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Autore: effe_95    04/07/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò .

44. L’amore con uno come te, non deve essere poi così male.

 
Il ghiaccio si stava già sciogliendo in quello stupido bicchiere, ma poi perché lui reggeva tra le mani un bicchiere congelato quando fuori nevicava e faceva ancora più freddo? Eppure gliel’avevano detto mille volte di non farsi spaccare le mani dal gelo, Claudia si sarebbe arrabbiata di sicuro se l’avesse visto in quel momento.
<< Ivan, ma quanto cavolo ci mettono a venire? Puntuali no eh?! >> Sbottò Yulian infastidito, gettando il bicchiere con tutto il suo contenuto nella spazzatura più vicina, improvvisamente tutto aveva cominciato a fargli schifo.
<< Non cominciare Yul! Adesso chiamo Nasten’ka , pazienta un po’ >>
Yulian provava un’invidia tremenda nel vedere l’amico parlare al telefono con la sua Anastasija, sentiva la sua voce, rideva e non provava nessun tipo di fastidio o di dolore, era tutto come se fosse stato perfetto, Yulian si era pentito più volte di aver deciso con Claudia di non sentirsi nemmeno al telefono, che coglione.
<< Stanno arrivando, altri cinque minuti >> Disse Ivan agganciando, Yulian annuì infastidito e poi un’idea stupida lo fulminò.
<< Ne approfitto per fare una telefonata va bene? >>
Aspettò che il telefono squillasse, con il cuore in gola, e sperò affinché lui rispondesse, perché doveva rispondere, altrimenti sarebbe impazzito davvero.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette squilli e poi …
<< Pronto? >>
<< Николай как дела? >>Nikolaj kak dela? … Nicola come stai? Yulian non era mai stato più felice di sentire la voce del fratello bisbetico di Claudia, l’idea stupida era stata quella di sapere come stava Claudia tramite Nicola.
<< Yulian? Non ci credo! Che mi dici mio bel russo? >> Attaccò a parlare Nicola con l’entusiasmo nella voce, Yulian si sentiva proprio a casa in quel momento, un sorriso spontaneo gli apparve sul volto e Ivan lo guardò curioso, desideroso di sapere chi fosse quella persona che l’aveva fatto ridere e cosa stesse dicendo in quella lingua che non capiva nemmeno un po’, l’italiano.
<< Qui si congela Nikolaj, li invece, piove già? >>
<< Oh certo! Cosa ti aspettavi? Però ti dirò che quest’anno fa meno freddo di quello precedente >>
<< Per forza, perché me ne sono andato io portando via tutte le tormente >>  Disse Yulian ridacchiando, ma Nicola non rise per niente dall’altro lato del telefono, e un po’ Yulian se lo aspettava, non c’era niente da ridere in effetti, ma era sempre meglio che piangere.
<< Claudia va avanti Yul, non preoccuparti. Ce la può fare >>
Yulian si portò una mano sul volto fino a stringersi i capelli, che cosa stava facendo come uno stupido? A chi voleva prendere in giro? Con chi voleva essere forte?
<< Sono io che non ce la faccio più Nikolaj, non riesco più a mantenere le mie promesse, devo sentirla almeno un’ultima volta >> Mormorò il biondo stringendo più forte la presa sui suoi capelli, come se fossero tutti i suoi errori.
<< Ma io non te la passerò. Poi non la smettereste più, e sarebbe tutto sbagliato comunque, se hai chiamato me, è perché lo sai già, sai già che te l’avrei impedito. Inconsciamente, tu volevi che io te lo impedissi>>
<< Hai ragione >> Mormorò Yulian appoggiandosi con la schiena al primo muro che trovò disponibile, stava per crollare, ma doveva reggersi in piedi ancora una volta, perché se fosse caduto definitivamente, non ci sarebbe stato più nessuno a tirarlo in piedi.
<< E Katerina come sta? >> Cambiò argomento Nicola, Yulian sorrise tristemente.
<< Ci siamo quasi, Il’ja Aleksàndrovich  Ivanov nascerà a breve >> Annunciò il russo ridacchiando, poi intravide Ivan fargli cenno di avvicinarsi perché qualcuno era arrivato, allora Yulian salutò frettolosamente Nicola, nonostante non avesse nessuna voglia di farlo.
<< Proteggila tu Nikolaj >>
<< Sempre. E tu non dimenticarla, va bene? >>
<< никогда >> Nikogda … Mai …
Yulian ripose il cellulare e si avvicinò al gruppetto numeroso che si era andato a creare attorno ad Ivan, la serata stava cominciando veramente male, in totale c’erano quattro persone, due ragazze e due ragazzi.
Ivan gli mise fastidiosamente un braccio attorno alla spalla, gli dava immensamente fastidio non riuscire a vedere bene le altre persone in faccia perché faceva troppo buio.
<< Ragazzi, lui è Yulian Aleksàndrovich Ivanov ve lo ricordate? Yul loro sono Sergej e Igor.
Mentre questa bellissima ragazza è la mia Anastasija e lei è … >> Cominciò a raccontare Ivan indicando ognuno dei presenti, ma quando puntò il dito verso l’ultima ragazza, questa fece un passo avanti e incrociò le braccia al petto.
