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Autore: Eternal Cosmos    18/01/2008    7 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos


tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter.

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Capitolo 12: [Down memory lane] Oltre il sentiero della memoria
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“Te l’ho detto, Sirius! Devi parlargli! E’ praticamente crollato quando ieri ho discusso con lui . Era realmente molto dispiaciuto per quello che è successo! Penso che si senta talmente solo da nascondersi dietro una spessa corazza; ha bisogno di qualcuno con cui confidarsi. E tu potresti cominciare proprio dal chiedergli scusa.”
Sirius fissò Remus con incredulità. “Per cosa mai dovrei chiedere scusa!?”
Il Licantropo guardò torvamente l'amico. “Ti avevo detto di non forzare il ragazzo a far nulla durante la lezione ma tu non hai ascoltato, come al solito! E' in primo luogo colpa tua quello che è successo ieri!”
Sirius accusò il colpo e sospirò quando l’amico infuse un po’di enfasi nelle proprie parole di rimprovero, e lo scrutò altrettanto intensamente. “D’accordo, d’accordo! Andrò a parlare al ragazzo più presto che posso.” L’animagus sospirò di nuovo e se ne andò semplicemente con una malcelata espressione di mestizia.
Lo sguardo di Remus divenne triste nell’osservare il suo vecchio amico andar via demoralizzato. “Mi spiace Sirius, ma credo che tu e quel ragazzo siate più simili di quanto pensi, in un certo modo. Forse ti gioverà un po’, e forse tu gioverai un po’a lui. Sono certo di essere pronto ad aiutarlo qualunque cosa dica o pensi la gente di lui,” Sussurrò tra sè l’uomo biondo mentre camminava in una direzione differente.
Inaspettatamente, quando Remus entrò nella Sala Grande, James era già al tavolo degli insegnanti e stava salutando l'amichevole, sebbene imponente mezzo-gigante.
“Chi sei?” Chiese Hagrid col suo vocione profondo.
James, con sorpresa di tutti gli altri, non indietreggiò nè lo squadrò sgarbatamente; gli porse la propria mano con un gesto sicuro e Hagrid la prese con uno sguardo circospetto. James strinse con fermezza e lasciò andare la manona con un sorriso. Hagrid levò un sopracciglio e gettò un’occhiata a Dumbledore, che fece solamente spallucce e tornò a parlare con Minerva.
“Ciao! Mi chiamo James Evans e sono un’ospite qui. Ero impaziente di incontrarti! Non ho sentito altro che cose ammirevoli a proposito di Hagrid il Guardiacaccia. Devo congratularmi con te per esserti preso così buona cura del tuo Ippogrifo! Lo amo da morire!”
Harry non poté arginare il gran sorriso che lo illuminò tutto in volto non appena si fu rivolto allo sconcertato e lievemente arrossito mezzo-gigante. Hagrid era stato il suo primo sincero amico nel Mondo Magico e rivederlo era quasi altrettanto bello quanto vedere Sirius e Remus, e proprio prima di vedere Ron ed Hermione che erano stati i successivi.
“Um, grazie, Mister…um, Evans.” Hagrid non aveva davvero idea di che cosa dire a quest’ospite che mostrava un così vivo interesse per i suoi ‘animaletti’. era stato tutto così improvviso che rimase impalato sul posto.
L'uomo barbuto sobbalzò leggermente quando il ragazzo guardò dietro di lui e agitò repentinamente la mano.
“Ciao Remus!”
Il Licantropo, e quasi tutti gli insegnanti, per quanto importi, sollevò un sopracciglio in direzione di James. Come mai questo ragazzo di solito cupo era così vivace tutto a un tratto? Remus agitò la mano in risposta, titubante, e un po’ammusonito dal fatto che era stato Hagrid, e non lui, a far sorridere il ragazzo in quel modo. Ma c’era qualcosa di strano in quel sorriso, come se non raggiungesse completamente i suoi occhi, o era negli occhi il problema? Remus scosse la testa per schiarire i propri dubbiosi pensieri e si sedette al suo posto.
Quando Remus agitò la mano in risposta James si voltò nuovamente verso Hagrid. “Spero davvero che tu possa mostrarmi altre delle tue splendide creature! Mi è piaciuto molto Buckbeak, comunque!”
Gli occhi di Hagrid si spalancarono e guardò il ragazzo attentamente. “Come lo sai che si chiama Buckbeak? Te lo ha detto qualcuno?”
James mosse la testa negativamente e i suoi occhi d'improvviso restituirono un’occhiata misteriosa a quelli di Hagrid. “Hmm, no. Me l’ha detto un uccellino.” Il ragazzo ridacchiò sommessamente all’espressione diffidente di Hagrid e scosse il capo. “No, sul serio, mi piacerebbe davvero vedere le tue creature,” replicò, evidentemente aggirando la domanda di Hagrid.
Il guardiacaccia parve dimenticarsi della propria precedente cautela, al pensiero di mostrare i suoi animali a qualcuno realmente interessato, e, in ogni caso, se a Buckbeak il ragazzo era davvero piaciuto, non poteva essere così cattivo; anche Dumbledore lo lasciava restare così che era trattato come un ospite.
Hagrid era sul punto di rispondere con un largo sorriso, quando qualcuno dal tavolo degli insegnanti iniziò a sbuffare rozzamente. Risultò che era Manx, il professore di cura delle creature magiche,e il cipiglio di Hagrid divenne cupo e chiuso.
Manx ignorò l'occhiata che gli indirizzò Dumbledore e prese a deridere il mezzo-gigante. “Non lo farei se fossi in te, Evans. Le bestie di Hagrid sono feroci e pericolose per chiunque gli si avvicini troppo. Personalemente, ritengo che un Ippogrifo sia ottuso e un’assoluta minaccia per la società, come qualsiasi altra creatura oscura a questo mondo.”
