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Autore: Rosebud_secret    11/07/2013    9 recensioni
“Si rigirò tra le mani il diario sfilacciato che l'aveva accompagnato per tutta la vita. Un feticcio dei primi anni della Grande Dittatura.
Chi ancora era in grado di ricordare quel periodo, lo ritraeva attraverso un sipario di speranze svanite. Tutto era bello, allora, tutto era giusto, a nessuno mancava nulla. Poi Anthony "Tony" Stark, il Supremo Benefattore, il Filantropo, come ancora lo chiamavano i vecchi, era scomparso alla vista, tramutandosi nel Carnefice Spettro e i cieli si erano tinti di rosso. Thomas non li ricordava azzurri, era stato, ancora una volta, suo padre a descriverglieli. Se pensava a come doveva essere stato il cielo, trentadue anni prima, lo immaginava proprio come gli occhi di suo padre.
Ad ogni modo, presto tutto sarebbe finito.
All'alba il popolo avrebbe posto fine alla tirannia di Stark e sparso per il globo le sue membra stracciate e sanguinanti, lasciandole alla mercé dei cani e dei corvi, cosicché tutti potessero vederle.”
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Dei e Re'
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Cosa c'è al di là del cielo?




Le luci del generatore di emergenza che Howard stesso si era premurato di costruire per i suoi alloggi, lampeggiarono un paio di volte, prima di accendersi a pieno regime. In silenzio e con ancora il Generale Rogers sulle spalle, percorse il lungo corridoio, ignorando le teche in cui, per anni, aveva raccolto ogni cimelio appartenente alla vecchia era.
L'era che lui non aveva mai visto.
Superò quella contenente il vecchio costume di Capitan America e si avvicinò a grandi passi a quello che, all'apparenza, sembrava un grosso sarcofago rettangolare.
Premette alcuni tasti su un pannello olografico e l'oggetto si aprì con un sibilo. Vi adagiò dentro Steve, preoccupato dalle sue condizioni. Ferrovecchio gli si posò su una spalla e pigolò qualcosa.

- Sì, lo so che la capsula medica è solo un prototipo, ma non ho un'altra soluzione. Funzionerà. Deve farlo.-, gli rispose.

Il piccolo robot emise ancora qualche verso confuso e Howard sorrise, sollevandolo con delicatezza per posarlo sopra alla capsula medica.

- Andrà tutto bene.-



Clint rimase senza parole.
Era corso avanti, lasciandosi alle spalle sia Tara che Thor e si era arrampicato sui calcinacci e i tralicci ammassati in seguito a quella devastante esplosione. Il fumo si era rapidamente diradato, lasciando intravedere il cielo. L'ex agente si sarebbe aspettato di rivedere la sfumatura grigiastra che per lui rappresentava l'azzurro, ma rimase agghiacciato: centinaia e centinaia di astronavi coprivano l'intera volta.
In un secondo tutto gli fu chiaro. Stark era tutt'altro che impazzito.
Thor e Tara lo raggiunsero e la ragazza si coprì la bocca, sconvolta.

- Cosa sono quelle cose?..-, domandò.

Il dio del Tuono strinse Gungnir in una morsa.

- Il nostro nemico.-, rispose, pregando che Loki facesse in fretta.

- Tu sapevi tutto! Sapevi che Stark li stava tenendo fuori, perché non hai detto niente?!-, gli urlò contro l'arciere.

- Ho potuto tornare sul pianeta solo poco fa. Non avevo modo di raggiungere Midgard e...-

Improvvisamente Stark planò giù e sbatté Thomas ai piedi di Clint.

- Riprenditi il tuo bastardo.-, sibilò.

- Tony, ascolta...-, tentò l'uomo.

L'altro non gli diede ascolto e si risollevò in volo. In quel momento il fatto che Loki fosse vivo e avesse avuto un figlio da Barton passava in secondo piano.
Doveva salvare il pianeta.

- IO NON POTEVO SAPERLO!-, gli urlò dietro Thomas, - NON POTEVO!-

Ma neanche questo valse a trattenere lo Spettro che, senza alcuna esitazione, si slanciò verso la stratosfera, proprio mentre i portelli delle astronavi si aprivano. Una lunga scia di chitauri sciamò giù dal cielo, diretti verso la città per annientare sino all'ultima forma di vita. Il complesso Nord H25D sarebbe stato il primo a cadere.

