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Autore: Serena_Potter    01/07/2013    1 recensioni
"Figlio di uno dei più pericolosi mangiamorte che abbiano seguito le orme del Signore Oscuro, Evan, è educato dal padre (latitante) e dalla famiglia paterna ai rigorosi insegnamenti di Lord Voldemort, al fine di farlo diventare una macchina da guerra senza cuore."
Questa è più o meno la descrizione del protagonista di questa storia, "Il Predestinato": Evan T. Mulciber, un personaggio inventato della New Generation.
Questa storia non è scritta da me, ma da un ragazzo che mi ha detto di pubblicarla qui su EFP, ovviamente i diritti d'autore sono esclusivamente suoi!
Spero vi piaccia, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nuova generazione
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Un inizio movimentato.





Angolo (non) Autore:
Non so bene cosa dire.. vi faccio delle immense scuse a nome dell'autore per l'enorme ritardo!
Se c'è ancora qualcuno che legge questa storia, beh .. Io e l'autore speriamo che questo capitolo vi piaccia!

Buona lettura!

 





L'uomo non sembrava essersi accorto di lui, o forse faceva finta di non notarlo. Evan era alle sue spalle, le mani strette a pugno, come se si fosse infastidito nel non venire considerato da quell'uomo. Passarono pochi secondi, poi finalmente si voltò. Era suo padre, ma sembrava molto più giovane, simile ad una delle foto sparse per casa. Era alto, molto, almeno trenta centimetri in più dell'undicenne, i suoi capelli erano neri ed arruffati, mentre gli occhi erano di un nero quasi spettrale. Non era bellissimo suo padre, per questo molti dicevano ad Evan che era tutto sua madre, anche se non aveva mai constatato di persona questa cosa. L'espressione di Mulciber Senior si tramutò in un ghigno di gioia, nel vedere la divisa scolastica di Evan, con quello stemma di Serpeverde ricamato sul petto. L'uomo si avvicinò ancora di più al figlio, lasciando dietro di sé uno spettacolo orribile. Vi era una donna, sempre che lo fosse, trasfigurata da quanto sangue aveva perso e continuava a perdere. Sul viso erano presenti più tagli, l'occhio destro era talmente gonfio che sembrava dover scoppiare da un momento all' altro e sembrava le mancasse un pezzo d'orecchio. Non portava vestiti, se non un paio di slip ormai dal colore rosso. Anche il corpo era irriconoscibile, quella che sembrava dover essere una bellissima ragazza, ora è un mezzo cadavere, dal respiro basso ed irregolare. Dopo aver dato una pacca sulla spalla del ragazzo, l'uomo ritornò sui suoi passi, chinandosi sulla ragazza e prendendola per il collo. Le bisbigliò qualcosa all'orecchio, ma il tono era tanto basso da rendere impossibile ad Evan capire di cosa stessero parlando. Solo, il padre sembrava essersi scocciato di quella ragazza, che però non faceva resistenza. La bacchetta di Mulciber Senior saettò verso il viso della ragazza e, dopo un ghigno malevolo sul volto, pronunciò l'incanto più terribile che potesse esistere al mondo.
« Avada Kedavra ». La luce verde investì in pieno la donna, che smise definitivamente di vivere, mentre la voce del padre gli arrivò alle orecchie anche se non era propriamente la sua. << Ricordo bene tuo padre, e vedo che non c'è niente di buono qui dentro, ragazzo. Pensaci bene, prima di fare del male a qualcuno.. > > E come se quelle parole lo avessero colpito più di tutta la scena che si era presentata davanti ai suoi occhi, ecco che anche la ragazza, dagli occhi vitrei, emise un lamento, un lamento che era solo un'accozzaglia di parole, dal significato impossibile da decifrare.