<< Ma guarda un po’ chi si rivedere! Il ragazzo innamorato >> Cantilenò la finta rossa.
<< Svetlana Aleksàndrovna Pavlova?! Che orrore >> Commentò Yulian facendo una smorfia con la faccia, tutti i presenti ammutolirono e Ivan cercò di smorzare la tensione incitandoli a camminare, altrimenti avrebbero fatto tardi.
Sergej e Igor erano due ragazzi dalla bellezza discreta, Yulian aveva un vago ricordo di loro, l’ultima volta che li aveva visti era stato undici anni prima, e la memoria col tempo tendeva a sbiadire, se non addirittura a cancellare le cose che riteneva inutili.
Sergej era un tipo basso e tarchiato, enorme a dir la verità, i capelli erano biondo cenere, aveva la mascella squadrata e gli occhi neri come il carbone, Igor invece era di altezza media, magro come un chiodo, con i capelli ricchi e castani, gli occhi azzurri e un naso enorme.
Anastasija invece sembrava essere la ragazza perfetta per Ivan, era più bassa di lui di almeno due centimetri, aveva i capelli ricci lunghi fino alle scapole neri come il carbone, il viso rotondo, gli occhi color nocciola e un paio di sopracciglia folte e scure.
<< Come mai sei tornato? >> Domandò Sergej accostandosi a Yulian, che camminava per i fatti suoi con le mani infilate nella tasca dei pantaloni.
<< Mio padre ha preferito tornare qui dopo un’occasione importante di lavoro >> Rispose cercando di fare il meno possibile l’antipatico, in fondo non era sempre così tenebroso e scontroso, ma quella non era davvero la giornata perfetta per uscire.
<< Oppure la sua ragazza l’ha scaricato e per la disperazione ha deciso di scappare >>
La voce di Svetlana, roca e calda, sovrastò quella di tutti i presenti, persino Ivan e Anastasija, che parlavano vivacemente tra di loro, smisero di farlo.
<< Oppure, qualcuno spara un sacco di cazzate ed è frustato al punto tale da non potersi fare i fatti propri >> Replicò Yulian lanciando uno sguardo di fuoco verso Svetlana, la finta rossa resse lo sguardo con un sorriso fastidioso stampato sulle labbra, ma cos’aveva quella tipa, perché era così algida?
Svetlana lo affiancò e per un po’ rimase in silenzio, senza fiatare, così Anastasija e Ivan ripresero a fare gridolini strani e a dire una marea di cavolate, mentre Sergej e Igor si lanciarono in un intenso discorso su qualcosa che Yulian non riuscì a cogliere.
<< Sei sempre così acido Yulian Aleksàndrovich ? >>
<< Non sempre Svetlana Aleksàndrovna, ma questo non è uno dei miei momenti migliori >> 
Svetlana sembrò molto interessata dalla conversazione, così ebbe l’ardire di prendere Yulian sotto braccio, con una sfacciataggine tale che poteva essere scambiata per naturalezza.
<< Per caso oggi ti è andato di traverso un limone? >> Yulian la fissò come se lei fosse una psicopatica, bel modo di dire che aveva un pessimo carattere, era stata davvero originale.
<< Ringrazia il cielo che sei una donna! >> Replicò lanciandole uno sguardo di sfida, Svetlana sorrise divertita e si appoggiò completamente a lui con tutto il corpo.
<< Perché, altrimenti mi picchieresti? Perché non lo fai? >> Yulian rabbrividì nel sentire quelle parole, lo scherzo di quella stupida ragazza non era per nulla divertente, lei non sapeva minimamente cosa significassero quelle parole, era lui che lo ricordava ancora come se fosse ieri.
<< Tu sei matta! E i tuoi capelli fanno schifo! >> Replicò Yulian scostandola bruscamente dal suo braccio, Svetlana rise sguaiatamente, proprio come una pazza.
<< Che c’è, la tua Claudia aveva i capelli rossi? E’ per questo che mi hai scambiata per lei giusto? Che brutta cosa Yulian! >>
Yulian strinse forte i pugni all’interno delle tasche per evitare di riempirla di pugni, non sarebbe stato carino da parte sua, doveva lasciar perdere quella pazza, tanto molto probabilmente, se non usciva più con quel cretino di Ivan non l’avrebbe vista più.
<< Era buio, e non ho notato per niente quanto sei diversa da lei >> Replicò il biondo facendo spallucce, ma perché non la finiva di perseguitarlo?
<< Uhm si, si >>
Finalmente erano giunti al locale dove avevano prenotato, Yulian desiderò con tutto il suo cuore che quella serata finisse il prima possibile.
Il tavolo non era molto in vista, ma i posti erano troppo vicini tra loro, che ore erano, era maleducazione andarsene prima ancora di mangiare?
<< Allora senti … >> Proseguì la finta rossa, ma Yulian la bloccò con la mano.
<< Zitta chiacchierona, hai davvero rotto! E sei pazza >> Svetlana ridacchiò e gli lanciò una pacca sulla schiena, Yulian rabbrividì di nuovo.
<< Volevo solo dire che secondo me, l’amore con uno come te, non deve essere poi così male>>
 
