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Autore: Sunny    27/09/2004    22 recensioni
I missing moments della saga di BAWM! Ormai sono diventati troppi...meglio farne una raccolta! E si comincia con...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nuova shotty, nuova dedica

Nuova shotty, nuova dedica! Questa va alla mia ormai ventunenne sorellona Nenè, alla super compleannizzata Eli, e anche alla simpaticissima Rosy! Buon compleanno a tutte, e un bacio formato gigante! Come promesso, una storia ambientata nella ‘nuova’ Hogwarts, e precisamente… al settimo anno di Dan e Jack. Enjoy yourselves! ^_-

 

 

 

Casa mia

 

 

 

“…West respinge un bolide e permette a Potter di continuare la sua discesa verticalizzata, nel frattempo Lang recupera palla sull’errore di Wilson, e la passa a Sheffield…da lei a Weasley, e poi di nuovo a Sheffield…oh si, ragazzi, vai così, Corvonero non ha speranze!!”

 

Larrison!

 

“Scusi, professoressa…l’azione riprende…”

 

Jack abbassò la testa per schivare il cacciatore di Corvonero che lo aveva puntato, e afferrò la pluffa che gli passò Amelia, che volava parallelamente a lui.

 

“Che stavi dicendo di Beverly Thompson?” gli urlò Amelia, continuando a evitare gli avversari e alzando la voce per farsi sentire nel fracasso dello stadio.

 

“E’ stata un fiasco totale!” replicò a voce molto alta Jack, passandole la pluffa e deviando per mancare un bolide. “Credo che mi odi adesso, sai?”

 

“Ma no, non mi dire!” Amelia fece un sorrisetto e recuperò la pluffa…la lanciò con forza verso la porta e il tiro oltrepassò l’anello centrale.

 

Un boato dalla curva di Grifondoro rese ancora più difficili le comunicazioni. “Ma perché non andava bene?” fece Amelia, scattando in avanti per rubare palla ai cacciatori di Corvonero che avevano già ripreso l’azione dopo il suo gol.

 

Jack si avvicinò abbastanza all’avversario con la pluffa, fece una finta buttandosi a destra e si lasciò superare…e un istante dopo girò la scopa su se stessa con un rapidissimo movimento del polso e piombò addosso al cacciatore, facendogli cadere dalle mani la pluffa…che venne subito recuperata da una velocissima Amelia.

 

“Era bella ma un po’ scema.” Fece lui, tagliando la strada alla cacciatrice di Corvonero che inseguiva Amelia.

 

“E te ne sei accorto solo adesso?” replicò lei, evitando un bolide.

 

“No, però prima mi attizzava!” ribattè lui, ricevendo la pluffa e partendo a tutta velocità.

 

Uno dei cacciatori di Corvonero allungò la mano per fermare Jack, ma Amelia fu più veloce… l’affermò e gliela strinse come se si stessero presentando. “Piacere!” fece beffarda, portandosi dietro il ragazzo quando scese rapidamente in picchiata e lasciandolo parecchi metri più sotto. La curva di Grifondoro esplose in applausi e strilli d’incoraggiamento.

 

“Vai, Luis, buttala dentro!” Jack passò la palla all’altro cacciatore, più vicino all’anello di destra, che tirò con forza e non mancò l’obbiettivo.

 

“Siii!” Ben Larrison esultò nel megafono. “Grifondoro 250, Corvonero 100! E vai, li stiamo stracciando!”

 

Larrison!!”

 

“Ma è vero, professoressa!”

 

“Ma tu devi limitarti alla telecronaca!!”

 

Il gioco riprese, e Jack si andò ad affiancare ad Amelia. “Sai qual è la cosa più ridicola? La sua migliore amica ci ha provato con me mezzo secondo dopo che Beverly mi ha silurato!”

 

Amelia spronò la scopa in avanti. “Ma tu hai rifiutato, vero?”

 

“Scherzi?!” Jack ricevette la pluffa dall’altro cacciatore e partì a tutta velocità. “Stiamo parlando di Jenny Green!”

 

Amelia alzò gli occhi al cielo, ed evitò un bolide spedito dal battitore avversario. “Quella è un buco con due tette!”

 

“Oh, andiamo!...” Jack le passò la pluffa, sfuggendo a un cacciatore avversario. “Non è un buco!”

Un boato di applausi e grida di gioia accolse il gol di Luis Lang, a cui Amelia aveva tirato la pluffa.

 

Il gioco riprese immediatamente, visto che ormai mancava poco alla fine…i cercatori tallonavano il boccino già da qualche minuto, presto ci avrebbero messo le mani sopra. “Vabbè, ma si è già fatta avanti questa?” fece sbrigativamente Amelia, mentre lei e il suo compagno ripartivano alla carica verso il cacciatore di Corvonero che aveva la pluffa in mano.

 

Jack fece un sorrisetto, sbuffando indietro il ciuffetto di capelli che gli arrivava poco più su degli occhi. “Diciamo che stiamo insieme.”

 

Amelia spalancò la bocca. “Ma fai schifo, Jack!”

 

“Ehi, non prendertela con me!” Jack scrollò le spalle e le lasciò la possibilità di avvicinarsi alla coda della scopa avversaria. “E poi ieri sera ti ho cercato dappertutto e non c’eri, e quel che è peggio nemmeno Dan era da nessuna parte… non avevo uno straccio di consiglio da nessuno!” Amelia rallentò leggermente e abbassò lo sguardo in un modo strano…e Jack lo notò quando le vide perdere velocità. “Amy, che fai?!”

 

Amelia si morse le labbra. “S-senti, dopo magari avrei bisogno di parlarti un momentino…”

 

“Amelia, il bolide!!!!”

 

Jack fece appena in tempo ad afferrare con una mano la scopa di Amelia per farle schivare il colpo, ma ci riuscì solo in parte…il bolide non la prese in pieno viso, ma in compenso le arrivò dritto nello stomaco, facendola restare per un paio di secondi senza fiato. Mentre boccheggiava per un po’ d’aria, la ragazza sentì distintamente il suo amico urlare oscenità al battitore di Corvonero che aveva scagliato il colpo. Un fischio interruppe la partita, e Madama Bloomby planò fino a raggiungere i due Grifondoro.

 

“Signorina Sheffield, ha bisogno di andare in infermeria?”

 

“Niente di rotto, Amy?” le chiese Jack, scansandole i capelli dal viso per controllare la sua espressione.

 

“Stai bene, Amelia?” le chiese Marsh, guardando male i Corvonero. Anche l’altro cacciatore le si affiancò.

 

Amelia fece un piccolo sorriso e agitò la mano. “E’ tutto a posto, è solo una bella botta… continuiamo questa partita, dai!”

 

Jack fece un sorrisetto fiero. “Così parla la super cacciatrice della squadra campione dell’anno. Ehi, Marsh! Phil! Restituite il favore a quelle mammolette, ok?” urlò ai due battitori non appena la professoressa di volo si fu allontanata.

 

Amelia buttò fuori un po’ d’aria e lasciò che gli altri continuassero a parlare di schemi da utilizzare per massacrare gli avversari, e quasi sussultò quando sentì una mano grande appoggiarsi sulla sua. “Ti sei fatta male?” le chiese piano Dan.

 

Lei scosse la testa e gli offrì un sorriso molto piccolo e sfuggevole, ma si morse le labbra quando lo guardò negli occhi…nei suoi grandi occhi verdi che ora sembravano veramente colmi di preoccupazione per lei. Quasi istintivamente Dan fece un minuscolo spostamento della testa in avanti, e Amelia arretrò al volo, tirando via la mano come se si fosse scottata. Dan si accigliò e lei scosse freneticamente la testa.

 

“Avanti, diamoci una mossa!” Jack volò non molto lontano da loro. “Ehi, Dan, questa partita deve andare avanti ancora per molto? Lo vuoi prendere quell’accidenti di boccino o no?”

 

Dan distolse lo sguardo da Amelia dopo averla ancora guardata a lungo, quindi spronò in avanti la sua scopa. “La finiamo qui, allora.”

 

Jack lo vide schizzare in direzione del boccino, e fece un sorrisetto. “Alla buon’ora…Amy, ti muovi?”

 

Amelia sembrò cadere dalle nuvole, ma si riprese subito e fu rapida ad annuire e a spronare la scopa in avanti.

 

 

***************

 

 

Amelia contò fino a dieci dopo l’uscita di Philip e Marsh, gli ultimi che avevano lasciato lo spogliatoio maschile di Grifondoro già pronti per la festa in onore della vittoria, e si accertò che ormai non fosse rimasto dentro nessuno…o almeno nessuno che lei non volesse trovare. Aprì la porta piano, curiosando prima per assicurarsi di non trovarsi in situazioni…imbarazzanti…quindi entrò, si chiuse la porta alle spalle e inspirò profondamente.

 

“Forse sono io che sono informato male, ma non mi risulta che tu abbia dei cromosomi di segno Y… lo spogliatoio dei maschietti non dovrebbe ammettere femminucce.”

 

Amelia fece un piccolo sorriso. Dan si stava tranquillamente allacciando le scarpe seduto su una delle panche, con la felpa ancora infilata solo per metà e i capelli al solito elettrizzati… non erano capelli docili i suoi, ma dopo una partita di Quidditch diventavano quasi uguali a quelli di suo padre, e lei li trovava divertenti.