L’uomo riprese a ridere, benché fosse l'unico insegnante che lo trovasse divertente. Un gruppetto di Slytherins trattenne dei risolini, ma tutti boccheggiarono al trovarsi di Manx davanti alla punta di una bacchetta.
Il professore di Cura delle Creature Magiche smise immediatamente di ridere e alzò con prudenza gli occhi all’adolescente dai capelli scuri, mentre gli altri insegnanti si alzavano rapidamente e puntavano le loro bacchette contro James, che comunque non battè ciglio e mantenne lo sguardo fisso su Manx.
L’occhiata che James gli rivolse era ostile e aggressiva, le gemelle pozze blu che mutavano in una gradazione più scura non appena ridusse i suoi occhi a fessure e sollevò la testa rapido, facendosi scivolare la lunga frangetta sugli occhi. Ciò lo fece apparire come un mago ancora più oscuro e Manx si alzò, quindi balbettò a ritroso. “Non puntarmi addosso quell'arnese, ragazzino!” Disse l'insegnante con rabbia.
James quasi ringhiò, ma ripose la bacchetta nel fodero con cautela, indirizzando a Manx un ultimo sguardo completamente indifferente. Si voltò, chiuse gli occhi e provò a riacquistare la calma. “La prossima volta che lo dirà non mi fermerò.” James iniziò tranquillamente; la sua voce fu l'unico suono udibile nella Sala Grande.
Nessuno studente osò aprir bocca; Quel ragazzo aveva minacciato un insegnante! Un insegnante! Manx sbuffò rudemente.
“Perché te ne preoccupi? E che cosa ti fa credere che potresti battermi!”
Fu in quel momento che Sirius entrò nella Sala Grande, ma s’arrestò sui propri passi quando notò l’agitazione e la tensione nell’aria. Non lo notò ancora nessuno, comunque, in quanto guardavano davanti a dove Manx ed Evans stavano palesemente avendo uno scambio turbolento.
‘Che cosa potrebbe aver reso Evans così furioso?’ Sirius si chiese tacitamente mentre osservava che cosa sarebbe accaduto.
“Non tutte le creature oscure sono considerate malvagie o cattive, Manx. Non dovrebbe giudicare le persone o gli animali dal loro titolo ma da che cosa essi sono come individui e dalle loro azioni.”
Se non fosse stato all'interno della scuola Manx avrebbe sputato per terra. “Stro**ate! Tutte le creature oscure sono nefande e indegne di qualsiasi cosa! Dovrebbero essere tutte uccise!” Replicò con disgusto.
La cosa successiva di cui ebbe coscienza fu che stava scivolando giù dal muro e sentendo una dolorosa ferita sullo stomaco a causa dell’Expelliarmus che aveva ricevuto dai rapidi riflessi di James.
Gli insegnanti non avevano neanche avuto il tempo di fermare l'adolescente, ma, anche se lo avessero avuto, dubitavano che avrebbero voluto farlo.
Gli studenti boccheggiarono dallo shock, non appena James, infine, abbassò la sua bacchetta; mantenne comunque il suo sguardo gelido, puntato continuamente sull’uomo raggomitolato. “Probabilmente è lei che dovrebbe essere ucciso. Sta apertamente chiedendo la morte di uno dei membri del corpo insegnante proprio di questa scuola, pazzo. E glielo assicuro: è un uomo migliore di quanto lei sarà mai.”
Manx ansimò e gettò una furtiva occhiata a Lupin; gli studenti non capirono perché o di che cosa James stesse parlando. Ron si voltò verso Hermione e i propri amici, e sussurrò con curiosità: “C’è un insegnante stregato qui?” Nessuno gli rispose, poiché al momento erano a corto d’indizi quanto lui.
Il cuore di Remus prese a martellargli sul costato e gli costò tutta la propria forza di volontà il non entrare in iperventilazione. ‘James sa che cosa sono!’ Gettò uno sguardo alla quasi esatta copia di Sirius, ma James non lo degnò d’uno sguardo; era troppo concentrato su Manx al momento per notare qualsiasi altra cosa.
Harry era interiormente felice che il personaggio di James Evans avesse infine mostrato i suoi reali colori, ma dovette trattenersi dal sussultare. La sua occasione di guadagnare la loro fiducia era ormai probabilmente perduta del tutto, ma se era questo il prezzo da pagare per essere lì e proteggerli, era pronto a pagarlo. Nessuno poteva insultare i suoi amici, e neanche la sua famiglia, in quanto Remus e Sirius erano affettivamente inclusi in quella categoria, anche se ora come ora non ne avevano idea.
Si diresse verso l’uscita senza guardare nessuno. Il cuore di Sirius quasi si fermò nell'istante in cui il ragazzo gli lanciò un’occhiata breve, mesta, e poi soltanto s’allontanò.
L’Animagus non poté impedirselo, per un esile momento, ma provò una sorta di affettuosità per il ragazzo. Non era sicuro se James fosse al corrente che Remus era un Licantropo –forse si era riferito allo stato di mezzo-gigante di Hagrid- perché nessuno possedeva queste particolari informazioni fatta eccezione per gli insegnanti. Erano stati molto accurati per tutti quegli anni nel nascondere la difficile condizione di Remus, poiché se gli studenti avessero saputo, lo avrebbero detto ai propri genitori, e allora il ministero avrebbe portato via il suo amico dato che le creature oscure erano considerate una minaccia e non degne d’affidamento. Molte di loro si erano già unite al Signore Oscuro, così, ciò non giovava alla difficile causa di Remus. Sirius raggiunse il tavolo degli insegnanti dove Manx stava tentando di alzarsi con quanta più dignità potesse riunire, borbottando sull'impudenza del ragazzo di attaccarlo. “Perché non lo hai fermato Albus!” Manx s'infuriò non appena riconquistò l'equilibrio.
