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Autore: Pro and Pad_production    18/07/2013    7 recensioni
Harry Botter non è un ragazzino come tutti gli altri: ha una cicatrice a forma di culo sulla fronte e ha il potere di far venire l’esaurimento a chiunque, specie ai suoi zii che lo hanno cresciuto da quando aveva un anno. In occasione del suo undicesimo compleanno Harry scopre di essere un mago, un mago col Botter! Verrà a contatto di un mondo fatto di magia, dove giovani maghi frequentano la scuola di Magia e Fattucchieria di Yogurts, sotto la guida del preside Alba Solente.
Dal capitolo 10, Le botte di Mezzanotte
La professoressa Sbronz, l’insegnante di volo. Aveva gli occhi arrossati e si teneva a stento in piedi.
« Buon giorno! Hic » singhiozzò rumorosamente.
Harry notò che tra le mani aveva una bottiglia mezza piena di un liquido che dall’odore doveva essere inequivocabilmente qualcosa di alcolico.
« Io… hic.. vi insegnerò a volare! Cip cip cip! » proseguì la professoressa agitando le mani come se fossero le ali di un uccellino.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Era la fine.
Misnerva li stava conducendo nel suo studio, avanzava per i corridoi come un rinoceronte in carica, spazzando via tutto ciò che intralciava il suo cammino. Con il suo passo “felpato” aveva svegliato mezzo castello. Ad un tratto un’armatura le si parò davanti, bloccandole la strada. La professoressa gonfiò minacciosamente il diaframma e lanciò un ruggito tale che la visiera dell’armatura si sollevò di scatto: l’armatura arrugginì all’istante e si smontò in tanti pezzi. Misnerva Domani riprese imperterrita la sua marcia.
A seguire c’era Hermanda che si era chiusa in un silenzio religioso e recitava le sue ultime preghiere, nemmeno l’avessero condannata al patibolo; Harry stava escogitando un piano di evasione, ma per ora l’unico piano valido che era riuscito ad elaborare era quello di nascondersi nei capelli cespugliosi della sua sapientina amica. Bebil, accoccolato per terra, era spinto in malo modo da Ganzo con uno spazzolone: lo stava usando per pulire tutto il muco che era sparso per i corridoi, visto che il suo gatto era ormai talmente tanto impregnato di quella viscida bava da essere inutilizzabile.
Una volta entrati nella tana del lupo, vi trovarono un Braco Badboy alquanto stordito che farfugliava frasi sconnesse: «Padre? Padre?!... mio sapere… verrà! Padre, sì.. » e annuiva tra sé, convinto delle sue parole. Misnerva, per porre fine a quello spettacolo, afferrò Bebil da terra e senza pietà lo scagliò contro Badboy, facendolo finalmente tacere. Dopodiché chiuse la porta con una potenza sovraumana e inaspettata, riuscendo a scardinarla dal muro: il pesantissimo portone in legno cadendo sfondò il pavimento.
Al piano di sotto, il professor Petus Vizius, che si era preso una tisana rilassante per conciliare il sonno, si mise finalmente a letto.
« Aaah, finalmente Misnerva ha finito di urlare! » esclamò con aria assonnata e stropicciandosi gli occhi.
In quel preciso momento dal soffitto si sentirono degli scricchiolii sinistri: il soffitto si crepò sotto il peso della massiccia porta, che andò a sfrittellare il povero professore. Quella fu l’ultima cosa che Vizius vide quella sera.
« Professoressa, lasci che le spieghi… » cominciò Hermanda
« SO BENISSIMO COSA È SUCCESSO!!! » sbraitò immediatamente Misnerva zittendo Hermanda all’istante « Volevate fare uno scherzo a quel demente di Badboy, raccontandogli un mucchio di FROTTOLE su un bruco vermoso e viscido e avete anche riempito di bava tutto il castello e quel mammalucco frignante c’è cascato con tutte le scarpe! E il signor Patatrack… quello sta’ sempre in mezzo! » concluse con gli occhi fuori dalle orbite.
« Ma cosa sta dicendo? » intervenne Botter «Non è andata così! Ahia Hermanda! Allora, è successo… ma la smetti di darmi calci?! Dicevamo… » Hermanda a quel punto appiattì i capelli a mo’ di paletta e colpì in pieno Harry che venne spiaccicato al muro.
« Basta cincischiare!!! Cinquanta punti in meno a testa! » sbottò Misnerva.
« Chi offre di più? » esclamò Harry dopo essersi ripreso dal colpo di capelli di Hermanda, che rivolse all’amico un’occhiataccia omicida.
« Io offro settanta! » se ne uscì Bebil ancora dormendo.
« Io cento!!! » squillò Badboy preso dall’euforia.
« Cento e uno, cento e due… » iniziò a contare Harry.
« Centocinquanta!!! » esclamò la professoressa Misnerva: aveva tutta l’intenzione di aggiudicarsi quell’assurda asta che si stava svolgendo.
Hermanda cercò di aprire bocca per fermare quel massacro che avrebbe portato la loro Casa alla rovina, ma rinunciò sconfitta.
« Duecento! » la voce tremula di Vizius giunse soffocata dal piano di sotto.
« Duecentocinquanta! » fece Badboy spavaldo.
« Duecentocinquanta e uno, duecento.. » iniziò Harry preso dal suo ruolo di banditore.
« CINQUECENTO!!! »  tuonò la professoressa trionfante.
« Cinquecento e uno, cinquecento e due, cinquecento e tre… AGGIUDICATO! Cinquecento punti in meno a testa… oh, merda! » concluse Botter rendendosi conto di quello che aveva appena fatto.
Hermanda si diede una pizza sulla fronte e scosse sconsolata la testa.
«… Mio padre lo verrà a sapere! » concluse come al solito Badboy, che se non ripeteva quella frase almeno trenta volte al giorno non era contento.
 

