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Autore: Violet Sparks    30/06/2013    13 recensioni
O anche "L'evidente disagio mentale di Isabella Swan"
Perchè, seriamente, chi diavolo preferisce un vampiro sbrilluccicoso a un bel licantropo con gli addominali?
[STEREK]
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note Autore Doverose: io non volevo cadere nel porno. Ve lo giuro, volevo descrivervi una scenetta tranquilla, piena di fluff e miele… mi sono girata un secondo… e Derek e Stiles erano nudi a fare roba! Non che penso dispiaccia a nessuno, credo…
Comunque, vi informo che sto scrivendo una Sterek dietro l’altra (quasi tutte a rating rosso, perché gli Sterek ispirano sesso, qualcuno l’ha mai notato?!) e tra una baggianata e un mezzo porno, c’è scappato anche l’esperimento di una long cui mi sto affezionando sempre di più, quindi… tenete d’occhio Efp!
Buona lettura!




Breaking Dawn
 


Derek Hale era appena sopravvissuto ad un allenamento sfiancante, era tornato nel suo appartamento strisciando i piedi per terra, senza neanche avere la forza di alzarli, dopodiché si era buttato sotto la doccia per uscirne un’ora dopo, decisamente più rilassato e –grazie alla mano che gli aveva tenuto compagnia durante quelle due settimane di digiuno volontario- meno frustrato di prima.

Sperava con tutto se stesso che Stiles si muovesse a finire lo stramaledetto libro, altrimenti i suoi poveri nervi –e, diciamocelo, soprattutto i suoi poveri ormoni- sarebbero collassati da lì a breve.

Ciondolò per il soggiorno del loft, beandosi della luce del tramonto che faceva bella vista di sé attraverso le ampie vetrate. Amava quel posto proprio per questo, dopo anni di buio e macerie, quegli spazi così ampi e ariosi lo tranquillizzavano come poche cose negli ultimi tempi, gli ricordavano il periodo di New York, uno dei primi felici dopo la tragedia.

Frizionò distrattamente i capelli ancora umidi e si lasciò cadere sul divano, pianificando di rimanerci fino a che gli occhi non gli si fossero chiusi o la luce del plasma non lo avesse stordito abbastanza da convincerlo ad andarsene a letto.

Neanche a dirlo, non appena le sue gambe lunghe toccarono i cuscini, un bussare concitato lo distolse da ogni suo più roseo progetto.

Inveì un paio di volte prima di dirigersi verso lo scocciatore di turno e un ringhio sommesso ruppe per qualche secondo il silenzio perfetto della casa. Con ogni probabilità si sarebbe ritrovato davanti la faccia desolata di Isaac o quella strafottente di suo zio Peter e la solita tiritera del “ho dimenticato le chiavi”… ecco, prima o poi Derek avrebbe ficcato quelle benedette chiavi in un posto davvero poco carino a tutti e due: era così difficile ricordarsi una cosa così basilare come le chiavi di casa?!

Scosse la testa e crucciò le sopracciglia ripassando mentalmente la sua ramanzina, ma non appena ebbe aperto la porta, una trottola non meglio identificata nell’ordine gli si lanciò addosso, chiuse la porta dietro di sé e lo spalmò sulla superficie liscia.

Derek fece appena in tempo a riconoscere il volto di Stiles che quello si fiondò sulle sue labbra, coinvolgendolo in bacio passionale e osceno.

“Stiles…” tentò poco convinto, ma non riuscì a dire altro, mentre il ragazzino scendeva a torturargli l’orecchio in un modo necessariamente da dichiarare illegale. Tentò di trattenere i sospiri, ma dopo quattordici giorni di carezze solitarie, alla fine si arrese ad una lunga sessione di gemiti poco virili, rimasti intrappolati nella sua gola da quelle che ormai erano settimane.

Ovviamente l’alpha moriva dalla voglia di conoscere il motivo di tutta quella foga: gli ormoni di Stiles erano famosi per le loro voglie improvvise e Derek amava sacrificarsi per loro, eppure non era mai successo che il ragazzo prendesse l’iniziativa in modo così violento, quasi bisognoso… vero anche che il pensiero di fermarlo, non lo sfiorò neanche per un secondo e seppure lo avesse fatto, di sicuro il suo inguine avrebbe urlato all’ammutinamento, data la piacevole pressione cui lo stavano sottoponendo le dita di Stiles.