Thor afferrò la figlia per le spalle e la guardò con intensità.

- Voglio che tu rimanga fuori dalla battaglia. Mi hai capito?-

- E tu che farai? Io ti ho appena conosciuto!-

- Io vincerò per te.-

Clint lanciò un'occhiata al dio del Tuono e si ritrovò a chiedersi se l'altro stesse fingendo, o se fosse semplicemente impazzito. I chitauri stavano sbarcando a migliaia e loro erano solo in tre. Guardò il figlio, ferito e stanco, e lo aiutò ad alzarsi.

- La matematica non è un'opinione...-, disse il giovane, - Loro sono troppi.-

- Finché gli dei avranno vita, Midgard non sarà mai abbandonata a se stessa. Non siamo soli, nipote. Non lo siamo mai stati.-, ribatté Thor, tornando ad alzare gli occhi verso il cielo.

Stark levitava a centinaia di metri di altezza, il cuore colmo di sconforto e di dolore. Non aveva più avuto percezioni per quasi trent'anni. Il suo risveglio era stato brusco. Aveva rinunciato ad ogni cosa per poter tenere la Terra al sicuro. Era diventato una macchina, aveva sacrificato se stesso per creare e tenere in piedi gli scudi.
E a cosa era valso tutto questo?
Il figlio di Loki aveva vanificato ogni suo sforzo.
Già suo padre, o sua madre, o qualunque cosa fosse il dio per quel ragazzo, aveva messo il pianeta in ginocchio una volta. Ora suo figlio era giunto a porvi la parola fine.
No.
Non era pronto ad accettarlo. Avrebbe combattuto sino al suo ultimo respiro.

Riaprì gli occhi ed era pronto a usare sino all'ultimo bagliore delle sue energie per ricacciare indietro i chitauri, quando avvertì un disturbo nella realtà. Si voltò e sgranò gli occhi sconvolto, quando uno squarcio spaziotemporale si aprì nel cielo, ad una cinquantina di metri da lui e il grido di guerra delle Amazzoni scosse la terra.
A centinaia si riversarono giù dalle nuvole, in groppa ai loro cavalli alati.
Il fragore dei due eserciti fu assordante, quando la prima schiera di guerriere si scontrò con quella dei chitauri. Colpi di spada e fasci di energia riempirono i cieli.
La seconda schiera di alieni e poi la terza, schivarono le dee e puntarono al suolo. Fu il turno di Sleipnir di uscire dalla frattura dimensionale. Tony lo osservò raggiungere Thor. Il dio del Tuono balzò in groppa e, sollevata la lancia, urlò il suo grido.
Fu a quel punto che l'uomo riuscì a percepire con chiarezza l'immenso potere di Loki: quando l'intero esercito di Asgard corse alla carica fuori dalla frattura e intraprese lo scontro.
La consapevolezza che Loki potesse aver saputo tutto sin dal principio buttò altra benzina sul fuoco della sua rabbia.
Saettò verso terra e atterrò, facendo tremare  il suolo con la potenza della sua telecinesi. Scaraventò a terra decine di chitauri, prima ancora di decidersi a usare i laser della sua armatura.

La presenza degli asgardiani cambiava le carte in tavola, ora la sconfitta non era più garantita.

Sif gli si fermò accanto, in groppa ad un cavallo bianco.

- Quando udrai il corno, ritirati, re di Midgard.-, gli disse, prima di ripartire al galoppo.

Non aveva idea di cosa ciò volesse significare, ma, date le circostanze, le avrebbe dato ascolto.

Clint, sopra di lui su ciò che restava della zona ovest della Fortezza, lanciò uno sguardo ai due giovani e, in special modo, a suo figlio. Stavano parlando e Tara sembrava scossa.

- Steve! Steve era là sotto!-

- Sarà sicuramente uscito in tempo.-, l'uomo cercò di rassicurarla con un'informazione che era tutt'altro che certa.
- Promettetemi che non farete nulla di stupido...-, disse, rivolgendosi anche al figlio.

- Io combatterò. Ho passato tutta la mia vita per liberare il popolo! Ed è colpa mia se ora siamo sotto attacco! Chi sono quelle persone? Chi sono quei mostri?-, ribatté Thomas.

