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Autore: elyxyz    10/01/2008    26 recensioni
Ron ed Hermione, dentro la Tana, in uno dei rari momenti di pace in cui non devono aiutare Harry a salvare il Mondo Magico, e quindi il nostro Weasley può dedicarsi alla sua più viscerale passione…
“Però c’è una cosa che puoi apprezzare come me.” Spiegò, indicando la zucca col cucchiaio. “E’ una delizia per gli occhi! Concordi?! Con quel suo giallo carico, tendente all’arancio… è l’icona del buonumore, un colore così ti strappa a forza un sorriso!” terminò, gongolante per averla messa a parte di questa sua profonda Verità.
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Hai… hai preparato la minestra di zucca

Dedicato a chi ha commentato Oltre il Velo” e “I’ve given up”.
Non posso che gioire, per le vostre bellissime recensioni

e per la calorosa accoglienza, per questo mio ritorno nel fandom di HP.

Grazie!

 

 

Un amore di zucca

 

by elyxyz

 

 

 

 

 

“Hai… hai preparato la minestra di zucca?!” gli occhi di Ron quasi si velarono di commozione.

 

Hermione sollevò le spalle con noncuranza: “Ogni strega che si rispetti conosce questa ricetta…” si schernì, mossa da uno strano imbarazzo.

 

Il ragazzo, tuttavia, non se ne accorse: contemplava il piatto davanti a sé in mistica adorazione.
E lei sorrise, a fior di labbra.

Preso il cucchiaio, il giovane Grifondoro lo fece scorrere sulla sottile crosta che si era formata, facendolo affondare poi con lenta, metodica precisione. Sembrava quasi un rituale sacro.

 

Il sorriso di Herm si allargò, quando il rosso ingurgitò la prima cucchiaiata.

E poi una seconda, e poi una terza.

Col piatto ormai vuoto e la bocca tutta impiastricciata, abbandonò momentaneamente la sua foga:
“Mia madre dovrebbe ammalarsi più spesso!” suggerì, pregustandosi il bis.

 

“Ronald!” lo rimproverò, col suo miglior tono da secchiona.


“Hai ragione, scusa.” Si pentì lui. “Certe cose vanno solo pensate, non dette!”

 

La riccia massa castana si scosse in un accenno di rassegnato diniego, accompagnato ad un misto di scherzosa esasperazione.

 

“Posso averne un altro?” una richiesta speranzosa.

 

“Dopo quello che hai detto, non te lo meriteresti!”

 

“Ma non è colpa mia, se mia madre ne è allergica e non me la prepara mai!” piagnucolò, con la sua miglior espressione da cucciolo ferito e bisognoso.

 

Hermione si girò verso il lavello, per sfuggire a quello sguardo - a cui non avrebbe saputo dire di no -, e si accinse a sfregare la pentola incrostata di giallo.

Un belGratta e netta!’ sarebbe stato più semplice, ma le serviva un buon diversivo, e riassettare la cucina della Tana era un discreto espediente.

 

“Allora?” ritornò alla carica.

 

Lei fece finta di non capire: “Allora, cosa?”

 

“Forse non lo sai,” tentò di giustificarsi “ma la zucca è il mio cibo preferito.”

 

Oh, no. Certo che no!

Come avrebbe potuto saperlo, lei?

 

In fondo, avevano solo condiviso ogni colazione, pranzo e cena di ogni anno passato ad Hogwarts!

 

Succo di zucca. Zuccotti di zucca. Minestra di zucca. Crocchette di zucca. Sformato di zucca. Crema di zucca. Pasticcio di zucca. Tortellini di zucca. Arancini di zucca. Risotto di zucca. Torta di zucca. Caramellata di zucca, e… zucca.

Senza dubbio, da quando era stato nominato prefetto, il giovane Weasley aveva addestrato per bene gli elfi domestici delle cucine…

 

Sbuffò, esasperata. Era quasi convinta che - quel testone! - coltivasse una malsana ossessione feticista per le zucche. Eppure non riuscì a negargli una seconda porzione.