Riuscì a ritrovare un po’ di controllo, solo quando l’adolescente si allontanò da lui il necessario per sfilarsi la maglietta e cominciare a sua volta a spogliarlo.

“A cosa devo tutto questa… energia?” snocciolò Derek sulle sue labbra. Dopo avergli sfilato la canotta, Stiles si era rimpossessato della sua bocca e adesso lo trascinava per la cintura fino al divano. Con un sorriso malizioso, lo spinse leggermente, in modo da farlo cadere seduto e subito si sistemò a cavalcioni sulle sue gambe, prendendo a lambirgli il collo.

Nonostante sapesse di non poter lasciar segni sulla pelle di Derek, quest’ultimo lo sentì succhiare forte e mordere una spalla, fin quasi a fargli uscire il sangue.

“Stiles…”

“Parla di meno…” gli sussurrò il ragazzino all’orecchio e sì, dopo quello il licantropo ebbe  la conferma che qualcosa non quadrava.

Insomma, se il logorroico Stiles nonsocosasiailsilezio Stilinski pronunciava una frase simile o il mondo era caduto sottosopra e non se ne era accorto oppure qualche idea bislacca stava occupando la sua testolina bacata.

Derek dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per fermare le mani che erano arrivate finalmente a sbottonargli i pantaloni e si apprestavano a intrufolarsi dentro i suoi boxer, dove un’erezione per niente interessata alle spiegazioni, attendeva soltanto di essere soddisfatta. Come se non bastasse, non appena il lupo gli ebbe bloccato i polsi, il ragazzino gli rivolse un’occhiata talmente bisognosa, quasi ferita, che il più grande per poco non venne così, senza neanche bisogno di ulteriori stimolazioni.

Fu distratto dalla lingua di Stiles, nuovamente in cerca della sua e si scostò giusto in tempo per non finire coinvolto nell’ennesimo bacio.

“Mi vuoi spiegare, per cortesia?”

“Sei sicuro di volerlo sapere proprio adesso?” chiese Stiles, mordendosi le labbra in modo maledettamente languido e spingendo il proprio bacino contro il suo, palesando all’attenzione del licantropo la stoffa umida dei suoi boxer.

No, a quel punto Derek non era affatto convinto di voler fare altro se non qualcosa di strettamente legato al sesso, ma la sua testa si mosse in automatico con un cenno di assenso.

Stiles sbuffò, ma stese le labbra in un sorriso.

“Sai chi sceglie, alla fine, quella pazza di Isabella Swan?” domandò in maniera retorica, fissando l’alpha dritto negli occhi smeraldo e liberandosi al contempo della presa d’acciaio sui suoi polsi; con le mani libere tornò a spogliarlo, sfilò la cintura dai passati e cominciò a tirare giù i pantaloni, insieme ai boxer. “Edward Cullen! Il vampiro sbrilluccicoso, pallido come la morte! Insomma, è patetico! Bisognerebbe essere ciechi e masochisti per preferire lui a Jacob Black!” proseguì indignato, ma arrivato a quel punto, Derek non riusciva a seguire molto il discorso, per quanto fosse banale.

Stiles era inginocchiato in mezzo alle sue gambe.

Stiles era inginocchiato in mezzo alle sue gambe e il sorriso che gli stava rivolgendo era malizia pura.

“Sarai d’accordo che un affronto del genere non può essere tollerato…” disse, mentre si avvicinava per lambire gli addominali definiti di Derek e intanto scendeva pericolosamente verso il basso “Io che ho la possibilità, ho il dovere morale di fare quello che lei non ha fatto! È un obbligo nei confronti dell’umanità, non trovi?”

Il lupo ebbe appena il tempo di pronunciare un “Assolutamente” poco convinto, che la lingua di Stiles percorse tutta la sua lunghezza, regalandogli un brivido da capo a piedi.

Lo torturò così per un tempo che sembrò infinito, suggendo di tanto in tanto la vena più esposta e colpendo con piccoli guizzi la sua punta congestionata. Quando finalmente si decise a lasciarlo scivolare sulla sua lingua morbida, alzò gli occhi dritti verso Derek e l’alpha dovette combattere con tutto se stesso la voglia di abbandonare la testa all’indietro sul divano, piuttosto che godersi lo spettacolo che era la sua erezione stretta tra le labbra di Stiles.

