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Autore: Claire66    04/07/2013    5 recensioni
*Storia Continuerà entro le prossime settimane*
Cosa sarebbe successo se Draco si fosse ribellato al suo destino e avesse deciso di unirsi al magico trio, il giorno in cui furono portati a Villa Malfoy?
E se Harry avesse una sorella gemella, la quale farà breccia nel cuore del Serpeverde, facendogli compiere un cambiamento repentino ?
Preparatevi ad abbandonare il mangiamorte vile e codardo a cui siete abituati, e cominciate a dire "Coloro che sono sopravvissuti", non "Il bambino che é sopravvissuto"
(3)
“Ma quindi significa che se uno di noi muore, muore anche l’altro?”
Chiese Marie con voce tremante e carica di tensione a Silente.
(10)
“Ma allora…” “Vuoi dire che…” Fecero Harry e Marie, all’unisono.
“Il tempo si fermerà.”
(11)
“In fondo, non sarò la prima della nostra famiglia a fuggire da Azkaban. Si tratta solo di seguire le orme di Felpato.”
Harry non riuscì a trovare la forza di restituirle il sorriso.
(12)
Grandi, bui e tormentati voragini luccicanti lo osservavano.
“Come l’hai chiamata?” Domandò Marie.
“Niké.
(16)
“Marie!” Lei si voltò, e fu l’unica ad udirlo.
“…” A qualche passo da Draco, Marie non si mosse, Harry aspettava, paziente.
"Tu sei il mio angelo.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VII libro alternativo
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Indecisione


Mentre venivano risucchiati da un turbino di colori Draco fissò sua madre negli occhi, pensando intensamente al luogo in cui stavano andando, che era puramente casuale.
Sapeva bene che, essendo anche lei un’abile Legilimens, avrebbe capito dove erano diretti, ma era proprio quello che voleva.
Sperava che quando si fossero trovati ad affrontare la collera di Voldemort questo sarebbe servito a migliorare la loro situazione.
Era certo che non li avrebbe uccisi, perché pur essendosi lasciati scappare la sua preda più ambita, gli servivano comunque, in quanto voleva avere il maggior numero di seguaci possibile.
Molti incarichi che l’Oscuro Signore -si maledisse per averlo ancora chiamato così, si era promesso di cercare di non dargli più quell’appellativo- aveva dato alla loro famiglia, specialmente a suo padre, erano andati male, come per esempio il libro rilegato in pelle nera che suo padre aveva deciso di rifilare alla piccola Weasley. Eppure li aveva sempre tenuti come servitori, anche se lui stesso a volte faticava a vederne il motivo. Forse per la Villa, anzi sicuramente per quello, e per la copertura che in precedenza gli avevano dato dal Ministero? O per i numerosi Mangiamorte che si fidavano di loro, ritenendoli superiori. Inoltre non avevano fatto l’errore di chiamarlo, ma sarebbe venuto presto a conoscenza dell’accaduto, e la sua collera sarebbe stata terribile.
Questa consapevolezza lo angustiava, e pensando ai suoi genitori una strana sensazione lo invadeva. Già prima di prendere la decisione di smettere di appoggiare i Mangiamorte ci aveva pensato molto, ma ora che si ritrovava a vivere la situazione che aveva più volte immaginato, la situazione cambiava.
Da un lato era preoccupato per entrambi, più per sua madre che per suo padre. Temeva che non uscissero vivi da tutta quella faccenda. Dall’altro sapeva che la parte giusta da cui stare non era quella in cui erano schierati loro. Quella da appoggiare, e da portare alla vittoria, era la causa per cui si battevano i Potter.
Quando aveva provato a guardare le cose sotto un’altra luce, che non fosse quella impostagli dalla nascita, gli si erano aperti gli occhi, e con quelli un mondo di possibilità.
La giustificazione che suo padre avanzava per i suoi gesti era sempre uguale, e quando Draco pensava con la mentalità di Serpeverde impegnato a mettersi al sicuro nel modo più facile possibile, ignorando il destino degli altri e promuovendo solo gli ideali dei Purosangue, gli andava più che bene.
