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Autore: _Cramisi_    29/06/2013    5 recensioni
Ok premetto che questa è la mia prima fanfiction su saint seiya , perciò non so esattamente come me la caverò quindi spero che chi la leggerà mi aiuterà a capire i difetti della storia e a correggerli.
Piccolo avviso: In questa storia le età di Atena e dei cavalieri di bronzo varieranno.
Passo alla trama vera e propia:
Una ragazza amante dei fumetti e degli anime, grande appassionata dei cavalieri dello zodiaco finisce all'interno del sopracitato anime in un ipotetico post Hades in cui tutti i cavalieri d'oro sono stati riportati in vita ( grazie alla licenza poetica di cui mi avvalgo).
Qui questa poveretta combinerà vari casini e forse troverà il suo posto nel mondo.
Dato che all'interno dell'anime e del fumetto le storie d'amore sono presso che inesistenti oppure molto velate non posso far altro che immaginare le reazioni dei personaggi a questo sentimento, per questo motivo chiedo scusa in anticipo se sfocerò nell'oc.
Bhè spero di avervi incuriositi e invogliati a leggere.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo Capitolo


Fui svegliata da un raggio di sole che proveniva dalla finestra di fronte al letto, sentì dei rumori nella stanza accanto, chi sa che stava succedendo.
Decisi che non me ne fregava poi molto, mi alzai e mi diressi in bagno, e quello che vidi riflesso nello specchio mi spaventò, sembravo una mummia con un ammasso di cavi elettrici in testa.
Avevo i capelli talmente tanto sparati che avrei fatto invidia sia ad Einstein  che a Caparezza, il che è tutto dire.
Aprì la valigia che avevo posato sotto il letto e ne estrassi il set in cui avevo riposto la spazzola e il necessario pe l’igiene e mi feci la doccia.
Stranamente ,seppure al grande tempio vivessero come gli antichi greci, le prese di corrente non mancavano così presi il phon e mi asciugai i capelli.
Appena finì, notai che i miei capelli errano tornati, seppure parzialmente, ad ubbidire alla forza di gravità.
Mi misi un paio di shorts e una canotta, entrambi rigorosamente neri e corsi in bagno a truccarmi, non che misi chi sa che cosa, solo un filo di eyelyner sulla palpebra superiore e lasciai i capelli sciolti.
Uscì dalla camera circa due orette dopo che mi fui svegliata, che ci volete fare, oltre che al senso della sintesi mi manca quello del tempo.
Ma dopo tutto è normale per ogni ragazza stare molto tempo in bagno … Giusto…giusto?
Va bene, questa casa è enorme, e dato che nell’anime fanno vedere solo il corridoio che si percorrere dall’entrata all’uscita, non ho idea di dove devo andare, e il mio stomaco protesta a viva voce.
Voglio la pappa.
Ok era un po’ infantile, ma dopo tutto che ci volete fare allo stomaco non si comanda, no, un momento, non era al cuor non si comanda?
OHH bhè, lasciamo perdere sto divagando.
Torniamo al problema principale, dove cavolo devo andare per mettere qualcosa sotto i denti?
Nota per me, chiedere ad Aiolia una piantina del tempio, sperando che scriva in italiano e non in greco, mica faccio, o meglio, facevo il classico.
Uhmmm, a proposito di scuola, io lunedì ho la consegna di sei e dico sei tavole di disegno geometrico!
E ora come faccio, se non le consegno mi becco uno.
Ok è ufficiale, sono rovinata.
Continuai a girare, persa nelle mie assurde macchinazioni, e dopo quelle che mi sono parse ore, e che in seguito scoprì essere circa dieci minuti, mi ritrovai nel corridoio principale.
Adesso sono davanti ad un dilemma, scendere o salire, se scendo rischio di fare una bella gita fuori programma nella bocca dell’Ade ad opera di Cancer.
Se salgo, finisco nella volta di Minosse ad opera di Virgo.
Mentre stavo decidendo di che morte morire , e in questo caso, non è un modo di dire, una voce possente interruppe i miei lugubri pensieri.
