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Autore: SakiJune    26/01/2008    4 recensioni
Sei sempre stato una persona prudente. Fino al fanatismo. Ma davanti a due occhi neri che ti scaldano il cuore, e al ritorno di un amico che credevi perduto, le tue difese si allentano, fino a scomparire... non è vero Mad-Eye?
Una storia d'amore e di guerra ambientata subito dopo il sesto libro, tra vecchi e nuovi membri dell'Ordine della Fenice. Piccoli spoiler, relativi all'identità e ai retroscena dei personaggi, e non agli avvenimenti del settimo libro.
CONCLUSA!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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Perdonate il mio immenso, mostruoso ritardo. Questa storia è davvero difficile da scrivere.
Sono stata contentissima di ricevere più recensioni di quelle che mi aspettassi.
(ringraziamenti al fondo)



"Le lezioni di Occlumanzia dell'anno scorso sono servite a qualcosa, mi sembra... se solo la smettesse di piagnucolare..."

- Fammi fuori adesso, fallo adesso!

- Le ho detto di tacere, stupido ingrato!

A passettini affannati, aveva seguito la figura magra e nervosa di Severus Snape lungo un corridoio stretto e buio, che terminò con una porta. Era a dir poco inverosimile, il Mangiamorte non si era voltato nemmeno un attimo a guardare se lui lo stesse seguendo. Ma lo stesso protestava alle sue domande, zittendolo aspramente.
Infine, lo spinse oltre la porta, in una stanza umida dal nudo pavimento di pietra, e sigillò l'entrata magicamente.

- Perché non mi hai ucciso come ti ha ordinato il tuo Signore? Hai avuto ben pochi scrupoli con Albus! La mia esistenza miserabile ha forse più valore per te? Che gusto ci provi a torturarmi così?

Severus si morse le labbra, deciso a non rivelare il suo segreto a nessun costo.
Lentamente, rispose alla domanda di Horace, a modo suo.

- La sua Gwenog è viva, è al sicuro. Lei ha ancora qualcuno per cui restare al mondo. Io no, e posso correre qualunque rischio. Verrò a portarle da mangiare, se le fa piacere.

Sollievo.
Vergogna.
Silenzio.

"Stupido ingrato" pensò di nuovo Severus, percorrendo a ritroso il corridoio, con quella frase che gli rimbombava nella mente insieme all'eco dei propri passi.

Hai avuto ben pochi scrupoli con Albus.

"Oh, se tutti loro sapessero... quanto Albus Dumbledore abbia avuto così pochi scrupoli con me. Come se io non avessi un cuore, come se non l'avessi amato e servito con tutto me stesso... fino alla fine, soprattutto alla fine"


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- Remus, sei tornato! - quasi si stupì Dedalus, inopportuno come al solito. Veniva spontaneo fare un po' di scongiuri, al solo sentire le sue espressioni di accoglienza.

Stanco, con l'aria preoccupata ma insieme impaziente di comunicare ai compagni le novità, Lupin si gettò su una sedia e...

- Tu devi essere il cocco di Tonks, l'amica di mia sorella... non so proprio come tu faccia ad avere pazienza con quella, comunque... - Gwenog si era gettato su di lui inondandolo di chiacchiere, e per un istante fu Remus a barcollare sotto il peso di una sorpresa così gigantesca.

Hestia intervenne a calmare la situazione. Non era semplice spiegarsi con entrambi senza che Gwenie venisse a sapere quel piccolo particolare sulle sue origini.
Dopo un lungo, eloquente sguardo rivolto al licantropo, per fortuna da lui recepito al volo, si scambiarono le rispettive informazioni. Gwenog, per quanto stessero parlando di lei, si risentì della poca considerazione che il nuovo arrivato, dopo l'iniziale sbalordimento, le aveva concesso. Era così affascinante, con quel non so che di poeta Babbano...

