al figlio e si servì di pane tostato.
“Come
è andata ieri sera?”chiese.
“Ieri
sera? Con chi? Dove sei andato? Che cosa hai fatto?”
Sirius
smise di ridere per fissare il figlioccio curioso.
“Vecchia
comare.”disse James, mentre Sirius faceva una smorfia.
“Sono
uscito con Ginny. Non è successo nulla di eclatante, siamo
solo andati a cena,
a passeggiare un po’…tutto
qui…”
“E
basta? Non avete fatto nient’altro?”chiese Sirius.
“Ma
lo lasci in pace! Mica è come te!”
“Né
come te, avrà preso da Lily di certo!”disse
beccandosi un’occhiataccia dalla
donna.
“Comunque,
cambiando argomento, io così al lavoro non posso
andarci!”sentenziò James.
“Ci
devono dare le altre informazioni per stasera. Devi venire.”
“Stasera?”chiese
Lily.
“Sì,
io e Sirius abbiamo un sopralluogo da fare.”rispose James,
evasivo, trovandosi,
però, gli sguardi di moglie e figlio addosso.
“COSA?”
“Non
agitatevi. Si dice che ci sarà un incontro di Mangiamorte e
noi andiamo lì a
dare un’occhiata ed ad arrestarne qualcuno. Tutto
qui.”fece Sirius.
“Ma
siete impazziti? Perché non ce l’avete detto
prima?
Non
è una cosa da prendere alla
leggera!”esclamò Lily, mentre Harry fissava padre
e
padrino, stupito.
“Lily,
calmati! Andrà tutto bene!”rispose James,
guardandola negli occhi e tentando di
tranquillizzarla.
“Siete
dei veri stupidi! Non dovete fare i supereroi, solo perché
siete tornati in
vita!
Se
doveste morire?”
“Andrà
tutto bene, te lo giuro.”
“Io
vengo con voi.”disse Harry piano, stupendo tutti.
“Tu
non vai da nessuna parte, invece.”replicò James,
calmo, pensando di porre fine
alla questione.
“Voglio
darvi una mano!”insistette Harry.
“Ce
la caveremo benissimo da soli, stai tranquillo. E poi penso che sia
meglio che
tu te ne stia calmo per un po’.
I
Mangiamorte voglio vendicarsi di Voldemort.”intervenne Sirius.
“Andrà
tutto bene, Harry! Sappiamo difenderci!”rispose James.
“Ma..”
“E’
deciso! Tu stasera resti qui!”
“Sono
maggiorenne, ho sconfitto Voldemort e…”
“Ciò
non ti rende invincibile, maledizione!”
Con
grande sorpresa di tutti, James scattò in piedi e la sedia
cadde a terra con un
tonfo.
Anche
Harry si alzò e fronteggiò il padre.
“Non
ho detto di essere invincibile. Voglio solo aiutarvi.”
“Siamo
adulti e vaccinati! Possiamo fare una stupida missione da
principianti!”
“Una
retata di Mangiamorte? E se vi facessero del male?”
“Sono
d’accordo! Porteremo te con noi, così saremo
sicuri che non ci toccheranno
perché abbiamo dalla nostra il Prescelto!”
“JAMES!”esclamarono
Lily e Sirius, ma l’uomo l’ignorò,
troppo impegnato a trafiggere il figlio con
lo sguardo.
“Io…non…”
“Tu
resti qui! Sono tuo padre e finchè resterai in questa casa,
farai quello che
dirò io, maledizione!”
Harry
tacque.
Non
l’aveva mai visto così arrabbiato, e non poteva
non sentirsi ferito dalle sue
parole.
“Il
Prescelto.”pensò “Così mi ha
chiamato! Pensa sul serio che mi senta invincibile
dopo aver sconfitto Voldemort? Volevo solo aiutarli!”
“Come
vuoi.”replicò freddo, uscendo dalla stanza in
silenzio.
James
sedette.
“Non
avrai…non so…esagerato?”chiese Lily al
marito.
Lui
scosse la testa.
