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Autore: Hana S    27/06/2013    3 recensioni
Raccontata in prima persona dai punti di vista di diversi personaggi, come scritti in un diario segreto che portano nel cuore. Ci troviamo in un universo alternativo a quello di OP, nel mondo scolastico dove si intrecciano le vite di vari persone. Ragazzi che scoprono l’amore e le delusioni, che affrontano la vita meglio che possono e tanti altri che fanno da contorno o interagiscono direttamente con la protagonista Melody (personaggio di mia invenzione), che vedrà la sua vita subire repentini e grandi cambiamenti in poco tempo. ALCUNI PERSONAGGI NON SONO ANCORA COMPARSI NELL'ANIME ITALIANO.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Jewelry Bonney, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Slice of life'
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MELODY

La lezione di ginnastica inizia in ritardo, con la scusa di un malessere giustifico il fatto che non partecipo, fanno una partita a basket, dannazione amo il basket, ma non ho proprio voglia di fare ginnastica.

Guardo i movimenti di tutti, Bonney è sempre in fallo e si arrabbia come una bestia, invece Law se riesce a mettere le mani sulla palla corre dritto al canestro e fa punto; è molto serio, ma anche affascinante tutto sudato per la partita.

«Law sei fantastico» la solita oca che lo osanna; Perona fa il filo a Law dalle medie, ma lui non la calcola proprio; le arriva una pallonata in faccia.

«Scusa, non l’ho fatto apposta …» Bonney fa l’innocentina, ma so benissimo che aveva preso bene la mira.

«Idiota l’hai fatto apposta» la dark si scaglia contro Bonney ed inizia la lotta, mentre tutti le incitano, soprattutto i maschi, amavano vedere due ragazze che si strappavano le magliette a vicenda. Interviene il prof Burjess a rimettere ordine.

«Se avete dei conti da regolare fatelo fuori dalla mia palestra!»  il prof è un uomo molto alto e muscoloso, famoso in città per le sue vittorie nel mondo del wrestling; però raggiunto l’apice del successo si era ritirato per fare l’insegnante, nessuno lo aveva compreso, ma lui amava quella vita, in più gestiva anche una palestra la sera e nel fine settimana.

Perona e Bonney furono costrette a rimanere dopo le lezioni per ripulire da cima a fondo tutta la palestra, povere.

Cammino nel cortile, tutta sola, quando Law si avvicina.

«Scusa»

«Non ti preoccupare Law, sei il mio migliore amico è ovvio che tu ti preoccupi per me»

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TRAFALGAR LAW

La guardo sorridermi, come è bella, voglio stringerla a me, dirle di lasciare quell’idiota e mettersi con me, voglio essere io a baciarla a consolarla … ad amarla. L’avrei resa felice ora e sempre …

«Melody ti va di …» sono bruscamente interrotto da Bonney che mi piomba addosso.

«Hei Traffy oggi mi devi … per … forza … aiutare»

«Cosa vuoi ancora?»

«Tra una settimana c’è la verifica di mate … non posso prendere meno di sei o me la rimanda all'anno prossimo quell’idiota di Van Ooger! Devi aiutarmi, devo essere preparata al meglio, poi … penserò a ripagarti con gli interessi …» disse queste ultime parole in modo ambiguo tanto da farmi infuriare e la allontanai da me, non volevo che Melody sapesse cosa c’era fra me e Bonney, anche perché non è amore.

«Cos’è questa storia Traffy?» anche Melody ci si mette a prendermi in giro, ma non riesco ad arrabbiarmi con lei anche perché in questo momento è Bonney ad avermele fatte girare.

«Tra un’ora vieni a casa mia, porta tutto il necessario …» mise le sue braccia intorno al mio collo e bisbigliò nel mio orecchio

«Anche quel completino che ti piace tanto? Se lo vuoi sapere lo indosso già …»

« … il necessario per studiare» guardo Melody, speravo non avesse sentito Bonney e probabilmente era così; prese il cellulare che aveva iniziato a suonare; sorrise mentre si portava una ciocca dietro l’orecchio.