“Cavaliere di Leo io Aldebaran del toro chiedo il permesso di passare dalla tua casa”
Sbucai da dietro la colonna, e per chi stesse pensando male, non mi ero nascosta, mi ero appoggiata per riflettere.
“Non so dove sia il cavaliere del leone, tuttavia penso che non abbia niente in contrario se attraversi la sua casa”
Vidi il custode della seconda casa squadrarmi, che cosa pensasse non mi era dato sapere, dopo tutto era Mur il personaggio con poteri telecinetici.
Fatto stava che l’espressione del toro mutava dal severo all’incerto, dall’incerto al perplesso, poi sembrava acquistare una parvenza di calma per poi tornare severo.
Cosa significassero tutti quei cambi di espressioni me lo disse lui pochi secondi dopo.
“La dea Atena e il grande Sacerdote hanno ragione, hai un cosmo immenso, potresti affrontare una divinità e vincerla senza troppi sforzi, tuttavia, non hai un minimo di controllo su di esso”
Fu il mio turno di rimanere perplessa.
“Dubito fortemente che un Dio o una Dea si faccia sconfiggere facilmente da una ragazza che a malapena sa cosa è il cosmo”
Eccetto Atena, aggiunsi mentalmente, ma non mi sembrava proprio il caso di dirlo, in fondo lui non mi aveva ne provocato, ne tanto meno insultata, si era limitato a fare una constatazione, una pura e semplice constatazione, in più, io avevo già espresso il mio parere sulla loro signora.
“Potresti sempre allenarti e svilupparlo”
“Come ho detto ieri, vi conosco, quindi so anche a quali estenuanti allenamenti vi sottoponete, e, posso affermare con assoluta certezza che resisterei meno di mezzo minuto”
Feci una piccola pausa
“Ad esempio, due giorni fa, quando abbiamo fatto ginnastica, c’è mancato poco che non svenissi dopo un giro e mezzo di campo”
Penso che la faccia di Aldebaran si sarebbe abbinata bene a quelle cadute stile anime che si fanno in un po’ tutti i cartoni comico-demenziali.
Ma qui eravamo in uno shonen, e il tutto era perciò abbastanza serio.
Notate bene, ho detto abbastanza, non totalmente.
Sentendo il mio stomaco far sentire animatamente le sue proteste mi rivolsi nuovamente al cavaliere che mi stava di fronte
“Scusa, sapresti dirmi dove potrei andare a mangiare?, Sai, non mi sono ancora ambientata”
“Ma non avevi detto che conoscevi tutto di noi?”
“Infatti, conosco tutto di voi, anche la vostra storia, ma ciò non implica che io debba conoscere anche l’impianto delle vostre case”
Aldebaran si mise a ridere, e strano a dirsi, ma quella risata alleggerì anche me.
“Ben detto, fanciulla”
“Kramizi, mi chiami Kramizi,”
Vidi la sua faccia farsi confusa
“Sentirmi chiamare fanciulla mi fa sentire come se fossi una mammoletta indifesa”
Aggiunsi per spiegarmi.
“Effettivamente non dai molto l’idea di una fanciulla in difficoltà”
“Su questo hai perfettamente ragione, si deve imparare a cavarsela da soli”
“Vieni, ti accompagno su al tredicesimo tempio, Atena avrebbe piacere a parlare con te”
“Parlare con Atena… un momento salire?! Vuoi dire che dovrò farmi tutti quelli scalini e inoltre attraversare le altre case? Compresa quella di Shaka, Milo e Shura?!”
“Esatto anche se presumo che a quest’ora saranno già in mensa, tranne Shaka”
Disse tentando di essere confortante
“Gli incontrerò comunque e poi, tutte quelle scale, collasserò prima”
Avete presente le fontane che scendono dagli occhi dei personaggi dei cartoni quando sono abbattuti?!
Bene, io ero messa molto peggio.
“Tranquilla ci penso io”
Appena sentì questa frase mi divisi in due, figuratamente è ovvio.
Una parte di me saltava dalla gioia, non dovevo fare tutte quelle scale, l’altra parte di me era terrorizzata.