Raccattato il piatto sporco, riversò dentro una generosa mestolata e glielo porse.

 

Ron la guardò con genuina gratitudine, come se grazie a lei avessero vinto la Coppa delle Case e, in quel preciso momento, stesse tenendo in mano il trofeo. Era così euforico, che quasi temeva si sarebbe alzato per abbracciarla o, peggio, baciarla.

 

Miss Granger si scostò in fretta dal tavolo, stabilendo una confacente distanza tra loro. E di nuovo il Re ignorò questa sua mossa, dedicandosi alla venerazione della pietanza che aveva di fronte.

 

“‘Mione, credimi, avrai la mia eterna gratitudine. Le disse, emozionato. Ma di colpo si arrestò, cucchiaio a mezz’aria, uno sguardo tremendamente allarmato. “Ma non è che, dopo questo, è finita? Vero? Vero??” la incalzò, un misto di ansietà e preoccupazione.

 

Avrebbe potuto tenerlo sulle spine, giusto un pochino, prima di rispondere. Perché quella storia sceneggiata era semplicemente ridicola!

Ma aveva un debole per quell’impiastro Peldicarota, che da tempo non era più solo il suo migliore amico e compagno di tante avventure. Nel suo cuore, stava diventando qualcosa di più.

 

“Ne ho preparato un calderone intero, perciò potrai divorarla anche domani!” gli spiegò, accondiscendente.

 

“Parola mia, Hermione! Potrei sposarti, dopo una cosa così!”

 

Quindi... si può prendere una zucca vuota per la gola?

 

“Solo perché so cucinare il tuo cibo preferito?” chiese, simulando indignazione.

 

Ron avvampò d’imbarazzo, mettendosi a farfugliare mozziconi di risposte. “Ma-ma no! C-cioè, non solo! Ma a-anche per questo! ‘Mione, i-io scherzavo!”

 

Le sue efelidi risaltavano ancora di più quando arrossiva, realizzò lei, irragionevolmente; intenerita dal giovane in difficoltà.

 

“D’accordo, d’accordo, Ronald Weasley. Riprendi a respirare! Ho capito che la tua era solo un’affermazione ipotetica dettata dalla tua consuetudine - slanci infantili e logorroici, tendenzialmente sciocchi - di parlare a vanvera senza ponderare la gravità delle tue affermazioni e le implicazioni dirette o indirette, talvolta implicite, ad esse correlate.”

 

“Ecco! Appunto, era…” non sapeva neppure da dove partire, per ripetere ciò che lei aveva spiegato. “Tutto quello che hai detto tu!” si risolvette, annuendo con ampi gesti del collo, per corroborare la sua buonafede.

 

Eppure, fantasticando qualche istante, Hermione non poté esimersi dal chiedersi se, sposando Ron, il giorno del loro matrimonio… si sarebbe ritrovata a tagliare una torta di zucca nuziale…

 

“Dimmi almeno perché ami tanto quest’ortaggio insulso!”

 

“Non è insulso!” sbottò lui, sulla difensiva, come se avesse ricevuto un’offesa personale. “E comunque tu non potresti capire.”

 

Troppo tardi s’accorse d’aver proferito quell’unica affermazione che, in anni ed anni ad Hogwarts, avrebbe dovuto sapere essere impronunciabile, se riferita a quella secchiona Miss-Io-So-Tutto.

 

Ronald Bilius” sibilò lei, avvicinandosi pericolosamente al viso lentigginoso. “Cos’è che io non capirei?!

 

Il mago deglutì a vuoto.

