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Autore: effe_95    26/06/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò .

42. E tu sei lontana, lontana da me.

 

<< Lo mangi o no quell’hamburger Claudia? Non stai mangiando più niente, i pantaloni ti cadono di dosso! Devo farti ricoverare per caso>>
Luna non aveva mai alzato la voce in quel modo con nessuno dei suoi figli, ma Claudia aveva davvero oltrepassato il limite, a tavola non mangiava niente, non parlava e non faceva altro che studiare e starsene chiusa in camera.
<< No … sto bene >> Rispose la rossa guardando la madre con la bocca spalancata, cos’ aveva fatto di male per meritarsi quelle grida, lei non aveva fatto assolutamente nulla, e forse era proprio quello il problema.
<< Tu non stai bene! Claudia ascoltami bene, non si muore per amore, e te lo dice una che ne sa qualcosa, se non la smetti e non riprendi in mano la tua vita ti mando a vivere da tuo padre >> Quelle parole lasciarono gelati sia Claudia che Nicola, ma Luna non aveva affatto l’aria di una che stesse scherzando, era arrabbiata e seria, e se Luna diceva una cosa del genere, Claudia stava veramente male.
<< Da papà non ci vado, non voglio andarci >> Mormorò la ragazza guardando con occhi pieni di terrore quell’hamburger freddo e gelato.
<< Tu non darmi motivo per fare una cosa così e resterai qui >> Claudia guardò prima la madre e poi il fratello, Nicola aveva gli occhi fissi sul suo piatto mezzo pieno e sembrava contrariato, ma non osava parlare, perché la mamma era sempre la mamma.
Allora Claudia afferrò forchetta e coltello e prese a mangiare, anche se aveva un buco nello stomaco e le veniva da vomitare, finì l’hamburger in dieci minuti e con gli occhi gonfi di lacrime, se ne salì in camera sua per non sentire più niente.
Luna e Nicola rimasero in silenzio a fare la cucina, la donna lavava i piatti con aria serena, ma Nicola sereno non lo era per niente.
<< Non avresti dovuto dirle una cosa del genere, non avresti dovuto mettere in mezzo quell’uomo! Non lo vede da mesi e non sa niente di lui! Vorresti spedirla in quella casa dove ci sono i figli che ha avuto con un’altra donna? Tu nemmeno sai se è vivo o no?! >>
Luna smise di strofinare qualcosa all’interno di quell’acqua insaponata fino all’orlo e guardò il figlio più grande con aria stanca, non aveva più l’età per combattere.
<< Era l’unico modo per farla reagire, non la manderei mai lontana da me >>
Nicola si zittì e continuò ad asciugare le cose in silenzio, fino a quando non suonò il campanello di casa, il ragazzo si asciugò le mani frettolosamente e si accinse ad aprire.
Sulla soglia della porta c’era una persona che non avrebbe mai pensato di rincontrare, una ragazzina sui diciassette anni, con i capelli neri raccolti in una coda alta sulla testa, gli occhi verdi contornati da una matita nera e le labbra rosso fuoco, aveva le mani poggiate su un piccolo passeggino, nel quale dormiva un neonato di appena due mesi.
<< Daniela?! >> La mora sorrise nel sentire il suo nome, ma Nicola rimase folgorato da quel sorriso, perché era così carico di tristezza da poter spezzare il mondo in due parti, era cambiato qualcosa in quella piccola e fragile ragazza, non c’era più spazio per le risate spensierate e i divertimenti, era diventata adulta e quel figlio avuto così in fretta l’aveva cambiata per sempre.
<< Ciao Nicola. Ho sperato che in tutti questi mesi tu avessi il buon cuore di telefonarmi, ma poi ho pensato che a un ragazzo come te non potesse interessare una stupida sedicenne incinta no?>> La sorpresa dal volto di Nicola sparì molto presto, il giovane afferrò il giubbotto e uscì fuori chiudendosi la porta di casa alle spalle.
<< Come fai ad avere il mio indirizzo, o il mio cognome? Tu non sai niente di me! >> Daniela sorrise un po’ abbattuta e controllò che il figlio continuasse a dormire.
<< Ti va di andare un po’ al parco? Ho un po’ di cose da dirti >> Nicola guardò prima la mora e poi il bambino che dormiva beatamente nel passeggino, era così piccolo che faceva una tenerezza immane.
<< Va bene >>
 