- C'è qualcosa che devi sapere...-, tentò di nuovo il padre, ma fu costretto ad interrompersi quando una decina di chiatauri li raggiunse.

Non aveva più il suo arco, quindi si sganciò la pistola dalla fondina alla caviglia e sparò. Tara roteò il martello e balzò verso l'alto. Non aveva pensato neanche per un istante di dar retta a suo padre o a Clint. In pochi istanti sparì, alla ricerca di Steve.
Thomas, annientati i restanti chitauri intorno a sé e al padre, corse via e si lanciò a rotta di collo nella mischia.

- TARA! THOMAS! OH, DANNAZIONE!-, urlò loro dietro Clint.



Loki infilò l'elmo cornuto e si rivolse ad Heimdall, l'unico asgardiano rimasto al suo fianco.

- Cosa vedi, Occhio di Asgard?-, gli chiese.

- Il nostro esercito sta indietreggiando verso la città, i chitauri sono troppi.

- Attendiamo ancora.-

Il dio dell'Inganno gli diede le spalle.

- Se hai intenzione di tradire, Loki, ti ucciderò ancor prima che possano farlo i nostri nemici!-, lo minacciò il guardiano, stringendo l'impugnatura della sua possente spada.

Loki gli scoccò un'occhiata colma di rancore.

- Ho molto a cui tengo su Midgard. Per quel che vale, spero comunque che un chitauro ti stacchi la testa da collo.-, sibilò, prima di avvicinarsi al suo esercito.

- Jotun!-, urlò, - Per lungo tempo ci siamo preparati a questo scontro! Come vostro re dovrei ordinarvi di combattere per i Nove Regni, ma non lo farò. No, lunghi decenni mi separano dall'infantile bisogno di ergermi al di sopra degli altri. Io sono uno di voi e combatterò come uno di voi. Non vi ordino, quindi, di lottare per mura di sterile pietra, ma di farlo per i vostri figli, per le vostre vecchie madri e i vostri vecchi padri, affinché possano continuare a dormire tranquilli nei loro letti, affinché i bambini possano crescere, e gli anziani mostrarci la loro saggezza un giorno in più! Non è per onorare me che dovete lottare, né per il vostro orgoglio, ma per proteggere ciò che vi è più caro! Il momento è giunto!-

Un violento boato si innalzò dalle schiere di Jotunheim: altri urli di guerra, mescolati al fragore delle armi sbattute contro gli scudi.
Loki osservò il suo popolo e, una volta di più, si rimproverò per la propria antica e perpetrata stupidità. Avrebbe dovuto vedere con secoli di anticipo le vere intenzioni di Odino. Quante vite avrebbe risparmiato? Quanto dolore a se stesso e agli altri?
I suoi figli sarebbero stati ancora vivi...

Guardò Heimdall con disgusto.

- Suona il tuo corno, cane!-, gli ordinò

E il guardiano lo fece. Il suono roco rimbombò in entrambe le dimensioni.

- RIPIEGARE!-, urlò Thor, proprio mentre un fulmine si abbatteva pochi metri di fronte a lui.

Sollevò lo sguardo e vide Tara, aggrappata a ciò che restava di una delle torri di vetro della Fortezza.
E meno male che le aveva detto di restarne fuori! Nonostante questo, non riuscì a trattenersi dal rivolgerle un sorriso, prima di osservalra saltar via.
I soldati di Asgard abbandonarono la lotta e corsero indietro, spostandosi poi ai due lati. Anche le Amazzoni, sopra di loro, si allontanarono.

- Ma che diavolo stanno facendo?!-, sbottò Clint, non capendo la manovra.

Stark si sollevò in volo per togliersi di mezzo come gli era stato detto di fare. All'ultimo momento scorse Thomas, ormai solo in mezzo alla mischia. Si teletrasportò al suo fianco. Lo afferrò per la vita e lo trascinò via in volo. Era stato un gesto istintuale, dettato dal fatto che qualsiasi uomo pronto a combattere dalla sua parte fosse fondamentale.

- Lasciami!-, gli urlò il giovane.

- Guardati intorno! Eri rimasto solo, imbecille!-, gli indicò il campo di battaglia e poi la frattura.