Quando Evan si svegliò la luce entrava appena nel dormitorio del primo anno. I suoi compagni erano già quasi tutti svegli, probabilmente eccitati per quel primo giorno a Hogwarts. Avrebbero ricevuto gli orari delle lezioni per l'ora di pranzo, quindi, nella mattinata erano liberi di avventurarsi per il Castello e conoscere quelli che sarebbero stati i loro compagni per sette anni. Evan stava seduto sul letto, con gli occhi ancora impastati dal sonno e la mente che vagava in quello strano sogno avuto. Chi era quella donna? Era solo una delle tante persone torturate e uccise dal padre, oppure era una figura chiave della sua vita passata? E poi perché si era riscoperto a pensare a quello che il Cappello Parlante gli aveva segretamente detto? Mentre i dubbi lo attanagliavano Freddie si era avvicinato a lui, posandogli una mano sulla spalla.
« Penso che dovremmo andare a fare colazione. Hai l'aria sbattuta amico, dormito male? Forse hai esagerato con tutta quella torta.. Ah no, aspetta, sono stato io a mangiarne dieci fette! ».
Ridendo, i due ragazzi uscirono dal dormitorio, soffermandosi nella Sala Comune. La sera prima non aveva fatto molto caso alla sua composizione, ma ora Evan si soffermò a notarne i particolari. Era abbastanza diversa da come l'aveva descritta il padre, probabilmente dopo la famosa battaglia di Hogwarts era stata distrutta, quindi ricostruita. Era una sala circolare, con i muri rivestiti da carta da parati verde ed argento. A nord-ovest, rispetto all'entrata, vi era un caminetto molto grosso, con due serpenti di marmo nero ai lati. Cinque divanetti vicino al caminetto, anche essi con i colori di Serpeverde, mentre erano disposti senza un particolare ordine alcuni tavoli, con delle soffici poltrone tutte intorno.
Uscito dalla Sala Comune insieme al compagno, Evan si rese conto di come sarebbero stati contenti i suoi parenti nel sapere che era stato smistato a Serpeverde. Alla fine ogni famiglia vuole il meglio per il proprio figlio, e questo meglio è solo soggettivo. Pochi minuti di cammino, parlottando tra loro, e i due raggiunsero la Sala Grande, dove una moltitudine di studenti già era intenta a mangiare. Forse erano tra gli ultimi, a giudicare di come fu difficile trovare un posto a sedere.
« Senti Freddie.. Prendiamo qualcosa e andiamo fuori. Tutta questa gente.. » Frederick annuì e, dopo aver preso qualche fetta di toast, un po' di bacon e altre prelibatezze, uscirono dal castello di Hogwarts. Evan si girò, notando come di giorno rendesse ugualmente bene quel magnifico edificio.
Chissà come si sarebbe sentita una persona a comandare sul mondo magico.. Il Signore Oscuro ci era quasi riuscito, il papà diceva sempre che nessuno era al livello di Lord Voldemort, ma nonostante tutto era stato annientato. Sapeva di come quel Potter era riuscito nell’intento, ma si ritrovava lo stesso a chiedersi come un ragazzino avesse potuto sconfiggere uno come il Signore Oscuro, che, a giudicare dei racconti di tutti, era uno dei più grandi maghi mai esistiti.

« Evan, amico, tu pensi troppo. Non posso girarmi un secondo che sei lì a confabulare tra te e te! »  Accennò Freddie, mettendo una mano sulla spalla del concasato. Nel mentre, afferrò una fetta di toast sulla quale vi era un velo di marmellata.
« Palla cogn me.. » Disse, masticando rumorosamente. « Poffo aiutafti, magavi! ». Avrebbe dovuto dire al ragazzo quello che pensava? E se poi si fosse rivelato un sostenitore del Ministero e avesse deciso di non parlargli più? Ci sarebbe stato tempo per parlare con lui.
« Pensavo solo ai programmi che ci arriveranno oggi- oh, e anche professori che potremmo avere.»
Freddie osservò per qualche secondo Evan, chiedendosi quanta verità ci fosse nell'affermazione del Serpeverde, quindi sembrò convincersi.
« Okay amico. Ti credo. Dai, sarà una bella esperienza! Non pensavo di farmi subito un amico.. Noi siamo amici vero? No, perché io ti interpreto così! ».
Evan lo guardò un po' a disagio. Non aveva mai avuto un amico, ma sì, lui doveva esserlo.