Lucius sosteneva che faceva tutto quello per il bene della famiglia Malfoy, per proteggerli e tenere alto il buon nome della famiglia, dicendo che stando dalla parte dell’Oscur…-Voldemort erano al sicuro, che mettendosi contro di lui sarebbero andati in rovina, perché sostenere il più grande mago oscuro forniva loro protezione. Essendo il mago più potente erano dalla parte giusta, quella vincente, e quindi appoggiandolo Lucius faceva il meglio per la loro famiglia.
Ma appena Draco aveva cominciato a pensarci con negli occhi il corpo di Silente che si librava nell’aria, privo di vita, per poi precipitare dalla torre di Astronomia, si era accorto che tutto questo non aveva senso. Tutto si basava sul fatto che Voldemort fosse il più potente, che avrebbe sempre vinto e che i suoi ideali fossero da sostenere. Ma se invece avessero sostenuto gli ideali di Silente? Per loro sarebbe andato tutto meglio.
Essendo sotto il giogo di Voldemort, erano costantemente sottomessi, e vivevano nel terrore di deluderlo.
Se avesse vinto Voldemort, e loro fossero stati dalla sua parte, sarebbero sì stati al sicuro, ma in un mondo pieno di angoscia, paura e terrore, con morti e assassinii continui.
Si sarebbero salvati, ma solo trasformandosi, nella pallida eventualità che non lo fossero già, nei mostri che sguazzavano in quel mare di dolore e oscurità. 
Che senso avrebbe avuto, e che senso aveva, tutto quello che stavano facendo?
Nessuno.
Se avessero appoggiato l’altra parte, quella di Silente, avrebbero avuto certamente meno possibilità di vincere, e molte più di uscirne sconfitti, ma meglio sconfitti e in pace con sé stessi, che vincitori ma dannati. Ora poteva dirlo, dopo aver provato la dannazione.
Se avesse vinto la causa per cui si battevano i Potter, ovvero distruggere Voldemort, il mondo magico sarebbe stato un luogo ben più sereno, senza terrore ed oppressione, e avrebbero potuto vivere senza doversi garantire una buona vita con sotterfugi malvagi e azioni orribili.
Era per questo che si metteva contro di loro, contro suo padre in particolare.
Sapeva che facendo quest’azione a loro parere sconsiderata, cercava di dare un piccolo, probabilmente insignificante tributo per liberare il mondo magico dall’oppressione in cui era calato, e dall’oppressione in cui erano sempre stati costretti a vivere.
Pensò a sua madre, alla confusione in cui doveva trovarsi. Chissà cosa pensava di lui.
Lo avrebbe rinnegato, come probabilmente avrebbe fatto suo padre?
Era propenso a credere di no, ma sapeva che le sarebbe occorso parecchio tempo per capire il suo gesto. Sperava solo che non le succedesse niente che la compromettesse inevitabilmente. Lei lo aveva sempre protetto, anche se eccessivamente, e non lo dimenticava.
Riguardo a suo padre era piuttosto sicuro che sarebbe stato a dir poco in collera con lui, e avrebbe continuato a seguire imperterrito l’Oscur…-Voldemort.
Gli ideali e la mentalità che lo avevano costretto a seguirlo erano troppo radicati in lui, era quasi certo che fosse troppo tardi. Ma in qualche modo sperava che quello che stava facendo potesse salvarlo, paradossalmente.
Se i Potter avessero vinto, e lui fosse stato dalla loro parte, c’era una probabilità che riuscisse a salvarli dalla rovina, in cui si sarebbero comunque diretti, anche se lui non avesse fatto nulla.
Era un gioco perverso, o tutto o niente, e aveva deciso di lottare, anche se così rischiava la vita.

***

Vide Draco sparire, e mentre non riusciva a smettere di fissare il punto in cui era svanito, a Narcissa sembrò che il tempo si fermasse.
Il nome del luogo in cui era diretto continuava ad echeggiarle nella mente, insieme ad un milione di domande ed incomprensioni. Non poteva credere a quello che era appena successo.
Draco, suo figlio, che aveva sempre servito fedelmente la loro causa, era veramente svanito con i Potter ed i suoi amici? Com’era possibile che li avesse lasciati, per unirsi a loro? Temette di essere impazzita. Tutto questo non poteva essere possibile.
Cosa le era sfuggito, quali pensieri non era riuscita ad intravedere nel suo amato figlio?
E ancora, come mai le aveva lasciato capire dove era diretto? Voleva forse che lo seguisse? Impossibile, sapeva che non l’avrebbe mai fatto.
