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Autore: BlueJayWay    04/07/2013    2 recensioni
"Ridicolo, quella non era nemmeno una festa di compleanno, cosa c’entravano dei palloncini? Nonostante questo continuava ad osservarli, erano tantissimi e in fondo gli piacevano, tutti quei colori"
Il sogno spesso confonde, a volte può fare impazzire... o è la realtà a fare impazzire? Si riescono sempre a distinguere le due cose?
Vivere insieme a qualcuno, ma non provare gli stessi sentimenti. Cercare di sfuggire ad una vita che in realtà non si accetta, ma rimanervi comunque ancorati, ed avere paura di abbandonarla. Insicurezze portate avanti dal passato.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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N.B. La storia in questo momento è in revisione totale. Dopo aver riletto spezzoni di capitoli ho notato alcuni errori di battitura e non, quindi ora con calma li sto risistemando. La storia, verrà probabilmente allungata e approfondita su alcuni passi mentre alleggerita su altre parti.
In ogni caso, penso che finirò di pubblicare gli ultimi capitoli lasciando questa versione e poi successivamente sistemerò il tutto.
Ho appena deciso di complicarmi le cose, ma va bene così.
Sarà quasi sicuramente una cosa lenta, dato che, purtroppo ho solo un computer condiviso e il tempo che ci posso dedicare non è molto. (senza contare lo studio e gli altri impicci)
Ringrazio chi mi ha seguita, chi ancora mi segue e chi mi seguirà.
Prima o poi la smetterò di stressarvi ;)
BlueJayWay 


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Molto bene, e dopo millenni rieccomi di nuovo! Ho avuto problemi con il computer tanto per cambiare (risolti tra l'altro in modo piuttosto rudimentale) esami e tante altre cose che non mi hanno permesso di dedicare il giusto tempo a questa storia. In ogni caso scusatemi davvero tanto! Non so se è un bene che io abbia riavuto il pc, il capitolo è quello che è ci lavoro da giorni ormai  quindi oggi (in questa giornata piatta ed uggiosa) ho deciso di pubblicarlo prima di mandarlo nel dimenticatoio. Spero davvero vi piacci, mi rendo conto sia piuttosto lungo ma avevo promesso Clive e quindi non potevo dividerlo anche questa volta :D. Ogni tipo di critica è davvero ben accetta, sono pronta a rifarlo del tutto volendo, non so per quando promettervi il prossimo aggiornamento ma tenendomi larga direi tra due settimane! :) Ringrazio tantissimo tutti i lettori, in particolare ringrazio le fedeli lettrici e recensitrici che non mi abbandonano mai LadyMadonna e Briciolaj7! Detto questo se il capitolo non vi garba o qualsiasi cosa, ditemelo. Grazie!
Ora mi fermo e vi lascio alla lettura!
Un bacione!
BlueJayWay!
p.s. Tutte le citazioni Beatles sono puramente casuali...(no, non è vero :D)

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Corse fuori di casa. I piedi scalzi poggiarono sulla strada asfaltata dura e fredda. Aveva ancora addosso il pigiama, un pigiama che gli stava decisamente troppo largo, lungo sulle maniche e sui pantaloni, rischiò quasi di inciampare, ma alla fine riuscì a raggiungere l'albero cavo di fronte casa sua. Era sicuro che avrebbe trovato quella lettera, aveva sentito passare il postino. Arrivato davanti alla pianta esitò come colto da un'improvvisa indecisione, poi infilò la mano dentro la piccola incavatura dell'albero. Dopo poco si accorse che la sua mano era rimasta incastrata, cercò di muovere le dita alla ricerca di un pezzo di carta, ma non trovò nulla, in pochi secondi la sua mano fu invasa da formiche che cominciarono a brulicare insistenti su di essa infilandosi poi sotto la manica del pigiama. Poteva vedere chiaramente come quei fastidiosi insetti rossi e neri avessero completamente ricoperto tutta la sua mano, tirò ancora con più forza il braccio finché non riuscì a liberarsi. Le formiche caddero a terra ma ripresero immediatamente la marcia verso di lui, tra l'ansia la rabbia e il fastidio cominciò a pestare su di loro schiacciandole con le scarpe. I resti polverosi dei piccoli insetti lasciarono il posto a piccoli vermi bianchi che