In fondo, ogni qual volta qualcuno diceva che non c’era da preoccuparsi…
Era il momento adatta a fare testamento.
Neanche il tempo di formulare una risposta, che poi non serviva dato che la sua era un’affermazione, mi sentì sollevare e ad un certo punto avvertì distintamente un dolore acuto alle orecchie, segno inequivocabile che la pressione dell’aria  si era alzata.
Cinque secondi dopo, ma neanche, ero davanti ad un gigantesco portone da cui proveniva un buonissimo odore di brioches, che in seguitò scoprì appartenere alla colazione della dea e non a quella dei cavalieri, ma il mio stomaco stimolato da quel dolce aroma iniziò a ballare la salsa.
Vidi Aldebaran spalancare il portone senza enormi difficoltà e dirigersi verso un tavolo.
Notando  che io non lo seguivo si girò e mi fece cenno di avviarmi con lui al tavolo, mi armai della mia aria da bastarda-snob, non che fossi realmente spocchiosa, ma non avete idea di quanto possa aiutare tenere quest’ aura.
Il cavaliere del toro si avviò dove erano seduti tutti i cavalieri d’oro, e si sedette vicino al cavaliere dell’ariete.
Iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di un tavolino appartato dove starmene da sola a deprimermi, speranza vana, il cavaliere rappresentante della costellazione del toro mi sequestrò molto gentilmente e mi mise a sedere al tavolo con i gold.
Bene, indovinate vicino a chi sono seduta…
Din din din, risposta esatta.
Sono seduta vicina al bellissimo cavaliere da ghigno bastardo e dall’animo tormentato da antiche colpe.
Kanon di Gemini.
Non che io ne sia dispiaciuta, intendiamoci, ma…
Panicooo
E se a lui desse fastidio, e se gli stessi antipatica…
Cosa abbastanza probabile dato il “piccolo” disguido avuto con la sua Atena.
Uhmm, forse sono un po’ gelosa, solo un po’ però,
Ok il mio cervello è ufficialmente partito per la tangente, ma voglio vedere voi a ragionare sedute in mezzo ai ragazzi più fighi che siano mai esis-disegnati.
Comunque, Kanon è Kanon, avete visto che capelli, che occhi, che labbra che pelle che fisico, soprattutto il fisico, …
Va bene, sembra la lista della spesa, ma per me lui potrebbe benissimo essere un Dio sceso in terra, quasi quasi se è lui ad allenarmi ci faccio un pensierino…
NO NO NO, Kramizi ti stai rintontendo, allontanati immediatamente da quel bel pezzo di figliuolo prima che i pochi neuroni rimasti nel tuo cervello si vadano a suicidare.
Non va bene, mi devo ricordare che oltre ad essere piuttosto bello, è anche un grandissimo bastardo, quindi se ti allenassi con lui di sicuro attuerebbe una “piccola” vendetta per il mio “piccolo” sfogo verso la sua Dea, inoltre, se sommo tutti questi fattori ottengo che la mia probabilità di sopravvivenza è ….
Rullo di tamburi prego…
Tamburi, tamburi ci siete?!
Uffi perché ci sono per  tutti è non per me?
Comunque stavo dicendo, la mia probabilità di sopravvivenza è pari allo zero per cento.
Probabilità molto alta devo dire.
Si accettano agnelli sacrificali al posto mio, volontari?
Non fatevi avanti tutti insieme ehh!
Ma torniamo a noi, oggi alla mensa servivano albume d’ uovo (altamente proteico) e dei biscotti secchi ad alto contenuto calorico, adesso intendiamoci, non sono una di quelle ochette che sta attenta ad ogni singola caloria, tutt’altro, mangio più io che un esercito dopo un allenamento, ma tra l’albume ed i biscotti non so quale fosse il male minore.
Così alla fine optai per la saggia decisione di morire di fame, sapete, se devo scegliere se morire di fame oppure per intossicazione opto per la prima.
Sapete andare in ospedale a farmi una lavanda gastrica non è proprio il mio sogno nel cassetto, anche se penso che alcuni di loro non mi ci avrebbero nemmeno portata all’ospedale.