Prima che potesse cominciare ad arrovellarsi cercando di capire i motivi per cui Draco aveva appena compiuto quell’azione folle e senza senso, una preoccupazione si fece strada prepotente nella sua mente.
Cos’avrebbero detto al Signore Oscuro?
Per fortuna Bella non aveva commesso l’errore di chiamarlo, ma ne sarebbe comunque venuto a conoscenza, e la sua collera si sarebbe abbattuta su di loro.
La faccenda della spada era responsabilità di Bellatrix, ma cos’avrebbero avanzato quando avrebbe scoperto che loro figlio era la causa per cui i Potter erano fuggiti?
Improvvisamente capì come mai Draco le avesse lasciato intendere dove stava andando.
Voleva che usasse quell’informazione per saziare la sete d’informazioni del Signore Oscuro riguardanti i Potter, e in questo modo ne avrebbe diminuito la furia.
Un altro pensiero si fece strada, molto più prioritario del precedente.
Lei voleva davvero ritrovare Draco, non avrebbe mentito dicendo questo all’Oscuro Signore.
Voleva ritrovare il figlio che aveva appena perso, ma non se questo avesse significato la sua morte. Sapeva anche che ora ritrovare lui significava trovare i Potter, e perciò questo sarebbe stato nelle sue mire.
E con sua sorpresa riuscì a prendere subito una decisione.
Avrebbe aiutato, per quanto le fosse possibile, gli altri Mangiamorte a trovare i Potter, cominciando a dare loro indicazioni sul luogo in cui si erano materializzati, ma avrebbe anche cercato di fare in modo che non riuscissero a catturarli.
Se li avessero ritrovati, probabilmente avrebbero ucciso anche Draco, dato che ora era un traditore, di questo era ben consapevole.
Perciò avrebbe dovuto impedire che riuscissero a prenderli, ma allo stesso tempo il desiderio di ritrovare Draco bruciava dentro di lei, e fin da quel momento diventò il suo pensiero fisso.
Ma in qualche modo doveva sembrare che volesse contribuire ad aiutare gli altri seguaci del Signore Oscuro, perciò pensò che la cosa migliore da fare fosse essere sincera il più possibile e non fare mosse avventate o inutili, in quanto l’Oscuro Signore era particolarmente bravo a capire quando una persona mentiva.
Gli avrebbe aiutati, perché voleva avere notizie di Draco, e una parte di lei voleva rivederlo nonostante sapesse che era estremamente rischioso, ma allo stesso tempo li avrebbe ostacolati, in modo discreto e con piccole azioni che non venissero notate.
Doveva riuscire a nascondere questa parte dei suoi pensieri al Signore Oscuro, e mostrargli solo la sua volontà di ritrovare Draco, forse così sarebbe riuscita ad ingannarlo, in quanto quell’emozione era forte e veritiera, ed occupava davvero i suoi pensieri. Questo avrebbe facilitato molto le cose.
Avrebbe fatto quello che faceva da sempre, ossia assecondare le persone che la circondavano, cercando di raggiungere i suoi scopi senza essere notata, dato che non sarebbero stati approvati.
Da molto tempo faceva così; fin da quando aveva sottratto la bacchetta di sua madre Druella, dopo la sua morte. non aveva mai realmente appoggiato il Signore Oscuro. Anche se il suo disprezzo per i Mezzosangue ed i Babbani, così come la devozione ad una famiglia purosangue, erano più che sinceri, aveva sempre trovato le continue uccisioni di maghi e le torture orribili, e non approvava il regime di terrore con cui governava l’Oscuro Signore.
Tuttavia l’aveva sempre appoggiato, perché non voleva che corressero rischi, soprattutto non voleva che Draco corresse rischi. Era convinta che avrebbe vinto il Signore Oscuro; la lotta disperata che stavano conducendo i Potter era, a suo parere, un tentativo destinato a fallire. Lui era troppo forte, e la Resistenza si trovava sempre più con le spalle al muro, soprattutto ora che avevano perso Silente.
Perciò voleva che Draco si trovasse dalla parte vincente, che gli avrebbe garantito una vita, forse non piena di felicità, ma senz’altro una vita.
Era convinta che anche Draco conoscesse questi motivi. Allora come mai aveva deciso di abbandonare il luogo sicuro?