sembravano essere ancora più insidiosi delle precedenti. Preso dal panico totale riprese a correre verso casa, i piedi nudi tornarono a percepire una sensazione di freddo pungente. Alcuni bambini intorno a lui cominciarono a ridere, una risata forte e di scherno. Pensò che la causa di tutto, fosse data dal suo abbigliamento Entrò in casa, una casa che sembrava avere mutato del tutto il suo aspetto, ma dentro la quale cominciò a sentirsi più sicuro, rilassato. Si voltò verso la porta. La lettera era lì, appesa con un chiodo, in modo che tutti potessero vederla. Si avvicinò con tanta rapidità da non percepire nemmeno i propri passi. La guardò, nonostante la sua vista fosse offuscata e annebbiata, sapeva benissimo che sopra c'erano miriadi di parole, frasi che avrebbe dovuto leggere. La staccò dal muro e la avvicinò agli occhi, si sforzò di leggerla più e più volte senza ottenere risultato, finché tutte quelle lettere si trasformarono in schizzi senza alcun significato. Cercò disperatamente Clive, ma lo vide solo in lontananza guardarlo con rassegnazione e uscire di casa. Riprese ad osservare la lettera completamente bianca, la strappò non appena percepì la presenza di Annie alle sue spalle. Lei lo guardò, seria. Seria ma non arrabbiata. Era sicuro che sapesse già gran parte delle cose, era sicuro che Clive gliene avesse parlato. Prese coraggio.
< Annie senti, devo assolutamente dirti una cosa > lei continuava ad osservarlo con un'espressione immutevole in volto <
Amo Clive e non posso davvero farci nulla, mi dispiace averti presa in giro per tutto questo tempo, mi sento un perfetto idiota > Fece un lungo discorso, un discorso del quale fu piuttosto soddisfatto. Si scusò centinaia di volte, mentre la ragazza continuava a fissarlo rimanendo nella sua posizione, in piedi con le braccia cadenti lungo i fianchi completamente rilassate. La ragazza accennò un sorriso < Lo so. Me lo hai già detto Julian e me lo ha detto anche Clive >
Improvvisamente si sentì più sollevato, senza alcun peso
da portarsi avanti. Clive gli sorrise, Annie fece altrettanto.

Si sentì bene per qualche altro breve attimo.
Finché riaprì gli occhi, si guardò intorno. Nulla era cambiato e quella sensazione di tranquillità impiegò tempo ad abbandonarlo, prima che potesse realizzare di avere sognato tutto e di non avere risolto assolutamente nulla. Annie era ignara di qualsiasi cosa come era sempre stato.
Julian si alzò stancamente dal divano sul quale si era addormentato dopo pranzo. Erano bastati circa quindici minuti perché il suo cervello gli proponesse un sogno come quello. Lui ed Annie avevano passato la mattinata a risistemare casa nel migliore dei modi. Annie diventava iperattiva quando si trattava di ospiti e specialmente ospiti nuovi, persone che ancora non aveva avuto il piacere di conoscere. Julian sorrideva all'idea che quei preparativi fossero addirittura più intensi di una semplice pulizia primaverile, tutta quella esagerazione lo faceva ridere di gusto e in fondo non gli dispiaceva collaborare e dare una mano alla ragazza. Dopo pranzo era crollato dal sonno sul divano assieme ad Annie, che però aveva già abbandonato il giaciglio ed aveva ripreso la sua attività.
< Annie? > la chiamò con la voce ancora impastata dal sonno.
< Sono su amore, in bagno. Preparati anche tu tra poco arriva Clive! >
Julian sorrise nonostante l'ansia in corpo, salì le scale e si diresse verso la camera, passando davanti il bagno dove la ragazza aveva lasciato spontaneamente la porta semiaperta.
< Te la metti oggi quella bella camicia Julian? > chiese la ragazza non appena vide passare Julian davanti.
Si fermò improvvisamente < Mah non saprei...> rispose entrando in bagno.
< Eddai amore! > Annie stava scrutando con attenzione la sua immagine riflessa nello specchio. Indossava un vestitino smanicato di cotone, nero e bianco stretto con una cintura in vita e lungo fino alle ginocchia. In mano teneva una matita nera per gli occhi, mentre tutto il ripiano di marmo del lavandino era cosparso di altre diavolerie per il make-up. Nel vedere tutti quei trucchi Julian deglutì ripensando a quelli di Clive.