 

“Hai l’aria preoccupata.” Le disse piano, cambiando scarpa.

 

Amelia annuì e si ciondolò sui piedi. “Jack è già uscito?”

 

Dan le indicò il bagno. “Sta finendo di fare la doccia.”

 

Amelia esitò, scegliendo con cura le parole giuste. “Senti, io credo…che forse gli dovremmo parlare. Non mi sento serena a fare le cose di nascosto.”

 

“Ok.” Le rispose tranquillamente Dan, infilandosi la felpa.

 

Amelia si sentì infinitamente stupida. Si morse le labbra e guardò a terra, cercando di evitare di sembrare imbarazzata…ecco perché detestava questo genere di situazioni, lei preferiva cose più consone alla sua personalità, non…non esattamente queste. Poi però si sentì prendere la mano da Dan, e lo guardò… lui le sorrise e l’attirò verso di sé, accarezzandole le nocche della mano e fissandola intensamente. Riuscì perfino a strapparle un sorriso, e stavolta quando si alzò e le si avvicinò lei non si fece indietro…

 

“…vorrei capire quando sistemeranno mai questa cacchio di acqua calda…” Jack uscì dal bagno mentre ancora si stava abbottonando la camicia, coi capelli rossi tutti umidi che gli ricadevano sugli occhi e l’aria spavalda e allegra che aveva sempre, soprattutto dopo una vittoria.

 

Amelia – che si era immediatamente allontanata da Dan – gli fece un largo sorriso. “Ti sei fatto di nuovo la doccia gelata?”

 

“Per forza, sono sempre uno degli ultimi!...”

 

“Pensa meno al tuo fan club, e vedi come riesci ad arrivare più in fretta per la tua razione di acqua calda.” Gli disse divertito Dan, infilando le mani nelle tasche dei jeans.

 

“Nah…le due cose sono in sequenza.” Jack gli strizzò un occhiolino e sistemò la sua casacca gialla e rossa nell’armadietto col suo nome. “E’ già iniziata la festa? C’è una persona che vorrei portare…”

 

Amelia fece una smorfia disgustata. “Un buco con due tette, vorrai dire.”

 

A Dan scappò una risatina. “Te la fai con Jenny Green?”

 

Jack spalancò la bocca, indignato. “Non è un buco! E se non ricordo male, non hai mai disprezzato tutto quel ben di Dio…anzi.”

 

Dan lanciò un’occhiatina laterale ad Amelia, e le vide incrociare le braccia in tono poco amichevole. “Non è vero…non mi piacciono solo quelle che ce l’hanno grosse.”

 

Jack fece una rumorosa smorfia scettica e chiuse il suo armadietto. “Andiamo?”

 

“Ehm…” Amelia si grattò la fronte. “No, aspetta un attimo…ecco, io ti dovrei…ti dovrei dire una cosa.”

 

Jack inarcò un sopracciglio. “Adesso? Amy, la festa sta per iniziare…”

 

“Si, Jack, adesso…se non te la dico finisco per esplodere, perciò siediti e ascoltami.”

 

“Va bene, però muoviti.”

 

“E piantala di darmi fretta, è già una cosa imbarazzante!”

 

Jack appoggiò le mani sui fianchi e rise. “Ho smesso di imbarazzarmi con te da quando avevamo dieci anni e ti ho vista in mutande.”

 

Dan contenne a fatica una risata. “Questa mi mancava, l’hai vista in topless?”

 

Jack rise e annuì. “E con le mutande coi panda…”

 

Dan si morse le labbra con decisione per evitare di scoppiare a ridere…Amelia lo stava incenerendo con lo sguardo.

 

Jack si schiarì la gola. “Va bene, che cos’è questo segreto di stato che mi devi dire?”

 

Amelia si attorcigliò le dita. “Ok, senti, non ci giriamo tanto attorno che è anche peggio…ti darebbe fastidio se Dan e io uscissimo insieme?”

 

Jack fece tanto d’occhi, poi fece una specie di risatina e guardò il cugino. “Scherza o fa sul serio?”

 

Dan le prese una mano. “Niente scherzi.”

 

Amelia lo guardò. “Allora, che dici?”

 

“Che dico?” Jack sorrise e scrollò le spalle. “Non lo so, non ho ancora interiorizzato la cosa… wow, la mia migliore amica e mio cugino… ma com’è successo, cioè…da chi è partito…?”

 

Dan notò con gioia che le domande di Jack erano cariche di curiosità, non di risentimento. “Qualche giorno fa ci è capitato così, senza nemmeno che ce ne rendessimo conto…ci siamo baciati, e poi… e poi eccoci qua.”

 

Jack fece un sorriso incredulo. “E’ una notizia sconvolgente… chi l’avrebbe mai detto! E tu, Popò, non mi avevi ancora detto niente?”

 

Amelia si strinse nelle spalle. “Non sapevo come l’avresti presa…”

 

Dan scosse la testa. “Amelia era convinta che tu ti saresti sentito tagliato fuori…mi fai il piacere di rassicurarla, così possiamo fare le cose per bene e non come due ladri?”

 

Jack le strizzò un occhiolino. “Non mi sento escluso, anzi…adesso so che c’è qualcuno che si prende cura del Koala mentre io sono fuori con la mia ragazza.”

 

Amelia fece un sorrisetto. “Col tuo buco.”

 

Jack guardò il cugino. “La tua ragazza è una vipera, lo sai?”

 

Dan rise e passò un braccio attorno alle spalle di Amelia, attirandola a sé e baciandole una guancia. Jack quasi non notò il cambiamento… gli sembrò strano pensare a due fra le persone più importanti per lui coinvolte insieme in quel senso. Sarebbe stato quasi divertente vedere come sarebbero andate le cose fra Dan e Amelia.

 

 

***************

 

 

Ma sono al  90% stupido e al 10% ipocrita, o al 90% ipocrita e al 10% stupido?

 

Jack sbuffò mentre entrava nella biblioteca, con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni e la cravatta gialla e rossa mezza allentata. Questo era approfittarsene! Ok, aveva detto che non aveva nessun problema a sapere Dan e Amelia insieme…ma mai avrebbe immaginato che avrebbe perso in un sol colpo entrambi i suoi migliori amici! Era passata neanche una settimana, e ogni volta che cercava uno dei due lo trovava incollato all’altro a sbaciucchiarsi in un angolo di Hogwarts… impossibile! Come prima, ad esempio… voleva parlare con Amelia di una cosa che gli stava particolarmente a cuore – il regalo per Natale da fare ai suoi genitori – e dove l’aveva trovata? Seduta sulle ginocchia di Dan, a ridere – no, a sbellicarsi dalle risate – con lui e un’amica sua… ma cos’era diventato lui, invisibile?!

 

Imbronciato fino all’inverosimile, Jack si guardò in giro nella biblioteca…proprio quello che cercava. Simon era seduto in un angolo tranquillo in mezzo agli scaffali pieni di libri, con un librone aperto sul suo tavolo e una pergamena su cui stava scrivendo con molta attenzione. Senza dire niente si diresse verso di lui.

 

“Non ti presto neanche un falci, Jack. Mi devi ancora i cinque galeoni del regalo di Julie.” mormorò Simon, senza alzare gli occhi dalla sua pergamena.

 

Jack fece una smorfia e si lasciò cadere sulla stessa panca del fratello. “Quanto sei materiale…chi ti ha detto che vengo a chiederti dei soldi?”

 

Simon fece un sorrisetto e continuò a scrivere. “Perché, in genere cosa fai?”

 

Jack si grattò la nuca. “…ok, ma sono solo cinque galeoni…”

 

“Più i sette del paiolo che mi hai squagliato, del libro che mi hai perso, dell’ampolla che mi hai rotto…”

 

“Va bene, va bene!” sbottò Jack. “Quando torniamo a casa te li rifilo tutti i tuoi dannati soldi!”

 

Simon inarcò un sopracciglio e smise di scrivere, voltandosi a guardarlo. “Brutta giornata?”

 

Jack sbuffò e prese a tormentare fra le dita la copertina del librone del fratello. “…lo sapevi che Dan e Amelia stanno insieme?” gli chiese con aria casuale.

 

Simon annuì e tornò a scrivere. “Lo sa mezza scuola.”

 

Jack notò con un misto fra irritazione e compiacimento che Simon non gli aveva ancora chiesto che problema avesse…si faceva sempre i fatti suoi. Forse non era stato uno sbaglio venire a parlare con lui, anche se era più piccolo… “Che stai facendo?” gli chiese con curiosità.

 

“Una ricerca sul modo barbaro in cui trattano i draghi.” Gli rispose tranquillo Simon, riponendo la penna e indicandogli il librone. “Sono secoli che questa storia va avanti, invece di addestrarli li addomesticano, è disgustoso…questo è un tipico caso di sfruttamento che la legge ha volutamente ignorato, e a me non sta proprio bene…così sto preparando una bella relazione, e chiederò a papà di portarla al Ministero sotto forma di petizione.”

 

Jack si accigliò. “Ma ti ci vogliono delle firme…”

 

“Me ne hanno già promesse un centinaio, e se riesco a finire questa relazione per mercoledì ne parlerò durante la lezione di Cura delle Creature Magiche.”

 

“Wow.” Jack annuì. “Ti sei organizzato alla grande…ma papà che ti ha detto?”