“So
che lo vuoi proteggere, Jamie, ma trattarlo male non ti
aiuterà.”disse Sirius,
saggiamente.
“Non
voglio che venga e che rischi la vita. Non sono riuscito ad avere cura
di lui
per 17, ed ora non mi da neanche ascolto!”
“E’
maggiorenne.”
“Non
significa che debba fare tutto quello che gli passa per la
mente!”
“E’
come te.”
“Conoscendo
me alla sua età, so che non si lascerà fermare da
un mio rifiuto.”
“Hai
fatto bene a dirgli di no, ma dovevi essere un po’
più gentile.”disse Lily,
saggiamente.
“Lo
puoi tenere d’occhio, in modo che non ci segua?”
“Già,
perché sono capace di guardare attraverso i mantelli
dell’invisibilità, vero?”
“E
può anche smaterializzarsi dalla casa. Arrenditi, James. Se
Harry vuole
seguirci e tu vuoi impedirglielo, non ti resta che drogarlo e legarlo
da
qualche parte!”consigliò Sirius ed allo sguardo
orripilato di James e Lily
aggiunse “Stavo scherzando!”
“Lo
spero per te! Se no finisci tu così.”
“Parlagli.
Da persona calma e matura e senza alzare la voce ed arrabbiarti come
hai fatto
prima.”disse Lily, alzandosi e mettendo nel lavello i piatti
sporchi della
colazione.
Poi
con un colpo di bacchetta essi si animarono e iniziarono a lavarsi da
soli.
“Io
vado al Ministero e dico che sei malato, Jamie!”
Sirius
si alzò.
“Di
a Kingsley che per stasera ce la faccio, però.
E
non accennare alla storia dei capelli azzurri, Felpato, altrimenti ti
carbonizzo.”
“Davvero
mi ritieni così maligno per fare una cosa del
genere?”disse Sirius con aria
innocente che non incantò nessuno.
Lily
afferrò il mantello e lo seguì
nell’atrio con James.
“Lo
terrò d’occhio io, tranquillo.
Tu
pensa a chiarire con Harry, altrimenti dovrai risponderne a
me.”
“Come
vuoi, buon lavoro!”
Chiarire
con Harry. Come se fosse facile!
Quel
ragazzo era più cocciuto di lui e Sirius messi insieme.
Salì
le scale e bussò alla porta.
Nessuna
risposta.
“Harry…sono
papà…per favore, apri.
Mi
dispiace di essermi arrabbiato, scusami.”
Ancora
niente.
James
aprì la porta ed entrò nella stanza, stupendosi
di trovarla vuota.
“Ma
dove diamine è andato quel benedetto ragazzo?”
Un
biglietto posato sul comodino, colpì la sua attenzione.
Era
di Harry.
“Sono
dai Weasley, ci vediamo dopo a casa.
Harry”
“Dirlo
prima, no, eh?”disse tra sé, posandolo.
La
giornata che trascorse a casa fu la più noiosa della sua
vita.
Si
limitò a ciondolare da una stanza all’altra e poi,
stufo di non aver nulla da
fare, salì in soffitta e rovistò un po’
tra le loro vecchie cose.
La
soffitta era davvero enorme, ma le miriadi di cose che ci avevano messo
l’avevano ristretta in un certo senso.
Ora
sembrava piccolissima.
Bauli,
valigie, cianfrusaglie, sfere di cristallo, diari, album di foto,
vecchie
biciclette arrugginite, libri scolastici vecchi di un secolo non ancora
sistemati in biblioteca, tazze da tè sbeccate, vestiti
colorati e ridicoli per
travestirsi ad Halloween e durante altre feste, giocattoli e tantissime
altre
cose….
Si
sedette su una vecchia sedia impolverata, incurante della polvere, ed
iniziò a
rovistare in un baule preso a caso tra i molti della soffitta.
Conteneva
le sue cose di Hogwarts.
Quando
gli anziani avevano aggiustato la casa avevano messo tutto, ma proprio
tutto,
al suo posto!