Si avvicinò alla ragazza dandole un bacio sul collo e guardandola poi attraverso lo specchio.
< Dammi due secondi e poi deciderò cosa fare! > sorrise.
< Non l'hai messa nemmeno ieri! Mi piace tanto, davvero mettitela > sorrise Annie ricambiando lo sguardo. Si avvicinò con il viso allo specchio e fece un segno preciso e delicato con la matita, sopra e sotto gli occhi < Ecco! > disse sufficientemente soddisfatta.
< E tu? Hai deciso di farti bellissima?! > ridacchiò Julian appoggiandole una mano sulla spalla.
< Certo amore ho deciso di tradirti sai! > rise anche lei completando il trucco con un filo di rossetto sulle labbra.
Istintivamente Julian ritrasse la mano, portandola dietro la schiena. Non sopportava vederla sorridere per cose che erano effettivamente reali, ed era proprio lui a farle.
< Temo che i tuoi sforzi siano inutili > ammise poi come se volesse confessare qualcosa.
Annie alzò il sopracciglio continuando a tenere lo sguardo fisso sull'immagine riflessa del ragazzo
< Oh e perché mai? > chiese, cominciando a risistemare i trucchi in una piccola trousse.
< Beh vedi...>
< Ha forse già una ragazza? Poco importa, io farei colpo comunque! Tu non sei il tipo che difenderebbe a spada tratta. Insomma non sei abbastanza geloso. > ridacchiò lei scherzando e cominciando a legarsi i capelli in una coda.
< Non proprio > confessò Julian facendosi serio e teso. Annie si voltò verso di lui.
< Allora un ragazzo! > esclamò come per dire una cosa che lei riteneva del tutto normale e possibile.
Julian spalancò gli occhi, preso da un'agitazione quasi incontrollabile. Il modo così semplice schietto e pacifico con cui Annie aveva parlato lo spaventava più di ogni altra cosa, quando avrebbe benissimo potuto avere l'effetto contrario.
< Vado a cambiarmi...> dichiarò quasi con un sussurro incapace di formulare qualsiasi altro tipo di frase.
Annie sciolse i capelli poco convinta della sua acconciatura. < Ho capito, è per questo che i tuoi non volevano che lo frequentassi. Che stronzate! > sentenziò cercando di non badare alla reazione del ragazzo < Beh sappi che a me non da fastidio per nulla, non mi chiamo Christine o Forrest io! >
< Sono contento di sentirtelo dire...>
Annie lo abbracciò istintivamente prima che il ragazzo potesse uscire dal bagno.
< Se è questo che ti mette in agitazione ricordati che io non vede assolutamente nessun problema >
Julian la strinse con forza a sé come se con quell'abbraccio potesse confessarle ogni cosa.
< Annie senti...>
< Dimmi Julian. >
Il campanello suonò. La ragazza sorrise quasi eccitata.
< Beh dimmi! > chiese prima di decidersi ad uscire.
< No volevo dirti che, metterò la camicia > abbozzò un sorriso.
< Fila a cambiarti Clarke! Hai due secondi! Ma guarda te che ragazzo maleducato, non è nemmeno pronto ad accogliere gli ospiti > rise divertita e scese di corsa le scale.
Annie aprì la porta, rimase immobile a guardare il ragazzo di fronte a lei, alto e slanciato, occhi blu enormi, capelli neri e un sorriso che sottolineava piccole fossette sulle guance. Indossava una camicia bianca abbinata a dei pantaloni a righe blu e degli stivali in pieno stile anni '60. Non poteva assolutamente negare che quello fosse un bel ragazzo
< Ciao! > esclamò senza riuscire a trovare in quel momento una parola più adatta dal suo “vocabolario per gli ospiti”.
< Tu devi essere Annie!? > disse Clive allargando ancora di più il sorriso e porgendole un mazzo di fiori.
< In persona! > rispose la ragazza sorridendo e prendendo i fiori < Grazie davvero! >
< Però... devo confessarti una cosa. > disse Clive cominciando ad osservare la ragazza con molta discrezione.
