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Autore: Vale11    18/07/2013    3 recensioni
Se il mare ti chiede di non lasciarlo dormire da solo, tu cosa fai?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non l'aveva giudicato male:  Cordingly era un combattente con tutti i crismi, e al momento James Hook non si sentiva esattamente in grado di sopravvivere a un combattimento con tutti i crismi ma, d'altra parte, chi era lui per resistere a un'occasione del genere? Un duello così gli mancava da un'eternità. Forse era Natale, e nessuno l'aveva avvertito.

Saoirse aveva già visto quella scena: Hansi a prendere l'acqua talmente tante volte da aver scavato un solco fra la fonte e la capanna, Smee con le mani ficcate nei riccioli del suo capitano, Roger a dare ordini con le mani sporche del sangue di qualcun altro e lei che non sapeva se avere un attacco di panico o ubbidire. Aveva optato per la seconda possibilità: le era sembrata più funzionale.

Cordingly si era addirittura inchinato. Buone maniere, aveva pensato Jas Hook. Roba rara, da quelle parti. E si era inchinato anche lui, ignorando i vari "che cosa credi di fare" che Roger gli urlava dietro ormai da un po'. La mischia si era subito aperta per lasciare spazio ai duellanti: due matti che rischiano la vita quando la battaglia è già stata decisa sul mare? Meglio che essere a teatro, poco ma sicuro. E poi, lo spettacolo era gratuito.

Roger gettò via l'ennesimo tampone zuppo di sangue e chiese di nuovo a Saoirse di pulire la ferita per permettergli di vederci qualcosa, tenendo distrattamente conto della velocità con cui usciva il sangue. Quanto ce n'era ancora dentro le vene del suo capitano? E quanto ancora poteva uscirne prima che…Saoirse gli mollò una gomitata quando lo vide bloccarsi.

Il duello era iniziato da poco, e James Hook sentiva già che accettare la sfida non era stata una delle cose più sensate che avesse mai fatto. Ma divertenti si, oh si. Cordingly era un signor spadaccino, e a lui era mancato un duello come si deve. Il buco nel fianco però non aiutava, e anche la testa scorticata dava il suo sincero aiuto alla voglia di svenire che si portava appresso da quando i soldati di Sua Maestà Britannica avevano attaccato, ore prima. Rispose alle prime schermaglie esplorative come meglio poté, studiando l'avversario con cura maniacale poi, quando l'occasione gli parve propizia, tentò un affondo. Cordingly lo parò senza problemi, senza smettere di fissarlo per un secondo. Jas hook ghignò ferino sotto le onde di riccioli neri. 

Hansi era preoccupato: sua sorella era spaventata, quindi anche lui era spaventato. Smee era terrorizzato, e la cosa non aiutava. L'unico ancora abbastanza freddo da essere completamente operativo era Roger, ma vederlo sporco di sangue fino al gomito non lo rendeva certo tranquillizzante. La cosa peggiore da vedere, però, restava il viso di James Hook, il capitano pirata che aveva popolato i suoi incubi di bambino senza nemmeno il bisogno di farsi vedere: quale ragazzino non sarebbe stato terrorizzato da un uomo la cui mano era stata sostituita da un arma con cui, si diceva, aveva ucciso centinaia di persone? E la storia del bagliore rosso negli occhi era vera, lo aveva visto succedere quando James Hook aveva salvato sua sorella. Smee e il capitano gli avevano ordinato di restare in casa, ma figuriamoci se aveva ubbidito: pur sentendosi in colpa per aver lasciato sua sorella a difendere una capanna vuota si era lanciato fuori alla prima occasione, tenendosi nascosto e lontano dalle pallottole, e aveva visto il viso del pirata trasformarsi in una maschera di rabbia spaventosa quando si era reso conto che un soldato stava strangolando sua sorella. Vederlo ora, quel viso, faceva tutta un'altra impressione: gli occhi chiusi, le labbra semiaperte e sporche di sangue, il respiro regolare e appesantito e la totale, paralizzante immobilità della sua figura erano terribili da vedere. James Hook era nato per attaccare, correre, comandare. Distruggere, spesso, e a volte proteggere. Non per essere condannato a un'assenza di movimento che sembrava destinata ad essere perenne. Hansi non aveva mai visto nessuno morire, prima. E non voleva che succedesse mai. Soprattutto, non riusciva a immaginare la morte del capitano James Hook, il re dei pirati, comandante della Jolly Roger.

