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Autore: dreamey    27/06/2013    1 recensioni
mai viste prima, non si conoscevano, due persone diverse, donne diverse.. caratteri completamente opposti.. eppure si riconoscono una nell'altra.. le loro vite si ritrovano li, nello stesso posto di lavoro, stesso lavoro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Un cappuccino, grazie-  con un tono non dei più allegri, Callie ordinò la sua colazione e col bicchiere in mano  ancora fumante, andò a sedersi ad un tavolo del bar dell'ospedale.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.  E triste. Di nuovo.
Colpa delle tue false speranze ,le risuonava nella testa.  Era riuscita di nuovo a cacciarsi in quella situazione.  Le sembrava di avere una calamita, a volte, per storie impossibili.
 Sono un'idiota! Ma l'hai vista?!  Mezzo tavolo le sbavava dietro, attirava sguardi da ogni parte del bar, uomini e donne, e tu ti sei illusa che potesse essere libera, senza legami!  
La frase le riportò alla mente il ricordo della sera prima. Quando fuori dal bar l'aveva vista con quella ragazza, che le parlava, le sorrideva e.. l'accarezzava.
 
Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, i diversi bicchieri di tequila che aveva  mandato giù con i suoi colleghi  e soprattutto in compagnia di Mark, le cominciavano a fare uno strano effetto. Forse perchè, in fondo, non era poi così tanto abituata all' alcool.
Uscì fuori, a respirare l'aria fredda, invernale di Seattle.  E quei pochi minuti di solitudine le sembrarono così preziosi.  Dopo la conferenza, non era riuscita a trovare un attimo per sè.
Stava guardando in alto, il cielo di Seattle che quella sera le sembrava più stellato che mai.
Sentì richiudere la porta del bar, e si girò di scatto,  e vide uscire quella che le sembrava la stella più luminosa che potesse mai risplendere.
Per un attimo nutrì il desiderio che fosse uscita per lei. Ma pochi secondi dopo non ne fu poi così tanto convinta.
Una donna, alta, che non le sembrò così tanto bella, fece capolino dietro la pediatra che, sentendo chiamare il suo nome e sentendosi tirare per il braccio, fu costretta a voltarsi indietro, staccando a malincuore gli occhi di dosso da quella bellissima donna, in piedi ,poco più avanti che le aveva appena accennato uno dei sorrisi più accattivanti.
-Arizona-  Chiamò Julia, la sua ex ragazza prendendola per il braccio. -Non abbiamo avuto nemmeno cinque minuti per poter parlare, sole. Accennò uno sguardo che ad Arizona era familiare, uno sguardo ancora innamorato di lei.
Erano passati ormai due anni dalla fine della loro storia.  Un flirt, lo definiva Arizona ma per Julia, era stato tutt'altro, si era illusa che potesse essere la donna della sua vita. Ma ad Arizona non interessava ancora avere una relazione seria e duratura e per non continuare ad illuderla aveva messo fine alla storia, accettando ,malvolentieri, su continue preghiere dell'altra almeno di restare amiche.
-Così ho visto che uscivi e ne ho approfittato.
"Tempismo perfetto", pensò ironicamente Arizona tra sè.
Aveva seguito con lo sguardo Callie, e quando vide che si era alzata, dirigendosi verso la porta del bar, senza pensarci due volte aveva fatto altrettanto.
 Pur non avendo ancora chiaro in mente che cosa le volesse dire o fare.
 
-Allora, sul serio, come stai?- continuò Julia avvicinandosi sempre di più, accarezzandola sul viso e sorridendole senza riuscire a staccare lo sguardo da lei.
Arizona, consapevole, che la donna che l'aveva attirata li fuori,era proprio lì,a qualche metro dietro di lei,sperava in cuor suo che non fraintendesse la situazione.
Non capiva nemmeno perchè lo sperava così tanto, dato che avere una storia, in quel periodo, non era di certo in cima alla sua lista.
 
Callie, aveva assistito a tutta la scena, la distanza e la musica che proveniva dal bar non le permisero di  sentire la conversazione che ci fu tra le due, ma il modo di accarezzarla,e il modo che aveva l'altra di guardarla, non le lasciarono alcun dubbio. Anche se in quella posizione non riusciva a vedere Arizona se non di schiena.
Il cielo, così luminoso, che pochi istanti prima, stava ammirando quasi estasiata, ad un tratto le fu insopportabile. Ed entrò di nuovo nel bar.
 Lasciando fuori la sua stella risplendere per un'altra donna che non poteva essere lei.
 
