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Autore: xAlisx    16/07/2013    2 recensioni
La Grande Battaglia contro il Titano Crono si avvicina sempre di più. Dopo la missione nel Labirinto di Dedalo, Percy Jackson e i suoi amici devono affrontare nuove difficoltà per impedire a Crono di diventare troppo forte. Ad aiutarli arriverà una ragazza misteriosa e con lei il gruppo di amici dovrà affrontare tante nuove avventure.
Storia da collocarsi tra "La battaglia del Labirinto" e "Lo scontro finale". Ovviamente, non tiene contro dei fatti de "L'eroe perduto" e seguiti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Percy Jackson
e l'arma della morte

 
CAPITOLO 1
Incontro una ragazza che esce dalla terra
 
Il venticello estivo portava con sé profumo di mare e salsedine. La vicinanza con Long Island iniziava a farsi sentire, o più semplicemente riuscire a percepire il rumore dell'acqua era un dono dato solo ai figli di Poseidone. In fondo, essere figlio del dio del mare non era male, se non si considerava il fatto che non sarei mai dovuto esistere e che la maggior parte degli dei mi odiava perché la loro disfatta dipendeva proprio da me.
L'inverno era passato tranquillamente, cosa inusuale per un semidio. Di solito venivamo trovati dai mostri – cose come furie, manticore, dracene - e a quel punto ci toccava intraprendere una lunga lotta che finiva sempre con un morto ed un ferito. Per fortuna, io non ero mai stato il morto.
Comunque, avevo deciso di assaporare quella calma, dal momento che, molto presto, si sarebbe scatenata una guerra apocalittica. Crono, re dei Titani e padre dei Tre Pezzi Grossi, era tornato per rovesciare il regno degli dei e riprendersi il potete che nella notte dei tempi gli fu tolto. Ovviamente dalla sua parte aveva ogni genere di mostro e anche qualche semidio caduto sotto il suo controllo – Luke, ad esempio, il mio peggior nemico che aveva provato ad uccidermi parecchie volte e che ora era il corpo contenente l'anima di Crono.
La situazione non era certo delle migliori ed ogni dio o mezzosangue si stava preparando per dare il suo contributo nella Grande Battaglia.
«Allora, siamo arrivati?» esordì Rachel Elizabeth Dare, seduta al mio fianco nei sedili posteriori della macchina di mia madre.
Avevo passato con lei la maggior parte dell'inverno e a scuola mi aveva dato un sostanziale aiuto per riuscire a capire le scritte alla lavagna – capitava spesso che le lettere mi si mettessero a ballare davanti e si tramutassero in parole in greco antico, colpa della mia mente impostata su quella lingua.
Con lei mi sentivo a mio agio, soprattutto perché non dovevo mentire su nulla. Sapeva che ero un mezzosangue e l'anno prima aveva anche aiutato me e i miei amici ad orientarci nel labirinto di Dedalo. Era una dei pochi mortali che riuscisse a vedere oltre la foschia – la nebbiolina che distorceva la realtà agli occhi degli umani e mostrava loro terribili mostri come teneri agnellini, ad esempio. Oltre lei, conoscevo solo mia madre in grado di vedere le cose com'erano in realtà. Una volta aveva perfino visto un minotauro.
«Non manca molto.» le risposi, scorgendo in lontananza la collina.
Rachel era emozionatissima all'idea di vedere l'ingresso del Campo Mezzosangue. Ai mortali non era permesso attraversare i confini del Campo, ma lei sembrava felice anche solo perché avrebbe visto un pino con sopra un Vello d'Oro e un drago a fargli da guardia. E pensare che dentro al labirinto aveva visto anche di peggio.
«Sono davvero felice che tu mi abbia chiesto di accompagnarti.» disse all'improvviso, rivolgendomi uno sguardo sorridente.
Quel giorno portava i capelli rossi legati in una coda alta e sulla testa spiccavano un paio di occhiali da sole. Indossava una maglietta bianca a maniche corte, dei pantaloni blu chiari e delle scarpe da ginnastica. Anche solo guardarla mi metteva allegria. Chissà come ci riusciva?
«Anche io sono contento che tu sia venuta.» le risposi, sorridendo.
«Percy, mi raccomando, cerca di mangiare.» intervenne mia madre dopo un po', interrompendo il silenzioso imbarazzo che si era creato tra me e Rachel.
Stare con lei mi piaceva, sì, ma ero pur sempre un ragazzino timido che non se la cavava per niente bene con le ragazza.
«Sta tranquilla, mamma.» risposi cercando di essere davvero convincente.
Sapevo che mia madre aveva tante preoccupazioni e che tutto era dovuto al mio essere parte integrante della Grande Battaglia. Sin dal mio primo anno al Campo Mezzosangue avevo dato a mia madre parecchi motivi per stare in ansia e in effetti non potevo che sentirmi abbastanza in colpa. L'unica cosa che mi consolava era che adesso lei non era da sola a casa. Prima, il suo uomo era un essere inutile e stupido, chiamato Gabe il puzzone, ora, stava con Paul Stockfis, uomo tutto d'un pezzo, colto e gentile. Paul non sapeva la verità su di me, ma stava vicino a mia madre senza chiederle il motivo delle sue preoccupazioni. Era un uomo a posto, tutto sommato.
Arrivammo alla collina del Campo qualche minuto più tardi. Scaricai il mio zaino e mi avviai verso l'ingresso, con Rachel e mia madre al seguito. Il pino troneggiava sulla collina con il Vello d'Oro che splendeva su suoi rami. Il drago era accucciato sotto la folta chioma verde e sembrava pacificamente addormentato.
«E' un drago enorme!» trillò Rachel elettrizzata.
«Già.» esclamai, sorridendole.
Mi venne da pensare al drago che avevo incontrato al Monte della Disperazione. Dieci volte più grande del drago a guardia del Vello, con più teste – avevo perso il conto di quante fossero – e molto meno pacifico. Se Rachel avesse visto quello, di drago, sarebbe rimasta pietrificata dalla paura – oltre che dalla puzza del suo alito pestilenziale.
«Tesoro, io devo andare. La cerimonia di Paul inizia fra un'ora, non vorrei arrivare tardi.» mi avvisò mia madre. «Mi raccomando, chiamami ogni tanto e cerca di non metterti troppo nei guai.» aggiunse poi, abbracciandomi.
«Farò del mio meglio per non farti preoccupare.» la rassicurai, ricambiando l'abbraccio.
Salutò Rachel con un luminoso sorriso e poi si avviò nel sentiero verso la macchina. Doveva andare ad una conferenza che Paul doveva tenere a Seattle. Era la prima volta che si presentavano in pubblico come fidanzati.
Rachel sarebbe tornata a casa in autobus.
«Vieni, magari riesci a vedere cosa c'è dentro al Campo.» la incoraggiai, andando davanti al grande arco antico che rappresentava l'ingresso.
Rahcel si sporse leggermente, ma in quel momento si scatenò un terremoto che fece cadere entrambi a gambe all'aria.
La terra vibrò prepotentemente e un'enorme crepa si aprì a pochi passi dall'entrata del Campo. D'istinto estrassi Vortice – la mia spada-penna di bronzo celeste – dalla tasca e mi posizionai davanti a Rachel per proteggerla.
Avevo già visto un terremoto del genere che aveva aperto delle crepe nel terreno e riguardava sempre qualcosa di non buono. Una volta erano spuntati degli scheletri assassini e non era stato bello battermi con loro.
Inaspettatamente, però, da quella crepa s'innalzò una ragazza con indosso una veste nera. Si librò in aria per un po' e poi, di punto in bianco, il terremoto cessò e la ragazza si accasciò a terra, apparentemente senza vita.
«Oddio, è morta?» mi chiese Rachel allarmata.
«Non lo so, vediamo.» dissi, cercando di restare calmo.
Mi avvicinai al corpo della ragazza e m'inginocchiai per accertarmi del suo stato. Nemmeno feci in tempo a posarle le dita nel collo che lei aprì gli occhi e si sedette, dandomi uno spintone per allontanarmi.
«Chi sei tu?» mi chiese con sguardo indagatore.
Si alzò da terra e si pulì la veste dalle foglie che le si erano attaccate addosso. Aveva dei lunghi capelli corvini legati in una treccia, la pelle era bianca quasi come la neve e gli occhi, di un colore che non riuscivo a definire, avevano una luce temibile e da brividi.
«Io...io sono Percy Jackson. Tu chi sei, piuttosto?» domandai, leggermente intimorito dal suo sguardo.
«Io sono Thesis.» rispose lei con noncuranza.
«E io sono Rachel Elizabeth Dare.» s'intromise Rachel, che aveva assistito alla scena in silenzio.
«Il Campo Mezzosangue si trova oltre quest'arco, vero?» chiese Thesis, senza nemmeno degnare Rachel di uno sguardo.
«Sì.» risposi tenendo Vortice ben salda nella mano destra.
Essere sempre in guardia era la prima lezione che mi avevano insegnato agli allenamenti.
Thesis fece un leggero cenno con la testa e poi superò l'arco.
«Aspetta...» le urlai.
Lei si voltò a guardarmi e rimasi spiazzato: solo in quel momento mi accorsi che gli occhi non avevano un colore definito, infatti, dentro c'erano ombre scure e nubi che si muovevano continuamente. La vista di quegli occhi mi fece rabbrividire. Conoscevo solo un'altra persona che aveva occhi così terribili: il divino Ade, dio dei morti.