«Chi è … il tuo amorino?» Bonney è odiosa quando fa così.

«No, hanno cambiato i turni a papà, stasera non viene a cena»

«E questo ti rende felice»

«No è che da quando gli ho insegnato come inserire le emotion i suoi messaggi sono costituite da più faccine che da testo » ci mostrò lo schermo, era vero.

Messaggio: Scusa tesoro, mi hanno cambiato turno, stasera non ceniamo insieme (più una serie di faccine che mostravano il dolore e la frustrazione interna di quell’uomo ).

Trovo abbastanza imbarazzante quel messaggio scritto da un adulto.

«Io vado, a domani e  … Bonney, non fare uscire dai gangheri Law ok?»

«Yes my lord» detto questo mi stringe ancora di più. Vidi la ragazza che amavo allontanarsi, abbasso lo sguardo.

«Andiamo prima che Perona si accorga che sono scappata» Bonney mi teneva per un braccio, costringendomi a correre fuori dalla scuola insieme a lei.

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JEWELRY BONNEY

Mi affascinava guardarlo così serio intento a spiegarmi quelle assurde regole, mi faceva impazzire la sua voce, quegli occhi grigi e quelle mani che più volte mi avevano stretto, sapevo che non mi amava e io di certo non amavo lui, ma non mi importava.

«Con questo abbiamo finito» guardò l’orologio erano le nove di sera, ancora una volta ero riuscita a tirarla per le lunghe, accarezzai quei morbidi capelli neri e quando i nostri sguardi si incontrarono lo baciai, il resto venne da se.

Mentre ci rivestivamo non proferimmo parola, e in silenzio uscii dalla sua stanza, tanto sapevo dove era l’uscita e mi incamminai. Fuori ormai è buio pesto, alzai lo sguardo verso la stanza di Law, le luci erano già spente presi la bici e andai a casa, mi sembrò di vedere un’ombra ma non vi badai. Passai davanti alla casa di Melody, c’era qualcuno nel giardino, lasciai la bici e silenziosamente mi avvicinai.

Mi sembrava la recita di fine anno, Melody affacciata alla finestra e Kidd dal giardino le parlava, la casa di Melody era tutta su un piano quindi era faccia a faccia con il suo tesorino, volevo farli uno scherzo, ma sentii un movimento dietro di me, mi voltai, ma non c’era nessuno. Ero un po’ spaventata, ma anche troppo curiosa di sapere cosa stava succedendo.

«Mi dispiace Melody, ma Trafalgar non si doveva intromettere, mi da sempre sui nervi e detesto che ti giri intorno» allora è vero che i due si odiano.

«Noi due siamo amici fin da piccoli,  mi considera come una sorella» se Melody sapesse quante volte Law pronuncia il suo nome quando è con me, credo cambierebbe idea «Non puoi chiedermi di lasciare i miei amici, sono troppo importanti per me, se mi ami veramente accetterai loro come io ho accettato Killer e tutti gli altri» Killer? Non ricordo mai il suo vero nome, ormai lo chiamiamo tutti così quell’esaltato con la fissa per gli Horror.

«Melody» oh! Le tiene le mani che carino «Ti prometto che cercherò di controllarmi» si, si, certo come no! Kidd che si contiene? Avrei più probabilità io di prendere dieci nella verifica di mate, ma per favore!

«Giuralo»

«Lo giuro»

Che scena smielata, si baciano che belli, certo sono molto diversi, ma stanno bene insieme. Che fa Kidd, se ne va? Ma non entra? Che delusione. È in moto, adoro la sua moto, se non fosse il ragazzo di Melody mi farei sotto io, è sfrecciato via e Melody è rientrata, uffi! Tanto vale tornare a casa. Vedo ancora quell’ombra e questa volta l’ho riconosciuto … Law che ci fai qui? Credo di aver assunto un’espressione a dir poco scema.

