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Autore: Loreparda    11/07/2013    12 recensioni
White lips, pale face, breathing in snowflakes, burnt lungs, sour taste, light's gone, day's end, struggling to pay rent, long nights, strange men.
(trad. Labbra bianche, viso pallido, respira tra i fiocchi di neve, polmoni bruciati, sapore acido, la luce si è spenta, il giorno è finito,combatte per pagare l'affitto, lunghe notti, strani uomini.)
STORIA IN REVISIONE.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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*Leggere con: Drunk.*

"I wanna be drunk when I wake up,
on the right side of the wrong bed."

ED'S POV.
Overdose di cocaina.
Da quanto riferitomi dai medici, la ragione per cui Angel era stata portata in ospedale da un uomo d’identità sconosciuta, era la quantità di droga ingerita sufficiente ad ucciderla.
Dolore, confusione, disperazione erano i sentimenti che invece scorrevano nelle mie vene.
Mi diressi come un automa a casa della mia ragazza, inscatolando i suoi gli effetti personali ed imbattendomi di tanto in tanto in oggetti di mia proprietà.
Mi abbandonai al tocco dei suoi indumenti, alla vista delle sue foto, all’odore di qualsiasi cosa sapesse di lei, fino a quando una ragazza non bussò alla porta presentandosi come la nuova inquilina.
Ciao!” Mi salutò raggiante, inconsapevole di ciò che era accaduto.
Ciao.” Risposi io con un falso sorriso, sfinito dal dolore, superando l’uscio.
Il padrone di casa aveva, infatti, già affittato nuovamente l’appartamento, insensibile alla situazione, e io non riuscii a trovare la forza di raggiungere il mio monolocale vuoto.
Mi abbandonai dunque su una panchina, quando notai un quadernetto dalle pagine ingiallite sbucato dal nulla, sulla cui copertina campeggiava il titolo “Diario di Angel”; lo aprii subito e scoprii un numero incredibile di pagine interamente scritte da lei.
Considerai l’ipotesi che all’interno potesse esserci una versione della sua morte differente da quella ufficiale, ma la mia attenzione fu catturata da tre parole colorate, in risalto rispetto al resto del testo: “Io amo Ed”, dicevano soltanto.
Più in là un paragrafo recitava: “Ogni notte lascio il caldo letto di Ed, accertandomi che dorma, per andare in quello di mio padre e ritornare prima che il mio ragazzo si svegli. Il motivo per cui continuo a donare il mio corpo all’uomo che mi ha rovinato la vita? Sento di doverglielo, di riuscire in parte a rimediare alla perdita che ha subito per colpa mia. Se Ed lo sapesse, smetterebbe di guardarmi con lo stesso sguardo innamorato. Ma preferirei morire piuttosto che confessarglielo.
All’improvviso chiusi il diario; che senso aveva sapere il perché del suo gesto disperato, se non sarebbe stato possibile tornare indietro nel tempo e rimediare?
Poteva il motivo della sua azione, alleviare le sensazione che attanagliavano il mio animo?
Decisi di dormire sulla panchina, incurante del freddo fuori: nulla in confronto al gelo che avevo dentro.

***

Il giorno successivo, destinato al funerale, non si tenne una tipica cerimonia religiosa essendo Angel atea.
Mi recai comunque sul luogo di sepoltura, ma al mio arrivo notai una figura incappucciata china ad osservare quel pezzo di terreno sotto al quale giaceva la persona che amavo.
Incuriosito, mi avvicinai e gli sussurrai: “Chi è lei?”.
Derek, Derek Montgomery. Il padre di…” La sua presentazione fu interrotta da me, che, compresa l’identità di quell’uomo (se così lo si può definire) gli tirai un pugno nello stomaco e godetti quando si piegò dal dolore.
Questo era da parte di Angel…” Gli spiegai, per poi dargli un calcio proprio sul pene. “… E questo è da parte mia.”
Derek si alzò, si scollò la terra di dosso e se ne andò in silenzio, sotto lo sguardo allibito di un’anziana signora che aveva osservato la scena.
Trascorsi alcune minuti a fissare la lapide situata sulla tomba: inchiostro nero su marmo bianco.
Sfiorai la superficie liscia con le punte delle dita, ripassando il contorno delle parole che vi erano incise.
Spinto da un’ispirazione improvvisa, presi la chitarra che avevo portato con me e iniziai ad improvvisare alcuni accordi, accompagnandoli alle scritte che avevo dedicato personalmente ad Angel:
"White lips, pale face, breathing in snowflakes, burnt lungs, sour taste, light’s gone, day’s end, struggling to pay rent
Long nights, strange men."
Concluso il mio addio, baciai la foto e poggiai accanto alla tomba un pezzettino di lego.

***

Ripensai alle promesse che ci eravamo scambiati un notte dopo aver fatto l’amore: “Smetterò di fare qualunque cose non sia salutare per me.” aveva promesso lei; “Smetterò di bere.” avevo promesso io.
L'amore non è salutare, angelo mio.
Ora che la luce lasciava il posto all’oscurità, ora che mi sarei svegliato solo dalla parte giusta del letto sbagliato, ora che mi trovavo di nuovo solo a fissare le luci di Londra, che senso avevano quelle promesse?
Intravidi una bottiglia sul comodino e la presi.
Un sorso.
Due sorsi.
Tre sorsi.
Forse mi sarei fermato, o forse no.


NO POV.
Sul pavimento un cellulare vibrava a vuoto.

ULTIMO ANGOLO AUTRICE.

L’intento principale della mia fan fiction è stato creare una storia sulla nascita delle canzoni di “Plus”, in particolare del di una delle più emozionanti canzoni mai scritte, “The A Team”.
Spero che l’epilogo non vi abbia delusi, l’ho riscritto più volte per concludere la mia PRIMA fan fiction e che mi lasciate un parere complessivo.
Alle 44 persone che hanno aggiunto la storia alle seguite/ricordate/preferite, a chi mi ha dato consigli ed opinioni tramite le recensioni, ai lettori silenziosi che sono arrivati alla fine: GRAZIE.
ATTENZIONE: continuerò a scrivere, mi ritrovate a: 
Haven't you heard? I'm the crazy bitch around here. (fanfiction a quattro mani su Gossip Girl ed Orgoglio e Pregiudizio) e You Know Who (fanficiton su Harry Potter mista a Pretty Little Liars).

   
 
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