***

 
Il mattino seguente era stata dichiarata aperta la caccia al Botter, non importava come: bacchetta, fucile, balestra.. Harry doveva morire. Non solo i compagni di Cogliondoro reclamavano la sua testa, poiché aveva fatto perdere tutti i punti alla loro Casa, ma anche gli altri studenti delle altre casate, presi dall’entusiasmo, si unirono a questa caccia spietata.
Anche Hermanda e Bebil non se la passavano bene, ma la taglia su Botter era decisamente più alta.
Solo Rum aveva un po’ di compassione per i suoi amici. Dopo essersi ripreso dalla sua intossicazione da muco, li aiutava come poteva, facendogli da palo nei corridoi in modo che si potessero spostare quando le truppe anti-Botter non erano nei paraggi, così da non fare la fine di Bebil. Il ragazzo, ovviamente, fu il primo ad essere preso ed erano giorni che di Bebil non si aveva più nessuna notizia.
Proprio mentre passavano per un corridoio apparentemente deserto, sentirono delle voci provenienti da un’aula.
 « N-n-n-no, la-la-la-la p-p-p-p-pre-pre-preee-go-go- goooo »
« Ppprrrroooot! »
« Va-va-va-va b-b-be-beee-beee-e-e-e-ne-ne-ne-ne »
« PRRRT! ».
Il professor Rapper uscì dall’aula piangendo come un bambino sistemandosi il turbante in testa.
Harry e Rum scoppiarono a ridere senza ritegno.
« Che scorreggione! Si stava cagando sotto! » esclamò Rum senza fiato e con le lacrime agli occhi.
« Occhio, chiudi quell’aula prima che il tanfo invada mezza scuola! » disse Harry all’amico.
« Ma non capite? Il professor Rapper se la stava facendo sotto perché sicuramente stava parlando con Bidon! » intervenne Hermanda con la sua aria di superiorità « Sicuramente avrà ceduto e gli avrà detto come superare gli incantesimi che lo separano dalla Lapislazzula » concluse preoccupata.
« Però c’è sempre il barboncino di Hagrid! » esclamò Rum con sicurezza.
« Ma sì, chi se ne frega! » aggiunse Harry « ci penserà Solente, sono affari suoi dopotutto, no? »
« E poi se perdiamo altri punti rischiamo di essere espulsi da Yogurts! » fece Hermanda.
« No, Hermanda: rischiate di finire sotto terra » la corresse Rum.
E aveva proprio ragione.
 