« Sì, direi di sì. Siamo amici! ». Gli sorrise appena, dandogli un colpetto sulla spalla, quindi si incamminò verso il castello. « Andiamo, voglio vedere i professori che avremo. » Sapeva solo del signor Paciock, vice preside, direttore di Grifondoro e professore di Erbologia. Freddie gli aveva anche detto che il Mezzogigante avrebbe insegnato Cura delle Creature Magiche, materia che sicuramente non avrebbe mai seguito, mentre il fantasma, Ruf, era il docente di Storia della Magia. Gli altri erano un'incognita assoluta, bhè, lo sarebbero stati ancora per poco. Dopo essere entrati nel castello, i due si ritrovarono nella bolgia della Sala Grande, troppo affollata per i gusti del giovane Mulciber. Il ragazzo si avvicinò ad un uomo di colore, che sostava davanti al tavolo della propria casata. Era alto, coi lineamenti severi e un ghigno dipinto sul volto.
« Sono il professor Blaise Zabini. Coordinerò Serpeverde ed insegnerò Pozioni. Ovviamente mi aspetto che voi siate all'altezza della materia.. » Una piccola luce era fissa nei suoi occhi, qualcosa di oscuro che attirava particolarmente Evan. Nonostante lo vedesse per la prima volta e sapesse solo due cose su di lui, provava una certa ammirazione verso quell'uomo. Il professore si girò verso Freddie e Evan, che lo guardavano immobili ed attenti.
« Buon anno scolastico, ragazzi. » E detto questo li superò, dopo aver dato un colpetto sulla testa dei due.
« Quell' uomo.. » Iniziò Freddie.
« .. Ci sa fare. » Concluse Evan.
Passò la settimana, ed iniziarono le lezioni. La ragazza che aveva incontrato la sera dello Smistamento non si era fatta più sentire, e lui non sarebbe di certo andato a cercarla. Frederick gli era sempre vicino, in ogni momento del giorno. Non era male la sua compagna, soprattutto perché parlava abbastanza per entrambi, quindi Evan non era obbligato a discutere molto. La mattina del lunedì si alzarono abbastanza presto, eccitati dalla lezione che sarebbe seguita. Trasfigurazione. Questa materia era insegnata da un certo Logan Irvean, un ex Corvonero sui cinquant'anni circa. Si sa poco del suo passato, alcuni ipotizzano che si sia ritirato sui monti del Tibet per meditare, altri che abbia viaggiato in tutta l'Africa per conoscere la magia delle numerose tribù. Da bravo Corvonero era reputato come un grande sapiente. L'aula di Trasfigurazione era abbellita con numerosi dipinti raffiguranti eventi del passato.
 « Avanti, avanti.. » I suoi modi apparivano svogliati, come se insegnare fosse una perdita di tempo per uno come lui. La lezione fu alquanto silenziosa e veloce. Si udiva solo la voce dell'uomo, che aveva impartito le prime nozioni sulla materia. « E per finire, la Legge di Gamp. Qualcuno sa qualcosa a proposito? Nessuno? Bhè, la legge di Gamp sulla Trasfigurazione degli elementi dice che tutto può essere trasfigurato, tranne cinque eccezioni. Il cibo, che può essere solo appellato, mai evocato dal nulla. I soldi, infatti nessuno può cambiare la valuta di una moneta. La vita, è impossibile trasfigurare i propri tessuti per arrivare all'immortalità. L'amore, come non si può creare non si può nemmeno trasfigurare. E per finire le informazioni. Si, le informazioni. Si intende che non si può trasfigurare qualcosa come un evento avvenuto nel passato, al contrario si possono cambiare i ricordi. Bene, la lezione è finita, la prossima volta metterò alla prova le vostre capacità.»
Borbottando su quanto appena imparato e sui modi del professore, la folla si disperse. I Tassorosso si recarono ad Erbologia, mentre i Serpeverde raggiunsero l'aula di Storia della Magia. Il professor Ruf fluttuava dietro la cattedra, assorto nei propri pensieri a tal punto da non accorgersi che gli alunni del primo anno erano già disposti nei propri banchi, con penna e pergamena di fronte a sé.
« Oh, oh.. Ecco gli alunni del.. Primo anno, vedo. Si, si. Allora, sono il professor Ruf e.. » Le sue parole fluttuavano nell'aria insieme al corpo. Sembravano invitare gli studenti ad appoggiare la testa sul banco. « .. E' per questo che i babbani temevano gli essere magici, e li costrinsero a nascon.. ».