Per battersi per una causa che partiva in svantaggio, non era nella mentalità dei Malfoy.
Non riteneva suo figlio uno stupido, al contrario, perciò doveva esserci una valida ragione per cui aveva compiuto quel gesto avventato.
Che avesse deciso che secondo lui valeva la pena di lottare per la causa dei Potter, anche se era più rischioso, e la morte era una prospettiva da considerare?
Per la prima volta la sua convinzione che fosse giusto servire il Signore Oscuro vacillò, ma appena se ne accorse la troncò subito sul nascere.
Non poteva permettersi di dubitare, non ora che avrebbe dovuto a breve sostenere un confronto con l’Oscuro Signore.
Costrinse quel dubbio a nascondersi in un angolino della sua mente, e lo coprì con le vecchie certezze, sperando che fosse abbastanza forte da ignorarlo.
Doveva farcela, per lei e per Draco. Sapeva che lui voleva che lei si salvasse, ed aveva cominciato a capire, in una minima parte, la sua decisone, ma questo non le agevolava le cose, anzi.

***

Per l’ennesima volta venne risucchiato nella stretta ferrea della smaterializzazione, questa volta ancora più soffocante, essendo in sette maghi più un folletto, una bella folla.
All’improvviso vennero tutti catapultati con forza sul duro tappeto di fogliame e radici di un bosco vicino ad Inverness, nel nord della Scozia, con le cime degli alberi che coprivano il celo, formando curiosi arabeschi.
Tra le sue braccia Draco stringeva ancora il corpo svenuto di Marie, e cercò, per quanto possibile, di attutire l’atterraggio con il suo corpo, in modo da non crearle altro dolore, era sicuramente già provata dalle maledizioni. Sapeva bene come ci si sentiva dopo essere stati sottoposti ripetutamente alla maledizione Cruciatus.
Ebbe un attimo di disorientamento, seguito dal sollievo per la fuga riuscita, ma venne subito soffocato da nuove preoccupazioni.
Si alzò in piedi barcollante nel buio, controllando con la bacchetta accesa che nessuno si fosse spaccato o ferito in qualche modo, otto individui erano decisamente troppi per una smaterializzazione congiunta.
Fortuitamente nessuno sembrava ferito, anche se erano tutti pallidi come cenci.
Il primo a riprendersi fu Harry, che naturalmente gli puntò subito contro la bacchetta, stringendo ancora tra le mani quelle di Narcissa, Lucius e della gemella.
Ben sapendo che avrebbe cercato di disarmarlo, Draco gli facilitò il compito, appoggiando a terra la sua, non aveva nessuna voglia di farsi disarmare da lui, preferiva farlo da solo.
Inoltre così non sarebbe sembrato che volesse attaccarli, doveva cercare in tutti i modi di guadagnarsi la loro fiducia, anche con piccoli gesti.
“Accio bacchetta! Spostati da mia sorella, Malfoy”
Però, riconoscente il ragazzo! Si rimangiò le parole poco gentili che avrebbe voluto rivolgergli, per fare ciò che gli aveva detto, cercando di non fulminarlo. Harry passò tre bacchette a Ron, che nel frattempo aveva fatto scattare il deluminatore e le sfere di luce, a lui nuove ed inspiegabili, illuminavano i loro volti.
Gli veniva difficile sopportarlo. Dopo sei anni passati impegnandosi ad odiarlo con tutto il cuore come acerrimo nemico, Draco faceva fatica ad eseguire un ordine così imperativo senza ribattere, ma si concentrò. Sapeva che erano loro ad essere dalla parte giusta e doveva riuscire a farsi accettare, era anche normale che non si fidassero di lui.
Il suo lato Serpeverde fece per ribattere, ma soffocò anche quello.
Dopotutto era comprensibile che Potter fosse in pena per la sorella, dopo quello che avevano appena vissuto. Inoltre erano sempre stati inseparabili, e immaginò quale tortura dovesse essere stata per lui, essere obbligato a vederla soffrire.
Harry prese Marie tra le sue braccia, sollevato ma con espressione preoccupata; quando vide che stava per pronunciare l’incantesimo che l’avrebbe fatta rinvenire però, Draco non poté trattenersi.
“Aspetta!”
Harry si girò, fulminando Malfoy con uno sguardo sconcertato.
“Come scusa?”