Passò un altro giorno senza che nessuno della pattuglia anti-Botter riuscisse a scovare il fuggitivo, ma ciò non voleva dire che le cose andassero bene.
Infatti, quel pomeriggio, avrebbero dovuto scontare la punizione che la professoressa Misnerva Domani aveva escogitato per loro e per Braco Badboy. Bebil non si unì alla spedizione punitiva, perché ancora non si avevano tracce di lui.
« Se la scampa sempre quel ciccione! » disse Harry con rabbia, mentre Ganzo accompagnava lui ed Hermanda fuori dal castello.
« Ma cosa dici Harry? » esclamò Hermanda indignata « A quest’ora potrebbe anche essere morto! »
Erano ore giravano senza meta per il parco di Yogurts, Ganzo procedeva alla cieca: indossava, come sempre, degli scurissimi occhiali da sole e ormai il sole era tramontato da un pezzo. Giunsero per miracolo alla catapecchia di Hagrid, dove trovarono già Badboy.
« Ma quanto ci avete messo?! » esclamò Hagrid impaziente « Dovevamo vederci alle cinque, ed è mezzanotte! »
« Potevi venire a cercarci, invece di stare qui a scaccolarti » rispose acidamente Ganzo.
« Ma levati quegli occhiali da sole, se non ci vedi! » disse Hagrid.
Ganzo abbozzò e se ne andò via senza rispondere, lasciando i ragazzini nelle mani del peloso amico.
« Bene » esordì un po’ impacciato Hagrid « siamo qui riuniti per scontare la punizione…»
« In cosa consiste la punizione? Che dobbiamo fare? Eh, Hagrid? Eh? Che facciamo? Dove andiamo? Che.. »
« …coglioni. » concluse Braco sbuffando.
Harry gli fece una linguaccia.
« Specchio riflesso! » esclamò Badboy.
« PIANTATELA DI FARE I CRETINI! Dobbiamo andare nella Foresta Illegale, la professoressa Misnerva vuole che vi conduca lì, nella speranza che qualche orribile creatura vi divori! »
Ciò riuscì a far tacere Harry e Braco. Hermanda era piuttosto silenziosa: ovviamente stava ripassando a mente, in ordine alfabetico, tutte le creature che popolavano la Foresta Illegale.
« Il nostro compito è quello di trovare un unicorno. Penso che sia stato ferito, dobbiamo ritrovarlo »
« Ci sono davvero degli unicorni nella Foresta? » domandò Harry
« No, la scuola non poteva permettersi degli unicorni veri, così Solente mi ha fatto mettere delle carote in fronte a dei ciuchi e noi li spacciamo per unicorni » spiegò Hagrid sbrigativo.
« Ma su Storia di Yogurts c’è scritto che sono dei veri unicorni! » intervenne Hermanda.
« Certo, il preside lo ha fatto scrivere per trarre in inganno gli studenti, non potevamo mica dire la verità, ti pare? »
« Stanne certo che mio padre lo verrà a sapere! » concluse Badboy soddisfatto di sé stesso.
« Su, ora muovete il culo che si parte! » fece Hagrid che voleva chiudere al più presto quell’inutile conversazione tra marmocchi.
L’interno della Foresta Illegale era oscuro e poco rassicurante: la nebbia circondava tutto e non si vedeva a un palmo dal naso. Camminarono per diversi minuti senza che accadesse nulla di entusiasmante, tutti seguivano Hagrid in silenzio. Ad un tratto il guardiacaccia si fermò e fece loro segno di arrestarsi.
« Vedete quella roba laggiù? » sussurrò Hagrid ai tre ragazzi, che si sporgevano per guardare meglio.
« È cacca di ciuco! » e così dicendo prese un tocchetto, lo annusò e poi lo assaggiò. «È ancora fresca con un retrogusto di erba cipollina… è passato di qui all’incirca alle 23:07, è un giovane maschio di cinque anni, ha una zampa ferita ed era anche costipato… ».
Dopo quest’analisi dettagliata si girò e vide che i tre ragazzi stavano per vomitare.
« Tenete, spargetevi questo! » e a tradimento, con le sue manone, prese una bella manciata di cacca e la spalmò sui loro visini.