Dumbledore corrugò la fronte in direzione dell’uomo. “Tu ed io dovremo avere una piccola conversazione nel mio ufficio, Magnus Manx. Il tuo comportamento di oggi è stato immaturo, e hai deliberatamente insultato un membro del mio corpo insegnante! Così, scriverai una lettera di scuse ad Hagrid, qui, che hai offeso pubblicamente. Io non rispondo delle azioni di Mr. Evans, ma aveva ragione a fermarti prima che la cosa si spingesse troppo oltre. Parlerò anche con lui; non devi preoccuparti di questo.”
L’anziano preside omise di menzionare che egli aveva offeso anche Remus, ma aveva idea che Manx sapesse di dover scrivere non una, ma due lettere. Questo non andava decisamente a genio a Manx, che così se ne andò impettito dalla stanza a grandi, pesanti passi.
Gli insegnanti tornarono a sedersi, un po’impacciati, e Albus sospirò. “Avremo mai una giornata normale? Fin da quando Mr. Evans è giunto qui, non ci sono stati altro che problemi.” Hagrid non sedette, si dimenava sul posto. “Beh, non ce lo pensavo così male quando mi si è presentato! Mi sembra che è uno a posto, magari un giovanotto un po’impulsivo. Non lo so proprio dove lo ha trovato, preside, ma mi piace!” L’omone concluse intrepidamente.
Minerva trovò il modo di far schioccare la lingua lievemente. “Hagrid, ti piace chiunque mostri interesse per i tuoi animali. Non è complicato.”
Gli altri professori assentirono e risero in modo soffocato mentre Hagrid arrossiva. “Ci parlerò, se mi riesce di trovarlo,” Hagrid replicò infine.
Passò camminando accanto a Sirius e l’Animagus lo bloccò, improvvisamente desideroso di dare una mano. “E’ andato fuori. Se cammini abbastanza velocemente puoi raggiungerlo prima che torni ad Hogsmeade.”
I professori indirizzarono a Sirius un’occhiata strana ma lui li ignorò. “Parlagli se vuoi; non credo che parteciperà volentieri a Trasfigurazione quest’oggi. Digli che oggi pomeriggio c’è Divinazione se se la sente, e di non tornare poi subito al villaggio. Mi piacerebbe discutere con lui.”
Hagrid annuì a Sirius con gratitudine e si allontanò a passo di marcia senza dire altro.
………
Quando finalmente Hagrid raggiunse James, fu sorpreso di trovare il ragazzo in piedi, vicino alla sua casupola, che chiaccherava incurantemente con Buckbeak. Quando l’ Ippogrifo vide il proprio padrone gracchiò allegramente e caracollò verso Hagrid, tendendo il capo in cerca di cibo e carezze. “Penso che gli piaci!” Hagrid disse a un tratto, rompendo il ghiaccio creatosi tra loro.
James fece un sorriso triste e sedette sui gradini della capanna di Hagrid, sebbene fossero freddi. “Bene, anche tu gli piaci. Posso dire che ti prendi buona cura dei tuoi animali. Ne hai altri?”
Hagrid annuì con entusiasmo e per poco non slogò un braccio a James per trascinarlo al proprio recinto di animali. “Guarda! Ci ho tre Schiopodi Sparacoda! Non sono adorabili?” Chiese fanciullesco il mezzo-gigante con un’espressione gioviale.
James ridacchiò nervosamente e balzò indietro per evitare una palla di fuoco scagliata nella sua direzione. “Già…adorabili.”
Hagrid annuì con fervore e lo spinse verso il recinto successivo con rinnovato entusiasmo; non era realmente cosa da tutti i giorni che qualcuno gli chiedesse di mostrargli i suoi animali e che non scappasse via non appena averli scorti.
Hagrid gli stava mostrando il secondo recinto, quando un cane enorme gli corse incontro e latrò festoso. Il mezzo-gigante rise di cuore e lo accarezzò gongolante. “Guarda James! Questo qua è Fang (Thor Ndt)! E’ il mio segugio, è! Di’ ciao a James, Fang!”
L’immenso cane si avvicinò al ragazzo dai capelli scuri e Hagrid lo ammonì a non spaventarsi. Non ebbe bisogno di avvertire James, tuttavia, perché l’adolescente non indietreggiò mai. “Ciao Fang!” Harry mise le mani davanti alla museruola del cane e Fang fiutò il suo odore, uggiolò quasi di pietà e leccò le mani tese. Harry si domandò brevemente se il cane avesse capito chi era, ma Fang non era certo quello che lo avrebbe detto a qualcuno.
“Bravo ragazzo.” Coccolò il segugio e Fang corse via, inseguendo un Asticello errabondo. Hagrid era felice che a Fang fosse piaciuto il ragazzo ed incitò James a proseguire la rassegna. “Questi qui sono Vermicoli e spero che già sai che cos’è la cosa in quella gabbia?" James annuì col capo. “È un folletto della Cornovaglia. Mi spiace di avere di loro un ricordo non così piacevole dal mio secondo anno.” Hagrid sembrò pensieroso per un momento ed annuì tra sè, inducendo Harry a domandarsi a che cosa pensava. “James, tu non hai nessun pregiudizio contro qualunque creatura considerata oscura, nevvero?” James scosse negativamente la testa e diede ad Hagrid uno sguardo curioso. “Assolutamente no. Non possono combattere contro ciò che sono; è nella loro natura e non possiamo cambiare nulla a proposito. Personalmente, sono stato in presenza di molte di esse durante gli anni scorsi: non era facile, ogni giorno, ma sono ancora qui, no?.. E quando dico che erano molte, erano MOLTE.”
Hagrid era adesso terribilmente curioso di sapere che tipo di creature avesse visto o con cui avesse vissuto, o anche da cui fosse fuggito, ma con un'occhiata al ragazzo fattosi serio il mezzo-gigante non fu più sicuro di voler davvero sentire altro. “Le persone mi guardano quasi sempre con disprezzo per la mia natura di mezzo-gigante e perché mi piacciono di più gli animali pericolosi, è così ingiusto.”