La sua prima conclusione fu che probabilmente sarebbero anche potuti diventare buoni amici, ovviamente se presa a piccole dosi. Una ragazza dall'aspetto fresco e giovanile che sapeva vestirsi bene e oltre a questo piccolo dettaglio riusciva ad essere ospitale e di buon umore. Forse le mancava un pizzico di diffidenza in più verso le nuove persone, cosa che a Julian al contrario sicuramente non mancava.
< Dimmi! > chiese lei senza togliere il sorriso stampato sulle labbra.
Forse sorrideva un po' troppo, in quel momento sembrava che avesse una paralisi facciale. Clive certo non negava di essere un bel ragazzo, bello e simpatico, ma quel sorriso sembrava eterno, era quasi divertente il tutto.
< Sono fiori di mia produzione, colti direttamente dal mio giardino, è giusto che tu lo sappia! > dichiarò con una voce simile a quella dei presentatori delle pubblicità di verdura surgelata, riprendendo poi a ridere.
La ragazza rise di gusto < Sono bellissimi, grazie. Beh entra... Julian è andato a cambiarsi, sai se la prende con comoda il ragazzo >
< Oh non importa, conosco molto bene il tipo. > dichiarò con tranquillità entrando in casa.
< Magari lo conosci meglio di me! > disse la ragazza convinta. Annie solo in quel momento si accorse effettivamente dell'altezza di Clive e la cosa la intimidì non poco, cercò comunque di non darlo a vedere ma Clive impiegò pochi secondi ad accorgersene e la cosa lo fece sorridere. Avrebbe potuto sedersi per togliere qualche centimetro alla sua altezza ma era più forte di lui e su quelle cose era solito prenderci gusto.
< Beh siediti pure Clive vado a vedere se Julian si da una mossa! >
< Oh non preoccuparti, lo aspetto! > rispose il ragazzo rimanendo in piedi proprio accanto a lei.
< Sei alto > ammise infine Annie con voce spezzata dal solito sorriso. In realtà era lei ad essere piuttosto bassa di statura notò Clive che dopotutto non era certo un armadio, decise infine di accomodarsi per allentare il disagio della ragazza. Non era tanto antipatica come aveva immaginato, aveva dello spirito con il quale inconsciamente intuiva parecchie cose sulle quali però non voleva assolutamente e nemmeno riusciva ad andare oltre. Un vero peccato, pensò Clive. Sembrava sciocca.
< Vengo > disse finalmente Julian che era rimasto a fissare la porta della sua camera per parecchi minuti, ad ascoltare i discorsi dei due, prima di prendere coraggio e decidersi a scendere. Se Clive era bravo a comportarsi in un determinato modo lui aveva paura di sbagliare qualcosa. Inoltre non aveva la minima idea di cosa il ragazzo avesse in mente, Clive su quelle cose era imprevedibile assolutamente. Troppo imprevedibile.
< Oh eccolo! > Clive nel vederlo sorrise e si rialzò. Era sinceramente contento di rivedere Julian anche se accorgersi della tensione sul volto del ragazzo lo fece quasi innervosire. Si preoccupava davvero per nulla.
< Ciao Clive! > fece Julian con un tono di voce alquanto strano.
< Mal di gola? > scherzò subito Clive abbracciando l'”amico”. Julian lo strinse con forza cominciando a ridere di felicità. Annie sorrise nel vedere la scena.
“Sta ancora sorridendo” pensò Clive.
< Allora... vi siete già... presentati? > chiese poi Julian riprendendo le distanze.
< Certo! Mi ha portato dei fiori visto? > rispose la ragazza mostrando il mazzo enorme. Julian riconobbe immediatamente la provenienza dei fiori e guardò di sfuggita Clive che ricambiò il sorriso. < Vado a metterli in un bel vaso. Sedetevi pure, dopo preparo il tè >
< Avevo detto che non c'era bisogno di nulla Annie, mettiti tranquilla e siediti anche tu. Non voglio essere di peso! >
Annie ormai era scomparsa nel nulla alla ricerca di un vaso.
< Oh non ti ascolta, finché non sarai servito e riverito come si deve non sarà tranquilla! > disse Julian ridendo. Clive lo guardò serio < Dici che non ti ascolterebbe? > chiese poi a basa voce.