Mark, vide uscire Callie dal bar, e capì che la sua amica aveva bisogno di qualche minuto di solitudine. Subito dopo, notò la bella pediatra che si dirigeva verso la porta del bar seguita da una donna alta. Ed ebbe un brutto presentimento.
La vide rientrare, qualche minuto dopo, e gli bastò guardarla per un breve istante per capire il duro colpo che aveva incassato la sua migliore amica.
La raggiunse, vicino al bancone e le sfoderò uno dei suoi sorrisi bonari. L'abbracciò con tenerezza e le sussurrò qualcosa nell'orecchio.
 E Arizona entrò proprio in quel momento per assistere a quella scena che le provocò una fitta di gelosia che le fece tremare lo stomaco.
Non l'aveva messo in conto. Non aveva messo in conto, che magari, quella donna,  con quegli occhi magnetici che l'avevano attratta come una calamita, potesse avere al suo fianco già la sua persona, e che questa persona  fosse anche un uomo.
Non aveva speranze, si rese conto, non aveva niente a suo favore.
 
-Ehi Torres, allora lo bevi o no quel cappuccino?
La voce di Mark distolse Callie dai suoi spiacevoli pensieri, ed accennò un sorriso all'amico.
-Ci puoi scommettere, Mark, il caffè sarà la mia salvezza oggi.
-Notte in bianco eh?  le rivolse la domanda non avendo dubbi che l'amica capisse a cosa si potesse riferire.
-lascia perdere, Mark. Storia finita. Si fermò per un attimo rendendosi conto di quello che aveva appena detto, sorrise e continuò -come può finire una storia che non è nemmeno mai iniziata? Sul serio, sono a posto, sto bene e per fortuna oggi mi aspetta un'intera giornata in sala operatoria.
 Cercava di convincere l'amico che la guardava ancora con occhi dubbiosi.
Qualcosa attirò la sua attenzione dall'altra parte del bar, una donna bionda si era appena diretta al bancone delle brioches, sfrecciando su un paio di scarpe con le rotelle.
Non ci mise che una frazione di secondo a riconoscerla. Era lei, la pediatra e la vide per la prima volta col camice addosso.
E una cruda realtà le si parò davanti. 
Lavoravano nello stesso posto, stesso lavoro, e questo significava doverla vedere tutti i giorni, più volte al giorno o addirittura ritrovarsi nella stessa sala operatoria.
 
Aspettava che le fosse servito il suo pound cake, e la notò seduta al tavolo. E di nuovo non era sola, era con quell'uomo la cui sola vista la irritava.
Si sarebbe dovuta abituare a vedersela in giro per l'ospedale, ma sopratutto doveva abituarsi a vederla accanto a quell' uomo.
 
Callie, era in piedi vicino al tabellone degli interventi, era intenta a leggere quale sala operatoria le era stata assegnata per l'intervento, la sua attenzione fu distolta dal suono di una risata, quel suono le sembrò il più dolce e bello  che avesse mai potuto sentire.
Alzò gli occhi dal tabellone, per vedere a chi apparteneva quella risata.
 E c'era lei, a braccia conserte, con quel suo sorriso stampato in faccia che chiacchierava con Teddy e Derek.
I tre le si avvicinarono.
 - Callie, - Disse Derek sorridendole, sempre accompagnato dal suo fascino, -hai già conosciuto la dottoressa Robbins? è il nuovo primario di chirurgia pediatrica- continuò
Si era letteralmente impalata.  E in pieno disagio.
La pediatra l'anticipò, sfoderando il suo sorriso e tutta la sua calma.
 Una calma apparente in quel momento, perchè le sembrava di avere un temporale nello stomaco.
-Ho già avuto l'immenso piacere di parlare con lei, anche se non abbiamo avuto modo di presentarci prima- esordì in tono formale.
Continuò -Arizona Robbins, piacere- le porse la mano improvvisando un fare sicuro.
- Ca.. - stava cercando di non balbettare, ma fu interrotta prima di poter pronunciare il suo nome.
-Calliope Torres,- l'anticipò la bionda- lo sò-  aggiunse sollevando le spalle e inclinando leggermente la testa di lato.
L'aria diventò elettrica non appena si strinsero la mano.
Disarmante. Quella donna era completamente disarmante.
-Ora devo scappare in sala operatoria, è già tutto pronto per l'intervento.
E scappò.  Letteralmente da quella donna.
Girò l'angolo e finalmente riprese a respirare.
L'ospedale è grande, ci sono le scale, tanti posti in cui nascondersi. Posso riuscire ad evitarla, e soprattutto devo riuscire ad ignorarla.  Ignorare il suo sguardo,  quei suoi occhi.

Ma più di tutto, doveva riuscire a fare a meno di quel sorriso, che ogni volta che le si parava davanti poteva sentire male al cuore.
 
 

Tutti gli amanti, maschi o femmine,
devono essere avvertiti che l’amore,
oltre a costituire una benedizione,
è anche qualcosa di estremamente pericoloso e imprevedibile,
capace di arrecare seri danni.
Di conseguenza, chi si propone di amare
deve sapere che sta per esporre il proprio corpo
e la propria anima a ferimenti di vario tipo,
e in nessun momento potrà incolpare il partner,
giacchè il rischio è identico per entrambi.
Paulo Coelho

 
 
Arrivata al 5 capitolo. Se ne avete voglia, potete scrivermi cosa ne pensate della storia, se vi piace o cosa non vi piace.  Qualsiasi recensione, anche critica è ben accetta :)
  
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