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Autore: xhoranscolgate    17/07/2013    2 recensioni
Non voglio raccontare la storia di una ragazza perfetta. Voglio raccontare la storia di una ragazza con tutti i suoi difetti, che la rendono perfetta. Forse potrebbe essere una dolce lezione per quelli che ancora giudicano senza conoscere. Non è una storia con sesso o altro. Voglio solo raccontare la realtà di una ragazza che si sente diversa.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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‘’Cosa ami di te stessa?’’

Silenzio.
‘’Rispondi, Ally, rispondi’’

Mi asciugo le lacrime.
‘’Ho già risposto.’’ “No, non hai risposto, Ally!”.
Rimango in silenzio.
“Vedi, ho risposto di nuovo. Non amo niente di me, nulla.”
Adesso è in silenzio anche lei.

“Mai più, mai più. Scappando hai solo dato loro soddisfazioni. Dovevi rimanere, dimostrare che sei più forte di ogni insulto.” Poi mi ha preso la faccia e mi ha guardata negli occhi. Io ho sempre amato i suoi. Erano dei semplici occhi castani, ma io ci vedevo la purezza. In quegli occhi vedevo la voglia di aiutare sempre, la felicità. Amavo quegli occhi castani, perché dentro di essi era racchiuso il mio piccolo mondo. Non so dove sarei adesso senza lei, ci penso molto spesso. Forse non ci sarei. E quando dico “La amo” non è uno scherzo. Non è una convenienza, è la verità. Quegli occhi mi rendevano felici.
Lei mi ha sempre resa felice.
“Ally. Tu sei forte” evidenziando il “sei”.
Ma io non ci credevo, perché i “forti” non si sono mai comportati come me. I “forti”, vincono. Io ho sempre perso. Forse non ho mai iniziato a lottare, perché quando ti dicono ‘’Non ce la farai’’, tu ti blocchi. È difficile alzarsi dopo essere caduti milioni di volte. È difficile alzarsi senza qualcuno che ti prenda per mano. Qualcuno che ti dica ‘’Ehi, ci sono io. Non sono come gli altri. Io rimarrò per sempre.’’ E forse queste sono altre illusioni, pensieri che non dovrebbero passarmi nemmeno nell’anticamera del cervello. Eppure io spero tutti i giorni di trovare la persona giusta.   

E così sono passati gli anni, il mio cuore è diventato di ghiaccio. La paura di innamorarmi, dover ricevere sempre le stesse delusioni. Una corazza di cemento mi protegge dal mondo esterno, non voglio averne a che fare. Sono chiusa in me stessa e non voglio uscire. Meglio vivere cos’, non avere a che fare con tutte quella superficialità.
Poi è arrivata lei. Un giorno d’inverno, faceva freddo. Forse era dicembre e da quel giorno la mia vita è cambiata completamente. Forse ho iniziato a vivere. Non lo so, ma qualcosa era veramente cambiato. Il ghiaccio aveva iniziato a scongelarsi e il cemento si stava lentamente rompendo in mille pezzettini. Ricordo poco di quel giorno. Avevo sorriso, ecco cosa ricordo. Dopo anni.
Non dovevo più nascondere le mie ferite con un sorriso, quando avevo incontrato i suoi occhi avevo sorriso.
Lei è stata la prima parentesi felice della mia vita.
Vorrei non chiuderla mai più, scrivere la mia vita con lei. Continuare a incidere parole su parole su inutili pezzi di carta, che volano. E non importa. Perché i momenti più belli, quelli da ricordare sono nel mio cuore.
C’è sempre stata? Si, lei c’è sempre stata.
È stata la mia ancora di salvezza. E io con lei mi sento completa.
Solo con lei.
E poi ho la musica. Si, la musica è sempre stata con me. Quando nessuno voelva vedermi, lei mi ascoltava. Quando nessuno voleva consolarmi, lei mi asciugava le lacrime. Quando nessuno voleva abbracciarmi, lei mi baciava. È stata la mamma che ho perso cinque anni fa. Quella ‘’mamma’’ drogata che non avrebbe mai voluto ridursi così. Ma la droga è un circolo vizioso, non puoi smettere da un momento all’altro.

Cara mamma,
ti devo solo chiedere scusa. Perché non sono mai stata la figlia che volevi, la figlia perfetta. Vorrei essere diversa, vorrei  che tu fossi orgogliosa di me. Ma non ho saputo fare niente, sono un fallimento, lo so. Scusa. Non posso dire altro.
Ricordo il papà. Le tue urla quando ti metteva le mani addosso, e quando le metteva addosso a me. E le tu lacrime che avrei voluto asciugare. Scusami mamma, perché non ho avuto il coraggio di parlare. Non sono stata mai di aiuto. Ma lui beveva e sbagliava. So che vi siete ritrovati lassù. Lo so bene. So che avete ritrovato lentamente l’amore che avevate perso, pian piano. So che adesso vi state tendendo per mano, so che siete insieme.  
 E un giorno con voi ci sarò anche io. Si, recupereremo quei momenti persi. Mamma, rideremo di nuovo. Insieme. Ci rivedremo vero? Non ti ho persa per sempre.
A quel punto mi risveglio. Sono bagnata, sto piangendo. Anne è davanti a me, ha un panno con del ghiaccio in mano.
‘’Hai fatto un brutto sogno?”
“Un vero e proprio incubo.

Anne, c’era la mamma e io le stavo parlando. No, anzi le stavo scrivendo. Le stavo scrivendo tutti i miei errori. È orrendo, Anne.”
Poi mi ha abbracciata, per l’ennesima volta. Ma a me piacevano i suoi abbracci.
“Su, vestiti e lavati. Dobbiamo andare a scuola.”
  
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