- L'hanno lasciata andare, forse è stato un semplice gesto dimostrativo.

- Beh, meglio così - finse di rallegrarsi Remus. - Invece con quell'altra persona... hanno raggiunto il loro scopo. L'hanno attirato fuori Hogsmeade, e l'hanno portato via.

Hestia sentì qualcosa di acido bruciarle lo stomaco e la gola. Corse in bagno, come mille volte le accadeva durante la giornata... ma questa volta non era la solita nausea, era tutto il suo corpo che gridava "no", che non voleva rassegnarsi a sentire il mondo crollarle attorno senza poter fare nulla. E Gwenie... lei non sapeva... non sapeva che forse suo padre era morto, o forse lo stavano torturando in quel momento...

Non aveva sentito la porta aprirsi, non l'aveva sentita chiudersi.
Ma mentre si risciacquava la bocca, con gli occhi appannati di lacrime, sentì la stretta di due braccia forti e calde.
- Questa casa trabocca di signorine Jones... cosa devo farne di voi ragazze?
Hestia tentò di ridere.
- Chiedi a una delle due di cambiare nome.
- Quando la guerra sarà finita - disse Alastor, con voce ferma e sincera - Noi saremo una famiglia.

Sentirono un gran fracasso provenire dal salottino, un vociare fastidioso.

- Che combina Diggle appena mi allontano? D'accordo che siamo insonorizzati, ma un po' di precauzioni, porco Grindelwald! - grugnì improvvisamente, lasciandola sola.

Questa imprecazione ancora non l'aveva sentita. Ogni tanto ne sfornava qualcuna.
Si sistemò i capelli, notando gli occhi iniettati di sangue che le rimandava lo specchio.

"Mia madre diceva che dopo il terzo mese sparisce tutta questa seccatura..."

- Tutto bene, Jones? Dai, vieni di là con noi.
Si voltò, e sorrise. Era così gentile e premuroso, Cary. Con quell'aria da signorino perbene. E la trattava come una principessa, perché era la donna di Moody.
- Dedalus sta provando a far funzionare il regintrastore, forse avremo un po' di musica.
- Sta provando che cosa?

Le note di un'allegra canzone Babbana si diffusero per l'appartamento, e Gwenog si fiondò nel salottino dove Alastor se ne stava con le mani sui fianchi, l'Occhio fisso su Diggle con finta aria di disapprovazione.
Hestia e Cary li raggiunsero. Sembrava davvero che Dedalus volesse festeggiare qualcosa. Eppure il loro futuro era così incerto... che senso aveva mettersi a ballare come tanti ragazzini incoscienti...

- Balli con me, signor Dearborn! Quel Lupin è così malinconico... ed è arrivato il vecchio bacucco, e si sono messi a confabulare e mi hanno mandata via!

Jugson ricordò i suggerimenti di Peter.
"Un purosangue. Colto e raffinato. Che non teme il pericolo, ma non disdegna il divertimento e la buona società"

E poi non furono più soltanto parole nella sua mente. Era dentro la pelle del vero Caradoc. Era lui, da sempre, era stato lui in un palazzo sfarzoso e poi nella sala comune di Hufflepuff e sul campo di Quidditch...

La testa gli faceva male. Ma sentiva che se avesse seguito il suo istinto, tutto sarebbe filato liscio.

- Con piacere, signorina - Accennò ad un inchino, e la condusse al centro della stanza dove aprirono le danze.

E Alastor, accennando col capo a quei due, disse a Hestia:
- Non è cambiato per niente. Lui e Sirius Black erano davvero senza freni. E Dorcas era... un pochino come tua sorella.
- Dorcas... Meadowes?
Lui annuì lentamente.
- Un po' più femminile, a dire il vero.