“Ma qualche volta le creature pericolose sono le più interessanti, dico bene?” Chiese James con aria complice.
Hagrid annuì allegro e gli fece l'occhiolino. “Sapevo che mi piacevi per una ragione! Li avresti adorati Fuffy e Norberto!”
Harry era interiormente intontito; Hagrid li aveva avuti anche qui dove la restrizione sulle creature oscure era alla sua massima vigilanza! Finse interesse in modo perfetto. “Fuffy e Norberto? Parlamene.”
Hagrid gliene raccontò nel mentre che camminavano verso la capanna. “Fuffy era un gigantesco cane a tre teste che acquistai qualche anno fa per proteggere una cosa. Ma quando alla fine a Dumbledore gli è riuscito di affidare l'oggetto al suo amico, ho dovuto lasciarlo andare, perché non potevo tenerlo. Norberto era un cucciolo di Dorsorugoso di Norvegia, un drago. L'ho amato da morire dal momento in cui ha rotto il suo uovo, ma il giovane Draco Malfoy, che era in punizione con Weasley e agli ordini di Filch (Gazza -Ndt), era fuori dalla scuola e ha messo il naso nei miei affari. Dumbledore ha dovuto dar via Norberto prima che il ministero sentisse le voci su di lui; uno dei fratelli di Weasley, Charlie, ha preso Norberto con sè. Lui lavora con i draghi, così sono sicuro che Norberto là è felice.”
Harry vide una lacrima sfuggita scivolare sulla larga guancia dell'uomo e sorrise lievemente; Hagrid aveva ancora un gran animo buono al di sotto di quella sua imponente figura. Gli diede una pacca sulla schiena e un sorriso rassicurante. “Sono sicuro che anche loro ti stanno pensando, Hagrid.”
Il Guardiacaccia annuì e tirò su rumorosamente col naso, la sua smorfia mutata in un ghigno non appena spinse la porta aprendo la casupola. “Ora sto nascondendo un'altra creatura nella mia capanna! Guarda James! Non è una bellezza questa qui?” Domandò Hagrid con entusiasmo indicando una scatola particolarmente custodita.
James s'avvicinò lentamente e sentì, ad ogni passo, la temperatura della stanza divenire più elevata. Sbirciò nella scatola e fece un balzo, portandosi una mano alla vita per impedire a Nagini di sibilare in allarme. “Quello è un Ashwinder! Hagrid, sono molto rari e pericolosi! Può incendiarti la capanna se non stai attento!” Esclamò James scioccato. Hagrid annuì e spiegò: “Dumbledore lo sa che ce l'ho qui. Infatti, è stato lui a porre l'incantesimo sulla scatola per evitare che mi bruci tutto quando depone le uova. E comunque, non glielo dò il tempo di bruciare qualcosa, prendo le uova quasi subito e le porto al professor Snape. Le uova di Ashwinder sono rare e molto ricercate per un Master di Pozioni. Sono preziose per alcune pozioni. L'unica cosa difficile è il prenderle; il serpente può essere davvero infido e bruciarmi per benino, cosa che mi è già successa un paio di volte.” Hagrid si strinse nelle spalle timidamente e mostrò la mano bendata.
James sospirò e scosse la testa con disapprovazione, ma si trattenne dal commentare al proposito. Poteva sentire il rabbioso borbottìo dell'Ashwinder rivolto contro lo “ssstupido mezzo-gigante ladro delle sssue amate uova” e tentò di nascondere un sorrisetto. Doveva di sicuro essere frustrante essere derubati delle proprie uova proprio davanti ai propri occhi. “Oh, giusto!” Hagrid parve ricordare quando gli cadde lo sguardo sull'orologio incantato che stava sul suo smisurato tavolo. “Sirius voleva parlarti!”
Il cuore di Harry iniziò d'un tratto a battere più rapidamente, e inclinò la testa da un lato. “Oh?”
“Sì, dopo le lezioni di oggi! Me l'ha detto proprio lui! Andrai alla lezione di Divinazione, giusto?”
L'umore di James sprofondò, ma annuì con indifferenza. Era ancora furioso con Manx, ma non era una buona ragione per ignorare tutti gli altri e guastare le buone disposizioni delle persone attorno a lui. Hagrid sembrò capire l'improvviso mutamento di umore di James. “Non preoccuparti di quello che è successo oggi . Il Professor Manx se lo è meritato quello che gli hai fatto, anche se ti consiglio di non farlo spesso. Hai spirito, te l'ho detto ragazzino!” Rise Hagrid, e si scusò momentaneamente quando sentì Fang abbaiare da fuori. Harry osservò il proprio amico chiudere la porta e si voltò di nuovo verso la scatola. Il serpente rosso fuoco stava ancora borbottando, e quando vide Harry si profuse in una serie di coloriti commenti che fecero sollevare al ragazzo un sopracciglio. “Non dovresssti pronunciare parole cosssì licenziossse, mia cara. Non sssi addicono alla tua eleganza.” L'Ashwinder smise di botto di sibilare e fissò Harry con occhi nuovi. “Tu parli! Tu parli il nobile linguaggio dei ssserpenti, e non hai ancora fermato il grossso uomo! Non gli hai ordinato di non sssottrarmi le mie uova mai più!” Cominciò a sibilare nuovamente con rinnovata collera ed Harry sospirò.
Vorrei poterlo fare, ma loro non devono sssapere che parlo la nobile lingua. Voglio però che tu sssappia che le tue uova sssono molto preziossse anche per gli umani. Sssono necesssarie ad un proposssito egualmente nobile, e dovrebbe esssere un onore per te contribuire alla causssa. Molte pozioni che contengono uova di Asshwinder sssono capaci di sssalvare delle vite. Dovresssti esssere orgliosssa di esssere una delle sssole creature a farlo.