« Servirà per coprire il vostro odore e per non spaventare i ciuchi. Sono creature timide ».
« Sì, mi sembra una buona idea » esclamò Hermanda, che era l’unica a non essere schifata.
Si misero così in marcia lungo il sentiero, tenendo le orecchie tese a qualsiasi rumore. Mentre camminavano si sentì uno scricchiolio e da un cespuglio uscì fuori una creatura a metà tra un uomo e una vacca: un vaccauro. Fino alla cintola era un uomo, mentre dalla vita in giù era indubbiamente una vacca, aveva un morbido manto bianco pezzato di nero. I ragazzi rimasero allibiti.
« Hagrid, oggi non sei venuto a mungermi » esordì quello.
« Scusami Cocò, ma avevo altre cose da fare, questi sono Harry, Hermanda e il biondo di cui non ricordo il nome. Sono studenti di Yogurts ».
« Buona sera » salutò il vaccauro poco interessato.
I due ragazzi salutarono con un cenno del capo, mentre Hermanda fece una rispettosa riverenza.
« Senti Cocò, hai visto niente di strano questa sera? C’è in giro uno dei nostri “unicorni” feriti » chiese Hagrid.
« A caval donato non si guarda in bocca » rispose Cocò.
« No, quello che ti volevo chiedere io era se avevi notato niente di insolito in queste ultime ore.. » ridomandò Hagrid, scandendo bene le parole per farsi capire dal vaccauro.
Cocò alzò lo sguardo al cielo e lo fissò intensamente per qualche secondo.
« Rosso di sera, bel tempo si spera » disse più tra sé e sé che agli altri.
Hagrid stava per perdere la pazienza, quando dai cespugli uscì fuori un altro vaccauro. Era diverso da Cocò, sembrava un incrocio con una mucca maremmana, aveva il manto bianco e delle lunghe corna gli spuntavano in testa, conferendogli un’aria tutt’altro che amichevole.
« Ehilà Scassandro, tutto bene? » fece Hagrid ben felice che ci fosse un altro vaccauro con cui conversare.
Scassandro in tutta risposta muggì.
« Lo prendo per un sì » continuò Hagrid, « senti, ho appena fatto la stessa domanda a Cocò: hai per caso visto qualcosa di strano da queste parti? C’è un “unicorno” ferito. Ne sai niente? »
Scassandro si avvicinò a Cocò e volse anche lui lo sguardo al cielo.
« Cielo a pecorelle, acqua a catinelle » disse in tutta calma.
« Ma quindi domani sarà bel tempo o pioverà? » chiese alquanto confuso Harry.
Hagrid lo zittì con lo sguardo, prima che il ragazzino iniziasse a sfornare le sue mille domande. Ma i vaccauri sembravano non aver sentito nulla.
« Se uno di voi dovesse sapere qualcosa lanciate un muggito, ok? Andiamo ragazzi! » disse Hagrid lasciando da sole quelle strane creature.
« È impossibile parlare con loro! Stanno sempre lì a risponderti con modi di dire e proverbi! » borbottò Hagrid.
Hermanda annuì comprensiva alle sue parole, per niente stupita.
« Adesso ci dividiamo » fece poi Hagrid fermandosi « Tu Hermanda verrai con me, Harry e il biondino andranno dalla parte opposta. Il primo che trova l’unicorno grida “tana libera tutti” » spiegò loro Hagrid.
« Ma a noi ci mandi da soli? » frignò non molto contento Badboy.
« Ah, quasi dimenticavo! » aggiunse Hagrid infilandosi una mano in tasca e tirando fuori Shcor, quella caccola del suo cane, che abbaiava e ringhiava a tutto spiano. « Lui viene con voi ».
Così il gruppo si divise.
La Foresta Illegale sembrava più spaventosa ora che Harry e Badboy erano rimasti soli. Tra l’altro Shcor non abbaiava più perché si era attaccato ai polpacci di Braco facendo scendere un silenzio di tomba. Seguirono tracce e impronte per una buona mezz’ora, senza però intravedere il fasullo unicorno. Harry sentì che stavano seguendo la pista giusta: se l’ “unicorno”, come aveva detto Hagrid, era ferito, allora tutte le macchie di sangue che c’erano in giro erano un buon segno!