- Che è quella?! SPIEGAMI COSA STA SUCCEDENDO!-

- Dovresti saperlo, dato che è stato tuo padre ad orchestrare tutto.-

- Clint?-

A questa domanda Tony sentì il sangue ribollirgli nelle vene.

- No. Il tuo altro padre.-

- Cosa?!-

Tony stava per rispondergli, ma sussultò, quando scorse la sagoma di Loki comparire al di là dello squarcio.
Era solo, il dio dell'inganno: solo e disarmato.

Non appena lo videro i chitauri lasciarono perdere l'inseguimento degli avversari in rotta e corsero verso di lui. Loki rimase immobile per lungo tempo, la schiena rigida, il volto fiero.
Qualche freccia saettò nell'aria, scoccata da Clint, che aveva recuperato arco e faretra dal cadavere di un Asgardiano, ma, ad eccezione di lui, nessuno mosse un dito per il re di Jotunheim. Neanche Thor.
I chitauri erano ormai a poche decine di metri da lui, a migliaia, quando Loki si decise ad avanzare con lentezza, richiudendo dietro di sé la frattura.

D'improvviso ruotò i polsi e lo Scrigno degli Antichi Inverni comparve nelle sue mani.
I primi nemici si resero conto dell'errore, ma era troppo tardi: il corpo del dio si tinse d'azzurro, gli occhi si fecero rossi e una tormenta di gelo di proportzioni colossali dipanò dalle sue mani, investendo in pieno l'esercito in corsa. Con urla e strepiti di dolore i chitauri si congelarono, fila dopo fila, poi fu solo il silenzio.

- Oh mio Dio...-, gemette Thomas.

- Sì, esclamazione appropriata.-, constatò Tony.

- Perché non hai detto niente su tutto questo?..-

- Non vedevo il motivo di scatenare il panico nella popolazione.-

- IL PANICO?! Hai una vaga idea di cosa sia successo al mondo mentre tu eri attaccato a quel mostro?!-

- Bada a come parli! Jarvis era una mia creazione e l'amico più vecchio che mi fosse rimasto! Ad ogni modo, no. Non so cosa sia accaduto in mia assenza.-

- Bhe, allora lascia che ti ragguagli...-, Thomas si interruppe, - Ne arrivano altri.-, disse, indicando altri chitauri in rotta di discesa da tutte le direzioni.

Fece per divincolarsi per volare via, ma Tony lo tenne stretto in una morsa d'acciaio.

- No. Tuo padre non ha ancora finito.-, disse, accennando al dio dell'Inganno con il capo.

- Q-Quello è mio padre?-

- Non lo sapevi?-, si stupì.

- No! Certo che no!-

- Oh, Loki, esiste qualcuno nell'universo a cui tu non abbia mentito?-, si lasciò sfuggire Tony con cupa amarezza.

Il dio dell'Inganno, sotto di loro, avanzò. Ad ogni suo passo i chitauri congelati si sgretolavano in frammenti di ghiaccio.
Alzò il capo verso il cielo. Non poteva usare di nuovo lo Scrigno, i chitauri e i loro mostri corazzati stavano attaccando da tutte le direzioni, avrebbe rischiato di congelare anche i terrestri e l'esercito di Asgard.
Rimase immobile.

- Coraggio, venite a prendermi.-, sibilò tra sé e sé con serafica calma.
Sollevò un braccio e la lunga alabarda con la gemma azzurra gli comparve in mano.
- Vieni a riprenderti ciò che mi hai donato...-

Riassunse aspetto umano, mentre l'esercito nemico, raggiunto il suolo, correva verso di lui come un'onda nera inarrestabile.
Tony scese e posò Thomas al sicuro, prima di puntare a tutta velocità verso Loki. Gli atterrò al fianco e lo scrutò con occhi pieni di rabbia.

- Sei vivo.-, disse solo.

- Così pare.-, ribatté l'altro.

- Lo sarai per poco, se la tua intenzione è quella di restare qui.-, sollevò una mano, pronto a lanciare un onda telecinetica per rallentare l'onda.

- No.-, lo fermò il dio, - So quello che faccio.-

- Oh, certo! Tu lo sai sempre!-, sbottò Tony con rancore.