Il serpente parve rifletterci per qualche momento. “Ammetto che è piacevole sssaperlo. Potrei lasssciare che il Gigante prenda le mie uova con un po' meno difficoltà, sssolo sse prometti di tornare a parlarmi qualche volta e di dirmi quante vite le mie uova hanno sssalvato. Mi sssento ssola, ogni tanto.
Harry annuì. “Potrei non esssere capace di venire sspessso, però. Ma sssono ssicuro che a Nagini non dissspiacerà passsare una volta o l'altra.
Chi è Nagini?
Harry sollevò la mano in avanti e una testa fece capolino dalla manica, sorprendendo l'Ashwinder. “Sssei tu!” Quella iniziò, ma Nagini interruppe il serpente scarlatto per rivolgersi con tono di rimprovero al ragazzo.
Provaci quanto puoi, non riussscirai a farmi lasssciare il tuo fianco cosssì facilmente. Ho promessso che sssarei rimassta con te e ti avrei protetto, uomo-sserpente!
Harry ridacchiò e disse a Nagini di non scaldarsi. “Okay, okay, non ti cossstringerò a venir fuori. Era sssolo un penssiero passseggero.
Nagini sembrò annuire e affacciandosi con la testa fuori dalla manica del mantello di Harry si girò in direzione del serpente del fuoco. “E tu, accetterò quesssto ma non dovrai mai far del male al mio uomo-sserpente! Ssse lo fai-
L'Ashwinder apparve terrificato da una simile idea. “Perché mai io! Io dovrei mai fargli del male! E' ssstato cossì rissspettosso con me ed è il primo umano che mi capisssce! Non gli farò mai del male.
Harry girò la testa avanti e indietro e s'accigliò seccato, vedendole parlare come se lui non fosse là. “Ragazze! sono ancora qui, ve lo faccio notare!
D'improvviso, Nagini tornò a nascondersi sotto il mantello e tutto si fece silenzioso. Hagrid riaprì la porta e si scusò per la sua breve assenza. “Scusami se ti ho lasciato da solo in questo modo, ma Fang ha acchiappato l'Asticello vagabondo alla fine! Ho dovuto metterlo in una gabbietta; non è stato mica facile.”
James annuì e si alzò in piedi, sperando che Hagrid non avesse sentito nulla. Il mezzo-gigante parve del tutto ignaro, così si rilassò lentamente. “Sarà meglio che io torni al castello. Gli altri devono starmi aspettando. Grazie di tutto Hagrid. Ci rivedremo.”
Si strinsero la mano ed Hagrid osservò James andar via. La temperatura nella stanza aumentò tutto a un tratto e il mezzo-gigante mosse cautamente alcuni passi verso la scatola: l'Ashwinder stava per deporre le uova.
Hagrid s'irrigidì non appena apparvero, ma quando allungò la mano nella scatola tutto ciò che sentì fu il solito calore della creatura. Non un morso, non un sibilo o nessun'altra forma di ribellione. Il serpente lo guardò per un istante e quello dopo si arrotolò su se stesso, ignorando la sua presenza.
Hagrid fissò le uova nella sua mano. “Strano.”
Guardò fuori, nella direzione in cui James si era allontanato. ‘L'Ashwinder non ha mai ceduto le uova volontariamente prima. Allora perché adesso?’
………
Parlare con Hagrid aveva preso più tempo di quanto avesse pensato e quando Harry giunse alla Sala Grande, ognuno era già andato alla propria prossima lezione. “Dannazione!” Imprecò, quindi si affrettò verso la torre di Divinazione.
Non era poi così tardi, solo una manciata di minuti, ma non voleva arrivare nel bel mezzo della lezione. Harry s'arrestò bruscamente, si guardò intorno per accertarsi che nessuno lo stesse spiando e mormorò una parola segreta davanti ad un ritratto. Con un ultimo sguardo in giro chiuse la porta e iniziò nuovamente a correre.
Arrivò meno di cinque minuti più tardi davanti alla porta dell'aula ed assunse un'espressione torva e distaccata non appena sentì la noiosa voce della Trelawney dall'altra parte.
Bussò leggermente e si fece coraggio; come la donna socchiuse la porta il penetrante odore dei fondi di foglie di tea gli aggredì le narici. L'aula era la stessa che nel suo mondo prima che Fiorenzo facesse la propria apparizione.
“Sì? Che cosa posso fare per te giovanotto?” Chiese Trelawney con la sua voce sognante e lo squadrò attraverso i suoi occhiali tanto spessi da farla sembrare un vecchio gufo un po' tocco.
James la fissò con uno sguardo prossimo allo sfacciato disprezzo ed entrò nell'aula. “La professoressa di Divinazione è lei, non io. Dovrebbe saperlo.”
Gli studenti iniziarono a sogghignare alla faccia che Sybill fece, mentre Parvati (Patil Ndt) si accigliò profondamente. “Non deridere la Professoressa Trelawney! E' una grande veggente!” James la ignorò e sedette accanto ad uno sghignazzante Ron. Seamus roteò gli occhi e mormorò “Cocca della prof!” Il che rese Parvati ulteriormente accigliata. Sybill non trovava divertente essere derisa da James ma si trattenne dal rispondere per continuare la lezione. “Ora figlioli! Guardate nella vostra sfera di cristallo e ditemi ciò che vedete! Spalancate la vostra mente!” Disse con tono drammatico mentre gesticolava con fare teatrale.
Ron roteò gli occhi e chiese a James di unirsi a lui e a Neville e di guardare assieme nella “dannata sfera”. James ridacchiò ed assentì, lasciando a Neville il primo turno.
“Così James,” Ron cominciò con un sussurro, “Ti sei davvero fatto un nome attaccando un professore-”
“E' stato maledettamente impressionante! Sono stato così a lungo sul punto di farlo a quel pezzo d'idiota!” Dean interruppe il rosso, improvvisamente, e ricevette un'occhiataccia d'avvertimento da Trelawney. Arrossì e tornò a fissare la sua sfera, ma non prima di aver quotato un pollice alzato in favore di James.
