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Autore: Lightheaded    18/07/2013    2 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti ragazzi!
Finalmente vi posto il nuovo capitolo con un ritardo imperdonabile
Spero che ci sia ancora chi ha voglia di leggero e magari di recensirlo!
Intanto buona lettura!






"Shaila dove sei... " Sussurrai per l'ennesima volta.
Erano già diverse ore che la cercavo.
Il sole stava lentamente scomparendo all'orizzonte: era senza dubbio il momento della giornata che preferivo, eppure in quel momento vedere il cielo spegnersi e il buio prendere lentamente il posto della luce mi rese inquieto.
Ancora non avevo avuto nessun risultato e dentro di me temevo che lei fosse in pericolo.
Mi sedetti sconsolato nell'esatto punto che avevo visto tramite i suoi occhi, cercando di capire dove potesse essere.


~~~ Qualche ora prima ~~~


Nel limbo in cui riposavo si intromise qualcosa.
"Alaish" sentii da una voce disperata. Seppi chi era prima ancora che nel buio un bianco accecante investisse i miei occhi.
Improvvisamente venni preso in una morsa ferrea e vidi con occhi diversi.
L'orizzonte era appena visibile in mezzo a tutti quegli arbusti imponenti.
La debolezza mi impedì di compiere anche solo un altro passo e, come a rallentatore, vidi il terreno farsi sempre più vicino, poggiai le mani a terra per impedire una caduta troppo violenta.
In una goccia di rugiada brillante scorsi il riflesso di un bagliore bianco e fu l'ultima cosa che vidi prima di crollare nel buio.
Una volta riaperti gli occhi nella stanzetta in cui stavo riposando non persi tempo ad avvisare nessuno: raccolsi tutte le energie che avevo intorno e tenni a mente la foresta a sud di Welcant.
Mi alzai ancora confuso e uscii dalla stanza cercando di rischiarare la mente dal torpore del riposo.
Sapevo che la camera della Veggente era l'ultima del corridoio e così mi avviai con passo deciso pensando a cosa avevo visto poco prima.
Entrai nella stanza dopo aver bussato e aver ottenuto il permesso.
L'imponente Affael guardava fuori, verso il cielo, persa in qualcosa che probabilmente andava ben oltre i limiti del nostro mondo.
I lunghi capelli rossi scendevano mossi ma ordinati sulla sua schiena.
Alcuni ciuffi ondeggiavano pigramente al ritmo del flebile vento che spirava.
"Mostrami cosa hai visto, Alaish" disse non appena varcai la soglia.
Si voltò lentamente guardandomi con il suo sguardo sognante, gli occhi smeraldo brillavano come le foglie umide di rugiada riflettono la luce del sole.
Cercai di richiamare la chiara immagine che avevo visto attraverso gli occhi di Shaila e la donna mi prese le mani.
Le permisi di vedere quel frammento di ricordo e non appena il contatto venne interrotto lei mi guardò per la prima volta negli occhi con sguardo indagatore.
"Cosa ti turba?" Chiese incuriosita.
"Rischia di morire per una follia!Arrivare fin qui a piedi!" Sbottai.
"Non morirà, ma tu devi comprendere che non sa nulla né di se stessa nè tantomeno di questo mondo. Fai bene a preoccuparti per lei, ma tu più di tutti dovresti sapere come ci si sente. Sii comprensivo." Spiegò lei.
Sospirai, aveva come al solito perfettamente ragione.
Shaila era una ragazza rimasta intrappolata tra i fuochi di un instancabile conflitto, tra intrighi e lotte che non conosceva, senza conoscere né i propri poteri né il proprio corpo. Ma per me era fondamentale.
"Va e portala qui, ha bisogno di tranquillitá. E ne hai bisogno anche tu, Alaish." Concluse voltandosi e tornando a guardare fuori.
Mi congedai con un semplice cenno d'assenso e uscii dalla stanza.
Percorsi il corridoio cercando di mantenere vivida l'immagine del mio obiettivo e scesi lungo la scala che portava al piano terra.
Nella piccola entrata non andai verso l'uscita principale, bensì verso una porticina nascosta dietro la rampa di scale.
L'uscio secondario mi portò ad un piccolo giardino sul retro piuttosto incolto. Un albero si ergeva tra il fogliame giovane e forte.
Mi avvicinai con cautela stando ben attento a evitare di attirare l'attenzione delle guardie sui tetti.
Gli Affael che la sorvegliavano erano tutti servi del Re Soreo.
Si diceva bastasse un loro tocco per morire. Quante leggende alimentavano la paura per quelle figure armate di picca e di una ferocia incredibile.
Le due guardie alla mia destra stavano confabulando dandomi la schiena, davanti a me la chioma dell'albero ostruiva la visuale e alla mia sinistra le altre due guardie stavano facendo la ronda ma guardavano verso l'entrata sud della cittá che per mia fortuna era dall'altra parte rispetto a me.
Avanzai con fare circospetto, ben attento a non fare rumori: gli Affael avevano un istinto di caccia considerevole.
Appena fui abbastanza vicino all'arbusto, mi assicurai ancora una volta di non essere osservato e toccai la corteccia con una mano.
Chiusi un istante gli occhi e chiesi di portarmi nel posto che gli mostrai.
Dopo essere stato inghiottito dall'albero ed essere diventato linfa mi ritrovai all'incirca nel posto che avevo chiesto, ma Shaila non era lì.