SPAZIO ALIS: Buonasera (o dovrei dire notte?) a tutti!
E' tanto tempo che non posto una storia su EFP e comunque non ho mai postato una long. E quindi eccomi qui, a dare inizio alla mia prima long sul fandon di uno dei miei libri preferiti **
Sono tanto tanto contenta di essere finalmente riuscita a produrre qualcosa: ho questa long nel pc da tantissimo tempo, ma non avevo mai l'ispirazione per portarla avanti e darle forma. In questo periodo mi sono messa d'impegno e ho creato qualcosa. Ho già scritto 5 capitoli e ho tante idee per andare avanti. Cercherò di essere puntuale nel postare un capitolo alla settimana e soprattutto cercherò di rendere questa storia simile ai libri dello zio Rick. Ovviamente non scrivo come lui, ma cercherò di riadattare il mio stile al suo, mettendo in questa long tutto quello che piace allo zio Rick XD
Nient'altro! Semidei, spero vivamente che vi piaccia la mia modestissima opera. Fatemi sapere che ne pensate nei commenti, mi farebbero davvero piacere :D
A presto,
Alis

PS: Ho aggiunto or ora l'immagine che ho deciso sarà la "copertina" della mia storia. Ci sono, ovviamente, Percy e Annabeth. La presta-volto di Thesis non so chi sia, ma la trovo stupenda, mentre il presta-volto di Nico si chiama Alex Evans e mi sembrava adattissimo per la parte del figlio di Ade.
Ah, comunque, sono volti indicativi, voi immaginateli pure come vi pare XD
   
 
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