 
Yulian lasciò cadere la testa sul libro di testo e chiuse gli occhi, non aveva la minima voglia di studiare, e tutto quello che c’era scritto in quel libro gli vorticava furiosamente nella testa, guardò l’orologio appeso al muro, e si stupì nel scoprire che ultimamente lo faceva molto spesso, cos’era, il tempo era diventato ingombrante adesso?
Andare a casa di Ivan era stata proprio una buona idea, non aveva pensato per tre ore buone e aveva scoperto che l’amico non era poi tanto cambiato, era solo più maturo.
<< Yulian, mi serve del pane, puoi scendere a comprarlo? >> Gridò Katerina dalla cucina, Yulian sbuffò pesantemente, ma decise che uscire un po’ gli avrebbe fatto solo bene.
<< Va bene, vengo subito >> Disse in risposta, e dopo essersi infilato il giubbotto, aver preso il cellulare e i soldi uscì di casa richiudendosi la porta alla spalle.
Comprare il pane fu noiosissimo, la fila alla cassa era lunga, come se la gente avesse deciso in massa di fare la spesa quel giorno e in quel posto, Yulian invece doveva pagare solo un misero pezzo di pane e non ne poteva più di aspettare che la signora davanti a lui vomitasse tutta quella roba che aveva comprato sulla cassa, era frustante e odioso.
Praticamente uscì da quel luogo venti minuti dopo esserci entrato, fuori le temperature erano visibilmente calate, sicuramente era vicina una bella nevicata, dalla bocca gli uscivano degli sbuffi bianchi, segni evidenti di quello che stava per succedere.
Yulian camminava distrattamente tra le gente, quando con la coda dell’occhio intravide un lampo rosso, e non stette nemmeno a pensarci troppo, come se avesse perso tutta la sua razionalità, fissò la ragazza che camminava poco più avanti di lui, con i capelli rossi, piccola e magra … era Claudia, si ,era lei!
La razionalità se l’era veramente giocata quella sera, con uno scatto la raggiunse e le afferrò il braccio sinistro facendola girare.
<< Claudia?! >> La follia di quel momento durò ben poco, Yulian si accorse molto presto che i capelli rossi che aveva tanto omaggiato erano il lavoro di una tintura ed erano anche scalati fin sotto le orecchie, gli occhi di quella persona non erano verdi e caldi, ma azzurri e freddi come il giacchio, delineati da una matita nera carica, carica, le guancie e il nasino piccolo erano incorniciati da lentiggini che Claudia non aveva, e soprattutto, la mani di Yulian non aderiva in alcun modo a quel braccio tutto pelle e ossa.
<< Mi dispiace deluderti, ma sono Svetlana Aleksàndrovna Pavlovna. Claudia eh? Che nome singolare >> Commentò Svetlana con una voce roca e profonda, che non si addiceva minimamente con la sua figura da bambina cresciuta precocemente, Yulian le lasciò immediatamente il braccio e fece un passo indietro.
<< Scusa, ti ho scambiato per un'altra >> Commentò guardando altrove, si sentiva a disagio per aver fatto una cosa così stupida, era ovvio che Claudia non potesse trovarsi li in quel momento, che stupido che era stato, un vero cretino.
<< Chi è Claudia? La tua ragazza? Sembra straniera però >> Continuò Svetlana portandosi la mano sinistra sotto il mento in una finta posa di indecisione, Yulian la trovò irritante, ma chi era quella tipa?
<< Mi sembra lecito farti notare che non sono cazzi tuoi! >> Ribatté Yulian a denti stretti, Svetlana fece un gesto di non curanza con le mani.
<< Che maleducato! Comunque sei stato tu a fermarmi mentre camminavo tranquillamente per i fatti miei! >>
<< Bene, infatti ti chiedo ancora scusa e addio! >> La liquidò in tutta fretta il biondo, per poi scansarla e continuare a camminare per la sua strada, tanto quella tipa non l’avrebbe mai più rivista in tutta la sua vita.
<< Ehi maleducato, posso sapere almeno con chi ho avuto l’onore di insultarmi? >> Disse quella incrociando le braccia al petto, Yulian sbuffò e si girò per l’ultima volta, ma si, tanto quella chi la sapeva. << Yulian Aleksàndrovich Ivanov >>
<< Yulian e Claudia suona bene sai?! >> Gridò Svetlana, e dopo aver fatto spallucce e sorriso se ne andò superandolo, Yulian la mandò a quel paese con la mente, lui lo sapeva già che il suo nome accanto a quello di Claudia suonava a meraviglia.
 