Dopo il suo affondo il gioco si era fatto pesante: Cordingly era passato all'attacco, dimostrando di possedere sia una buona tecnica che un eccellente gioco di gambe. Se in una situazione normale Jas Hook l'avrebbe riconosciuto come un nemico decisamente abile, le sue ferite lo costringevano a definirlo un nemico quasi imbattibile. Scommise sul quasi con la forza della disperazione, costringendo il suo corpo a eseguire una piroetta che lo portasse fuori dalla lama avversaria. Ma era stanco. Troppo stanco. E i suoi piedi non gli erano mai sembrati tanto pesanti. Tentò un allungo, cui Cordingly rispose con una parata e un colpo alla spalla sinistra che lo fece cadere all'indietro di un discreto numero di passi. Si alzò senza sapere come ci fosse riuscito, si asciugò il sudore che ormai gli pungeva gli occhi, e si fissò la mano che teneva la spada. Una possibilità c'era. Basata sulla forza che ormai sentiva di non avere più. E sulla distanza a cui Cordingly l'aveva fatto cadere.

Smee sentiva le mani tremare. Non era raro vedere il suo capitano ferito, ma ferito in quel modo era nuova. Per la prima volta, sentì avvicinarsi la possibilità di vederlo morire sul serio. Niente coccodrilli, niente ragazzini volanti, una classica morte violenta causata dalle ferite riportate in battaglia. Al colpo in testa e alla ferita al fianco si erano aggiunte quelle causate dai soldati inglesi, lo sfregio alla spalla di Cordingly, i colpi ricevuti in combattimento. Non sanguinavano, ma erano tali da far pensare a qualcosa di rotto o, per lo meno, di incrinato. Si gettò sulle spalle del capitano per tenerlo fermo quando lo sentì iniziare a tossire, senza il coraggio di pensare alle conseguenze.

James Hook non scherzava quando aveva deciso di puntare tutto su un colpo solo. Tutta la poca forza che aveva concentrata in un Flèche che, se fosse andato a segno, gli avrebbe permesso di mandare Cordingly al creatore. In caso contrario, sarebbe andato lui ai piani bassi del paradiso, a salutare un certo Lucifero. Quello che non mise in conto fu l'effetto sorpresa che una cosa del genere poteva avere, e la quantità di forza piuttosto notevole che aveva ancora nascosta dentro, da qualche parte. Sentì la spada penetrare sotto le costole dell'avversario per quasi tutta la lunghezza della lama e capì di aver miracolosamente vinto il duello. Un'altra cosa che non aveva messo in conto fu a velocità con cui tutto diventò nero pochi secondi dopo. 

Era inutile. Più cercava di fermare il sangue, più quello continuava a uscire da qualche altra parte. Una battaglia contro il tempo, e contro un nemico che non sapeva come battere. Il mondo era pieno di storie in cui la gente beffava la morte. Avrebbe voluto ricordarsene almeno una. Magari gli avrebbe dato un'idea. Roger chiese a Saoirse di versare alcool sulla spalla del capitano pirata prima di fasciarla il più stretta possibile, ma non erano le ferite che lo spaventavano: era la febbre, era la pelle fredda e scivolosa, bagnata dal sudore, era l'infezione che si stava portando via il suo capitano mangiandolo da dentro. Visto nell'insieme, era un misto terrificante di ingredienti letali. si girò in tempo per vedere Saoirse fissare Jas, prendergli le mani e cercare di svegliarlo.

James Hook non sentiva più niente. Aveva cercato con tutte le sue forze di restare a galla, di non permettere alle onde di tenerlo sotto. Aveva sentito le mani di qualcuno fra i riccioli, e il peso di due braccia tenerlo fermo quando l'aria gli si era inceppata in gola facendolo tossire. Aveva sentito due mani più piccole delle sue cercare di svegliarlo, e una voce che aveva classificato istintivamente come quella di Roger minacciarlo di morte se fosse morto. Se ce l'avesse fatta avrebbe riso. 

Da qualche parte, a Londra, una piccola narratrice di storie di si svegliò da un sogno orribile, in cui il capitano James Hook moriva a causa di ferite che non sapeva come fossero state inflitte. Non era Wendy Darling, certo che no, ma da che mondo è mondo le favole esistono perchè i bambini le immaginano. Quello che la nostra narratrice sapeva era che il coccodrillo, evidentemente, non era riuscito a mangiarsi il capitano e che nel sogno c'era sangue. Tantissimo sangue, tutto di James Hook, sulle mani di Smee e di due persone che non conosceva, ma che sembravano terrorizzate. C'era anche un bambino della sua età. L'unico bambino del Mondo a cui la morte di James Hook sembrasse un avvenimento orribile. Lo fece per quel bambino forse, o per quella ragazza coi capelli rossi, o per Smee. Il caro Smee, che tutti i bambini adoravano e che lui si sforzava di evitare riuscendoci piuttosto malamente. O per quell'uomo coi capelli legati alla nuca e lo sguardo di chi non si sarebbe mai perdonato un errore. O per Peter, che senza James Hook non sarebbe potuto essere Peter Pan. O per se stessa, perchè nonostante tutto non avrebbe mai potuto separarsi dal capitano pirata. Una storia non è una storia senza un cattivo eccellente, e lei immaginò di continuare a tessere vita per lui, come le tre signore del destino fanno da sempre.

In un altro mondo, James Hook aprì gli occhi. E non fu affatto piacevole.

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la vale, e il ritardo immenso
  
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