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Autore: SaulK    06/07/2013    4 recensioni
Normalmente ricordiamo poco dei sogni, più precisamente le parti che interessano le ultime parti del sonno, poco prima del risveglio. Alcuni individui, tuttavia, sono più propensi a ricordare, anche nella loro totalità, i sogni vissuti. Io sono uno di loro.
E vi trascinerò nella mia folle immaginazione con essi, perciò aprite la mente e chiudete gli occhi: il sonno comincia...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Devo riuscire ad uscire, il mio cuore mi sta imprigionando. Cosa? Ti chiedi il senso di questa frase? Davvero??
Io non capisco...è molto semplice: il cuore; i sentimenti; la prigionia; la gabbia. Sono io, capisci? No...non capisci...devo spiegarti.

Vediamo...da dove iniziare...trovato! Tutto è iniziato quando la mia anima ha trovato la redenzione; non voglio dire di essere stato un peccatore sinora, ma ho avuto momenti migliori...tuttavia qualcuno ha visto qualcosa in me, e ha deciso di darmi una possibilità. Mi è stata accanto, e fin da subito mi ha consigliato, guidandomi in ogni mia scelta.
Ignoravo i suoi veri propositi. La amavo. La amavo? Sì, la amavo. Ma sto divagando...ancora oggi mi è accanto, e credo che non la lascerò mai; lei è stata la mia più importante maestra, e non posso voltarle le spalle.
Tuttavia, mentre io ero intento a pendere dalle sue labbra, lei tesseva una tela d'acciaio intorno al mio cuore, imprigionando ogni mio sentimento, ogni mia emozione, ogni mio impulso.
Alla fine mi ritrovai imprigionato, imprigionato dentro me stesso. La mia mente divenne l'unico luogo in cui avevo voce; fuori ero un guscio vuoto.

Esitai quando scoprii ciò che mi aveva fatto.

Maledissi il giorno in cui avevo dato ascolto ai suoi sussurri, condannandomi ad un’esistenza di repressione.
Ogni mia azione non era più guidata, ma controllata. Nella mia follia, tuttavia, continuavo ad amarla, e ad accoglierla come mia Signora.
Racchiudeva in sé tutto ciò cui la mia mente fosse in grado di aspirare, risucchiata in un vortice di oscena follia.
Tesi la mia mano a toccarla, la cercai ovunque ma senza successo.
Ed alla fine compresi.

Lei è nostra madre, noi i suoi figli. Nati dall'amore perverso di una donna malata, ci contorciamo sulla superficie del mondo in attesa che torni a prenderci.
Oh,
 Madre, accogli tuo figlio tra le tue braccia; che possa trovare l'Eterno Riposo che da tanto attende.
Amen.


Note dell'autore:
Non chiedetemi nulla riguardo alla “storia”.
Questo sogno non rappresenta la realtà della mia vita, ma sta a voi capire cose vi è dietro (e dentro) al testo.
Forse vi lamenterete che il testo è molto più intricato di altre mie produzioni, e non posso darvi torto. Ma doveva essere così, non poteva essere altrimenti.
Sperando ne abbiate colte tutte le implicazioni e sfumature (e ve ne sono, credetemi),
S.D.K.

   
 
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