Il
suo zaino, i suoi quaderni, scritti con una calligrafia che ormai non
sentiva
più sua, tanto tempo era passato, il suo diario, contenente
espedienti per
saltare le lezioni e per conquistare la sua Lily.
Piani
su piani, progetti su progetti, organizzati di notte con i suoi
migliori amici,
i suoi Malandrini, la sua famiglia di Hogwarts.
Una
foto sfuggì dalla lettura del diario.
Una
foto ingiallita dal tempo, la stessa che Sirius aveva nella sua camera
a
Grimmauld Place.
Raffigurava
loro quattro, inseparabili come sempre…
Ramoso,
Felpato, Lunastorta e Codaliscia…
Nessuno
li poteva separare, eh?
È
bastato lo sbaglio di uno per provocare la morte, fisica o no, di tutti
i
componenti del gruppo.
Peter
li aveva traditi, lui, James era morto, Sirius era stato ritenuto
colpevole e
Remus non aveva creduto nella sua innocenza…
Tutto
spazzato via…tutto mandato al diavolo…
Ma
ora, ora no.
Ora
erano tutti lì, tutti tranne Peter, ma non sarebbero mai
riusciti a
perdonarlo…mai…
Fu
bello ricordare i bei momenti passati ad Hogwarts, le loro
malandrinate, i loro
primi amori, i baci, le carezze, le belle ragazze…
Le
prime e vere donne della loro vita…
Lily
per James e Jane e Keira per Sirius…
Tutte
le cose che avevano fatto e passato, le loro avventure, così
tante che ci
vorrebbe un libro per racchiuderle tutte…
Aprì
un altro baule e sorrise.
Dentro
c’erano tutte le prime cose di Harry: vestitini, foto,
giocattoli…
James
si sedette sul pavimento ed iniziò a tirar fuori un
po’ di cose, perdendosi nei
ricordi…
La
prima copertina di Harry, bianca con un buffo coniglietto sopra, quella
che gli
aveva comprato James, piena di boccini d’oro, i suoi
vestitini così piccoli da
entrare ad un bambolotto di pezza, i sonaglini ormai consumati dal
tempo…
Mille
ricordi…
“Papà…dove
sei?”
Era
la voce di Harry.
James
guardò l’orologio, stupito.
Era
l’una passata, era stato parecchio lì.
“Sono
in soffitta.”
Quando
Harry entrò, lo vide circondato da album, vestitini per
neonati e giocattoli.
“Che
fai?”
“Mi
perdo nei ricordi. Ti sei divertito dai Weasley?”
Harry
annuì.
James
fece per parlare, ma il figlio lo interruppe.
“Hai
fatto bene a sgridarmi prima. Stavo calcando un po’ la mano.
Avevi
ragione, mi sentivo…forte…”
James
sorrise.
“Non
dovevo arrabbiarmi così e so che ti ho ferito.”
“Era
la verità.”
“Che
ha fatto comunque male, o sbaglio?”
Harry
annuì.
“Mi
sono sostituito a te per un attimo. Mi sono comportato da genitore che
vuole
proteggere i figli, prima.”
James
rise ed Harry si sedette accanto a lui.
“Ci
ho pensato. Per stasera, intendo.
So
benissimo che sei arrabbiato con me per la mia decisione, ma ti prego
di
rimanere qui. Non saprei che fare se ti facessero del male,
Harry.”
“E
se facessero del male a voi?”
“Meglio
noi che te!”
“Papà…”la
voce di Harry era supplichevole, ma James non ci fece caso.
“Sei
la persona più preziosa che ho al mondo, ma non lo dire alla
mamma ed a Sirius
altrimenti si ingelosiscono.”
Harry
ridacchiò.
“I
Mangiamorte se ti vedono ti uccidono.”
“Se
rapissero voi e vi facessero del male per ricattare me?”
“Andrà
bene. E poi non sanno che veniamo noi. Non si aspettano
nulla.”
“Ne
sei certo?”
“NO!
Ma lo spero…”
Gli
mise una mano attorno alle spalle e lo strinse a se, poggiando il mento
sulla
testa del figlio.