Stava disteso nel proprio letto, a casa. Le tende erano tirate al punto da far entrare nella stanza un solo piccolo raggio di luce, che si disperdeva sulla scrivania. Pareti tappezzate di araldi verde-argento, una sola piccola foto che raffigurava la famiglia Mulciber, niente di più. Era una stanza decisamente scarna, ma andava bene così. Dal piano di sotto provenivano dei rumori, quindi Evan si alzò. Percorse i gradini della scala, fino ad arrivare in cucina. La nonna era appiccicata alla parete col petto, mentre il nonno la stava frustando con quella che assomigliava alla cintura dei suoi pantaloni.
"Ti.. Insegno io.. A difendere.. Quella laida.." Evan chiuse la porta, leggermente scosso.
« .. Quindi, è per questo che gli uomini primitivi eleggevano uno stregone capo. Oh, la campanella. Voglio due riassunti. Uno di trenta centimetri sulle diverse strade intraprese da maghi e babbani, e l'altro, di venti centimetri, sulla magia primitiva. Susu, andate. »
Evan corse alla porta, vagamente insonnolito. « Accidenti Evan, dimmi che hai preso appunti.. Io mi sono addormentato. » Sussultò Freddie, che era comparso al suo fianco. I due si guardarono qualche secondo, per poi lasciarsi andare ad una risata infantile.
Dopo storia della magia, finalmente, vi era un po' di riposo dovuto al pranzo. Per un ragazzino del primo anno le lezioni erano tanto eccitanti quanto stressanti: Evan, non avendo frequentato alcuna scuola babbana prima di arrivare a Hogwarts, sentiva molto più dei nati babbani il peso dei compiti e dello studio. Non aveva mai dovuto pensare a come ottimizzare il tempo per avere il modo di svolgere temi o esercizi, e il tutto non gli era molto congegnale. Frederick era della stessa pasta, solo che sembrava leggermente più lento di Evan ad apprendere, il giovane Mulciber già padroneggiava alcuni requisiti fondamentali di trasfigurazione ed incantesimi.
L'ora di pranzo passò velocemente, i due ragazzi erano molto eccitati perché vi era pozioni. Pozioni era affascinante e il professor Zabini rendeva la vita molto più semplice ai Serpeverde. I Tassorosso, che facevano lezione coi Serpeverde, trovavano molto sgradevole la situazione, e più volte era giunto all'orecchio del piccolo Mulciber che i professori di pozioni da sempre simpatizzassero per la casata verde-argento. Alle tre in punto una trentina di ragazzi si ammassò nei sotterranei, aspettando che la porta dell'aula si aprisse. L'aula di pozioni era molto grande, con i muri di pietra e postazioni di lavoro in legno molto ben lavorato. Su ogni tavolo vi erano quattro calderoni vuoti, con uno spazio libero vicino in modo che gli studenti potessero ammassarci tutti gli ingredienti richiesti. In fondo all'aula vi era la cattedra del professor Zabini, che spesso e volentieri era piena di strani animaletti in liquidi di colori sempre diversi e erbe rare.
Non appena la porta dell'aula si aprì Evan notò qualcosa di strano. Col professore vi era una ragazzina bionda, che quasi subito riconobbe essere la Avery, ragazza conosciuta al banchetto iniziale. Il professore sembrava dispiaciuto di averla lì, probabilmente non amava punire ragazzi della propria casata. Voci di corridoio dicevano che la ragazza avesse lanciato una fattura ad Albus Potter, ma la storia era diventata quasi leggendaria via via che veniva trasmessa d'orecchio in orecchio. Alcuni dicevano che fosse un semplice incantesimo della pastoia, altri, troppo creduloni, affermavano che il giovane Potter era stato colpito da una maledizione cruciatus. Probabilmente il professor Zabini era stato costretto dalla preside a trovare una punizione per la giovane Serpeverde, che adesso si trovava lì, con un sorrisetto strafottente dipinto sul volto.