 

Simon fece un sorrisetto e si grattò il naso lentigginoso. “Che ho formato un’associazione a delinquere.”

 

Jack ridacchiò. “Perché?”

 

“Perché ho chiesto a Katie di farsi un giro fra i parenti per raccogliere le firme…lei li incanta con gli occhi da cucciolo e i riccioletti biondi, e hanno già firmato una ventina tra zii e zie… mamma ha detto che trascinerà papà fino al palazzo del Ministero se sarà necessario.”

 

Jack scoppiò a ridere, dimenticandosi un attimo dei suoi problemi. “Sei un grande, piccoletto…” gli disse, schiacciandogli il cinque. “Dove devo firmare?”

 

“La lista non è ancora pronta, passerò da te in questi giorni…sicuramente prima di mercoledì.”

 

“Niente male come programma…” Jack annuì divertito. “Mai pensato di fare il politico da grande?”

 

“Nah…” Simon riprese a scrivere. “E tu come mai hai quella faccia?”

 

Jack tornò a rabbuiarsi. “Niente, che vuoi che sia…ho la faccia della ruota di scorta, che ti devo dire.”

 

Simon si morse le labbra per non lasciarsi sfuggire un sorrisetto. “Sei geloso di Dan e Amely?” mormorò, chiamando la sua amica col nomignolo che solo a lui era permesso usare.

 

“A me non frega niente se quei due si sposano e fanno trecentomila figli, figurati!” ribattè accesamente Jack. “Solo che non capisco… solo perché stanno insieme si sentono autorizzati a dimenticarsi degli altri?”

 

“Non si sono dimenticati degli altri.” Simon scrollò le spalle. “Sei tu che hai questa sensazione.”

 

“Non è una sensazione.” Brontolò Jack, scansandosi i capelli dagli occhi. “Amelia e io passavamo intere serate davanti al camino a raccontarci le cose e a riderci su, e con Dan facevamo di tutto… adesso non ho né l’uno né l’altro.”

 

Simon fece un sorriso perfido. “Ti resta sempre Jenny Green.”

 

Jack gli diede uno spintone. “Idiota.”

 

Simon rise un po’. “Ok, ok… senti, ma perché fai così? Voglio dire… è capitato che Amely ti trascurasse perché stava con un ragazzo, non ti sei mai risentito tanto…non è che ti dà semplicemente fastidio che stavolta sia Dan?”

 

Jack rimase spiazzato e si prese qualche secondo per pensare. “No…no, cioè la cosa che mi dà fastidio è che prima se uno dei due mi trascurava c’era sempre l’altro, tutto qui…”

 

“Ah…quindi lo sguardo di odio dell’altra sera era solo una coincidenza?”

 

Jack spalancò gli occhi. “Ma come diavolo…tu eri lì?!”

 

Simon rise e annuì. “Io sono sempre ovunque.”

 

Jack sbuffò, ricordando perfettamente a cosa si riferiva… qualche sera prima Amelia era rientrata stanca dagli allenamenti di Grifondoro, e lui si era offerto di portarla sulle spalle, come faceva sempre fin da quando erano piccoli…ma era arrivato Dan, e Amelia era saltata sulle sue spalle… Jack aveva visto rosso: Amelia aveva sempre fatto il Koala solo sulle sue spalle, non su quelle degli altri!

 

“Senti, perché non ti semplifichi il problema?” Simon scrollò le spalle. “Parlaci.”

 

“Con Dan?”

 

“Con tutti e due.”

 

“E che gli dico?”

 

“Che ti dà fastidio come si comportano in tua presenza.”

 

Jack fece una smorfia. “Come se fossero affari miei…e poi secondo te cambierà qualcosa?”

 

“Si, se conosco Amely.” Simon gli strizzò un occhiolino. “Non sono affari tuoi, è vero, però se Dan e Amelia sapranno che certi atteggiamenti a te danno fastidio, sicuramente eviteranno di comportarsi in quel modo davanti a te.”

 

Jack scosse la testa. “Non lo so…non mi pare una grande idea…”

 

Simon fece una smorfia ovvia. “E che ti aspettavi da un piccoletto? Dai, levati dalle scatole che ho da fare.”

 

Jack si accigliò. “Ehi…”

 

“Simon, indovina!!!”

 

Melanie Mitchell, la graziosa compagna con gli occhi azzurri di Simon, arrivò di corsa nella biblioteca e saltellò fino al tavolo dei due ragazzi Weasley.

 

“Ciao Mel.” Le disse sorpreso Simon, mettendosi dritto.

 

Mel gli lanciò un sorriso al massimo della felicità. “Ho chiamato papà…non immagini che bella cosa! Mi ha promesso che prima della prossima partita dei Cannoni farà presentare un promo con i punti essenziali della tua petizione per i draghi! Pensa quante firme in più!”

 

Simon s’illuminò. “Dici davvero? Ma come hai fatto?”

 

Mel gli sorrise largamente, e si sedette accanto a lui. “A che serve essere la cocca di papà se non puoi approfittarne?”

 

Simon le restituì il sorrisone. “Sei grande, Mel.”

 

“Dai, voglio vedere a che punto sei…ti posso aiutare?”

 

“Certo, guarda…” Simon le passò il librone. “Vedi, se mi aiuti con queste date…”

 

Jack ridacchiò…Simon non aveva bisogno di nessun aiuto, era un fulmine a copiare e una saetta a scrivere. Con un sorrisetto divertito e orgoglioso, Jack si alzò dalla panca e si allontanò in direzione della porta, arruffando scherzosamente i capelli del fratello lungo la strada.

 

Forse il suo consiglio non era poi da gettare.

 

 

***************

 

 

Jack continuò a fare finta di concentrarsi sul libro che aveva trovato sulla poltrona vicina al camino, tenendo d’occhio la porta della sala comune. Era sera inoltrata, mancava poco all’ora di cena e la sala era piena di ragazzini, molti dei quali se ne stavano andando a mangiare, per la sua gioia… facevano troppo chiasso per i suoi gusti. Il fuoco scoppiettò rumorosamente, attirando la sua attenzione e distraendolo dalla porta…che proprio in quel momento si aprì.

 

“E’ libero quel posto?”

 

Jack guardò Amelia con un’aria indecifrabile. “Ma non mi dire, hai cinque minuti di tempo libero…”

 

“Ah ah.” Fece ironica Amelia, sedendosi sulla poltrona accanto a lui e accoccolandosi con la testa sul suo petto, come faceva sempre. “Perché sei scappato dopo l’allenamento oggi? Volevo parlarti…”

 

Jack inarcò un sopracciglio. “Non volevo distogliere la tua attenzione… Dan avrebbe sentito la tua mancanza.”

 

“Sei polemico stasera, Jack?”

 

“No. Sono onesto.”

 

“Come no, potresti quasi scrivere un articolo di cronaca rosa sul Settimanale delle Streghe con tutta questa onestà.” Amelia scosse la testa. “Dai, non ho voglia di litigare.”

 

“E di che hai voglia?” le chiese collericamente il ragazzo.

 

Amelia prese un braccio di Jack e se lo passò attorno alle spalle, così da sentirsi raccolta nel suo abbraccio. “Di questo…di noi due.”

 

Jack sospirò, sentendosi disarmato. Aveva una gran voglia di dirle tutto quello che pensava, invece decise di lasciar perdere e le accarezzò i capelli morbidamente. “Da quando stai con Dan ci vediamo solo di sfuggita.”

 

Amelia si accoccolò su di lui. “Scusami, non voglio che tu ti senta escluso… è che siamo all’inizio, sai, quando è tutto nuovo e coinvolgente…”

 

Jack annuì piano. “Ti trovi bene con Dan?”

 

“Si…è diverso dagli altri.” Amelia fece un piccolo sorriso. “A volte sembra così strano…”

 

Stranissimo, credi a me. “Comunque ti piace parecchio…state sempre incollati l’uno all’altra.”

 

Amelia scrollò le spalle. “E a te come va con Jenny Green?”

 

“Si, bene…niente di che, ma bene.”

 

“Che ti vuoi aspettare da quel buco.” Mormorò piano Amelia, sbadigliando. “Prima stavo pensando a cosa potremmo regalare ai tuoi genitori per Natale…”

 

Jack si rilassò… sembrava quasi come se tutto fosse tornato normale. Forse Simon aveva ragione… “Non lo so…qualcosa di utile per la casa?”

 

“Mmh…senti, io un’idea ce l’ho…è una cosa babbana, si chiama telecamera…”

 

Jack annuì. “So cos’è. Mio nonno fa la collezione di queste cose...sa anche sistemarle in modo che funzionino con la magia.”

 

Amelia si mise su dritta per guardarlo in faccia, coi suoi grandi occhi nocciola vispi più che mai. “Che ne pensi, è un’idea carina?”

 

Jack annuì. “Non è male. Però dove la compriamo?”

 

“Questo non è un problema.” Amelia arricciò il naso. “Manderò un gufo a papà e me ne farò comprare una, così poi la facciamo modificare da tuo nonno.”

 

Jack inarcò le sopracciglia. “Tuo padre non ama molto ricevere gufi…”

 

Amelia scrollò le spalle. “Impazzirà dalla gioia se gli dico che per Natale non sarò a casa…lui è sempre contento se non gli sto fra i piedi, così non gli infastidisco la sua deliziosa terza moglie.”