 
Nicola era diventato inevitabilmente nervoso, si era pentito di aver seguito quella ragazza di cui non sapeva niente, che l’aveva praticamente pedinato scoprendo il suo indirizzo di casa, e che aveva un bambino piccolo in un passeggino, la gente li guardava in maniera strana, era imbarazzante, ad un certo punto ebbe anche l’ardire di girarsi verso una signora che li fissava e dire che quello non era suo figlio, stava veramente fuori, ma sul momento aveva solo pensato di allontanarla da casa.
<< Senti Daniela, facciamola finita va bene? Che vuoi da me? Io non ti conosco per niente, so solo che hai un fratello psicopatico e che sei un po’ … appiccicosa! >> Sbottò ad un certo punto il castano fermandosi nel bel mezzo della strada, il bambino nel passeggino cominciò a frignare, ma si calmò subito dopo.
<< All’inizio ci sono rimasta veramente male che non mi avevi chiamata, così, avendo capito che la maggior parte delle volte passavi davanti al parco, ti ho aspettato lì un pomeriggio, e come previsto sei passato e ti ho fatto una foto. Infantile vero? >> Cominciò a spiegare la mora regalandogli un sorriso stanco, Nicola rabbrividì, perché quella era davvero una pedinatrice. << Orrendo direi! E soprattutto, violazione della privacy! >>
<< Non arrabbiarti, quella foto l’ho cancellata. Comunque, un giorno, per la disperazione, ho fatto vedere la tua foto a papà, mia madre è morta un po’ di tempo fa e non avevo altri che lui a cui raccontare la mia cotta per te! >> Quella storia stava pendendo davvero una brutta piega, una piega bruttissima, i due avevano finalmente raggiunto il parco, così Daniela spinse il passeggino e si mise seduta sulla prima panchina libera che trovò, Nicola restò fermo li dov’era, indeciso se imitarla o meno, alla fine si arrese.
<< Dove vuoi arrivare? Cosa c’entra con il fatto che hai il mio indirizzo di casa? >>
Daniela lo fissò dritto negli occhi e sorrise.
<< Perché è stato mio padre a darmi il tuo indirizzo di casa, e mio padre si chiama Andrea Andreotti, come io mi chiamo Daniela Andreotti >>
A Nicola gli si gelò tutto il sangue nel corpo, il primo istinto fu quello di negare tutto, ma la sua mente razionale fece due più due, e improvvisamente mise a fuoco il nome di quei figli che il padre aveva avuto con un’altra donna, Eteocle, Daniela e Carolina.
Si sentì soffocare nel pensare a quanto il destino potesse essere infimo, lui che non voleva aveva niente a che fare con quell’uomo, era costretto a ritrovarselo lì nella sua vita, sempre e per sempre.
<< E io sono Nicola Rossi, e mi dispiace deluderti, ma non sono tuo fratello, io ho solo una sorella ed è Claudia, tu sei solo la figlia di quella puttana che si è presa mio padre, di quella puttana che ha continuato a stare con lui nonostante sapesse dall’inizio che lui aveva un’altra donna, e che quella donna era mia madre. Mia madre! >>
Daniela non seppe spiegarsi se a farle più male fu il fatto di essersi presa una colpa che non aveva o che Nicola avesse chiamato la madre in quel modo, nella sua culla anche il piccolo Noam prese a piangere, Daniela si protese a prenderlo con il cuore infranto.