“Non farla rinvenire qui, dove non possiamo curarla, se ha perso conoscenza vuol dire che il suo corpo non ce la fa più, perciò se la svegli le crei solo dolore, in quanto non possiamo offrirle cure.”
Harry squadrò Malfoy diffidente, ma parve dargli retta, perché non pronunciò l’incantesimo, ma si limitò a scostarle gentilmente una ciocca dal viso.
Draco notò che il più stremato di tutti, dopo Marie, era lui, sembrava fosse sul punto di svenire come la gemella.
Intanto anche Ron e Hermione si erano ripresi, e gli puntavano contro le bacchette, mentre Luna sorreggeva ancora Olivander, pallido quanto un cadavere.
“Dove siamo?” Chiese Hermione con voce malferma. Draco sapeva che era solo una delle mille domande che voleva porgli.
“In una foresta a Nord della Scozia, vicino ad Inverness. Ho scelto il luogo puramente per caso.”
“Come diavolo ti è saltato in mente di aiutarci? Ma da che parte stai, è forse una trappola?”
Ecco il genio Weasley, pensò sarcastico Draco.
“Si certo, prima faccio i salti mortali per farvi fuggire, poi tanto per divertimento vi tendo ancora una trappola, così per hobby, non ho niente di meglio da fare che rischiare di compromettere la mia esistenza.” Commentò una vocina beffarda nella sua testa.
“Non è una trappola, altrimenti perché vi avrei fatto fuggire? Ma dobbiamo sbrigarci ad andare via di qui, altrimenti la trappola ce la tenderanno sul serio.”
“Cosa intendi dire?” Sbottò allarmato Harry, sollevando lo sguardo dalla sorella.
“Ho rivelato tramite la Legilimanzia il luogo in cui eravamo diretti a mia madre…”
Vide la faccia sconcertata del trio, e prima che potessero infuriarsi si giustificò.
Sapeva che dicendoglielo avrebbe rischiato di attirarsi la loro rabbia, ma sperava che capissero, ed inoltre non era stupido, se si fossero smaterializzati nuovamente non avrebbero corso nessun pericolo.
“L’ho fatto perché altrimenti, se non hanno nessuna informazione da dare a Tu-Sai-Chi, la sua collera rischierebbe di ucciderli…”
“E cosa ce ne frega a noi…” Borbottò Ron.
“Ron!” Lo ammonì subito Hermione. Draco cercò di ignorare il commento, altrimenti gli sarebbe saltato al collo.
“E non corriamo nessun pericolo, è sufficiente che ci smaterializziamo subito.”
Sperò che questo li convincesse.
Ron ed Hermione guardarono Harry, e Draco sperò che si sbrigasse a prendere una decisione.
“Dobbiamo andarcene subito, ma non mi fido di lui.” Disse Harry con voce esausta.
“Ma che sorpresa.”
“Lasciamolo qui.” Propose Ron. Draco cercò nella sua mente una ragione per non ucciderlo, e purtroppo ne trovò subito una.
“Ah giusto, se lo ammazzo addio fiducia, e mi ritrovo rinnegato una volta per tutte, che peccato”.
“Ron!” Fece Hermione per la seconda volta, in tono di rimprovero.
“Non possiamo mica lasciarlo qui, lo ucciderebbero. È grazie a lui se siamo sani e salvi, lontani dalle grinfie di Tu-Sai-Chi. Gli dobbiamo almeno la possibilità di spiegarsi.”
Draco si ritrovò stranamente a benedire Hermione e il suo senso dell’onore e dell’imparzialità, gli potevano salvare il collo.
Harry guardò Draco negli occhi, sempre con diffidenza.
“Solamente perché ha ragione Hermione. Dacci una spiegazione convincente del perché ci hai fatti fuggire, e ti prendiamo con noi. Ma in fretta”
Draco non sapeva bene cosa si aspettasse, ma un ultimatum non era fra le sue migliori prospettive, ma neanche fra le peggiori, perciò prese fiato.
“So che a voi può sembrare strano, insomma siamo sempre stati nemici, fin da quando ci siamo conosciuti, per non parlare delle nostre famiglie.
Ma quando ho provato a guardare le cose senza i pregiudizi impostimi dalle mie origini, pensando con la mia testa ed esaminando la causa che stavamo sostenendo, mi sono accorto che la cosa non aveva alcun senso, che ci stavamo uccidendo con le nostre mani.