 

Jack sospirò e le accarezzò amorevolmente la testa. Lei era sempre così forte e ribelle, ma quando si trattava della sua famiglia diventava vulnerabile, anche se non lo dava a vedere… erano secoli che non passava un Natale a casa sua con suo padre, e non ne aveva mai voluto parlare con nessuno… ma avevano passato ore intere seduti davanti a un caminetto e abbracciati l’uno all’altra, in un silenzio molto più eloquente di mille parole.

 

Amelia gli pizzicò il naso fra le dita. “Ehi, non fare quella faccia…lo sai che non me ne può fregare un bel niente di quell’idiota di mio padre, figurati un po’ della sua sciacquetta… vogliamo pensare al regalo per i tuoi genitori, che è mille volte più importante?”

 

Jack annuì e le accarezzò un braccio. “Come vuoi tu…allora, come vuoi fare per questa telecamera?”

 

“Sarebbe carino se cominciassimo a fare già un filmato noi.” Gli disse emozionata lei. “Sai, una di quelle cose in stile ‘Vita ad Hogwarts’… riprendiamo gli allenamenti di Grifondoro, Simon mentre fa le sue ricerche sui draghi, Dan e Julie… pensa quanto sarà contenta Katie di vedere com’è la sua futura scuola!”

 

L’entusiasmo di Amelia si rivelò trascinante, perché riuscì a strappare a Jack un sorriso. “Forte, mi piace.”

 

“Allora scrivo a papà immediatamente…così già domani ci arriva la telecamera, che dici?”

 

“Ok, e io scrivo a nonno.”

 

Amelia annuì e aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma fu distratta dall’ingresso di Dan nella stanza; aveva un’aria molto stanca e lei subito si alzò per raggiungerlo, suscitando in Jack una sensazione di vuoto e di irritazione.

 

Dan fu ben contento di passarle un braccio attorno ai fianchi e darle un bacio a fior di labbra. “Ti invidio, hai l’aria molto felice…”

 

Amelia annuì, quasi saltellando per l’emozione. “Jack e io abbiamo trovato un magnifico regalo di Natale per i tuoi zii… e a te com’è andata la punizione?”

 

Dan fece una smorfia. “No comment.”

 

Amelia per consolarlo gli restituì il bacio. “Pensa che è finita.”

 

Dan la trattenne per un braccio quando se la vide schizzare via verso il dormitorio femminile. “Ehi, dove vai? Credevo che mi avresti fatto un po’ di compagnia…”

 

“Tra cinque minuti, prometto!” Amelia saltellava dalla gioia incontenibile. “Dai, devo proprio andare, ti prego!”

 

Dan rise e la lasciò scappare via, andando a sedersi davanti al fuoco sulla poltrona di fronte a quella di Jack. “Che tipo…” mormorò, scuotendo la testa con un sorriso. “E’ proprio carina quando fa così, eh?”

 

Jack fece una specie di smorfia e annuì una volta sola, rigirandosi fra le mani il libro che stava fingendo di leggere prima.

 

Dan appoggiò i piedi su uno dei braccioli della poltrona, mettendosi comodo. “Che regalo fate ai tuoi? Deve essere sensazionale, perché Amy non riusciva a contenere la gioia.”

 

“Una telecamera babbana. Popò la vuole inaugurare con un filmino su di noi.” Jack continuò a fissare il fuoco, sentendo uno strano bisogno di…marcare il territorio. Quella era sempre la sua migliore amica, dopo tutto!

 

“E’ un’idea carina.” Dan sbadigliò. “Sono distrutto…quello stronzo del professor Elphius mi ha fatto lucidare tutto il suo maledettissimo studio per una bravata! E’ un coglione, dovrebbero toglierlo dal suo posto e metterci qualcun altro più capace…”

 

“E così con Amelia fai sul serio, eh?”

 

La domanda a bruciapelo colse Dan di sorpresa. “Come?”

 

“Ti ho chiesto se fai sul serio con Amelia.” Gli occhi blu di Jack ora più che mai ricordavano quelli di suo padre.

 

Dan si accigliò. “Mi piace molto…è una ragazza in gamba.”

 

“Questo lo diresti anche se fosse solo tua amica.” Jack incrociò le braccia sul petto. “Dì un po’, ti sei spinto oltre un semplice bacio?”

 

Dan fece una smorfia. “Con Amelia? Stiamo parlando della stessa persona?”

 

“E con questo che vorresti dire?”

 

Dan lo guardò accigliato. “Semplicemente che Amy non è il tipo che si spinge oltre… lei prende le cose un passo alla volta, e poi siamo ancora all’inizio. Ma perché questa faccia? Che c’hai?”

 

Jack scosse la testa. “Perfettamente niente.”

 

“Mh.” Dan annuì poco convinto. “Comunque ero venuto a chiederti un consiglio, ma visto che sei così allegro credo che rimanderemo.”

 

“Non ce n’è motivo. Dimmi.” Jack inconsapevolmente provò una strana sensazione di ostilità.

 

Dan esitò, poi alla fine parlò. “Niente, è che…pensavo di invitare Amelia per Natale. Si, insomma, a passarlo a casa mia. Che ne dici?”

 

Eh no, questo è davvero troppo!  “Oh, è una splendida idea…e l’anello di fidanzamento glielo dai prima o dopo la mezzanotte?”

 

Dan lo guardò incredulo. “Ma che diavolo blateri…?”

 

Jack si sporse in avanti, con le orecchie improvvisamente più rosse. “Perché vuoi fingere che con Amelia sia importante?! Ti conosco, lo so quando fai sul serio…lei è uno sfizio, tutto qui, e lo posso anche capire…ma perché continuare?!”

 

“Senti un po’, tu.” Dan si mise dritto sulla poltrona. “Hai qualche problema che non so? Perché l’ultima volta che ne abbiamo parlato, tu non avevi proprio niente contro noi due insieme!”

 

“No, infatti, perché ancora non sapevo come sarebbero andate le cose!” Jack non riuscì a restare seduto, e schizzò in piedi. “Adesso ho visto com’è…non è una cosa seria, perché vuoi che lo diventi?!”

 

Dan si alzò lentamente in piedi, socchiudendo gli occhi verdi in un’espressione furibonda. “Chi cazzo credi di essere tu per decidere cosa c’è o non c’è fra me e la mia ragazza… se hai qualche problema o qualche attacco di gelosia, Jack, farai meglio a fartelo uscire adesso, perché questa non te la faccio passare!”

 

Jack fece un passo avanti. “Io non te la faccio passare… stai mettendo a repentaglio la nostra amicizia per un capriccio, e lo stai facendo con la persona sbagliata. Lei non è il tuo tipo, e maledizione se non so come sei fatto, Dan Potter… lei non è la ragazza che vuoi che sia, hai preso un abbaglio che è durato fin troppo!”

 

Dan lo spinse indietro senza grazia. “Non sei nessuno per dire una cosa del genere, chiudi quella boccaccia e pensa alla tua di ragazza ideale, se mai riuscirai a fartene una sola!”

 

Jack avanzò bruscamente e col fuoco negli occhi, ma si fermò quando vide entrare Amelia, ancora tutta felice. Anche Dan la notò, e si limitò a stringere i pugni lungo i fianchi.

 

Amelia sbattè gli occhi, e il sorriso svanì dalla sua faccia. “Ehi…che avete tutti e due?”

 

Jack guardò suo cugino con uno sguardo di fuoco. “Tu non hai nessun diritto su di lei…” gli sussurrò a bassa voce. “Ricordati che è la mia migliore amica da più di otto anni, mentre è la tua ragazza da neanche otto giorni.”

 

Amelia guardò stupita Jack allontanarsi verso l’uscita…era furioso. E a giudicare dalla sua faccia, lo era anche Dan. Con estrema cautela si avvicinò al ragazzo moro e gli sfiorò un braccio. “Ma che è successo?”

 

Dan fece una smorfia di rabbia. “E’ successo che il tuo amico è uno stronzo. E che farà meglio a farsi gli affari suoi, o giuro che glieli faccio pesare davvero i nove mesi di differenza che abbiamo.”

 

Amelia rimase ancora più confusa nel vedere anche Dan andarsene nel dormitorio, con l’aria di chi voleva lanciare fulmini e saette da tutte le parti. Ma che cosa era successo in cinque benedetti minuti che li aveva lasciati soli?

 

 

***************

 

 

“Jack? Jack? Insomma, ti vuoi fermare?!”

 

Malvolentieri Jack decise di ascoltare la voce petulante di Amelia, se non altro per evitare di fare scenate durante gli allenamenti di quidditch. Già erano in ritardo, lui era appena uscito dagli spogliatoi mentre gli altri erano già in volo…ora ci voleva anche lei.

 

“Grazie infinite per l’onore!” esclamò irritata Amelia, anche lei con la casacca gialla e rossa addosso e la scopa in mano. La scopa che le avevano regalato Ron e Hermione per il suo sedicesimo compleanno, un modello da vera campionessa che lei custodiva con incredibile affetto.

 

“Che vuoi?” brontolò Jack, scansandosi i capelli dagli occhi.

 

“No, che vuoi tu!” Amelia mise le mani sui fianchi. “Litighi con tuo cugino e poi eviti me…dov’è il nesso? Che ti ho fatto io?”

 

Jack sospirò e si decise a guardarla. Aveva l’aria molto decisa e battagliera. “Perché stai con Dan?”