Julian deglutì e scosse la testa < Non ho detto questo >
Clive si mise a ridere dandogli una gomitata sul fianco. < Non ti fidi di me vero? Non puoi fare una faccia da criceto ogni volta che ti senti in pericolo, pericolo poi... >
< Certo che mi fido! > ribbattè il ragazzo visibilmente più sollevato.
< Bene allora, perché io non ho intenzione di dire nulla, non sta a me farlo, a parte questo bella camicia! > sorrise di nuovo. Julian in quel momento non sapeva se odiarlo od amarlo ancora di più, sembrava che Clive si divertisse a provocarlo o metterlo in allerta.
Dopo dieci minuti Annie ricomparve con il vaso ricolmo di fiori in mano.
< Trovato! > annunciò scendendo vittoriosa le scale. Clive trovò quella scena estremamente buffa.
< Beh non vi siete ancora seduti? Amore dai …. > si voltò verso Julian cercando di guardarlo con disappunto senza ottenere alcun buon risultato.
< Ti stavamo aspettando > le disse il ragazzo con tranquillità.
< Bene eccomi. Sedetevi porto il tè e i biscotti! > si girò verso Clive < Di mia produzione! > specificò ridendo.
Clive accennò un sorriso, non sopporta molto che riciclassero le sue battute < Ti diamo una mano! > propose poi.
< Oh no, no, non serve! Sedetevi, torno subito! >
Clive capì che insistere sarebbe stato inutile e si sedette assieme a Julian sul divano appoggiandogli una mano sul ginocchio. Julian la fissò sperando che il suo “amico” la spostasse al più presto, cosa che non avvenne. Annie tornò in salotto con un vassoio dove le tazze e la ciotola di biscotti tremavano pericolosamente, lo sguardo teso della ragazza comunicava le sue infinite preghiere perché il tutto non crollasse a terra, infine riuscì ad appoggiare il vassoio sul tavolino prima che una delle tazze prendesse il volo. Il suo sguardo vittorioso che Clive aveva già annotato come “sguardo del vaso ritrovato” tornò a troneggiare sulle sue labbra.
< Bene! > disse lei sedendosi sulla poltrona davanti al tavolino, senza lasciarsi sfuggire la mano di Clive sul ginocchio di Julian
< Ecco ora sono tranquilla! > dichiarò guardando l'ospite < Sono un sacco curiosa quindi, non so parlami di te! Julian dice che eravate ottimi amici ai tempi del liceo >
Clive alzò la sua mano e la fece ricadere con forza sulla gamba di Julian, l'impatto fu tale da far sentire in modo chiaro l'impatto dello schiaffo sul ginocchio del ragazzo che fece una smorfia di dolore accompagnata da un lieve lamento.
< Ottimi amici! > esclamò Clive sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e prendendo poi a battere ancora sulla gamba dei Julian. Annie rise divertita!
< Smettila Harris! > sbottò Julian tra lo scocciato e il divertito.
< Oh va bene ...scusa scusa > sorrise sorrnione decidendo di prendersi una tazza di tè < Com'è delicato il ragazzino eh!? > disse poi ad Annie.
< A quanto pare...> rispose lei ridendo.
< Raccontami di te invece, Julian mi ha detto che sei sempre molto proiettata, verso.... il futuro >
< Oh sì è vero anche se lui non mi sembra mai molto convinto. >
< Non è vero penso solo sia, presto! >
< No no tu sei solo poco convinto! Molto poco... Non è mai convinto di nulla lui > sottolineò Clive con tono ironico lasciando l'ennesima volta Julian senza parole.
< Appunto > riprese la ragazza < Comunque per il resto... studio all'università quando capita faccio qualche lavoretto ma purtroppo è raro e poi...mah mi piace leggere e … e camminare sì > concluse guardando Julian < Ci piace ad entrambi, facciamo passeggiate eterne, vero amore!? >
< Sì certo! > rispose Julian sorridendo.
< Oh a Jules sono sempre piaciute le passeggiate! >
< Jules! Che bello posso chiamarti anch'io così? > chiese immediatamente la ragazza.