Non sembrava rattristato. Ma c'erano avvenimenti che avevano lasciato tracce soltanto in fondo al cuore, e altri... che ora gli impedivano di godere appieno della vita.
- Che stupidaggine, ballare... - si lamentò Hestia, con l'intento di lasciare la stanza. Anche ammesso che fosse giusto divertirsi, di dimenticare la guerra e i Mangiamorte e le tragedie vecchie e nuove, non poteva ammettere di averne voglia, non lei.
Ma Alastor la trattenne, indovinando la sua inquietudine.
Con un colpo di bacchetta, il rock'n'roll che risuonava nella stanza si trasformò in un lento brano di musica classica. A Gwenie e Cary sembrò non importare nulla: si adeguarono, semplicemente.

- Beethoven. Era un tizio che assomigliava a Rufus Scrimgeour.
- Spiritoso. Alastor?
- Dimmi, Hes.
- Non mi manca nulla, non c'è niente di più che desidero da te.

Era vero più che mai, lo amava così com'era, amava quel corpo segnato dalle battaglie, così come la sua anima insieme ribelle e conformista, che non chiedeva altro al mondo se non di lasciarsi proteggere da lui.
Immobili, abbracciati, entrambi sentivano i loro cuori danzare.


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Mi hai ingannato per tanto tempo, Albus Dumbledore.
Mi hai fatto credere di stimarmi, di aver capito finalmente che anch'io avevo un cuore... e mi sentivo amato, perché mi davi fiducia... non la fiducia untuosa ed interessata di Voldemort, ma un amore paterno, sincero. Stupido, sono stato uno stupido!
Per te ero solo la marionetta che eseguiva gli affari sporchi al posto tuo.
Tocca sempre a me, quando si tratta di uccidere.
Amici, nemici: che importanza ha? La mia coscienza era già così pesante che non hai creduto cambiasse poi tanto un fardello in più.

La tua vita, che stava comunque per spegnersi... ma era così preziosa...

Tocca a me, tocca sempre a me. Perché io sono quello senza scrupoli, il Mangiamorte senza maschera, la spia dell'Ordine senza immaginazione.
Quello che non soffre.

Ma sono lacrime, quelle che scendono dai suoi occhi? Impossibile. E' il riflesso della luna piena sulla finestra della sua stanza, là a Malfoy Manor.
Immagina Remus Lupin rinchiuso in una stanza, a sfogare il suo istinto bestiale.
Jugson che si infarina pian piano i membri dell'Ordine, ma gli effetti collaterali della sua pozione che vengono fuori in modo altrettanto subdolo...
Harry Potter che si prepara a sferrare il suo attacco finale, convinto che non rimangano più Horcrux. Un suicidio, in pratica...

Che io dovrò impedire.
Perché gli affari sporchi toccano sempre e soltanto a me.


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Grazie a:

Nonna Minerva: non preoccuparti, fai come ti senti. E se sei abbastanza curiosa, chiedimi pure delucidazioni su quello che non capisci.
BonniefrankJoplin: Horace è e rimane un fifone, ma davanti a Voldemort la paura può trasformarsi nel suo esatto contrario... non se non si ha più nulla da perdere al mondo. Con Severus si comporta diversamente, invece, se noti...
Rainsoul: Voldie soffre moltissimo, e come vedi Sev se n'è infischiato bellamente dei suoi ordini. Spero che questo capitolo ti abbia resa felice!
lyrapotter: tesoro, stai commentando tutte le mie shot! ma sei un amore! cosa devo fare con te? *hug* Sì, il nome Hestia corrisponde a quella che noi chiamiamo "Vesta", la dea romana di cui le vestali erano sacerdotesse... hai presente Rea Silvia, la madre di Romolo e Remo? (ecco, spunta di nuovo Remus!). E anche Alastor è veramente il nome di un demone spietato.
HarryEly: ecco un'altra scenetta romantica... spero davvero di poter continuare presto, ma l'ispirazione è davvero fuori dal mio controllo! Se mi troverò di nuovo d'impaccio, aspettati un'altra richiesta d'aiuto^^

   
 
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