 

Amelia sbattè gli occhi. “Ma che domanda è?”

 

“E’ una domanda che esige una risposta.”

 

“Beh, stiamo insieme perché stiamo bene…”

 

Jack scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. “Che risposta di cazzo…”

 

Amelia si accigliò. “Detto da te, che cambi una ragazza ogni dodici ore…”

 

“Ma io lo ammetto che non faccio sul serio con loro.” Jack avanzò fino a piazzarsi proprio davanti a lei, troneggiando nella sua statura rispetto alla figura esile della sua amica. “Sarò anche stronzo, ma almeno sono onesto.”

 

“Sicuro, che bella accoppiata.” Fece ironica Amelia. “Che hai contro me e Dan?”

 

“Adesso te lo dico che ho.” Jack tirò su col naso, mentre un tuono in lontananza rendeva l’atmosfera ancora più cupa e greve. “Io sono convinto che sia tu che lui vi siate voluti togliere uno sfizio… non c’è niente di male, non è condannabile…succede agli amici di lunga data. Diamine, è successo perfino a noi…”

 

“Avevamo tredici anni, Jack.” Fece gelida Amelia, incrociando le braccia sul petto. “E tu mi hai messo un paio di corna che ci potevo fare gol dal centro dello stadio.”

 

“E ti ho chiesto scusa un milione di volte da quella maledetta volta!” fece accesamente Jack, le cui orecchie erano ormai rossissime. “Ma non è questo il punto…il punto è che io conosco te e conosco quell’idiota di mio cugino, e ti posso giurare in tutta onestà che nessuno dei due è preso dall’altra tanto quanto volete far credere…ok, vi siete baciati e sbaciucchiati quanto vi pare, ma perché andare oltre adesso? Non ce n’è bisogno!”

 

“Questa è una scelta che spetta a me e Dan!” replicò animosamente Amelia. “Non ti devi impicciare!”

 

“Non se questo scherzetto idiota mi porta via una delle cose più importanti della mia vita!!”

 

Amelia rimase a bocca aperta. “Tu sei pazzo…”

 

“Perché non lo vuoi capire?!” Jack la scosse per le spalle. “Cazzo, Amelia, la nostra amicizia dovrebbe essere sacra…”

 

“E’ sacra!” Amelia lo respinse bruscamente indietro. “Come ti permetti di metterlo in dubbio?!”

 

“E allora perché l’altra sera sei andata a dormire sulle sue spalle, eh?” le urlò lui. “Credevo che ti piacesse farle solo con me certe cose!”

 

“Anche Dan è mio amico!”

 

“E proprio qui che ti voglio portare!!” Jack la costrinse di spalle contro un albero. “Lui non è come i tuoi ragazzi di sempre, quelli avevano uno spazio da far pena nella tua vita…invece con Dan è diverso perché ha più spazi e più libertà, se devi piangere sulla spalla di qualcuno non hai bisogno di venire a cercare me, lui va benissimo comunque!”

 

“Non è assolutamente vero!!” urlò di rimando lei.

 

“Ok, mettiamola in un altro modo.” Jack la guardò con rabbia. “Hai detto che vuoi entrare anche tu nei War Mage l’anno prossimo, giusto?”

 

“Non ti va bene neanche più questo?!” sibilò furibonda Amelia.

 

“Anche Dan e io faremo lo stesso.” Jack la ignorò. “Se mai ci chiedessero di dividerci in squadre composte da due elementi, con chi dei due andresti? Sceglieresti lui o me, Amelia?!”

 

Amelia rimase a bocca aperta. “Questo è ingiusto!” ringhiò. “Non puoi chiedermi di fare una scelta simile!”

 

“No, questo è semplicemente quello che succederà se vai avanti come stai andando, amica mia… dovrai fare una scelta tra me e Dan, e non ti piacerà!”

 

“Tu sei pazzo e paranoico, e la tua gelosia è immotivata!” Amelia lo spinse con forza indietro, finchè non si fu ripresa il suo spazio. “Dan non è una minaccia per la nostra amicizia…”

 

“Certo, sicuro!” Jack fece una smorfia e appoggiò le mani sui fianchi. “Allora che gli risponderai quando ti chiederà di passare il Natale da lui? Gli dirai che non puoi perché devi stare con me?”

 

Amelia esitò. “Natale è lungo, posso anche fare un giorno da te e uno da lui…”

 

L’espressione sul viso di Jack la disse tutta. Amelia aveva commesso un gravissimo errore di valutazione: lui era un Weasley, non era abituato alle mezze misure. “Ho capito tutto quello che c’è da capire.” Sibilò gelido.

 

“Con quel tono ho motivo di crederti!” gli urlò Amelia.

 

“Non ti disturbare oltre, Amelia, vai a cercare il tuo ragazzo… adesso ti tocca ricominciare tutto fin dall’inizio e con un nuovo migliore amico.” Jack le diede le spalle e alzò il mento con decisione. “Scordati di me, perché io una che sceglie una cottarella squallida a otto anni di amicizia non la voglio nemmeno vedere.”

 

“Chi ti ha detto che ho deciso??” gli strillò dietro lei, livida.

 

Jack rimase tremendamente e incredibilmente immobile e gelido. “E ti è andata anche bene, zio Harry e zia Ginny ti accetteranno volentieri in famiglia… o in alternativa puoi sempre tornare dalla tua, tanto non hai più bisogno né di me né dei miei.”

 

Amelia rimase in silenzio per un lungo momento, troppo presa a mordersi le labbra per evitare di piangere…tentativo vano, quelle parole l’avevano ferita troppo. Due lacrime le scivolarono sulle guance arrossate, e un singhiozzo le morì in gola. “Tu sei l’unica famiglia che abbia mai avuto.” Sussurrò, con la voce che le tremava. “Ho sempre sentito casa tua come mia… evidentemente ho sbagliato di nuovo.”

 

Jack si voltò a guardarla, tenendo testa a un brutto nodo alla gola che gli faceva sentire tante spine nel cuore. “Sei tu che hai fatto la tua scelta.”

 

Amelia ingoiò le lacrime, e trovò la forza di guardarlo in faccia. “Ho sbagliato a illudermi, Jack… io sono sempre stata sola. Mia madre, mio padre…credevo che tu fossi diverso, ma ho sbagliato di nuovo. Io sono maledettamente sola, punto e basta.”

 

Jack la guardò correre via mentre un altro tuono squarciava forte l’aria. Dentro di sé era convinto di aver ragione, di aver detto solo cose giuste e innegabili… quello che però gli faceva sentire il cuore pesante era averla fatta piangere, averla presa sul suo punto debole… forse aveva tirato troppo la corda. Ma lei aveva scelto Dan, era stata solo colpa sua!

 

Accidenti a te, Amelia!!

 

 

***************

 

 

“Sono proprio contenta che finalmente possiamo uscire un po’ insieme in santa pace, Jack!”

 

Jack alzò gli occhi al cielo, ma continuò a camminare e a lasciare che Jenny Green si strusciasse contro il suo braccio mentre lo portava in giro per Hogsmeade. Poveraccia, non era una cattiva ragazza… era anche carina, ma era troppo petulante…e lui non desiderava altro che stare un po’ in pace a pensare. Non aveva più visto Amelia dalla mattina, non si era presentata alle lezioni del pomeriggio e non aveva seguito il gruppetto dei settimo anno che erano sgattaiolati fuori da Hogwarts per un venerdì sera a suon di burrobirre a Hogsmeade.

 

“Jaaack…ho sete!” Jenny lo scosse per il braccio a cui stava attaccata. “Mi offri qualcosa da bere?”

 

“S-si.” Jack sospirò e la prese per mano, mentre lei continuava a parlare e lui era perso nei suoi pensieri. Dov’era Amelia? Stava bene? Ma soprattutto…Dan sapeva veramente come prendersi cura di lei? No, non lo sapeva… non era stato Dan ad abbracciarla forte mentre lei piangeva a dirotto perché suo padre si era dimenticato di farle gli auguri del compleanno, non l’aveva coccolata lui quando il Natale precedente suo nonno era morto, non le aveva tenuto la mano durante tutto il funerale di sua nonna qualche anno prima, non aveva mai costruito una tana col piumone sul letto per nascondersi con lei dal mondo quando diventava insopportabile… Diamine, cosa non avevano diviso lui e Amelia? Jack ricordava ancora perfettamente il giorno in cui Amelia aveva avuto il suo primo ciclo e si era messa a piangere perché non aveva una madre a cui raccontarlo… non era stato Dan a riempirla di coccole e carezze, a farla ridere con battute idiote e a rubare per lei una tazza di tè caldo dalle cucine…

 

“Jack?”

 

“…cosa?”

 

Jenny Green fece una faccia seccata. “Mi sembri leggermente distratto…c’è qualcosa che non va?”

 

Jack sospirò e scosse la testa. “No…no, va tutto bene. Che mi stavi dicendo?”

 

“Pensavo…vogliamo fare una cosa romantica? Io adoro il chiaro di luna… abbiamo infranto le regole scappando stasera, finiamo di infrangerle… conosco un posto dove vorrei andare con te.”

 

Jack scoprì che sotto sotto non gliene importava un granchè. “Ok, andiamo dove vuoi tu.”