Arrivarono fino ad una radura, tra i rami e le radici degli alberi riuscirono ad intravedere una figura di un grigio sporco accasciata per terra.
Era proprio il falso unicorno. Harry non aveva mai visto niente di così sgraziato e orribile: giaceva a terra scomposto, le zampe tozze piegate in uno strano modo, i dentoni all’infuori da cui penzolava la lingua, sulla fronte dell’animale si vedeva chiaramente la carota attaccata con un elastico. Harry stava per avvicinarsi all’animale, quando improvvisamente, dall’oscurità, comparve una figura incappucciata che si avvicinò alla creatura, chinò la testa sulla ferita e, tirata fuori una cannuccia, si mise a bere rumorosamente il sangue dell’animale. Badboy, con ancora Shcor attaccato al polpaccio, se la diede a gambe levate frignando, lasciando Harry da solo.
La figura incappucciata alzò la testa, infastidita dal rumore, e smise di bere con un rantolo. Si alzò in piedi e avanzò verso Harry. Il ragazzo era pietrificato dal terrore, avrebbe voluto avere addosso un pannolino. In quel momento una tremenda fitta gli attraversò la testa, passando proprio per la sua cicatrice a forma di culo. Si accasciò a terra quasi privo di sensi, l’unica cosa che sentì fu un rumore di zoccoli e qualche secondo dopo una mano che lo schiaffeggiava in faccia con insistenza: era un vaccauro, ma non era né Cocò, né Scassandro, era un vaccauro più giovane, aveva il pelo lungo come le mucche scozzesi, ed era acconciato in tante treccioline, che aveva anche in testa. Indossava anche un pesante campanaccio al collo.
« Tutto bene? » disse il vaccauro aiutando Harry a rialzarsi.
« Sì, grazie… ma tu chi sei? Che ci fai qui? E quello cos’era? Dov’è andato ora?.. »
Il vaccauro rimase in silenzio senza rispondere, fissava Harry con attenzione. Le elaborate e perfette treccioline biondo cenere ricadevano sul suo viso dai lineamenti un po’ bovini. Si soffermò ad osservare la cicatrice che aveva impressa sulla fronte.
« Tu sei il giovane Botter! » disse dopo un lungo silenzio.
« Già, tu chi sei? Perché sei qui? Come hai fatto a mandare via quella cosa? Cos’era? » ricominciò a domandare Harry desideroso di avere delle risposte.
« Il mio nome è Fulgenzo » rispose il vaccauro scuotendo le treccine « e ricorda: la gatta frettolosa fece i gattini ciechi ».
« Sì, ma… » iniziò Harry.
« Vieni » fece Fulgenzo prendendo il ragazzino per la collottola e mettendoselo sul dorso « Ti conduco da Hagrid, è meglio non parlar che parlar bene ».
Harry non ci stava capendo assolutamente niente. Improvvisamente dalle fratte uscirono Cocò e Scassandro.
« Fulgenzo! » tuonò Scassandro « Cosa fai? Porti a spasso un essere umano? Non ti vergogni? Ti credi di essere un pony? »
« Ma tu lo sai chi è questo? » disse Fulgenzo « È Harry Botter! »
« E sti ca… » iniziò Scassandro
« L’abito non fa il monaco! » si intromise Cocò che fino a quel momento era stato in silenzio.
Scassandro lo ignorò.
« Cosa hai rivelato al moccioso? » proseguì Scassandro adirato.
« Gallina che canta ha fatto l’uovo! » rispose deciso Fulgenzo.
« Ah, sì? » fece Scassandro « Chi si fa gli affari suoi campa cent’anni! »
Cocò si mordicchiava le unghie nervosamente.
« Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia » disse infine Cocò.
« Questi qua non sono affari che ci interessano! Morte tua, vita mea » tuonò Scassandro.
Fulgenzo si impennò sulle zampe posteriori, Harry che nel frattempo, non capendo nulla del discorso, si era messo a fare altre treccine sul manto di Fulgenzo, rotolò per terra, non aspettandosi l’impennata del vaccauro.
« Ma non vedete quell’unicorno? » esclamò Fulgenzo indicando la carcassa di quello scempio d’animale che giaceva dimenticato da tutti nella radura  « Meglio un asino vivo che un dotto morto! ».