I ragazzi sghignazzarono di nuovo ma si voltarono indietro non appena lo sguardo fisso di Sybill si spostò su di loro. “Questa cosa è un totale spreco di tempo! Non vedo nulla!” Esclamò Neville mentre spingeva la sfera verso Ron.
Il più giovane dei Weasley grugnì e la spinse verso James. “Divertiti. Questo affare non funziona con me. Occhio interiore un corno! Quella là non ha mai predetto niente di concreto!” Borbottò cupamente sottovoce.
Harry capiva perfettamente a che cosa si riferiva, fatta eccezione per la parte della predizione corretta: il potere di veggente di Sybill Trelawney era incontrollato e a sprazzi, ma esso c'era (e rovinava in modo consequenziale la vita di Harry).
Sospirò, e fissò lo sguardo nella sfera con indifferenza, per passare il tempo. Ma più a lungo lo faceva, più i suoi occhi diventavano annebbiati e sfocati; presto non si mosse più.
Non Harry! Risparmia Harry! La luce verde stava venendo verso di lui quando d'improvviso rimbalzò contro il suo assalitore…
Lo sgabuzzino del sottoscala…
Il primo giorno di scuola ad Hogwarts…
La sua lotta contro Quirrell (Raptor Ndt) e Voldemort per raggiungere la Pietra Filosofale…
Il Basilisco e il ricordo di Tom Riddle…
Sirius Black che fuggiva da Azkaban con solo due nomi nella propria mente: Harry Potter e Peter Pettigrew, il Professor Lupin, i Dissennatori…
Il Torneo Tre-Maghi e il ritorno di Voldemort nel cimitero…
La Umbridge, le lezioni di Occlumanzia, Sirius! Sirius che cadeva oltre il velo!...
L'ultima guerra, morti, così tanti morti! Sangue! Dumbledore, McGonagall, Snape, Ron ed Hermione! REMUS! NOOO!

Harry tornò alla realtà quando sentì chiamare il nome di James e spinse via la sfera con un'improvvisa impazienza.
“Ehi amico! Ti sei estraniato per un minuto! Tutto okay?” Chiese Ron preoccupato.
“Hai visto qualcosa!” Trelawney fu al fianco di James in un batter d'occhio, spingendo via Ron e Neville. Cercò di guardare James negli occhi, ma lui evitò d'incontrare il suo sguardo; il suo stato d'animo s'oscurò, mentre fissava il pavimento e le sue nocche sbiancarono come se le stesse stringendo con forza.
“Mi sono solamente distratto per un minuto. Non è nulla. Non ho visto nulla.”
Sybill non pareva molto convinta e provò a insistere. Quando capì che il ragazzo non avrebbe parlato tanto presto, si offese, alternò lo sguardo tra la sfera di cristallo abbandonata e il non collaborativo giovane, e quando quello rifiutò ancora di ragguagliarla, s'inalberò di nuovo e fissò il proprio sguardo nella sfera.
Parvati e le sue amiche rimasero in avida contemplazione dell'insegnate che bofonchiava di fronte alla sfera trasparente. Sussultò ad alta voce, d'un tratto, sorprendendo gli studenti, e si portò una mano al cuore. “POVERO RAGAZZO! IL GRAMO! IL GRAMO STA CORRENDO ALL'INTERNO DELLA TUA SFERA DI CRISTALLO! LO SEGUIRA' LA MORTE!”
Tutti boccheggiarono per lo spavento e si rivolsero a James colmi di terrore, qualcuno impietosito, come se fosse sul punto di cadere morto in quell'istante. Ron grugnì, come pure Dean e Seamus, che ritenevano quella lezione niente altro che scempiaggini. “Non preoccuparti James! Trelawney adora annunciare la morte di ognuno in questo modo! Non è affatto vero!” Ron cercò di rassicurarlo. Neville frignò ma tentò lo stesso di dare una mano al rosso.
James sembrava annoiato da tutto ciò, ma oltre l'indifferente facciata la sua mente stava turbinando. ‘La morte mi segue perennemente, sciocca donna,’ Pensò astioso.
“Che marea di str-” Seamus cominciò con rabbia, ma prima che potesse terminare la frase Trelawney s'irrigidì come paralizzata e aprì la bocca. La sua voce, tuttavia, non era del tutto la sua; più simile ad una di un'ottava più alta dell'usuale, e rasposa.
E' quiiii! E' quiiii! Il prescelto dagli occhi che uccidono! Veerdi! Veerde ovunque! Il ragazzo-che-è-sopravvissuto! Luce e tenebre s'incontrano! Lui è quuiiii!” Gracchiò, poi diede un paio di colpi di tosse.
“Oh mio, che cosa è successo?” Chiese stupidamente, e sbattè le ciglia, quando nessuno si mosse continuando a fissarla come se fosse impazzita.
“Um, Professoressa? Dovremmo proprio andare da Dumbledore.” Parvati le prese il braccio e la guidò gentilmente fuori dall'aula.
“Lezione sospesa!” Fu l'unica cosa che si sentì prima che sparissero giù per le scale.
Tutti iniziarono a parlare animatamente della stranezza di Trelawney e del suo nuovo tentativo di spaventarli. Ci risero anche su. “E' stato cooosì fasullo!” Disse Dean con disprezzo, mentre Seamus mimava con voce spettrale ciò che l'insegnante aveva detto.
Ron stava facendo una smorfia di disgusto. “Questa è la seconda volta che fa una cosa del genere! Non è capace di dirlo senza quelle scene*! Non è cambiando qualche dettaglio della sua cosiddetta predizione che ce la farà credere vera! Sei fortunato a non essere un vero studente qui, James! James?” Ron si guardò intorno…
James non si vedeva da nessuna parte.