Dio, era la cosa più bella del mondo…

La bocca di Stiles sembrava creata apposta per quello, per accogliere la sua durezza e scorrere sulla sua pelle tesa e congestionata.  Amava il modo unico in cui lasciava incavare le guance, i suoni gutturali, osceni, prodotti direttamente dalla sua gola; adorava il modo in cui lo guardava dal basso, così profondo, intenso, quasi pieno di venerazione, ma più di ogni altra cosa, impazziva per il modo erotico con cui si abbandonava al suo tocco, gli permetteva di stringergli i capelli e scopargli la bocca, fino in fondo, fino a lasciarsi raschiare la voce.

Come aveva potuto resistere due settimane senza una cosa del genere, come era riuscito a sopravvivere trecentotrentasei ore senza le labbra di Stiles impegnate sul suo cazzo…

Sentì le sue dita bollenti stimolare i testicoli e la porzione di pelle cui la sua bocca non riusciva ad arrivare. Avrebbe voluto godersi quella sensazione ancora per un poco, ma l’astinenza autoimposta lo aveva reso ultrasensibile a qualsiasi provocazione, così si liberò in quell’antro bollente pochi minuti dopo, stringendo i capelli del ragazzino e aspettando che ingoiasse, prima di liberarlo della sua morsa.

Sfinito, lasciò la testa finalmente ciondolare sul divano, intanto che Stiles tornava ad arrampicarsi sulle sue gambe e gli donava qualche bacio a fior di pelle, prima di appoggiarsi su di lui.

“Hai visto, quei libri non sono poi così male…”

“Peter sa che li ha finiti?”

“Ho mandato lui ed Isaac a prendere i dvd! Domani sera facciamo una maratona!”

Derek sbuffò contrariato, continuando però a carezzare la schiena di Stiles.

“Ma da adesso a domani sera abbiamo tutto il tempo del mondo…” lo tranquillizzò il ragazzino e avvicinata la fronte alla sua, sorrise, ricordando al lupo, con un movimento di bacino, la sua erezione ancora bisognosa di attenzioni.

Derek gli morse le labbra, ma rispose con un altro sorriso, mentre lo sollevava tra le sue braccia e raggiungeva la camera da letto. Adagiò il ragazzo sul materasso per poi infilarsi tra le sue gambe e coinvolgerlo in un bacio languido e passionale, che un po’ sapeva di lui, un po’ sapeva di fragole. Si fece strada tra i suoi glutei lentamente, preparando la carne in maniera più doviziosa del solito, ben conscio che i giorni di astinenza dovevano essersi ripercorsi anche su di lui e le sue sensazioni.

Preso il posto delle sue dita, si spinse nell’intimità del suo corpo senza fretta, lasciando che riprendesse familiarità con la sua erezione e si aprisse per lui naturalmente, cedendo alla voglia e al piacere. Gli era mancato così tanto stare dentro di lui, che quando se ne rese conto si sentì come un mendicante tornato a casa dopo un lungo viaggio, un pezzetto di puzzle perso nei meandri di un cassetto che infine ritrovava il suo posto nel mondo.

Fecero l’amore tutta la notte e rimasero nudi, sulle lenzuola sfatte, fino al giorno successivo, recuperando uno ad uno tutti i baci perduti in quei quattordici giorni.

Solo all’alba, quando il sole minacciava di sorgere in cielo e il sonno rendeva le palpebre troppo pesanti, Stiles si accoccolò al petto di Derek, incastrò la testa contro la sua spalla e aspettò di prendere sonno lì, con la sua barba rada che gli pizzicava la fronte.

Ovviamente, prima di addormentarsi, riuscì ancora a spiccicare qualche parola…

“Derek?”

“Sì, Stiles?”

“Tu non hai intenzione di mollarmi per una neonata dal nome orribile come Renesmee, vero?” chiese, seriamente preoccupato.

Derek rise, nel dormiveglia.

“Tranquillo, Stiles, per ora non è nei miei piani…”

 
 




THE END
 
 
 
   
 
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