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Autore: Lui_LucyHP    14/07/2013    8 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Erano ormai passati alcuni giorni dalla fine della Guerra e il mondo magico si stava lentamente riprendendo. Mancava ancora un Mangiamorte all'appello, ma tutti gli altri erano stati spediti ad Azkaban, senza alcun processo. La testimonianza di Lucius Malfoy, che aveva fatto i nomi di tutti i seguaci di Voldemort davanti all'intero Wizengamot, era stata più che sufficiente a garantire loro un soggiorno a vita nella prigione dei maghi. In cambio, aveva ottenuto un alleggerimento della sua pena; avrebbe passato i due anni successivi senza bacchetta e confinato a Villa Malfoy.
Nel castello di Hogwarts, l'Ordine della Fenice e i professori avevano cominciato a ricostruire quello che era andato distrutto. Lavoravano quasi senza sosta, per permettere di riprendere regolarmente i corsi per il primo di Settembre, che sarebbe arrivato in poco più di una settimana. Si muovevano in piccoli gruppi o a coppie, per sbrigare ogni compito nel minor tempo possibile. Quando ne avevano terminato uno, tornavano nella Sala Grande dove era stato affisso un grande foglio di pergamena con tutti i lavori necessari. Appena il tempo di eliminare quanto appena fatto e scegliere quale altro compito svolgere, prima di ripartire.
Le uniche persone che sembravano esenti da questo percorso erano James, Sirius e Remus; nessuno aveva idea di quello che stessero facendo. Li avevano visti entrare con tutti gli altri, ma erano spariti quasi subito, dopo qualche minuto di chiacchiere con Silente. Lily e Rossana temevano che stessero architettando qualche disastro come quando erano studenti; ora che Voldemort era morto, sembravano aver ritrovato la voglia di giocare e tirare scherzi, nonostante fossero vicini ai quarant'anni. Quello che nessuno poteva immaginare era che Silente, in gran segreto, aveva affidato loro un compito importante, 'questione della massima urgenza' come l'aveva definita lui stesso. Dovevano controllare tutti i passaggi segreti del Castello e assicurarsi che non fossero stati danneggiati. In tal caso, avrebbero dovuto risistemarli, in modo che potessero essere usati ancora da tutti gli studenti che li avessero scoperti.
«Ecco, questo era l'ultimo letto, mamma» disse Harry, osservando un paio di cuscini sistemarsi sopra ad un letto appena fatto. «Scendiamo a vedere che cosa manca?»
« Sì» rispose Lily dopo aver osservato attentamente ogni angolo del dormitorio. « È tutto in ordine. Vorrei proprio sapere che fine ha fatto tuo padre...»
«L'ho visto questa mattina tornare dalla Stamberga Strillante, ma non ho idea di che cosa ci facesse là».
«Forse è meglio non saperlo».
Raggiunsero la Sala Grande e si avvicinarono al grande foglio appeso davanti alle clessidre che, durante l'anno scolastico, tenevano i punti delle Case. Non rimanevano ormai molti compiti da svolgere.
«Potremmo andare in Biblioteca e aiutare Madama Pince a ricontrollare i libri».
«Mamma, stai scherzando, vero? Questo compito è stato già svolto almeno due volte, solo che a Madama Pince non va bene e quindi lo riscrive! Perché non andiamo ad aiutare Hagrid e la professoressa Sprite alle serre?»

 

***      

Caro Signor Potter,
Ci pregiamo di informarla che il nuovo anno scolastico comincerà regolarmente il primo settembre. L'Espresso di Hogwarts partirà dalla stazione di King's Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.
In allegato, la lista dei libri di testo per gli studenti del settimo anno.
Cordialmente,

Professoressa McGranitt,
Vicepreside

 

P.S. Nel''allegato ho aggiunto i libri di testo degli anni precedenti che saranno usati anche al settimo. Buone compere,

Albus Silente

 

«Era ora che arrivasse!» esclamò James, quando Harry ebbe terminato di leggere il messaggio. «Il primo di Settembre è tra due giorni, che cosa aspettavano?»
Sembrava quasi che fosse James ad aver ricevuto la lettera di Hogwarts.
«Abbiamo finito solo tre giorni fa di rimettere in piedi il Castello» disse Lily, appoggiando sul tavolo un piatto pieno di fette di pane tostato. James ne afferrò sei in un colpo solo, seguito a ruota da Harry, che cominciò ad imburrarle. L'imbarazzo della prima colazione fatta insieme, quando Lily era rimasta senza pane perché lui e James avevano finito tutte le fette, era ormai superato. Felice di avere nuovamente un figlio da sfamare, Lily aveva presto imparato ad aumentare la quantità di cibo ad ogni pasto. L'unico problema erano le taglie dei due maschi di casa che, già dopo pochi giorni avevano dato segno di essere in grave pericolo.
«Più tardi potremmo andare a Diagon Alley a prendere tutto l'occorrente» propose Lily, cominciando a mangiare a sua volta. «Ti serviranno anche piume, pergamene, la divisa... Credo che farò una lista».