………
Harry sfrecciò lungo il corridoio e corse lontano dalla torre più veloce che poteva. Si guardò attorno nervosamente e fu preso da un improvviso sudore freddo. ‘Non posso crederci, di tutti i giorni possibili, ha dovuto fare una predizione veritiera SU DI ME durante la maledetta lezione! Sono fortunato che nessuno le ha creduto!’
Rabbrividì al pensiero e gli si fecero le gambe di gelatina. Si appoggiò ad un muro e scivolò fino a terra, accorgendosi solo ora di aver corso dall'ultimo piano al primo in solo una manciata di minuti, e senza usare passaggi segreti.
Il suo cuore stava battendo selvaggiamente e si prese il tempo di respirare profondamente e tentare di calmarsi e riordinare i propri pensieri. Nagini fece capolino dalla sua manica ma egli parve non accorgersene affatto. “Il tuo cuore sssta battendo troppo in fretta, uomo-sserpente. Non possso sstar ferma sse ssstai cossì. Che cosssa ti agita tanto? Devo mordere qualcuno?
Harry sobbalzò leggermente. “Nagini! Non è prudente mosstrarti in quesssto modo tra le mura della ssscuola! Non preoccuparti per me! Ssstarò bene. e' accaduto qualcosssa durante la lezione di Divinazione ed io ero ssemplicemente impreparato a sssentirla. Non ssarò colto di ssopresssa la prosssima volta.
Nagini fece di sì con la testa e scivolò di nuovo sotto il mantello.
“James?”
Harry trattenne letteralmente il respiro e si voltò verso Sirius. ‘M**da! M**da doppia! Avrà sentito?’ In lui iniziò nuovamente a montare il panico, ma Sirius non lo stava guardando come se fosse il diavolo in persona. Era un buon segno.
“Ah! SEI tu! Ti ho cercato dappertutto! Che stai facendo sul pavimento? Hai bisogno di vedere Madam Pomfrey?” Sirius Black s'inginocchiò di fronte al ragazzo e lo squadrò con occhi tanto blu quanto quelli falsi di Harry. Sembrava impensierito.
Harry scosse la testa e provò a sorridere; era confortevole avere Sirius che si preoccupava di nuovo per lui, anche se questo Sirius non lo conosceva o non gli credeva completamente. Harry era certo di una cosa, tuttavia: si fidava di Sirius con tutto se stesso, e Sirius avrebbe imparato a poter fare ugualmente.
“No, sto bene. Mi sono solo dovuto sedere un attimo per riprendere fiato. Ho corso per tutto il tragitto dalla torre di Astronomia a qui, solo in pochi minuti.”
“Oh, okay allora.” Sirius si alzò e gli offrì la mano, il che fece sollevare a James uno sguardo inquisitore verso di lui. Sirius ghignò il suo oh-così-famoso ghigno e aiutò il ragazzo a rialzarsi.
“Seguimi. Ho notato che non c'eri a pranzo e sono sicuro che tu abbia fame. Volevo parlarti in ogni caso. Non ti dispiace?”
James fece cenno di no; non pareva che gli importasse affatto, al contrario. Si fermarono davanti al quadro di una ciotola di frutta e Sirius diede un'occhiata a James. “Non mi chiedi che cosa facciamo qui?” Sirius sollevò un sopracciglio e strinse gli occhi quando James si fermò davanti a lui e solleticò la pera.
“Me lo ha mostrato un Elfo-Domestico,” Harry spiegò rapido, e sospirò silenziosamente di sollievo quando Sirius si rilassò visibilmente.
“Oh.”
Entrarono nelle cucine e furono subito assaliti da una dozzina di Elfi-Domestici. “E' Mastro Black! Mastro Black ha portato un amico! Mastro Black e il suo amico vogliono qualcosa?” Sirius rise e disse loro di preparare una zuppa leggera per lui e il suo ospite; quelli assentirono rapidamente e James sogghignò quando la loro “leggera” pietanza serale apparve. Sirius roteò gli occhi al di sopra del banchetto colossale, ma ringraziò i piccoli Elfi con noncuranza. Mangiarono in un silenzio confortevole, Harry che ogni tanto azzardava occhiate in direzione di Sirius. Quest'ultimo non ne diede segno se pure se ne accorse.
“quello che hai fatto questa mattina,” Cominciò Sirius, guardando appena James, “è stato davvero folle e molto oltraggioso. Sei fortunato ad essere solo un ospite, perché altrimenti saresti stato rispedito a casa.”
James sbuffò freddamente e guardò altrove. “Manx se lo è meritato. Non aveva alcun diritto di deridere Hagrid in quel modo. Oscuro non significa necessariamente malvagio, ma non molte persone lo capiscono.”
Sirius sbattè gli occhi alla considerazione molto matura, sebbene egli fosse una di quelle persone che, sfortunatamente, giudicavano la gente troppo rapidamente; in questo mondo loro dovevano farlo, tuttavia, se nessuno voleva essere colpito alla schiena.
“E in ogni caso,” James continuò abbattuto, “Non ho nemmeno una famiglia da cui tornare. E' per questo che resto ai Tre Manici di Scopa.”
Sirius non aveva realmente idea di che cosa fare; non era abituato a confortare un ragazzino con i problemi di James, così fece la cosa che gli parve più prossima a quella giusta da fare: parlò dei propri problemi per far sapere a James che non era da solo a questo mondo.
“Sai, il mio figlioccio avrebbe la tua età se fosse ancora vivo. Neanch'io ho una famiglia; non credo di averla mai avuta. I Blacks sono… bene, sono stati tutti Slytherins, all'inizio, finché io sono stato posto in Gryffindor quando ero giovane. Mi hanno sempre odiato e trattato come un fuoricasta. Infatti, sono convinto che l'unica famiglia che abbia mai avuto fossero Remus Lupin, James Potter, Lily Evans e il mio piccolo Harry, il mio figlioccio. Ma Remus è l'unico che mi è rimasto. E' così strano ma sento come se potessi connettermi a te perché sembri capire le avversità della vita. Non ho mai avuto figli, ma se ne avessi sceglierei di avere un ragazzo simile a te.”
