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Autore: ___Lils___    11/07/2013    2 recensioni
Ultimamente sforno FF a raffica, comunque questa fanfiction si svolge in un finale alternativo di Harry Potter. Harry è morto e Voldemort è al potere. Ma dall'amore di Harry e Ginny è nata una bambina il suo nome è Hope. Voldemort non ha ucciso nè lei nè Ginny per suo piacere e per ricordare a tutti che i purosangue regnano sul mondo magico ha organizzato gli Hunger Games dove parteciperanno solo i mezzosangue. Hope sarà coinvolta in essi e scoprirà segreti sulla vita del padre grazie al suo mentore. E sempre grazie a lui e al suo migliore amico cercherà di sconfiggere Voldemort. Ci saranno anche dei momenti in cui ci saranno Katniss e Peeta (anche Gale).
Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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“Peeta, mollami subito o ti schianto!”
Colui che ha deciso di portarmi come un sacco di patate mi mette a terra, lo guardo in cagnesco e lui alza le spalle: “E’ per il tuo bene”
“Davvero? Credi che starò bene? Se tu fossi costretto a rimanere qui mentre Katniss sta combattendo, staresti bene?”
Lo vedo abbassare gli occhi e fissare il pavimento, sono andata troppo oltre, ma è  quello che sto provando, tutti stanno combattendo per la libertà, perché io ho iniziato questa rivolta e adesso? Pretendono che io resti seduta con le mani in mano? Alza lo sguardo, mi sorride tristemente : “Mi dispiace, gli ordini sono ordini”
Esce dalla porta ed io mi lancio contro di lui cercando di fermarlo, ma non riesco, arrivo poco dopo la chiusura a chiave, sbatto i miei pugni contro di essa: “Apri questa dannata porta! Ora!”
Continuo a sbattere con tutta la mia forza, calci e pugni, urlo per la frustrazione, ma nessuno può sentirmi, ho visto dove mi ha portato Peeta, è l’unico posto della città in cui non ci sono combattimenti, sono isolata in questo momento. Mi accascio a terra, sento il mio cuore spezzarsi, mi ero fidata di lui, credevo che avremmo combattuto insieme, che avremmo fatto tremare i nostri amici con il nostro team, perché lo ha fatto? Poggio la testa sulle ginocchia, sconsolata, se lui dovesse…dovesse...dovesse morire, non me lo perdonerei mai, non ce la farei perché io, semplicemente, non sarei lì a proteggerlo. Sento la porta aprirsi e scatto in piedi, le mie urla possono aver attirato qualcuno di indesiderato, tiro fuori la bacchetta e la punto contro essa. Il mantello nero entra nella stanza, abbasso la bacchetta e lui ghigna voltandosi verso di me: “La principessina ha pianto?”
Gli rifilo una linguaccia e lui viene a scrutarmi da vicino, mi guarda bene il volto poi passa al resto del corpo: “Non sei ferita”
Scuoto la testa e il mio mentore mi dà una pacca sulla spalla, mi guarda protettivo poi ghigna nuovamente: “Se non morirò nella battaglia, probabilmente, tuo padre mi ucciderà per questo. Muoviti, la battaglia ti aspetta!”
Lo abbraccio, ma lui mi scansa subito dopo, sorrido e corro di fuori con la bacchetta in mano, lui mi corre vicino: “Stai attenta a non rimetterci la pelle, tuo padre mi farebbe fuori! Io farò tutto quello che è in mio potere per salvarvi!”
Annuisco e lui si dirige verso un gruppo di mangiamorte che stanno combattendo contro due del nostro esercito, io continuo a correre finchè non noto mio zio Ron, mi affianco a lui, questo sembra spiazzato: “Che ci fai qui?”
“Combatto! Stupeficium!”
Alza le spalle e sorride, scuote la testa mentre atterra l’ennesimo avversario: “Sei come tuo padre, non puoi stare fuori dai guai”
Continuiamo a combattere, mio zio sembra una furia atterra un mangiamorte dopo l’altro, combatte anche contro i miei visto che sono riuscita a farne fuori solo tre in quindici minuti, sono alle prime armi, non è colpa mia! Improvvisamente vedo dei capelli corvini che saettano dietro un edificio, faccio per muovermi, ma noto la cerchia che si stringe attorno a noi, mio zio non ce la farà mai da solo.
“Vai da tuo padre”
“No, non mi muovo!”
Finiamo schiena a schiena e lui continua ad incitarmi ad andarmene, ma non posso lasciarlo così, lo ucciderebbero senza pensarci più volte, in due, anche se io sono piuttosto scarsa, abbiamo qualche possibilità.
“Testarda!”
Sorrido e alzo le spalle mentre lancio uno schiantesimo: “Caratteristica che ho ripreso dalla parte Weasley”
In quel momento un mangiamorte viene sbattuto al muro da un incantesimo potente, ci voltiamo verso la luce prodotta da questo e noto mia madre che si fa avanti raggiungendoci, spalanco gli occhi: “Mamma!”
Mio zio sorride e questa mi fa spostare per poi prendere il mio posto: “Quando tutto questo finirà parleremo della punizione che ti aspetta per essere scappata, ora vai ad aiutare tuo padre, non deve morire. Devo prenderlo a schiaffi per tutto il tempo che mi ha fatto credere di essere vedova!”
Sorrido, non è il momento migliore per farlo, ma mia madre sembra essere tornata una ragazzina piena di vita e voglia di vendetta: “Dove hai preso la bacchetta?”
“Olivander è arrivato scortato da Baston, ringraziando Godrick! Muoviti ora, siete più forti insieme, lui ha bisogno di te!”