~~~~~


Riaprii gli occhi ancora debole, invischiata tra gli innumerevoli sottili rami di uno strano arbusto.
Ma che diamine ci facevo lì?
Prima di crollare esanime al suolo ricordavo di aver chiamato Alaish. Magari mi aveva salvato lui..
"Alaish" chiamai debolmente, riuscii a malapena a emettere un sussurro.
"Alaish" riprovai con voce roca.
"Shaila!Shaila mi sentì?" Esclamò lui sollevato.
Mi sentii molto più leggera sapendo che era al mio fianco.
I rami sciolsero la presa su di me e mi lasciarono rotolare fuori sull'umida erba del terreno.
Alaish mi guardava sorridendo.
"Grazie" dissi mentre mi aiutava a rialzarmi.
"Mi sono spaventato tantissimo" Ammise lui guardando altrove.
"Non ti trovavo da nessuna parte nonostante mi avessi mostrato con chiarezza dov'eri. Non pensavo ti avesse aiutato un cespuglio!" Disse mettendosi a ridere.
Sorrisi anche io, come al solito la natura mi aveva dato una mano.
"Ti chiedo perdono Shaila. Ti ho chiamato flebilmente perchè non avevo energie. Non sentendo una tua risposta e non vedendoti pensavo ti fossi dileguata quando mi sono svegliato nella stanza. Così ho preso Narilion su indicazione della Veggente e sono fuggito.
Appena entrato in contatto con un albero ho usato tutte le mie energie per arrivare dalla Veggente e ho perso i sensi."
Spiegò triste.
"Hai salvato Narilion?" Chiesi fuori di me.
"La Veggente mi ha detto di farlo, deve aver avuto i suoi motivi. Credimi se ti dico che non l'ho fatto volentieri." Rispose con una smorfia di disappunto.
"E come te l'ha detto?" Domandai ancora.
"Lui aveva una luce verde intorno, una luce opalescente simile a quella di Talee."
Quello era il nome della clessidra..
"Ora andiamo, la Veggente sará piuttosto ansiosa di vederti e immagino che anche per te sia così" Annuii piuttosto curiosa anche se il fatto di aver detto ad Alaish di salvare Narilion non mi piaceva.
Lo guardai un instante "Che potere hai usato per arrivare dalla Veggente?" chiesi ripensando alle sue parole.
Lui sorrise "Lo stesso che ho usato per trovarti, te lo insegnerò appena avrai riacquistato del tutto le energie, non é una cosa semplice." spiegò porgendomi la sua mano destra; mi invitò a prendere la sua mano, mise l'altra sulla corteccia e sentii il corpo divenire parte della natura.
Viaggiai in un tumultuoso fiume, cavalcando la distanza come da pari e quando il mio corpo tornò ad essere materia ero in un piccolo giardino incolto recintato da alte mura.
Guardai Alaish indebolita da quel processo e lui mi prese in braccio.
Mi sentii per la prima volta completamente al sicuro, avvolta dalla sua stretta ero felice per la prima volta.
Lui continuava a guardarsi intorno circospetto, dopo gliene avrei chiesto il motivo ma ora ero troppo stanca.
Varcammo la soglia di una fatiscente abitazione su due livelli. La piccola entrata era senza dubbio secondaria.
"Odio le porte, invenzioni degli Affael.. " commentò guardandomi teneramente.