Loki gli scoccò un'occhiata colma di fastidio, prima di dargli un ordine spietato:

- Vattene da qui. Raduna tutti gli uomini in grado di combattere.-

- Tuo figlio ha distrutto oltre metà della mia Fortezza, i miei uomini saranno in rotta, ormai, e le mie macchine distrutte!-

- Mio figlio? Bah, lasciamo perdere. Non è questo il luogo, né il tempo per saggiare quanto sia diventato di pietra il tuo cuore meccanico. Vattene, ti dico.-

- E sia. Crepa pure, Loki, non m'importa più!-

Tony schizzò via verso il cielo, abbandonandolo al proprio destino.

Non appena i chitauri e i loro mostri furono dove lui li voleva, il dio dell'Inganno sollevò lo scettro e, alle sue spalle, Thor e gli asgardiani partirono alla carica. Due fratture dimensionali si aprirono, una sulla destra dei chitauri, una dietro le loro file. L'esercito di Jotunheim corse fuori da entrambe, piombando addosso ai nemici da ogni direzione, proteggendo la città e costringendoli contro i ruderi della fortezza.

- Ha funzionato, fratello!-, fece in tempo a dirgli Thor, prima di buttarsi nella lotta.

Thomas, dal punto in cui Stark l'aveva lasciato, osservò sconvolto, la dinamica dello scontro. Chitauri, asgardiani e jotun combattevano corpo a corpo a terra, mentre i mostri corazzati si scontravano con altri mostri venuti dalle due fratture dimensionali e con le Amazzoni.
Fu costretto a sedersi un istante. Gli mancava il fiato: era questo, dunque, che Clint, suo padre, non era riuscito a dirgli? Che lui era, in realtà, figlio di una creatura terribile, in grado di annientare migliaia di vite in un soffio? E chi era sua madre? Sarebbe sopravvissuto tanto a lungo per ottenere quelle risposte?



- Dottor Banner! Dottor Banner, venga qui, presto!-, urlò uno Shielder.

L'uomo, chino a curare come meglio poteva uno dei soldati rimasti feriti nel crollo, si alzò con un lamento.
Non era pentito di non aver cercato di fermare il figlio di Loki. Quell'assedio era durato decenni e il popolo terrestre aveva cominciato a morire comunque di stenti e di ignoranza. Era tempo che vedesse la fine, con il meritato riposo della morte. Sapeva che dietro agli schermi che avevano dipinto il cielo di rosso si nascondeva un esercito insormontabile ed era solo una questione di tempo, sin dal principio.
Attraverso le crepe nelle mura della Fortezza, aveva visto l'esercito di Asgard, aveva scorto persino Loki, ma dubitava che il loro intervento potesse esser risolutivo.
Raggiunse il giovane soldato e seguì la direzione che stava indicando al di là della balaustra. Guardò di sotto e rimase senza fiato.

- Steve...-, mormorò, riconoscendo l'amico nella sua, ormai antica, tenuta a Stelle e Strisce con lo scudo fissato al braccio destro.

Non servì altro. Il simbolo di ciò che Capitan America rappresentava bastò a far rinascere in lui la speranza. Vide Stark planare dentro e rivorgergli qualche parola che lui non poté udire, poi entrambi corsero fuori insieme ai soldati rimasti, non più di trecento.
Si accasciò a terra e strinse la balaustra con le mani.

- Dottore si sente male?!-, si allarmò il giovane soldato.

Bruce cominciò a tremare violentemente, le vene sul suo collo e sulle sue tempie si gonfiarono e le sue iridi si tinsero di verde.

- No!-, rispose alla domanda.

Il suo corpo crebbe a dismisura, stracciando i vestiti. Il soldato indietreggiò e sollevò il fucile, spaventato a morte da quel enorme mostro verde.

- Tu, combatti!-, ruggì Hulk, prima di lanciarsi contro la parete e raderla al suolo per raggiungere la battaglia. 




N.d.A.: Eccomi, chiedo scusa per il ritardo, ma il periodo pieno ha deciso di perpetrarsi :(! Questo è, con tutta probabilità, il terzultimo capitolo di questa storia, se non il penultimo (questo dipende da quanto mi verrà lungo il prossimo XD), comunque siamo quasi alla fine. Per chi la volesse leggere, qui trovate la storia per il contest All But Stark di The Rainbow Side of Marvel: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1970513&i=1

Un bacione e grazie infinite a tutti! 

   
 
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