 

***

«Sono incinta»
«Sei... cosa?!»
«Sono incinta, Sirius» ripeté Ross, allontanando la tazza di caffè che aveva cercato di bere. Era la sua bevanda preferita, ma a causa della gravidanza, l'odore le dava la nausea.
Guardò il marito, seduto di fronte a lei, abbassare in fretta la tazza che aveva in mano e un po' del contenuto ambrato si riversò sul tavolo. In condizioni normali, si sarebbe lamentata della pessima abitudine dell'uomo di riempire la tazza fino all'orlo, ma in quel momento aveva tutt'altro per la testa. La sua preoccupazione principale era la reazione del marito alla notizia e non stava andando affatto come aveva sperato.
Sirius rimase in silenzio, con le mani strette attorno alla tazza e lo sguardo perso a fissare la macchia che si era creata sulla tovaglia bianca.
«Potresti dire qualcosa, per favore?»
«Com'è successo?»
Rossana fissò il marito con gli occhi sgranati, sperando vivamente di aver interpretato male la domanda. Aveva quasi quarant'anni; doveva sapere come succedevano certe cose.
«Come sarebbe a dire?»
«Non in quel senso» rispose Sirius, capendo la confusione della moglie. «Intendo, abbiamo sempre usato precauzioni, no?»
«Suppongo che non abbiano funzionato... Può succedere. Allora, come ti senti?»
«Non lo so» rispose l'uomo. «Ho paura che prima o poi spunterà fuori un altro mago oscuro e non avremo un altro Harry che arriva da un'altra Dimensione ad aiutarci».
«Non succederà, Sirius» cercò di rassicurarlo. «Con tutte le misure che il Ministero sta prendendo in questo periodo, ci vorranno secoli prima che qualcuno abbia il coraggio di tentare una cosa simile».
«D'accordo... Beh, suppongo che dovrò rassegnarmi all'idea di diventare padre. Non credo di essere in grado; Orion non è certo stato certo un grande esempio di genitore per me».
Rossana mandò giù una fetta di pane tostato senza nulla sopra; dopo il primo giorno in cui aveva vomitato la sua marmellata preferita, aveva cominciato a cambiare le sue abitudini.
«Tu non sei tuo padre... Non sei come loro, ricordatelo!»
Sirius annuì e finì di bere il the che era rimasto nella tazza.
«Papà... Accidenti, non lo avrei mai creduto possibile!»

 