“Che hai, la somma Atena ti ha levato il senso del gusto come punizione per il tuo comportamento sfacciato tenuto  ieri?”
“No, come vedi il gusto funziona benissimo, grazie per l’interessamento Shura di Capricorn”
Nel dire quella frase avevo sfoderato il sorriso più falso che si fosse mai visto.
Ora mi direte che se la colazione mi faceva schifo presto ci sarebbe stato un nuovo piatto in tavola giusto?
E che sarei stata io la nuova pietanza, finemente affettata da Shura ho indovinato?
Ebbene sapete che vi dico?
Che avete pienamente ragione, ma io ho ancora un asso nella manica, una tecnica antichissima tramandata da generazione in generazione,
l’antica e nobile arte della…
ritirata strategica
o anche detto come:
FUGAAA
E fu così che iniziò il siparietto comico del tutto inadatto all’ambiente in cui ci trovavamo, ma ricapitoliamo la situazione:
Io venivo inseguita da Shura, che aveva dei fini prettamente bellici, almeno non per la sottoscritta, comunque, quest’ultimo veniva a sua volta inseguito da Aiolos del Saggittario e Aiolia del Leone.
Dopo più di mezz’ora in cui io scappavo ,ben poco aggraziatamente direi, il Capricorno venne preso dai due fratelli mentre io fui allegramente afferrata come un gatto.
Avevo già alzato lo sguardo per dirne quattro al malcapitato che mi trovai a specchiarmi in due limpide pozze color acqua marina, era quello il suo colore, non azzurro e neanche verde solo  del colore dell’acqua del mare.
Specchiandomi in quelle iridi persi tutto il coraggio e la determinazione iniziali, sembrava quasi che i suoi occhi mi avessero prosciugato di ogni energia, anche se non mi risulta che questo fosse annoverato fra i suoi poteri.
Sentì un tonfo sordo e poi un dolore acuto al fondoschiena, quel bellissimo bastardo mi aveva fatto cadere a terra
“La scorto dalla dea Atena”
Detto questo la mia guardia improvvisata iniziò a incamminarsi voltando leggermente il volto per incitarmi a seguirlo, e dato che per quella mattina avevo già provocato abbastanza preferì assecondarlo, tenendo conto che un’improvvisa stanchezza si era impadronita di me, non so nemmeno se ne sarei stata in grado.
La sala era esattamente quella del giorno prima, la dea Atena sedeva compostamente sul suo trono affiancata dal grande sacerdote, non appena entrammo Kanon si inginocchò aspettando il permesso della dea per alzarsi, permesso che non si fece attendere, odiavo vedere gli uomini così sottomessi, mi dava sui nervi, come quelle sensazioni di angoscia che ti pervadono mentre assisti impotente a qualcosa che tu non puoi fermare, vorresti ma non puoi.
Almeno Saori era maturata un po’ non era rimasta la sciocca ragazzina che voleva essere servita e riverita, un punto a suo favore devo dire, però sia chiaro, non lo ammetterò mai ad alta voce.
“Allora, sentiamo per quale motivo mi hai chiamata qui?”
Passarono attimi interminabili nella quale la Dea seduta di fronte a me pareva riflettere
“Per parlarti” decretò infine
Ammazza te, un’ora di riflessione per articolare due parole più che ovvie aggiungerei.
“Fin lì ci ero arrivata, ma parlarmi di cosa?”
“Dei tuoi poteri”
“E sentiamo, cosa avresti da dire?”
Sentendo con quanta sfacciataggine mi stavo rivolgendo ad Atena  Kanon fece per schiaffeggiarmi ma un gesto della sua signora lo fece desistere e tornò al suo posto.
“I tuoi poteri sono molto forti, e se ne perderai il controllo potresti arrecare danno a persone innocenti”
“Dunque dove vorresti arrivare?”
“Direi che è ovvio, devi allenarti per controllare meglio il tuo cosmo per metterlo al servizio della giustizia”
“ Al servizio della giustizia o al tuo? E poi ieri eri di tutt’altro parere”
Dissi con voce sprezzante
“Ieri aveva preso il sopravvento la mia parte umana, ma adesso attenta, è alla dea che ti stai rivolgendo”
Assunsi un’espressione falsamente angelica
“Una volta lessi in un libro questa frase <<è la mente dell’uomo che plasma la sua realtà>> Hai presente cosa significhi?”