Harry tentò di nascondere le lacrime al sentire l'accorata ammissione e notificò anche a stento che Sirius aveva omesso di menzionare Wormtail.
Ci volle tutta la sua volontà per non aprir bocca, per non gridare disperatamente che era lui Harry Potter. Voleva così tanto che Sirius sapesse, voleva che Sirius lo trattasse come un figlio. Voleva che Sirius parlasse con lui fino a notte tarda quando si sentiva solo, per confortarlo proprio come aveva fatto col personaggio di James Evans.
Ad Harry si ruppe il cuore al mentire al proprio Padrino ma sapeva che era la cosa migliore da fare. I mangiamorte stavano iniziando ad essere malvagi nei loro attacchi al Mondo Magico e se fossero giunte loro voci che il ragazzo che aveva attaccato Malfoy e qualche altro mangiamorte era lì ad Hogwarts, si sarebbero precipitati là per lui.
Doveva attaccarli di sorpresa, senza alcun preavviso perché funzionasse. Catturarli impreparati e intrappolarli, anche in qualche caso ucciderli se avesse dovuto. Aveva già dovuto uccidere, molti dei suoi nemici, infatti, così voleva che Sirius lo accettasse per come era, un assassino, un salvatore, un semplice ragazzo il cui passato era disseminato di dolore e violenza. Egli non era tutto Luce e riso senza alcun peso sulla sua mente e sul suo cuore, ed Harry era certo che sarebbe stato annientato se Sirius e Remus non avessero accettato ciò che era diventato. Ma una volta che tutto ciò fosse passato e Sirius e Remus fossero rimasti con lui…Harry avrebbe provato con gioia a ridere liberamente di nuovo. Si sarebbe assicurato che il dono di Fawke non andasse sprecato.
“La ringrazio per averlo detto, Mr. Black. Avevo bisogno di sentirlo. So che non sono la persona più gradita da avere intorno, ma non posso agire meglio se non essendo la persona che sono stato portato a divenire.” James sorrise tristemente e si alzò.
“La cena è stata eccellente; per favore, ringrazi gli elfi domestici da parte mia. Apprezzo ciò che ha tentato di fare per tirarmi su e spero che anch'io sarò considerato come una parte della famiglia.” Rise con aria malferma. “So che non riuscirò a venire la prossima settimana a causa degli esami, e dopo ci sono le vacanze di Natale, così se non ci vedremo, allora…Buon Natale.”
Si voltò indietro e s'apprestò ad uscire, quando Sirius lo bloccò concitato. “Aspetta!”
Sirius stava tremando interiormente. ‘Che cosa sto facendo? Che cosa mi sta facendo il ragazzo? Avanti Sirius! Fatti coraggio e agisci**!’ Si scosse mentalmente e deglutì.
“Io…io verrò a trovarti la settimana prossima, se potrò. E' un po' che non vedo Rosmerta, in ogni modo. Cercherò di portare anche Remus. E… sono sicuro che a Dumbledore non importerà se vieni qui durante le vacanze. Non rimangono molti studenti comunque e non sarebbe una difficoltà. Non saresti da solo per Natale! E, Merlino, per favore non chiamarmi Mister Black! Chiamami Sirius. Potrai anche essere ancora un'adolescente, sebbene uno maturo, ma non sei uno studente. Mister Black suona tanto come mio padre.” Sirius provò ad alleggerire l'atmosfera con un sorriso che non gli arrivò fino alle orecchie a causa di tutte quelle sfrenate emozioni.
James afferrò il messaggio e sorrise in modo più naturale, con il sollievo di Sirius. “Mi piacerebbe. Mi piacerebbe davvero molto. Arrivederci!”
Ed era già fuori dalla porta.
Sirius rimase silenzioso e si risedette, appoggiando il mento sulla mano pensierosamente. “La persona che è stato portato a divenire? Che cosa mai voleva dire?”


………

Padre,
Il ragazzo, Evans, ha avuto uno scontro con il nostro professore di Cura delle Creature Magiche quest'oggi. So che Manx è pronto a cambiare schieramento e ad allearsi con noi alla prima occasione, così potrebbe non essere la cosa migliore che Evans lo odi. E' anche molto preso dal mezzo-gigante, cosa che è del tutto ripugnante se devo dirtelo, e sebbene nessuno lo abbia realmente notato sembra che tenga gli occhi su Lupin e Black per qualche ragione. Non sono convinto che si schiererà dalla nostra parte di sua volontà e tentare di divenire suo amico sarebbe inutile e un totale spreco di tempo, visto come è quasi sempre accerchiato da quei maledetti Gryffindors, Weasley in particolare. Un altro fatto, ho avuto notizia che Trelawney, quell'irrecuperabile e patetica insegnante di Divinazione, ha reagito in modo alquanto bizzarro durante la lezione. Ha probabilmente tentato di spaventare gli studenti, ma allora poi, perché è finita nell'infermeria per un check-up da Pomfrey? questo è ciò che ha detto, e sono certo che la mia fonte è esatta:
E' qui! E' qui! Il prescelto dagli occhi che uccidono! Verdi! Verde ovunque! Il ragazzo-che-è-sopravvissuto! Luce e tenebre s'incontrano! Lui è qui!
... Sia che quella donna sia completamente impazzita o che abbia profetizzato qualcosa per la prima volta in vita sua, qualunque cosa significhi. Il “Ragazzo-che-è-sopravvissuto?” Voglio dire, che cosa in nome di Grinderwald è mai? Comunque, spero che questa informazione sarà utile al nostro grande Maestro.
Draco






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* Il significato originale della frase ["Can’t she tell that we don’t by that crap!"] mi sfugge, così ho dato un'alternativa basandomi solo sullo stesso tono.
**.. come sopra ["Get your act together and toughen up!"]
  
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