Riflettei sulle porte, dovevano essere quegli assi di legno che sostituivano le tende degli elfi. Piuttosto atipiche a dire il vero.
Entrando notai che oltre alla porta c'era qualcosa di strano ma ero troppo debole e stanca per potermi soffermare con attenzione.
La rampa di scale che prese Alaish era ricavata da radici e legno di alberi nerissimi, ed era molto grezza.
Il corridoio su cui ci affacciammo in cima alle scale era completamente spoglio, nessuna decorazione o arabesco a rendere meno grezzo il legno.
La prima porta a sinistra era socchiusa ed era l'unica da cui filtrava una fioca luce.
Proprio questa porta si aprì mentre stavamo per passare oltre. "Vi siete ricongiunti finalmente" esordì una giovane e attraente Affael dai capelli rosso ramato e dagli intensi occhi verde speranza.
"Ora riposatevi, domani Alaish ho bisogno di te. Buon riposo" disse guardandomi con dolcezza.
Era senza dubbio la Veggente, la fissai intensamente.
Chissá perché aveva voluto salvare Narilion.
La donna aprì la porta a destra facendosi da parte per farci entrare e chiudendo la porta dietro di noi.
Alaish mi posò sul letto con delicatezza.
Era pensieroso.
"Cosa ti turba?" Chiesi.
"Sono contento di averti qui, ma non fare mai più una cosa così stupida: temevo fossi morta" rispose ancora un po' in ansia.
Sorrisi senza nemmeno sapere perché. "La prossima volta non partirò per un viaggio suicida, te lo prometto. A patto che mi insegni a muovermi come fai tu." Affermai.
"E soprattutto che non mi lasci da sola come hai fatto" aggiunsi seria.
Lui si avvicinò "Perdonami, non ho riflettuto sono stato uno stupido. Credevo mi avessi abbandonato tu." Dalla smorfia del suo viso pensai che doveva sentirsi davvero molto stupido.
"É da bambini" dissi dando voce ai miei pensiero.
"Sono qui da molto più di te eppure devo ancora impararne di cose... " disse guardando fuori dalla finestra.
"Ora riposa, io sarò nella stanza accanto alla tua." Concluse dandomi un bacio sulla fronte e uscendo.
Mi addormentai subito pensando che quella morsa nel petto fosse dolcissima.


"Abbiamo speranza, Lyo" disse il Sommo Sacerdote mentre sul suo viso rugoso si faceva spazio un sorriso sincero.
Guardò quasi incredulo le due sfere sul tavolo scintillante, che brillavano con forza, libere dalle gabbie.
Il rosso vivo insieme al bianco perlaceo, entrambi con le loro innumerevoli piccole schegge colorate, illuminavano la stanza con tale forza che quasi rendevano difficile guardarle per poco più di qualche istante.
Era finito il tempo delle gabbie, erano liberi.
"I Prescelti ci salveranno, i Prescelti riporteranno l'ordine e il culto dei Draghi, fondamento della Città Esagonale, continuerà a vivere" rispose Lyo, mentre i suoi scintillanti occhi viola scrutavano le sfere quasi con ammirazione.





Grazie a tutti coloro che hanno letto, spero vi piaccia!
Recensite se vi va!
Posterò di nuovo tra un settimana!
A presto :)
  
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