“Andrà
bene.”
“Smettila
di ripeterlo! Stai diventando monotono!”scherzò
lui e James rise.
“Sono
mie tutte queste cose?”
Harry
si staccò dal padre e prese a frugare nel baule di fronte a
loro.
James
annuì.
“Ero
davvero così piccolo?”disse il ragazzo estraendo
un vestitino minuscolo.
“Sì,
davvero davvero!”
“E
questi sono tutti i miei giocattoli?”
Cenno
d’assenso.
“La
scopa che Sirius ti regalò da piccolo dev’essere
da qualche parte in qualche
baule.
Accio
scopa giocattolo!”
Una
piccola scopa si librò verso di loro ed Harry la prese.
Era
davvero piccola.
“Eravamo
preoccupatissimi quando te la regalò.
Temevamo
che ti facessi male, anche se io già ti vedevo come un
campione!”
Il
brontolio dei loro stomaci fece capire loro che c’era altro
oltre alle
chiacchiere sul Quidditch e sui vecchi ricordi.
“Credo
che sia meglio preparare qualcosa! Altrimenti tua madre mi denuncia per
malnutrizione!”
Harry
rise e lo aiutò e mettere le cose nei bauli.
Era
incredibile come tra loro si fosse chiarito tutto.
Sembrava
che non fosse successo nulla, nessuno screzio, nessun
rimprovero…assolutamente
nulla.
Semplicemente
loro due, a mangiare, chiacchierare e scherzare.
La
sera arrivò fin troppo in fretta per i gusti di Harry, che
non sopportava di
veder partire per una missione il padre ed il padrino.
“Vi
prego!”li supplicò quando i due erano ormai sulla
porta.
“Harry,
ne abbiamo già parlato! Tu resti qui con la mamma!”
James
lo baciò sulla fronte, Lily sulle labbra con dolcezza ed
uscì trascinandosi
dietro Sirius che ebbe appena il tempo di salutare.
Harry
sospirò forte e Lily gli cinse le spalle con le braccia.
“Non
essere arrabbiato, lo fa solo per proteggerti! Ti ama troppo per
portarti con
sé!”
Harry
sbuffò.
“Come
vuoi tu, mamma!”
Salì
lentamente in camera e si lasciò cadere sul letto, chiudendo
gli occhi.
Aveva
una brutta sensazione su James e Sirius.
Non
era voglia di mettersi alla prova o di fare l’eroe o il
Prescelto.
Era
terrore che accadesse loro qualcosa e la sensazione che qualcosa di
brutto
sarebbe successo….
“Magazzino
abbandonato nei pressi di Oxford, eh? Fare un incontro in una casa
nobiliare,
no, eh?”borbottò Sirius.
Erano
in giro da quasi un’ora, cercando quel benedetto magazzino.
“Se
la prossima volta non ci danno una carta dettagliata, io non vado da
nessuna
parte, eh?”
“Sta
zitto! Io ho ancora i miei capelli azzurri con me!
Sai
che figura ci faccio con loro ( i Mangiamorte)?”
Sirius
lo guardò torvo.
“Voldemort
aveva gli occhi rossi e nessuno hai mai detto nulla!”
“Chissà
perché!”ridacchiò, l’altro,
sistemando un cappello sull’insolita chioma.
Avanzarono
lentamente, le bacchette strette in mano, facendo attenzione.
“Pronto?”disse
James, la mano sul vecchio portone del magazzino.
Sirius
fece segno di sì con la testa e James aprì la
porta.
All’interno
tutto era fiocamente illuminato.
C’erano
casse su casse e attrezzi appuntiti sparsi un po’ dovunque.
Era
una sorta di discarica piena di cose pericolose e letali.
Ideale
per fare un bell’incontro, una rimpatriata!
Non
c’era anima viva, e tutto era immerso nel più
profondo silenzio.
“Non
mi piace.”sentenziò James, entrando e accendendo
la bacchetta.
Un
forte rumore alle sue spalle lo fece voltare.
Ombre
nere si staccavano dai muri e si avvicinavano a loro.