Nicola osservò con occhi torvi e il cuore sconvolto quel piccino, aveva gli stessi occhi verdi di Daniela, gli stessi occhi verdi suoi, gli occhi di suo padre … povero Noam.
<< Non piangere Noam, la mamma è qui, e ti proteggerà da tutto il male >> Sussurrava Daniela cullandolo, ma Noam non voleva saperne di smettere di piangere, strillava disperato mettendo in mostra le gengive sdentate e una determinazione pazzesca.
<< Posso? >> Disse Nicola mostrando le braccia, Daniela rimase scioccata, ma poi il bambino glielo lasciò tra le braccia, e come per magia Noam smise di piangere, come se si fosse sentito protetto, Nicola sorrise a quel bambino e prese a giocare con le sue piccole manine. << Per un momento però me l’hai ricordata davvero sai? >> Commentò asciugando con il bavaglino la boccuccia del piccolo.
<< Chi? >> Chiese Daniela spaventata, Nicola si girò a guardarla con l’anima rassegnata e il cuore stanco morto.
<< Mia sorella. E’ che tu non hai colpa, e questo mi ha dato fastidio, tutto qui >>
<< Mi sono sentita un errore quando ho saputo tutto da quell’uomo, da mio padre, mi ha fatto schifo, l’ho odiato … ma poi è nato Noam, e non ho avuto più il coraggio di provare odio. Ti prego Nicola, ti chiedo perdono da parte di quella puttana di mia madre, perché se non perdoni lei, mi sento sporca io >>
Nicola ricordò di aver sentito quasi da subito un legame speciale verso quella ragazzina, così diversa da Claudia, così spaventata e sola, con un mondo completamente diverso da lui e un cretino che la picchiava, Nicola non poteva credere che anche Eteocle … non voleva pensarci per il momento, per la prima volta però, si ritrovò a pensare che suo padre avesse ragione,
la sua famiglia era salva a dispetto di tutto, quindi lui avrebbe fatto solo del bene.
<<La perdono, la perdono >>
E mentre giocherellava con Noam, Daniela diede libero sfogo alle lacrime, finalmente rincuorata per quel passo avanti.              

uno mi ha detto che
lontano dagli occhi
lontano dal cuore
e tu sei lontana
lontana da me
per uno che torna
e ti porta una rosa
mille si sono
scordati di te
lontano dagli occhi
lontano dal cuore
e tu sei lontana, lontana da me
  
Sergio Endrigo “Lontano dagli occhi”

 

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Effe_95


Buona sera.
Ho aggiornato adesso perchè in questi giorni non poterò farlo e non volevo lasciarvi in sospeso per troppo tempo, non mi sembrava giusto. In questo capitolo finalmente vediamo " chiarirsi" una parte importante, ovvero quella di Nicola e Daniela, è un inizio e spero che quest'inizio vi sia piaciuto.
Altro punto importante è l'incontro di Yulian con Svetlana, tenetela d'occhio quella ragazza, mi raccomando.
Aggiungo l'ultima cosa e vi saluto, il titolo del capitolo è tratto, come potete vedere anche alla fine del capitolo, da una canzone di Sergio Endrigo " Lontano dagli occhi".
Grazie mille e alla prossima.


 

  
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