 

 

***************

 

 

Dan accarezzò la guancia fredda della sua ragazza, ma ancora non ottenne risposta. Erano lì sdraiati davanti al fuoco della sala comune da ore, ma lei non aveva detto una parola. Non era un atteggiamento nuovo, Amelia amava il silenzio…ma c’era sempre stato Jack a sbloccarla quando faceva così. E per quanto gli desse fastidio ammetterlo, sembrava che lui non fosse capace di fare altrettanto.

 

“Amy…” Dan sospirò ancora. “Per favore, parlami… è stato lui, vero? E’ stato quell’imbecille idiota di mio cugino… che ti ha detto?” ancora niente. “Amelia? Quanto deve andare avanti questo silenzio? Dimmi quello che vuoi, però parlami!”

 

Amelia si voltò lentamente a guardarlo e lo osservò per un lungo momento, passandogli dolcemente una mano lungo il viso e fissandolo con quei suoi grandi occhi da cerbiatta che riuscirono a mettere in soggezione Dan. Sempre con la stessa dolcezza, lei gli baciò dolcemente le labbra e si tirò indietro, riprendendo a guardarlo. “Mi ami?” sussurrò.

 

Dan fece tanto d’occhi. Bel modo di rompere un silenzio! “C-che?”

 

Amelia non si mosse di un muscolo. “Mi ami?” ripetè con la stessa tranquillità di prima.

 

Dan esitò e si grattò una tempia, facendo una piccola smorfia e cercando di guadagnare tempo. “Ahem… amare? Beh…”

 

“Non mi ami.”

 

Dan la guardò preoccupatissimo. “No, aspetta…mica ora torni a stare muta come prima? Non è che non ti amo…”

 

Amelia fece un sorriso largo e appagato. “Non ti amo nemmeno io.”

 

“…perché in fondo…che?”

 

Amelia sorrise e gli accarezzò ancora il viso. “A te non sembra una specie di gioco? Noi due, intendo.”

 

Dan si accigliò. “Stai dicendo questo perché te l’ha detto Jack?”

 

Amelia fece una smorfia. “Ho mai fatto qualcosa perché me l’ha detto qualcuno?”

 

Dan sorrise. “In effetti, per questo ti credo sulla parola.”

 

“Abbiamo dato addosso a Jack perché si era permesso di prendere una decisione al nostro posto, e se l’è meritato…però non ha così tanto torto.” Amelia fece una piccola smorfia imbarazzata. “Tanto per capirci, Dan, lo sai che io non ci giro tanto attorno… non è che mi suiciderei se le cose non andassero bene fra noi… cioè, tu mi piaci davvero tanto, e oltretutto baci come un demonio, ma in certi momenti mi sembra addirittura strano…tu sei il migliore amico di Jack, quello che mi sfotte perché sono più esile di fisico, ti vedo molto più in questa luce che non come…come ragazzo. Lo capisci cosa voglio dire?”

 

Dan annuì e si lasciò andare a un sorriso. “In realtà non mi dici niente di nuovo… voglio dire, tu sei Amelia… sei una delle mie amiche più care, che succederebbe se finissimo a schifo?”

 

“Butteremmo via la nostra amicizia.”

 

“Sarebbe troppo un peccato…” Dan inarcò un sopracciglio. “Beh, oddio…neanche troncare adesso è proprio il massimo, cioè…chi lo sa, magari va bene col tempo…”

 

Amelia lo guardò. “Ma tu credi davvero che fra noi alla lunga potrebbe scoppiare la scintilla?”

 

Dan assunse un’aria pensierosa, poi arricciò il naso. “Non lo so…”

 

“Dan.” Amelia si mise seduta meglio, e gli prese il viso fra le mani. “Tu, Jack e io siamo amici… molto amici. Se fra te e me fosse scoppiata una roba grossa, di quelle che ti stravolgono cielo e terra, tu mi conosci…sai bene che non mi avrebbe fermato nessuno. Tutto quello che so è che tu mi piaci molto, che con te sono stata meglio che con chiunque altro, ma che mi sento anche troppo strana… e non posso rischiare la mia amicizia con Jack per qualcosa di cui non sono nemmeno sicura. Lui non c’entra, perciò non odiarlo… è una decisione mia. Lo capisci?”

 

Dan sospirò e la osservò a lungo, facendole scivolare un dito lungo la mascella. “Tu… lo abbracceresti in quel modo così intenso come fai di solito comunque, anche se noi stessimo insieme?”

 

Amelia annuì, anche se ebbe il tatto di sembrare rammaricata. “Jack è tutta la mia famiglia, Dan… non potrò mai rinunciare a lui. Ed è proprio per questo che tra noi non può andare… se fosse un altro a dover fare i conti con la gelosia non m’importerebbe nulla, ma se sei tu… e poi Jack ha bisogno anche di te, non potete non parlarvi a vita per colpa mia, non lo sopporterei.”

 

Dan inarcò un sopracciglio. “Ti ha detto tutte quelle cose orribili…e tu lo perdoni?”

 

Amelia sorrise in quel modo adorabile tutto suo. “E’ uno scemo, ma ha il cuore al posto giusto. Perde sempre il controllo, e per difendersi aggredisce per primo. Lo conosco bene questo modo di fare…e adesso sarà da qualche parte a farsi l’esame di coscienza tutto rammaricato. Non le voglio le sue scuse, non me ne faccio niente… voglio tornare ad essere sua amica, tutto qui.”

 

Dan le passò un braccio attorno alle spalle e le baciò la tempia. “Quel grandissimo stronzetto rosso non lo sa nemmeno che fortuna che ha ad avere un’amica come te.”

 

“Tipico di Jack.” Lei gli strizzò un occhiolino.

 

Lui sospirò e la lasciò andare. “Accidenti, un po’ mi dispiace… sarà stata anche una fiammata prevedibile e tutto il resto, però è stato bello.”

 

“E’ stato bellissimo, e per questo siamo fortunati… perché ci porteremo dietro un bel ricordo invece di uno cattivo.” Amelia gli tese la mano. “Amici?”

 

Dan fece un sorrisetto e gliela strinse. “Amici.”

 

“Bene.” Amelia sorrise largamente, e con una capriola all’indietro si sdraiò pancia a terra sul tappeto davanti al camino. “E adesso aspettiamo quello scemo di tuo cugino.”

 

Dan fece una smorfia. “Ah, non me lo nominare…abbi un po’ di rispetto, io sto ancora cercando di disintossicarmi da te!”

 

Amelia rise. “Non ti sarà così difficile.”

 

“No, eh? E a te chi te lo dice?”

 

“Pensa al fatto che ho le tette piccole.”

 

“E vabbè, non sono male…non fare quella faccia, mi fai passare per un malato perverso!”

 

“Silenzio, ti sto aiutando a disintossicarti. Ripeti con me: Amelia ha le tette troppo piccole per i miei gusti e non mi piace.”

 

Dan scoppiò a ridere di gusto, e lo fece anche lei.

 

 

***************

 

 

Jack non potè evitare una smorfia di disgusto…di tutti i posti romantici per osservare la luna piena, quella pazza di Jenny Green lo aveva trascinato all’ingresso della Foresta Proibita, dove oltretutto la neve era caduta da poco e rendeva il terreno più scivoloso. Il vento freddo fece agitare gli alberi sonoramente, e Jenny rischiò di prendere uno scivolone non avendo visto un tronco a terra.

 

“Si può sapere in che razza di posto mi hai portato?” le disse senza troppi complimenti.

 

“Non lo so…l’ultima volta era bello!” replicò lei.

 

“E quand’è stata l’ultima volta?”

 

“Con Micheal Miller, a ottobre…sai, era pure comodo…”

 

“Con Micheal Miller non c’erano due centimetri di neve a terra.” Ribattè cupo Jack. “Non c’erano nemmeno i lupi in sottofondo, come puoi notare…e oltretutto non si vede un accidente! La prossima volta che hai intenzione di sedurmi, ti dispiace portarmi almeno dove posso scappare?”

 

Jenny spalancò occhi e bocca. “Se tu fossi stato un po’ meno distratto e un po’ più interessato, forse non avrei dovuto far ricorso a un metodo così…così estremo!”

 

“Stronzate.” Borbottò fra i denti Jack. “Muoviamoci, torniamo a Hogwarts.”

 

“Come ti permetti di parlarmi così…”

 

Jenny gli venne incontro minacciosamente, ma proprio mentre attraversava una specie di collinetta di neve non si accorse di essere finita su una zona senza piede… si afferrò disperatamente al braccio di Jack e urlò mentre la terra le franava sotto i piedi, e tutti e due sprofondarono e ruzzolarono per qualche lunghissimo istante…finchè non finirono sul fondo del piccolo strapiombo che dava sulla Foresta Proibita in tutta la sua tetra e macabra oscurità.

 

“Oh mio Dio!!!” Jenny si guardò le maniche della giacca, tutte a brandelli. “Guarda qui! Questa giacca l’ho pagata 50 galeoni!”

 

Jack si rimise in piedi e cercò di constatare i danni subiti, per fortuna limitabili a qualche graffio e un paio di lividi. “Ma porca putt…”

 

“Ehi!”

 

“Ehi un cazzo!” le sbraitò contro Jack. “Ci hai fatto fare questo bel volo con le tue stronzate!”

 

“Non incolpare me, sei tu quello che mi stava aggredendo!” replicò arrabbiata lei.

 

Jack si passò le mani in faccia. “D’accordo, d’accordo, basta che stai zitta… almeno ce l’hai la bacchetta con te?”