Strinsero
più forte la bacchetta magica nelle mani sudate.
“Felpato?
Ricordi cosa aveva detto Harry?”
“Non
credo sia il momento migliore per ricordarsi le cose, sai?”
“Ricordami
di dargli retta la prossima volta.”sussurrò piano,
preparandosi.
“Sono
contento che siate venuti voi, sapete?
Sarà
uno bello scontro.”disse una voce.
“ORA!
ATTACCATELI!”urlò un’altra
nell’ombra e fu battaglia.
Harry
si svegliò di colpo, balzando a sedere sul letto.
Probabilmente
si era addormentato senza accorgersene.
Era
ormai buio e loro erano fuori da più di un’ora.
Stavano
bene?
Una
stretta alla bocca dello stomaco gli confermò il contrario.
Non
sapeva come spiegarselo, ma SENTIVA che qualcosa non andava.
Si
infilò il mantello dell’Invisibilità di
James e si smaterializzò ad Oxford.
Ora
restava solo trovarli.
Ma
quella notte il suo istinto gli indicava la strada e li
trovò….
“AH!”
James
venne sbalzato in aria per l’ennesima volta e ricadde oltre
un gruppo di casse.
“JAMES!”urlò
Sirius, mentre combatteva contro Nott.
Erano
circondati ed in pochissimo tempo i Mangiamorte ancora in
libertà (circa una
decina)non avevano fatto altro che tentare di ucciderli.
Pur
essendo in netta minoranza, riuscivano a tener loro testa.
Ma
se ne fossero arrivati altri, per loro sarebbe stata la fine.
Sirius
schiantò il Mangiamorte contro il quale stava combattendo e
corse da James, che
giaceva poco distante da lui, svenuto.
“Riprenditi!
Jamie, maledizione!”
Lo
scosse un po’, nascondendosi dietro un gruppo di casse.
“Vuoi
giocare, vero, Black? Ed allora giochiamo, ma credo che stavolta la
posta in
gioco è la vostra vita….sarà
interessante.”
James
riaprì lentamente gli occhi. Sirius era stretto accanto a
lui.
“Siamo
in trappola. Ci siamo cascati con tutte le scarpe. Era una trappola.
Sono
stati loro a mettere in giro questa voce, forse per divertirsi ad
uccidere
qualche Auror.”sussurrò piano l’altro.
James
si tastò la testa, dolorante.
“Harry
aveva ragione.”
“Non
sapevano che saremmo venuti noi.”
“Però
ora possono benissimo ricattarlo facendoci del male.”
Sirius
sospirò.
“Dobbiamo
avvertire qualcuno, non possiamo smaterializzarci e basta come
codardi.”
“Io
li tengo occupati, tu pensa al patronus e chiama Lily e qualcun
altro.”
Sirius
gli afferrò il polso.
“Ti
ammazzeranno.”disse piano.
“Troverò
il modo di tornare.”
James
fece un sorriso ed uscì allo scoperto.
Yaxley
sorrise nel vederlo.
“Vedo
che hai riacquistato il coraggio, eh, Potter?
Dov’è il tuo amico?
Se
l’è data a gambe?”
“Lascia
perdere Sirius. Ora pensa a me.”
“Con
grande piacere!”
Yaxley
levò la bacchetta in fretta e James evitò la
maledizione per un pelo.
“STUPEFICIUM!”urlò,
mancandolo.
“Credo
ti debba fare visitare da un bravo oculista, sai?
Non
ci vedi tanto bene!”
James
fece per attaccarlo, ma qualcuno lo afferrò da dietro,
bloccandolo.
Era
Tiger.
“Mollami,
maledetto!”
“Tiger,
tienilo mentre lo faccio fuori.
Mi
sono stufato di giocare al gatto con topo….”
Yaxley
rise e puntò la bacchetta sulla fronte di James.
“Avada….”
“STUPEFICIUM!”urlò
una voce alle loro
spalle e il Mangiamorte venne sbalzato all’indietro.