« Bene, bene, bene. Seduti. Oggi inizieremo ad usare i calderoni, sperando che nessuno di voi faccia esplodere niente. La pozione è molto semplice. » Mano a mano che urlava le istruzioni, in modo che anche gli studenti seduti in fondo sentissero, sulla lavagna apparivano misteriosamente i procedimenti. « Il Decotto Tiramisù è una delle posizioni più semplici. Cura il raffreddore comune e provoca fuoriuscite di fumo dalle orecchie. Vi serviranno radici di rabarbaro, sangue di salamandra e acqua. » Tutti gli studenti iniziarono ad estrarre gli ingredienti nelle giuste quantità, scritte sulle lavagna. « E' una pozione di una facilità imbarazzante, mi aspetto che tutti.. », e lo sguardo vagò soprattutto sulla parte Tassorosso della classe, « … Riusciate a completarla in modo corretto. La signorina Avery.. » E con un gesto della mano indicò la ragazza, che assunse una posa annoiata. « .. Sarà la mia assistente ufficiale oggi, quindi passerà per i banchi in modo che tutti voi possiate avere assistenza. Iniziate. »
La pozione non sembrava particolarmente complicata, tanto è vero che persino Frederick era a buon punto dopo mezz'ora dall'inizio della lezione. I minuti scorrevano velocemente nel silenzio dell'aula, quando Anne Avery si avvicinò al banco dei due ragazzi. Evan stava versando il sangue di salamandra con uno speciale attrezzo, stando attento a non esagerare con la dose, mentre Frederick era leggermente più indietro del giovane Mulciber, visto che ancora era alle prese con la misurazione del sangue. La bionda gettò un'occhiata verso l'intruglio del calderone di Evan, annuendo quasi impercettibilmente.
« Non sei venuto a cercarmi, Mulciber. » Evan sollevò lo sguardo su di lei, inarca un sopracciglio.
« Avrei dovuto? Pensavo che tu dovessi venire da noi. » Il commento di Evan era stizzito, non vedeva l'utilità di andare a cercare la ragazza, dopotutto lei aveva richiesto un incontro con i due.
« Bhè, volevo vedere se saresti venuto, e non l'hai fatto, molto male. Hai sentito di come ho conciato Potter? E' senza ossa nella mano destra, povero Potty. » Un ghigno si dipinse sul volto della bionda, che poco dopo tornò irriverente come sempre. « Beh, volevo solo farti presente che qui a Hogwarts voi due potreste trovarvi bene nel mio.. Mmmh, chiamiamolo club. Siamo tutti Serpeverde purosangue, e cerchiamo di non confonderci con la feccia che c'è in questo castello. » La voce della ragazza si era fatta improvvisamente più alta, tanto è vero che, a causa del silenzio dell'aula e dalle sue dimensioni, la voce si propagò in fretta, causando una specie di sogghigno sul volto del professor Zabini. « Voi due siete invitati ad unirvi a noi, ogni tanto. » La ragazza li lasciò con quelle parole, visto che poco dopo si recò al tavolo di quattro Tassorosso, iniziando a definire la pozione "una poltiglia schifosa che non avrebbe fatto bere nemmeno al proprio elfo domestico."
Finita la lezione e consegnato il campione di decotto tiramisù al professore, il quale commentò con un cenno d'assenso il lavoro di Evan e Freddie, i ragazzi iniziarono ad ammassarsi fuori dall'aula. La lezione era durata due ore, quindi la giornata scolastica era ufficialmente finita. Evan pensò molto alle parole della ragazza, costringendosi a rimuginare su quanto accaduto. Entrare in un gruppo di purosangue, con molto figli di mangiamorte, era probabilmente un onore, un onore che avrebbe reso felice il padre. D'altro canto di sicuro in quel club sarebbe dovuto stare alle regole dei "membri" più anziani, quindi avrebbe assunto una posizione subordinata, e lui non voleva stare al gioco di nessuno. Freddie era, invece, entusiasta della proposta di Anne. Sarebbe entrato a far parte di un gruppo di ragazzi in gamba e, quindi, avrebbe stretto amicizia con molte persone. Per far felice il giovane Evan accettò di frequentare per un periodo gli altri Serpeverde, in modo di dar loro una chance.
Sia ben chiaro, però, che Evan Thomas Mulciber non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa. Da nessuno.



 
   
 
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