Fulgenzo , detto questo, si voltò di scatto e si tuffò al galoppo, lasciandosi alle spalle Cocò, Scassandro e anche Harry, che dovette ricorrerlo per un bel pezzo prima di riuscire a arrampicarsi di nuovo sul dorso della creatura, che non si era accorta della mancanza del ragazzino.
« Perché Scassandro era così arrabbiato? » domandò subito Harry « E poi cos’era quella creatura? ».
Fulgenzo rallentò il passo, ma non rispose ad Harry. L’unico suono era quello del campanaccio di Fulgenzo. Solo dopo qualche minuto il vaccauro parlò nuovamente.
« Harry Botter, ma tu lo sai a cosa serve il sangue di unicorno? »
« No » disse Harry « ma quello non era un vero.. »
« Uccidere un unicorno è un crimine orrendo! Come si può far del male ad una creatura così pura, così leggiadra, così delicata… »
« Veramente non mi sembrava poi così carina » rispose Harry perplesso.
Fulgenzo lo ignorò. A quanto sembrava il vaccauro era fermamente convinto che quelli che la scuola spacciava per unicorni lo fossero sul serio.
« Bere il sangue di un unicorno ti mantiene in vita anche se sei lì lì per crepare. La fame fa uscire il lupo dal bosco! »
« E che vuol dire? » chiese come al solito Harry.
« Non ti viene in mente nessun lupo che sta con un piede nella fossa e che possa uscire dal bosco per fare una cosa del genere? » domandò a sua volta Fulgenzo.
Harry non rispose, perché non aveva capito assolutamente nulla di quello che il vaccauro gli aveva detto.
« Il lupo perde il pelo, ma non il vizio » aggiunse incoraggiante, come per cercare di aiutare Harry a dare una risposta.
In quel momento raggiunsero gli altri: Hagrid, Hermanda e quel cacasotto di Badboy, che stava ancora piagnucolando, erano tutti lì ad aspettarlo.
Harry si sbrigò a scendere dalla schiena di Fulgenzo e si diresse verso gli altri.
« Arrivederci, Harry » lo salutò Fulgenzo scostandosi le treccine da davanti gli occhi « Non dire gatto fino a che non ce l’hai nel sacco ». E in questo modo il vaccauro si congedò da tutti loro e sparì nel folto della Foresta Illegale.
Una volta che furono usciti, sulla strada per il dormitorio di Cogliondoro, Harry raccontò tutto quello che era accaduto nella radura e tutto ciò che Fulgenzo e gli altri vaccauri avevano detto. Hermanda aspettò di essere in sala comune per rispondere: doveva rendere partecipe del suo intelletto superiore anche Rum. Trovarono l’amico addormentato sul divano, con la bocca spalancata e un rivoletto di bava che gli colava da un lato. Ci vollero dieci minuti buoni per svegliarlo.
Harry ed Hermanda raccontarono i fatti di quella sera anche a Rum.
« È chiaro che il lupo al quale si riferiva Fulgenzo fosse colui-che-deve-essere-ricordato, mi pare ovvio! » esclamò con semplicità Hermanda « E Bidon sta cercando di prendere la Lapislazzula Ancestrale per suo conto! »
« E perché mai? » chiese Rum ancora assonnato.
« Ma è ovvio Rum! Per lo Sciroppo di Lunga Vita, te ne sei scordato? » rispose Hermanda.
Le cose erano due: o Hermanda si stava facendo i film mentali, oppure la faccenda era davvero seria.
« Comunque sia » riprese Hermanda, « fino a che Solente sarà in giro con la sua vestaglia svolazzante, non dobbiamo preoccuparci! »
« Sempre che Solente non decida di andarsene in vacanza in anticipo! » fece sarcastico Rum.
A quel punto, non avendo più niente da aggiungere, si diressero nei rispettivi dormitori.
Quando Harry, scostò le lenzuola per infilarsi finalmente a letto, trovò il sacco dell’invisibilità appallottolato alla meno peggio e un biglietto che diceva: “ Capita proprio a fagiolo”.