Tiger,
che bloccava James, colpito da un nuovo schiantesimo, si
accasciò al suolo e
lasciò andare l’uomo.
“Stai
bene?”chiese una voce.
James
sentì qualcuno correre verso di lui ed abbracciarlo, i
capelli corvini
svolazzanti.
Era
Harry.
Annuì
lentamente e lo strinse di più a sé.
“Scusami,
Harry. Avevi ragione tu.
Eravamo
del tutto impreparati.”
“Preferivo
avere torto.”
Harry
lo aiutò ad alzarsi.
Intorno
a loro solo corpi svenuti e sanguinanti di Mangiamorte sconfitti.
I
restanti si erano dati alla fuga.
“Beh,
anche se siamo un po’ ammaccati, bisogna dire che siamo
riusciti a tener loro
testa.”ammise James.
“La
prossima volta evitate di cadere in una trappola.
Se
fossero stati di più, sareste morti. Siete stati fortunati.
Volevamo uccidervi,
vero?”
James
annuì.
“Dov’è…”
Un
urlo interruppe la domanda di Harry che si voltò verso
James, terrorizzati
entrambi.
“Sirius….”dissero
in un soffio correndo verso la direzione da cui proveniva
l’urlo.
Uscirono
in aperta campagna, illuminata fiocamente solo dalla pallida luna, non
piena
quella notte….
E
corsero attraverso i campi infangati.
Dov’era
Sirius?
”Doveva chiedere aiuto….sarò stato
bloccato da un Mangiamorte…”ansimò
James.
“SIRIUS!”
Lo
videro poco lontano.
Giaceva
a terra, in una pozza di sangue…il fianco squarciato, la
testa sanguinante….
“SIRIUS!”
Harry
fece per corrergli incontro, ma qualcuno lo fermò.
Era
Greyback.
Ammantato
da capo a piedi di nero, emanava un puzzo fetido di sporco, sudore
e…sangue…
James
afferrò il figlio e lo trasse dietro di lui.
“Non
lo toccare.”disse.
“Sirius…”
“Il
tuo Sirius sta morendo. È questione di pochi minuti.
Ma
state tranquilli; lo raggiungerete presto.
Non
permetto mai a nessuno di interrompere il mio pasto.”
James
estrasse la bacchetta, ma Greyback fu più veloce e gli
saltò addosso,
mandandolo a cadere all’indietro, la bacchetta
chissà dove….
James
Potter si divincolò dalla presa del lupo mannaro, ma egli
non aveva nessun intenzione
di lasciarlo andare.
Lo
bloccò a terra e si chinò su di lui, mostrando i
denti sporchi e gialli, aguzzi
e pericolosi.
“PIETRIFICUS
TOTALUS!”urlò Harry alle loro spalle e Greyback si
bloccò a pochi centimetri da
James, che lo calciò via, nauseato.
“Sirius…”
James
si rialzò immediatamente e si precipitò verso il
figlio e l’amico.
Sirius
Black giaceva immobile per terra…aveva una grossa ferita al
fianco che sanguinava
copiosamente ed un grosso taglio sulla testa…
James
si chinò su di lui e lo prese tra le braccia, incurante del
sangue che gli inzuppava
i vestiti.
Harry
si strinse a lui.
“Dobbiamo
andarcene. Se ne arrivano altri…”
James
annuì e lo prese per mano.
“San
Mungo….”pensò e si
smaterializzarono…
Ciao
a tutti
voi, ragazzi!!!!
Eccomi
alla
fine di un altro chappy della mia storia!!!!
Non
so se è
venuto bene o meno e spero vi piaccia!!!!
Commentate
in
molti, mi raccomando!!!!
È
importante
per me!!!!!
Un
grazie a:
Ada
Miss
Nina
Lyra
Potter
Jerada
Malfoy
XX
Jayne
Kia
SakiJune
Dragonball93
Grazie
a tutti
voi!!!! Grazie mille a chi mi ha considerato la sua autrice
preferita!!!! Sono davvero
lusingata, grazie mille, ragazzi!!!
Un
bacione
Lily
Black 90