 

Jenny incrociò le braccia sul petto. “Certo che no…è proibito fare magie fuori da Hogwarts.”

 

“Già.” Brontolò Jack, costretto a non dire niente in proposito…dopotutto, anche lui non aveva la sua bacchetta per lo stesso motivo.

 

Jenny si guardò in giro spaventata quando sentì l’ululato di un lupo. “E adesso che facciamo?”

 

“Aspettiamo che qualcuno si accorga della nostra assenza.” Jack incrociò le braccia e si appoggiò di spalle alla parete rocciosa dello strapiombo, mantenendo un’espressione infuriata. “Il che non avverrà prima di domani mattina.”

 

“Che???” Jenny inorridì. “Tu sei pazzo, con tutti i pericoli in questa foresta tu vorresti rimanere qui???”

 

“Ti ricordo che non è stata una mia idea.” Sibilò glaciale lui. “E poi se hai un’idea migliore, accomodati pure.”

 

Jenny si schiarì la gola, si avvicinò le mani alla bocca… “AIUTOOOOOOOO!!!!!!!! QUALCUNO CI AIUTIIIIII!!!! AIUTOOOOOOO!!!!!!”

 

Jack si coprì le orecchie. “Dio, perché mi punisci così…”

 

 

***************

 

 

Dan si scosse dal suo torpore sentendo il rumore di un tessuto trascinato per terra, e quando aprì gli occhi vide Amelia che s’infilava il mantello. “Ma che stai facendo?” le mormorò con la voce assonnata.

 

“Sono quasi le tre.” Gli rispose decisa lei, mentre si abbottonava il mantello. “Tutti quelli che sono andati a Hogsmeade sono già tornati, mentre Jack e Jenny mancano…deve essere successo qualcosa, io vado a cercarli.”

 

Dan si mise su dritto nella poltrona. “Da sola? A quest’ora di notte?”

 

Amelia si tirò su il cappuccio e si coprì la testa. “Non ho paura.”

 

Dan fece un sorrisetto. “Non pensavo che ce l’avessi.”

 

Amelia lo vide alzarsi, e fece un piccolo sorriso. “Vieni con me?”

 

“E che faccio, ti lascio andare da sola?” Dan si infilò anche il suo mantello, che stava tutto appallottolato sulla poltrona accanto alla sua. “Hai un’idea di dove cercarli?”

 

Amelia annuì. “Lungo la strada per Hogsmeade non li ha visti nessuno, e mentre dormivi sono andata a controllare il passaggio segreto. Perciò ci restano il parco e la Foresta Proibita.”

 

Dan si accigliò. “Credi davvero che Jack porterebbe una ragazza a fare le porcate nella Foresta Proibita?”

 

Amelia fece un sorrisetto. “Stiamo cercando Jack Weasley, non una persona normale.”

 

 

***************

 

 

“AIUTOOOOOOOOO!!!!!!!!! VENITECI A SALVAREEEEEEEEEEE!!!!!!!”

 

Jack rasentava un esaurimento nervoso. “Jenny, o la pianti o ti tiro il collo!”

 

“Sta’ zitto, cretino, io almeno cerco di fare qualcosa!”

 

“Nel caso tu non l’avessi notato, io sto cercando di accendere un fuoco!” e in effetti Jack si stava dando parecchio da fare con dei piccoli tronchi e delle pietre, che strofinava con forza.

 

Jenny sbuffò. “Non ci serve un fuoco.” Disse altezzosa.

 

Jack fece una smorfia, e poi un sorrisetto quando sentì ancora l’ululato. “No, infatti…appena si fa vivo il primo lupo, ti lascio come cena e me ne scappo.”

 

“Che pessimo senso dell’umorismo.” Jenny riprese a urlare aiuto.

 

Jack si trattenne…le avrebbe ben volentieri tirato una pietra in faccia…

 

“JACK!! JENNY!!”

 

“EHI, SIETE VOI???”

 

Jenny saltellò freneticamente. “Qui, siamo qui!!!!!”

 

Jack rimase a bocca aperta quando vide comparire Amelia e Dan sul ciglio del baratro. “Dan…Amelia!!”

 

Amelia si scoprì la testa dal cappuccio. “Jack! Stai bene?”

 

Jack non potè evitare un sorriso… la sua migliore amica si era accorta della sua assenza, quindi l’aveva perdonato se era venuta fin lì a cercarlo!

 

“Ma con tutti i posti della terra, proprio qui dovevi venire a fare il porco?” Dan fece un sorrisetto furbastro. “Qualcosa di più civile no?”

 

Jack si sentì sollevato nel vedere che anche suo cugino sembrava aver deposto l’ascia di guerra, e ridacchiò serenamente. “Per una volta io non ho colpa, è lei che mi voleva violentare.”

 

Jenny Green arrossì spaventosamente. “Ma chi te la dà tanta confidenza, maleducato che non sei altro?!”

 

Amelia fece una smorfia. “Dacci un taglio, bionda, hai già fatto anche troppo per stanotte.”

 

Jenny incrociò minacciosamente le braccia sul petto, e a Jack fece quasi pena…non sapeva contro chi se la stava giocando. “Posso chiederti che sei venuta a fare, oltre che a prenderti il tuo momento di gloria in cima a quella roccia?”

 

“Sono venuta a tirarvi fuori dai guai, sorella.” Replicò Amelia, inarcando pericolosamente un sopracciglio. “E adesso vedi di chiudere il becco, non mi fai concentrare…tornatene a fare la figurina delle Cioccorane.”

 

Dan e Jack scoppiarono a ridere simultaneamente, coprendo l’isterica reazione della ragazza bionda, ma tutti si ammutolirono quando si sentì un ululato particolarmente forte…e vicino.

 

“…oddio…” piagnucolò Jenny Green.

 

Dan si guardò attentamente in giro, in cerca di qualcosa che poteva tornare utile. Amelia impugnò la sua bacchetta, ma lui le fermò la mano e scosse la testa. “No…non funzionerebbe. Quando hanno ricostruito Hogwarts hanno allargato il cerchio di difesa fino a tutta la Foresta Proibita, nemmeno qua possiamo usare la magia…ci faremmo soltanto scoprire.”

 

Un altro ululato fece cacciare uno strillino a Jenny, mentre Jack si voltò di scatto per cercare il lupo fra i cespugli e gli alberi.

 

“Ascolta.” Dan si rivolse ad Amelia. “Resto io con loro, tu torna a Hogwarts e trova qualcosa che ci può servire…”

 

“Non vi posso lasciare in balia di un lupo!” protestò Amelia.

 

“Amy, vai! Non ti preoccupare!” le disse Jack. “Ce la caveremo, corri!”

 

Amelia scosse la testa e si rifiutò di ascoltare quello che le stavano dicendo Dan e Jack…viceversa alzò lo sguardo, e nel fitto del fogliame dell’albero sopra le loro teste intravide qualcosa…una specie di grossa liana dal diametro molto largo, incastrata fra tre rami che si incrociavano al centro lasciando pochissimo spazio alla vista. Erano rami cosparsi di spine.

 

“Quella cosa…” Amelia la indicò a Dan. “Se riusciamo a calare quella giù, la potranno usare come corda.”

 

Dan alzò la voce per coprire il rumore dell’ululato. “E come ci passiamo, non lo vedi com’è stretto quel buco? No, dammi retta…”

 

“Non li possiamo lasciare là sotto con un lupo nei paraggi!”

 

“Amy, vai a Hogwarts!!” urlò Jack, cercando di farsi sentire da sotto.

 

“Basta che prendiate una decisione, ma muovetevi!” aggiunse Jenny.

 

“Io non ci passo là in mezzo!!” protestò a voce grossa Dan.

 

Amelia osservò il piccolo foro. “Tu no…io si.”

 

“No, no…Amelia, non puoi farlo! E’ pieno di spine là sopra, ti combinerai un macello!”

 

Amelia si sfilò il mantello con risolutezza. “Quattro graffi sono un prezzo accettabile.”

 

Dan cercò di fermarla, ma lei si divincolò. “Aspetta, ti farai male…!”

 

Quando Jack capì qual’era l’idea, corse verso la parete rocciosa dello strapiombo e ci appoggiò le mani sopra, nel tentativo di guadagnare qualche centimetro in alto e farsi sentire. “No, Amy, no!! Stai ferma, è pericoloso!!”

 

Jenny gli diede un piccolo schiaffo sul braccio. “Vuoi finire in pasto ai lupi?!”

 

“Aspetta…!” Dan non riuscì ad afferrare il piede di Amelia, che fu sveltissima ad arrampicarsi lungo il tronco dell’albero e ad arrivare poco sotto il groviglio di rami.

 

“Maledizione, scendi da lì!!” urlò Jack.

 

“…fate più casino voi di un intero pollaio…” mormorò fra i denti Amelia, mentre si preparava mentalmente a cosa significasse infilarsi lì in mezzo.

 

Jenny lanciò uno strillino sentendo l’ululato del lupo molto forte e molto distintamente.

 

“Beh, per una volta non mi prenderete in giro perché sono piccola e magra.” Fece con un sorrisetto Amelia, e dopo un ultimo respiro profondo si spinse in su e infilò un braccio in mezzo ai rami spinati. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non strillare… quei cosi pungevano impietosamente. Si spinse ancora più in su, e trattenne rumorosamente il respiro quando cominciò a far passare anche l’altro braccio e le spalle nell’intricata matassa spinosa… sentiva punture da tutte le parti.