Note della autrici


Ma come diamine si apriva? D:<
E che ne so? Non sei te quella che si ricorda tutto?
È passato troppo tempo! Cosa serviva? Una chiave?
Un incantesimo? Una parola d’ordine? Un indovinello?
Non lo so! Come abbiamo potuto dimenticarcene?!
 
*Padfoot si appoggia sconsolata alla porta dell’account che si apre da sola*

 
Ah, non era chiusa, era solo accostata!
Già
._.
Be’, bando alle ciance! Benvenuti nel nostro account! Io sono Prod
E io sono Pangs!.. ma sei sicura che fosse così la presentazione?
Sì, credo. Prod e Pangs production, no?
°-°
Eppure mi suona strano D:
Ma sarà perché non sei più abituata!
O era Prad e Pongfoot?
Progfoot e Panf?
Prangs e Podfoot?
Pra, pro, pod, pad…
PRONGS E PADFOOT!
Giusto, giusto! Io sono Prongs
E io Padfoot!
Benvenuti/bentornati nel nostro account!
Siamo felici di essere di nuovo qui e anche se sembra,
non ci siamo affatto dimenticate della nostra parodia
u_u
Assolutamente, non ci siamo dimenticate di niente, nemmeno di tutti voi!
Ma ci siete tutti voi? Dove siete? Porca Morgana dove sono i fan?
 
*Prongs inizia a dare di matto*
 
Calmati, staranno ancora leggendo a questo punto
._.
Dici?
Sì, decisamente. Dopo sapremo se ci sono ancora con le loro recensioni!
:D
Intanto però ringraziamo tutti quelli che sono rimasti e i nuovi che si sono aggiunti ;)
Purtroppo non abbiamo potuto segnare i nomi dei nuovi arrivati,
ma sappiate che siamo felici di avervi tra noi!
Sì, se siete felici anche voi fatecelo sapere in un commentino!
:3
Pad, la vuoi piantare di influenzare psicologicamente i lettori a recensire?
Ah, perché ti farebbero schifo recensioni in più, vero?
No, per niente!
E allora!
Fa un po’ come ti pare!
._.
Ok: imperio! Imperio! Imperio! Recensite, recensite, recensite!
 
*Padfoot punta la bacchetta magica contro lo schermo del pc*
 
Sì, adesso dacci un taglio! Comunque, Harry Botter è giunto quasi alla fine,
più precisamente il primo libro è giunto quasi alla fine!
Quindi fate attenzione, perché vi aspetta il secondo!

*ridono malvagiamente*

Non sapremo con quanta frequenza pubblicheremo i capitoli,
perché lo studio è sempre tanto e non ci lascia in pace,
 ma una cosa è certa: le avventure di Harry Botter continueranno
u_u
Quindi state con noi!
Rimanete, vi prego!
ç_ç

*si inginocchiano e fanno le facce da cuccioli bastonati*
 
Per oggi è tutto!
Al prossimo giovedì!
:D
 
Fatto il misfatto!
;)


 
Ps. il nostro momento da Prod e Pangs xD


 

   
 
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