“Ma-ma niente! Lo sanno tutti - anche i sassi! - che tu capisci tutto, che la tua conoscenza è infinta, seconda solo forse a quella di Silente o Merlino!” corse a rattoppare il danno fatto come meglio poteva, in una sviolinata - un’iperbole palesemente esagerata - che placasse l’animo della fanciulla e accarezzasse vagamente il suo ego affamato di lodi. Buon per lui che ci riuscì.

 

“Oh, suvvia! Io ho un modesto bagaglio di conoscenze!” si schernì lei, falsamente umile e un tantino imbarazzata per l’adulazione ricevuta che, inutile negarlo, aveva gradito. “Ma il Sapere richiama altro Sapere” precisò, imitando il tono pedagogico della McGranitt “e, se io dovrò lavorare ancora molto, tu dovrai fare miracoli!” chiarì, con una punta di sussiego.

 

Il Grifondoro sospirò affranto, pensando alla montagna di compiti che doveva ancora eseguire, compresa la ricerca di Erbologia e quella di Astronomia.

 

Aveva quasi scordato la zucca, che si era irrimediabilmente raffreddata.

Dal piatto sulla tavola, era persuaso che lei lo stesse guardando rancorosa, lo sguardo di chi si sente tradita da un amante indegno.

 

“Te la riscaldo, se mi dici come mai stravedi per lei. Indicò vagamente la zuppa tra loro.

 

Lui parve riflettere, non tanto perché fosse difficile scendere ad un compromesso, ma perché – più probabilmente – non sapeva come spiegarsi, per rendere bene l’idea.

 

“Vedi,Mione… non è semplice.”

 

Lei inarcò un sopracciglio, ironica. “Provaci!”

 

Ottenne quanto richiesto, perché raramente lo aveva visto talmente concentrato.

“Il sapore e l’odore della zucca sono… particolari. Quello che per me è speciale, per te può essere un gusto qualsiasi. Spiegò, prendendo molto seriamente il suo ruolo.

 

E d’improvviso si trovò a dargli ragione.

Un po’ come quando nessuno capiva come mai lei amasse passare il tempo accarezzando la carta ruvida di un tomo antico o la filigrana spessa di una pergamena. Oppure s’infilava in biblioteca, a scuola, e annusava l’aria lì dentro: la polvere, quel vago sentore di muffa e di stantio - emanazione di Saggezza e Conoscenza.

 

“Comincio ad afferrare il concetto…” ammise.

 

Il sorriso gentile di lui, a tal punto felice per questa sua illuminazione, la fece sentire sciocca e testarda. Con che coraggio definiva infantili le fissazioni di Ron, se poi lei si comportava anche peggio?

Abbozzò una smorfia contrita. “Smetto di stressarti. Ognuno di noi ha le proprie passioni.”

 

“Però c’è una cosa che puoi apprezzare come me. Spiegò, indicando la zucca col cucchiaio. “E’ una delizia per gli occhi! Concordi?! Con quel suo giallo carico, tendente all’arancio… è l’icona del buonumore, un colore così ti strappa a forza un sorriso!” terminò, gongolante per averla messa a parte di questa sua profonda Verità.

 

Hermione sorrise, mezza divertita e mezza sconvolta. Era sempre più convinta che tutte quelle cadute durante gli allenamenti di Quidditch gli avessero irreparabilmente lesionato quel poco di cervello che gli restava, e ora ne aveva le prove inconfutabili.

 

Nessuno gli aveva mai detto che il giallo era il colore dei matti?

                            

                                               

 

 

Fine

 

Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Racconto di stampo autobiografico (me ama le zucche *_*), è nato più di un anno fa, quando appunto questi splendidi ortaggi giravano sulle tavole di casa… purtroppo l’ho finita solo da poco, quando la loro ricomparsa ha riacceso la mia ispirazione. ^__=

Credo sia la prima Ron/Herm che produco… mi piace come pair, anche se preferisco dell’altro.

A presto, con una nuova fic e un vecchio amore: una Wolfstar! ^___^



 

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Grazie (_ _)

elyxyz

 

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