 

“Amelia, ti scongiuro, scendi!!” le urlò disperato Jack, che mai come in quel momento avrebbe desiderato poter andare lì e tirarla giù a forza.

 

“La liana è proprio sopra di te, un po’ più su!!” cercò di dirle Dan, nel tentativo di aiutarla.

 

“…la vedo…!” gli rispose con difficoltà lei, mentre cercava almeno di tenere il viso lontano dai rovi. Cercò un punto libero da spine dove poter appoggiare i gomiti, e riuscì a far passare il suo vitino sottile nel buco di rami. Tese la mano per afferrarla… poteva sfiorarla… “…andiamo, bella…” cercò di spingersi ancora un po’ più su…

 

“Manca l’ultimo sforzo!” la incoraggiò Dan.

 

“…e cazzo, vieni qui!!” Amelia decise di fare le cose a modo suo…con un deciso colpo di reni riuscì a fare un piccolo salto che le consentì di afferrare la liana…ma pagò la sua acrobazia un secondo dopo, quando la liana cedette e assecondò la sua caduta, che terminò con due rami spinati conficcati nelle cosce.

 

Jack chiuse gli occhi quando la sentì gridare.

 

“Aspetta, resta ferma, resta ferma!!” Dan si arrampicò il più velocemente possibile lungo il tronco. Amelia penzolava dai fianchi in giù sotto il groviglio di rami, così la prese per la vita e le strappò via le spine. “Tieni duro, adesso scendiamo…tieniti a me, ti faccio scivolare giù lentamente, ok?” lei annuì, mordendosi forte le labbra mentre due lacrime le scivolarono sulle guance. Dan afferrò un ramo dove non aveva le spine e lo usò per fare un po’ di spazio e lasciarla scendere.

 

Jack tirò un impercettibile sospiro di sollievo quando vide Dan scendere a terra con Amelia fra le braccia. “Stai bene??” urlò.

 

Dan aiutò Amelia a sedersi a terra e si inginocchiò davanti a lei, asciugandole le lacrime coi pollici. “…guarda cos’hai combinato, pazza incosciente…” aveva le mani e i polsi completamente coperti di graffi, e le spine le avevano bucato i jeans, ora insanguinati per i tagli sulle gambe.

 

Nonostante le facesse un male cane, Amelia si morse le labbra e scosse la testa. “…non è niente… tieni.”

 

Dan si ritrovò fra le mani la punta della liana…con un piccolo sorriso orgoglioso la prese, e con due belle tirate forti ottenne abbastanza corda da poterla calare fin dentro lo strapiombo, proprio mentre il lupo si faceva sentire di nuovo. “Dai, ragazzi, venite su!”

 

“Io non mi so arrampicare!!” protestò Jenny.

 

Jack non aspettò neanche un secondo…appena ebbe corda a sufficienza si arrampicò a tutta velocità e arrivò fino in superficie, dove Dan gli diede una mano a scavalcare, ma neanche con lui si soffermò un attimo… corse da Amelia, si gettò in ginocchio accanto a lei e l’abbracciò con tutte le sue forze. Amelia rispose al suo abbraccio, rifugiandosi nelle sue braccia forti che la stringevano così tanto d farle male, quasi le mancava l’aria…ma non gliene importava, l’unica cosa importante era sentire di nuovo Jack. Nascose il viso nel suo petto, e lo strinse per quanto le permettevano le braccia doloranti… e Jack sembrava aver bisogno di quel contatto fisico ancora più di lei, perché la teneva stretta forte a sé e non riusciva a pensare ad altro che al bene immenso che le voleva, e a quanto fosse stato male lontano da lei. Nascose il viso fra i suoi capelli e chiuse forte gli occhi, mentre continuava a chiederle scusa sottovoce quasi come una preghiera… e non accennava a lasciarla respirare, voleva assicurarsi che lei sentisse tutto il suo affetto smisurato che a parole non sarebbe mai riuscito a esprimere… ma in fondo, quando mai aveva avuto bisogno delle parole per comunicare con lei?

 

Dan fece un piccolo sorriso, e nel vedere i due ragazzi che si stringevano e si cullavano a vicenda si rese conto che alla fine era meglio così, non sarebbe mai riuscito a stare con una ragazza che aveva questo genere di legame con suo cugino. Volendo essere obbiettivi erano perfino teneri visti così, a cercare rifugio l’uno nell’altra…

 

“INSOMMA!!! Io sono sempre qua sotto!!!” strillò Jenny.

 

“E sali su, che aspetti?!” replicò Dan.

 

Jenny emise uno strano verso di frustrazione. “Ma se ti ho appena detto che non so salire!! Avanti, scendi e vienimi a prendere!!”

 

Dan si passò una mano sulla faccia. “Santa pace, tutte a me…”

 

Amelia non poteva smettere di sorridere mentre Jack le accarezzava la tempia e la teneva stretta al suo petto, baciandole la fronte di tanto in tanto. Si fece indietro per un momento quando lo sentì sospirare forte, e come immaginava nei suoi occhi lesse rimorso e mortificazione in abbondanza. Jack non era mai stato bravo a esprimere i suoi sentimenti a voce, ma i suoi occhi blu facevano il lavoro per lui altrettanto bene…e Amelia li sapeva leggere benissimo, quegli occhi. Gli fece un piccolo sorriso felice e gli pizzicò il naso fra le dita martoriate, cercando di rassicurarlo. Vedendolo ancora titubante, gli fece un occhiolino allegro e gli porse il dito mignolo… quello stesso dito che si erano stretti la prima notte della loro amicizia, tanti anni prima. Finalmente Jack sorrise largamente e le strinse il mignolo col suo, baciandole la fronte e sfiorandole il naso col suo nel loro solito modo scherzoso di fare. Questo è come tornare a casa, pensò felice Amelia, mentre la gioia di aver ritrovato il suo migliore amico superava il bruciore ai graffi e alle ferite.

 

“…ahia, cazzo!! Toglimi questo braccio davanti agli occhi, non ci vedo!!!” Dan dovette fermarsi mentre si arrampicava con Jenny Green sulle spalle lungo la liana… la ragazza  sgambettava e smanettava furiosamente.

 

“Mi stai facendo cadere!!!” urlò lei. “Aiuto, aiuto!!!”

 

Vuoi stare ferma, porca miseria ladra?!?

 

Jack sfiorò una gamba sanguinante di Amelia e la guardò preoccupato, ma lei scosse la testa. “Non fa male.” Gli disse piano.

 

Lui fece una piccola smorfia. “Bugiarda.”

 

Amelia scrollò le spalle. “E’ sopportabile… passa presto.” Jack sospirò e le accarezzò la guancia. Lei fece un piccolo sorriso. “Dan e io non stiamo più insieme.”

 

“No?” le chiese piano lui.

 

Lei scosse la testa. “C’è ancora posto per un Koala solitario sotto il tuo albero di Natale?” lui sprecò solo un secondo a sorriderle, perché tornò ad abbracciarla forte come e più di prima.

 

“…stai fermo, che non riesco a salire!!” Jenny scavalcò i pochi centimetri che le restavano per balzare su… arrampicandosi sulla testa di Dan, che bofonchiò fra i denti una serie di apprezzamenti poco gentili. “…oh, santo cielo…” mormorò la ragazza, spolverandosi la gonna.

 

Dan si rimise in piedi con una smorfia di affaticamento, e si toccò la schiena. “Accidenti a te, Jenny Green, ma quanto diavolo pesi?”

 

Jenny lo ignorò. “Jack? Dobbiamo tornare a Hogwarts, e io ho i piedi che mi fanno male.”

 

“Si, eh?” Jack fece un sorrisetto, poi passò un braccio sotto le ginocchia di Amelia e uno attorno ai suoi fianchi, e si alzò con lei fra le braccia. “Quanto mi dispiace, Jet, davvero. Fatti un bel pediluvio col sale quando arriviamo.”

 

Jenny inorridì e rimase a bocca aperta, e Amelia le fece un irritante sorrisetto, accompagnato da un saluto della mano. “Ciao, bionda.”

 

Con suo profondo orrore, la ragazza li sentì ridere mentre si allontanavano in direzione del castello. Represse uno strillo per forza di cose, e si voltò verso Dan. “Daniel…”

 

“Te lo scordi, bambola.” Dan si affrettò a infilare le mani nelle tasche e accelerò il passo per affiancare Jack.

 

“Siete solo degli stronfi cafoni!” strillò Jenny. Un ululato però la riscosse, e la costrinse a correre dietro di loro strillando.

 

Jack e Dan se la risero di gusto, Amelia invece preferì passare le braccia attorno al collo di Jack; e mentre lui camminava, lei si rilassò col viso nel suo collo e sospirò, sentendo finalmente la tensione accumulata in quei giorni andarsene via quasi come per effetto di un incantesimo. Un sospiro beato le comparve sulle labbra.

 

Sono a casa adesso.

 

 

** the end **

 

 

^_______^ …e non protestate se non si sono messi insieme… c’è più di un motivo, e magari un giorno di questi vi dirò anche il perché! ^_-  Please, cliccate la scritta qua sotto…che è blu! (…si comincia col non saper riconoscere i colori, poi si passa direttamente al cane guida… -_____-)

  
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