La pseudo Dea stava per aprire bocca con lo scopo di rispondere quando io la precedetti
“Significa che voi esistete perché è l’uomo stesso che vi ha creati con la sua convinzione è per questo che ora molti olimpici tentano di distruggere la terra e annientare l’uomo. Per creare delle creature che alla base della loro vita abbiano solo la fede in loro”
Feci una piccola pausa
“Ma nel tuo caso è diverso, tu sei nata dal desiderio degli uomini di avere protezione e uguaglianza è per questo che non li vuoi distruggere, perché il dovere di proteggerli è radicato nella tua stessa essenza, eliminare il genere umano per te significherebbe scomparire o sbaglio?”
Saori annuì e io andai avanti
“Ma questo volere collettivo si è pur sempre incarnato in un corpo umano e come tutti soggetto ai sentimenti tra cui l’egoismo, infatti tu mandi dei bambini ad addestrarsi con un elevato rischio di morte solo per salvaguardare la tua esistenza, dato che ormai nel mondo la fede in voi olimpi è possesso di pochi uomini, ormai siete stati sostituiti da altri dei e dopo questi altri ne verranno.
A te tutto sommato è andata abbastanza bene perché la giustizia fa parte degli ideali di molti, tuttavia anche tu ti stai indebolendo e stai tornando pian piano ad essere un comune umano, perché ormai non c’è un canone di giustizia collettivo ma ognuno preferisce farsi giustizia da se”
“Questo non è vero, gli uomini sanno riconoscere il bene dal male”
“Questo è vero, ma non dimenticare che è l’uomo che ha tracciato il confine tra bene e male e avendolo tracciato lui è liberissimo di cambiarlo a suo piacimento”
Penso di aver lasciato senza parola la Dea Atena, uhh devo essere stata davvero esaustiva.
Kramizi: uno
Atena: zero
“Comunque tornando al discorso principale io non intendo mettermi ad allenarmi ne tanto meno al tuo servizio”
“Ti conviene pensarci, al contrario del cosmo che possiede ogni cavaliere che può essere usato solo attraverso una volontà ferrea il tuo reagisce in base alle emozioni, vuoi tornare a casa con il rischio di ferire il primo che ti fa arrabbiare?”
Dovetti arrendermi all’evidenza, Saori aveva ragione se non volevo rischiare di ferire le persone che mi stavano a cuore dovevo imparare a controllare la mia energia.
“E va bene, mi allenerò ma non metterò la maschera delle sacerdotesse ne tantomeno metterò i miei poteri al tuo servizio, ma con chi mi dovrei allenare di grazia?”
“Dati i tuoi poteri penso che i più adatti siano Camus dell’Acquario, abile nel controllo delle emozioni, ha un potere molto simile al tuo, tuttavia la sua creazione è limitata all’elemento del ghiaccio e inoltre Kanon di Gemini, ha la capacità di creare illusioni e aprire,  o all’occorrenza creare  portali inter dimensionali.
Non so se i tuoi poteri si limitino alla sfera fisica o se comprendono anche quella mentale ma la sua abilità ti sarà utile per creare un passaggio per tornare nel tuo mondo o non vuoi?”
Kramizi: uno
Atena: uno
Palla al centro.
Rassegnata feci un segno di assenso del capo, ma non mi smentì e volli porre delle condizioni
“Accetto di allenarmi, ma l’orario di inizio dell’allenamento lo decido io e lo stesso vale per la durata di quest’ultimo”
La fanciulla che racchiudeva in se l’essenza divina della dea della giustizia sospirò rumorosamente per poi annuire.
All’apprendere che avrebbe dovuto farmi da maestro Kanon, rimasto in religioso silenzio e appoggiato mollemente alla colonna fino a quel momento, si raddrizzò velocemente, quasi come se fosse stato una molla.