Presi la mia bici e tornai a casa.

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EUSTASS KID

Il vento mi scompiglia i capelli mentre sfreccio con la moto per le stradine di questa misera città. L’unica cosa che la rende vivibile e quell’angelo, che presto sarà mio. Arrivo a casa, le luci sono ancora accese, che diavolo stanno combinando? Entro Killer e spaparanzato sul divano e guarda la televisione insieme a Heat.

«Ancora Psyco, non ti sei rotto di guardarlo?» accenna solo un ‘no’ con la testa, così vado in cucina dove il resto della compagnia ‘gioca’ a carte.

«È ancora tutto in ordine, strano, partita tranquilla stasera?»

«Abbiamo scoperto chi barava, era Wire, ora è legato come un salame e chiuso nello sgabuzzino» vado a vedere, ed è proprio così, non posso fare a meno di scoppiare a ridere, lo aiuto a liberarsi.

«Ragazzi tutti fuori ora»

«Perché Kidd?, non abbiamo ancora finito»

«Perché è un mio ordine» mi basta tuonare queste parole e tutti si precipitano all’ingresso, salutano in maniera confusa ed escono. Guardo verso il divano Killer è ancora lì.

«E tu?»

Mi indica il televisore «Non è ancora finito!» ci rinuncio e mi siedo con lui, lo fisso per alcuni secondi; c’è chi dice che noi siamo fratelli, ma io non vedo la somiglianza, se mio padre si faceva sua madre non è affar mio, e poi anche se fosse andiamo molto d’accordo.

«Allora come è andata?»

«Male» sprofondo nel divano «Non mi ha fatto neanche entrare, speravo seriamente che lo facesse, le avrei fatto compagnia è tutta sola» Killer non ci riesce e scoppia a ridere ed io lo seguo.

«Tu che stai calmo e seduto a parlare con una bella ragazza senza saltargli addosso alla prima occasione?»

«Melody non sa quello che le aspetta se anche solo una volta commette l’errore di farmi entrare!» ed è vero, aspetto solo l’occasione giusta.

«Ha chiamato tua madre mentre eri fuori» cosa diavolo vuole quella? «Non torna a casa …» non fa in tempo a finire la frase, il cuscino gli è arrivato dritto in faccia.

«Può fare quello che vuole, non mi interessa, tu piuttosto che fai?»

«Rimango qui, ho il frigo vuoto mentre il tuo è pieno poi domani non c’è scuola» si stiracchia gambe e braccia.

«Come se ci importasse»

«L’unica promessa che ho fatto, l’ho fatta a mia madre, che mi sarei diplomato» sapevo quanto Killer tenesse a quella donna, lo aveva tirato su nonostante avesse tutta la famiglia contro, dopotutto aveva solo sedici anni quando è nato.

«Vado a dormire, tu dormi pure sul divano se ti va»

«Vuoi che vengo con te?» chiaramente mi sfotte «Magari ti consolo un po’ dopo la bidonata che hai ricevuto» se potessi lo polverizzerei con lo sguardo.

«Non sei il mio tipo» ridacchio.

«Peccato» è incredibile, non ha mai spostato lo sguardo dal film, è davvero così invasato?

«Sai dove sono coperte e cuscino» mi alzo e me ne vado.

Dalla camera guardo fuori la città, penso a Melody, vorrei veramente essere li con lei! Non ho mai desiderato una ragazza così tanto, perché non cede? Perché mi fa dannare così? Non ho mai rispettato nessuno, perché dovrei cominciare con lei?

Le mando un messaggio smielato, quasi vomito mentre lo scrivo e lei mi risponde con la sua solita dolcezza.

«Presto sarai mia!» sussurro nella notte buia «È questo il mio giuramento».

  
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