 
Claudia guardò cadere rovinosamente tutti i suoi quaderni per terra e ascoltò il rumore sordo che faceva la cartella sull’erba bagnata, aveva avuto una fitta improvvisa alla tempia e senza rendersene conto aveva fatto un disastro.
Non era stato geniale trattenersi a scuola fino a tardi, ma Francesco le aveva chiesto di aspettare al parco che finisse gli allenamenti di calcio, ma a diciassette anni ancora ci pensava al calcio?
Claudia si chinò a raccogliere tutto quello che le era caduto dalla cartella e sospirò amaramente, adesso era tutto umido e bagnato, e lei odiava le cose umide e bagnate.
<< Posso darti una mano? >> La rossa sollevò la testa di scatto e rimase sorpresa, un sorriso abbagliante le rischiarò il viso e si sentì subito meglio, come se improvvisamente il sole fosse spuntato, anche se ormai doveva dare spazio alla luna.
<< Nathan? >> Domandò con un filo di voce, il ragazzo annuì raggiante, non indossava il berretto nero ed era la prima volta che Claudia gli vedeva i capelli castani e spettinati, sembravano tagliati un po’ a caso, gli occhi verdi si perdevano nel marrone e le fossette sulle guancie non più infantili non sembravano volersi smentire.
<< Ti ricordi ancora di me? Sono contento >> Replicò il bruno porgendole gli ultimi libri e aiutandola a tirarsi in piedi, Claudia si asciugò distrattamente le mani sui jeans e chiuse la cartella.
<< Se non mi sbaglio avevamo un gelato in sospeso >> Disse timidamente accennando un sorriso, Nathan sollevò lo sguardo sul cielo scuro e gonfio d’acqua e ridacchiò nel suo strano modo di fare.
<< Anche se con questo tempo il gelato è la cosa meno indicata >> Claudia si ritrovò a sorridere come non faceva da tempo ormai, era una strana sensazione quella che provava, ma si sentiva al sicuro in quel momento, non sentiva più freddo.
<< Sei qui da solo? >>
<< Si, ho avuto la geniale idea di studiare qui per l’interrogazione di greco, ma è stata una pessima idea >> Raccontò Nathan grattandosi la nuca con aria imbarazzata, Claudia ridacchiò e indicò la sua cartella.
<< Abbiamo avuto la stessa idea stupida? Quest’anno hai l’esame vero? >>
Nathan fece il segno di una coltellata nel petto e barcollò teatralmente, facendola ridere ancora di più, la prospettiva di un esame evidentemente non lo allietava molto, esattamente quando Nathan smise di fare lo stupido, ai due si avvicinò una terza figura, ed era Francesco tutto imbacuccato nel suo giubbotto.
<< Eccomi Clo! >> Esclamò il moro per poi fermarsi quando notò Nathan, un po’ imbarazzato nella sua felpa fosforescente multicolore.
<< Ciao Checco, lui è Nathan >> I due ragazzi si salutarono stringendosi la mano e scambiando qualche parola di circostanza, come inizio poteva anche andare, e Claudia si sentiva tranquilla.
<< Che fai adesso? >> Chiese ad un certo punto, rivolta al bruno.
<< Torno a casa credo >> Replicò Nathan facendo scrocchiare le nocche, Claudia lanciò uno sguardo veloce a Francesco, il moro acconsentì con la testa.
<< Perché non vieni da me? Stasera io e Francesco facciamo una serata tutta amici, film, tanti panini e chiacchiere, che ne dici? >>
Nathan sorrise e infilò le mani nelle tasche dei jeans stretti, sembrava proprio caldo quel ragazzo.
<< Dico che se non è un problema vengo volentieri >>
Per tutta risposta Francesco gli diede una pacca sulla spalla e Claudia lo prese sotto braccio, imitata subito dopo dall’amico, quella sera non voleva piangere più, voleva sentirsi al sicuro e voleva solo ridere, Nathan e Francesco sarebbero stata un’ottima compagnia. 



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Effe_95

Buonpomeriggio a tutti.
Non ho molto tempo a disposizione, ma spero di non aver aggiornato troppo tardi.
Allora, che mi dite di Svetlana e Nathan?
Grazie mille alla prossima.
  
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