***

Quando raggiunsero Diagon Alley, la mattinata soleggiata in cui avevano sperato era sparita lasciando posto ad un cielo grigio che annunciava l'arrivo di un temporale estivo. La strada era gremita di maghi e streghe che facevano i loro acquisti. Nei negozi c'era un continuo viavai di gente e per la strada i conoscenti si fermavano volentieri a fare quattro chiacchiere. Erano già lontani i tempi in cui ci si muoveva solo il necessario e per il minor tempo possibile per non rischiare di fare qualche brutto incontro.
Davanti al negozio di Accessori di prima qualità per il Quidditch c'era la folla maggiore. Erano tutti accalcati davanti alla vetrina, intenti a fissare qualcosa esposto.
«Oggi esce la nuova Firebolt, versione due: maggiore stabilità e accelerazione al secondo» commentò James, tentanto di avvicinarsi alla vetrina, senza successo.
«James» lo redarguì Lily. «Siamo qui per gli acquisti di Harry...»
«Non importa» disse Harry. «Da Madama McClan posso andare da solo. Se vuoi aspettare papà, possiamo trovarci davanti al Ghirigoro».
Lily annuì e seguì il marito che cercava di farsi strada tra il gruppetto di curiosi che ammiravano la vetrina.
Harry era troppo contento di avere una famiglia per pensare al Quidditch e ai manici di scopa; era uno sport che gli piaceva, certo, ma poteva anche farne a meno. In quell'anno scolastico non avrebbe fatto parte della squadra di Grifondoro, lo aveva già deciso; doveva studiare seriamente, non solo per i M.A.G.O., ma anche per l'ammissione ai corsi per diventare Auror. Non ci sarebbe stata Hermione ad aiutarlo quindi doveva fare tutto da solo. 
Entrò nel negozio di Madama McClan, uno dei pochi ad essere quasi vuoto.
«Benvenuto, caro» lo accolse la donna. «Divisa per Hogwarts, eh?»
Lo fece salire su uno sgabello e cominciò a prendere misure, tagliare e cucire.
Una ventina di minuti più tardi, Harry uscì con un set di divise complete riposte accuratamente dentro un sacchetto. Stava raggiungendo il Ghirigoro, quando una figura incappucciata gli si parò davanti, con la bacchetta puntata.
«Bene, bene, bene... Harry Potter, ti ho trovato» disse l'uomo, con un ghigno.
A Harry tornarono in mente le parole che Malocchio Moody aveva detto qualche giorno prima a Hogwarts: 'Manca ancora un Mangiamorte, ma lo troveremo prima che abbia il tempo di fare qualcosa'.
Questa volta Malocchio si è sbagliato, pensò.
Si sentiva in trappola. La mano destra era impegnata a reggere il sacchetto con la divisa e non poteva muoversi; anche se avesse lasciato cadere il sacchetto per prendere la bacchetta, il Mangiamorte avrebbe sicuramente attaccato.
L'uomo cominciò ad avanzare, fino a quando la punta della bacchetta toccò la gola di Harry.
«I giornali, la radio... Tutti parlano di quanto Silente, ancora una volta, sia stato grande e abbia sconfitto anche il Signore Oscuro, ma si sbagliano. Io ero poco lontano da te quando sei tornato con il cadavere del mio signore, so che non è stato Silente. Ora, lo vendicherò uccidendo te».
La gente attorno a loro si era accorta di quello che stava succedendo e cominciò a scappare, urlando spaventata.
«Beh, davvero bravo, ma sei sicuro di riuscire a uccidermi, prima che lo faccia io?»
Stava parlando a caso, lo sapeva, ma aveva bisogno di tempo per pensare: doveva prendere la bacchetta per poter avere almeno una parità di armi.
Il Mangiamorte scoppiò a ridere, per nulla scosso dalle parole di Harry.
«Ehi, ragazzino, cosa credi di poter fare contro di me?»
Si stava avvicinando sempre di più e, quando la distanza fu sufficiente, Harry alzò il ginocchio e colpì l'uomo tra le gambe, con tutte le sue forze. Con un gemito, si accasciò a terra e la bacchetta dell'uomo si allontanò dalla sua gola. Harry lanciò di lato il sacchetto di Madama McClan ed estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.
«Stupeficium!» urlò e il Mangiamorte andò a schiantarsi sul solido muro della Farmacia, da cui erano appena usciti i suoi genitori, attirati dalle grida della gente.
«Harry!» esclamò sua madre, preoccupata. «Stai bene?»
«Tutto a posto, Ha fatto in tempo solo a sparare un po' di cavolate...»
«E questo era l'ultimo» commentò James, facendo comparire delle funi, che legarono l'uomo. Poi puntò la bacchetta verso il cielo e sparò delle scintille rosse. «Tra poco arriverà qualcuno a prenderlo».

 Non dovettero aspettare molto. Kingsley e Tonks arrivarono assieme ad un altro paio di Auror del Ministero e lo presero in custodia.
Un altro che finirà in una cella di Azkaban a vita».
«Con tutti quelli che abbiamo messo dentro, mi chiedo se ci siano ancora celle libere» commentò Tonks. «A mezzogiorno finisco il turno» aggiunse. «Vi fermate al Paiolo Magico per pranzo con me e Remus?»  
Fecero velocemente gli acquisti che rimanevano e verso mezzogiorno si avviarono verso il Paiolo Magico. Stavano passando danti all'Emporio del Gufo, Harry si fermò a fissare uno degli animali esposti all'esterno: era una civetta bianca che fissava stizzita tutti i bambini che le giravano attorno.
«Fate attenzione! Tende a beccare chiunque le si avvicini» stava dicendo il proprietario, sconsolato. «Il peggiore acquisto che abbia mai fatto. Quasi sette anni che è qui...»
Harry incrociò lo sguardo con quello della civetta. Sembrava quasi che lo stesse chiamando.
Edvige, pensò. Devo assolutamente prenderla.
I suoi genitori lo seguirono verso il negozio, ben consapevoli che volesse quella civetta. Aveva raccontato loro di Edvige e sapevano quanto fosse stato legato a lei.
«La prendiamo noi» disse James al proprietario. Estrasse un piccolo sacchetto nero dalla tasca e diede alcune monete all'uomo.
«Oh, siete sicuri? È davvero inutile, dato che becca...»
Il proprietario ammutolì, quando vide la civetta farsi accarezzare senza alcun problema da Harry.
«Per tutti i completi intimi di Merlino... Questa poi!» esclamò.
Harry prese la gabbia con la sua nuova Edvige, salutò il proprietario e si diresse verso il Paiolo Magico assieme ai suoi genitori.
Aveva tutto quello che aveva sempre voluto, non sarebbe mai potuto essere più felice di così.
__________________________              

Ciao a tutti!
Ecco l'ultimo vero capitolo della storia, il prossimo sarà l'epilogo. Non dovrete aspettare molto, perché è praticamente già scritto, ma devo rileggerlo per controllare che sia a posto.
Grazie come sempre a chi legge, recensisce e a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite (78), le seguite(211) e le ricordate(29).
Alla prossima,
Lucy

   
 
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