“Ma somma Atena è sicura che non userà il suo potere per arrecarvi danno?”
“Come ha già dimostrato ha una buona capacità di controllo dell’energia nonostante sia minima, se lo avesse voluto avrebbe già cercato di ottenere la mia testa.”
Repressi a stento un ghigno bastardo in perfetto stile Death Mask, tuttavia penso proprio che in quei momenti di allenamento il mio bastardo preferito mi farà vivere l’inferno, uhmm con Camus non ho idea di che cosa potrebbe accadere.
Uscì abbastanza avvilita da quel colloquio, anche se non lo davo a vedere e facevo l’indifferente, dietro di me Kanon mi seguiva in religioso silenzio, avrei dato qualsiasi cosa per sapere cosa gli passasse per la testa.
Chi sa se mi odiava, ma era molto probabile, dopo tutto io non solo avevo insultato colei che lo aveva salvato e perdonato di tutte le azioni orribili di cui si era macchiato, nonché colei che aveva  interceduto con il padre degli Dei per riavere in vita tutti i suoi cavalieri, ma avevo anche dichiarato che gli Dei non esistevano, o meglio che gli Dei non erano tali.
“A che ora vuoi iniziare gli allenamenti?”
Questa voce, la sua voce…
Si è rivolto proprio a me, e non per minacciarmi di morte, ora posso morire in pace.
Naturalmente scherzavo, sono ancora troppo giovane per spirare e francamente, alla mia vita ci tengo.
“Non so, domani appena mi sveglierò verrò a chiamarti”
Dissi con tono di sufficienza, non volevo che lui si accorgesse di cosa mi balenava in mente.
Lo so che probabilmente sarò risultata leggermente acida, ma faccio sempre così quando mi sento sotto pressione, e credetemi, lui di pressione me ne mette addosso parecchia.
Come risposta da parte sua mi sarei aspettata un rimprovero, un ceffone , insomma di tutto tranne che un semplice cenno del capo.
Passammo le case in religioso silenzio rotto solo dalla voce del custode della terza casa che chiedeva il permesso di passare.
Ci intrattenemmo di più solo nell’undicesima casa dove risiedeva il mio secondo maestro, Camus.
Kanon gli comunicò la notizia e le condizioni da me poste, qui non sapevo davvero cosa aspettarmi, mi affiancai al mio accompagnatore per vedere la reazione del padrone delle energie fredde, che tra l’altro fu un semplice cenno di assenso.
Arrivati alla quinta casa mi ritirai nella stanza che era stata messa a mia disposizione dal custode della quinta casa, tra l’altro non salutai neanche il cavaliere di Gemini,  mi stesi e chiusi gli occhi.
Pensai di essermi assopita per poco, ma presto questa mia convinzione venne smentita quando Aiolia bussò alla mia porta dicendomi che era ora di pranzare.
Percorremmo di nuovo la scalinata che ci avrebbe condotti al tredicesimo tempio, nella salita si unirono a noi Mur di Aries e Aldebaran di tauros.
Calò un silenzio imbarazzante che fu rotto poco dopo da Leo con tono incuriosito.
“Kramizi, come è la dimensione da cui provieni?”
“Molto simile alla vostra, tranne che mancano gli dei che tentano di distruggerla ogni due per tre”
“Caspita deve essere una pacchia”
Commentò allegramente Aldebaran
“Non proprio, dipende dalle zone”
Sospirai
“A me tutto sommato è andata piuttosto bene”
I miei occhi, avevano sempre avuto la caratteristica dei cambiare colore in base all’umore, in quel momento divennero neri.
“Ti manca la tua famiglia?”
Ad un tratto la voce di Mur mi riscosse.
“Si e No”
Risposi in modo evasivo non volevo scoprirmi troppo.

Non era propriamente la mia famiglia a mancarmi, ma di più gli amici, ormai era da tempo che non sentivo la mia famiglia.
 

Angolino autrice
Ciao sono tornata e dopo un mese ecco il secondo capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Ringrazio chi ha recensito e chi ha inserito la storia in una delle liste, ma ovviamente sono grata anche a chi legge solamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Scarlet

 
  
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