Quando ho cominciato a ragionare senza credere di essere obbligato a sostenere la loro causa, mi sono reso conto che non vi erano motivi, mi sono accorto che non era quello che veramente volevo, né quello che avrei mai voluto, e tantomeno era giusto.
Mi ero sempre limitato a fare la scelta più facile, quella che mi garantiva la salvezza, o almeno credevo. Invece mi sono reso conto che stavo soffocando me stesso, e piano piano gli orrori che vivevo e a cui contribuivo mi stavano consumando, fino a farmi diventare l’ombra di me stesso.
Quindi ho deciso di fare la mia scelta. Non voglio più fare ciò che è facile, ma ciò che è giusto, anche se significa rischiare. Anche se facendo questo passo, abbandono ogni cosa certa per rimettermi al destino, faccio un salto nel vuoto che può costarmi la vita, ma preferisco morire essendo in pace con me stesso che vivere dannato.
Ho visto da vicino gli orrori e gli assassinii che commette l’Osc…Voi-Sapete-Chi, almeno quanto voi.
Spesso non ho fatto nulla per impedirli, rimanendo un muto spettatore senza la forza di ribellarsi, ma ora non più.
Mi sono accorto che siete voi quelli che bisogna sostenere, e voglio aiutare a liberare il mondo magico dall’oppressione in cui è calato, proprio perché prima ho persino contribuito a questo. So che non vi fidate di me, e avete tutti i motivi per non farlo.
Ma non vi chiedo di fidarvi. Vi chiedo di darmi la possibilità di riparare ai miei errori, e la possibilità di farvi capire che potete fidarvi di me.
Forse credete che sia tutto un inganno, un sotterfugio. Ma sicuramente la vostra amica si è accorta che non avrebbe senso. Ho avuto, loro hanno avuto l’occasione di stringervi nella loro morsa, sapete voi meglio di me quanto avete rischiato.
Non vi ho fatto fuggire per secondi fini, né tantomeno ho l’intenzione di fare il doppio gioco o di in qualche modo riconsegnarvi a loro. Se tornassi indietro ora mi ucciderebbero, perché per la prima volta ho fatto la mia scelta. Voglio combattere Voi-Sapete-Chi, ed aiutarvi. Voglio stare dalla vostra parte. Ora siete voi, che potete decidere di me.”
Aveva parlato tutto d’un fiato, ed era calato un silenzio tomba, perfino Ron non fece alcun commento sarcastico.
Gli era costato molto dire quelle parole, mettere il suo destino nelle loro mani, ma ormai aveva fatto la sua scelta, e doveva accettare la loro decisione. Forse le sue azioni precedenti avevano già compromesso il suo futuro, ma sperò ardentemente di no, non ora che aveva finalmente preso una decisione giusta, con la mente finalmente libera da influenze, ora che aveva finalmente cominciato ad ascoltare sé stesso.
Il silenzio continuava, e il trio si scambiò un paio di occhiate. Hermione si mordicchiava il labbro, ed Harry era evidentemente nel bel mezzo di un combattimento interiore.
Infine si avvolse un braccio di Marie attorno al collo, e chiese aiuto a Ron.
Draco aveva il cuore in gola. Aveva appena messo il suo futuro tra le mani dei suoi precedenti nemici, si sentiva vulnerabile come non mai. Non era per nulla una bella sensazione, come se si trovasse senza alcuna protezione sulla linea del fronte, con le bacchette puntate contro di lui pronte ad attaccare, bendato.
I due confabularono velocemente sotto voce, sotto lo sguardo preoccupato di Hermione, ed infine Harry disse:
“A Villa Conchiglia. Non farcene pentire.”

Angolo dell'autrice

Un ringraziamento  particolare va a:

lunastorta88
angyp
Amy Jackson Weasley
nilde
Potter_bieber
 _HORANGOTANGO_
max85
valepassion95
whyou24
Winchester_Morgenstern
angyp
domaris72
ElfaFelpata
ElyLovegood
Giadipotter
Lady_purosangue
lumamo64
marika silente
Sherlockstardust
spectrum__
Valentina_P

Vi sono enormemente grata per aver recensito, inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Avete il mio affetto e spero di sentire presto le voci di tutti voi.
Un abbraccio
Claire66







  
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