< ...Certo Annie, puoi chiamarmi come vuoi > in realtà la cosa gli sarebbe parecchio dispiaciuta ma non poteva certo dirlo, Clive se ne rese subito conto e la cosa gli fece piacere
< Jules è tutta una cosa legata a “Hey Jude” dei Beatles > cominciò a spiegare Clive <... lo sai no? > sorseggiò il tè < Prima si sarebbe dovuta chiamare “Hey Jules”. Julian me lo raccontò anni fa pensando che non ne sapessi nulla, hai presente quando le persone ti dicono una cosa con tanta foga ed entusiasmo pensando che tu non ne sei a conoscenza? >
Annie annuì.
< Ma smettila > rise Julian dandogli una gomitata
< Ecco > continuò il ragazzo prendendosi un biscotto e lasciandosi cadere sullo schienale del divano < Ci è rimasto davvero male quando gli ho confessato che già lo sapevo, dovevi vederlo! > rise, sotto lo sguardo contrariato dell' “amico”
< Comunque da allora ho cominciato a chiamarlo sempre Jules , è diverso e gli sta bene secondo me! E poi anche la canzone ci è sempre piaciuta moltissimo! >
< A me certe cose Jules > Annie fissò il suo ragazzo < Non le racconta! In realtà secondo me lo conosci meglio tu della sottoscritta. Magari avete passato più tempo insieme. Comunque sapevo di tutta quella storia della canzone, ecco di musica parla spesso e volentieri, ha un gruppo lo sai? >
< Vuoi dirmi che siete andati avanti? > domandò Clive voltandosi di scatto verso Julian mostrandosi il più incredulo possibile.
< Certo. > sorrise < Siamo anche piuttosto bravini! > confessò
< Quindi non hai abbandonato il tuo sassofono? >
< No no >
Clive gli diede una pacca amichevole sulla schiena < Ma è fantastico! >
< Avranno un concerto tra qualche giorno! Vero amore? >
< Sì tra una settimana o giù di lì! >
< Sono davvero bravi! Io l'ho conosciuto lì, sai ho cominciato a pedinarlo > Continuò la ragazza ridendo < Potresti venire a vederli, poi se vuoi puoi dormire qui da noi! >
< Non so davvero se posso accettare l'invito, penso che sarei di troppo. Comunque verrò sicuramente a vederti Jules! > Concluse guardando il ragazzo con un sorriso
< Mi farebbe davvero piacere come ben sai! >
< Sì vieni! Sono davvero bravi! >
< Bene allora è deciso, fatemi sapere il giorno preciso mi raccomando! >
I discorsi dilagarono su vari argomenti, Clive si mostrava interessato a qualsiasi cosa cercando di rimanere il più discreto possibile e nello stesso tempo di capire qualcosa in più su quella ragazza, tanto ospitale quanto ingenua. Il pomeriggio passò tranquillo e Julian non appena si assicurò che Clive non avrebbe sbandierato nulla si tranquillizzò nonostante le continue frecciatine del ragazzo. Si misero d'accordo per la sera del concerto dopodiché Clive decise di congedarsi.
< Non rimani per cena Clive? > chiese Annie mentre Julian accompagnava Clive alla porta.
< Oh no grazie, sei molto gentile Annie ma ho un treno da prendere e Martha è a casa che mi aspetta! >
< Martha? >
< La mia bellissima ragazza! > ridacchiò lui sotto lo sguardo confuso di Annie che ancora ripensava a ciò che le aveva detto il suo ragazzo.
< Wow! > esclamò poi incerta < Non sapevo che... >
< E' la mia bellissima cagnolona! > specificò poi Clive continuando a ridere. < Una peste! Molto selettiva sulle sue simpatie e molto esigente! Credo sia già alla porta ad aspettarmi per il rancio! >
Annie rise < Allora è meglio se vai! >
< Direi! Grazie ancora di tutto, è stato un piacere conoscerti! > si avvicinò la ragazza e si chinò per darle un bacio sulla guancia.
< Anche per me! Ci vediamo al concerto allora! >
< Sicuro Annie! >
< Ti accompagno Clive vuoi? > domandò Julian che era rimasto in silenzio per un po'.
Clive si voltò verso il ragazzo guardandolo negli occhi
< Va bene, accompagnami vecchio stronzo! >
< Ma se sono più giovane di te? > ribatté l'altro ridendo.
< Appunto! Andiamo! >
< Torno tra una quindicina di minuti Annie...>
< Va bene amore! Ciao Clive, a presto! >
I due ragazzi uscirono di casa e si incamminarono in silenzio verso la stazione.
 

  
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