Annuisco e corro via mentre mia madre e mio zio mi coprono le spalle, quelle vecchie foto di mia madre sembrano aver preso vita, sono così stanchi eppure pieni di vita, mia madre non scherzava più da quando avevo quattro anni, sembrava essere entrata in trance, ora è diverso. Può morire da un momento all’altro eppure è felice, sorride e combatte, valorosa e coraggiosa come era sempre stata.
Vedo mio padre e il mio cuore perde un battito, è a terra mentre continua a combattere contro Voldemort, è fiero anche se sta sudando pesantemente e sul suo volto si intravedono, di tanto in tanto, espressioni di dolore. Ora o mai più.
“Voldemort!”
Il mago oscuro si volta verso di me mentre continua a scagliare incantesimi a mio padre, ghigna, non lo facevo così forte, non credevo sarebbe stato così difficile. Il volto di mio padre si riempie di dolore e paura.
“Ed ecco la figlioletta, l’hai lasciata combattere? Credevo che dopo le parole che la Cooman ti ha detto durante il nostro ultimo incontro l’avresti fatta andar via”
Guardo mio padre che abbassa lo sguardo e con tutta la forza che ha si rialza: “Lasciala… stare”
“Di che sta parlando?”
Voldemort ghigna e mi si avvicina, lasciando mio padre in pace per un po’, mi gira intorno mentre io gli punto la bacchetta contro, ma lui non mi attacca, continua a ghignare e a guardarmi: “Non le hai detto nulla, Potter?”
“Lasciala stare!”
Mio padre sta per scagliare un incantesimo, ma questo viene fermato e incatenato a terra da alcune corde, lo vedo provare a liberarsi, ma non succede nulla nonostante gli sforzi. Io ingoio a vuoto mentre lui continua a girarmi intorno, faccio per colpirlo, ma questo mi ferma: “Io non ci proverei, altrimenti tuo padre farà una brutta fine”
“Non ascoltarlo, combatti!”
Guardo mio padre, le corde si stringono sempre di più al suo corpo poi sposto il mio sguardo pieno di astio verso Voldemort, ripongo la bacchetta nella tasca e lui ghigna ancora, come se fosse l’unica cosa che sa fare: “Brava. Ora, dimmi, sai cos’è una profezia?”
Annuisco, non so dove vuole arrivare, ma conosco tutto sull’argomento, mamma mi disse di quella che riguardava mio padre, Voldemort annuisce a sua volta come se è contento di non dover spiegarmi nulla: “Ce n’è una che amo molto, la vuoi sentire?”
Mio padre continua ad essere oppresso da quelle corde, se non mi sbrigo a liberarlo, probabilmente, morirà stretto e soffocato da uno stupido incantesimo di primo anno. Fisso di nuovo Voldemort e annuisco, questo ghigna compiaciuto: “L’erede del Prescelto arriverà un domani, colei che potenza ha senza uguali… La rivolta guiderà, ma nella battaglia il suo potere svanirà portando via con sé ogni rimpianto”
Spalanco gli occhi, la profezia parla di me, sono la figlia del Prescelto e si parla della mia potenza, potenza che non ritrovo in me, ma la battaglia lo porterà via e i rimpianti con lui, questo significa che…
“Hai capito, no? Si parla di te, del tuo potere, della tua vita. Ecco perché sei finita nell’arena e credimi se non avessi voluto che tu ne uscissi viva saresti morta, ho finto di volerti uccidere subito dopo per scoprire se all’interno delle mie mura ci fossero spie e l’ho trovato.”
Fa un cenno e dei mangiamorte trascinano Severus di fronte ai miei occhi, è pieno di lividi ed è ridotto male, mi inginocchio e lo guardo dritto negli occhi: “Scusa”
Non parla, ma fa un cenno con la testa come per dire che non ho bisogno di scusarmi, ma non è vero. E’ lì per colpa mia, perché ha voluto aiutarmi e mi ha salvato, Voldemort ride con disprezzo nel vederci così e continua a parlare: “Così sei scappata, sapevo che saresti tornata e che avresti fatto di tutto per rivoltarmi il popolo contro, così è stato anche se avevo considerato che tuo padre fosse morto. E’ stata una sorpresa, ma come vedi non un problema”
Sbuffo arrabbiata, mi ha manipolata. Ha fatto di tutto per manipolarmi: “Perché non mi hai ucciso quando potevi?”
Ghigna: “Perché il popolo si sarebbe ribellato comunque, tu sei stata la mia pedina per tutto questo tempo. Il tuo potere svanirà, questo significa che anche tu morirai e lo farai di fronte a tutti, nessuno avrà più il coraggio di opporsi a me”
Guardo mio padre, gli occhi sono lucidi poi torno a guardare il mio mentore che cerca di dirmi qualcosa con gli occhi, ma non lo riesco a capire. In mente ho solo due parole: morte e rivolta. Tutto quello che ho passato, l’ho passato per causa sua, sento la rabbia crescere in me, devo morire, ma morirò come dico io. Tiro fuori la bacchetta e lancio uno schiantesimo verso Voldemort, la mia conoscenza degli incantesimi non è molta, ma morirò da eroina. Sento dei passi raggiungermi e vedo Katniss correre verso mio padre, Peeta si avvicina a Severus, vedo il mago oscuro infuriarsi, mi lancia un incantesimo ed io finisco a pochi metri dal mio mentore, questo respira a fatica: “Ricorda… la nostra conversazione… prima dell’arena. Ricorda”
Spalanco gli occhi e in quel momento tutto si fa chiaro, ma , prima che riesca a fermarlo, lui prende il pugnale di Peeta e se lo conficca in petto.
  
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